redazione il torinese

L'isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria
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Laura Morante “Brividi immorali” – La nave di Teseo- euro 17,00
 
Se amate Laura Morante attrice non potete non scoprirne l’anima profonda nei racconti che ha scritto in “Brividi immorali”. 15 storie intercalate da interludi musicali in cui l’icona del cinema narra tanti anfratti di vita. Racconti molto diversi fra loro, di varie lunghezze, scritti in momenti e stati d’animo differenti. Se cercate un filo comune che li leghi è …semplicemente… la vita. Quella di uomini razionali o infantili, donne alle prese con difficoltà varie, bambini anche crudeli, piccole e grandi violenze quotidiane, coppie sull’orlo dell’abisso, inquietudini e fragilità, adolescenti che   faticano a crescere e possono scivolare nell’anoressia, famiglie che cercano di stare a galla. Insomma, un ampio spettro di argomenti.     Per esempio, la prima storia, “La mia amica Giovanna” parla di amicizia e tradimento, e sonda il labirinto di lealtà e sentimenti contrastanti in cui possiamo perderci. Ogni racconto è un mondo a sé, narrato con ironia, ma anche con toni più drammatici. Sottesa a tutte le pagine è la sensibilità di questa attrice che ora, sulla scia della famosa zia Elsa Morante, irrompe con potenza anche nel mondo delle patrie lettere. Tutta da scoprire.
 
 
 
Lionel Shriver   “I Mandible” – 66thand2nd – euro 20,00
 
                                                                                                                                                Immaginate di svegliarvi una mattina e non avere più nulla….ecco ora potete immedesimarvi nell’incubo dei Mandible. Il sottotitolo “Una famiglia 2029-2047” vi proietta direttamente nel futuro e apre la visione su un mondo distopico, tutto concentrato sulla difficile economia di un futuro in cui le certezze sono ridotte a un lumicino. Il romanzo è la storia di una ricca famiglia americana che di colpo deve sopravvivere, come tutto il resto della nazione,…. con nulla. Geniale e anche un po’ apocalittica la vicenda imbastita dall’autrice americana, nata nel Nord Carolina, studi alla Columbia University, vissuta in più luoghi del mondo: Nairobi, Bangkok, Belfast e Londra, dove tutt’ora trascorre parte dell’anno insieme al marito che di lavoro fa il batterista. Tra i suoi libri   pubblicati in Italia c’è “Dobbiamo parlare di Kevin” che nel 2006 le è valso l’Orange Prize for Fiction ed è diventato anche un film di successo interpretato da Tilda Swinton. “I Mandible “ è una satira che ruota intorno a un devastante futuro in cui l’economia USA collassa e non è più alla guida del mondo. Il dollaro equivale ormai a carta straccia, sostituito dal “bancor”, nuova valuta di riserva mondiale. E puff tutta la ricchezza accumulata dal trisavolo, oculatamente protetta e conservata dal patriarca 97enne della famiglia, si dissolve. La vita diventa difficile, tra inflazione esplosa dall’oggi al domani, penuria di acqua, difficoltà di approvvigionamento di cibo e di tutto quello che serve quotidianamente. E’ una spietata lotta per la sopravvivenza, i mercati crollano e le città si riempiono di senzatetto e disperazione. Un po’ vi metterà ansia leggere le peripezie dei Mandible in un futuro possibile, in cui perdono tutto. Finiscono prima stipati nell’angusto appartamento di un parente e poi per strada, in cerca dell’unico lavoro possibile, quello nei campi.
 
