



“Continua, tra l’indifferenza delle autorità preposte, lo stillicidio dei morti e dei feriti “da caccia”. Ieri l’ennesimo “omicidio venatorio”: è toccato ad un cacciatore, un 63enne ucciso nella campagna pisana dal proiettile partito dal fucile di un compagno di battuta. Il numero delle vittime – almeno otto in questa stagione, tra cui due ragazzi di vent’anni – richiede l’intervento del governo e del Parlamento, che dovrebbe esaminare le mie proposte per l’introduzione di restrizioni alla caccia e, appunto, del reato di omicidio venatorio. Basta con le stragi di animali e di persone”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che intanto invita a fermare del tutto la stagione di caccia “in considerazione delle eccezionali condizioni di maltempo”: “Molti ecosistemi sono già in ginocchio, senza bisogno dei cacciatori”. Il bollettino della “guerra” nei boschi e nelle campagne è in effetti pesante, considerando che mancano ancora tre mesi alla chiusura ufficiale della stagione venatoria. Oltre agli otto morti, sono decine i feriti, compresi due bambini colpiti da pallini da caccia, nelle province di Forlì-Cesena e di Ancona. “Fermo restando l’obiettivo a medio-lungo termine di abolire del tutto la caccia – spiega l’on. Brambilla – ho presentato due proposte di legge di cui le cronache suggeriscono l’esame con urgenza. La prima riguarda l’omicidio venatorio. Chi spara nelle campagne e nei boschi e colpisce una persona dev’essere punito più severamente di chi commette un “normale” omicidio colposo, proprio perché il cacciatore tiene legittimamente in mano un’arma letale, cioè ha una responsabilità in più. E’ lo stesso principio seguìto per dare vita al reato di omicidio stradale e la pena base che vorrei applicare è la stessa: da due e sette anni di reclusione. Del resto, secondo un’inchiesta di “National geographic”, la percentuale dei morti “da caccia” è, fatte le debite proporzioni, simile a quella delle vittime per incidenti automobilistici, con la differenza che oggi spostarsi in automobile è quasi sempre una necessità mentre la caccia non è affatto necessaria”. “La seconda proposta – prosegue l’ex ministro – riguarda il silenzio venatorio il sabato e la domenica, per tutelare chi nei boschi e nelle campagna va per godersi la natura e non per distruggerla, e alcune misure restrittive. Oggi le distanze di sicurezza da potenziali bersagli come case, strade, ferrovie, mezzi agricoli o animali domestici variano secondo i casi da 50 a 150 metri: vanno sistematicamente raddoppiate, con controlli rigorosi. Riguardo al porto d’armi: mentre le procedure per le richieste motivate da esigenze di difesa personale sono rigidissime, una licenza per uso sportivo si ottiene più facilmente. Vale cinque anni e il certificato medico di idoneità è necessario solo al momento del rinnovo. Troppo poco, soprattutto perché la maggior parte dei cacciatori ha un’età compresa tra 65 e 78 anni”. Nelle 11 stagioni di caccia tra il 2007 e il 2018, secondo l’Associazione vittime della caccia, ci sono stati 217 morti e 804 feriti, senza contare gli incidenti con armi da caccia fuori dall’ambito venatorio.
