redazione il torinese

Disagio economico e inclusione a Pinerolo

Il Centro Diurno di via Lequio a Pinerolo il 17 dicembre scorso ha compiuto un anno. E nella ricorrenza i cittadini sono stati invitati a partecipare alla cena di condivisione di Natale. Compleanno ma anche per parlare dei risultati raggiunti nel corso dell’anno. Il progetto è nato a dicembre 2017 dalla collaborazione tra Rotary Pinerolo, Specchio dei Tempi e il Tavolo lotta alla Povertà del Comune di Pinerolo. Coesa Pinerolo – Società Cooperativa Sociale si è occupata della gestione e il coordinamento del Centro mentre, attraverso il progetto “Accendi una luce per chi non può”, sono state finanziate le borse lavoro per coloro che si sono occupati della preparazione e distribuzione dei pasti caldi (oltre alle colazioni gratuite del progetto “Il buon Mattino” il Centro distribuisce anche pranzi). Luogo di accoglienza e inclusione per chi vive in condizioni di disagio economico il centro è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 18.00. Nel corso del 2018 ha visto passare tante persone. Da inizio gennaio al 30 novembre 2018 si contano ben 5261 pranzi distribuiti e una media di 20 colazioni al giorno (intorno alle 4000 totali). La composizione delle persone che hanno usufruito del servizio è variata nel tempo: se fino all’estate c’era una leggera predominanza di stranieri, nell’ultimo periodo sono numerosi gli italiani presenti al Centro, per lo più uomini di età variabile, con una forte incidenza degli over 40. Ma non bastano i numeri a raccontare la missione di questo luogo di accoglienza e comunità: oltre alla distribuzione di cibo, il Centro Diurno ha cercato di divenire luogo di aggregazione per coloro che troppo spesso si sentono messi ai margini dalla società. Qui gli ospiti hanno potuto trovare operatori disposti ad ascoltarli, per rimetterli in contatto con i servizi sociali e con la società. Qui sono stati organizzati anche dei corsi di italiano per gli stranieri e laboratori di alfabetizzazione informatica. Tra i risultati raggiunti si può dire che, oltre a dare un pasto caldo a tanti, il Centro Diurno è riuscito a creare al proprio interno una rete tra tante persone che faticano a trovare il loro spazio nella società. Per quanto riguarda il Comune, l’amministrazione pentastellata, invece, porterà il bilancio di previsione in consiglio comunale in una doppia seduta il 27 e 28 dicembre.

Massimo Iaretti

(foto: il Torinese)

 

 

Al Museo del Risorgimento il Natale è servito!

Il pacchetto di proposte cultural-spettacolari messo in piedi per le prossime festività natalizie è sicuramente allettante

Fatti salvi i giorni di chiusura (comprensibili) di lunedì 24 e martedì 25 dicembre, nonché di martedì 1° gennaio 2019, il Museo Nazionale del Risorgimento, in via Accademia delle Scienze 5 a Torino, propone anche quest’anno per i torinesi che trascorreranno il Natale e dintorni in città e per i turisti (si spera, molti) che decideranno di soggiornare nei prossimi giorni di festa sotto la Mole, motivazioni più che interessanti per visitare il più antico e importante Museo dedicato al nostro Risorgimento, dal 1938 – dopo vari trasferimenti – ubicato in quel sontuoso Palazzo Carignano, opera barocca del Guarini, già sede del Parlamento Subalpino e, dal 1861 al 1865, sede del primo Parlamento dell’allora Regno d’Italia. In orario 10/18, da mercoledì 26 a lunedì 31 dicembre e da mercoledì 2 gennaio a domenica 6 gennaio 2019, sono essenzialmente tre gli appuntamenti da annotare e, se possibile, da non perdere. Eccoli:

1) Fino a domenica 6 gennaio 2019, mostra “Nathlie Provosty”

L’arte contemporanea prosegue negli spazi del Museo con la mostra personale di Nathlie Provosty, artista americana dalla vistosa visionarietà astratto-concettuale, che per la prima volta in Europa espone in un museo. L’evento è realizzato in collaborazione con “APALAZZOGALLERY” di Brescia. La mostra sarà aperta al pubblico, in un suggestivo allestimento realizzato in Sala Plebisciti, dove le opere dell’artista si pongono in dialogo con l’ambientazione sonora realizzata dal musicista Andrea Costa. Info: www.museorisorgimentotorino.it