 
Luke Jennings “Killing Eve” -Mondadori- euro 18,00
 
L’autore vive a Londra e collabora con grandi testate giornalistiche della levatura di “The New Yorker”, “Time”, “The Observer” e “Vanity fair” e la sua è una scrittura veloce, efficace, accattivante. Al centro della spy story che ha ispirato l’omonima serie Tv ci sono due donne, due antagoniste formidabili. Una è l’enigmatica e perversa Villanelle. Orfana russa, killer di professione, gode nel veder scivolare via la vita dalle sue vittime. E’ una sociopatica, totalmente priva di empatia. Ubbidisce -e basta- agli ordini di una fantomatica accolita che si fa chiamare “I dodici”; non sa chi siano né perché la mandino ad uccidere, ma neanche le interessa. A lei basta poter fare quello che più le piace: ammazzare e trarre da questa disumanità la sua forza. Ed è abilissima: insegue nell’ombra, stana, colpisce e   poi scompare. E’ anche bellissima, adora la moda e il lusso; ma sa pure adattarsi a situazioni scomode che   possono essere tappe strategiche delle sue missioni omicide. Sua antagonista è la poliziotta Eve Polastri. Tutt’altra pasta di donna. Estremamente intuitiva e brillante, è addetta alla sicurezza dell’MI5 con l’incarico di fornire protezione speciale a personaggi importanti in visita nel Regno unito. Poi perde il posto.. ma questo non le impedisce di dare la caccia alla cattiva di turno. Eve è la prima ad aver capito che il misterioso e inafferrabile killer che semina morte in tutta Europa è una donna…..e l’inseguimento ha inizio…

Inshallah Europa

Un viaggio in cui i migranti prendono “per mano” la telecamera, aprendosi e raccontando da cosa scappano e, soprattutto, che cosa sognano

Lunedì 4 marzo il Circolo dei Lettori ospita la proiezione del documentario dei giornalisti Massimo Veneziani e Federico Annibale:Inshallah Europa – la nuova via dei migranti attraverso i balcani. Tanti i punti di partenza – Asia, Africa, Medioriente – ma solo uno quello d’arrivo: l’Europa. Inshallah Europa è un viaggio di centinaia di chilometri, un racconto del cammino di migliaia di persone in fuga da guerre e povertà attraverso i Balcani. Un percorso nuovo che non passa più, come nel 2015, attraverso Serbia e Ungheria, ma che segue un cammino più vicino alla costa adriatica. Con la costante delle violenze e dei soprusi subiti. Appuntamento alle ore 21.

“INSHALLAH EUROPA”

di Massimo Veneziani

(con la collaborazione di Federico Annibale)

Montaggio: Christian Pasquini

Dur. 35 min.

Massimo Veneziani (Bari, 1978), giornalista. Dopo aver lavorato per anni nelle redazioni dei programmi televisivi di Rai3, arriva alla Testata Giornalistica Regionale della Rai. Per conto della Tgr Marche copre dal primo momento il terremoto del 2016. Ora è nella redazione cronaca del Tg3. Ha realizzato in Italia e all’estero diversi servizi e reportage sul tema dell’immigrazione.

Federico Annibale (Roma, 1991), giornalista freelance. Collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali (il Manifesto, The Jacobin, Novara media, Altraeconomia, il Salto). Da tempo si occupa di ambiente e immigrazione. È fondatore del collettivo di mediattivisti “Gipsy Kokè”, impegnato nella realizzazione di reportage a tema sociale.

CARTELLI ABUSIVI RIMOSSI DALLA POLIZIA PROVINCIALE

Continua da parte della Polizia Provinciale di Novara, in collaborazione con       il Settore Viabilità della Provincia, l’attività  i contrasto all’abusivismo pubblicitario con la rimozione degli impianti pubblicitari non autorizzati

