redazione il torinese

Gnocchi di semolino, sani e nutrienti

Ideali per ogni occasione, gli gnocchi di semolino non richiedono particolari abilità, sono nutrienti, sani e realizzati con ingredienti di facile reperibilità. 
Un piatto classico con il sapore di “una volta”. 
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Ingredienti 

1lt. di latte fresco intero 
250gr. di semolino 
100gr. di parmigiano 
120gr. di burro 
2 tuorli 
Sale q.b 
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Versare il latte con un pizzico di sale in una casseruola e portare a ebollizione. Versare a pioggia il semolino, abbassare la fiamma e mescolare fino ad ottenere una polenta. Togliere dal fuoco e sempre mescolando, aggiungere 50gr. di burro, 50gr. di parmigiano e i tuorli uno alla volta. Versare il composto su un vassoio inumidito con acqua fredda e stenderlo con una spatola inumidita fino allo spessore di un centimetro. Lasciar raffreddare poi tagliare a quadri/tondi.  Imburrare una pirofila, sistemare gli gnocchi a file sovrapposte, condire con il burro rimasto e il parmigiano.  Gratinare in forno per 15 minuti a 200 gradi. Servire subito.

Paperita Patty 

NUOTO UISP PIEMONTE, LA NUOVA STAGIONE

AL MIRAFIORI MOTOR VILLAGE SI INAUGURA LA NUOVA STAGIONE

Domenica 11 novembre il settore Nuoto UISP Piemonte inaugura la nuova  stagione sportiva al Mirafiori Motor Village di piazza Cattaneo 9 a Torino. Sarà l’occasione per presentare il nuovo calendario agonistico regionale che prenderà il via sabato 8 dicembre 2018 con il XIII Memorial Davide Cagnotto a Fossano e si concluderà a luglio nella piscina di Borgaro con la II Endurance Cup. Un programma ricco di appuntamenti sempre molto partecipati come i Campionati regionali open che si terranno il 17 marzo  nella piscina Usmiani Sisport Fiat, il VII trofeo regionale master del  19 maggio alla piscina Galileo Ferraris e il fiore all’occhiello del  29/30 giugno nel lago di Avigliana con nuoto di fondo, pallanuoto e  sincro, aperto anche ai disabili. Tante le giornate dedicate ai vari campionati: 20 per la pallanuoto  settore in grande crescita con le categorie under 13/15/18 master,  altrettante nel nuoto e una decina per il sincro. Saranno premiati i 76 atleti che si sono distinti nelle prestazioni a  livello nazionale. Nell’incontro che sarà moderato dal giornalista della Stampa, Alberto Dolfin. saranno presenti e premiati i nuotatori paralimpici Marco Dolfin  e Carlotta Gilli ed Elena Grosso, referente nazionale del nuoto  paralimpico. Sono state invitate numerose autorità e hanno confermato al momento la  loro presenza il Sindaco e l’Assessore allo sport del Comune di Avigliana e il Sindaco di Pinerolo.

Ecco il bando +Risorse di Sviluppo e Crescita CRT

Alla call potranno partecipare le organizzazioni non profit di Piemonte e Valle d’Aosta con progetti innovativi nel campo della cultura e del welfare Al raggiungimento del 50% dell’obiettivo fissato, le donazioni saranno raddoppiate fino al tetto massimo complessivo di 130 mila euro

 

 Fondazione Sviluppo e Crescita CRT dopo il primo bando lanciato a giugno 2018 che ha visto la selezione di sette progetti legati al territorio di Piemonte e Valle d’Aosta, lancia la seconda call del bando +Risorse, online fino al 17 dicembre su Eppela, la principale piattaforma italiana di crowdfunding reward based (basato sul sistema delle ricompense). La call, che tiene insieme formazione sul campo ed erogazione di contributi, permetterà agli enti non profit culturali e sociali di Piemonte e Valle d’Aosta di approcciare con successo il mercato italiano della raccolta fondi online, che nel 2017 è cresciuto di oltre il 45% rispetto all’anno precedente. L’iniziativa, finanziata interamente dalla Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e ideata con lo staff di Eppela, prevede un percorso di accompagnamento nella realizzazione di campagne di crowdfunding e il cofinanziamento delle donazioni raccolte secondo il meccanismo del matching grant: al raggiungimento del 50% dell’obiettivo fissato, le donazioni saranno raddoppiate da Fondazione Sviluppo e Crescita CRT fino al tetto massimo complessivo di 130 mila euro.L’edizione sperimentale di +Risorse, lanciata nel 2017 dalla Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, si è rivelata uno strumento efficace per gli obiettivi di raccolta: l’85% delle campagne di crowdfunding, infatti, ha raggiunto il traguardo, coinvolgendo oltre 830 sostenitori e generando un effetto moltiplicatore delle risorse che, grazie al cofinanziamento della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, hanno toccato quota 140 mila euro.

