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Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

211 – Rapina in corso – Azione. Regia di York Alec Shackleton. Kenny sta girando un video con il suo cellulare nei bagni della scuola quando viene aggredito da un gruppo di bulli che continuano ad aggredirlo: si difende e ne colpisce uno, il cellulare riprende ogni cosa, il punito è lui. Viene spedito in una stazione di polizia, passerà una giornata in quel mondo che non conosce affatto. Ma c’è l’avviso di una rapina ad una banca, il poliziotto Cage entra in azione e il ragazzino avrà l’occasione per riprendere ancora una volta quel che gli succede intorno. Durata 86 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, The Space, Uci)

 

A beautiful day – Drammatico. Regia di Lynne Ramsay, con Joaquin Phoenix e Judith Roberts. Un uomo nella cui mente trovano posto ricordi dolorosi, un passato di guerra, una infanzia di abusi, un figlio che si prende cura della madre anziana. Anche un sicario che entra nella vicenda sporca e infelice della figlioletta di un senatore, portata via per essere fatta sprofondare nel buio della prostituzione minorile. Con il viso dolente e con la robusta interpretazione di Phoenix premiato a Cannes quale migliore attore. Il film s’è anche aggiudicato il Palmarès per la migliore sceneggiatura. Durata 95 minuti. (Massimo sala 3 V.O.)

 

Al massimo ribasso – Drammatico. Regia di Riccardo Iacopino con Viola Santoretto, Matteo Carlomagno e Alberto Barbi. Diego vive tra i segreti industriali grazie ai quali aziende mafiose vincono gli appalti, tra corruzione e malavita e colletti inamidati, una giovane infermiera, Anita, cerca di rifarsi una vita. Un giorno le loro vite si incrociano. Girato a Torino. Durata 100 minuti. (F.lli Marx sala Groucho)

 

A quiet passion – Drammatico. Regia di Terence Davies, con Cynthia Nixon e Keith Carradine. La storia della poetessa statunitense Emily Dickinson dagli anni della trasgressiva giovinezza alla vita adulta di auto reclusione, la tradizione puritana della famiglia, la sua storia d’amore platonica con un pastore protestante. La poetica silenziosamente ribelle di Davies (autore di Voci distanti, sempre presenti) trova, in questo poliedrico e controverso personaggio, un ottimo spunto per mettere a frutto il suo passato di fine conoscitore dell’animo femminile, dando vita ad alcune sequenze che rasentano il sublime. Il risultato è un preciso ritratto dell’artista americana, privata del mito e definita unicamente come essere umano. Durata 126 minuti. (Nazionale sala 1)

 

L’atelier – Drammatico. Regia di Laurent Cantet, con Marina Foïs e Matthieu Lucci. Sotto il sole estivo della Francia del sud, a La Ciotat, celebre un tempo per i suoi cantieri navali, un’affermata scrittrice di gialli, Olivia Dejazet, tiene un workshop per un gruppo di ragazzi, come si compone una storia, se debba prevalere la realtà o l’invenzione, se vi debbano entrare gli aspetti politici, se gli elementi autobiografici siano necessari oppure no. Il gruppo multietnico alimenta i fatti e i misfatti della storia recente, il ricordo del Bataclan e del lungomare di Nizza infuocano gli animi. Spicca tra tutti Antoine, talentuoso e introverso, inquieto e battagliero, spesso in rotta con gli altri sulle questioni politiche per le sue posizioni razziste e aggressive. L’atteggiamento del ragazzo si fa sempre più violento con il passare dei giorni e Olivia sembra essere spaventata e attratta al tempo stesso, finché la situazione sfugge drammaticamente di mano a entrambi. L’autore della Classe ci rende un film teso, chiuso in se stesso, con una profonda analisi dei personaggi principali, dove tutto è alla ricerca di un dialogo che, nonostante un finale all’insegna dell’ottimismo, tarda a concretizzarsi, dove tutto è a significare la debolezza e la mancanza o la confusione di ideali di una generazione che è ogni giorno in cerca di una direzione. Durata 114 minuti. (Romano sala 1)

 

Benvenuto in Germania – Commedia. Regia di Simon Verhoeven, con Senta Berger, Heiner Lauterbach e Florian David Fitz. Un’insegnante di tedesco da poco andata in pensione, due figli ormai adulti, un marito chirurgo ortopedico, un gatto. Un giorno decide di ospitare un rifugiato in cerca di una nuova patria e di un po’ di fortuna: nemmeno a dirlo, il nuovo arrivo metterà a dura prova la vita all’interno della casa, la coabitazione, le giornate, il matrimonio dei due padroni di casa. Durata 116 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 

