redazione il torinese

Il genio di Van Dyck, pittore di corte

Fino al 17 marzo 2019

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“Gloria del mondo”: così amava definirlo – fra i molti regnanti e uomini e donne di corte che ebbero la felice ventura d’esser da lui ritratti – Carlo I Stuart (il “re martire”) sovrano d’Inghilterra, Scozia, Irlanda e Francia, che il 30 gennaio del 1649, dopo oltre vent’anni di regno, venne miseramente decapitato al termine di una terribile guerra civile. E Antoon van DicK, certamente fra i più blasonati artisti del Seicento europeo, ritrattista di grande innovazione narrativa e il migliore allievo di Pieter Paul Rubens (di cui assimilò la superba tecnica ma, solo in parte, lo stile caratterizzato per Antoon da una più tenue armonica eleganza) rappresentò davvero per quasi tutto l’arco della sua breve vita – morì a soli 42 anni – l’espressione massima del pittore ufficiale delle più grandi corti europee. Un suo ritratto era all’epoca un prezioso attestato di gloria agli occhi del mondo, un vero e proprio status symbol delle classi dominanti: dagli aristocratici genovesi ai Savoia, dall’Infanta di Spagna e Portogallo, fino alle corti di Giacomo I e Carlo I d’Inghilterra. I suoi ritratti, caratterizzati da una stupefacente perfezione formale ma anche da un afflato lirico sconosciuto al più epico Rubens, sono una preziosa e potente lente ottica capace di svelare, attraverso gli abiti sopraffini o i gesti o gli ammiccamenti del volto e del corpo, il fastoso universo seicentesco e le ambizioni dei personaggi che si fecero da lui immortalare. Ne è chiaro e lodevolissimo esempio la mostra che la “Galleria Sabauda – Musei Reali” di Torino dedica al grande artista fiammingo (Anversa, 1599 – Londra, 1641), all’interno delle Sale Palatine, fino al 17 marzo dell’anno prossimo. Mostra-evento. Imperdibile. E imprevedibile, se si pensa alla straordinarietà delle opere raccolte attraverso la collaborazione di ben quindici Musei italiani e stranieri, in dialogo con l’importante numero di capolavori del van Dyck appartenenti alle collezioni della stessa Sabauda. Organizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Musei Reali di Torino e dal Gruppo Arthemisia, la mostra (con la curatela di Anna Maria Bava e Maria Grazia Bernardini) assembla in totale 45 tele e 21 incisioni, articolandosi in quattro sezioni espositive.

 

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Il percorso si apre con la formazione del giovane artista e il suo rapporto (dopo l’apprendistato nella bottega di Van Belen) con l’inarrivabile –allora, per lui – Rubens, di cui la rassegna presenta alcuni oli su tela, fra i quali la celebre “Susanna e i vecchioni” del 1618, dal significato moraleggiante e con quel particolare della Fontana Farnese che si ritroverà anche in alcuni dipinti dello stesso van Dyck. La seconda sezione si sofferma sull’attività dell’artista in Italia, dal 1621 al 1627 – e rituale viaggio di formazione per tutti i grandi pittori fiamminghi – girovago fra Venezia, Torino, Genova, Bologna, Roma, Firenze e Palermo, dove conobbe l’ormai 96enne pittrice Sofonisba Anguissola, che Antoon ritrae sul letto di morte in un dipinto di   forte impatto emotivo esposto in rassegna. E proprio in