Nelle emergenze alluvionali di questi giorni, c’è un dramma nel dramma che rischia di essere sottovalutato: quello degli animali
L’allarme viene dal presidente nazionale del Gruppo di interesse economico (Gie) del settore carne della Cia Agricoltori italiani, nonché delegato della stessa Organizzazione al sindacato europeo Copa Carni Bovine di Bruxelles, Roberto Buratto, allevatore di San Carlo Canavese: «Ci sono in questo momento centinaia di stalle e migliaia di capi animali che in tutta Italia stanno vivendo situazioni disperate. Aziende irraggiungibili – osserva Buratto -, animali morti o feriti, approvvigionamenti di mangimi e foraggi difficili da garantire, produzioni compromesse… A differenza delle altre attività – continua Buratto -, gli allevamenti danneggiati dal maltempo non possono sospendere la produzione, tantomeno abbandonare gli animali loro destino. Devono continuare a mungere e raccogliere le uova, provvedere alla cura dei loro capi e tirare avanti in qualche modo, il più delle volte da soli, tra il disinteresse della maggior parte dell’opinione pubblica». Il presidente nazionale di Cia Agricoltori italiani, Dino Scanavino, ha assicurato il pieno appoggio dell’Organizzazione all’iniziativa di Buratto, che rilancia l’appello a promuovere iniziative di solidarietà a favore degli allevatori in difficoltà: «Pensiamo a una task-force di pronto soccorso delle stalle – dice Buratto -, all’allestimento di camion di foraggio da mobilitare all’occorrenza, all’impiego straordinario di veterinari e farmaci d’emergenza… Gli animali sono esseri senzienti, il loro benessere è prioritario per l’allevatore, così come per la comunità, che dovrebbe attivarsi in caso di bisogno. Tutti dovremmo sentirci chiamati a dare una mano, ognuno secondo le proprie possibilità».
Appuntamenti in Via Savonarola 2/M Torino
Martedì 13 e giovedì 15 novembre dalle 19.00 alle 22.00, due serate, due laboratori per imparare tutti i segreti del Cous cous, piatto diffuso dal Maghreb alla Sicilia, ambasciatore di integrazione tra popoli diversi, di gioia e di solidarietà.
Le Chef Chef di San Vito lo Capo, Maria Piera Spagnolo del Ristorante Tha’am e Caterina Abrignani della Trattoria Gnà Sara, insieme a Claudia Fraschini, Chef e anima di Cookin’ Factory, terranno due laboratori buoni e golosi nel quale verranno svelati tutti i segreti per cucinare e gustare un meraviglioso cous cous. Martedì sarà una serata all’insegna del mare con Cous cous Fest Fish, mentre giovedì novembre sarà il momento di Cous Cous Fest Veg, per accontentare ogni regime alimentare e ogni gusto. Da 16 anni San Vito Lo Capo ospita il Cous Cous Fest. Simbolo di integrazione all’insegna dei sapori, questo piatto versatile, pieno di colori e di ingredienti diversi che si fondono tra loro in combinazioni armoniose, la cui tradizione è portata avanti dalle donne siciliane, è protagonista di un prestigioso evento gastronomico internazionale che, dalle spiagge assolate della provincia di Trapani si sposta ogni anno a toccare diverse città della nostra penisola. A Torino, una delle tappe del Cous Cous Fest si svolgerà a Cookin’ Factory, il crocevia nel quale la cucina si fonde e incontra l’arte e la cultura per dar vita ogni volta a nuove sensazioni. Come per tutti gli eventi legati al Cous Cous Fest in Tour, anche in occasione dei due Cous cous Lab che si terranno a Cookin’ Factory l’intero ricavato delle serate verrà devoluto in solidarietà, a sostegno delle attività della Scuola Secondaria Sant’Ignazio di Loyola di Msaladzi, nell’Altopiano di Angonia, zona un tempo considerata il granaio del Mozambico e i cui abitanti ora sono invece costretti a convivere con lunghi periodi di carestie e frequenti inondazioni. OAF – I, Organizzazione di Aiuto Fraterno – Italia, che organizza e promuove il Cous Cous Fest in Tour, vuole dare il suo contributo alla promozione e al sostegno di uno sviluppo rurale delle comunità che abitano i villaggi sparsi nella zona della provincia di Tete, coinvolta dal progetto. Il sostegno alla scuola, infatti, vuole dare l’opportunità a 300 giovani di frequentare corsi di agropecuaria (basi di agricoltura e zootecnia), sperimentare attivamente quanto appreso e trasmetterlo poi nei loro villaggi, diventando così protagonisti dello sviluppo del Mozambico.