Deadpool 2 – Fantasy. Regia di David Leitch, con Ryan Reynolds e Josh Brolin. Ancora i campioni della Marvel, eroismi divertimento e ritmo arrivati al secondo capitolo e successo assicurato. L’ex mercenario Wade si batte contro il cattivo che ha il viso di Brolin, prendendo le difese di Russell, giovane mutante, ribelle alle autorità. Lotte, cattura, prigionia e nuova libertà in un percorso obbligato che dà il via ad un finale da fuochi d’artificio e con una nuova storia già in preparazione. Durata 111 minuti. (Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Dogman – Drammatico. Regia di Matteo Garrone, con Marcello Fonte e Edoardo Pesce. Il regista dell”Imbalsamatore” riscrive a modo suo la vicenda del “canaro”, fatto e fattaccio di cronaca nella Roma degli anni Ottanta, reinventando la figura di Marcello, separato dalla moglie, con una bambina, che vive le sue giornate con il suo mestiere di toelettatore di cani e le angherie del bullo del quartiere. Nell’immagine plumbea della periferia romana, tra case fatiscenti, pozzanghere d’acqua che sembrano invadere perennemente i prati e quelle che qualcuno chiama strade, i soliti incontri all’unico bar, vite all’insegna dell’arte d’arrangiarsi, Marcello è l’uomo mite, insignificante e amico di tutti, tuttavia ricacciato allorché nonostante l’anno di carcere continua a tacere sull’ultima “impresa” del violento Simone. Ma la mitezza nasconde la rivincita, la necessità di dire basta, la ferocia. In questo mondo pasoliniano, dove rispunta un neorealismo caro a De Sica, con i vinti in cerca di riscatto, tutto rimane sospeso, nella stessa solitudine. Una storia che Garrone racconta con precise cadenze, con un ritmo doloroso di inevitabile caduta agli inferi, dove gli unici sprazzi di luce sono gli incontri tra Marcello e la figlia, le loro gite al mare, le immersioni nel blu profondo. In concorso al festival di Cannes, applauditissimo, ha consegnato al protagonista Marcello Fonte il Palmarès per la migliore interpretazione maschile. Durata 102 minuti. (Lux sala 3, Romano sala 3, Uci)

 

End of Justice: Nessuno è innocente – Drammatico. Regia di Dan Gilroy, con Denzel Washington e Colin Farrell. Roman Israel, scontroso afroamericano, è un avvocato presso uno studio di Los Angeles, pieno di buoni propositi e di ideali sociali, sempre rivolto a difendere le magagne dei meno abbienti. George Pierce è un arrivista instancabile, senza scrupoli, unico progetto la carriera. Pronto a chiamare Roman a collaborare con lui quando lo studio di lui chiude. Ma le estreme divergenze rimangono. E al di là dei duetti estremamente convincenti tra i due interpreti, la storia si mette a percorrere una strada inaspettata, dal momento che il suo bel momento di cedimento anche Roman lo coltiva. Con esiti, se non inattesi, ben raccontati. Durata 122 minuti. (Ambrosio sala 2, F.lli Marx sala Groucho, Uci)

 

Hotel Gagarin – Commedia. Regia di Simone Spada, con Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Claudio Amendola e Luca Argentero. Per accaparrarsi i fondi europei, un piccolo produttore s’inventa un film che non si girerà mai. E fugge, dopo aver lasciato la sua troupe, un variopinto gruppo di persone traballante e piene di speranza, a bocca asciutta. Si ritrovano tutti quanti in Armenia, in un’atmosfera non del tutto tranquilla, chiusi nell’hotel che dà il titolo al film. Da leggersi forse come il ritratto forse troppe volte frequentato del cinema italiano, avventuroso e pressapochista: ma sempiterno. Durata 93 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Chico)

 

Ippocrate – Drammatico. Regia di Thomas Lilti, con Vincent Lacoste. Benjamin è un giovane medico ambizioso, che inizia il tirocinio nel reparto diretto dal padre. Qui stringe amicizia con Abdel, un medico di origine algerina. Nonostante l’entusiasmo iniziale, la pratica risulta per i due ben più difficile della teoria e i due saranno costretti a fare i conti con la pressione e la dura realtà della professione, trovandosi a combattere con le paure e i propri limiti, le famiglie, i colleghi, il personale. Durata 102 minuti. (Classico anche V.O., Due Giardini sala Nirvana)