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Per maggiori informazioni sul bando

eppela.com/sviluppoecrescitacrt

http://www.sviluppoecrescitacrt.it

 

Lasciavano solo tutto il giorno figlio di 5 anni con 10 cani

DALLA LOMBARDIA  Una coppia di genitori  40enni  italiani, che lavoravano fuori casa  tutto il giorno  lasciavano solo nell’abitazione a Livigno  il proprio bimbo di 5 anni, insieme  con dieci cani di grossa taglia. L’abitazione era invasa dagli escrementi degli animali. Il piccolo, che non frequentava l’asilo,  è stato affidato ai servizi sociali,  e ora  i genitori rischiano di perdere la patria potestà. 

 

(foto archivio)

Arrivare sulla luna per seppellire una disperazione

PIANETA CINEMA   a cura di Elio Rabbione

 

Un’altra occasione per lavorare insieme per Damien Chazelle (classe 1985) e Ryan Gosling (classe 1980), un’occasione per uscire – ma noi avremmo voluto che quel film non terminasse mai, sequenza dopo sequenza, brano dopo brano, sentimento dopo sentimento, sconfitta dopo sconfitta – dal successo di La La Land e intraprendere un’altra strada. Del tutto diversa. Lasciare una storia “facile” per addentrarsi dentro l’animo batostato dalla vita del primo uomo che pose piede sul suolo lunare. Ed è una scommessa vinta. A Chazelle (finalmente un grande regista dietro la macchina da presa) non interessa dar fiato alle trombe e peccare, fregandosene, di patriottismo, non interessa allunare per piantare la bandiera a stelle e strisce mentre su tutta la terra la sera del 20 luglio del ’69 seicento milioni di persone sono incollate ai televisori e guardano te, gente che sulla terra si sbraccia e gioisce e urla e festeggia: first man è salito sulla luna per ritrovare se stesso, per liberarsi della catastrofe della propria vita, per seppellire, (forse) in maniera definitiva, una figlia, una bambina che non c’è più, che è morta di cancro anni prima, per lasciar cadere in un buco nero di quel terreno un piccolo braccialetto, dove è scritto un nome, per cancellare un dolore che ha guidato e rovesciato un’intera esistenza.

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Sulla sceneggiatura di Josh Singer (The Spotlight e The Post) basata sull’autobiografia raccolta da James R. Hansen, First man di Chazelle racconta nove anni della vita di Neil Armstrong, il dolore e le grandi e tristi prove, gli esperimenti, le cigolanti strutture (qualcosa viene riparato all’ultimo momento anche con un piccolo coltellino svizzero: e tutto appare maledettamente claustrofobico, con i respiri, con i primi piani; come pure quella cucina di casa Armstrong, fotografata da Linus Sandgren come una scatola luminosa circondata dal buio appare come un atomo staccato dal mondo, chiuso in sé) e la morte dei compagni, le esplosioni e la sfida – Chazelle ha cambiato orizzonte, un musicista nel precedente film, oggi un cosmonauta – da superare e gli ordini dei superiori cui sempre obbedire per compiere alla fine quel “piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità” che avrebbe cambiato la storia. Seguire le opere non facili come voleva Kennedy, ascoltare la voce astiosa dell’uomo di colore che racconta dell’uomo bianco che va sulla luna, costeggiando il Vietnam, tacendo dell’assassinio del presidente, cercare giorno dopo giorno di raggiungere lo scopo: mentre Janet Armstrong vede il suo uomo, scendere sempre di più nei suoi inferi, pronto a scappare di casa per raggiungere la notte che invade il giardino e guardare lassù in alto le stelle, chiuso nelle sue frasi rotte, nel vuoto dei sentimenti, mentre lo obbliga a parlare ai figli prima della partenza, tornerà? non tornerà? (pare di essere ad una conferenza stampa, con il padre che chiede agli increduli marmocchi: “Ci sono altre domande?”) e ai suoi occhi quel viaggio continua ad apparire come quello di una banda di ragazzini che giocano a scalare una montagna. Per gioco. Per fare un gestaccio a quei sovietici pure loro alla ricerca della stessa sfida.