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Per partecipare a Cous cous Fest Veg e Cous cous Fest Fish, al costo di € 55.00, è indispensabile la prenotazione sul sitowww.cookinfactory.com.
COOKIN’ FACTORY
Via Savonarola 2/M
Completate le iscrizioni di studentesse e studenti per la 38° edizione
Sono 890, suddivisi il 178 gruppi di cinque, le studentesse e gli studenti iscrittisi alla 38° edizione del Progetto di Storia contemporanea, promosso dal 1981 dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale. Le scuole secondarie e gli enti di formazione professionale coinvolti in tutte le province piemontesi sono 52. Anche in questa edizione tre saranno i temi di ricerca: Il fascismo e le leggi razziste del 1938 volte a discriminare pesantemente i cittadini italiani definiti di “razza ebraica” ( traccia scelta dal 27,5% dei partecipanti); la Dichiarazione universale dei Diritti umani approvata 70 anni fa dalle Nazioni Unite, che costituisce il fondamento etico delle regole del diritto internazionale (preferita dal 17,5% degli studenti); la legge “Basaglia” a quarant’anni dall’entrata in vigore con l’impatto che ebbe sulla società italiana affrontando il difficile rapporto tra malattia mentale, società, poteri e ideologie (indicata dal 55 % delle ragazze e dei ragazzi). Come sempre i lavori potranno essere condotti con la più ampia libertà dei mezzi di indagine e di espressione (elaborati scritti, fotografie, realizzazioni artistiche, mostre documentarie, prodotti audiovisivi, multimediali o altro). La consegna degli elaborati dovrà avvenire, a pena di esclusione, entro e non oltre mercoledì 15 gennaio 2019. La valutazione degli elaborati verrà effettuata da un’apposita commissione, composta da esperte ed esperti di storia contemporanea designati dagli Istituti storici piemontesi che, al termine dei lavori, provvederà a formulare la graduatoria di merito individuando i vincitori nel numero massimo di 25 gruppi. La cerimonia di premiazione si svolgerà a Torino presso la sede del Consiglio regionale. I gruppi vincitori parteciperanno entro la fine dell’anno scolastico in corso a uno dei tre viaggi studio che avranno come mete Monaco di Baviera in Germania ( con visita al campo di Dacau); Praga, capitale della Repubblica Ceca, e il lager di Terezin e infine Trieste e il confine orientale italiano, con la visita alla Risiera di San Sabba e alla Foiba di Basovizza.
Marco Travaglini
Il consiglio comunale di Torino ha approvato all’unanimità, con 22 voti favorevoli su 22 consiglieri presenti, una variazione al Bilancio di Previsione 2018/2020 proposta dall’assessore al Bilancio Sergio Rolando. Si registrano maggiori contributi dalla Regione Piemonte per i servizi sociali per € 550.000, destinati a interventi per fragilità sociali e persone con disabilità, e prevede l’accensione di nuovi mutui per quasi 11 milioni di euro (€ 10.824.227) per effettuare opere di manutenzione straordinaria e interventi volti alla sicurezza della pubblica incolumità e alla tutela del patrimonio comunale: edilizia scolastica, abbattimento di barriere architettoniche, alberate e aree verdi, ponti, sottopassi (tra cui il sottopasso Mina), edilizia sportiva e immobili comunali.
IL DIBATTITO IN SALA ROSSA
Antonio Fornari (M5S): Siamo contenti di votare questa delibera, che ci permette di dire sette sì: sì a 2 milioni di euro per gli edifici scolatici, sì a 1,5 milioni per una residenza temporanea di inclusione sociale, sì alla manutenzione del suolo pubblico e all’abbattimento di barriere architettoniche, sì al risanamento di ponti e sottopassi cittadini, sì a 750mila euro per impianti sportivi, sì alla messa in sicurezza di edifici scolastici, sì a interventi straordinari sul patrimonio verde! Mi auguro che chi ha detto sempre no, oggi voti sì in Consiglio! È una delibera fondamentale per la città ora, non tra 50 anni!