 

Jurassic Park: Il regno distrutto – Fantasy. Regia di Juan Antonio Bayona, con Chris Pratt, Bryce Dallas Howard e Jeff Goldblum. La saga infinita continua, felicemente, per la gioia dei bambini non troppo impressionabili dai mostri dentati e scodinzolanti come dagli adulti. Da quando il parco più famoso del mondo è stato distrutto dai dinosauri, gli animali che sono sopravvissuti alla tragedia abitano nella foresta: e se un giorno Claire comunica a Owen che il suo dinosauro femmina, Blue, è ancora viva e si può fare in modo di poterla salvare, il ragazzone non ci pensa su certo due volte. Inizia così un’altra avventura. Durata 128 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space anche 3D, Uci anche 3D e V.O.)

 

Lazzaro felice – Drammatico – Regia di Alice Rohnwacher, con Alba Rohnwacher e Adriano Tardioli. Quella di Lazzaro, un contadino che non ha ancora vent’anni ed è talmente buono da sembrare stupido, e Tancredi, giovane come lui, ma viziato dalla sua immaginazione, è la storia di un’amicizia. Un’amicizia che nasce vera, nel bel mezzo di trame segrete e bugie. Un’amicizia che, luminosa e giovane, è la prima, per Lazzaro. E attraverserà intatta il tempo che passa e le conseguenze dirompenti della fine di un Grande Inganno, portando Lazzaro nella città, enorme e vuota, alla ricerca di Tancredi. Durata 130 minuti. (Eliseo Rosso, Massimo sala 1)

 

Loro 2 – Commedia. Regia di Paolo Sorrentino. Il lato umano, a tratti godereccio, a tratti disperato, del ex premier, tutti i riferimenti agli inverni del nostro scontento e alle cronache quotidiane, il matrimonio andato a pezzi, le olgiattine e i festini, le biondine più che appetitose e disponibili, l’entourage in cerchia di soldi e di celebrità, le piscine, la gran folla. E poi l’ambiguità, il potere. Tutto con gli occhi dell’autore della “Grande bellezza”. Con la scusa che la seconda parte del film era in uscita in Italia, niente concorso a Cannes, così decretò Thierry Frémaux: ma visto che l’accoppiata – in numero uno e il numero due – ci guadagnerebbe, e Dio solo sa quanto!, non si sarebbe potuto sfrondare e farlo in qualche modo sulla Croisette? Durata 100 minuti. (Greenwich sala 2)

 

Parigi a piedi nudi – Commedia. Diretto e interpretato da Fiona Gordon e Dominique Abel, con Emmanuelle Riva. Attori e autori pressoché sconosciuti da noi, lei canadese e lui belga, descrivono per lo scherma l’avventura di lei, bibliotecaria in un piccolo e sperduto paesino del suo grande e a tratti “inospitale” paese, “scesa giù” a Parigi alla ricerca della vecchia zia Marta. Che non si trova, è scomparsa!, con tutto quel che ne può derivare ad una sprovvedutissima straniera nella tentacolare ville lumière. Quando non cade nella Senna, incontra Dom, un fior fiore di clochard, gentile e ammodo, che è anche capace di innamorarsi di lei e di inseguirla per i boulevards e per le piccole stradine. Divertimento e gag a volontà. Durata 84 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Show Dogs – Avventura. Regia di Raja Gosnell. C’è un umano, Frank, e c’è un rottweiler, Max (cui dà voce Giampaolo Morelli), agenti Fbi, entrambi decisi a far luce sul rapimento di un cucciolo panda. Una squadra di doppiatori all’opera, da Barbara D’Urso a Cristiano MalGioglio, da Lino Guanciale a Nino Frassica, da Marco Bocci a Francesca Neri ad Ale e Franz. Durata 92 minuti. (Massaua, Uci)

 

Solo – A Star Wars Story – Fantascienza. Regia di Ron Howard, con con Alden Ehrenreich, Donald Glover, Paul Bettany e Woody Harrelson. La giovinezza di Han Solo, del personaggio che abbiamo conosciuto con Harrison Ford, dei suoi primi passi attraverso la Galassia, già in compagnia di Chewbecca e con gli insegnamenti, dal furto alla truffa, del criminale di nome Beckett. Con questi Solo dà il via alla propria fortuna, la prima battaglia sarà con il giocatore d’azzardo Calrissian. Durata 135 minuti. (Greenwich sala 3, Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

