redazione il torinese

Ladri gentiluomini, befane e (affettuosamente) gli altri

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

 

Parafrasando nel titolo il buon vecchio e insostituibile Sautet, vogliamo riconsiderare quel che s’è (abbiamo) visto sugli schermi natalizi e magari in questo inizio d’anno? Sulla cima più alta metteremmo senza ripensamenti il Pawlikowski di Cold War, premiato a Cannes, in un perfetto bianco e nero tutto carezze di luci e ombre, un omaggio del regista ai suoi genitori, una storia d’amore che ha inizio nella Polonia degli anni Cinquanta vittima del grigiore quotidiano dell’occupazione sovietica, una voglia di libertà e di realizzazione, la fuga di lui verso l’Occidente mentre lei non ha il coraggio di seguirlo. Si rincontreranno nella Parigi della musica e del’arte, con nuove relazioni ma consapevoli che molto di un antico amore sia rimasto, magari più vivo di un tempo: e allo stesso tempo ancora instabile, tempestoso, osteggiato sempre da qualche ostacolo, politico o psicologico che sia. La bellezza dei personaggi, in special modo quello femminile, il racconto che attraversa anni cruciali della Storia, gli sguardi e le incertezze e il ritrovarsi, a tutto il regista offre uno sguardo lucido e appassionato, coinvolgente, senza azioni o parole di troppo.

Il fascino, pur su di tutt’altro livello, resta per quel che s’è detto il canto del cigno di Robert Redford, dal momento che l’interprete dei Tre giorni del Condor pare proprio che con questo crepuscolare Old man & the gun voglia smettere di mostrare sullo schermo il suo viso ormai senilmente occupato da una bella ragnatela di rughe. Continuerà a stare dietro la macchina da presa e porterà ancora avanti quel festival di Sundance, che dirige da quarant’anni. Per l’ultima prova, calato in quelle atmosfere e in quelle ballate che a Hollywood andavano di moda negli anni Settanta e Ottanta, è Forrest Tucker, realissimo personaggio noto alle cronache – il film ha le basi su un articolo di David Grann, pubblicato nel 2003 nel New Yorker -, svaligiatore seriale dai modi ineffabili, vero ladro gentiluomo, ancora pieno di fascino, cui basta lasciar intravedere alle vittime la propria pistola perché gli riempiano la borsa di dollari. È quasi un gioco, un passatempo che un altro della sua età se ne andrebbe all’osteria a farsi un goccetto (“Non si tratta di guadagnarsi da vivere, si tratta di vivere”), un’attività sacrosanta da portare avanti con un paio di amici (Danny Glover e Tom Waits, redivivi), un’occasione che ti ha reso vivo in passato, anche la fuga da San Quintino è stato un bel diversivo, e che continua a farlo, aggiungendosi al tutto l’incontro con una gentile signora (Sissy Spacek, uno dei volti belli di un “vecchio” cinema) che non fa troppe domande e che davanti ad un piccolo gioiello e al tentativo di lui di svignarsela senza pagare il conto mette sul banco la sua normale dose di onestà. Sull’intero gruppetto veglia il poliziotto Casey Affleck, in giusta posizione come sempre, avvilito e forse senza più uno straccio di ideale, cui le gesta di Tucker ridanno fervore, il desiderio di rimettersi in gioco, instaurandosi un rapporto di dipendenza reciproca che è il sale primo del film. Il ritmo del racconto, le rughe, il passo spigoloso e rallentato, il lato sentimentale, l’ironia, gli sguardi gentili, le corse in mezzo ai campi durante le fughe, tutto questo il regista David Lowery maneggia con cura, rendendoci anche il “divertimento” dei tanti spezzoni della vita di questo “bandito”. E Redford ancora una volta (proprio l’ultima?) è lì, sullo schermo, a raccontarci un pezzo d’America.