Italia l’artista affina il suo linguaggio di “rilassante eleganza”, attratto in particolare dall’arte veneta e da Tiziano, come provano gli schizzi raccolti nel noto “Sketchbook” conservato al British Museum e riprodotto in mostra. A questo periodo appartengono capolavori assoluti come il “Cardinale Bentivoglio”, dalla straordinaria orchestrazione cromatica tutta giocata sui toni del rosso e la “Marchesa Elena Grimaldi Cattaneo”, esponente di spicco della nobiltà genovese, esempio perfetto di una pittura capace di coniugare al meglio, nei giochi di luce – ombra, gli insegnamenti di Rubens e quelli della più nobile arte veneziana. Al terzo e al quarto periodo appartengono infine gli anni di Anversa (dove il pittore ritorna nel 1627) e quelli di Londra, dove si trasferisce nel 1632 fino all’anno della prematura scomparsa. Agli anni anversesi appartengono, fra le altre, alcune opere a soggetto mitologico (complessa e bellissima “Amarilli e Mirtillo”, influenzata dai “Baccanali” di Tiziano) e una galleria eccezionale di dipinti raffiguranti personaggi vicini all’arciduchessa Isabella Clara Eugenia, e incisioni a medesimo soggetto raccolte nel volume “Iconographia”, 21 delle quali esposte in mostra. Di questi anni é anche “Il Principe Tomaso Savoia di Carignano”, esuberante ritratto equestre, cui probabilmente si ispirò il Bernini per la sua “Statua equestre” di Luigi XIV, oggi a Versailles. A Londra, alla corte di Carlo I, van Dyck raggiunse il massimo della fama, realizzando un numero sorprendente di ritratti di corte, fra cui le due versioni de “I tre figli maggiori di Carlo I”, entrambe presenti in mostra. Del 1637 é il celebre “Autoritratto” (ne compose in gran quantità), commissionatogli probabilmente dallo stesso re. In cornice, Antoon sceglie per sé un’immagine semplice ed essenziale, ma non per questo meno nobile ed elegante. Degna di un vero cavaliere, dal portamento fiero e signorile, come s’era “assuefatto – annota Giovanni Pietro Bellori, all’epoca fra i più importanti biografi degli artisti del Barocco italiano– nella scuola del Rubens, con uomini nobili”.

Gianni Milani

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“Van Dyck. Pittore di corte”

Musei Reali di Torino-Galleria Sabauda, piazzetta Reale1, Torino; tel. 011/5211106 o www.museireali.beniculturali.it Fino al 17 marzo

Orari: lun. 9/19 (ingresso via XX Settembre, 86); mart. – dom. 9/19 (ingresso piazzetta Reale,1).

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Nelle foto

– “Marchesa Elena Grimaldi Cattaneo”, olio su tela, 1623, National Gallery of Art, Washington
– “Il Principe Tomaso di Savoia Carignano”, olio su tela, 1635, Musei Reali Torino
– “Amarilli e Mirtillo”, olio su tela, 1631-’32, Musei Reali Torino
– “Autoritratto”, olio su tela, 1637, Private Collection, on long-term loan to the Rubens House, Autwe

WOPART-LUGANO ANNUNCIA L’AVVIO DI UNA COLLABORAZIONE CON BOLOGNA FIERE

WopArt – work on paper fair, la fiera che ogni settembre si svolge a Lugano (Svizzera), dedicata esclusivamente alle opere d’arte su carta, è lieta di annunciare l’avvio di una collaborazione con BolognaFiere

Nata nel 2016 con 37 gallerie, WopArt è cresciuta esponenzialmente, raccogliendo nel 2017 oltre 70 adesioni e nella terza edizione del 2018 94 gallerie provenienti da 14 Paesi del mondo. Oggi WopArt Fair è di fatto la prima fiera internazionale al mondo, per rilevanza e numero di operatori presenti, tra quelle dedicate esclusivamente ai Work on Paper.
 
L’edizione di WopArt Lugano 2019 – in programma dal 19 al 22 settembre – si avvarrà di una collaborazione con il gruppo BolognaFiere Spa.
 
BolognaFiere è tra i principali organizzatori fieristici internazionali (il primo in Italia per fatturato realizzato all’estero) con oltre 80 manifestazioni in Italia e nel mondo. La società ha sviluppato, accanto all’attività in Italia, il business internazionale sui mercati esteri più dinamici con propri eventi leader come COSMOPROF, che ha dato vita a un network espositivo presente oggi a Bologna, Las Vegas, Hong Kong e Mumbai, e la FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI, presente ora anche a New York (New York Right Fair) e a Shanghai con la China Shanghai International Children’s Book Fair (CCBF).

