redazione il torinese

Il cappello, l'accessorio più elegante ed essenziale

L’educazione di una donna consiste in due lezioni: non lasciare mai la casa senza calze e non uscire mai senza cappello, diceva Coco Chanel. Certamente i tempi sono cambiati, le abitudini legate al nostro abbigliamento sono differenti, meno rigide e scarsamente legate a canoni e modelli uniformanti. Il cappello tuttavia non ha perso il suo fascino e neanche la sua utilità, ci riscalda d’inverno, ci protegge dal sole d’estate e aggiunge un elemento di stile e gusto al nostro look. Dall’ antico Egitto fino agli oltre cinquemila indossati dalla Regina Elisabetta II, passando per i vistosi copricapi rinascimentali, il cappello ha rivestito storicamente un significato culturale, un riferimento alla posizione sociale ed anche alla appartenenza etnica. Il basco, la cloche, il berretto o beanie, il fedora sono deliziosi modelli di cappello molto attuali e di moda che vestono e conferiscono alla nostra mise ricercatezza e buongusto. Nella nostra elegante e raffinata città diverse sono le cappellerie storiche dove trovare svariati e deliziosi modelli, appropriati alle nostre caratteristiche fisiche e al nostro stile e, dove immergersi, perché no, in atmosfere di un fascinoso passato. Alcuni tra quelli che troveremo, infatti, sono poco indossabili quotidianamente, sicuramente più adatti ad eventi particolari o avvenimenti mondani ma sicuramente di grande charme e capaci di suscitare in ognuno di noi ammirazione e incanto.

Ecco alcuni negozi dove trovare il cappello più adatto a noi:
 
Viarani in Corso Vittorio Emanuele II 27 in zona San Salvario, dal 1884 vende cappelli di produzione propria, sia per donna e che per uomo, ma anche i migliori brand sia del made in Italy che internazionali. Tradizione ma anche attenzione all’evoluzione della moda. “Un luogo fuori dal tempo, magico”.
 
Regge in Corso Vittorio Emanuele II 70, verso il quartiere Crocetta, troviamo un’ elegante cappelleria. Bombette, borsalini dal gusto un po’ retrò ma anche prodotti artigianali attuali e originali personalizzabili anche nelle misure.
 
La Moda del Guanto, in Via Santa Teresa 19, dal 1905 tratta modelli di produzione italiana. Piccolo ma molto fornito, offre anche una vasta varietà di accessori, soprattutto di guanti, da abbinare ovviamente ai deliziosi copricapi.
 
La Cappelleria Imberti la troviamo invece a Via XX Settembre 14, di fronte al Cinema Reposi e proprio rimanendo in argomento, durante il Cinema Festival espone e fa sfilare modelli legati a produzioni famose.
 

Maria La Barbera

 
 
 
 

Sulle orme dei Crociati

Cento monete d’oro usate dai Crociati, conservate in un’anfora, sono venute alla luce durante uno scavo archeologico, nascoste sotto il pavimento del castello di Arsuf, a 15 chilometri da Tel Aviv. Ad Arsuf, sul Mediterraneo, si scontrarono nove secoli fa nientedimeno che Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra, e il Saladino. Le monete risalgono a quel periodo e forse appartennero ai Cavalieri Ospitalieri di Gerusalemme che abitarono nella fortezza, per il possesso della quale arabi e crociati si combatterono ferocemente più volte. È un ritrovamento a dir poco eccezionale, anche perchè, oltre al tesoretto, sono state trovate punte di freccia e di lancia e molte pietre che venivano scagliate con le catapulte. Non è dunque difficile imbattersi nei Crociati e nei loro nemici musulmani visitando la terra di Israele.