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Julian Schnabel, pittore oltre che regista, affrontando il disordine e l’infelicità continua della vita di Vincent van Gogh, impagina un film che sarà un piccolo gioiello per gli amanti dell’arte. Sia sotto il punto di vista tecnico, attraversando gli spazi del sud della Francia cari al pittore con la macchina a mano, instancabilmente, in un rincorrersi d’immagini sfrenate che non lasciano sosta, di pienissimo movimento, che un effetto flou nella parte sottostante dello schermo in gran parte virato al giallo, come a sottolineare i difetti dell’occhio dell’artista. Sia narrativamente, concentrandosi sulle ultime tappe di una vita, tra Arles e Auvers-sur-Oise o tra le mura dell’ospedale di Saint Remy, la necessità di ritrarre la natura e il desiderio continuo di immergersi in essa, il rapporto pieno di conflitti con Gauguin, l’affetto che lo legava al fratello Theo, mercante d’arte e unico a sostenerlo e a tentare di dare un valore alla sua arte, i segni della malattia, la morte qui presentata in modo inaspettato, tralasciata l’idea del suicidio per abbracciare quella proposta pochi anni fa da due studiosi americani secondo cui un paio di ragazzi avrebbero accidentalmente ferito van Gogh mentre stava dipingendo all’aperto ed egli, già prostrato fisicamente e in piena depressione nonché ben consapevole di quanto potesse loro succedere, non li accusò di nulla, lasciando intendere la sua piena responsabilità nell’accaduto. Al centro della vicenda il viso scavato di Willem Dafoe e il suo corpo, magrissimo, anch’essi immagine della disperazione dell’artista, spesso pienamente sovrapponibili a quella che i tanti autoritratti ci hanno tramandato.

Quelli che furono fan di Julie Andrews e della sua tata saranno certo stati delusi dal Ritorno di Mary Poppins, una copia sbiadita dell’originale, non tanto per colpa della nuova Emily Blunt, quanto piuttosto per una sceneggiatura che mette in un panorama di commozione la vicenda dei tre ragazzini orfani di madre, che non ha trovate maggiormente spiritose per la rediviva Mary con il rischio anzi di metterla in secondo piano, che immette i personaggi in un mondo di cartoni troppo stiracchiato e fuori misura, che affida il lampionaio ad un Lin-Manuel Miranda per noi pressoché sconosciuto, non certo con il divertimento che si portava dietro un Dick Van Dyke, qui relegato in un divertentissimo cameo.

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Su ben altro versante, delude pure Vice, ovvero gli aspetti peggiori della vita e della carriera di Dick Cheney, estremamente irritante per l’unilateralità della visione politica (gli anni universitari del protagonista certo non splendidi e rassicuranti, lo stupido ritratto che si è ricavato di Bush jr, la corte dei presidenti repubblicani e l’arrivismo vampiresco che sembra troneggiare soltanto da quelle parti, il medesimo gioco visto nel privato ad opera della consorte Lynne, interpretata da una Amy Adams in stato di grazia) come per le manie registiche di Adam McKay (virtuosismi che sono tutt’altro, come il narratore buttato nel film senza criterio, quelli che dovrebbero essere i titoli di coda fatti scorrere a metà della vicenda, il pistolotto finale del protagonista, certe scenette costruite come un teatrino dei pupi). Christian Bale, straripante nei venti chili aggiunti per raggiungere la stazza dell’interessato ha già vinto un Golden Globe ma ha dato prove ben migliori.

Come delude Mario Martone per Capri-Revolution, ovvero la presa di coscienza, prima che scoppi il primo conflitto mondiale, della povera Lucia, che non ha fatto altro che accudire alle sue capre tra il roccioso terreno dell’isola del golfo. Si accorge che il mondo può andare in maniera diversa e a lei è possibile uscire dai propri confini dinanzi ad un gruppo hippie ante litteram, corpi nudi e idee nuove, una sorta di Sessantotto tutto luci e profumo di limoni: mentre ogni scena difetta di approfondimenti e noi rimpiangiamo i patrioti di Noi credevamo e Leopardi.