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In questi giorni, gli agenti della Polizia Provinciale,hanno coordinato gli operai della ditta aggiudicataria dell’appalto di rimozione, rimuovendo n. 33   cartelli   abusivi   tra   cui   un   impianto   delle   dimensioni   di   mt.   6×3   nel territorio del Comune di Trecate. Gli   interventi   sono   stati   effettuati   sulle   principali   strade.   Ora   le   ditte coinvolte   dovranno   rispondere   anche   delle   spese   di   rimozione   delle affissioni e di custodia in locali appositi. L’attività di rimozione degli impianti mira a ristabilire il decoro delle strade provinciali e ad eliminare i cartelli pubblicitari non autorizzati che, oltre a deturpare   le   strade   ed   il   paesaggio,   spesso   influiscono   sulla   sicurezza stradale. E’  risultato   difficile   e   laborioso   per   gli   agenti   riuscire   ad   individuare   i responsabili,   ovvero   le   ditte   pubblicitarie   che   si   sono   occupate   del posizionamento dei cartelloni. La   Provincia   di   Novara,   in   particolare   la   Polizia   Provinciale, ha   sempre avuto   particolare   attenzione   e   sensibilità   rispetto   agli   aspetti   legati   alla sicurezza stradale e alla stabilita’ degli impianti pubblicitari. “Tolleranza zero per chi pensa di poter fare quello che vuole mettendo a rischio la sicurezza stradale e massima tutela per chi rispetta le regole e le leggi. La nostra attenzione riguardo queste tematiche rimane alta e l’attività di controllo sarà continua” – commenta il consigliere delegato alla polizia provinciale Luca Piantanida

Massimo Iaretti

Nuovo Presidio Slow Food, è il cavolfiore di Moncalieri


Presentazione lunedì 4 marzo alle 18,30 presso il ristorante La Cadrega 
Il Presidio Slow Food è un potente strumento di difesa delle piccole produzioni tradizionali. A oggi il progetto coinvolge più di 13.000 realtà produttive che con il loro lavoro sostengono l’economia locale, producono reddito, tutelano l’ambiente e salvano dall’estinzione razze autoctone, varietà locali di frutta, ortaggi e tecniche artigianali. Per diventare Presidio il prodotto, oltre che essere buono, deve seguire un rigido disciplinare e «deve rispettare canoni di sostenibilità ambientale: la tutela della fertilità della terra e degli ecosistemi idrografici, l’esclusione delle sostanze chimiche di sintesi, il mantenimento delle pratiche tradizionali di coltivazione e gestione del territorio. Ma deve anche essere sostenibile da un punto di vista sociale: i produttori devono avere un ruolo attivo e una totale autonomia nella gestione dell’azienda, devono collaborare, decidere insieme le regole di produzione e le forme di promozione del prodotto, possibilmente riunendosi in organismi collettivi» precisa Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. L’ultimo arrivato tra i Presìdi Slow Food è il cavolfiore di Moncalieri coltivato a ridosso delle colline a sud di Torino. Le origini di questo ecotipo sono francesi: probabilmente è stato introdotto in Italia quando i Savoia si sono insediati in Piemonte, con gli ortolani e i giardinieri della Casa Reale al seguito. Fino agli anni Settanta, non c’era famiglia contadina dell’area che non coltivasse questa varietà, particolarmente apprezzata e ricercata per via delle ottime caratteristiche organolettiche. La produzione è andata in crisi con il sopravvento dell’agricoltura industriale e la diffusione di cultivar caratterizzate da un ciclo produttivo più rapido e dimensioni maggiori. Tuttavia, ancora oggi la sua sopravvivenza, nonostante l’inserimento nel Paniere dei prodotti tipici della provincia di Torino e nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali (Pat), è affidata a pochi agricoltori che ne custodiscono le sementi. L’obiettivo di Slow Food è recuperare questo prodotto coinvolgendo nuovi coltivatori, valorizzarlo, farlo conoscere a consumatori e ristoratori. Il cavolfiore di Moncalieri si presta a qualsiasi tipo di preparazione: si mangia fritto, bollito, abbinato alla bagna cauda. Sono molto buone (sia crude, sia cotte) anche le foglie che lo avvolgono. «È un momento molto importante per dare nuova linfa a questo ortaggio, anche perché stiamo parlando di un prodotto che si coltiva nella periferia di una grande città e potrebbe concorrere al suo sostentamento riuscendo a conservare le caratteristiche nutrizionali e organolettiche perché dal raccolto alla sua distribuzione passano poche ore e non deve affrontare lunghi viaggi» sottolinea Roberto Sambo, responsabile Presìdi Slow Food per il Piemonte e la Valle d’Aosta. Il cavolfiore di Moncalieri fa il suo ingresso in società lunedì 4 marzo alle 18,30 presso il ristorante La Cadrega in piazza Vittorio Emanuele II 5 a Moncalieri con un aperitivo alla presenza dei produttori il Tasso, Ortobio e Vita in campo, chef e autorità.
 
