redazione il torinese

Il brigante lucano

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La storia come si sa la scrivono i vincitori e questo vale anche per i fatti successi, nei secoli passati, nel nostro paese. Chissà se prima o poi si riscriverà quella pagina tragica e violenta che è stato il brigantaggio meridionale e la dura repressione che l’esercito regio praticò. Oltre 120 mila soldati, 300 mila se rapportati agli abitanti attuali, si scontrarono per diversi anni con bande disomogenee e non collegate tra loro. Sostenute  dallo stato vaticano e, non ufficialmente, da qualche potenza straniera che non vedeva di buon occhio il neo-stato italiano, tennero in scacco l’esercito regio per alcuni anni. Guerra vera con atrocità , teste tagliate, briganti appesi per giorni come macabri trofei,  paesini e villaggi distrutti, da ambo le parti. La reazione dei briganti fu feroce e costò loro un prezzo  salatissimo. Tra briganti e civili alcuni parlano di oltre 50 mila morti rispetto agli 8 mila soldati del regio esercito. Tra i tanti briganti meridionali chi assurse  agli onori per capacità militari e numero di uomini ai suoi ordini fino ad essere definito ” generalissimo” o ” Napoleone dei Briganti”  fu Carmine Crocco detto Donatelli. Crocco fu imprigionato e scontò la sua pena a Portoferraio e non nel terribile forte di Fenestrelle. Le vicende dei briganti meridionali e lucani in particolare mi  sono venute  in mente in questi giorni a fare da contrasto al fatto che ha portato la piccola regione del sud Italia alla ribalta nazionale.  In questo 2019 in cui la Lucania, Basilicata nella definizione geopolitica, è all’onore di tutto il paese per Matera capitale europea  della cultura, un  lucano è sotto i riflettori della cronaca torinese e nazionale.

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Mi riferisco a Luca Pasquaretta soprannominato “Pitbull” per i suoi modi duri e scorbutici accusato di avere ricattato il Sindaco di Torino Chiara Appendino e di traffico di influenze  illecito e turbativa d’asta. Dopo le dimissioni forzate da portavoce della stessa Appendino per una chiacchierata , se non falsa , consulenza dal Salone del Libro ora una ” tegola” anche peggiore.  Approdato dopo quei fatti alla corte della torinese vice ministro dell’economia Laura Castelli,  che l’ha immediatamente scaricato , ha ricevuto anche una consulenza , un’altra , dal Consorzio di bonifica della Basilicata. Le minacce, gli insulti ed i modi a dir poco bruschi contro direttori di giornali e cronisti, assessori e consiglieri comunali hanno fatto da contraltare alla ricerca quasi spasmodica di incarichi e sistemazioni con un atteggiamento “predatorio” quasi da moderno Crocco.  Carmine Crocco e gli altri con lo ” schioppo” lottavano contro una burocrazia ottusa, contro i latifondisti  e contro quelli che loro consideravano invasori. In attesa che si chiarisca la vicenda – da garantisti, parliamo di presunti reati – e tralasciando lo sconcerto per l’eventuale ricatto al Sindaco, prima risponde alla città e meglio é , non vorremmo  venire a sapere che il vero brigante non era Carmine Crocco.