2) Sabato 29 dicembre ore 15 e 16.30 – MUSEIAMO: visita teatrale “L’Italia: una magica Storia”

Ancora una volta il Museo torna ad ospitare il progetto MuseiAmo, uno spettacolo diffuso, ispirato dal patrimonio artistico e culturale piemontese. Lo scopo è quello di valorizzare e presentare l’esposizione suggerendo climi, percorsi e suggestioni, che ne favoriscano la conoscenza e la fruizione. Accompagnati dai più noti e riconoscibili personaggi risorgimentali e guidati dal condottiero Giuseppe Garibaldi, il pubblico potrà rivivere la storia dell’unificazione italiana visitando e ripercorrendo le sale e le collezioni del Museo attraverso aneddoti e curiosità, in un modo nuovo, inconsueto e divertente. Insieme si farà l’Italia! Costo: 5€ per la visita teatrale da aggiungere al prezzo del biglietto di ingresso. I possessori della tessera Abbonamento Musei, Torino Piemonte Card e Royal Card pagheranno solo la visita.Per informazioni e prenotazioni: Ufficio Turismo Torino di Ivrea dal lunedì al sabato 9/13 e 15/17,00; tel. 0125.618131 o  info.ivrea@turismotorino.org

www.museiamo.it  - www.museorisorgimentotorino.it

3) Domenica 30 dicembre 2018 e sabato 5 gennaio 2019 – Visita virtuale “La Storia tra tecnologia, scienza e illusione” dalle ore 15 alle ore 17

Un viaggio virtuale alla scoperta del Parlamento Subalpino: grazie alla tecnologia e alla scienza i visitatori vivranno l’illusione e la magia di essere protagonisti della Storia dell’800, entrando letteralmente in una nuova dimensione e scoprendo uno dei luoghi più suggestivi di Torino. Potranno muoversi e toccare virtualmente gli scranni e gli oggetti utilizzati dai deputati del Regno di Sardegna. Una vera magia resa possibile dal progetto di TIM nell’ambito delle attività di sperimentazione della rete 5G, che consente di applicare le capacità della virtual reality in modalità totalmente immersiva. 

L’evento è compreso nel prezzo del biglietto di ingresso al Museo.

Info: www.museorisorgimentotorino.it

g.m.

Foto
– Mostra Nathlie Provosty
– MuseiAmo
– Visita virtuale al Parlamento Subalpino

 

 

Santo Stefano: le musiche dell’antico organo

Il maestro Roberto Cognazzo suonerà l’organo storico di Montanaro il 26 dicembre, per il concerto di Santo Stefano. Holidays for organ è il concerto di musica leggera su organo previsto per il 26 dicembre a Montanaro, in provincia di Torino. Unico nel suo genere, primo fra gli eventi musicali per organo del Canavese, il concerto di Santo Stefano di Montanaro avrà come titolo, nell’edizione 2018, Holidays for organ e, come musicista, il maestro Roberto Cognazzo. Roberto Cognazzo, classe 1943, nato a Montiglio, in provincia di Asti, è organista, musicista e compositore.L’iniziativa è a cura di Antichi Organi del Canavese, collana discografica fondata da Adriano Giacometto e Roberto Ricco, in collaborazione con la Pro Loco di Montanaro.

Consumi di Natale, cibo al top

Secondo l’analisi dell’Osservatorio per le pmi di Confartigianato Imprese Piemonte che ha studiato i dati Istat, UnionCamere-Infocamere e Mipaaf, relativi a imprese, produzioni alimentari e consumi delle famiglie,  l’economia dei consumi tipici natalizi va a gonfie vele: 337 prodotti agroalimentari tradizionali, 6.568 imprese artigiane, 12.553 addetti e, nel solo mese di dicembre 1.215 milioni di euro di spesa delle famiglie. Commenta  con l’agenzia Ansa Anna Maria Sepertino, presidente della Federazione regionale Confartigianato Alimentazione: “I nostri cibi hanno successo anche sulle tavole di tutto il mondo. Un patrimonio si tradizione  che va  difeso e valorizzato con l’acquisto dei prodotti del territorio in prossimità delle feste natalizie”.