Clicca qui per saperne di più sui Presìdi Slow Food e qui per saperne di più sul cavolfiore di Moncalieri

Consiglieri No Tav, un video dal balcone del municipio

Il gruppo M5S al Comune di Torino propone su Facebook un video No Tav girato sul balcone di Palazzo Civico. “Siamo No Tav e come tutti i No Tav studiamo: far partire i bandi sarebbe una violazione degli accordi italo-francesi. E qui  vi spieghiamo il perché”. Dallo stesso balcone i pentastellati  torinesi avevano scattato fotografie con in mano i cartelli contro la realizzazione della linea ferroviaria.

Rete Bianca, Regione Piemonte: non ci sarà una lista unitaria

Cattolici presenti in più liste. Si lavora per il nuovo partito. “Rete Bianca Piemonte, in vista delle elezioni regionali, ha avanzato la proposta di riunificare in una unica lista le varie sigle riconducibili al mondo cattolico democratico e popolare. Una lista non identitaria, come ovvio, laica ma caratterizzata sotto il profilo politico e programmatico. Una proposta, questa, frutto anche della riflessione e dell’appello lanciati recentemente al convegno di Rete Bianca dal cardinal Severino Poletto e condiviso da molti esponenti, autorevoli e qualificati, del mondo cattolico piemontese e nazionale. Ora, la proposta di una lista unitaria non ha trovato adesione in altri gruppi e liste che puntano, almeno per le elezioni regionali, ad una presenza autonoma e, di conseguenza, frammentata. Alle luce di questa situazione, emergono 2 considerazioni politiche. Innanzitutto nessuna lista alle prossime elezioni regionali piemontesi potrà rivendicare di essere la depositaria esclusiva ed unica della rappresentanza di questa area culturale e politica. In secondo luogo, com’è altrettanto evidente, le candidature di esponenti del mondo cattolico democratico e popolare saranno presenti in alcune liste e nei vari schieramenti. Al riguardo, e’ persin ovvio sottolineare e richiamare un aspetto: e cioè, prosegue il dialogo e il confronto con queste realtà, gruppi e movimenti per arrivare alla definizione a livello locale – e soprattutto nazionale – di un partito laico e di ispirazione cristiana in vista delle prossime consultazioni amministrative, dal Comune di Torino ad altri importanti comuni che andranno al voto nei prossimi mesi, e soprattutto politiche. Un progetto politico, questo, che registra la convergenza di buona parte dei soggetti che già operano a livello territoriale e disseminato in tutta Italia. Rete Bianca Piemonte, comunque sia, prosegue il lavoro di ricomposizione politica, culturale ed organizzativa del mondo cattolico democratico e popolare piemontese in vista delle prossime consultazioni amministrative torinesi e partecipa attivamente a questo obiettivo su scala nazionale con altre realtà impegnate sul medesimo terreno in vista delle possibili elezioni politiche. Un obiettivo politico condiviso da molte sigle, realtà, associazioni e dalle stesse liste civiche che si presenteranno alle prossime elezioni regionali piemontesi nei vari schieramenti”.