Il rischio di Matteo Salvini

Laura Castelli in un’ intervista al Corriere della Sera sostiene: l’opposizione venga a riferire in Parlamento. Delirio totale con vaneggiamenti. Oramai lei è la vera ed unica leader grillina.Non Giggino o il Dibba di ritorno dal centro America, che si sente il nuovo Peron.Tanto meno Toninelli che ha fondato una corrente all’ interno dei grillini. Gaffe continua e  ignoranza al potere. No, vi assicuro è proprio lei, la Castelli, la leader incontrastata. Infatti stanno filtrando notizie su presunte sue trattative segrete con i leghisti su come sbrogliare la matassa.  Visto che la Tav si deve realizzare, il contentino sarebbe non fare la stazione di Susa per risparmiare. Direi proprio geniale, no? Con alcune precisazioni. Nel progetto originale non era prevista la stazione. Sono state accolte le richieste dei locali valsusini e modificando le cose si è voluta dare un’ occasione alla Valle. Ma le vie di Laura Castelli sono infinite. Con lei tutto e possibile. Così si prende come addetto stampa quel certo Pasquaretta allontanato dall’Appendino visti i suoi guai con la giustizia. E il triumvirato è fatto: Chiara Appendino, Laura Castelli e Luca Pasquaretta. Il trio Lescano della politica torinese pentastellata, tutti e tre accomunati dai guai giudiziari. Primato di cui noi torinesi non  siamo orgogliosi. E nelle nostre orecchie abbiamo ancora gli slogan dei grillini : onestà, onestà. Cambiano i ruoli ed anche i grillini cambiano. Un annetto fa un pentastellato mi diceva : fidati, fidati di noi. Ero dubbioso ma (penso) non prevenuto. Ed ho fatto bene a non fidarmi. Sulla Tav i grillini non sono credibili non solo perché sono no Tav, non sono credibili e basta. Non lo sono  per il loro quotidiano comportamento. Non è credibile il trio Lescano torinese per l’ assordante silenzio sulle proprie vicende giudiziarie, non lo è  Chiara Appendino che sta facendo fumo sulla situazione dei conti del Comune. Non è credibile Giggino che sostiene che l’attuale recessione è colpa dei governi precedenti.  Ma qui chi sta rischiando è anche Matteo Salvini con i suoi sodali. O si smarca velocemente o rischia di essere coinvolto in un vortice di cialtroneria. Ed ha buon gioco il Chiampa che sottolinea: Matteo Salvini dice che la Tav si farà. Lui è al governo. Riprenda i lavori. Il Piemonte ha bisogno di fatti, non di comizi elettorali.
Patrizio Tosetto

Caso Pasquaretta, Appendino chiarisca al più presto

Di Pier Franco Quaglieni

Le accuse che i magistrati torinesi hanno rivolto al giornalista ed ex portavoce del sindaco  Appendino, Luca  Pasquaretta, sono gravi, anche se, come ci ricorda l’indagato simpatizzante grillino, vale sempre per tutti  la presunzione di innocenza


Il sindaco Appendino ha un bel dire che si sente “serena” (aggettivo reso poco rassicurante da Matteo Renzi ), ma l’accusa nei confronti di Pasquaretta di aver minacciato la medesima di rivelare cose scomode per l’amministrazione- che ne avrebbero provocato la crisi, se non la caduta – non è cosa da poco . “Se parlo io, qui cade tutto” e’ oggettivamente una frase inquietante che sa di ricatto e di  estorsione . Il quadro d’insieme che emerge e’ quello di un quarantenne rampante sempre alla ricerca di contatti, di consulenze  e di incarichi. Almeno così appare dalla lettura dei giornali di ogni orientamento, il che non significa  di per se’ la verità perché c’è sempre la tentazione di fare di un indagato un mostro. Di quarantenni come lui, in ogni caso, l’Italia e Torino sono pieni, anche se molti sono disoccupati o debbono andare all’estero per trovare lavoro. Pensare di servirsi della politica per sbarcare il lunario e’ una seduzione che ha attratto molti, ieri ed oggi. Anche ai tempi della Dc e del Pci c’erano dei  giovani che  trovavano un posto, servendosi di un’amicizia politica e prendendo una tessera, almeno per qualche anno. Non c’è quindi da scandalizzarsi per Pasquaretta che, da quanto si legge, ha semmai l’aggravante di essere presuntuoso ed arrogante. Che la politica possa facilitare il lavoro non lo si scopre leggendo di Pasquaretta perché è sempre stato così. E’  il fenomeno antico del clientelismo di cui nessuno parla più, ma che è ben vivo anche nella III Repubblica, anzi più vivo che mai, vista la fame disperata di posti che hanno i giovani. 