Per esempio, seguendo le tracce dei Cavalieri cristiani lungo le spiagge del Mediterraneo orientale, proprio là dove novecento anni fa sbarcarono i Cavalieri della Terza Crociata che dovevano riconquistare Gerusalemme ma tornarono sconfitti in patria. Oppure scoprendo ciò che resta delle fortezze dei Templari, dei Cavalieri Teutonici e dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, nascoste a volte in mezzo alla boscaglia, quasi inaccessibili, tra colline e speroni rocciosi o sul mare tra Tel Aviv, l’antica Giaffa, e il confine con il Libano. È vero, a volte si trovano solo rovine, ma di grande valore storico e architettonico e di straordinario impatto scenografico. Alcune ben conservate, altre lasciate al loro destino, ma sempre cariche di fascino e di storia. O ancora raggiungendo gli aridi e desertici “Corni di Hattin”, dove non piove mai, a pochi chilometri da quel lago di Tiberiade che sarebbe stato la salvezza per l’esercito crociato che invece fu annientato dalla cavalleria del Saladino tra le brulle colline di Hattin, assetate e bruciate dal sole. Era il 4 luglio 1187. Può essere questo, in sintesi, l’itinerario di un viaggio “diverso” in Israele, rivivendo la storia delle Crociate in Terrasanta, in Outremer, perchè lì castelli e fortezze abbondano, senza essere seguiti da troppi turisti, cosa non da poco. Si intenda, nulla a che fare con lo splendore della fortezza del Krak dei Chevaliers in Siria, le cui mura, pur danneggiate dalla guerra civile di questi anni, hanno resistito per secoli ai conflitti e ai terremoti o con l’imponenza del Castello di Kerak in Giordania. In Israele non è rimasto molto ma le rovine, oggi ben inserite in un contesto da National Park, fanno rinascere una delle storie più avvincenti del Medioevo. Il paesaggio è certamente cambiato molto rispetto a quello del XII secolo ed è impossibile ritrovare tutti i luoghi della Terza Crociata (1189 -1192), oggi cancellati o sostituiti da città, strade, industrie, aeroporti ma ripercorrere il cammino dei Crociati è ancora possibile. È forse una vacanza un po’ fuori dal comune ma pur sempre interessante. Noleggiando un auto si possono seguire le strade e i territori attraversati da Riccardo Cuor di Leone e da Saladino muniti di una piantina dettagliata dei luoghi da visitare per evitare di sbagliare strada e fare inutilmente troppi chilometri. Alcuni castelli compaiono all’improvviso tra spiagge, promontori, colline e montagne mentre altri bisogna raggiungerli in luoghi spesso trascurati o dimenticati dalle guide turistiche, magari dopo essersi cimentati in autentici trekking in mezzo al bosco o seguendo incerti sentieri tracciati in modo approssimativo, quasi per nasconderne la bellezza. Alle rovine del castello templare di Montfort, nel nord del Paese, è meglio non arrivare troppo tardi, si rischia di farsi inghiottire dal buio e di non trovare la strada del ritorno, ma c’è anche il pericolo di precipitare dalle rovine del castello e finire in fondo al dirupo tra rocce e…scheletri di templari, senza che nessuno si accorga di nulla. Si parte dunque per i luoghi in cui cristiani e musulmani si affrontarono aspramente per il dominio della Terrasanta ai tempi delle Crociate. Lasciata Tel Aviv con la sua pittoresca rocca di Giaffa si arriva a Tel Arshaf, il sito dell’antica Apollonia, che crociati e arabi chiamavano Arsuf e che nel 1101 fu occupata da Baldovino I, re di Gerusalemme. Nel 1187, dopo la caduta della Città Santa in mano agli arabi, anche Arsuf fu presa dal sultano Saladino ma pochi anni più tardi Riccardo d’Inghilterra la riconquistò sconfiggendo il grande condottiero curdo in uno scontro memorabile avvenuto il 7 settembre 1191. Il sovrano inglese prese il comando delle operazioni e lanciò la cavalleria cristiana contro l’esercito musulmano che fuggì terrorizzato. Le perdite furono limitate da entrambe le parti ma la battaglia di Arsuf fu una grande vittoria morale per i cristiani dopo la disfatta di Hattin. Sul campo di battaglia fu dimostrato che Saladino non era invincibile. La fortezza dei crociati, di cui oggi restano poche rovine insieme a quelle del porto, verrà distrutta dai Mamelucchi del sultano Baibars nel 1265. Proseguendo verso nord si incontra Cesarea Marittima fondata da Erode il Grande. L’area archeologica è un cantiere continuo da cui spuntano rovine romane e crociate del periodo di San Luigi, re di Francia, che fortificò la città. Affacciata sul mare, Cesarea, capitale per almeno sei secoli, è una città dal grande passato. C’era il teatro romano con l’ippodromo sulla spiaggia, c’erano palazzi e strade bizantine, c’era la Cittadella crociata nella zona del porto. Centro cristiano tra i più importanti tra il III e il VI secolo, Cesarea fu occupata dagli arabi nel 639. Nel 1101 arrivarono i crociati che la depredarono e nel bottino del saccheggio finì anche un catino di vetro verde di arte islamica (è conservato nel Duomo di San Lorenzo a Genova) che alcuni storici hanno identificato come una reliquia della Passione di Gesù. Secondo altri studiosi si tratterebbe addirittura del leggendario Santo Graal. Come numerose località della Terrasanta anche Cesarea passò nelle mani di vari conquistatori. Nel 1187 arrivò Saladino poco dopo la vittoria di Hattin ma alcuni anni più tardi sbarcò Riccardo Cuor di Leone che tolse la città ai musulmani ampliando le fortificazioni. Nuove difese furono innalzate dai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme e da Giovanni di Brienne, sovrano della Città Santa. Luigi IX, re di Francia, completò i lavori di consolidamento della cinta muraria ma furono i Mamelucchi gli ultimi conquistatori di Cesarea dopodiché la città fu praticamente abbandonata e solo verso la fine dell’Ottocento i turchi ottomani vi insediarono un gruppo di profughi musulmani provenienti dai Balcani che vi fondarono un villaggio raso al suolo nella guerra del 1948. Ben visibile sulla spiaggia è l’acquedotto romano rimesso in funzione dai crociati così come si può vedere ciò che resta di una decina di torri, sopravvissute all’assalto delle catapulte del sultano mamelucco Baibars che nel 1265 rase al suolo sia la città che il castello. La stessa sorte toccò alla cittadella di Arsuf ma la grande fortezza templare di Athlit resistette eroicamente all’assalto delle truppe mamelucche. Tra Cesarea e Haifa si levano alte sul mare le rovine di Athlit, il colosso dei templari edificato intorno al 1215, poco a sud del monte Carmelo, che sorvegliava il transito lungo la costa mediterranea. Oggi è tutt’altro che un colosso ed è rimasto ben poco di quello che è stato uno dei più grandi castelli della Palestina medioevale, una sorta di cittadella chiamata “Castrum Peregrinorum” che includeva una chiesa e alcuni palazzi, ben difesa dai templari che da lì proteggevano il porto nel quale giungevano i pellegrini e controllavano le vie di comunicazione con Gerusalemme. Fu l’ultimo lembo di Terrasanta rimasto in mano ai crociati prima di essere abbandonato dopo la conquista mamelucca nel 1291 che pose fine al Regno latino.

