Il Viminale ha alzato il livello di allerta e la polizia di frontiera, a cui sono erano state inviate le foto dei ricercati per l’attentato parigino, ha intensificato i controlli sulle auto provenienti da oltralpe. Particolare attenzione da parte delle forze dell’ordine nei confronti del consolato francese di via Roma, della Sinagoga e delle redazioni dei quotidiani
Grande sgomento e dolore anche a Torino per l’attentato al giornale francese Charlie Hebdo . Le già notevoli misure di sicurezza sugli obiettivi sensibili presenti in città e nel Piemonte sono state intensificate. Aumentano i controlli al Frejus, valico di confine tra Italia e Francia. Infatti, il Viminale ha alzato il livello di allerta e la polizia di frontiera, a cui sono erano state inviate le foto dei ricercati per l’attentato parigino, ha intensificato i controlli sulle auto provenienti da oltralpe. Particolare attenzione da parte delle forze dell’ordine nei confronti del consolato francese di via Roma, della Sinagoga e delle redazioni dei quotidiani. Maggiori controlli anche sui treni alla stazione di Bardonecchia e – con discrezione – nei punti nevralgici del centro cittadino torinese.
L’associazione Stampa Subalpina ha aderito alla manifestazione spontanea promossa davanti a Palazzo Madama (nelle foto), in segno di solidarietà con Parigi e a sostegno della libertà di stampa. “L’immagine di uomini incappucciati e armati che fanno irruzione nella redazione di un giornale – dice all’Ansa il segretario, Stefano Tallia – riporta alla memoria le pagine peggiori della storia europea. E’ necessario che i democratici si uniscano in una battaglia a difesa delle libertà”.
La condanna del vile atto terroristico e la solidarietà ai parenti delle vittime viene naturalmente espressa anche dal direttore e dalla redazione del Torinese. Contro ogni forma di terrorismo, ma soprattutto contro questo terrorismo.
(Foto: Essepiesse – Il Torinese)







Stolpersteine (Pietre di inciampo) è un monumento diffuso e partecipato dell’artista tedesco Gunter Demnig per l’Europa. Per ricordare le singole vittime del nazionalsocialismo, l’artista produce piccole targhe di ottone poste su cubetti di pietra che sono poi incastonati nel selciato davanti all’ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima. La targa riporta “Qui abitava…”, il nome della vittima, data e luogo di nascita e di morte/scomparsa. Si tratta del primo monumento dal basso a livello europeo: oltre 40.000 pietre d’inciampo sono state poste in 1.100 località di 16 paesi europei; in Italia, le pietre sono presenti a Roma, Livorno, Prato, Ravenna, Brescia, Genova, L’Aquila e Bolzano. Nelle giornate del 10 e 11 gennaio anche Torino visto la messa in posa delle prime pietre di inciampo, dedicate alla memoria di 27 torinesi deportati nei campi di concentramento e di sterminio. Pietre di inciampo Torino è stato promosso dal Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, dalla Comunità Ebraica di Torino, dal Goethe-Institut Turin e dall’Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned). 