La stanza delle meraviglie – Drammatico. Regia di Todd Haynes, con Julianne Moore, Michelle Williams, Millicent Simmond e Oakes Fegley. Presentato in concorso lo scorso anno a Cannes, dall’autore di Carol e Lontano dal paradiso, sceneggiato da Brian Selznick dal proprio romanzo. Rose e Ben sono due ragazzini che vivono in epoche diverse, lei del New Jersey, lui del Michigan, lei sul finire degli anni Venti, lui oggi. Due vite lontane, ma che viaggiano su binari paralleli. Entrambi sordi (la Simmond lo è realmente nella vita). Entrambi, segretamente, desiderano una vita diversa dalla propria. Sognano. Ben cerca il padre che non ha mai conosciuto, Rose sogna una misteriosa attrice di cui raccoglie foto e notizie nel suo album. Quando Ben scopre in casa un indizio sconcertante e Rose legge un allettante titolo di giornale, i due ragazzi partono alla ricerca di quello che hanno perso, di una verità, di un angolo di mondo che possa essere davvero loro. Durata 117 minuti. (Ambrosio sala 1, Eliseo Grande, Reposi)

 

La terra dell’abbastanza – Drammatico. Regia di Damiano e Fabio D’Innocenzo, con Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti e Max Tortora. Due giovani amici che vivono nella periferia romana. Investono un giorno per caso un uomo e decidono di fuggire. L’uomo si rivelerà essere un pentito di un clan criminale e quella scomparsa li fa entrare nel giro del boss della zona, con momentaneo successo. Ma gli sviluppi della situazione non si dimostreranno molto fortunati, facendoli al contrario scendere sempre più nella spirale della violenza. Durata 96 minuti. (Massimo sala 2)

 

La terra di Dio – Drammatico. Regia di Francis Lee, con Josh O’Connor e Alec Secareanu. Negli anni Sessanta, i soliti lavori per Johnny alla fattoria nello Yorkshire, i rapporti tesi con suo padre costretto su una sedia a rotelle, le nebbie, il freddo delle alture, le serate al bar fino a ubriacarsi, le avventure omo senza futuro, la solitudine feroce. Poi un giorno arrivare a dare una mano nella fattoria Gheorghe, immigrato rumeno, e Johnny se ne innamora. Rabbia, violenza intima, sentimenti a lungo non svelati, zuffe, un lieto fine che non intacca affatto la solidità di una storia ottimamente raccontata e la direzione degli attori, alla ricerca di ogni più nascosto dettaglio. Durata 104 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Tito e gli alieni – Commedia drammatica. Regia di Paola Randi, con Valerio Mastandrea, Luca Esposito e Chiara Stella Riccio. Girato nei deserti che fanno da sfondo alla “mitica” Area 51, film solitario nel panorama del cinema italiano, è la storia di un uomo, il Professore, che ha perso la moglie e che attende di captare, nel deserto del Nevada, dallo spazio con un decoder di propria invenzione, un suono dallo spazio. In verità, dovrebbe lavorare ad un progetto segreto per il governo degli Stati Uniti, ma il suo rifugio è il divano di casa. Ma è anche la storia di un uomo che all’improvviso si vede rivestito di autorità paterna, ad accudire i due nipoti, rimasti orfani e arrivati da Napoli in quel luogo dimenticato da tutti. Insieme cercheranno di dare una risposta agli Ufo e di rimettere insieme i cocci rotti della loro famiglia e delle loro esistenze. Durata 92 minuti. (Romano sala 2)

 

La truffa dei Logan – Azione. Regia di Steven Soderbergh, con Channing Tatum, Adam Driver, Hilary Swank e Daniel Craig. Jimmy è un minatore disoccupato, divorziato e senza un quattrino, suo fratello Clyde un veterano della guerra in Iraq con una protesi al braccio: una rapina durante una famosa corsa automobilistica potrebbe raddrizzarne le sorti. Dovranno cercare per il lavoro un esperto in esplosioni, ma prima sarà necessario farlo evadere di prigione: e soprattutto fare i conti con un’agguerrita e tenacissima agente dell’FBI che comincia a sospettare e a indagare su tutti. Durata 119 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