Gruppo BolognaFiere è attivo con numerose Società che realizzano una vasta offerta espositiva e che forniscono servizi specialistici e di promozione, indispensabili alle aziende per affrontare con successo ogni manifestazione fieristica.
 
L’attenzione di BolognaFiere verso WopArt – dice Antonio Bruzzone, Direttore Generale di BolognaFiere – rientra nell’impegno che il nostro gruppo riserva da molto tempo all’arte e alla sua diffusione, anche commerciale. Siamo specialisti nell’internazionalizzazione delle nostre fiere e vorremmo dare un contributo all’espansione di questa manifestazione dedicata alle opere d’arte su carta. Nell’edizione del 2019 attiveremo il nostro know-how tecnico-organizzativo per rendere WopArt adeguata a nuove sfide ma non solo: metteremo a disposizione di WopArt il network di relazioni internazionali che abbiamo costruito negli anni, per farne presto un format da esportare in molti altri Paesi”.
 
Il prof. Paolo Manazza, pittore italiano, esperto d’arte e ideatore del format WopArt, sottolinea “l’importanza di questa collaborazione con il Gruppo BolognaFiere nel segno di una crescita e di un rafforzamento di carattere industriale del progetto fieristico di WopArt nato solo tre anni fa a Lugano”. 
 
Complessivamente – dichiara Manazza – stiamo rinforzando sul piano industriale, finanziario e culturale un format fieristico sull’arte che ha dimostrato nei primi anni di vita una decisa propensione a crescere e diffondersi, in futuro, da Lugano verso altre città del mondo”.
 

www.wopart.ch

Manifestanti del Gabrio attaccano il gazebo #Salvini non mollare

Questa mattina sabato 2 febbraio, un gazebo della Lega presso il quale i militanti hanno attivato una raccolta firme a sostegno delle politiche sull’immigrazione del Ministro dell’interno e Vicepremier Matteo Salvini, e’ stato preso d’assalto da alcuni esponenti del centro sociale Gabrio. Grazie al tempestivo intervento delle Forze di Polizia coordinate dal Questore di Torino Francesco Messina si sono evitati scontri e i contestatori si sono allontanati. La Digos ha identificato 13 persone. Non si fanno attendere le dichiarazioni del segretario cittadino della Lega Fabrizio Ricca: ”È questa la ‘democrazia’ della sinistra radicale. Tentare di zittire con le botte chi cerca di difendere gli italiani. Fortunatamente l’intervento delle forze dell’ordine ha evitato il peggio ma noi chiediamo al Comune di prendere provvedimenti contro questi centri sociali che sono covo di estremisti che pianificano aggressioni fisiche a chi non la pensa come loro. Basta violenza rossa”. Cecilia Vergnano, consigliere in Circoscrizione 3, area in cui si è’ manifestato il tentativo di aggressione incoraggia il lavoro dei “tanti militanti della Lega e dei tanti cittadini che erano in coda per esprimere solidarietà a Matteo Salvini” “La libertà di espressione politica  – osserva -deve essere garantita a chi legittimamente esprime le proprie idee. Fatti come questi nn fanno piacere ma sicuramente nn ci facciamo fermare da loro”.

25 ANNI DI EMOZIONI ARTE E POLITICA DAL QUARTIERE AL MONDO

“Quale funzione può avere la Cultura in rapporto al contrastato tema delle migrazioni in un periodo di rischiose derive razziste se non quello di proporre un immaginario diverso per dare significato e pratica a parole come convivenza, comunità, cura, diritto alla vita, inclusione, amore, desiderio, sogno, visione di futuro.”