Filippo Re

“TIM CI PORTA DA SANREMO ALLO SPAZIO. MA NON PORTA I SEGNALI E INTERNET VELOCE IN MONTAGNA!”

“Siamo abituati a guardare al futuro con ottimismo, fiducia, speranza. Proviamo a farlo, con il sistema degli Enti locali montani. Ogni giorno. Ma questa volta, dagli amici di TIM non ci sentiamo confortati, sul presente e sul futuro, loro e nostro. Posso dire che ci sentiamo un po’ presi in giro. Perché gli spot e i claim scelti per intervenire nelle pause del Festival di Sanremo non raccontano il Paese vero e non hanno certo i piedi per terra. Guardano allo Spazio, ai voli verso l’alto, alla Luna e al Pianeta Rosso. Bene, fin qui. Peccato che TIM non abbia ancora finito di far bene le cose qui in Terra. Avremmo preferito quegli spot – almeno uno – raccontassero nuovi investimenti nelle Alpi e negli Appennini, tra le nostre valli che puntano sulla crescita anche grazie al digitale. Lo diciamo da tempo ai vertici del colosso telco, un po’ distratti. E lo diciamo a Mise e AgCom. A chi permette che i segnali della telefonia mobile in moltissime aree montane siano esistenti, a chi non vigila affinché la PA italiana possa avere agevolazioni per i servizi di connettività e scambio di dati. Lo diciamo alla stessa azienda, a TIM, ai tanti dirigenti disponibili che hanno risposto al contatto di Uncem, provando a capire che nel 40 per cento del Paese – Pianeta Terra – internet va a meno di 200kbs, che in molte realtà alpine e appenniniche i cavi dei telefoni sono appesi alle piante, quando va bene perché le piante non sono cadute sui cavi. E diciamo a TIM, da tempo, che servono investimenti con nuove torri radio per trasmettere meglio i segnali, anche nelle valli laterali e nei posti meno battuti, da loro ritenuti a fallimento di mercato. Perché lì segnale fa rima con sicurezza e opportunità di vita. Per tutto questo, con tutto questo nostro impegno, ribadiamo a TIM: benissimo lo Spazio, bene le vostre pubblicità sanremesi, ma avremmo bisogno di altro nei nostri Comuni e sui nostri territori. Lo diciamo ancora una volta. Mise e AgCom intervengano per mostrare le tante situazioni dove le infrastrutture assenti o limitate minano la digitalizzazione e aumentano il divario digitale dell’Italia. Noi, Uncem, continuiamo a mobilitarci e a intervenire per segnalare questi danni, vere emergenze del Paese”.

Marco Bussone Presidente nazionale Uncem

"TIM CI PORTA DA SANREMO ALLO SPAZIO. MA NON PORTA I SEGNALI E INTERNET VELOCE IN MONTAGNA!"

