redazione il torinese

I "tumin al verd", un classico piemontese

tomini-cibo2I tomini freschi di latte vaccino a pasta morbida, dal gusto leggermente acidulo, hanno origini antichissime e spiccano tra i tipici antipasti della cucina piemontese.

I classici – tumin al verd – preparati con ingredienti semplici come prezzemolo, acciughe, aglio e peperoncino ci permettono di preparare una ricetta particolarmente stuzzicante, perfetta per una cena autunnale da consumare con gli amici in allegria.

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Ingredienti

 

1 rotolo di tomini freschi

1 mazzetto di prezzemolo

1 spicchio di aglio

4 filetti di acciuga sott’olio

1 peperoncino piccante

1 tuorlo d’uovo sodo

1 pezzettino di pane secco

Sale, aceto bianco, olio evo q.b.   

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Per preparare il bagnetto verde, mettere a bagno il pezzetto di pane nell’aceto, lavare bene il prezzemolo, asciugarlo e tritarlo con la mezzaluna, aggiungere i filetti di acciuga, l’aglio, il peperoncino, il tuorlo ed il pane ben strizzato dall’acetoaggiustare di sale e aggiungere l’olio. Mescolare il tutto con cura e disporre sopra ai tomini precedentemente tagliati a fette. Servire a temperatura ambiente con un buon bicchiere di vino rosso piemontese.

Paperita Patty

Alla scoperta della libreria Trebisonda

Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?

Libreria Trebisonda Torino Recensioni Libri e News UnLibroLa Trebisonda nasce nel febbraio 2011 a Torino, in un quartiere vivace e multiculturale: San Salvario, vicino alla stazione di Porta Nuova, a Torino. Un posto che conosco bene perché, oltre ad abitarci, ci ho anche lavorato in un progetto di riqualificazione urbana, e quindi ho imparato a conoscerne le risorse, i punti di forza. Il mio modo di interessarmi ai libri e alle questioni politiche, sociali ed economiche mi è parso essere in sintonia con gli interessi e le inclinazioni di tante altre persone che vivono e lavorano qui. Gestire una libreria è stato, da sempre, uno dei miei sogni. Quando, nel 2010, ho incontrato un libraio con cui condividere questo progetto, abbiamo deciso di aprire la Trebisonda, che dall’inizio del 2012 gestisco da sola.

Il nome Trebisonda è quasi una casualità, si è riempito di significati negli anni successivi all’apertura. Pensavo a termini legati al mare, come Ondina, che poi ho scoperto essere il diminutivo della prima atleta olimpionica italiana, Trebisonda Valla. Mi è allora venuto in mente il detto «non perdere la trebisonda». Trebisonda, ora Trabzon, è infatti un porto sul Mar Nero, ed è per questo che nell’antichità veniva visto come un punto di riferimento; per i naviganti era come la stella polare. San Salvario è a sua volta un approdo, stretto com’è tra la stazione e il Po. Un quartiere crocevia di popoli e religioni, proprio come un porto, e anche per questo il nome Trebisonda calzava a pennello. Inoltre adoro Don Chisciotte, è il mio libro, infatti la polena/sirena di cartapesta realizzata da Alessandro Rivoir, che si trova qui in libreria e che è un po’ il simbolo della Trebisonda, legge un libro, che è proprio il Quijote. Ma mi ero completamente dimenticata – me l’ha ricordato una cliente un paio di anni fa – che il sogno di don Chisciotte è diventare imperatore di Trebisonda. Quando si dice la combinazione…

Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?

Libreria Trebisonda Torino La libreria è frequentata dagli abitanti del quartiere: persone di tutte le età, famiglie, studenti, pensionati. E poi da persone che vengono apposta, da altri quartieri o da fuori Torino. Dai turisti, perché anche San Salvario inizia da qualche anno a beneficiare dell’aumento del turismo in città. Infine, da coloro che frequentano i numerosi appuntamenti che propongo: presentazioni, corsi, laboratori (in questo caso, anche bambine e bambini). San Salvario è un quartiere dall’animata vita serale e notturna e così per cinque anni ho tenuto la libreria aperta tutti i sabati dalle 23 all’una di notte: c’era chi si aspettava che entrassero in libreria ubriaconi e simili, ma la realtà era molto più variegata: non solo giovani a passeggio tra i cocktail bar, ma anche e soprattutto persone e famiglie che andavano o tornavano dalla cena al ristorante e in pizzeria, o che dovevano fare un regalo, proprio come di giorno. In ogni caso è vero che un certo tasso alcolico favorisce l’acquisto!