Il gruppo teatrale Almateatro festeggia i suoi primi 25 anni, tutti vissuti all’insegna di una grande passione, finalizzata a promuovere una dimensione civile e politica dell’impegno artistico, per creare comunità e spazi di esercizio di cittadinanza, costruire relazioni e scambi tra differenti appartenenze, dare spazio in scena ad altre lingue, contrastare il razzismo e la xenofobia, coinvolgere le comunità migranti come soggetti culturali. Almateatro nasce formalmente nel mese di ottobre 1993, nella sede del Centro Interculturale delle Donne Alma Mater di Torino. Al progetto proposto da Gabriella Bordin e Rosanna Rabezzana aderiscono 25 donne provenienti da diversi paesi (Marocco, Montenegro, Kenia, Argentina, Somalia, Nigeria, Etiopia, Eritrea, Cile, Perù, Colombia, Filippine, Russia, Italia). Insieme decidono di dare vita ad uno spazio-laboratorio al femminile dove, attraverso il mezzo teatrale, si mettono in comunicazione realtà culturali diverse e in continua trasformazione, si attivano conoscenze e relazioni. A oggi il gruppo è formato da: Gabriella Bordin, Adriana Calero, Enza Levatè, Suad Omar, Elena Ruzza, Vesna Scepanovic, Flor Vidaurre e dalle giovani Ilaria Capraro , Xi Hu, Deka Mohamed, Ikram Mohamed, Songul Murat, Sara Outabarrhist, Anna Sofia Solano, Luisa Zhou. Almateatro oggi resiste resiliente, contro la visione folcloristica della cultura “altra”. Cerca di raccontare le ingiustizie e le discriminazioni di questa società, gli squilibri tra il sud e il nord del mondo, le guerre locali e globali, i retaggi coloniali e post-coloniali, le disattenzioni e le distruzioni dell’ambiente, la capacità di ritornare alla terra praticando economie sostenibili, le domande e i saperi delle seconde generazioni, sottolineando le risorse e le ricchezze delle donne. Le attrici di Almateatro narrano con le loro pronunce imperfette e compongono tutto ciò sul palcoscenico in diverse lingue, mettendo corpi, memorie e sogni ancora una volta in gioco. Queste le parole di Gabriella Bordin una delle voci del gruppo Almateatro: “Il senso di questo nostro lungo e grande lavoro artistico culturale e politico di 25 anni è paragonabile alla tessitura di una tela a più mani fatta di storie , relazioni , discussioni, idee , sudori e fatiche, lingue , viaggi e incontri , figli e figlie , vita vissuta insieme a testimoniare la grande ricchezza che l’incontro tra persone provenienti da luoghi diversi del mondo produce”. L’Associazione Almateatro, nei suoi 25 anni di attività ha sviluppato un proprio metodo ed un proprio pensiero artistico nel fare teatro, realizzando 21 produzioni teatrali, molti video documentari, un libro per l’infanzia, un CD musicale, un’antologia di testi-percorso letterario sulle Pari Opportunità nel mondo, e numerose ricerche finalizzate a mettere in luce la grande ricchezza legata all’incontro tra culture. Dopo la data del 25 novembre 2018 al Teatro Garybaldi di Settimo Torinese – in cui il gruppo è stato ospite del Forum donne con un appuntamento che ha ripercorso le tappe più significative dell’attività della compagnia attraverso frammenti di spettacoli, letture sceniche, testimonianze e musiche, per celebrare questo traguardo tanto importante e raccontare anni di progetti e spettacoli – Almateatro ha elaborato per i primi mesi del 2019 un programma di appuntamenti e incontri pensati per ricordare quanto realizzato nel passato ma anche per ridefinire e tratteggiare un contesto in cui tutte le donne impegnate nelle diverse attività dell’associazione lottano, per un imprescindibile cambiamento culturale, essenziale per il presente come per le generazioni future e per dare un senso positivo, seppur critico, a questo momento storico. DAL QUARTIERE AL MONDO È IL PRIMO APPUNTAMENTO IN PROGRAMMA DOMENICA 3 FEBBRAIO ALLE 20.30 ALLA CASA DEL QUARTIERE SAN SALVARIO IN VIA MORGARI 14 A TORINO CON UN BUFFET A OFFERTA LIBERA Almateatro si racconta in video e presenta alcuni documenti video che raccontano i progetti realizzati nell’arco di 25 anni di attività: Dal teatro di comunità alle ospitalità di artiste e attiviste internazionali.