“Siamo abituati a guardare al futuro con ottimismo, fiducia, speranza. Proviamo a farlo, con il sistema degli Enti locali montani. Ogni giorno. Ma questa volta, dagli amici di TIM non ci sentiamo confortati, sul presente e sul futuro, loro e nostro. Posso dire che ci sentiamo un po’ presi in giro. Perché gli spot e i claim scelti per intervenire nelle pause del Festival di Sanremo non raccontano il Paese vero e non hanno certo i piedi per terra. Guardano allo Spazio, ai voli verso l’alto, alla Luna e al Pianeta Rosso. Bene, fin qui. Peccato che TIM non abbia ancora finito di far bene le cose qui in Terra. Avremmo preferito quegli spot – almeno uno – raccontassero nuovi investimenti nelle Alpi e negli Appennini, tra le nostre valli che puntano sulla crescita anche grazie al digitale. Lo diciamo da tempo ai vertici del colosso telco, un po’ distratti. E lo diciamo a Mise e AgCom. A chi permette che i segnali della telefonia mobile in moltissime aree montane siano esistenti, a chi non vigila affinché la PA italiana possa avere agevolazioni per i servizi di connettività e scambio di dati. Lo diciamo alla stessa azienda, a TIM, ai tanti dirigenti disponibili che hanno risposto al contatto di Uncem, provando a capire che nel 40 per cento del Paese – Pianeta Terra – internet va a meno di 200kbs, che in molte realtà alpine e appenniniche i cavi dei telefoni sono appesi alle piante, quando va bene perché le piante non sono cadute sui cavi. E diciamo a TIM, da tempo, che servono investimenti con nuove torri radio per trasmettere meglio i segnali, anche nelle valli laterali e nei posti meno battuti, da loro ritenuti a fallimento di mercato. Perché lì segnale fa rima con sicurezza e opportunità di vita. Per tutto questo, con tutto questo nostro impegno, ribadiamo a TIM: benissimo lo Spazio, bene le vostre pubblicità sanremesi, ma avremmo bisogno di altro nei nostri Comuni e sui nostri territori. Lo diciamo ancora una volta. Mise e AgCom intervengano per mostrare le tante situazioni dove le infrastrutture assenti o limitate minano la digitalizzazione e aumentano il divario digitale dell’Italia. Noi, Uncem, continuiamo a mobilitarci e a intervenire per segnalare questi danni, vere emergenze del Paese”.
Marco Bussone Presidente nazionale Uncem

SWIM TO, i risultati della seconda giornata

www.federnuoto.piemonte.it


Dopo il “Galà della Velocità” di ieri SWIM TO – Trofeo Città di Torino è entrata oggi nel vivo con la seconda giornata, che ha visto in acqua tutti i migliori atleti iscritti alla manifestazione, tra cui campioni italiani e medagliati a livello internazionale. Come accaduto ieri, tante “M” disegnate sulle braccia dei partecipanti hanno ricordato Manuel Bortuzzo e in avvio di programma pomeridiano tutto il Palazzo del Nuoto ha dedicato al giovane nuotatore un caloroso “Forza Manuel” e un lungo applauso, a sottolineare la propria vicinanza a un amico. La parola è quindi pssata alle corsie, dove si sono assegnate le medaglie di 400 misti, 100 farfalla, 800 e 1500, 100 rana e 200 stile libero.

Nei 400 misti Ragazzi ha festeggiato Simone Dutto (CSR Granda), in nazionale giovanile l’estate per la Coppa Comen e oggi all’arrivo in 4’38″80. Tra le Junior la compagna di squadra Anita Gastaldi si è invece piazzata seconda in 4’56″27 alle spalle dell’azzurrina Martina Ratti (4’54″30). Gabriele Mancini (Centro Nuoto Torino) ha conquistato la medaglia d’oro Junior in 4’37″02, abbassando notevolmente il record personale. Primi tra gli Assoluti Alice Marini e Emanuele Brivio, che hanno preceduto i piemontesi Giulia Carofalo (4’57″99) e Erik Lora (4’27″07), tesserati rispettivamente per Rari Nantes e Centro Nuoto Torino.

I 100 farfalla si sono aperti con il successo di Giulia Grossini tra le Ragazze; la giovane nuotatrice della Libertas Nuoto Novara ha chiuso in 1’06″20. Prestazioni di alto livello hanno caratterizzato la gara in tutte le categorie. Tra gli Junior il più veloce è stato l’azzurro plurimedagliato alle Olimpiadi Giovanili Thomas Ceccon (54″40); meglio di lui ha fatto Alberto Razzetti tra gli Assoluti (53″74). Gara combattuta tra le Assolute, vinta dalla vicecampionessa europea di 200 e 400 misti Ilaria Cusinato in 1’00″14, quattro decimi davanti a Helena Biasibetti (Dynamic Sport, ma in gara per la nazionale giovanile) e all’altra azzurra Claudia Tarzia (1’00″77).