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Sulle note della musica di Justin Hurwitz e dei valzer che ci riportano indietro a Kubrick, la sensibilità e lo sguardo antieroico dell’autore approdano ad un finale rappacificato, con se stessi, con la famiglia, con il mondo: chiuso in un laboratorio dalla quarantena che segue al ritorno a terra, la mano di Neil ora “tocca” attraverso il vetro che ancora li separa quella di Janet, un riavvicinarsi, una carezza contenuta. Un domani.

Ryan Gosling si chiude sempre più a riccio nei propri silenzi, nelle parole dette a fatica, nel suo sguardo spento, necessariamente sottrae spazio e voce al proprio Neil, ma così lo rende vivo, disperato e umano (“Non ti sentirai solo lassù?”, gli chiede il figlio prima di tornare a giocare), ce lo rende “nostro” nel chiuso dell’abitacolo, seguito quanto mai da vicino dalla macchina da presa, spiato in ogni emozione. Accanto, una splendida Claire Foy, percorsa dall’affetto di una moglie, ma anche dalla rabbia e da un’ansia che la incolla al divano di casa mentre una minuscola radio gracida il resoconto dell’avventura per interrompersi all’improvviso, oscurandole in una assai sbiadita tecnologia quell’uomo che ha tentato di salire tanto in alto. Ma Chazelle non si blocca sui contrastanti sentimenti di marito e moglie, segue in ogni commovente sfumatura i compagni di viaggio e d’avventura (Jason Clarke, Corey Stoll, Kyle Chandler, Collins ha le orecchie a sventola di Lucas Haas di Witness, con le paure, con le vomitate dopo le prove di volo, con la morte sempre ad un passo) e le mogli, colte mute di spalle ad aspettare a terra qualcuno che forse non ritornerà più.

La scarpa più cara del mondo è “made in Torino”

Entro il 2018 sarà prodotta a Torino la scarpa più costosa al mondo, roba da Guinness dei primati, del valore di 19,9 milioni di dollari. E’ frutto della creatività dell’artigiano Antonio Vietri, il “Calzolaio d’Oro”, si autodefinisce nel proprio biglietto da visita. Vietri è campano di origine e torinese d’adozione, ha  45 anni e annuncia l’evento in occasione della prima edizione del Mide, la rassegna di fashion design che lega  Torino con gli  Emirati Arabi. Il prototipo è quasi  pronto e verrà presentato contemporaneamente a Torino e Dubai.

“Sulla Torino – Lione non si tratta”

Di Ibis

DALLA CONFERENZA STAMPA DEI SI’-TAV

“Sulla Tav non si tratta, sabato alle 11 saremo in piazza Castello per dire un sì chiaro e tondo. Sarà una svolta nella politica nazionale questa mobilitazione non contro qualcosa ma a favore dello sviluppo”. Ne sono convinti gli organizzatori – l’ex sottosegretario Mino Giachino e le donne promotrici del movimento “Torino si muove”- della manifestazione di Torino che hanno presentato la manifestazione in una affollata conferenza stampa: i due appelli hanno raccolto sul web quasi 100 mila adesioni dopo il voto della maggioranza 5 Stelle del Consiglio Comunale contro la Tav. Si può dire che questo voto è stato come la fatidica goccia che a fatto traboccare un vaso di insoddisfazioni e frustrazioni di una città che , ha detto Giachino ” ha fatto troppi passi indietro dalla crisi del 2008 ed è il fanalino di coda fra le grandi città del nord Italia”. In questo Sì ci stanno altri sì, hanno detto Giovanna Giordano e Patrizia Ghiazza, del comitato “Sì , Torino va avanti “: sì agli investimenti per i grandi eventi per promuovere cultura e turismo , per la ricerca e l’innovazione che dia a noi e ai nostri figli opportunità di lavoro e non ci costringa ad andare a Milano o emigrare all’estero.” Tutte difficoltà che sono alimentate dalle scelte della giunta pentastellata . “Senza la Tav non c’è futuro per questa città e per questa regione”, ha ribadito Giachino,” che sarebbe isolata dall’Europa e dal grade corridoio che collegherà Budapest con la “via della seta” ferroviaria in arrivo dall’Estremo Oriente. I no Tav dicono che non c’è domanda di trasporto: “ma se l’unico settore che è tornato ai livelli pre-crisi è quello dei trasporti”, replicano gli altri. Non è vero che la Tav è un progetto vecchio, sostengono gli organizzatori della protesta, “la Tav è più importante oggi di 20 anni fa”. La manifestazione si annuncia imponente, ma non sono state fatte previsioni di cifre, anche se le migliaia di adesioni raccolte in poche ore fanno capire quanto torinesi e piemontesi, compresi i valsusini che saranno presenti ritengano giunto il momento di scuotere le forze politiche che sono favorevoli allo sviluppo. “Non ci saranno bandiere di partito” hanno detto gli organizzatori, né un vero e  proprio palco, ma un pullman scoperto dal quale parleranno i relatori. Torino ancora una volta sarà laboratorio di una protesta che rischia di tavolgere proprio chi sulla protesta ha basato il suo successo elettorale.

