redazione il torinese

La goccia scava… Lapietra (e i ponti)

Ogni volta che piove, torrenti d’acqua si riversano giù dal cavalcavia di via Guido Reni: a terra si forma una sorta di lago. Se per i cittadini è un problema, per la Giunta va tutto bene:È così dal 2007, nulla di anormale”. Dopo la discussione in Sala Rossa della mia interpellanza, ho chiesto di poter approfondire il tema in una prossima seduta della Commissione Urbanistica. Tutte le volte che piove, il ponte si trasforma in una cascata e sulla strada sottostante si forma  un lago di due metri di diametro. Parliamo del cavalcavia di via Guido Reni. Per i cittadini, il fatto rappresenta un problema.Solo per loro, però: per l’Amministrazione molto meno. L’Assessore Lapietra spiega la situazione richiamando, con nonchalance, un intervento di drenaggio effettuato, addirittura, nel 2007. Tutto “normale”, dunque.Ho chiesto di poter approfondire il tema in Commissione Urbanistica, anche per capire se altri ponti in Torino siano o meno in simili condizioni.Chiudo con una battuta: la goccia, si sa, scava la roccia… o Lapietra?

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Alla scoperta del mondo sommerso del garage rock americano anni ‘60

Buona cornice di pubblico lunedì 26 novembre presso la biblioteca civica musicale “A. Della Corte”, dove si è tenuto un incontro sul garage rock americano degli anni 1965-1970 intitolato “Il mondo sommerso del garage rock americano anni ‘60”. Il musicologo Giancarlo Marchisio (nella foto)  durante il suo intervento ha illustrato, con puntualità e con l’ausilio di ascolti musicali, il mondo delle bands “meteora” che hanno animato gli anni più intensi della fiammata del garage rock a stelle e strisce. Sono stati indicati la distribuzione geografica dei sottogeneri, i luoghi più usuali in cui si tenevano concerti e performances musicali (con riferimento anche alle “Battles of the bands”), le realtà home-made della produzione discografica e della gestione manageriale dei gruppi musicali, le fasi di affermazione del filone proto-punk e la sua precoce diffusione. Sono state sottolineate anche le problematiche di natura metodologica sul controllo delle fonti delle informazioni e sull’ancora scarna letteratura sul tema del garage rock in confronto ad altri generi e sottogeneri coevi.

 

FIAT Torino: in un momento difficile, è necessario risorgere!

Quando diventa difficile tutti si devono unire. È un periodo assolutamente complicato per il basket della Fiat Torino Auxilium.Le sconfitte sono purtroppo sotto gli occhi di tutti e non valutarle negativamente sarebbe folle