Nella parte centrale del pomeriggio si sono tuffati i mezzofondisti di 800 femminili e 1500 maschili. Nella gara femminile la vittoria è andata a Erica Musso (Fiamme Oro), da quest’anno di casa all’Aquatica Torino e oggi all’arrivo in 8’44″68. Medaglia d’argento per la torinese Luisa Trombetti (Fiamme Oro/Rari Nantes Torino), seconda in 8’50″18. Matteo Lamberti, alla SWIM TO con la maglia della nazionale giovanile si è invece aggiudicato i 1500 in 15’50″35, davanti a Tommaso Gallesio (CSR Granda, 15’53″23), l’estate scorsa medagliato in Coppa Comen di fondo in acque libere.

Tre atleti piemontesi sono saliti sul gradino più alto del podio dei 200 dorso. Primo dei Ragazzi è stato Lorenzo Masoero (Sisport Spa), con il tempo di 2’09″41. Junior e Assolute hanno applaudito la vittoria di atlete della Dynamic Sport, rispettivamente Caterina Momi e Camilla Giacomini. Caterina con il nuovo primato personale di 2’20″68, Camilla in 2’18″40 davanti a Paola Lanzillotti (Rari Nantes Torino, 2’19″34). Tra gli Assoluti da segnalare la vittoria del capitano della nazionale Federico Turrini, con il tempo di 2’03″30.

Piemontesi a segno anche nei 100 rana. Tra i Ragazzi si sono presi il titolo Ludovica Pavia (VO2 Nuoto Torino) e Marco Secondo (Rari Nantes Torino); Ludovica in 1’13″51 in volata su Giada Gorlier (Rari Nantes Torino), Marco in 1’07″86 ex aequo con Alex Sabattani. Il più veloce tra gli Junior è invece stato Gabriele Rizzo (Dynamic Sport, 1’05″14), convocato in nazionale giovanile per questo evento. Federico Poggio, piemontese ma tesserato per l’Imolanuoto, e Natalia Foffi hanno vinto l’oro assoluto, rispettivamente in 1’01″94 e 1’10″67.

A chiudere il programma i 200 stile libero, ultimo atto di una seconda giornata capace di regalare grande spettacolo. L’unico titolo piemontese è arrivato tra i Ragazzi, dove Lorenzo Panizza (Dynamic Sport) si è imposto in 1’56″90. I tempi migliori sono stati siglati da Thomas Ceccon (1’50’46), primo Junior, e Davide Nardini (1’50″56), migliore tra gli Assoluti. A livello femminile l’ultima finale ha invece premiato sui primi due gradini del podio Giorgia Romei (2’01″56) e Erica Musso (2’03″12), che domani sarà in gara nei 400.

I 400 stile libero apriranno il programma di domani, ultima giornata di SWIM TO – Trofeo Città di Torino. Seguiranno 200 farfalla, 100 dorso, 200 rana, 100 stile libero e 200 misti. Le qualifiche – maschili alla Sisport, femminili al Palazzo del Nuoto, tutte in vasca corta – scatteranno alle 8.45. Le finali – tutte al Palazzo del Nuoto e in vasca lunga – si apriranno alle 16.

Ragazzi di vita: un affresco delle borgate del dopoguerra

Ultima replica domani al Carignano di Torino per “Ragazzi di vita”, spettacolo tratto dal romanzo omonimo di Pier Paolo Pasolini, sulla breccia dal 2016 grazie alla drammaturgia di Emanuele Trevi e la regia di Massimo Popolizio che è valso a questo adattamento ben tre premi: Ubu, Critica e Le Maschere