Ma la ciliegina delle feste la possiamo considerare La Befana vien di notte di Michele Soavi, dove la maestrina Paola della Cortellesi (mai così forzatamente spaesata) come ogni italiano che si rispetti tiene un doppio lavoro, quello della vecchina dal naso adunco appunto, qui obbligata a sfuggire al rapimento che in epoca di maggior andare e venire a cavallo della scopa le prepara un antico allievo (le sarà d’aiuto un gruppetto interraziale di pargoli scatenatissimi al bisogno). Siamo dalle parti della favoletta condita di un leggero spirito horror: ma il male non è quel pizzico di paura che può stringere alla gola le nuove generazioni, il male è la mancanza di una sceneggiatura, di quelle sagge, e non soltanto rimpinzata di trovatine già viste e riviste per farci toccare con mano “come viviamo oggi”. Se poi si considera il secondo posto negli incassi dell’insulsa storiellina, credo che qualche domanda ce la dovremmo porre.

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Nelle immagini grandi, nell’ordine scene tratte da “Old man & the gun”, “Van Gogh”, “Vice” e “Capri-Revolution”

Bomba della seconda guerra mondiale scoperta nel Po

AGGIORNAMENTO  9 GENNAIO 2019 

Nel pomeriggio di martedì 8 gennaio, si è tenuta nella Prefettura di Alessandria una riunione di coordinamento relativa alla messa in sicurezza e alla disattivazione di un ordigno risalente alla seconda guerra mondiale rinvenuto il 7 gennaio, nell’alveo del Fiume Po, nelle immediate vicinanze del ponte ferroviario e stradale di Valenza, durante lavori di pulizia del manufatto. All’incontro erano presenti, oltre ai Dirigenti della Prefettura, il Sindaco di Valenza accompagnato dai Tecnici comunali e dal Comandante la Polizia Locale, i Rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale, del 32° Reggimento Guastatori di Torino, delle Forze di Polizia territoriali, della Polizia Ferroviaria, dei Vigili del Fuoco, dell’Agenzia Interregionale per il Fiume Po (AIPO), della Croce Rossa Italiana (CRI) e di Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Durante la riunione è stata decisa l’immediata messa in sicurezza dell’ordigno a cura degli Artificieri dell’Esercito ed è stato programmato l’intervento di disattivazione, che comporterà la necessità di evacuare una zona di 600 metri intorno ai luoghi di rinvenimento e di disattivazione e di ordinare il riparo al chiuso in un’ulteriore zona compresa entro il perimetro di 1.800 metri dai predetti luoghi, oltre alla sospensione della circolazione stradale e ferroviaria nei tratti interessati e al relativo divieto di sorvolo. Al fine di provocare il minor disagio possibile per la cittadinanza, è stata valutata la possibilità di eseguire l’intervento in un giorno festivo. I dettagli dell’operazione verranno messi a punto in un’ulteriore riunione che si terrà all’inizio della prossima settimana, alla quale verranno invitati anche il Comune di Bozzole e gli Enti della provincia di Pavia confinanti con l’area interessata dalle operazioni.

Massimo Iaretti

 

 

8 GENNAIO 2019  La seconda guerra mondiale non è mai finita, neanche oggi a distanza di 74 anni. Un ordigno inesploso, di 1000 libbre, probabilmente di fabbricazione americana, risalente alla Seconda Guerra Mondiale e destinato alla distruzione del ponte che collega la città di Valenza con la sponda lombarda è stato rinvenuto, nella giornata del 7 gennaio, nel Po, da operai impegnati in opere di manutenzione dell’alveo del fiume. L’area dove è presente il manufatto bellico è stata subito isolata, in attesa che siano coordinate le operazioni di rimozione e brillamento, coordinate da una squadra specializzata di artificieri immediatamente giunta sul posto. L’equipe di esperti arrivata a Valenza ha lavorato fino alla tarda serata di del 7 gennaio per studiare la situazione ed esaminare le possibili soluzioni ed il sindaco Gianluca Barbero ha effettuato un sopralluogo sul posto. Gli esperti valuteranno nelle prossime ore se far esplodere l’ordigno sul posto o trasportarlo in speciali contenitori di sicurezza, in una zona protetta. L’area è attualmente presidiata dalle forze dell’ordine e la circolazione dei veicoli e quella ferroviaria sul ponte sono regolari.