Pasquaretta: “mai ricattato la sindaca” Ma Castelli lo silura

L’inchiesta sul presunto ricatto alla sindaca da parte dell’ex portavoce Luca Pasquaretta che fino ad oggi aveva trovato lavoro nello staff della viceministra all’Economia Laura Castelli  ha provocato la fine del rapporto di collaborazione dell’ex “pitbull” al ministero. Dichiara la Castelli, (notoriamente garantista come tutti i pentastellati):“A seguito dell’inchiesta ritengo sia necessario interrompere immediatamente il rapporto di collaborazione. La magistratura farà il suo corso, e ribadisco rispetto e fiducia per il lavoro che svolgono i magistrati”. Si difende Pasquaretta: “Mai ho ricattato  Chiara Appendino. E’ solo un equivoco, che chiarirò nelle sedi opportune. Vorrei ricordare che siamo tutti innocenti fino a prova contraria”. Lui si’, garantista.
(Foto: il Torinese)

SUK A BORGO DORA, MARRONE-ALESSI (FDI): “ABUSIVISMO CONTINUA PER IL TERZO SABATO CONSECUTIVO”

“CHIEDIAMO SUBITO LE DIMISSIONI DEGLI ASSESSORI GIUSTA E FINARDI” 
“Dopo i due scorsi sabati, quando non era stata fatta rispettare la Deliberazione della Giunta Appendino per lo spostamento del suk Barattolo da Canale Molassi e dal parcheggio di San Pietro in Vincoli, e dopo l’intervento del Sindaco nello scorso Consiglio comunale pensavamo che oggi la Città avesse preso seri provvedimenti e invece nulla di fatto! Ieri sera nel Cortile del Maglio il solito gruppo di anarchici ha iniziato l’occupazione. Stanotte i venditori appoggiati dagli anarchici che continuano a fare ciò che vogliono, hanno iniziato piazzarsi e stamattina Canale Molassi e il parcheggio San Pietro in Vincoli sono pieni di venditori abusivi che vendono tranquillamente facendosene un baffo della decisione della Città di spostamento in via Carcano del Barattolo. Scandaloso che ancora una volta la nostra amata città non sappia farsi rispettare, e non sappia contrastare tutta questa illegalità fatta di venditori abusivi mischiati ad anarchici che beffano la Città. Una vergogna inaccettabile da parte del Comunec he non ha saputo applicare una propria Deliberazione. Dimissioni subito degli assessori comunali Marco Giusta e Roberto Finardi.
Ribadiamo che l’unica soluzione è la sospensione delle attività del “libero scambio” di Barattolo fino a che l’Amministrazione comunale di Torino troverà una soluzione, compresa la sospensione dell’Associazione che ha vinto il Bando per la gestione e sta dimostrando di non saperlo gestire. Inutile dire che anche oggi in via Carcano nessun banco è presente.” accusano Patrizia Alessi, Capogruppo FDI in Circoscrizione 7, e Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, che hanno effettuato oggi un ennesimo sopralluogo in Canale Molassi e San Pietro in Vincoli, aggiungendo “La nostra parlamentare Augusta Montaruli ha chiesto nei giorni scorsi un incontro al Prefetto per capire se davvero si intende abbandonare un pezzo di Torino all’anarchia e alla prepotenza degli anarchici dei centri sociali che sostengono gli abusivi”.

SUK A BORGO DORA, MARRONE-ALESSI (FDI): "ABUSIVISMO CONTINUA PER IL TERZO SABATO CONSECUTIVO"