Grande protagonista Lino Guanciale, attore di diverse fiction, idolatrato dal pubblico della tv generalista, già a Torino in autunno sempre allo Stabile per lo spettacolo “La classe operaia va in paradiso” dal film di Elio Petri. Qui lo ritroviamo nei panni dell’io narrante del testo pasoliniano, il punto di vista esterno su quella Roma del dopoguerra delle periferie degradate. Una scenografia scabra riproduce quelle borgate popolate da anime povere, costrette a vivere di furti, espedienti e lavori di ogni genere, dai meno legali ai più umilianti, e l’autenticità di un mondo primitivo scandito dalla noia, la miseria e la morte. Popolizio non opera un lavoro di trasposizione del testo alla lettera ma offre dei quadri corrispondenti ai diversi episodi del romanzo, dove il senso del comico e del tragico si rincorrono continuamente, alternandosi in giusta dose senza cadere nel parossismo o nella caricatura. Un lavoro corale che coinvolge tantissimi attori giovani, diciotto in tutto, che incarnano tutta quella vitalità e spregiudicatezza dei “borgatari”. Tutti insieme sul palco si presentano in larghe mutande bianche con un’ingenuità puerile che verrà declinata via via da ogni interprete in maniera personalissima e convincente nei diversi personaggi: Riccetto, Lanzetta, il Caciotta, Amerigo, Begalone, Alvaro, Spudorato e tutti gli altri che insieme rappresentano l’affresco della povertà morale e materiale dell’Italia degli emarginati che si presentò agli occhi di Pasolini al suo arrivo a Roma nel 1950.

***

Il raccontarsi dei personaggi ora in prima ora in terza persona, eredità di Ronconi, grazie al ritmo sostenuto degli attori non fa cadere lo spettacolo nel didascalico o nell’effetto “libro parlato”, anche se la struttura a quadri giustapposti e un’interpretazione non sempre emotivamente sentita fanno cadere a tratti l’attenzione dello spettatore. E se Emanuele Trevi voleva far emergere il narratore/attore (Lino Guanciale) uno “straniero” come Pasolini rispetto a quella realtà, ci è riuscito, complici anche il costume da borghese e una recitazione non sempre empaticamente coinvolta, che lascia Guanciale un po’ ai margini, distante dagli eventi. Per un’ora e quarantacinque minuti i giovani attori funambolici zompettano, urlano e gesticolano in dialetto romanesco sfruttando l’intera profondità del palco e tutti gli spazi che servono ad accorciare la distanza dal pubblico, il proscenio e i primi palchetti, dai quali ogni tanto sbuca a sorpresa un personaggio. Impalcature e carrelli semovibili che di volta in volta diventano trampolini, barche, tram, permettono di sfruttare lo spazio anche in altezza e rappresentano in modo efficace le spoglie periferie romane del secondo dopoguerra. Sono diversi i momenti godibili tra spunti comici, che squarciano per un attimo il dramma dei “borgatari”, battutacce in romanesco e canzoni dal vivo cantate in coro, spensierate e nostalgiche, attinte dal repertorio di Claudio Villa, che portano un po’ di leggerezza in quella dolente umanità.

Giuliana Prestipino

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Insieme con Lino Guanciale è doveroso citare gli altri interpreti: Sonia Barbadoro, Giampiero Cicciò, Verdiana Costanzo, Roberta Crivelli, Flavio Francucci, Francesco Giordano, Lorenzo Grilli, Michele Lisi, Pietro Masotti, Paolo Minnielli, Alberto Onofrietti, Lorenzo Parrotto, Silvia Pernarella, Elena Polic Greco, Francesco Santagada, Stefano Scialanga, Josafat Vagni, Andrea Volpetti.

 

TEDxTorino e l’eredità di Leonardo

Da Michela Murgia a Chris Bangle, 14 ospiti d’eccezione per il primo evento del 2019. 10 FEBBRAIO 2019 ore 14 Sala Agorà c/o UniManagement, via XX Settembre 29

 

La genialità va celebrata… e diffusa! A 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci – pittore, scultore, matematico, architetto, filosofo e inventore straordinario – TEDxTorino dedica il suo primo e più importante appuntamento del 2019 all’eccezionalità del genio toscano. Technology – Enterteinment – Design. Una sorta di “proto-TED rinascimentale”, Leonardo sembra incarnare perfettamente i valori dell’organizzazione no profit americana nata nella Silicon Valley nel 1984 con l’obiettivo di andare alla ricerca di “idee che meritano di essere diffuse” per condividerle.

Ma chi sono i Leonardo di oggi?

L’appuntamento per scoprirlo è domenica 10 febbraio alle ore 14 per un nuovo TEDxTorino: un mix di intraprendenza, tecnica, arte, scienza e poetica.

14 ospiti, ciascuno con una personale scintilla di genialità e con qualcosa di molto interessante da raccontare, 14 talenti che, come preziosi ingredienti mescolati insieme, si amalgamano per creare il moderno Da Vinci. Ognuno di loro ha tra i 5 e i 14 minuti per presentarsi al pubblico, circa 250 persone, e parlare della propria idea, raccontare la propria esperienza, illustrare la propria scoperta. Innovativa, originale, controcorrente, unica.