Maria Grazia Grippo (PD): Questi sì non sono affatto compensativi rispetto a quello che abbiamo perduto e stiamo perdendo! Questa Amministrazione fa soltanto attività ordinaria, burocratica: c’è un deficit di visione! Il Movimento 5 stelle viaggia con i paraocchi e ci rinfaccia il nostro ruolo di minoranza: noi siamo sempre stati costruttivi e continueremo a fare proposte.
Damiano Carretto (M5S): Dopo due anni in apnea, passati a ingoiare rospi per ripianare i conti, ora possiamo investire sui bisogni reali e urgenti della città, lavorando per mettere a posto situazioni manutentive diventate urgenti, che non sono state curate puntualmente dalla precedenti Amministrazioni. Un buon amministratore, oltre ad avere progetti a lungo termine (fattibili, però), deve sapere gestire la Città.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): I sette sì richiamati oggi dimostrano che non è stata capita la sollecitazione della piazza di sabato scorso: continuate a fare solo ordinaria manutenzione, dopo avere aumentato multe e oneri di urbanizzazione! Spendete 11 milioni di euro per la manutenzione, dopo aver rinunciato a fare programmi seri per attirare investimenti privati! Fate solo il minimo sindacale: per questo mi asterrò.
Stefano Lo Russo (PD): A Torino il M5S fa debito per finanziare le manutenzioni: non dovevano bastare le operazioni urbanistiche, come era stato annunciato? E a livello nazionale il M5S fa miliardi di euro di debiti per il reddito di cittadinanza, invece di finanziare infrastrutture e manutenzioni nelle città. Il problema a Torino oggi non sono le risorse, ma l’assenza di strategia! Non parteciperemo al voto, aspettando che l’assessore Rolando risponda ai nostri quesiti al riguardo in un’interpellanza generale.
Deborah Montalbano (Uscita di Sicurezza): Non voterò questa e le prossime delibere per protestare contro la circolare Salvini, che verrà attuata dalla Prefettura di Torino, mettendo 70 famiglie in mezzo a una strada, con sgomberi coatti, senza preavviso! Mi aspetto la Città prenda una pozione netta e chiara su questa circolare!
Osvaldo Napoli (Forza Italia): Esprimo la solidarietà di Forza Italia alla consigliera Ferrero per le minacce ricevute. Sottolineo però le contraddizioni dei 5 stelle su reddito di cittadinanza, grandi opere, condoni e politica industriale. Si prospettano poi più tasse per gli Enti locali e meno investimenti pubblici. A Torino fate solo debiti, e farete pagare più tasse! Non si vede sviluppo: la gente non ne può più!
Fabio Versaci (M5S): Rivendico quanto il Governo sta facendo sulla manovra e sul reddito di cittadinanza: sono 9 miliardi di euro spesi bene. E il DEF prevede anche misure a favore degli Enti locali. Lasciate lavorare questo Governo di “barbari” e “ignoranti” e vedremo i risultati. Chi ha governato prima ha sfasciato il Paese! Lasciateci tempo e vedrete.
Eleonora Artesio (Torino in Comune): Non si possono rimproverare le minoranze per il mancato sostegno per opere di ordinaria manutenzione! Dovute peraltro a responsabilità dell’Amministrazione sulle opere. Non si può dire bravi se si riesce ad aprire gli asili o le anagrafi (non sempre, peraltro). È un atto ordinario, quotidiano, non di indirizzo o politico: per questo, non parteciperò al voto.
Antonino Iaria (M5S): Sfido chiunque a trovare i soldi per la manutenzione ordinaria in un piano di rientro dal debito: 11 milioni di euro sono un ottimo risultato, che rivendichiamo dal punto di vista politico!