Lettori si nasce o si diventa?

Anche chi “nasce” lettore, nel senso che appartiene a una famiglia di lettori, ha poi bisogno di confermare questa propensione, incontrando i libri e i maestri (le maestre) giusti. Quindi per lo più lettori si diventa, direi.

Essere librai nel 2019: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?

Libreria Trebisonda San Salvario TorinoForse il libraio, la libraia di questi anni è una persona che cerca di capire dove si trova la sua libreria, il posto in cui si colloca, in quale tempo storico e in quale quartiere e città, tutti elementi che rendono possibile un’interazione con quello che succede al di fuori della libreria. Uno scambio in cui la libreria dà anche degli input, che non sono solo gli incontri sul libro del momento, ma anche serate a tema, focalizzate su figure letterarie o politiche di rilievo o temi di attualità; e pure un allestimento particolare della vetrina. Questo è un messaggio potente secondo me, perché l’aspetto visivo è importante e va tenuto in debito conto. Forse negli anni è diventata un po’ obsoleta l’immagine – certamente affascinante – del libraio che se ne sta nel suo antro polveroso pieno di tomi antichi e introvabili. Se c’è un modo per rendere vivo questo mestiere è diventare parte attiva di quello che succede intorno: non più chiusura ma apertura, scambio con quanto si trova fuori. Non è invece venuta meno la funzione “orientativa”, anzi direi che è ancora più preziosa, vista la quantità di libri immessi sul mercato giorno dopo giorno, anno dopo anno. A maggior ragione, lavorando con la piccola editoria e con autori e autrici non ancora molto noti, i lettori si affidano maggiormente al consiglio della libraia o del libraio.

Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?

Trebisonda San Salvario TorinoLa Trebisonda ha una pagina facebook e un account instagram. Altro modo di essere “social” è l’invio della newsletter. Non vado matta per facebook, anche se talvolta favorisce incontri altrimenti impossibili; però mi pare che il tempo che finiamo per dedicargli sia troppo. Tempo sottratto non solo alla lettura, ma anche alla famiglia, agli amici, alla cura del proprio corpo… A livello di lavoro, mi pare che le proposte più interessanti scaturiscano da incontri de visu; certo la piattaforma social può essere una vetrina; ma forse non è un caso che, spesso, chi più dà riscontri positivi online poi non si faccia mai vedere in libreria: sarà un modo per sgravarsi la coscienza?

Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come Il caso di Harry Quebert o la Saga dei Cazalet, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?

Il mio è un osservatorio un po’ particolare, di nicchia, e quindi forse lo sarà anche il titolo che sto per fare, che è Patria di Fermando Aramburu (Guanda). Autore già pubblicato in Italia da La nuova Frontiera, ma non molto noto fino alla pubblicazione di questo lungo romanzo, emozionante e bellissimo.

Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo “tormentone”?

C’è attesa per White di Bret Easton Ellis che uscirà con Einaudi a ottobre. Tra pochi giorni esce con Iperborea il nuovo Bjorn Larsson, La lettera di Gertrud che, se non un tormentone, sarà sicuramente un “tormentino” per i fan di questa casa editrice, che sono sempre più numerosi. Infine, se posso fare un augurio, spero che Babbitt di Sinclair Lewis (Mattioli 1885) abbia almeno parte della fortuna che ha avuto Stoner di Williams: è stupendo.

In molti, sul nostro gruppo, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alle lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?

Libreria Trebisonda a San Salviano TorinoI bambini sono naturalmente curiosi e attratti dalla bellezza, e i libri, anche se in casa non ce ne sono, li incuriosiscono assai. Non è impossibile che un bambino inizi a leggere anche se i genitori non leggono. Certo, è difficile. Ma anche i piccoli lettori possono – speriamo temporaneamente – disamorarsi della lettura, quando diventano adolescenti e dai coetanei ricevono messaggi sconfortanti: leggere è noioso, chi legge è uno sfigato. Come libraia consiglio, ai bambini che non amano leggere “tanto”, i fumetti. Il fumetto ha il pregio di poter essere letto anche dai ragazzini che, per qualche motivo, in adolescenza smettono di leggere i libri. In alternativa, una storia, magari illustrata, breve, che vada incontro agli interessi del bambino o della bambina: l’informatica ad esempio, i dinosauri, le sirene, ecc.