 

Genius Ex Machina è il titolo dell’incontro. L’ispirazione è il mondo antico: nelle tragedie greche era la divinità a scendere sulla terra a risolvere le situazioni (Deus Ex Machina), oggi è la genialità che, diffondendosi, può davvero spiegare e cambiare le cose.

 

3 i temi principali: scienza e tecnologia, capitale umano in azienda e discriminazione di genere. 1 fil rouge: l’uomo.

 

Proprio come per Leonardo, che con il suo Uomo Vitruviano rappresenta l’emblema della perfezione e simmetria, in tutti i discorsi dei 14 relatori la centralità sarà riservata all’uomo… e alla donna, ovviamente!

 

Sono 6, infatti, le donne speaker, tenaci, brillanti, creative, che a TEDxTorino dimostreranno che non ci sono “lavori da maschio” o “da femmina” e che la discriminazione di genere è da considerarsi sempre più obsoleta e riprovevole. Dalla robotica educativa all’ingegneria aereospaziale, passando per human data e bioelettronica, le relatrici renderanno semplici e alla portata di tutti argomenti all’apparenza distanti e poco comprensibili.

 

Si parlerà anche di mondo ibrido, in cui macchine e uomo interagiscono, levitazione magnetica per il trasporto urbano, case in cemento realizzate con stampa 3D e nuovi percorsi di medicina rigenerativa, sperimentando poi, in tempo reale, un “robot artistico” che interagirà con il pubblico in sala. Ecco come la tecnologia, concretamente a servizio dell’umanità, sta cambiando il presente e il futuro.

 

Un’era sempre più tecnologica che però non può fare a meno dell’uomo: si indagherà la crucialità del capitale umano, i nuovi modelli di business in azienda e la diversità come valore aggiunto, portatore di pensiero laterale, creatività e arricchimento, in un mondo a rischio di standardizzazione.

GLI OSPITI

 

MICHELA MURGIA

CHRIS BANGLE

ANDREA VACCARO

CHIARA GASTALDI

FRANCESCA SANTORO

OSVALDO DANZI

CARLO VENTURA

ALESSIA CLUSINI

VIVIANA PINTO

GUGLIELMO CARRA

IVAN ORTENZI

STEFANO CAMERA

ALESSANDRO INVERNIZZI

FILOMENA FERRARA

 

 

A condurre l’evento una presentatrice d’eccezione: Silvia Bencivelli, giornalista scientifica, scrittrice e conduttrice radiotelevisiva. Performance musicale a cura di Giua, cantautrice e chitarrista, che a TEDxTorino porterà la sua interpretazione di un altro genio, quello della musica italiana: Fabrizio De Andrè.

 

Con questa edizione TEDxTorino dà il via a un’importante collaborazione con GiovedìScienza, l’appuntamento dedicato alla scienza raccontata dal vivo dai suoi protagonisti che da più di trent’anni coinvolge migliaia di persone per riflettere insieme sulle più attuali tematiche scientifiche.

 

TEDxTorino è sostenuto dalla Compagnia di San Paolo. Genius ex Machina si avvale della collaborazione di UniCredit e FPT Industrial per la prima volta main partner e del contributo di Synestesia, Teoresi, Juventus, Wins – World International School of Torino e Confcooperative.

 

TEDxTorino Genius Ex Machina è inserito nel programma di iniziative, coordinate dalla Città di Torino, per ricordare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci. #disegnareilfuturo #leonardoatorino leonardoatorino.it visitpiemonte.com.

 

Costo ingresso: 38,00 € (intero) – 19,00 € (ridotto studenti e under 30)

TEDxTorino e l'eredità di Leonardo

Da Michela Murgia a Chris Bangle, 14 ospiti d’eccezione per il primo evento del 2019. 10 FEBBRAIO 2019 ore 14 Sala Agorà c/o UniManagement, via XX Settembre 29
 
La genialità va celebrata… e diffusa! A 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci – pittore, scultore, matematico, architetto, filosofo e inventore straordinario – TEDxTorino dedica il suo primo e più importante appuntamento del 2019 all’eccezionalità del genio toscano. Technology – Enterteinment – Design. Una sorta di “proto-TED rinascimentale”, Leonardo sembra incarnare perfettamente i valori dell’organizzazione no profit americana nata nella Silicon Valley nel 1984 con l’obiettivo di andare alla ricerca di “idee che meritano di essere diffuse” per condividerle.

