redazione il torinese

Giuramento alla Cernaia

Sabato 22 giugno, dalle ore 10.30, nella caserma ‘Cernaia’ , 397 allievi ed allieve carabinieri del 138° corso riceveranno gli alamari e giureranno fedeltà alla Repubblica. Il corso è intitolato al carabiniere medaglia d’oro al valoro militare ‘alla memoria’ Vittorio Marandola, fucilato il 22 agosto 1944 dai nazi- fascisti a Fiesole, a cui si era consegnato per salvare la vita di 10 ostaggi catturati per azione di rappresaglia. Nel corso della cerimonia, cui presenzierà il comandante della Legione allievi carabinieri di Roma, generale di brigata Michele Sirimarco, sarà anche celebrata la ‘Giornata delle medaglie d’oro al valor militare’.

(foto: il Torinese)

 

M.Iar.

La “sinistra al caviale”

Che il centro sinistra, in Italia, vada ricostruito dalle fondamenta e’ un dato che ormai non fa neanche più notizia. Che sia politicamente tramontata la cosiddetta “vocazione maggioritaria” del Partito democratico e’ un dato altrettanto indiscutibile. Che sia necessario, in un sistema fortemente proporzionale, rideclinare la “cultura delle alleanze” per competere ed eventualmente vincere le elezioni e’ un aspetto da cui non si può più prescindere. Ora, per affrontare seriamente questa situazione, va rimessa in campo una coalizione credibile, seria, plurale e di governo. Una coalizione che, però, non può più essere decisa e pianificata a tavolino. Come pensano in modo un po’ surreale Calenda e il neo segretario del Pd Zingaretti. La concezione gramsciana dell’egemonia non è pertinente con la fase storica che stiamo vivendo e i partiti o i movimenti che fanno parte della potenziale alleanza non possono essere decisi dall’alto. Innanzitutto perché sarebbe un’operazione politicamente ed elettoralmente fallimentare e, in secondo luogo, perché una coalizione e’ tale se rappresenta realmente pezzi di società veri, interessi sociali riconoscibili e valori culturali vissuti e radicati. L’esatto contrario di operazioni aristocratiche ed elitarie decise e pianificate dall’alto. Ora, se da un lato e’ necessario aprire realmente il cantiere politico, culturale e programmatico della futura coalizione facendo sì che la sinistra ritorni a fare la sinistra e il centro a fare il centro, c’è un nodo antico che continua a non essere sciolto. O meglio, molti ne sono a conoscenza, ma fingono di non saperlo. Mi riferisco, per citarlo con parole ormai collaudate, alla presenza della cosiddetta “sinistra al caviale”. Al netto della polemica politica e del disprezzo verso tutto ciò che è riconducibile alla sinistra o al mondo progressista, e’ indubbio che da troppo tempo nel nostro paese alcuni “maitre a penser” della sinistra italiana trasmettono, forse anche inconsapevolmente, un messaggio elitario, aristocratico, alto borghese che si identifica con un “ceto sociale” radicalmente estraneo ed esterno a tutto ciò che può essere riconducibile, anche solo vagamente, ai ceti popolari, ai loro bisogni, alle loro esigenze e alle loro aspettative. Anche qui, lo sanno tutti ormai, i bisogni e le aspettative dei ceti marginali, periferici, più poveri e meno tutelati sono intercettati e rappresentati da altri. Ieri l’altro addirittura da Berlusconi, ieri dai 5 stelle e oggi in massa dalla Lega di Matteo Salvini. Del resto, ci sarà pure un perché se questi bisogni popolari ed interessi sociali non guardano più a sinistra neanche con il binocolo. Ed è proprio su questo versante che si inserisce il dibattito sulla “sinistra al caviale” o, per dirla con un linguaggio ancor più attuale, sulla “sinistra da Ztl”, quella dei centri storici e del centro delle grandi città. Come, puntualmente si è verificato nelle ultime elezioni europee ed amministrative. Ed allora sorge, in modo quasi spontaneo, una domanda molto secca: ma perché la sinistra italiana continua a fidarsi ciecamente degli esponenti – noti a tutti, senza neanche il bisogno di fare nomi e cognomi – riconducibili alla cosiddetta “sinistra al caviale”? È così difficile arrivare alla conclusione che quando i punti di riferimento più popolari e noti della sinistra sono ricchi milionari ed espressione degli interessi alto borghesi con stili di vita che solo una porzione ridottissima di italiani può permettersi, dicono poco o nulla ai ceti popolari e ai loro bisogni che si vorrebbe rappresentare? E, di conseguenza e come ovvio, proprio quei ceti e quegli interessi sociali guardano altrove e votano, in massa, partiti e movimenti che con la sinistra non hanno più nulla con cui spartire. Forse ha ragione Massimo D’Alema quando, con la consueta chiarezza ed efficacia argomentativa, individua nella “rottura sentimentale” la ragione decisiva della crisi della sinistra nei luoghi più popolari della società italiana e la difficoltà, di conseguenza, nel rappresentarli politicamente e culturalmente. Sotto questo versante, sarebbe auspicabile che anche il neo segretario del Pd non fingesse di non sapere che questo problema e’ tuttora sul tappeto e che prima o poi dovrà essere affrontato. Perché con questi “testimonial” alto borghesi, elitari ed aristocratici difficilmente si incrementano i consensi tra i ceti popolari. Perché questo, alla fine, è un problema che riguarda l’identità e il ruolo della sinistra nella società italiana ma è anche, e soprattutto, un problema che riguarda l’intera coalizione di centro sinistra. Non capirlo significa regalare un vasto consenso elettorale e politico agli avversari da un lato e pensare veramente che, dall’altro, questi “testimonial” sono i migliori rappresentanti dell’attuale sinistra italiana. Con tanti saluti, però, ai ceti popolari, ai più disagiati, agli “ultimi” e a tutti coloro che nelle pubbliche occasioni si blatera di rappresentare e di farsi carico delle loro esigenze e dei loro problemi.