Le colpe sicuramente ci sono, ci mancherebbe, ma lo sport è anche questo, dove talvolta solo la buona volontà non basta, ma non vedere anche una quantità di attenuanti notevole è solo volontà di cecità assolutamente perniciosa o assenza di informazioni dirette. Questo è un anno sportivo così pieno di incidenti di percorso da fare sperare più in un viaggio a Lourdes (chiediamo pietà per la “irriverenza”… ma è solo per identificare le difficoltà incontrate) che in un tiro che entri all’ultimo secondo. La lunga serie di infortuni cui sembra abbonata la squadra di Torino non ha mai permesso di presentarsi due volte consecutive con lo stesso gruppo di giocatori e, a ben vedere, anche nel breve prossimo futuro sarà ancora così. La partita con Brescia ha evidenziato notevoli carenze di amalgama, ma d’altra parte, come avrebbe potuto essere altrimenti? Limito volutamente i commenti sui singoli che tra social e stampa “varia” sono già stati ampiamente colpevolizzati e forse anche giustamente… però, in tutto questo bailamme, che colpa avrebbe la dirigenza? La conduzione tecnica è stata affidata ad una delle leggende del basket mondiale, ad ogni infortunio è stato contrapposto un acquisto anche solo per permettere di potersi allenare in settimana, e senza alcun indugio a costo di sacrifici personali ogni elemento dello staff sta contribuendo a mantenere il più alto possibile il livello di qualità del basket Torinese. A Trento, che ora ha i punti di Torino, la squadra è abbracciata da tutti i tifosi e la stampa locale sostiene il patrimonio sportivo della propria élite regionale. Brescia è in totale fiducia nei confronti dei propri tecnici e giocatori. A Torino, dove perfino uno come Allegri…viene criticato…con 12 vittorie ed 1 pareggio…non è sorprendente vedere tale comportamento.E allora sarebbe giusto un cambio di rotta di mentalità, di atteggiamento sportivo, di sana critica ma di forte sostegno: chi si sta criticando adesso è anche chi tutto questo ha realizzato, ed essere volontariamente ottenebrato per non riconoscere i meriti altrui è sinonimo di ottusità. Certo, la fiducia va mantenuta da entrambe le parti, ma il coro dei “io lo sapevo” che nulla ha fatto e mai farà ha voce forte perché strilla alto il suo disappunto da tecnico e imprenditore da “gioco elettronico”.La realtà, quella sportiva di alto livello, volente o nolente, deve sopravvivere a costi elevatissimi a fronte di entrate difficoltose e chi ha realmente posto il suo piede nella stanza del lavoro sportivo sa di cosa si parla. I veri tifosi, coloro che soffrono perché non vincono, che macinano chilometri, che spendono del loro per seguire la squadra del cuore e che gioiscono se vincono sono gli unici legittimati ad una protesta istintiva perché vorrebbero sempre che lottassero tutti al massimo così come loro fanno il possibile per dare sostegno ai loro beniamini… .Ma anche in questo caso, la protesta deve essere giusta ed educata, sportivamente parlando. I media hanno dato vasta eco ad un episodio che nulla ha a che vedere con la partita e con i veri tifosi, e per il quale diventa perfino superfluo dire che la voglia dello scandalo da giornali rosa, supera di gran lunga le analisi attente di un momento sportivo difficile.Sicuramente il momento di confusione quasi permanente decretato dalla strage di infortuni piccoli e grandi non ha mai permesso di lavorare con calma, e la catena di innovazioni permanenti non hanno mai permesso di vedere all’opera la vera FIAT Torino Auxilium. Questa pausa delle “nazionali” permetterà a qualcuno di riprendersi dagli infortuni e a tutti di recuperare con la testa da un periodo da incubo. La notte probabilmente si diraderà e se succederà sarà anche grazie ai veri tifosi che fin dalla partita contro Trento del prossimo 8 dicembre cercheranno di spingere tutta la squadra a tornare a vincere, credendo e lottando NEI e PER i colori che dovranno onorare per consentire a tutti i tifosi di poter tornare ad urlare tutti insieme…questa è …Torino.

Paolo Michieletto

 

Fascia tricolore nella piazza no-tav

In Consiglio Comunale il vice sindaco Guido Montanari ha risposto alla richiesta di comunicazioni sulla rappresentanza della Città alla manifestazione No Tav, dell’8 dicembre prossimo.Il vice sindaco ha affermato che in merito alla presenza istituzionale della Città, sarà egli stesso presente con la fascia tricolore. Non ci saranno invece simboli della Città come bandiera e gonfalone.

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Gli interventi in Sala Rossa

 

Domenico Carretta (PD) Nonostante i sotterfugi, l’8 dicembre la sindaca sarà comunque in piazza e non sarà l’assenza del Gonfalone, con sola presenza della fascia indossata dal vicesindaco, a salvarvi. Usate la fascia per prendere a schiaffi la città. Consiglio al vicesindaco, quel giorno, di portare in piazza anche la sindaca e tutti i suoi consiglieri e assessori, in testa al corteo. Metteteci la faccia, fateci capire la vostra posizione, dite cosa volete fare. Noi non useremo le parole di disprezzo da voi rivolte ai manifestanti di piazza Castello. Quando si indossa la fascia, si rappresentano tutti i cittadini, anche quelli che la pensano diversamente. Liberi di manifestare il dissenso verso l’opera ma senza fascia, non prendete in giro la città.

Osvaldo Napoli (FI) Il gruppo consiliare di maggioranza ha messo in difficoltà il proprio sindaco. Perché avete voluto la forzatura sulla TAV, che non è di competenza della Città? La maggior parte della piazza, in occasione della manifestazione di piazza castello, era presente anche in conseguenza del vostro “no” alle Olimpiadi. Sull’uso della fascia tricolore, ricordo che quella dell’8 dicembre non sarà una manifestazione istituzionale, e la Città non è contro la TAV. Concludo dicendo che Appendino è in minoranza nel M5S, la invito a dimettersi e cercare una nuova maggioranza, faccia come Pizzarotti a Parma.