Massimo Iaretti

 

(Nelle foto dall’archivio del Torinese la scoperta, la scorsa estate,  di una bomba aerea inesplosa nei pressi del Lingotto di Torino)

 

Bus Gtt in fiamme, interrogazione di Cassiani (Pd)

“Nella seduta del Consiglio regionale di oggi ho interrogato l’Assessore ai Trasporti Francesco Balocco per sapere come l’Amministrazione regionale intenda attivarsi, per quanto di propria competenza, per evitare all’utenza e agli autisti della Gtt di incorrere in situazioni di forte pericolo provocate dallo sviluppo di incendi dei bus causati dai guasti elettrici che si verificano nella parte posteriore dei mezzi, in corrispondenza dei vani motore” ha spiegato il Consigliere regionale del Partito Democratico Luca Cassiani. “E’ da molto tempo, infatti, che si verificano gravi episodi di autocombustione dei mezzi Gtt e si è evitato il peggio solo grazie ad interventi tempestivi degli autisti dei bus e dei vigili del fuoco” ha proseguito Cassiani “Con la ripresa delle attività dopo la pausa natalizia e il conseguente aumento dei passeggeri ritengo che sia quanto mai urgente assicurare controlli molto accurati, ma, purtroppo, ho appreso che le officine Gtt adibite a tali compiti risulterebbero, da circa un anno, in forte affanno per la carenza del personale, e la procedura di assunzione di 43 nuovi addetti risulta ad oggi bloccata, fatti che aumentano la preoccupazione” ha affermato Luca Cassiani. “L’Assessore Balocco, rispondendo alla mia interrogazione – ha concluso Cassiani – ha spiegato che l’obiettivo della Giunta regionale è quello di migliorare i servizi, rinnovare e potenziare il materiale rotabile e sono stati destinati 45,2 milioni di euro all’Agenzia per la Mobilità Piemontese allo scopo di sostituire gli autobus più vecchi. GTT, come ogni azienda impegnata nell’erogazione di servizi di trasporto pubblico locale, beneficerà di contributi regionali a fronte di investimenti per l’avvicendamento degli autobus che devono essere sostituiti. Le procedure di appalto del gennaio e dell’aprile 2018 relative alla fornitura complessiva fino a 178 nuovi autobus sono andate deserte. Tuttavia, l’Assessore ha assicurato che la Giunta assumerà tutte le iniziative necessarie a favorire il rinnovo del parco rotabile destinato ai servizi di t.p.l. piemontese al fine di alleviare le situazioni di disagio all’utenza in qualche modo riconducibili alle vetustà dei mezzi”.