Buone feste dai Docenti dei Diritti Umani

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti dei Diritti Umani in occasione di queste festività natalizie augura a tutto il mondo scolastico un periodo di riposo e all’insegna della solidarietà sociale

A seguito delle notizie relative all’economia e in particolare con il diffondersi di deboli ma diffuse voci di un ritorno della crisi economica nei prossimi mesi sarà sempre più faticoso da parte delle famiglie mantenere gli studi dei propri figli.  Il problema principale riguarda il costo dei libri di testo che se, da un lato devono essere sempre aggiornati e multimediali, dall’altro costringono le case editrici a sostenere maggiori costi che determinano un aumento, fortunatamente, meno che proporzionale del prezzo di copertina. Pertanto è doveroso che lo Stato tuteli l’articolo 34 della Costituzione Italiana, il quale ai commi 3 e 4, afferma il diritto dei capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi economici, di raggiungere i livelli più alti degli studi e quindi il dovere della Repubblica di rendere effettivo questo diritto attraverso, borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze da attribuire mediante concorso. Dobbiamo precisare che il diritto allo studio riguarda il percorso scolastico successivo all’obbligo e quello universitario, che liberamente ciascuno può conseguire. Il dovere della Repubblica (l’insieme delle istituzioni pubbliche) è di garantire a coloro, che si dimostrano capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi economici, di raggiungere i gradi più elevati di istruzione, mettendo a loro disposizione ogni risorsa possibile, come per esempio le borse di studio.  A tal proposito il CNDDU vuole proporre un progetto di solidarietà concreta in prossimità di queste feste da intraprendere nei comuni italiani, luogo decentrato dello Stato centrale più vicino ai cittadini, per promuovere una “Banca del libro” dove tutti gli studenti delle medie inferiori e superiori meno abbienti possono recarsi per prendere in comodato d’uso gratuito i testi scolastici che spesso finiscono in scatole accatastate nei garage o nelle soffitte, perdendo la loro funzione principale di divulgazione della cultura e del sapere. Inoltre volevamo proporre questo servizio anche per i testi universitari, per agevolare gli studenti e le famiglie che spesso si trovano a dover far fronte ai costi di vitto ed alloggio al di fuori della città o della regione di residenza, non sempre a buon mercato, cercando di offrire un’alternativa più ampia ai testi a disposizione nelle biblioteche universitarie. Il modello che proponiamo è già attivo in qualche comune su iniziative di alcune regioni come per esempio il Friuli Venezia Giulia, la Puglia e la Toscana.Auspichiamo che questo progetto prenda campo in tutto il territorio nazionale e al contempo speriamo che ogni docente precario e non possa nel 2019 realizzare le proprie aspirazioni professionale, in particolare le nuove immissioni in ruolo e il trasferimento nelle proprie sedi di residenza.

Prof. Ronny Donzelli

Resp. Rapporti Istituzionali CNDDU

 

Ronaldo a sorpresa tra bimbi del Regina Margherita

Una sorpresa alla vigilia di Natale per i piccoli pazienti del  Regina Margherita.  Cristiano Ronaldo, accompagnato dalla fidanzata Georgina, ha fatto una visita privata nel reparto di Oncoematologia pediatrica. Con il campione bianconero il direttore sanitario La Valle e il direttore del reparto, professoressa  Fagioli.

(foto Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net)

FIAT Torino basket – Pistoia… un’anima per vincere

Una partita dai due volti e con più facce nei volti… con spiriti d’animo diversi tra tutti gli “astanti” e gli attori protagonisti in campo. Una partita che ha vissuto tutte le componenti emotive dei drammi perfetti delle fiabe antiche. Uno scenario che si apre con tantissimi bambini pronti a seguire la storia che verrà narrata (i bimbi, tantissimi, delle scuole basket di vari centri del Piemonte, c’erano veramente!), una storia che parte tentennante con i “nostri” eroi subito in difficoltà, con gli eroi “cattivi” a fare la parte del lupo che mangia i sogni.