Francesco Tresso (Lista Civica per Torino) La sindaca sarebbe in imbarazzo nel partecipare alla manifestazione NO TAV e manda il suo vice, con la fascia tricolore, Un gioco delle parti che ha fatto il suo tempo. La sindaca si esponga, dimostri coerenza e senso delle istituzioni. La TAV è rilevante per Torino e il suo territorio. La sindaca dopo il voto in Consiglio ha detto di avere aperto il dialogo ma vediamo che è ostaggio della sua stessa maggioranza. Non è questioni di opinioni politica ma di rispetto delle istituzioni e della gran parte di città che non ha votato per Appendino.

Roberto Rosso (Noi per l’Italia) Migliaia sono in piazza per dire Sì a Torino e allo sviluppo. Un’altra piazza dirà No tra pochi giorni. Alla manifestazione per il si c’era gente arrivata da tutta Torino, in bici, in bus, in taxi: l’8 dicembre arriveranno invece con i pullman i black block e i centri sociali. Possibile che gente che è stata eletta da una determinata città, Torino, rappresenti invece gli interessi di un altro territorio? La sindaca continua a sottrarsi al confronto in aula, si mostra senza coraggio, va a braccetto col “Sistema Torino” ma poi non prende una posizione netta. Spero in un ravvedimento, sarebbe giusto non sfilare con la fascia tricolore. Perché non fare un referendum consultivo sulla TAV, sentendo cosa vogliono i torinesi?

Fabrizio Ricca (Lega Nord) Non mi scandalizzo per l’utilizzo della fascia a una manifestazione politica, ma mi stupisce che il Movimento 5 stelle non si renda conto che il mondo è cambiato: i torinesi sono scesi in piazza per dire sì al Tav! Per la contromanifestazione invece arrivano persone dal resto dell’Italia… Il Tav è un’opera fondamentale per il nostro territorio.

Silvio Magliano (Moderati) La fascia tricolore ha la stessa valenza di un gonfalone e non può essere usata in modo improprio. Mi auguro la manifestazione sia pacifica e non ci siano scontri e atti vandalici. Spero poi che chi arriverà da fuori Torino almeno non usi i treni ad alta velocità…

Valentina Sganga (M5S) La Sindaca oggi non è in aula perché è con il presidente Mattarella. Noi abbiamo già approvato un atto per uscire dall’Osservatorio Torino-Lione e aderire alle manifestazioni contrarie all’opera, come avverrà il prossimo 8 dicembre. La nostra posizione è sempre stata chiara e i cittadini ci valuteranno sulle nostre scelte. È impossibile poi con la fascia tricolore rappresentare tutti i cittadini: solo i dittatori lo fanno.

Piero Fassino (PD) Il rispetto per Mattarella ci vorrebbe sempre… La fascia, comunque, rappresenta Torino, come il gonfalone. Vi state mettendo contro tutta la città: siete isolati e dovreste ascoltare i cittadini e capire cosa pensano! Vi state trasformando in un movimento di antagonismo sociale.