“CHIEDIAMO SUBITO LE DIMISSIONI DEGLI ASSESSORI GIUSTA E FINARDI” 
“Dopo i due scorsi sabati, quando non era stata fatta rispettare la Deliberazione della Giunta Appendino per lo spostamento del suk Barattolo da Canale Molassi e dal parcheggio di San Pietro in Vincoli, e dopo l’intervento del Sindaco nello scorso Consiglio comunale pensavamo che oggi la Città avesse preso seri provvedimenti e invece nulla di fatto! Ieri sera nel Cortile del Maglio il solito gruppo di anarchici ha iniziato l’occupazione. Stanotte i venditori appoggiati dagli anarchici che continuano a fare ciò che vogliono, hanno iniziato piazzarsi e stamattina Canale Molassi e il parcheggio San Pietro in Vincoli sono pieni di venditori abusivi che vendono tranquillamente facendosene un baffo della decisione della Città di spostamento in via Carcano del Barattolo. Scandaloso che ancora una volta la nostra amata città non sappia farsi rispettare, e non sappia contrastare tutta questa illegalità fatta di venditori abusivi mischiati ad anarchici che beffano la Città. Una vergogna inaccettabile da parte del Comunec he non ha saputo applicare una propria Deliberazione. Dimissioni subito degli assessori comunali Marco Giusta e Roberto Finardi.
Ribadiamo che l’unica soluzione è la sospensione delle attività del “libero scambio” di Barattolo fino a che l’Amministrazione comunale di Torino troverà una soluzione, compresa la sospensione dell’Associazione che ha vinto il Bando per la gestione e sta dimostrando di non saperlo gestire. Inutile dire che anche oggi in via Carcano nessun banco è presente.” accusano Patrizia Alessi, Capogruppo FDI in Circoscrizione 7, e Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, che hanno effettuato oggi un ennesimo sopralluogo in Canale Molassi e San Pietro in Vincoli, aggiungendo “La nostra parlamentare Augusta Montaruli ha chiesto nei giorni scorsi un incontro al Prefetto per capire se davvero si intende abbandonare un pezzo di Torino all’anarchia e alla prepotenza degli anarchici dei centri sociali che sostengono gli abusivi”.

Donna muore dopo intervento all’intestino. Aperta inchiesta

DALLA TOSCANA

La procura di Firenze ha aperto una indagine sulla morte di una 54enne, deceduta il 22 gennaio in una casa di cura di Firenze, dove si trovava  per un periodo di degenza post operatoria dopo un intervento chirurgico all’intestino, effettuato  all’ospedale di Careggi. I primi accertamenti dell’autopsia non escluderebbero  responsabilità da parte del personale medico sanitario  che ha seguito la donna nel corso dell’operazione chirurgica e di quello che l’ha curata successivamente. Il fascicolo della procura sarebbe ancora a carico di ignoti.

Donna muore dopo intervento all'intestino. Aperta inchiesta

DALLA TOSCANA
La procura di Firenze ha aperto una indagine sulla morte di una 54enne, deceduta il 22 gennaio in una casa di cura di Firenze, dove si trovava  per un periodo di degenza post operatoria dopo un intervento chirurgico all’intestino, effettuato  all’ospedale di Careggi. I primi accertamenti dell’autopsia non escluderebbero  responsabilità da parte del personale medico sanitario  che ha seguito la donna nel corso dell’operazione chirurgica e di quello che l’ha curata successivamente. Il fascicolo della procura sarebbe ancora a carico di ignoti.