 

8 dicembre, sfilata dell’Immacolata per i No-Tav

Una contromanifestazione per dire no anche ai “ vari governi degli ultimi 30 anni che non hanno permesso un confronto tecnico che, privo di pregiudizi e interessi di sorta, potesse confrontarsi sui dati” della Torino-Lione è annunciata per l’8 dicembre dai no-tav. I promotori si oppongono a “partiti, sindacati e lobby industriali e di categoria, che con l’appoggio sfrontato e interessato di tutti i maggiori media, hanno deciso di attaccare il movimento No Tav negando le nostre ragioni “. E così scenderanno in piazza contro i Si-tav mobilitatisi per il 10 novembre.
(Foto: il Torinese)

Pasionaria grillina critica gli “anziani e disperati” del Si

Non si placano le polemiche tra no-tav e si’-tav. A rinfocolarle è la pasionaria grillina Viviana Ferrero, consigliera pentastellata al Comune di Torino che, a proposito di Torino-Lione scrive su Facebook di “una guerra economica per i Si Tav dove si mettono capitali pubblici e ricavi privati, il miglior business degli ultimi 25 anni. Non aspettiamoci tregue o cedimenti. Daranno battaglia… convincendo disperati, anziani disinformati, madamin  salottiere, porteranno pullman di persone. Ci sono grandissimi interessi in ballo”. La sindaca Appendino, che si è detta pronta a dialogare con tutti, si è’ dissociata. Critiche alla Ferrero dalle forze politiche , da destra a sinistra.

Dancing in New York

Festeggia il 10 novembre al Teatro Nuovo i 35 anni di carriera della coreografa torinese

 

La coreografa torinese Adriana Cava festeggia i 35 anni di una brillante carriera al teatro Nuovo di Torino portando in scena sabato 10 novembre prossimo, alle 20.45, al teatro Nuovo, lo spettacolo “Dancing in New York”. La serata si articolerà in un vero e proprio gala’, in cui verranno dapprima premiati cinque giovani danzatori meritevoli di sostegno, con borse di studio dedicate si genitori e familiari di Adriana Cava ed a Germana Erba, grande manager ed impresario teatrale torinese scomparsa nel 2014. Si esibiranno poi la vincitrice del “premio Tesi Adriana Cava”, Letizia marrone, ed il cantante di fama internazionale Fabrizio Voghera, protagonista del musical di Cocciante, Notre Dame de Paris. Nella seconda parte della serata verrà eseguita la nuova produzione ” Dancing in New York” , con la Cava Dance Company protagonista, ovvero la compagnia torinese composta da dodici elementi, affiancati da etoile internazionali quali André de la Roche, Thierry Sirou e Steve La Chance. Già dagli inizi della sua attività la coreografa torinese ha sempre voluto valorizzare la jazz dance. Adriana Cava ha fatto parte per molti anni della Compagnia “I balletti di Susanna Egri; nel 1981 ha fondato un Centro di danza per lo studio della tecnica modern-jazz presso il teatro Nuovo e, contemporaneamente, la Compagnia Jazz Ballet, iniziando la sua intensa attività di coreografa, che l’ha portata a spaziare da registri drammatici ad atmosfere più spettacolari, sfruttando le infine modalità   espressive della danza jazz.

Mara Martellotta