Carrù, Borgo San Dalmazzo e Morozzo: ecco le fiere

“Questa mattina ho accolto con piacere a Palazzo Lascaris, a Torino, i rappresentanti dei Comuni impegnati nell’organizzazione delle loro note fiere enogastronomiche: la Fiera del Bue Grasso di Carrù (dal 4 al 9 dicembre), la Fiera Fredda di Borgo San Dalmazzo (13 dicembre) e la Fiera del Cappone di Morozzo (16 e 17 dicembre). Questa iniziativa prosegue idealmente la conferenza stampa dello scorso 6 novembre che come Presidenza del Consiglio regionale abbiamo voluto organizzare per presentare in quel caso le Fiere “San Nicolao e dei Puciu” di Farigliano, di “Aj a Caraj” di Caraglio e del Porro di Cervere”. Ad affermarlo il vicepresidente del Consiglio regionale Franco Graglia.
Graglia spiega: “Questa iniziativa, coordinata con i territori cuneesi ha lo scopo di creare una connessione tra il Capoluogo e le iniziative fieristiche che ormai da tanti anni sono capaci di richiamare migliaia di persone nella Granda e in Piemonte per degustare le nostre eccellenze enogastronomiche. Anche fiere come questo hanno resto possibile che la Guida Lonely Planet abbia decretato queste zone del Piemonte come uno dei dieci assolutamente da visitare nel 2019”.
Prosegue Graglia: “Si tratta di un importante momento di incontro con i media per avvicinare simbolicamente Torino al Cuneese, valorizzando il lavoro degli amministratori dei piccoli Comuni e dei volontari che animano le iniziative del nostro territorio. Sono fiero che altri Comuni abbiano aderito a questa disponibilità del Consiglio regionale simbolo di un Cuneese capace di aprirsi in modo sempre più strategico verso l’esterno, dando voce agli allevatori, agricoltori e operatori che con la loro imprescindibile attività rendono vitale la nostra terra”.
Il sindaco di Borgo San Dalmazzo, Gian Paolo Beretta ha spiegato: “Oggi il consiglio regionale si è distinto per una iniziativa utilissima visto che permette di pubblicizzare le eccellenze della nostra città anche a Torino. Ci stiamo accingendo a inaugurare la 449esima Fiera Fredda, una delle più antiche manifestazioni enogastronomiche del Piemonte e dove saranno presenti 23 paesi del territorio circostante e 6 regioni. Si tratta quindi di un evento nazionale che rappresenta la tradizione e la caparbietà piemontese di durare attraverso i secoli, guardando con sagacia al futuro del nostro territorio”. 
Il sindaco di Morozzo Mauro Fissore ha aggiunto: “E’ sempre utile espandere il bacino di utenza di queste manifestazioni che solo apparentemente hanno carattere locale. Da un po’ di anni vediamo che c’è una forte attenzione e sensibilità verso il nostro prodotto tipico, il cappone di Morozzo. Abbiamo ordinativi da tutta Europa, nazioni che sono in cerca di un prodotto di nicchia e qualità quale quello che possiamo offrire e che d’altra parte ci è stato riconosciuto anche accordandoci il titolo di primo presidio Slow Food nel mondo. La vetrina che ci è stata offerta oggi è utile anche per rappresentare il luogo dove vengono allevati i nostri capponi, simbolo di un’arte antica che attinge ad anni e anni di tradizione”.
Conclude il consigliere comunale di Borgo San Dalmazzo Christian Sciolla: “Quella che ci ha offerto oggi la Presidenza del Consiglio regionale e in particolare l’amico vicepresidente Franco Graglia é una bellissima opportunità per poter divulgare a livello regionale le eccellenze dei nostri territori. Fra pochi giorni apriremo la 108esima fiera nazionale del Bue Grasso con l’esposizione di oltre 100 capi di bestiame a cui seguirà la nota premiazione per gli esemplari migliori. Come da tradizione la Pro Loco distribuirà in versione non stop il tradizionale bollito. L’anno scorso abbiamo servito oltre 4mila pasti. In occasione della Fiera il 9 dicembre consegneremo il premio Bue d’oro che quest’anno è stato attribuito a Jessica Notaro come simbolo della lotta contro la violenza di genere. Cerchiamo quindi come sempre di coniugare la nostra fiera enogastronomica con la cultura”

Muore travolto da un’auto mentre attraversa. Fuggito il pirata della strada

Il corpo senza vita è di Vittorio Barosso, di 89 anni. È stato trovato dai vicini di casa questa mattina in un fosso  in strada Rivalba a Gassino. Potrebbe essere stato investito, mentre stava attraversando la strada, da un’auto pirata il cui conducente sarebbe fuggito. I carabinieri di Chivasso stanno visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza, che potrebbero aver ripreso la scena dell’incidente.