La tattica del tirare a campare diventa strategia

Da piccolo frequentavo anche le scuole di partito. Quelle che si svolgevano in sezione erano un po’ noiose. Ma ci toccava . Sicuramente quando si andava a Faggeto Lario era un’altra cosa. Dopo Como, in una villa di proprietà del partito, il PCI,  con aule refettorio e persino sala giochi e piccola spiaggetta dove prendere bagni di sole e d’acqua. Dopo aver fatto il proprio dovere… Ovviamente cioè dopo aver studiato e ci interrogavano pure . Pensate un po’, anche i relativi approfondimenti serali. E nelle occasioni speciali si trovava l’amore. Studio e vacanze insieme a fugaci ma appaganti amori. Chi parlava di indottrinamento chi di formazione. Si leggeva, si parlava e se volete ci si annoiava anche. Sono cose che sarebbero ritornate. Come al liceo, dove non mi entrava fisica o mate che anni dopo mi sarebbe stata utile e solo dopo l’avrei capito. Mi rendo conto che il sapere e la conoscenza tanto di moda non sono ultimamente.  In quegli anni mi spiegavano la diversità tra tattica e strategia. La tattica era fatta di  atti di carattere particolare per realizzare un insieme che veniva chiamato strategia. I singoli atti  potevano non essere coerenti tra loro. Strategia per raggiungere degli obbiettivi. Nessuna dissertazione filosofica, solo una questione di metodo. E del resto, si sa, più un metodo è coerente più è efficace. Ora (ammetto) non mi raccapezzo più. Avrò categorie interpretative obsolete. Ma non capisco proprio. Partiamo da Salvini e dalla Tav. Ha una sua personale commissione che gli ha relazionato. Costa di più non farla che farla. Dunque? La commissione di Toninelli è una colossale presa in giro. Salvini come si sa è vicepresidente del Consiglio di un governo che ha costituito una commissione considerata inutile e dunque dannosa.
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Ma mi sa che attualmente è più importante apparire che risolvere. Poi con il gioco delle tre carte il Matteo Salvini è un campione se non il campione assoluto  del mondo. Così sull’autorizzazione a procedere. Prima mi processino pure non ho paura. Poi: ma non esiste proprio. Ora se tutto va bene ci vorranno due mesi per decidere ed intanto si avvicinano le elezioni. Ossequiosi i pentastellati partono dicendo prima si e poi autodenunciandosi come governo virano verso il no. Coerenza docet. Ed aggiungo: la classe non è acqua. Il Matteo gli ha fatto presente che se votavano no saltava il governo. E loro “mai e poi mai che perdiamo il posto faticosamente guadagnato”. E neanche poi molto all orizzonte Laura Castelli, la sottosegretaria che dovrebbe rappresentare noi torinesi. Dopo innumerevoli sforzi è riuscita ha raggiungere Appendino e Raggi. Finalmente anche lei ha il suo rinvio a giudizio. Si va a vedere il perché. Squallido ed indicativo che altre venti persone siano con lei indagate. Si fanno illazioni su che tipo di rapporto sia esistito tra una giovane candidata del Pd e Piero Fassino. I commenti sono disgustosamente eloquenti . Io in questo caso non sono garantista: li considero colpevoli. Ma (almeno in questo caso) non è colpa di Matteo Renzi. 
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E forse, dico forse, qualche responsabilità ce l’ha un certo Beppe Grillo di professione comico. Oramai superato se le trasmissioni a lui dedicate fanno flop. E il solerte Freccero ha già individuato il colpevole: Fabio Fazio.  Che c entra? Francamente mi sfugge, ma almeno la faccia di Freccero è salva. Ammesso che una faccia l’abbia. Lui prima craxiano, poi alla Corte di Silvio Berlusconi.  Ora nella Corte del Beppe. Ma tra i cortigiani manca il Principe di machiavelliana memoria. Diciamocelo, manca il governo del Paese.  Precisamente manca un tentativo di governo. Hanno un sola stella polare: tirare a campare. Così i dati Istat del passato  registravano che la crescita era prodotta da un governo truffaldino ed ora? Il governo subisce la recessione. Bene,  può sembrare incredibile ma simile castroneria e stata detta da  Luigi di Maio Vice presidente del consiglio che cinque giorni fa annunciava il nuovo Boom economico. Senza pudore. Sono sicuramente curioso di come verranno studiati questi anni di totale approssimazione. Anzi sono sicuro che già qualcuno sta studiando e soprattutto classificando le varie affermazioni fatte. Affermazioni neppure pensate ma immediatamente pubblicate su Facebook ecc. Sulla questione  Tav poi Toninelli vieta al Presidente Ponti di relazionare alla commissione trasporti.  Hanno paura e sono nel marasma più totale. Matteo Salvini a Chiomonte pro Tav. Loro sono nel caos e noi ne paghiamo le conseguenze. Più che io ad essere inadeguato sono loro. E tutto questo anche perché  sono andati dietro ad un Comico come Grillo, sul viale del tramonto. Ed anche qui siamo noi che ne pariamo le conseguenze. Mi rendo conto che in verità ho capito ma non accetto. Qualcosa si deve fare per far si che non nuocciano ancora a noi italiani, a noi torinesi.
Patrizio Tosetto