Un intervallo che segnala impietoso FIAT Torino 36 – Pistoia 50: si prospetta il baratro e i cori di disappunto non sono che l’inevitabile conseguenza. E poi la fiaba prende il corso che tutti (o quasi…) vorrebbero: i buoni tornano a segnare, tornano a recuperare, i cuori si scaldano e alla fine, pur con i soliti momenti di palpitazione, tutti vissero felici e contenti con la vittoria della squadra del cuore per 86 a 80. Eh sì, magari! Purtroppo, pur con la vittoria, gli animi non sono tutti felici, anche se le esultanze di molti giocatori sembrano sincere. La partita di ieri ha evidenziato sicuramente alcune lacune di gioco, che sono state anche ben trafitte dai giocatori di Pistoia, ma, ad onor del vero, bisogna dire che l’intensità della FIAT del secondo tempo ha coperto le lacune al momento tattiche in modo da rendere difficile il gioco degli avversari, concedendo loro solo 17 e 13 punti nei quarti conclusivi. Se è giusto dare le colpe è altrettanto giusto dare i meriti quando ci sono ed il secondo tempo è stato vinto 50 -30 dalla FIAT Torino.

Sicuramente abbiamo tre, quattro giocatori sugli scudi: Dallas Moore, leader e velocissimo giocatore emozionante come dai tempi di Jerome Dyson non si vedeva (commento di una tifosissima Auxilium), Hobson, meno incisivo a canestro ma passatore eccelso (splendido assist no look per Jaiteh!) questa volta e gran uomo d’ordine e di carica, Mam Jaiteh preciso dal campo (7 su 7) e splendido ottimizzatore del gioco di ieri sera, e, nella seconda parte soprattutto, Tony Carr che ha dato un contributo deciso alla rimonta. Nel lato dei buoni è pero doveroso inserire anche Carlos Delfino, che quando i momenti sono importanti segna i canestri che contano: contro Trento la bomba da 4 punti (non c’è ancora il tiro da 4…ma arriverà…ma in questo caso tiro segnato da tre più fallo) e contro Pistoia bomba da tre verso fine partita per rimettere Torino in contatto, quando un errore avrebbe potuto significare sconfitta.

Gli altri…Wilson non è quello di inizio stagione, ma nel “reparto dietro”, in pochi se ne sono accorti, ha contribuito molto ad alzare l’intensità difensiva, ma è ovvio che da lui (oltre ad una splendida stoppata millimetrica decisiva su Auda alla fine della partita) ci si aspetti di più. Mc Adoo, fischiato e supportato da un eroico gesto da vero capitano di Peppe Poeta all’uscita dal campo dopo un cambio, ha però giocato gli ultimi 4’ di gara in maniera quasi impeccabile, ma è ovvio che non possa essere sufficiente e debba contribuire di più visto che i numeri non mancano.Il coach: sicuramente il mondo italiano è differente da quello da lui sempre vissuto e alcuni momenti lo evidenziano, ma questa squadra ha sicuramente una caratteristica, e non è un coro sportivo: non molla mai! Sotto di 14 vince di 6, sotto di 25 recupera fino a meno 3, e tante altre volte è successo così. Sarebbe ora di non dare sempre il vantaggio agli avversari e dover sempre inseguire, ma almeno questa la si è vinta. Però è una caratteristica importante, e anche il coach ha sicuramente contribuito anche se nei finali è successo qualche volta di crollare in verticale in pochi secondi, non minuti. Tacciare però di incapacità coach Larry Brown è sinonimo di non conoscenza della storia del basket. E’ evidente che la situazione sia migliorabile, ma è anche vero che “questa” squadra, ossia i giocatori attuali, giocano insieme da poco tempo. Non è una scusante, ma è un fatto. Due vinte su tre nelle ultime giornate sono un bel viatico. Durerà? Speriamo di sì.