Governo: Sicilia batte Piemonte 5 a 2

Sicilia batte Piemonte 5 a 2.Sono 45 le nuove nomine del governo. Vuol dire che la Sicilia è più virtuosa della nostra regione. Pazienza, ce ne faremo una ragione. Del resto non abbiamo alternative se non quelle d’ essere impotenti spettatori.Ammettiamolo: saputo che i 2 sono pentastellati, un brivido alla schiena.Ci aspettavamo esigui numeri, ma pensavamo che fossero dei leghisti. Sbagliavamo perché applicavamo categorie politiche vecchie, sintetizzabili in questi concetti: la Lega piemontese ha decisamente portato in dote a quella nazionale una buona percentuale di voti. A Torino i pentastellati hanno perso mentre, ad esempio, Alessandro Benvenuto ha stravinto. Risultato: Laura Castelli sottosegretario e gli altri leghisti fuori dal governo. Ci sono sempre le commissioni . La maggioranza gialloverde vuole decidere su tutto e su tutti. Concedendo qualcosa alla Meloni e all’inossidabile Berlusca.Comunque poca cosa. E la nostra regione ne va di mezzo contando poco o nulla. Ingrato destino per noi Piemontesi che all’unità d Italia “abbiamo dato il nostro contributo”. Ed il nostro sovranismo piemontese è mortificato dall’ affermazione della Sicilia. Non abbiamo capito – anche se lo avevamo supposto – un ulteriore ridimensionamento del peso politico specifico dei rappresentanti piemontesi. Come si è arrivati a questo punto? Alchimie sempre più ristrette in stanze sempre più blindate del potere romano. Nel merito, chi sono i sottosegretari piemontesi? Ecco, bella domanda.E la ripeto per darmi un tono: ma chi sono i sottosegretari piemontesi? Se fossero ai più conosciuti per ciò che hanno fatto sarebbe plausibile dare una risposta fondata. Su Crippa non ci aiuta la distanza da Torino ad Omegna. Esperto di problemi ambientali, bisogna probabilmente aspettare cosa farà il ministro dell’Ambiente. Siamo maggiormente preparati su Laura Castelli. Classe 1986, deve proprio essere brava e preparata se Giggino (Di Maio) l’ha scelta ancorché così giovane.  Era molto arrabbiata sostenendo che la lobby del mattone non l’aveva voluta. Ora delle due l’una . O si sbagliava prima, o una quadra l’hanno trovata tra i cosiddetti poteri forti ed i gialloverdi. Laura é sempre stata precoce .Già a scuola si faceva sentire. Un po’ zoppicante in ragioneria… che per un istituto di ragioneria non è da poco. Ma magari passando il tempo si è raffinata perfezionandosi. Ad oggi è passata alla storia per aver risposto alla Gruber di non avere un’ opinione sull’euro. Tanto bene, appunto, non cominciamo. Ovviamente si scherza quando si nota che il Lombardo – Veneto si è messo d’accordo con i Borboni. Ma qualcosa, cari torinesi, cari piemontesi abbiamo sbagliato. Non può essere solo colpa d’ altri.  Non può solo essere colpa di un destino cinico e baro di saragattiana memoria. È anche colpa delle scelte sbagliate fatte da una locale classe politica dirigente troppo nei confronti della  decadenza della Fiat. Non abbiamo più i servizi segreti inglesi fondamentali nella vittoria dei Mille in Sicilia. Ed ai nostri figli ” non possiamo dare da mangiare ” un glorioso passato remoto come prossimo. L’ unica possibilità che abbiamo è chiedere ai politici di turno, al di là del credo politico, di fare quadrato per gli interessi della nostra regione. Anche per questo continuiamo ad essere pessimisti.
Patrizio Tosetto