 

Giorgio Merlo

Ferma la volante della polizia e spintona gli agenti

Un cittadino gambiano ha bloccato la strada alla voltante in servizio di controllo del territorio in via Montanaro. Fermatosi in mezzo alla carreggiata, ha impedito all’auto di proseguire la marcia, insultando i poliziotti con atteggiamento intimidatorio e provocatorio, senza che vi fosse alcuna ragione. Gli agenti del Commissariato Barriera Milano sono scesi dall’auto per indentificare l’uomo che ha continuato a minacciare i poliziotti fino a spintonarli per guadagnarsi la fuga. Ne è seguita una breve colluttazione; per fermare l’uomo, che si divincolava, un agente è rimasto contuso ad una mano e un ginocchio. Lo straniero, un cittadino del Gambia di 19 anni con protezione internazionale, è stato arrestato per minaccia, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale.A seguito di accertamenti è emerso che lo straniero aveva diversi precedenti di polizia ed era inottemperante all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.Sono in corso valutazioni circa i successivi provvedimenti da adottare con riferimento alla posizione giuridica dello straniero sul territorio nazionale.

Giugno, i caravaggisti e una statua

Giugno è mese di vacanze, i ragazzi finiscono la scuola, i bambini lasciano l’asilo, la classe lavoratrice chiede ferie al datore di lavoro, oppure è cacciata in ferie per obbligo di legge, alcuni prenotano per una vacanza, altri hanno la villeggiatura assicurata -seppur accontentandosi di andare a casa di amici o adattandosi a casa dei parenti– a qualcuno delle vacanze non importa un fico, infatti ha intenzione di risparmiare per comprarsi un nuovo mega televisore galattico, dopo aver pagato le bollette e tutto il resto, per trovare il coraggio prossimamente di invitare la vicina di casa che è supercarina. A giugno qualcuno altro d’altra parte ha da poco iniziato la stagione lavorativa e naturalmente spera di avere tanto da fare per guadagnare abbastanza nel mentre, per così dire, bada alle ferie degli altri. Per quanto riguarda l’estate quell’uno si concede, nel mentre ramazza delle cicche per terra o asciuga l’alone di un bicchiere, si concede dicevamo di cogliere la spensieratezza di una coppia che si attarda ad un tavolino; alle vacanze lui ci penserà in inverno. Sia che siate tra quelli che sono andati in vacanza e dunque sono lontani dalla bella Torino, sia che siate in procinto di progettare un’uscita lontano dalla vostra città e siate sull’idea di mettere la petite Paris tra le vostre mete, sia che abbiate intenzione di tornare immediatamente a Torino perché “Torino è Torino e nessun altrove”, sia che ora siate fuori e non volete tornare mai più perché avete beccato un posto di mare con l’acqua cristallina, in ogni caso fate un salto con la mente o di persona alla Fontana dei Dodici Mesi inaugurata nel lontano 1898, presso l’incantevole parco del Valentino. Nella rubrica mensile che oggi vi presento, vedremo le dodici statue che compongono la Fontana in concomitanza con almeno una decina di correnti artistiche. Iniziamo da giugno e parliamo dei Caravaggisti, dando così il benvenuto alla stagione estiva che come di solito nell’emisfero boreale sarà caldissima, torrida stando alla tendenza degli ultimi anni. Durante la