E termino con una piccola considerazione importante: quanta gente c’era ieri a vedere la partita? Tanta, tantissima! Tanti erano anche ospiti? Ok. Ma voi andreste ospiti di qualcuno o a veder qualcosa che non interessa? Ovvia la risposta. E allora? Torino ha fame di basket, adora il basket, ha i suoi pronipoti nel basket: a tutti coloro che amano questo sport, a tutti coloro che tifano per questa squadra, deve interessare che tutto questo rimanga ed esista qui anche nel futuro. Non ci sono solo i giocatori che ogni anno, chi più chi meno, cambiano maglia, ma tutto un gruppo di persone che permettono che tutto questo accada, che non vedete mai ma che grazie al basket non diventano più ricchi ma semplicemente lavorano perché lo spettacolo possa esistere. Anche per loro, per tutti quelli che nell’ombra ci permettono di vedere queste emozioni, corriamo al Palavela a tifare per i colori Gialloblù della FIAT Torino: i giocatori e i coach devono capire e sentire che oltre ad un pallone di cuoio da mandare in un canestro, ci sono molti cuori e anche delle famiglie intere che vivono delle loro gesta ed azioni, ed esserne all’altezza deve essere uno sprone che va oltre il proprio semplice dovere di giocatori e allenatori.

GO ON Torino, questo è il basket, questa è …Torino.

Paolo Michieletto

Marchio aggiudicato, il Salone del libro resta qui

Librolandia rimane a  Torino. Il marchio è stato aggiudicato all’asta da Torino città del libro, l’ associazione dei fornitori della rassegna,  per la cifra di 600 mila euro. La busta è stata aperta nello studio del notaio Bima, era l’unica offerta. Il finanziamento dell’asta è avvenuto da parte di Fondazione Crt, con 200 mila euro e  Compagnia di San Paolo,  400 mila euro. I privati organizzeranno la manifestazione e gli eventi culturali saranno curati dalle istituzioni pubbliche. La kermesse libraria è in programma dal 9 al 13 maggio 2019.

La Mole colorata di rosso

La Mole Antonelliana viene illuminata di rosso alla vigilia e nella notte di Natale. Ne ha dato notizia su Instagram, la sindaca Appendino. L’iniziativa è del Comune in collaborazione con  il gruppo Iren.

Esiste ancora lo spirito del Natale?