Maledetto plateau. E l’Italia sfigura al Bocuse d’Or

di Enzo Biffi Gentili

Alla disfida gastronomica del Bocuse d’Or che si è tenuta a Torino, gli italiani andarono per suonare e furono suonati. Eppure una loro affermazione era probabile per un’attenta preventiva strategia “politica” nella selezione del nostro campione nazionale, Martino Ruggieri, che però lavora al ristorante Ledoyen di Parigi, così come gli altri due membri dell’ équipe, François Poulain e Curtis Clément Mulpas. Potenza geometrica in teoria perfetta, sapendo che gli sciovinisti d’Oltralpe da sempre considerano loro patrimonio culturale gli artieri là residenti. Cosa allora non ha funzionato? Una risposta l’ha data Enrico Crippa, lo chef del Duomo di Alba, rilasciando a gara persa un’intervista a Fabrizia Bagozzi, pubblicata ieri con un titolo rivelatore: Bocuse d’Or, disfatta Italia: «Quel vassoio ci ha rovinato» (“Corriere Torino” on line, 13 giugno 2018). Per Crippa i giurati non hanno gradito il vassoio di presentazione del piatto, dove campeggiavano residui combusti di prove di cottura, e una lisca, alla Jacovitti. Non basta. Per me, che da ieri sull’argomento su Facebook impazzo, è stato fatto un altro più grave errore nella creazione di quel plateau, che Rocco Moliterni, in un suo pezzo sul Bocuse d’Or, descrive come sormontato da un polipo in “ceramica di Albenga” (sbagliando, difatti quell’ artefatto è stato foggiato ad Albisola, svarione grave per chi per anni si è occupato pure di arte. Dato che ad Albenga, come ha ben commentato su Facebook Marco Cossu, “l’unica ceramica che lavorano è quella odontoiatrica”). E Moliterni non cita neppure il papà del polpo, Paolo Anselmo, che invece io ben conosco, e pure apprezzo, avendolo invitato a una delle mie mostre più divertite, intitolata Viaggio intorno alla ceramica grottesca, allestita nel Palazzo dei Baroni Carosino a Vietri sul Mare nel 2003. Qui sta il punto: Anselmo è un campione, quasi sempre irridente, del grottesco e dell’antigrazioso, tendente, consapevolmente, a provocare persino ripugnanza. La colpa non è quindi sua, ma chi l’ha scelto, che delle mie amate arti applicate –art de la table compresa- ha una conoscenza deficiente. E dire che un soggetto come il polpo, che era ammissibile privilegiare, è stato trattato in passato, senza tornare ai figuli greci, da Leoncillo e Fontana, Gambone e Valentini, e il seafood più in generale dai due più grandi artieri fittili del mondo, Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni. Insomma, il difetto sta nella scarsa cultura storica e del progetto, della tradizione e dell’innovazione in materia di arti decorative degli allenatori e consulenti. E lo dico pur adorando l’umorismo: lo prova la mostra DOPPIO SENSO. Visioni e inalazioni eno-culinarie, inserita nel calendario del Bocuse d’Or OFF, in corso nella Galleria Sottana del mio MIAAO. Ma non mi sarei mai sognato di presentare all’Oval portate contenute in scatole vuote di tonno… Bisogna aver consapevolezza del contesto. Insomma il team italiano, ha detto Alberto Valloni, più che un polpo ha preso un granchio. E non si è qualificato, ma è stato solo “ripescato”. Direi “un atto dovuto”, visto quanto alla Regione Piemonte il Bocuse d’Or in euri è costato…

Le immagini:

1.   Paolo Anselmo, Vassoio per il “Bocuse d’Or Torino 2018, ceramica policroma

2.   Paolo Anselmo, “Pesciolone”, sd, ceramica policroma

3.   Bertozzi e Casoni, “Mediterraneo”, 2014, ceramica policroma

4.   Corrado Bonomi, “Mare”, 2018, particolare installazione per la mostra “Doppio Senso”, MIAAO. Foto Mario Colica.

Grande musica ad alta velocità

 Italo, da sempre sostenitore dei grandi eventi e della buona musica, sarà al fianco del grande evento musicale in programma per la prossima estate: lo Stupinigi Sonic Park di Nichelino


L’evento, che si terrà dal 25 giugno all’11 luglio nello splendido giardino della Palazzina di Caccia di Stupinigi (da oltre 20 anni patrimonio dell’UNESCO), propone sei concerti, offrendo la possibilità di vivere serate speciali all’insegna della grande musica italiana ed internazionale.Immersi nel parco settecentesco si esibiranno Jeff Beck (25 giugno) ovvero uno dei chitarristi rock più influenti di sempre; Steven Wilson (26 giugno) che in estate girerà l’Europa con il suo tour To The Bone; la cantautrice statunitense LP (29 giugno), vincitrice di 6 dischi di platino e uno d’oro per brani come “Lost On You”, “Other People” e “Strange”; i Negrita (5 luglio) in occasione della tournée iniziata in primavera Desert Yatch Club, ricca di successi; Caparezza (9 luglio) ossia l’artista italiano dell’anno che da novembre 2017 a febbraio 2018 ha registrato ben 20 sold out nei palazzetti italiani; e i Deep Purple (11 luglio), icone del rock a livello mondiale, che alterneranno brani storici a nuovi successi.Ma non finisce qui: chi arriva a Torino con Italo avrà uno sconto del 10% valido fino al 10 giugno sull’acquisto di 2 biglietti per uno dei concerti a scelta (acquisto su www.stupinigisonicpark.com/italo).Gli iscritti al programma fedeltà Italo Più potranno inoltre partecipare ad un esclusivo concorso che partirà il 1° giugno. Grazie al contest Con Italo vinci i concerti dell’estate ogni giorno in palio dei voucher sconto per viaggiare in treno entro la fine dell’anno. Ad estrazione finale invece un’esperienza di viaggio davvero unica: un pacchetto per due persone comprensivo di biglietto andato e ritorno in treno e un pass vip per il Festival che comprende il biglietto per il concerto, una fast lane dedicata, un tour guidato della Palazzina sabauda, una cena nel food park di Stupinigi Sonic Park ed una notte in un Hotel a 4 stelle offerta da Booking.com. Un’occasione in più per iscriversi al programma fedeltà Italo Più e godere dei vantaggi offerti a tutti i viaggiatori fidelizzati. Iscriversi è semplice, veloce e a portata di click, basta collegarsi al sito www.italotreno.it e compilare il form di registrazione oppure tramite il proprio account social di Facebook.Tutti i viaggiatori Italo potranno così comodamente raggiungere il festival musicale arrivando a Torino, oggi ancor più collegata rispetto al passato grazie al debutto dei nuovi treni Italo EVO lungo la trasversale Torino-Milano-Venezia. Il capoluogo piemontese infatti dal prossimo 10 giugno (in occasione del cambio orario ferroviario) sarà servito da 26 collegamenti giornalieri fra quelli lungo la dorsale Napoli-Roma-Milano-Torino e quelli lungo la Trasversale del Nord Est.