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Pasquaretta era balzato alle cronache per i 5000 euro di consulenza ( restituiti) ottenuti dal Salone del  libro che rivelavano un possibile conflitto di interessi con la sua posizione di portavoce del sindaco di Torino. Una somma, tra il resto,  subito liquidata a Pasquaretta, mentre sono tantissimi i creditori che attendono inutilmente da tempo il saldo delle loro spettanze. Quella vicenda lo costrinse alle dimissioni dal posto in  Comune ,dimissioni date molto malvolentieri, quando la situazione si rivelò insostenibile per Appendino. Se si pensa al codice etico grillino , il giornalista lucano  appare in pieno contrasto con il rigorismo etico proclamato. Per altri versi, quanti sono i consiglieri, i deputati e i senatori grillini che, prima dell’elezione, erano senza un lavoro ? In questo senso Pasquaretta aveva almeno  fatto qualcosa prima di approdare a Palazzo civico, come consulente del Palastampa chiuso da anni. Lo stesso Ordine dei Giornalisti, forse, avrebbe qualcosa da dire in proposito a quanto e’ comparso sui giornali a riguardo dell’ex portavoce di Appendino. Ma la cosa più  inquietante è rappresentata dal fatto che l’azione dei giudici non derivi da una denuncia  di Appendino, vittima  della supposta tentata estorsione, ma da intercettazioni telefoniche che hanno squarciato il velo sull’attivismo di Pasquaretta. Il fatto che egli sia stato poi assunto come addetto stampa dalla sottosegretaria grillina Castelli e’ un altro degli elementi che andrebbero chiariti. E il fatto che l’on. Castelli l’abbia subito messo alla porta e’ un altro degli aspetti della vicenda su cui riflettere. In ogni caso il sindaco deve riferire senza ulteriori indugi al Consiglio comunale, pena l’aggravarsi della situazione davvero incredibile, quasi kafkiana. Appendino non può fingere di cadere dal pero, deve assumersi delle precise responsabilità. Tra l’altro, a portarlo come suo diretto collaboratore in Comune  e’ stata lei  che per parecchio tempo ha dimostrato fiducia illimitata  nei suoi confronti. Il caso Pasquaretta va oltre il suo protagonista e anche solo il sospetto che il sindaco sia stata oggetto di ricatto va subito fugato, senza margini di incertezza. Ne va  della stessa credibilità delle istituzioni democratiche.

 

(foto: il Torinese)

Cuore di tenebra

Dal 2 febbraio al 19 maggio 2019 le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino, in collaborazione con ilCastello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, presentano Cuore di tenebraCastello di Rivoli @OGR.1. Può l’arte prevenire gli errori? una mostra allestita al Binario 2 delle OGR Torino, a cura diMarcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, con il supporto della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT

Citando il celebre romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra (Heart of Darkness, 1899), questa mostra collettiva indaga aspetti irrazionali del contemporaneo, dove guerre, imperialismi, fanatismi religiosi, terrorismo, razzismo, disparità crescente, sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e alcuni aspetti della tecnica e dell’Intelligenza Artificiale utilizzate in modo irresponsabile sembrano crescere in maniera esponenziale. Originariamente provenienti da Brasile, Cuba, Egitto, Israele, Italia, Libano, Messico, Polonia, Portogallo, Stati Uniti, e attivi in più parti del globo, gli artisti invitati offrono molteplici punti di vista relativi alla complessità del mondo nel quale viviamo, interrogandosi sui lati oscuri del presente e analizzandoli attraverso riferimenti al passato oppure anticipando possibili scenari futuri.  “Con rimandi che spaziano dalla caduta dell’Impero degli Assiri nel VII a.C. per arrivare agli androidi che forse un giorno condivideranno la Terra con gli esseri umani, la mostra indaga i modi in cui gli artisti si relazionano con il mondo contemporaneo scandagliandone alcuni aspetti bui e irrazionali”, spiega Marcella Beccaria. “Le opere selezionate propongono diverse forme di consapevolezza critica che non prescindono dalla capacità di aprire spazi di resistenza poetica, rispondendo alla violenza del presente con inarrestabile forza creativa”. Le opere di Allora & Calzadilla, Maria Thereza Alves, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Bracha L. Ettinger, Massimo Grimaldi, Mona Hatoum, Goshka Macuga, Teresa Margolles, Pedro Neves MarquesWael Shawky, scelte per gli spazi delle OGR, esprimono una vitale creatività che abbraccia più linguaggi e tecniche, tra cui performance, scultura, fotografia, pittura, film e installazioni multimediali e sonore. Cuore di tenebra presenta un nucleo selezionato di tredici importanti opere dalle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, per la maggior parte scelte tra quelle acquisite dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per il Museo. In una visione sinergica, dal 2000 la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ha elaborato un progetto di acquisizioni per Torino e il Piemonte che integra le collezioni permanenti del Castello di Rivoli e della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e che oggi conta oltre 840 opere di artisti italiani e internazionali ospitate presso le due istituzioni.  Cuore di tenebra rappresenta il secondo capitolo nell’ambito della collaborazione tra le OGR Torino e il Castello di Rivoli, iniziata in occasione dell’inaugurazione delle OGR, con la curatela e produzione dell’installazione pubblica Procession of Reparationists (Processione. I riparazionisti, 2017), di William Kentridge allestita nella Corte Est delle ex officine di Corso Castelfidardo e interamente sostenuta dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.La collaborazione tra le OGR e il Castello di Rivoli, trova inoltre una virtuosa espressione nel lavoro avviato con il network ZonArte; il Castello di Rivoli con il proprio Dipartimento Educazione ha infatti collaborato alla riapertura delle OGR nel 2017 organizzando un intenso programma di attività, ampliato con la rassegna Domeniche in festa, nell’ambito del Public Program OGR, grazie al supporto della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. 