Grazie al nuovo esofago bimba di tre anni mangia per la prima volta

Un innovativo intervento di ricostruzione

Mangia per la prima volta a tre anni, grazie ad un eccezionale ed innovativo intervento di ricostruzione dell’esofago, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Si tratta di un vero e proprio “miracolo”.  A. ha 3 anni ed è nata con una malformazione congenita: l’Atresia esofagea di tipo I, cioè senza un tratto di esofago, situazione che rende impossibile alimentare il neonato.  Operata a due mesi di vita a Milano, ha purtroppo avuto una complicanza che ha determinato l’instaurarsi di una stenosi esofagea, ovvero un restringimento cicatriziale della zona, che non è stato possibile risolvere, nonostante numerose dilatazioni endoscopiche. Questa situazione non ha quindi permesso di rendere normale la sua alimentazione ed ha creato alla bimba seri problemi di crescita. In pratica non ha praticamente mai potuto alimentarsi per bocca e per i suoi problemi nutrizionali è stata presa in carico successivamente a Torino, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita. Qui inizialmente é stata alimentata grazie ad un sondino introdotto attraverso la parete addominale nel suo stomaco ma, in seguito, ha necessitato addirittura di una nutrizione esclusiva per via parenterale, ovvero ricevendo tutte le sostanze indispensabili per il suo organismo in crescita attraverso una cannula inserita in una grossa vena.  Queste necessità cliniche hanno messo in seria difficoltà la famiglia naturale, che nel frattempo, per seguire un’altra figlia ammalata, ha dovuto trasferirsi in Francia. Per A. c’è stato quindi bisogno di una famiglia affidataria a Torino che le consentisse di continuare le cure e le garantisse un ambiente di crescita sereno. Circa un mese e mezzo fa, per permetterle di tornare ad una vita normale con la possibilità di alimentarsi per bocca come tutti i bambini, presso la Chirurgia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita (diretta dal dottor Fabrizio Gennari), in stretta collaborazione con il professor Renato Romagnoli (direttore della Chirurgia universitaria 2 e Centro Trapianti di fegato dell’ospedale Molinette di Torino) e con il dottor Dario Reggio del Servizio di Endoscopia Interventistica della Città della Salute di Torino, A. è stata sottoposta ad un intervento di ricostruzione del suo esofago. In casi simili si rende quasi sempre necessario sostituire l’esofago utilizzando una parte dello stomaco o con un tratto di intestino, ma in questo caso, nonostante la complessità dovuta agli esiti dell’intervento precedente, i chirurghi sono riusciti ad asportare il tratto cicatriziale ed a ricostruire un normale esofago utilizzando esclusivamente tessuto esofageo.
Il decorso postoperatorio presso la Rianimazione pediatrica (diretta dal dottor Giorgio Ivani) si è prolungato per più di un mese.  Ora A. è ricoverata presso il reparto di degenza ad Alta Intensità della Chirurgia pediatrica e, grazie al suo “nuovo esofago”, sta progressivamente recuperando l’uso della bocca per alimentarsi con il supporto dello staff infermieristico, del Servizio di Logopedia e dei genitori affidatari. La sinergia di competenze e la capacità di approccio multidisciplinare presente all’interno della Città della Salute di Torino hanno reso possibile questo “miracolo”, che riporterà A. ad una vita normale e, a completo recupero, al suo ritorno alla famiglia naturale.

FdI: “sì alla Tav per una crescita forte e competitiva”

Bloccare le infrastrutture equivale a bloccare il futuro e frenare la possibilità di crescita del Piemonte e del nostro Paese”. Così Fabrizio Comba, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, a proposito del dibattito sulla realizzazione della Torino- Lione. In accordo con quanto dichiarato dalla presidente on. Giorgia Meloni, per la quale “porre a compimento la Tav costa come quattro mesi di reddito di cittadinanza, con la differenza che quest’opera genera lavoro per almeno 6mila addetti tra diretti e indotto”, Comba sottolinea come “cresce chi investe in infrastrutture, ricerca e tecnologia. È più che mai necessario, in particolare, creare le premesse perché le aziende restino e lavorino sul nostro territorio. Quello con le infrastrutture è un confronto che sta diventando ideologico, non si può, neppure per un attimo, immaginare che qualcuno danneggi ciò che è investimento, progresso, sviluppo, manifattura e lavoro, cercando di sostituirlo con dei meri sussidi”

FdI: "sì alla Tav per una crescita forte e competitiva"

Bloccare le infrastrutture equivale a bloccare il futuro e frenare la possibilità di crescita del Piemonte e del nostro Paese”. Così Fabrizio Comba, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, a proposito del dibattito sulla realizzazione della Torino- Lione. In accordo con quanto dichiarato dalla presidente on. Giorgia Meloni, per la quale “porre a compimento la Tav costa come quattro mesi di reddito di cittadinanza, con la differenza che quest’opera genera lavoro per almeno 6mila addetti tra diretti e indotto”, Comba sottolinea come “cresce chi investe in infrastrutture, ricerca e tecnologia. È più che mai necessario, in particolare, creare le premesse perché le aziende restino e lavorino sul nostro territorio. Quello con le infrastrutture è un confronto che sta diventando ideologico, non si può, neppure per un attimo, immaginare che qualcuno danneggi ciò che è investimento, progresso, sviluppo, manifattura e lavoro, cercando di sostituirlo con dei meri sussidi”