prossima estate la Terra si troverà, come di solito da che esiste, nel perielio più lontano dall’astro che ci dà la vita, il Sole. Il nostro pianeta sarà più lontano dal Sole, ma l’inclinazione dell’asse di rivoluzione è tale da fare in modo che l’emisfero nord riceva i raggi solari con un certo angolo acuto, un angolo da cui desumiamo che i raggi penetrano quasi perpendicolarmente e perciò sono più diretti e quindi più forti, un po’ come quando alla scrivania, stendendo un foglio sotto la luce della lampada, vediamo più chiaramente e più distintamente che non tenendolo a fianco della luce. Questo esempio del foglio e della scrivania non è dei più calzanti, pensiamo piuttosto alla fontana del Valentino. Tutti sono invitati ad andare a vedere di persona: la statua del mese di giugno è come per le altre allegorie dei dodici mesi, una statua femminile. Giugno tiene alla sua destra una copiosa balza di stoffa che sta rigida dal grembo alla spalla e che sembrerebbe essere della stessa stoffa della lunga gonna, quasi tenesse riposto a mo’ di involto qualcosa, forse un attrezzo per lavorare nei campi. La statua femminile ha tra le mani spighe di grano, porta capelli corti a differenza della maggior parte delle altre statue e infine incede con la gamba destra, calzata di un sandalo che ricorda i coturni mentre la gamba sinistra non si vede del tutto, probabilmente avvolta tra le pieghe della veste. La donna della statua tiene lo sguardo a terra, a segno, come chi ha molta strada da fare. La statua rappresenta un momento di torsione e di accoglienza. Per nessun vero buon motivo pensiamo dunque ai Caravaggisti, la corrente artistica che segue dai chiaroscuri di Michelangelo Merisi noto con il nome di Caravaggio per la sua città natale. Artista che davvero rivoluzionò la pittura e che segna un limite, una svolta, per il quale si può parlare di un vero e proprio cambio di rotta. Geniale, tribolatissimo, inquieto eppur così reale da fermare lo scorrere del tempo nelle sue tele. Ricordiamo tra i Caravaggisti italiani la pittrice nata l’8 luglio 1593 e morta il 31 gennaio 1654 Artemisia Lomi Gentileschi, oltre a Orazio suo padre e a Giulio Gentileschi (fratello). L’uso del chiaroscuro è tipico dei Caravaggisti, è possibile riconoscerli perché nell’immagine rappresentata in un qualsiasi quadro realizzato da questi pittori, la luce è ragionata, ovvero vi è un punto da cui la luce proviene e dunque le figure sono chiaroscurate tenendo in considerazione quali sono le parti su cui la luce si appoggia. L’angolo di inclinazione della luce è altrettanto importante; inoltre le parti che restano a buio oppure sono coperte dall’ombra che, per esempio, un corpo getta su di un altro, sono raffigurate fedelmente secondo il modo in cui le vedremmo in realtà. Se vi piace questa rubrica in dieci uscite, restate con iltorinese.it e andate a visitare la spendida fontana al parco del Valentino, a luglio si parlerà ancora della Fontana dei Dodici Mesi e possibilmente dello stile Liberty!

 

Elettra -ellie- Nicodemi

 

      

Legambiente scrive alla nuova Giunta regionale

Con una lettera Legambiente augura buon lavoro al neo presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e all’intera Giunta regionale: “Disponibili al confronto e collaborazione”