Spero sempre che in loro, o almeno in alcuni di loro, si desti la voglia di riprendere in mano un romanzo. In generale, e qui parlo anche e soprattutto di ambito scolastico, credo che una buona strategia sia rendere partecipi, protagonisti, i ragazzi e le ragazze: coinvolgerli, affascinarli, farli innamorare. Ricordo un incontro emozionante con Fouad Laroui (premio Goncourt, pubblicato da Del Vecchio; consiglio in particolare Un anno con i francesi) in un liceo scientifico di Torino. Riuscì a tenere una sorta di lectio magistralis in francese a due classi che parlavano inglese. Si fece capire benissimo, spaziando dalla letteratura alla fisica, e ricordando che l’intuizione di Einstein sulla relatività nacque durante una passeggiata con un poeta. Incoraggiò quindi le scolaresche a non trascurare lo studio delle materie umanistiche. Fu subissato dalle domande. C’era una bellissima atmosfera in quell’aula magna.

Ancora una cosa: per cercare di rendere i libri oggetti sempre più diffusi, per tutti, la Trebisonda è aperta alle feste di compleanno per i più piccoli, che così imparano a considerare la libreria uno spazio comune, un luogo in cui possono giocare, divertirsi, un posto di uso «quotidiano».

Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività e per il futuro dell’editoria?

Trebisonda Libreria ToPiù che una minaccia vorrei vederla come una maniera di integrare le possibilità di chi legge. Pensiamo a chi viaggia spesso o a lungo: impossibile portarsi dietro dei tomoni, no? Certo il numero di chi legge solo con e-reader è in aumento, ma mi pare sia comunque una percentuale poco rilevante. Il problema vero, semmai – scopro l’acqua calda – è che in Italia si legge poco, sia su carta sia su supporto elettronico.

Tornando alla domanda, sarebbe bello che le libraie e i librai in carne e ossa potessero veder riconosciuta la loro capacità di consigliare la clientela, sulla base dei gusti e delle necessità. Questo a prescindere dal fatto che venga poi acquistato un libro cartaceo o un e-book.

Consigliate un libro, secondo voi imperdibile, ai nostri lettori.

Da libraia, sono abituata a dare più opzioni a chi mi chiede un consiglio… Alcuni suggerimenti di lettura sono già nelle risposte qui sopra. Tuttavia ho dato uno sguardo alla vostra pagina FB e vorrei consigliare due classici che secondo me potrebbero fare al caso vostro: uno è Mansfield Park di Jane Austen. L’altro è La famiglia Karnowsky di Israel J. Singer. Di contemporaneo, invece, Americanah di Chimamanda Ngozi Adichie, oppure i racconti di Guadalupe Nettel, Bestiario sentimentale, La Nuova Frontiera, o La felicità di Emma di Claudia Schreiber, Keller. E, sicuramente Una donna, di Annie Ernaux, L’Orma.

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Tav, analisi costi-benefici condivisa con la Francia

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Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti scrive in una nota che “il Mit ha condiviso con il Governo francese, attraverso l’ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset, l’analisi costi-benefici sul progetto Tav Torino-Lione, come concordato dai Ministri Borne e Toninelli, prima della validazione e pubblicazione da parte del Governo italiano” Per il Mit si tratta del punto di partenza di “un’interlocuzione tra i due esecutivi”. E a breve sarà fissato un incontro bilaterale.

Al via la Clinica del diritto Torino

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Anche quest’anno i volontari di Avvocato di Strada Torino avranno un ruolo di primo piano nelle attività della Clinica Legale della Facoltà di Giurisprudenza attivata dalla Dott.ssa Cecilia Blengino dell’Università di Torino
Il progetto è stato presentato questa mattina martedì 5 febbraio alle ore 10 e sarà aperto a due studenti di giurisprudenza che potranno affiancare i volontari nelle attività di supporto legale in favore delle persone senza dimora. “Siamo entusiasti di poter ripetere l’esperienza attivata l’anno scorso che permetterà ai giovani studenti di avvicinarsi all’avvocatura facendo un’esperienza diretta del nostro mestiere e che, in più, potranno farlo partendo dal punto dei più deboli. La nostra associazione – sottolineano i volontari di Avvocato di strada – collabora già alle cliniche del diritto di varie università italiane come Milano, Bari e Foggia. Siamo orgogliosi di poter collaborare anche quest’anno con la Clinica del diritto di Torino, una delle prime a prendere piede in Italia”.
do. me.