Proseguono i saldi al Torino Outlet Village

Iniziati con successo  i saldi invernali nei 90 negozi dei marchi più prestigiosi che propongono ulteriori sconti fino al 70% sui prezzi outlet delle collezioni Autunno/Inverno

Torino Outlet Village è il punto di riferimento per lo shopping a prezzi outlet per i torinesi e, grazie alla sua posizione strategica, facilmente raggiungibile anche dalle località del Piemonte e Valle D’Aosta. Rimane aperto dalle 9 alle 21 per i primi due weekend dei saldi: 5/6 e 12/13 gennaio.

Le 8 ristorazioni presenti terranno aperto fino alle 22, consentendo ai clienti di poter rimanere anche a cena. I  genitori possono inoltre lasciare i loro figli presso lo spazio Playground gestito da operatori dell’infanzia, con giochi e laboratori, e dedicarsi tranquillamente allo shopping. Per chi vuole  raggiungere l’Outlet senza utilizzare la propria vettura, c’è un comodo servizio di navetta che attraversa la città di Torino più volte al giorno. Nei primi due weekend è  gratuito il servizio di Hands free shopping, che permette di lasciare i propri acquisti presso un’area protetta e gestita da personale dell’Outlet in modo da poter continuare a fare shopping senza ingombranti sacchetti.

Informazioni su www.torinooutletvillage.it “I risultati dei primi giorni  di saldi – dicono i responsabili dell’outlet-  confermano il trend positivo di Torino Outlet Village che a poco meno di due anni dalla sua inaugurazione sta ottenendo importanti riscontri dai clienti italiani e stranieri, in crescita a doppia cifra rispetto all’anno precedente”.

MERCATO IMMOBILIARE IN MONTAGNA, UNCEM: BENE I DATI TECNOCASA

CRESCONO GLI INVESTIMENTI NELLE CASE TIPICHE 

“Calano i prezzi, ma la domanda immobiliare è in ripresa nelle principali località alpine. Non va bene il mercato nelle località minori. Ed è qui che vogliamo come Uncem lavorare, assieme a tanti Sindaci che si stanno impegnando per dare nuove vesti ai loro paesi, migliorarli continuamente per renderli più attrattivi, contribuire alla crescita del mercato e al valore degli immobili. L’U fficio studi Tecnocasa ci spiega che si prediligono la vicinanza alle piste o il posizionamento in centro paese, le abitazioni in pietra e legno in tipico stile montano. Quest’ultimo dato è positivo. Il patrimonio immobiliare nelle Alpi e negli Appennini soffre però la mancanza di interventi di ristrutturazione che ci auguriamo ecobonus e bonus ristrutturazioni, confermati nella legge di bilancio, possano incentivare. La domanda in ripresa, nonostante in diverse Regioni diminuiscano in media i prezzi degli immobili, è un buon segnale. Servono interventi per i borghi alpini e appenninici nel loro complesso. Diverse Regioni stanno usando per questo obiettivo risorse del Programma di sviluppo rurale, fondi europei. Gli Enti locali possono stringere nuovi rapporti con i privati che certamente vanno ad agevolare la messa in vendita di immobili oggi non utilizzati. E poi il loro recupero, ai fini non solo di seconde case, ma anche produttivo. Al Governo e al Parlamento chiediamo però una nuova legge sul catasto, una riforma complessiva che aiuti a superare la parcellizzazione degli immobili oggi in stato di abbandono. Senza una norma che permetta di andare oltre la mancanza di eredi proprietari e che favorisca vendita e recupero, anche con stanziamenti ad hoc, troppi borghi alpini e appenninici finiscono per rimanere ‘congelati’, ruderi o poco più senza un mercato”.Così il Presidente Uncem, Marco Bussone in merito ai dati Tecnocasa (file allegato) sul mercato immobiliare in montagna. In sintesi, gli immobili turistici delle località di montagna hanno registrato prezzi in diminuzione dell’1,1% nel  primo semestre del 2018 rispetto al semestre precedente.  In Val d’Aosta il ribasso è stato dell’1,7% ma è il Piemonte la regione che ha avuto la contrazione più  forte, -6,0%, attribuibile sostanzialmente alle località minori. La domanda è in ripresa, orientata su piccoli  tagli e con budget entro 300 mila euro.