“Ci auguriamo che le grandi questioni ambientali siano al centro dell’impegno della Regione Piemonte per i prossimi anni, consapevoli del fatto che la sfida ai cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni di CO2 sono le grandi questioni che vanno affrontate a livello globale, partendo però da azioni territoriali”. Con queste parole Fabio Dovana, presidente di Legambiente e Valle d’Aosta, augura buon lavoro al neo presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e all’intera Giunta regionale. “Siamo disponibili fin da subito al confronto e alla collaborazione. L’adattamento ai cambiamenti climatici è la vera grande sfida del tempo in cui viviamo. Per vincerla, dobbiamo rendere le nostre città più resilienti e sicure, cogliendo l’opportunità di farle diventare anche più vivibili e belle. E’ necessario prendere consapevolezza dei limiti che la natura ci impone e trovare in questi la chiave di volta per un diverso modello di sviluppo, dare gambe e concretezza a questo percorso. La proposta ambientalista è un contributo concreto per uscire dalla crisi economica, per creare lavoro in un’economia a basse emissioni di CO2, per ricostruire un Paese nella legalità e in un nuovo spirito etico. Siamo convinti che le politiche ambientali siano da considerarsi in modo sistemico rispetto ai temi dell’integrazione, della lotta alle povertà e alle mafie, delle politiche giovanili e del lavoro, dello sviluppo economico e culturale. Sono tanti i temi di cui Legambiente si occupa e di cui speriamo di avere presto occasione di confronto e per questo Le chiediamo disponibilità per un incontro, insieme agli Assessori con competenze sui temi ambientali”.

Nel corso della campagna elettorale Legambiente aveva proposto ai candidati presidenti e consiglieri per la Regione Piemonte 30 domande-impegni chiave in campo ambientale. Un documento a cui il neo presidente Cirio aveva rispostotema per tema: https://bit.ly/31ETy6z

Domenica di musica e delizie al Balon

Per il primo anno la Festa della Musica Torino integra un quartiere vibrante di energia e attivissimo dal punto di vista artistico e musicale: il BALON
Nelle vie del borgo vivremo un caleidoscopio di suoni, musica e colori attraverso i concerti della Festa della Musica. Una domenica musicale tra band, dj set e accademie musicali che suoneranno ad ogni angolo di Borgo Dora a partire dalle h. 11 fino alle 23. Non mancherà la caratteristica fondamentale del borgo, l’apertura delle botteghe storiche e un mercatino del vintage con oltre 100 espositori in collaborazione con straMERCATINO. Esposizioni e mostre d’arte a cura di Go Art Factory con esibizioni di pittura live sulle pareti del Balon dedicate alla Festa della Musica. In collaborazione con FederEventi Piemonte sarà presente anche  lo street food con specialità tipiche regionali e birre artigianali piemontesi si potranno gustare  
Birre artigianali 
Bombette pugliesi 
Gnocco fritto 
Piadine
Arrosticini 
Panini
Calzoni
Zeppole salate 
Bomboloni
Cannoli siciliani
Pesce fritto
L’estate non poteva partire nel modo migliore in una giornata che riporterà la notte bianca al Balon.

Fondi europei: usarli bene, usarli tutti

La partecipazione alla riunione annuale del Comitato di sorveglianza dei programmi operativi del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo, svoltosi il 18 giugno nel Museo del Risorgimento di Torino e di cui fanno parte i rappresentanti della Commissione Ue, delle autorità nazionali, regionali e locali e delle parti economiche e sociali, ha offerto al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, l’occasione per puntualizzare alcune convinzioni sull’utilizzo delle risorse provenienti dall’Unione Europea. Erano presenti anche gli assessori regionali Andrea Tronzano, Elena Chiorino e Matteo Marnati. “Ho voluto presiedere personalmente questo incontro – ha sottolineato Cirio – perché rappresenta l’appuntamento più importante per valutare lo stato di attuazione dei fondi Ue e il conseguimento degli obiettivi fissati dall’Europa”. Dopo aver preso atto che “finora il Piemonte ha ottenuto risultati positivi in molti settori ed è in linea con le Regioni italiane, ma non è nella media delle Regioni europee”, ha voluto alzare l’asticella: “Occorre provare a risalire la classifica con l’impegno di tutti. Il nostro obiettivo devono essere la Baviera, la Rhone Alpes e il Baden Wuttenberg”. In questa direzione il presidente Cirio ha lanciato una sfida: “Cambiare marcia ed essere più veloci nella capacità di spesa. Dal 2020 dovremo essere più attivi e protagonisti nella programmazione delle risorse, individuando strategie capaci di fare dei nuovi fondi i propulsori dello sviluppo del Piemonte. A tale scopo è necessario condividere una visione di insieme con gli enti locali e le parti sociali. Programmare bene tutti insieme le prossime risorse è fondamentale, perché se il Piemonte si mostrerà serio con Bruxelles riuscirà a ottenere maggiori risultati”. Sui programmi attualmente in vigore “è necessario – ha rimarcato Cirio – avere una linea di demarcazione su quanto speso finora, su quanto impegnato ma non speso, e sulle risorse ancora disponibili, in modo da utilizzare bene i soldi rimasti in modo da verificare la possibilità di rimodularle in base alle esigenze e le priorità attuali del Piemonte. Il 27 giugno sarò a Bruxelles per incontrare le direzioni competenti e discutere proprio di questo”.