Grimaldi e Accossato (LeU): “Per la riorganizzazione dei laboratori in zona ovest confronto e tutela dei servizi”


Nel question time in Consiglio regionale siamo intervenuti per chiedere all’Assessore Saitta per quali provvedimenti siano stati presi dall’assessorato sulle tensioni in essere all’interno dell’azienda Asl To 3 e sulle promesse modifiche alla DGR 50.

In data 21 gennaio le OO.SS Rsu dell’Asl TO3 hanno dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori e venerdì 25 gennaio i lavoratori hanno svolto un presidio davanti all’Assessorato alla Sanità. I sindacati chiedono la modifica della DGR 50, dove l’attuale riorganizzazione della rete dei laboratori nella zona ovest di Torino rischia seriamente di penalizzare un patrimonio di strutture e professionalità. La scelta di rendere il Mauriziano hub della rete della zona ovest di Torino andrebbe quindi rivista: con ASL città di Torino cambiano i confini e quindi la programmazione sanitaria, così come serve verificare la capacità di trasporto delle analisi in un territorio che va dalla città capoluogo a comuni di alta montagna. I sindacati denunciano inoltre un grave clima di intimidazione in seguito alla dichiarazione dello stato d’agitazione dei lavoratori e raccontano di pressioni ai lavoratori al fine di tacere i problemi della struttura. “La riorganizzazione della rete dei laboratori in zona ovest va ripensata dando certezze ai lavoratori e garanzia di uguali o migliori servizi ai cittadini” – dichiarano il Capogruppo di LeU Marco Grimaldi e la consigliera di Leu Silvana Accossato. – “Pensiamo che un intervento dell’assessorato in tale direzione, già richiesto dal consiglio regionale, oltre a rivedere alcune scelte sarà utile anche a rasserenare il clima oggi teso all’interno dell’azienda”.

Grimaldi e Accossato (LeU): "Per la riorganizzazione dei laboratori in zona ovest confronto e tutela dei servizi"


Nel question time in Consiglio regionale siamo intervenuti per chiedere all’Assessore Saitta per quali provvedimenti siano stati presi dall’assessorato sulle tensioni in essere all’interno dell’azienda Asl To 3 e sulle promesse modifiche alla DGR 50.

In data 21 gennaio le OO.SS Rsu dell’Asl TO3 hanno dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori e venerdì 25 gennaio i lavoratori hanno svolto un presidio davanti all’Assessorato alla Sanità. I sindacati chiedono la modifica della DGR 50, dove l’attuale riorganizzazione della rete dei laboratori nella zona ovest di Torino rischia seriamente di penalizzare un patrimonio di strutture e professionalità. La scelta di rendere il Mauriziano hub della rete della zona ovest di Torino andrebbe quindi rivista: con ASL città di Torino cambiano i confini e quindi la programmazione sanitaria, così come serve verificare la capacità di trasporto delle analisi in un territorio che va dalla città capoluogo a comuni di alta montagna. I sindacati denunciano inoltre un grave clima di intimidazione in seguito alla dichiarazione dello stato d’agitazione dei lavoratori e raccontano di pressioni ai lavoratori al fine di tacere i problemi della struttura. “La riorganizzazione della rete dei laboratori in zona ovest va ripensata dando certezze ai lavoratori e garanzia di uguali o migliori servizi ai cittadini” – dichiarano il Capogruppo di LeU Marco Grimaldi e la consigliera di Leu Silvana Accossato. – “Pensiamo che un intervento dell’assessorato in tale direzione, già richiesto dal consiglio regionale, oltre a rivedere alcune scelte sarà utile anche a rasserenare il clima oggi teso all’interno dell’azienda”.