Elide Tisi (PD): Mi stupisce l’enfasi con cui è stato presentato questo atto! Le entrate per servizi sociali e disabilità sono dovute a contributi della Regione Piemonte, mentre altri investimenti sono finanziati dall’accensione di prestiti e riguardano manutenzioni indifferibili e urgenti, obbligatorie per l’Amministrazione e assolutamente ordinarie!
(foto: il Torinese)
Domenica 11 novembre il settore Nuoto UISP Piemonte inaugura la nuova stagione sportiva al Mirafiori Motor Village di piazza Cattaneo 9 a Torino. Sarà l’occasione per presentare il nuovo calendario agonistico regionale che prenderà il via sabato 8 dicembre 2018 con il XIII Memorial Davide Cagnotto a Fossano e si concluderà a luglio nella piscina di Borgaro con la II Endurance Cup. Un programma ricco di appuntamenti sempre molto partecipati come i Campionati regionali open che si terranno il 17 marzo nella piscina Usmiani Sisport Fiat, il VII trofeo regionale master del 19 maggio alla piscina Galileo Ferraris e il fiore all’occhiello del 29/30 giugno nel lago di Avigliana con nuoto di fondo, pallanuoto e sincro, aperto anche ai disabili. Tante le giornate dedicate ai vari campionati: 20 per la pallanuoto settore in grande crescita con le categorie under 13/15/18 master, altrettante nel nuoto e una decina per il sincro. Saranno premiati i 76 atleti che si sono distinti nelle prestazioni a livello nazionale. Nell’incontro che sarà moderato dal giornalista della Stampa, Alberto Dolfin, saranno presenti e premiati i nuotatori paralimpici Marco Dolfin e Carlotta Gilli ed Elena Grosso, referente nazionale del nuoto paralimpico. Sono state invitate numerose autorità e hanno confermato la loro presenza il Sindaco e l’Assessore allo sport del Comune di Avigliana, il Sindaco di Pinerolo.
Per il presidente della Camera Roberto Fico ” è giustissimo incontrare i Si Tav. Noi quando facevamo le manifestazioni No Tav volevamo essere convocati da sindaco, governo e ministri. Anche i sì Tav hanno tutto il diritto di manifestare. Hanno fatto una grande manifestazione e va bene così. Il mio pensiero resta comunque che la Tav è un’opera obsoleta, e non va assolutamente fatta”. Le dichiarazioni della terza carica dello Stato seguono quelle della sindaca Appendino, che ha scritto una lettera alle promotrici della manifestazione di sabato scorso in piazza castello, invitandole in Comune.
Il Consiglio comunale ha approvato una mozione riguardante la proposta di ruralizzazione della città, da realizzare attraverso l’impegno di Sindaca e Giunta a redigere un paragrafo specifico, da inserire nel nuovo regolamento orti e frutteti urbani, per l’assegnazione e la gestione dei frutteti sociali. Il provvedimento, presentato dalla consigliera Viviana Ferrero (M5S), impegna anche a destinare nelle circoscrizioni periferiche, da coinvolgere nel progetto, spazi per la coltivazione delle piante da frutto in collaborazione con le Facoltà universitarie interessate all’iniziativa e favorendo cooperative e associazioni di cittadini intenzionate ad averne cura. La mozione impegna infine a favorire, sempre in collaborazione con l’Università di Torino sia per la parte agronomica sia per la parte medica, coltivazioni autoctone che non necessitino di cure chimiche quali pesticidi, fungicidi ed erbicidi e a coinvolgere le scuole nel periodo di raccolta o nella pubblicizzazione di iniziative per la creazione di spazi adibiti alla frutticoltura. Fra le motivazioni che hanno indotto la consigliera Ferrero a presentare il documento: la considerazione che i quartieri periferici con maggiori aree verdi vadano sostenuti con politiche adeguate, anche per incentivare la socialità e l’integrazione e nell’ottica di una città diversamente policentrica, e la possibilità di utilizzare la cura dell’albero da frutto, la raccolta e la conservazione della frutta quali esperienze di facile condivisione per costruire socialità diffusa.