Giorgio Merlo

Giampiero Leo

Autocrocetta, ecco la BMW Serie 3

In strada, la Nuova BMW Serie 3 Berlina lascia tutto alle spalle, incluse le convenzioni e le aspettative. Ancora una volta questa icona mostra di sapersi reinventare. Con un linguaggio di design pionieristico, rappresenta l’inizio di una nuova era. La berlina sportiva è alimentata da motori ancora più potenti ed efficienti. Inoltre, la sua nuova forza risiede nel riconoscimento vocale. Alla serata, tenutasi nei giorni scorsi presso Autocrocetta,  hanno partecipato anche gli atleti della squadra di pallanuoto Reale Mutua Torino ’81 Iren che hanno accolto con grande entusiasmo, insieme ai molti ospiti, l’arrivo della nuova BMW Serie 3.

Mazzarri felice: "Ma il Chievo ci ha messi in difficoltà"

TORINO CHIEVO 3-0
Soddisfatto il ct granata Mazzarri: “sapevamo che il Chievo sta bene ed effettivamente ci ha messo in difficoltà: ha provato a vincere – spiega all’Ansa – e ci ha fatto soffrire. Merito alla squadra veronese, complimenti”. Prosegue l’allenatore: “Pensavo di giocare meglio, la circolazione di palla era lenta  e abbiamo rischiato di buttare via due punti. Ma  da martedì bisogna cambiare registro. Sono tre punti sofferti, ma meritati.” Il Toro è imbattuto da sei incontri.

Operarsi per non ammalarsi di tumore. Primo studio italiano

 Come Angelina Jolie. “Che cosa dicono le donne che l’hanno fatto e cosa ne pensano i loro partner”
 I risultati di un’indagine italiana condotta dai ricercatori dell’ospedale Mauriziano di Torino
 
Quando alcuni anni fa Angelina Jolie si è sottoposta alla chirurgia profilattica per ridurre il rischio di ammalare di tumore della mammella e delle ovaie, che nel suo caso era altissimo in quanto portatrice di una mutazione genetica ereditata dalla famiglia, tutti si sono sentiti in dovere di esprimere il loro giudizio in merito alla scelta ed alle sue conseguenze. Pochi giorni fa l’INPS ha sancito che le donne portatrici di mutazione BRCA che hanno scelto di sottoporsi a chirurgia preventiva possono ottenere il riconoscimento di una percentuale di invalidità civile sulla base delle conseguenze psicologiche, endocrine e riproduttive di questi interventi. Questo importante risultato è stato ottenuto grazie all’azione di aBRCAdaBRA, un’Associazione nazionale che riunisce centinaia di donne a rischio ereditario. Ma che cosa ne pensano le donne che l’esperienza l’hanno vissuta in prima persona? I ricercatori del Centro per i tumori ereditari della donna dell’ospedale Mauriziano di Torino (diretto dalla professoressa Nicoletta Biglia), in collaborazione con aBRCAdaBRA, hanno svolto un’indagine in tutta Italia su una popolazione di donne che si sono sottoposte ad un intervento “di riduzione del rischio” per conoscere il loro punto di vista e quello dei loro partner. I risultati di questa indagine sono in corso di pubblicazione su una importante rivista scientifica internazionale Journal of Clinical Medicine. Le donne con mutazioni dei geni BRCA1-BRCA2 a tutt’oggi identificate in regione Piemonte sono 1170 (circa 870 già affette da tumore e 300 sane). La frequenza attesa delle mutazioni nella popolazione è di circa 1 soggetto mutato su 800. Gli interventi di cui parliamo consistono nella mastectomia bilaterale con ricostruzione protesica immediata per prevenire il tumore della mammella e nell’asportazione delle ovaie e delle tube appena completata la famiglia per prevenire il tumore ovarico.