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità librarie

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Isaac Bashevis Singer “Nemici. Una storia d’amore” – Adelphi- euro 18,00

Adelphi ci regala un altro capolavoro dello scrittore polacco, Premio Nobel per la letteratura nel 1978. Era nato a Varsavia il 21 novembre 1902, naturalizzato statunitense e morto a Miami il 24 luglio 1991, ed è uno dei più imponenti autori di lingua yiddish poi tradotti in inglese. Tra i suoi capolavori vi segnalo soprattutto “La famiglia Moskat” del 1950, una splendida saga familiare, tema a lui caro e a cui torna con i romanzi “La fortezza” e “La proprietà”.In “Nemici” Singer racconta la travagliata vicenda umana dell’ebreo Herman legato a tre donne. La prima moglie Tamara che si pensava fosse morta insieme ai due figli sotto i colpi dei nazisti; invece la ritrova a New York, viva e vegeta, ma ormai distrutta dal dolore per la morte dei loro bambini. Poi c’è Jadwiga, la contadina che lo ha salvato nascondendolo per 3 anni in un fienile e che lui per riconoscenza porta con sé in America e sposa. E a complicare le cose c’è pure l’attrazione fatale per la bellissima Masha, anche lei scampata ai lager ma già coniugata ad un altro uomo. Il romanzo narra le difficoltà di Herman per sbarcare il lunario, in una Big Apple che non perdona chi resta indietro e non riesce ad afferrare il successo. Ma soprattutto c’è il suo dilemma morale e sentimentale di fronte ai diversi sentimenti che lo legano alle tre donne. Finirà per essere sposato contemporaneamente con tutte, e sgomento di fronte alla scelta che dovrà compiere….ma non vi anticipo qual è. Piuttosto gustatevi la maestria di Isaac B. Singer che si addentra nella tormentata vita interiore dei vari personaggi, ne racconta sogni, debolezze, desideri di riscatto e bisogno di amore… componendo un romanzo indimenticabile.

 

Wilbur Smith “La guerra dei Courtney” – Harper Collins – euro 22,00

E’ il nuovo avvincente tassello della saga dei Courtney, una delle più appassionanti e avventurose storie scaturite dalla fervida mente di Wilbur Smith. Iniziata sullo sfondo della savana africana, narra le peripezie di vari personaggi della stessa famiglia, a partire dalla fine del 1600 per arrivare ai giorni nostri. “La guerra dei Courtney” è l’attesissimo seguito del recente (agosto 2018) “Grido di guerra” ambientato all’alba della seconda guerra mondiale e con al centro Saffron Courtney che si innamorava del tedesco Gerard Von Meerbach. Ora ritroviamo questa “accoppiata di perfezione femminile ed eleganza maschile” -come la definisce l’autore- a Parigi nel 1939, in procinto di separarsi perché travolta dalla seconda guerra mondiale che li posizionerà su fronti opposti. Lei viene reclutata dall’Esecutivo Operazioni Speciali inglese per azioni di sabotaggio e spionaggio. Vuole fare la sua parte nel conflitto ed è spedita nel Belgio occupato dai nazisti per carpirne i segreti e le strategie. Rischia grosso, dimostra coraggio, abilità e grandi risorse interiori e verrà braccata dal nemico. Ma il suo pensiero fisso è Gerard, l’affascinante fratello del magnate dell’industria automobilistica tedesca, Konrad Von Meerbach, spietato nazista che, alla faccia dei legami di sangue, lo detesta e perseguita in tutti i modi possibili. Gerard odia Hitler, quello che sta facendo alla nazione e agli ebrei, ma è fedele comunque alla sua madrepatria che spera di poter liberare un giorno dall’orrore nazista. Suo malgrado viene reclutato come capitano di squadriglia della Luftwaffe e mandato nell’inferno della battaglia di Stalingrado. Grazie ai maneggi del fratello viene accusato di aver fatto parte di un complotto per uccidere Hitler e rinchiuso in un campo di prigionia. Aspettatevi pagine da far tremare i polsi e starete anche sulla corda sperando che Gerard riesca a sopravvivere alle sevizie, al tifo, agli esperimenti e alla brutalità più nera dei lager…