Di Barbara Castellaro – Marco Travaglini

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Se comandasse lo zampognaro che scende per il viale, sai cosa direbbe il giorno di Natale? Voglio che in ogni casa spunti dal pavimento un albero fiorito di stelle d’oro e d’argento.In questa filastrocca di Gianni Rodari è racchiuso, quasi fosse una di quelle palle di vetro con il paesaggio innevato, lo “spirito” del Natale. Ma esiste ancora lo spirito del Natale? Che cosa resta della religiosità dell’Avvento, dell’attesa della nascita, in una stalla, di un bambino, destinato a salvare l’umanità? Quello che un tempo si riassumeva in un messaggio d’amore, di umiltà, semplicità, redenzione, oggi non esiste più. “Quel Natale”, più povero di regali, ma più ricco di sensazioni, è sempre più lontano dall’immaginario dei bambini e dei genitori di oggi. Non è solo una questione di consumismo. E’ che la logica del donare qualcosa a qualcuno – un gesto che può significare anche rinuncia e, soprattutto, amore per l’altro, è sempre più soppiantata da quella del comprare, una febbrile ed egoistica dipendenza dall’acquisto. Tra il dare e l’avere, l’ago della bilancia pende sempre più verso quest’ultimo. Oggi più che mai conta apparire, non essere. Quell’essere “più buoni e un po’ meno egoisti” è un ricordo lontano, sfumato, sfocato. Il Natale moderno con l’albero, i regali, Babbo Natale, i buoni sentimenti e i biglietti d’auguri sono un’invenzione anglosassone, d’epoca vittoriana, e il suo principale interprete fu uno dei più grandi romanzieri dell’Ottocento, Charles Dickens. In “Canto di Natale”, suo malgrado, lo scrittore inglese inventò gran parte della mitologia che, oggi, costituisce la tradizione natalizia: il pranzo, la famiglia, le vacanze, la neve, i regali, la beneficenza, i canti, i dolci e addirittura il vin brulé. Tutto, o quasi: mancano il panettone o il pandoro e, data l’epoca, l’alluvione tecnologica di messaggi ed e-mail, tutte uguali, replicate all’infinito. Con quel libro – che racconta della fantastica storia dell’avarissimo Scrooge che diventa generoso, dopo la visita di tre spettri proprio durante la notte di Natale – pubblicato il 18 dicembre 1843 e che vendette seimila copie nella prima settimana (per l’epoca, un bestseller), Dickens mise in fila i “nuovi valori” che questa festività intendesa rappresentare: la famiglia riunita, lo spirito di carità che biasima l’ingiustizia sociale e la povertà, descrivendo a suo modo quell’Inghilterra rurale dell’epoca destinata a fare da sfondo alle cartoline di auguri con i teneri e dolci paesaggi innevati. Quelle cartoline fecero la loro comparsa nello stesso anno a Londra, quando un uomo d’affari, Henry Cole, incominciò a venderle in un negozio d’arte nella centralissima Bond Street. Si fa risalire a questo momento la nascita di quel Natale “moderno” che, poi, l’evoluzione consumistica ha adattato, necessariamente, ai tempi. Eppure, nel corso dei secoli dell’era cristiana, il Natale, perché festa che sottolinea un mistero centrale del cristianesimo, quello di un Dio che si fa uomo, ha ispirato, e non poteva che essere così, tutta una serie di testi letterari: dall’innografia liturgica alla poesia, fino alla narrativa. Si è scritto molto sulle giornate in cui Gesù nasce per salvare il mondo. E molto si è scritto sull’inverno e sulla neve. Uno dei più grandi autori del secolo scorso, Mario Rigoni Stern, amava molto l’inverno. Diceva che è il momento delle riflessioni della vecchiaia e anche la gioia dei bambini che, quando arriva la prima neve, con la bocca aperta guardando il cielo, s’impegnano a raccogliere i fiocchi che scendono. L’inverno è anche una tavola grande, dove si sta in tanti e un fuoco che brucia per scaldare. È la stagione fatta per leggere, per le capriole, le corse nella neve, il freddo, il gelo e il Natale. C’era, c’è nelle memorie e nei libri di Mario tanta saggezza. Proviamo a seguirlo nelle sue riflessioni: “Cerchiamo di liberarci dai nostri condizionamenti e riconquistiamo ciò che ci fa rivedere le stelle e non solo in senso metaforico. Ricordo una notte in Germania, era inverno: che meraviglia! Che silenzio! Un cielo pieno di stelle! Si erano spente tutte le luci e sembrava d’essere tornati indietro non di cinquant’anni, ma di settanta-ottanta. Nella vostra vita vi auguro almeno un blackout in una notte limpida!”. Un cielo stellato consente, non soltanto nel periodo di Natale, di sognare un mondo diverso, non facilmente raggiungibile, ma certo più autentico, più giusto, più desiderabile. Vincent Van Gogh, mentre realizzava i suoi incredibili cieli stellati di oro, attraversati da vortici e controvortici cadenti, scriveva: “Se prendiamo il treno per andare a Tarascon o a Rouen, possiamo prendere la morte per andare in una stella”, una stella raggiungibile soltanto attraverso il sogno o la morte che del sogno è sorella maggiore, la grande alleata di chi è stanco.Ed è una stella, la sua stella, personalissima e lontana, che il Piccolo Principe di Antoine de Saint Exupery vuole raggiungere, a qualunque costo, perché solo lassù potrà essere felice, perché solo da lassù potrà regalare al protagonista sonagli di stelle, stelle che sanno ridere. Il Natale non è solo quello delle luci colorate, ma una festa più intima, raccolta, capace di stupire e far riflettere, persino di toccare il cuore. Forse, al netto della bramosia dell’avere e dell’apparire, è questo il Natale più vero, quello che amiamo e rimpiangiamo al tempo stesso, anche se fingiamo che non sia così, per non sentirci fuori dalla realtà attuale, anche se fatichiamo ad ammetterlo persino a noi stessi.