Il legale di Pasquaretta: “Mai fatto minacce o estorsioni”

Una vicenda che lo ha colpito profondamente: “anche perché essendo uomo di comunicazione si rende conto di quanto che sta succedendo ed è molto provato”. Sono le parole, riportate dall’Ansa, di  Stefano Caniglia, avvocato di Luca Pasquaretta, ex portavoce di Chiara Appendino, che oggi  non si è presentato dai pm che lo accusano di estorsione nei confronti della sindaca. Il legale afferma che il suo assistito “mai ha minacciato o estorto nulla alla sindaca e dal punto di vista personale il loro rapporto era buono. Valuteremo più avanti se farci sentire dai magistrati”. L’avvocato nega pressioni su Appendino per avere  una collaborazione con la viceministro Laura  Castelli, collaborazione che, aggiunge, “faceva parte delle occasioni di lavoro di un professionista della comunicazione politica”.

 

 

(foto: il Torinese)

ENAIP GRUGLIASCO E ASSOCIAZIONE VSP ONLUS: insieme per gli allievi nel mondo del lavoro

Il passaggio dall’ambiente protetto dei banchi di scuola a quello dello stage o, ancora di più, al mondo del lavoro non è per nulla facile: significa mettersi in gioco per davvero, dover dimostrare le proprie capacità e affrontare dubbi e insicurezze personali

Per aiutare i propri studenti ad arrivare preparati a questo momento, da alcuni anni EnAIP Grugliasco porta avanti il progetto VOI – NOI E IL LAVORO, in collaborazione con l’Associazione VSP Onlus (Volontari Senior Professionali), un gruppo di volontari formato da ex dirigenti, professionisti, tecnici e docenti universitari che hanno deciso di mettere la propria esperienza personale e lavorativa gratuitamente a disposizione dei giovani. L’associazione si propone di contribuire ai processi di sviluppo umano, sociale ed economico, delle potenzialità di coloro che desiderano crescere con dignità e autonomia, offrendo l’esperienza professionale, maturata dai propri iscritti “senior” in anni di attività, attraverso l’opera di volontariato attivo. Il progetto VOI – NOI E IL LAVORO, organizzato dalla referente per i Servizi Al Lavoro Serenella Zappata, coinvolge allievi e allieve che durante l’anno formativo dovranno svolgere un periodo di stage: i volontari di VSP Onlus hanno progettato specificatamente per loro un ciclo di interventi, per un totale di 10 ore di lezione, in cui si parlerà del mondo del lavoro, di ruoli, di relazioni e in cui verranno affrontate le eventuali problematiche, fino ad arrivare a una vera e propria simulazione di un colloquio di lavoro. Gli studenti riceveranno anche un feedback sulle loro prestazioni, per poter capire su quali atteggiamenti e comportamenti possono ancora migliorare. Quest’anno il progetto coinvolge la classe 3^ del corso di termoidraulico, e le classi 2^ dei corsi dei settori elettrico e vendita. I corsi FAL (Formazione Al Lavoro) sperimenteranno invece un nuovo progetto, IMPARIAMO A LAVORARE, in cui sono coinvolti circa 7 volontari; si tratta di accompagnare allievi e allieve verso il mondo del lavoro con un’ottica più attenta allo sviluppo delle competenze personali e alla comprensione dei ruoli, delle regole e delle giuste relazioni tra colleghi sul posto di lavoro. Per entrambi i progetti si tratta di un’occasione diversa per prepararsi alle grandi sfide del mondo del lavoro, che aiutano i nostri ragazzi a credere nel futuro.

 

Lutto per Marisa, seconda vittima dopo piazza San Carlo

Mercoledì è lutto cittadino a Torino per i funerali di Marisa Amato, la donna di 65 anni morta nei giorni scorsi dopo essere rimasta tetraplegica a causa delle ferite riportate il 3 giugno del  2017 nei pressi di piazza San Carlo, durante la proiezione della partita di Champions. La donna fu travolta dalla folla in preda al panico. Con Erika Pioletti è la seconda vittima legata a quella drammatica serata. La cerimonia funebre si svolgerà alle 11 nella chiesa di Santa Rita.

La Mole riflessa

La Mole antonelliana si riflette sui vetri della sede Rai in via Verdi. La foto è della lettrice del “Torinese” Maria Siragusa