 

Allegri: “Dopo le vacanze ripartiamo concentrati per un’altra grande stagione”

“Godiamoci le vacanze, e poi ripartiamo concentrati per un’altra grande stagione, con l’obiettivo di  arrivare a marzo in tutte le competizioni. Abbiamo un ottavo scudetto consecutivo da vincere, e c’è da fare bene in Coppa Italia e Champions League”. Così Massimiliano Allegri  intervistato da Juventus Tv, in occasione del Camp da lui organizzato a Livorno. “Bisogna alzare l’asticella, migliorare continuamente noi stessi. Per vincere lo scudetto e per fare bene in Coppa Italia dovremo affrontare avversari sempre più agguerriti, come il Napoli, che ha fatto tornare Ancelotti in Italia, la Roma, la Lazio, l’Inter e il Milan. E anche in Europa il livello è cresciuto. Ma la Champions non deve essere un’ossessione. Anche la prossima stagione vogliamo andare in fondo, un passo alla volta, facendo il meglio possibile”.

 

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

Maglie di Messi e Ronaldo tarocche e 20 mila altri articoli falsi sequestrati

Più di  20.000 articoli sportivi taroccati sono stati sequestrati dalle fiamme gialle di Torino in vista dell’ inizio dei Mondiali di calcio in Russia. Le persone denunciate per frode in commercio, contraffazione e ricettazione sono 20. L’operazione ha permesso di smantellare un’organizzazione con basi in tutta Italia. Tra i tarocchi c’ erano in particolare le maglie di Cristiano Ronaldo e Leo Messi, in vendita a 50 euro l’una.

Music Tales, la rubrica musicale

Nel 2016 incontro un ragazzo con un labbro un po’ così. Ho l’onore di seguirlo e di innamorarmi perdutamente di quel viso che mi ricorda le stars tormentate dei miei tempi; si vede dai suoi occhi che ha troppo da dire e che, forse, sette note non gli basteranno mai. Oggi decido di intervistarlo, perchè mi sento in dovere, nel giorno del mio compleanno, di regalarvi un pezzo di un cantautore che trovo strepitoso e che va assolutamente conosciuto. Lui è Diego Conti, chioma nera, occhi melanconici, labbro un po’ così.
D: Ciao Diego, in due parole la tua infanzia, quanto ha influito sulle scelte musicali fatte oggi?
R: Ero un bambino agitato, spericolato, senza il senso del rischio, ho cercato da subito la musica ma mi ha trovato prima lei. Led Zeppelin e Battisti, sono cresciuto così, in un centro storico di circa 400 abitanti con la voglia di sentire il mondo. Senza la mia chitarra e le mie fantasie sarei un uomo morto!


D: Attualmente sei sotto etichetta discografica. Quanto questo rende vantaggioso e quanto svantaggioso il tuo percorso musicale.
R: Attualmente sto lavorando alle nuove canzoni con Rusty Records (www.rustyrecords.nete Richveel (www.richveel.com), sono fortunato ad avere al mio fianco delle persone che ci credono. Io ci credo tantissimo!