Mattinate FAI d’Inverno

Visite esclusive per le scuole  a cura degli Apprendisti Ciceroni del FAI


IN PIEMONTE

 

Tornano per il settimo anno consecutivo le Mattinate FAI d’Inverno, il grande evento nazionale del FAI – Fondo Ambiente Italiano pensato per il mondo della scuola e in particolare dedicato alle classi iscritte al FAI, nel cui ambito gli studenti sono chiamati a mettersi in gioco in prima persona per scoprire le loro città da protagonistiDa lunedì 26 novembre a sabato 1 dicembre 2018 gli allievi delle scuole sono infatti invitati a conoscere il patrimonio storico e artistico del loro territorio accompagnati dagli Apprendisti Ciceroni, giovani studenti appositamente preparati dai volontari FAI che operano in un dialogo continuo con i loro docenti. Indossati i panni di narratori d’eccezione, gli Apprendisti Ciceroni racconteranno alle classi in visita il valore di questi beni e le storie che custodiscono. Grazie alle Delegazioni FAI attive su tutto il territorio nazionale saranno aperti più di 170 meravigliosi tesori poco conosciuti e spesso chiusi al pubblico in oltre 100 città d’Italia. Gli studenti avranno così l’occasione di partecipare a visite condotte da loro coetanei e di vivere un’insolita esperienza di “educazione tra pari”. Chiese, aree archeologiche, centri storici, palazzi cittadini e delle istituzioni, ville, raccolte museali, scuole storiche, biblioteche, castelli, monasteri, teatri, orti botanici accoglieranno gli studenti per avvicinarli alla storia e alla cultura del loro territorio e per coinvolgerli in un processo di assunzione di responsabilità nei confronti dei beni che esso custodisce. In particolare, poiché quest’anno il FAI dedica particolare attenzione al tema dell’acqua, con la campagna #salvalacqua, fanno parte dei beni visitabili anche terme romane, acquedotti, fontane, riserve naturali e itinerari che si sviluppano lungo incantevoli corsi d’acqua. L’evento, giunto alla sua settima edizione, è dedicato alle Classi Amiche FAI che, sottoscrivendo l’iscrizione, condividono gli obiettivi della Fondazione e contribuiscono alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio di arte e natura del nostro Paese.

Giornata torinese per il presidente Mattarella

Un lungo applauso dei torinesi per  il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Teatro Carignano di Torino, dove il Capo dello Stato è arrivato per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università. Presenti la  sindaca  Appendino, il presidente della Regione  Chiamparino e il rettore  Ajani. Mattarella è stato accolto in piazza Carignano dai bambini della scuola elementare Niccolò Tommaseo. Il presidente continuerà la sua visita a Torino al Polo del ‘900,  alla cappella del Guarini e con un incontro  con i giovani del Sermig.

La nuova vita di un padre, tra il lavoro e i fragili rapporti della famiglia

Una regione e una città imprecisate della Francia, una casa assai semplice, un padre, Olivier, che riempie le giornate del proprio lavoro di capo reparto e di sindacalista in una fabbrica di stoccaggio, i problemi da affrontare di fronte ad un’inflessibile responsabile del personale, la necessità di “obbedire” ai piccoli riti familiari, i minuti rubati alle coccole verso i due figli piccoli

