redazione il torinese

Rivoli e Chivasso: no al gioco d'azzardo

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E’ stata  respinta la domanda di sospensiva presentato dal titolare di una sala slot contro il regolamento del Comune di Chivasso con il quale sono disciplinati gli orari del funzionamento degli apparecchi disponendo lo spegnimento dalle ore 23 alle 10

 

Dal Tribunale amministrativo regionale del Piemonte arriva uno strumento che consente ai sindaci di limitare il gioco d’azzardo. In due recenti sentenze il Tar ha, infatti, legittimato le ordinanze sugli orari delle slot machines nei comuni di Rivoli e di Chivasso. La magistratura amministrativa, come aveva già sentenziato in precedenza per il Comune di Rivoli ha affermato che “la liberalizzazione delle attività commerciali e la libertà di impresa non sono illimitate, ma possono essere conformate per tutelare valori costituzionali fondamentali quali la dignità e la salute umana”. Con questa motivazione è stata dunque respinta la domanda di sospensiva presentato dal titolare di una sala slot contro il regolamento del Comune di Chivasso con il quale sono disciplinati gli orari del funzionamento degli apparecchi disponendo lo spegnimento dalle ore 23 alle 10. Le ordinanze dei sindaci prevedono, inoltre, che le macchine vengano posizionate ad almeno quattrocento metri da luoghi sensibili come scuole ed ospedali. In questo modo le recenti sentenze hanno dimostrato che i Comuni hanno margini per intervenire nel contrastare il dilagare del gioco d’azzardo e le conseguenti ludopatie. Da alcuni anni la Scuola delle buone pratiche, l’associazione Terre di Mezzo e la Lega delle autonomie hanno predisposto un Manifesto dei sindaci per  la legalità contro il gioco d’azzardo, campagna partita soprattutto dalla Lombardia, che nella ormai ex Provincia di Torino, aveva avuto come antesignani il Comune di Parella e l’Unione delle Terre del Chiusella, su proposta del Movimento Progetto Piemonte.

Massimo Iaretti

Bravo El Kaddouri, ma il Toro pareggia soltanto

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Torino Cagliari 1-1

 

Il Cagliari, al 34′ grazie alla rete di Donsah pensava di farcela. Ma la partita termina1-1 con rete di El Kaddouri. La squadra sarda guadagna qualcosa dopo due sconfitte, ma si ferma terzultima. Il Toro si ritrova con quattro vittorie consecutive, prima dell’Europa League di giovedì. Oltre al gol di El Kaddouri, significative nella ripresa le parate di Brkic, che sventa le azioni di Darmian e Quagliarella.

Si continua a pattinare in piazza Carlo Alberto

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La pista aperta tutti i giorni fino al 22 febbraio

 

La pista di pattinaggio è aperta al pubblico tutti i giorni fino al 22 febbraio 2015, in quelli feriali dalle 14.00 alle 23.00, nei prefestivi e festivi dalle 8.00 alle 24.00. Dal 24 dicembre al 6 gennaio la pista è aperta dalle 8.00 alle 24.00. L’ingresso nei giorni feriali costa 5 euro, nei prefestivi e festivi 7 euro (compreso il noleggio dei pattini). Dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00, escluso il periodo dal 24 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015 e Carnevale (12 febbraio – 17 febbraio 2015) ingresso sarà gratuito per i partecipanti al “Progetto scuola”, “Progetto ghiaccio senza barriere” e per il pubblico dotato di pattini di proprietà.