In realtà queste non sono le sole possibilità di prevenzione: in alternativa, per il tumore della mammella si può aderire ad un programma di sorveglianza intensiva, che viene offerto nel Centro del Mauriziano alle donne ad alto rischio. Per il tumore dell’ovaio invece, purtroppo, non sono ancora disponibili metodi efficaci di diagnosi precoce e la chirurgia rimane l’unica strada praticabile per le donne ad alto rischio genetico.
Tutte le donne intervistate erano portatrici del gene alterato, di solito BRCA 1 e BRCA 2, alcune avevano già avuto il tumore, altre avevano eseguito l’accertamento genetico in quanto appartenenti a famiglie con mutazione ed erano sane, ma a conoscenza del loro stato di rischio. Molte avevano già subito l’intervento, alcune avevano deciso di sottoporvisi più avanti non appena completata la famiglia, altre invece hanno risposto all’invito pur avendo optato per un programma di sorveglianza intensiva invece dell’intervento. Scopo della ricerca era conoscere direttamente dalle protagoniste le motivazioni e l’impatto di questi interventi sulla loro qualità di vita personale, sociale e di coppia ed il supporto ricevuto dal partner nella decisione.
In sintesi sono emersi molti aspetti interessanti ed alcune criticità, riassume la professoressa Nicoletta Biglia, responsabile della Breast Unit dell’ospedale Mauriziano, che ha ideato lo studio:

  • Il principale è che le donne in generale sono soddisfatte della decisione presa, perché la riduzione dell’ansia di ammalarsi di tumore prevale su tutti gli altri aspetti ed oltre il 90% rifarebbe la stessa scelta e la consiglierebbe a donne nella medesima condizione.
  • Per quanto riguarda la mastectomia, il principale aspetto negativo segnalato è l’aspetto estetico non sempre del tutto soddisfacente e la ridotta sensibilità della mammella ricostruita.
  • L’ovariectomia profilattica è stata scelta da più dell’80% del campione per la preoccupazione di un possibile sviluppo di un tumore ovarico e per la mancanza di efficaci alternative di sorveglianza. Più dell’80% delle donne si dichiara soddisfatta delle informazioni ricevute sugli aspetti oncologici, ma solo la metà ritiene di essere stata adeguatamente informata sulle conseguenze dell’intervento e sulle possibilità di trattamento. Infatti quasi due terzi delle donne, dopo l’intervento, ha sviluppato importanti sintomi menopausali (vampate di calore, insonnia, secchezza vaginale, dolore nei rapporti sessuali), che nella maggior parte dei casi sono stati trattati in modo poco efficace. Da sottolineare che le poche donne (soltanto il 4%) che rivaluterebbero la scelta della chirurgia preventiva erano tutte in premenopausa e con disturbi menopausali successivi all’intervento, che ne hanno influenzato fortemente la qualità di vita. All’ospedale Mauriziano è attivo da anni un Centro per la gestione della menopausa in pazienti oncologiche dedicata proprio a questi aspetti.
  • Nella realtà che è stata indagata, il coinvolgimento del partner è quasi la norma. Il 70% delle operate dichiara di essere stata completamente onesta con il partner nel manifestargli le sensazioni, positive e negative, che provava. Anche se la decisione di sottoporsi alla chirurgia preventiva vede quasi sempre coinvolto e consenziente il partner, la scelta finale è in più della metà dei casi individuale: le donne hanno preso la decisione da sole nel 58% dei casi per la mastectomia e nel 48% per l’ovariectomia. In pochi casi (2%) la decisione è stata presa contro il parere del partner. 
  • In conclusione questa indagine rappresenta la prima testimonianza diretta della complessità del percorso e delle scelte che le donne con mutazione BRCA devono affrontare e sottolinea la necessità che ricevano un counselling da personale altamente specializzato ed un percorso clinico organizzato sia prima che dopo l’intervento. All’ambulatorio dedicato ai tumori eredofamiliari della mammella e ginecologici ed a quello della menopausa in pazienti oncologiche che si tiene ogni mercoledi alla Breast Unit dell’ospedale Mauriziano si accede con prenotazione diretta al numero 011/5082384.