Ma chi sono i Leonardo di oggi?
L’appuntamento per scoprirlo è domenica 10 febbraio alle ore 14 per un nuovo TEDxTorino: un mix di intraprendenza, tecnica, arte, scienza e poetica.
14 ospiti, ciascuno con una personale scintilla di genialità e con qualcosa di molto interessante da raccontare, 14 talenti che, come preziosi ingredienti mescolati insieme, si amalgamano per creare il moderno Da Vinci. Ognuno di loro ha tra i 5 e i 14 minuti per presentarsi al pubblico, circa 250 persone, e parlare della propria idea, raccontare la propria esperienza, illustrare la propria scoperta. Innovativa, originale, controcorrente, unica.
 
Genius Ex Machina è il titolo dell’incontro. L’ispirazione è il mondo antico: nelle tragedie greche era la divinità a scendere sulla terra a risolvere le situazioni (Deus Ex Machina), oggi è la genialità che, diffondendosi, può davvero spiegare e cambiare le cose.
 
3 i temi principali: scienza e tecnologia, capitale umano in azienda e discriminazione di genere. 1 fil rouge: l’uomo.
 
Proprio come per Leonardo, che con il suo Uomo Vitruviano rappresenta l’emblema della perfezione e simmetria, in tutti i discorsi dei 14 relatori la centralità sarà riservata all’uomo… e alla donna, ovviamente!
 
Sono 6, infatti, le donne speaker, tenaci, brillanti, creative, che a TEDxTorino dimostreranno che non ci sono “lavori da maschio” o “da femmina” e che la discriminazione di genere è da considerarsi sempre più obsoleta e riprovevole. Dalla robotica educativa all’ingegneria aereospaziale, passando per human data e bioelettronica, le relatrici renderanno semplici e alla portata di tutti argomenti all’apparenza distanti e poco comprensibili.
 
Si parlerà anche di mondo ibrido, in cui macchine e uomo interagiscono, levitazione magnetica per il trasporto urbano, case in cemento realizzate con stampa 3D e nuovi percorsi di medicina rigenerativa, sperimentando poi, in tempo reale, un “robot artistico” che interagirà con il pubblico in sala. Ecco come la tecnologia, concretamente a servizio dell’umanità, sta cambiando il presente e il futuro.
 
Un’era sempre più tecnologica che però non può fare a meno dell’uomo: si indagherà la crucialità del capitale umano, i nuovi modelli di business in azienda e la diversità come valore aggiunto, portatore di pensiero laterale, creatività e arricchimento, in un mondo a rischio di standardizzazione.

GLI OSPITI
 
MICHELA MURGIA
CHRIS BANGLE
ANDREA VACCARO
CHIARA GASTALDI
FRANCESCA SANTORO
OSVALDO DANZI
CARLO VENTURA
ALESSIA CLUSINI
VIVIANA PINTO
GUGLIELMO CARRA
IVAN ORTENZI
STEFANO CAMERA
ALESSANDRO INVERNIZZI
FILOMENA FERRARA
 
 
A condurre l’evento una presentatrice d’eccezione: Silvia Bencivelli, giornalista scientifica, scrittrice e conduttrice radiotelevisiva. Performance musicale a cura di Giua, cantautrice e chitarrista, che a TEDxTorino porterà la sua interpretazione di un altro genio, quello della musica italiana: Fabrizio De Andrè.
 
Con questa edizione TEDxTorino dà il via a un’importante collaborazione con GiovedìScienza, l’appuntamento dedicato alla scienza raccontata dal vivo dai suoi protagonisti che da più di trent’anni coinvolge migliaia di persone per riflettere insieme sulle più attuali tematiche scientifiche.
 
TEDxTorino è sostenuto dalla Compagnia di San Paolo. Genius ex Machina si avvale della collaborazione di UniCredit e FPT Industrial per la prima volta main partner e del contributo di Synestesia, Teoresi, Juventus, Wins – World International School of Torino e Confcooperative.
 
TEDxTorino Genius Ex Machina è inserito nel programma di iniziative, coordinate dalla Città di Torino, per ricordare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci. #disegnareilfuturo #leonardoatorino leonardoatorino.it visitpiemonte.com.
 
Costo ingresso: 38,00 € (intero) – 19,00 € (ridotto studenti e under 30)

Muore in auto a 37 anni stroncata da infarto

Una donna, Romina Barale, è morta a 37 anni, stroncata da un infarto, mentre stava guidando la sua auto. Si è fermata per un problema meccanico alla vettura, quando  ha accusato un malore ed è deceduta. E’ morta sulla strada provinciale di Centallo. A nulla sono valsi i soccorsi. Lascia i genitori e il fratello. I funerali si svolgeranno martedì 12 febbraio, alle 14.30, nella chiesa parrocchiale del comune del Cuneese.
(foto archivio – il Torinese)