 

Uncem Piemonte

Alla Gam vita e miracoli d’arte di Apollinaire

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Un racconto “parlato e cantato” di Luca Scarlini. Mercoledì 9 gennaio, ore 18

Proseguono nella Sala Uno della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (via Magenta, 31) gli incontri organizzati dall’Associazione Amici della Biblioteca d’Arte aventi al centro la Biblioteca della Fondazione Torino Musei e il suo ricco patrimonio di libri, documenti e fotografie, strumenti fondamentali per comprendere “come nascono le mostre, ricerche, archivi e confronti”. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 9 gennaio, a partire dalle ore 18 (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili) e verterà sulla presentazione della mostra “Apollinaire e l’invenzione ‘surréaliste’”, in corso presso la “Wunderkammer” della GAM fino al prossimo 24 febbraio e dedicata al poeta scrittore e drammaturgo francese nel centenario della morte. Curata da Maria Teresa Roberto con Virginia Bertone, Franca Bruera e Marilena Pronesti, la rassegna s’incentra sulla prima rappresentazione nel 1917 del dramma “sur-réaliste” “Les Mamelles de Tirésias”, ricostruendo (attraverso opere, lettere ed edizioni originali) la rete di rapporti che univa scrittori e pittori vicini ad Apollinaire, come i cugini di origine russa Serge Férat e Hélène d’Oettingen insieme al critico d’arte André Salmon: un incrocio di destini d’arte fra Francia e Italia, fra Cubismo, Futurismo, de Chirico e Savinio che verrà sagacemente raccontato – e posto al centro di un confronto sicuramente interessante – nell’incontro del 9 gennaio condotto da Luca Scarlini, scrittore, drammaturgo, performance artist e docente di tecniche narrative presso la “Scuola Holden” di Torino. Fiorentino di nascita, Scarlini ha al suo attivo numerose collaborazioni con istituzioni teatrali italiane ed europee e ha pubblicato vari saggi dedicati alla “letteratura di viaggio” e sulla relazione fra la moda e le arti. Scrive inoltre per la musica e per la danza e vanta un’intensa attività come storyteller in assolo o al fianco di musicisti, danzatori e attori.     

g.m.

I prossimi appuntamenti in programma:

Mercoledì 23 gennaio

Vivere di (storia dell’) arte. Professioni, temi, strumenti

“La cornice come ornamento e decorazione”

Orso Maria Piavento, “Decorazioni barocche per altari rinascimentali”

Aurora Laurenti, “Funzione e modelli delle cornici rococò”

 

Mercoledì 30 gennaio

Esercizi di lettura. Libri, album, cataloghi

Presentazione del volume di Dieter Roth, “Pages”, a cura di Elena Volpato, FLAT 2018

 

Mercoledì 6 febbraio

Come nascono le mostre. Ricerche, archivi, confronti

Presentazione della mostra “Madame Reali: cultura e potere da Parigi a Torino. Cristina di Francia e Giovanna Battista di Savoia Nemours (1619-1724)”

Intervengono: Clelia Arnaldi di Balme e Paola Ruffino con Alessandra Giovannini Luca

 

Mercoledì 13 febbraio – presso Palazzo Madama

Vivere di (storia dell’) arte. Professioni, temi, strumenti

“Gli oggetti d’arte dalle botteghe al museo”

Giampaolo Distefano, “Gli smalti medievali: uso e riuso”

Luca Giacomelli, “Le ceramiche ottocentesche di Palazzo Madama”

 

Per informazioni: amicibibliogam@gmail.com

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Nelle foto
– “Les Mamelles de Tirésias”
– Luca Scarlini