I concerti di Flowers Festival

Anche quest’anno Flowers Festival – da giovedì 27 giugno a sabato 20 luglio, nel Cortile della Lavanderia a Vapore nel Parco della Certosa di Collegno (To) – offre una serie di eventi unici con i migliori artisti della scena italiana e internazionale

 Cinque concerti che a cui sarà possibile assistere solo al festival di Collegno (To): Olafur Arnalds (28 Giugno), Jack Savoretti (5 Luglio), Ezio Bosso & Europe Philharmonic Orchestra (11 Luglio), Giuseppe Cederna + Willy Mertz + Clg Ensemble (14 Luglio), Joan Baez (19 Luglio).

 

Il titolo dell’edizione di quest’anno, “Building a new society”, è stato suggerito dal luogo in cui si svolge il Festival ovvero il Cortile della Lavanderia del più grande e celebre manicomio italiano, quello di CollegnoFranco Basaglia, chiudendolo insieme alle altre strutture manicomiali italiane, distrusse nei fatti quei luoghi creati dalla nuova società ottocentesca per la segregazione di soggetti non utili alla sua costruzione nei canoni etico/economici, quali folli, derelitti e soggetti marginali.

Il Festival intende quindi superare la sua dimensione di spettacolo e intrattenimento e, nei suoi limiti, vuole contribuire al dibattito sulle trasformazioni sociali che sta attraversando tutti i settori del nostro vivere quotidiano proponendo artisti che si stanno interrogando nella propria opera su come costruire una nuova società, su quali valori farlo, percorrendo quali strade in futuro e quali sono state percorse in passato.

Ecco quindi che sul palco del Cortile della Lavanderia a Vapore del Parco della Certosa di Collegno (To) si potrà assistere all’odierna scena musicale e alle sue risposte relative alla necessità di avviare la costruzione di una nuova società.

Un nuovo modello per servizi, dati e informazione  

Torino, mercoledì 26 giugno 2019, ore 10  Auditorium Vivaldi, Biblioteca Nazionale Universitaria – piazza Carlo Alberto 5a

La profonda trasformazione sociale e digitale che stiamo vivendo fa affiorare l’esigenza di un nuovo modello di fiducia, digitale e distribuito, che può stravolgere il nostro modo consueto di interagire con la società, le aziende e le istituzioni. Fiducia è la parola chiave che rende possibili connessioni tra soggetti oggi separati da barriere territoriali, amministrative e di settore.  In questo nuovo modello, le istituzioni dovranno assumere un ruolo inedito a garanzia di qualità, affidabilità e autorevolezza dei servizi forniti da tutti, mentre utenti, dispositivi, applicazioni e dati si sposteranno sempre più al di fuori della zona di controllo diretto. Tecnologie come la blockchain si candidano come soluzioni ideali per concretizzare nuovi scenari basati sulla fiducia digitale.

In apertura dei lavori interverranno: 

Laura Castelli Viceministro dell’Economia e delle Finanze
Paola Pisano Assessora all’Innovazione Città di Torino
Pietro Pacini Direttore Generale CSI Piemonte
Mario Manzo Vice Presidente Esecutivo Fondazione Torino Wireless
Alberto Sinigaglia Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte

Caos maltempo: un morto, autostrada e palazzo in bilico

È morto il 65enne disperso nelle scorse ore nei boschi a monte della frazione Vignassa di Villarfocchiardo Le unità cinofile del soccorso alpino hanno segnalato il corpo vicino al torrente a monte della borgata, in una zona interessata dai temporali. Intanto i sensori di sicurezza registrano rischi di stabilità dell’Autostrada Torino-Aosta nei pressi di Quincinetto. A Torino un palazzo di corso Vigevano, a causa delle infiltrazioni d’acqua è pericolante, ma una settantina di abitanti rifiuta di lasciare i propri alloggi.