La moglie, Laura, affronta ogni giorno la vita da sola: e un giorno, inspiegabilmente, inaspettatamente, sparisce. Adesso tocca a Olivier occuparsi dei due ragazzini che male s’abituano a quella scomparsa, la più piccola si chiude in un serrato mutismo, a poco servono le presenze di una psicologa o di un amico poliziotto per le indagini, della nonna o della giovane zia che può essere una più facile sostituzione, arrivano ad andarsene di casa per andarla a cercare. Mentre Olivier deve continuare a combattere in fabbrica, dove chi per l’età non è ritenuto più in grado di mantenere i ritmi viene licenziato e si taglia i polsi, dove chi resta incinta non si vede rinnovato il contratto. E non si mandano via soltanto gli operai, anche in alto chi non segue appieno il corso dell’azienda deve scegliere altre strade. È un ritratto ben calato nell’oggi quello che Guillaume Senez (già al TFF nel 2015, vincitore con Keeper del Premio della Giuria) propone con Nos batailles, sua opera seconda. Il mondo del lavoro (nella Francia odierna dei fratelli Dardenne) ma soprattutto la lenta distruzione, di cui non ci si accorge, che i ritmi frenetici possono portare all’interno di un nucleo familiare (anche Wildlife di Paul Dano, visto nei giorni scorsi, analizza la tematica), il rubare spazio agli altri. Senez descrive con esattezza la vita di fabbrica, anche nella composizione delle immagini, ma soprattutto mette in campo con straordinaria naturalezza i fragili rapporti della famiglia e le ripercussioni di un abbandono, ricavando dal protagonista Romain Duris come dai bambini una verità quotidiana di azioni, di sentimenti, di parole. Tutto è credibile nella naturalezza di ogni scena. Raccontava, presentando il film, che all’origine delle sue storie vi è un preciso lavoro di scrittura ma che quella sceneggiatura così limata in ogni particolare venga scavalcata, lui non abbia l’abitudine di darla agli attori, prima si prova, ci si confronta, si costruiscono i dialoghi sul set, giorno per giorno; come raccontava quanto questa storia sia legata alla sua vita, al momento in cui la madre dei suoi figli abbia deciso di lasciarlo e lui sia stato costretto a inventarsi una nuova vita. Nos batailles uscirà sugli schermi italiani nell’aprile del prossimo anno, non perdetelo. Con The White Crow Ralph Fiennes (candidato all’Oscar nel ’94 per il suo Amon Goeth in Schindler’s list) passa ancora una volta dietro la macchina da presa. Con la sceneggiatura di David Hare, basata sulla biografia di Julie Kavanagh, in un lungo elenco di flashback perfettamente ad incastro (dovuti alla maestria del montatore Barney Pilling e sottolineati dal colore per gli anni Sessanta e da un gioco monocromatico ogniqualvolta la vicenda s’avvicina all’infanzia del protagonista), allinea fin dalla nascita – su un vagone della Transiberiana, nei pressi di Irkutsk, nel ’38, tra contadini e giocatori e ubriachi – la vita di Rudolf Nureyev, forse il più grande ballerino del Novecento, il suo desiderio di conoscenza (la musica, La zattera di Géricault al Louvre), il suo desiderio di affermazione, la sua arte, i suoi successi, gli eccessi e gli amori, la sessualità, focalizzando la tournée a Parigi nel 1961 quando, con l’aiuto di alcuni amici del mondo occidentale, riuscì a sfuggire alle autorità sovietiche e ad ottenere lo stato di rifugiato politico. Fiennes sa raccontare con estrema fluidità, tra passi di danza e serate al Crazy Horse, tra piccoli sentimenti ed erotismo, approfondisce l’uomo e l’artista, ne scava il carattere, ne mostra la grandezza e del tutto le asprezze: affidando il ruolo al ballerino Oleg Ivenko, nuovo per lo schermo. Che è il punto di debolezza del film, forse troppo lontano da quell’artista che le cronache ci avevano descritto, timidamente sprezzante, privo di quella sensualità che caratterizzava “il corvo bianco”, un viso piuttosto da ragazzo semplice della porta accanto (per noi insopportabile la somiglianza con il Gianni Morandi nazionale, cinematograficamente fuorviante) che volteggia da dio ma che nei tratti ha poco a che fare con la stella della danza.

 

Elio Rabbione

 

Due immagini di “Nos batailes” di Guillaume Senez, protagonista Romain Duris; Oleg Ivenko come Nureyev in “The white crow” di Ralph Fiennes.

Ha rischiato grosso il 17enne ferito a bottigliate

Il 17enne italiano  aggredito da un pusher, che lo ha ferito con i cocci di una bottiglia sabato sera a  San Salvario, durante una lite, ha rischiato grosso, per le ferite riportate: bastava che i cocci di bottiglia colpissero più a fondo e toccassero organi vitali. Trasferito all’ospedale, il minorenne ha riportato ferite all’addome e al viso guaribili in trenta giorni. Lo spacciatore, un 28enne di origini marocchine, irregolare sul territorio nazionale e già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dalla polizia per tentato omicidio. Era in via Berthollet e si è avvicinato a un gruppo di giovani per vendere della droga. Improvvisamente il pusher ha spinto a terra il giovane, l’ha ferito con la bottiglia di vetro ed è fuggito. Due agenti di polizia liberi dal servizio hanno visto la scena e l’hanno inseguito.