D: Se tu fossi una canzone che canzone saresti?
R:Non ce la faccio ad essere una canzone sola, ma sicuramente una delle mie o Simpathy For The Devil degli Stones!!!


D: Del percorso musicale fatto fino ad ora, di cosa ti penti e di cosa vai invece molto fiero?
R: Ho vissuto tante esperienze in questi ultimi 5 anni, dai primi live milanesi, i primi singoli, al palco del Festival Show, l’avventura ad X Factor 10 con Arisa, fino alle collaborazioni come autore e chitarrista negli ultimi due album di Clementino. Detto così sembra tutto facile… Ma di cosa dovrei pentirmi? Questi ultimi 5 anni me li porto tutti nel sangue per sempre.


D: A X Factor mi dicesti che Torino per te ha un’importanza fondamentale, vorrei raccontassi ai nostri lettori in che termini.
R: Qualche anno fa ero a Torino per la prima volta, avevo tutto contro quel giorno. Erano le sette di mattina, mentre aspettavo il bus, non c’era nessuno per strada oltre a me e a qualche amico distratto. “Diego canta qualcosa!”, mi appoggio al muro con l’umore sotto i piedi tipico di quel periodo, pensando di suonare quella vecchia chitarra sgangherata non mia e subito dopo qualcuno mi butta 50 centesimi. Non so chi, un secondo dopo non c’era più, ma da quel giorno è cambiato tutto e la moneta la porto al polso.
Sono tornato a Torino circa 2 anni fa per le Home Visit di X Factor 10, dove ho cantato davanti a Patty Pravo, un sogno.


D: La canzone che avresti voluto scrivere…non tua naturalmente.
R: Avrei voluto scrivere You Are So Beautiful di Joe Cocker, perché ha un’eleganza e una bellezza che toccano le stelle più alte. Ma anche Siamo Solo Noi di Vasco, oppure Domani di Lucio Dalla o Paradise City dei Guns’n’Roses. Me ne vengono troppe in mente, mi fermo qua con l’elenco.


D:So che scrivi…la maggior parte dei tuoi brani nasce in che modo? Cosa davvero ti ispira più di ogni altra cosa?
R: Le mie canzoni non lo so come nascono, so solo che a volte le cerco senza mai trovarle e altre invece mi piombano addosso quasi a farmi male. Vengono fuori lontano dalla chitarra o qualsiasi altro strumento di solito, mi viene in mente la melodia ed il testo contemporaneamente, ho la memoria del cellulare intasata da memo vocali. Scrivo soltanto quando vivo emozioni forti, qualcosa che mi smuove dentro e che mi accende, non so il perché di questa esigenza sinceramente ma non posso farne a meno, è una droga seducente!


Questa estate ci aspetta una grande sorpresa…vi invito a seguirlo sui social.
Diego tanta fortuna per te e solo cose belle. Lo dissi nel 2016, oggi lo sostengo più che mai: sei nato per questo.
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Chiara De Carlo


Chiara vi segnala i tre eventi da lei scelti per la settimana…mancare sarebbe un sacrilegio! Scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!
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Bach al tempio valdese

Venerdì 15 giugno alle ore 20.45, presso il Tempio Valdese di Corso Vittorio Emanuele 23, si conclude il ciclo dei concerti d’organo che la Chiesa Valdese di Torino ha organizzato per ricordare i cinquecento anni della Riforma di Martin Lutero (1517-2017). Eseguire l’opera integrale bachiana per organo è stato un progetto impegnativo che ha visto alternarsi alla consolle dell’organo Pinchi diversi organisti. La scelta di tale proposta è nata dalla convinzione che nessun musicista più di Bach ha rappresentato, anzi incarnato gli ideali e i principii della Riforma. A chiudere questa lunga rassegna sarà Walter Gatti, organista titolare del Tempio Valdese. L’ingresso è a pagamento e i biglietti si trovano anche in prevendita presso la Libreria Claudiana in Via Principe Tommaso 1. Al termine del concerto verrà offerto un rinfresco.Maggiori informazioni si possono trovare su:www.torinovaldese.org; https://it-it.facebook.com/unacasaperlamusica/;

“Sequestrano” ambulanza costringendola a intervenire

DALLA CAMPANIA

Un’ambulanza ferma all’ospedale Loreto Mare di Napoli, è stata costretta a soccorrere due feriti in un incidente avvenuto poco distante. Due persone in sella a uno scooter si sono recate nel pronto soccorso minacciando i sanitari per costringerli a seguirli per soccorrere i feriti nell’incidente . Hanno detto che i soccorsi tardavano a intervenire.