 

Dorothy Allison “Due o tre cose che so di sicuro” –Minimum fax- euro 12,00

L’autrice di racconti, memoir e saggi, nata nel 1949 a Greenville nella Carolina del Sud, è considerata l’erede della tradizione letteraria “sudista” che annovera pezzi da 90 come William Faulkner, Tennessee Williams o Flannery O’Connor. Figlia di una giovanissima ragazza madre ha avuto la vita segnata dai ripetuti abusi da parte del patrigno, poi una borsa di studio, l’università e il femminismo. Le sue opere hanno forti elementi autobiografici e tra i temi che più ricorrono nelle sue opere ci sono la lotta di classe, l’identità di sesso, gli abusi sessuali e l’emancipazione femminile. Dopo il romanzo “La bastarda della Carolina” (Minimum Fax 2018), finalista al National Book Award e portato sugli schermi USA da Anjelica Huston, ora racconta la storia delle donne della sua famiglia. E lo fa con parole ed immagini, in questo libro snello e agile che vi porterà al fondo delle cose e degli stati d’animo. Il testo è intercalato dalle fotografie che fanno parte del bagaglio familiare dell’autrice e provengono dalla sua collezione personale. Ed ecco le vicende delle donne della famiglia Gibson: madri, sorelle, cugine, figlie e zie alle prese con la vita e con gli uomini che spesso le hanno maltrattate. Tanti destini che la scrittrice interseca con la sua vita e le sue battaglie. Pagine a tratti provocatorie, mai banali, sempre fedeli a una realtà che sbaraglia l’apparenza. Un libro a tratti crudo e spietato che non lascia certo indifferenti.

L'isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità librarie
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Isaac Bashevis Singer “Nemici. Una storia d’amore” – Adelphi- euro 18,00
Adelphi ci regala un altro capolavoro dello scrittore polacco, Premio Nobel per la letteratura nel 1978. Era nato a Varsavia il 21 novembre 1902, naturalizzato statunitense e morto a Miami il 24 luglio 1991, ed è uno dei più imponenti autori di lingua yiddish poi tradotti in inglese. Tra i suoi capolavori vi segnalo soprattutto “La famiglia Moskat” del 1950, una splendida saga familiare, tema a lui caro e a cui torna con i romanzi “La fortezza” e “La proprietà”.In “Nemici” Singer racconta la travagliata vicenda umana dell’ebreo Herman legato a tre donne. La prima moglie Tamara che si pensava fosse morta insieme ai due figli sotto i colpi dei nazisti; invece la ritrova a New York, viva e vegeta, ma ormai distrutta dal dolore per la morte dei loro bambini. Poi c’è Jadwiga, la contadina che lo ha salvato nascondendolo per 3 anni in un fienile e che lui per riconoscenza porta con sé in America e sposa. E a complicare le cose c’è pure l’attrazione fatale per la bellissima Masha, anche lei scampata ai lager ma già coniugata ad un altro uomo. Il romanzo narra le difficoltà di Herman per sbarcare il lunario, in una Big Apple che non perdona chi resta indietro e non riesce ad afferrare il successo. Ma soprattutto c’è il suo dilemma morale e sentimentale di fronte ai diversi sentimenti che lo legano alle tre donne. Finirà per essere sposato contemporaneamente con tutte, e sgomento di fronte alla scelta che dovrà compiere….ma non vi anticipo qual è. Piuttosto gustatevi la maestria di Isaac B. Singer che si addentra nella tormentata vita interiore dei vari personaggi, ne racconta sogni, debolezze, desideri di riscatto e bisogno di amore… componendo un romanzo indimenticabile.
 
Wilbur Smith “La guerra dei Courtney” – Harper Collins – euro 22,00
E’ il nuovo avvincente tassello della saga dei Courtney, una delle più appassionanti e avventurose storie scaturite dalla fervida mente di Wilbur Smith. Iniziata sullo sfondo della savana africana, narra le peripezie di vari personaggi della stessa famiglia, a partire dalla fine del 1600 per arrivare ai giorni nostri. “La guerra dei Courtney” è l’attesissimo seguito del recente (agosto 2018) “Grido di guerra” ambientato all’alba della seconda guerra mondiale e con al centro Saffron Courtney che si innamorava del tedesco Gerard Von Meerbach. Ora ritroviamo questa “accoppiata di perfezione femminile ed eleganza maschile” -come la definisce l’autore- a Parigi nel 1939, in procinto di separarsi perché travolta dalla seconda guerra mondiale che li posizionerà su fronti opposti. Lei viene reclutata dall’Esecutivo Operazioni Speciali inglese per azioni di sabotaggio e spionaggio. Vuole fare la sua parte nel conflitto ed è spedita nel Belgio occupato dai nazisti per carpirne i segreti e le strategie. Rischia grosso, dimostra coraggio, abilità e grandi risorse interiori e verrà braccata dal nemico. Ma il suo pensiero fisso è Gerard, l’affascinante fratello del magnate dell’industria automobilistica tedesca, Konrad Von Meerbach, spietato nazista che, alla faccia dei legami di sangue, lo detesta e perseguita in tutti i modi possibili. Gerard odia Hitler, quello che sta facendo alla nazione e agli ebrei, ma è fedele comunque alla sua madrepatria che spera di poter liberare un giorno dall’orrore nazista. Suo malgrado viene reclutato come capitano di squadriglia della Luftwaffe e mandato nell’inferno della battaglia di Stalingrado. Grazie ai maneggi del fratello viene accusato di aver fatto parte di un complotto per uccidere Hitler e rinchiuso in un campo di prigionia. Aspettatevi pagine da far tremare i polsi e starete anche sulla corda sperando che Gerard riesca a sopravvivere alle sevizie, al tifo, agli esperimenti e alla brutalità più nera dei lager…
 
Dorothy Allison “Due o tre cose che so di sicuro” –Minimum fax- euro 12,00
L’autrice di racconti, memoir e saggi, nata nel 1949 a Greenville nella Carolina del Sud, è considerata l’erede della tradizione letteraria “sudista” che annovera pezzi da 90 come William Faulkner, Tennessee Williams o Flannery O’Connor. Figlia di una giovanissima ragazza madre ha avuto la vita segnata dai ripetuti abusi da parte del patrigno, poi una borsa di studio, l’università e il femminismo. Le sue opere hanno forti elementi autobiografici e tra i temi che più ricorrono nelle sue opere ci sono la lotta di classe, l’identità di sesso, gli abusi sessuali e l’emancipazione femminile. Dopo il romanzo “La bastarda della Carolina” (Minimum Fax 2018), finalista al National Book Award e portato sugli schermi USA da Anjelica Huston, ora racconta la storia delle donne della sua famiglia. E lo fa con parole ed immagini, in questo libro snello e agile che vi porterà al fondo delle cose e degli stati d’animo. Il testo è intercalato dalle fotografie che fanno parte del bagaglio familiare dell’autrice e provengono dalla sua collezione personale. Ed ecco le vicende delle donne della famiglia Gibson: madri, sorelle, cugine, figlie e zie alle prese con la vita e con gli uomini che spesso le hanno maltrattate. Tanti destini che la scrittrice interseca con la sua vita e le sue battaglie. Pagine a tratti provocatorie, mai banali, sempre fedeli a una realtà che sbaraglia l’apparenza. Un libro a tratti crudo e spietato che non lascia certo indifferenti.

Un algoritmo per calcolare la vita del veicolo usato

La ricerca è stata sviluppata da un team di ricerca coordinato da Maurizio Galetto, docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, ed è stata presentata al Parlamento europeo di Bruxelles

I veicoli usati hanno un peso importante nel panorama economico italiano: oltre 157mila aziende operano nella compravendita e si contano 440mila addetti, e lo scorso anno, più della metà delle vendite del settore automotive ha riguardato l’usato. Anche in  Europa i numeri sono importanti: dal 2011 al 2016 il numero dei veicoli circolanti è salito da 243 a 257 milioni e, in questa classifica l’Italia si piazza al secondo posto con 37,8 milioni dietro la Germania e davanti a Regno Unito e Francia. Ed è sempre più importante conoscere lo stato delle vetture: arriva dunque l’algoritmo che “leggerà” lo stato dell’automobile grazie al lavoro del team di ricerca del Politecnico di Torino, coordinato daMaurizio Galetto, docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino (DIGEP) che su impulso di Mo.Vi, azienda italiana del settore, ha elaborato una formula innovativa. Si tratta di un algoritmo che consente di calcolare sulla base di parametri oggettivi la percentuale di vita residua di un veicolo usato. Una formula che non solo “fa la radiografia” la vettura al momento, ma che potrà anche essere utile per l’utilizzo futuro e il continuo monitoraggio “Km percorsi, età del veicolo, ma anche lo stile di guida e il carico da stress a cui è stato sottoposto: sono alcuni esempi di variabili tenute in conto dall’algoritmo – spiega Luca Mastrogiacomo, docente del DIGEP – Questo consente non solo di calcolare la durata residua di un veicolo usato al momento del suo acquisto, ma in prospettiva anche di trasformarlo in un dispositivo che, installato sulla vettura e collegato a un’app, fornisce in tempo reale all’utilizzatore lo stato di usura, componente per componente, e di prevederne eventuali guasti consentendo di pianificare e ottimizzare la sua manutenzione”. Una ricerca che si inserisce nel dibattito sulle  ultime normative in materia di tutela ambientale e del consumatore per il settore della compra-vendita dell’usato: l’algoritmo è infatti stato presentato al Parlamento europeo di Bruxelles dove l’Associazione italiana rivenditori veicoli d’occasione (AIRVO) ha posto la questione chiedendo l’istituzione di un tavolo europeo dedicato al comparto, richiesta suffragata dall’eurodeputato Alberto Cirio “Presenterò a Bruxelles una proposta di risoluzione affinché tra le iniziative a tutela del comparto e dei consumatori venga definito uno standard europeo per calcolare in modo scientifico la vita residua di un veicoloL’algoritmo elaborato dal Politecnico di Torino può fare scuola in Europa”.

CACCIA, ON. BRAMBILLA: “GUERRA ALLA BIODIVERSITA’ CON IL SOLITO STRASCICO DI MORTI E FERITI”

“La caccia, quest’aggressione agli animali selvatici, patrimonio di tutti, in nome del cruento diletto di pochi, con il solito strascico di morti e feriti, semplicemente non è più accettabile. La stragrande maggioranza degli italiani, infatti, non l’accetta e sollecita un cambiamento nella direzione opposta. Ne prenda nota chi, rappresentando le istituzioni, deve tutelare, oltre alla pubblica sicurezza, un bene comune come la biodiversità. Basta regali ai cacciatori”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, Fi, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commentando i dati diffusi  dall’Associazione Vittime della caccia sulla stagione 2018-9.

Spiega l’ex ministro: “La stagione venatoria, che purtroppo avrà una “coda” in alcune Regioni, si è chiusa con il consueto tributo di sangue: in ambito venatorio 13 Morti e 50 feriti (di cui 2 bambini), oltre a milioni di animali (anche appartenenti a specie in sofferenza) uccisi per divertimento. Il numero delle vittime umane, variabile di stagione in stagione per fattori puramente casuali, è la salda, incrollabile dimostrazione della pericolosità di un’attività (anacronistica, ma ancora lecita) che comporta l’uso delle armi e quindi, come attesta il numero delle vittime, richiede restrizioni molto più severe, finché, finalmente, non sarà vietata. Il primato della pericolosità va alla caccia del cinghiale “in braccata”, all’origine delle maggior parte degli incidenti, che andrebbe proibita immediatamente”.

“Sul piano politico – aggiunge – si confermano e si aggravano due tendenze da tempo in atto. La prima è l’asservimento dei governi regionali alle lobby dei cacciatori e dei produttori di armi, con la conseguente approvazione di leggi pro-caccia chiaramente incostituzionali. La seconda, a livello nazionale, è l’assalto incessante (a volte subdolo e indiretto, più spesso diretto e spudorato) alla legge sulla caccia, sempre nella direzione della massima deregulation possibile. L’attacco non si ferma neanche dinanzi alle specie protette, come lupi ed orsi, la cui gestione si tenta di sottrarre allo Stato, per far parlare ancora le doppiette”.