 

(Foto: il Torinese)

Paleocapa senza bastone respira a fatica tra le auto

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Per la data di inaugurazione si scelse un’occasione importante e quanto mai opportuna: le feste pubbliche organizzate per l’apertura della linea ferroviaria del Cenisio, progetto che Paleocapa aveva sostenuto fortemente e al quale aveva collaborato fin dagli studi preliminari

 

Bentornati al nostro consueto e immancabile appuntamento settimanale con Torino e le sue meraviglie. Quest’oggi cari amici lettori e lettrici, vorrei parlarvi dello scienziato e uomo politico Pietro Paleocopa e del monumento a lui dedicato. (Essepiesse)

 

Gli articoli precedenti sono pubblicati nell’archivio della rubrica ARTE

 

Situata al centro dell’omonima piazza, la statua ritrae Pietro Paleocapa come un uomo di pensiero e di scienza, più che di azione. Un “vecchio”seduto su una poltroncina con un bastone bianco in mano, dall’aria semplice, serena e meditativa mentre accavalla le gambe all’altezza delle caviglie. Pietro Paleocapa nacque nel bergamasco, precisamente a Nese, l’11 novembre del 1788 da una famiglia di antiche origini greche che si era trasferita nei domini della Serenissima (Stato Veneto) dopo la conquista ottomana di Creta (Candia) nel XVII secolo. Dopo gli studi in Legge e Matematica a Padova, proseguì la sua formazione all’Accademia Militare di Modena dedicandosi alla carriera militare come ufficiale del Regno Italico.

 

Dopo la caduta dell’impero di Napoleone si dedicò al Genio Civile nel corpo degli ingegneri di acque e strade a Venezia, dove cominciò un’importante carriera che lo portò a collaborare a grandi imprese ferroviarie e stradali anche all’estero. Nel 1849 si trasferì come esule a Torino dove venne eletto deputato e divenne ben presto, su proposta di Massimo D’Azeglio, Ministro dei Lavori Pubblici; ricoprì così nel corso degli anni che seguirono cariche importanti godendo anche di riconoscimenti a livello internazionale. Durante la sua amministrazione la rete ferroviaria del Piemonte così come le opere stradali giunsero ad una grande svolta: vennero infatti aperte la Torino-Alessandria-Genova e la Torino-Novara-Arona, mentre si fece anche promotore di due importanti progetti come il traforo del Cenisio (Fréjus) e il taglio dell’Istmo di Suez.

 

Nel corso degli anni un’oftalmia lo rese cieco ma questo non gli impedì di lavorare per altri dieci anni, durante i quali portò a compimento innumerevoli progetti. Morì a Torino il 13 febbraio 1869 e pochi giorni dopo la sua morte, Il Monitore delle Strade Ferrate e degli Interessi Materiali (un settimanale di “Lavori pubblici – Industria – Commercio – Finanza” edito a Torino tra Ottocento e Novecento), si fece promotore di una pubblica sottoscrizione per la realizzazione di un monumento a lui dedicato. Il desiderio di erigere un’opera che ricordi ai posteri la figura dell’insigne ingegnere si fece forte in molti lettori: l’appello in tutta Italia suscitò una risposta immediata e prima della fine del mese di febbraio, venne costituito il Comitato promotore per l’erezione di un monumento a Paleocapa.

 

Nel marzo del 1870, ad un anno dall’inizio della sottoscrizione, le somme depositate presso la Cassa della Direzione dell’Esercizio dell’Alta Italia raggiunsero un importo considerevole, tanto che il Comitato propose di realizzare non uno ma ben due monumenti: uno a Torino (per un ammontare di £.15.000) e l’altro più grande ed imponente a Venezia. L’opera venne commissionata direttamente ad Odoardo Tabacchi: non ci sono notizie circa un concorso per la scelta di un bozzetto, o il vaglio di più artisti. La statua che inizialmente lo ritraeva con un bastone da cieco in mano e di cui invece oggi è rimasto purtroppo solo un piccolo frammento sulla gamba, rappresenta una personalità di rilievo per le associazioni dei non vedenti.

 

Per la data di inaugurazione si scelse un’occasione importante e quanto mai opportuna: le feste pubbliche organizzate per l’apertura della linea ferroviaria del Cenisio, progetto che Paleocapa aveva sostenuto fortemente e al quale aveva collaborato fin dagli studi preliminari.  In occasione dell’inaugurazione, l’opera venne formalmente donata dal Comitato al Municipio di Torino. Riguardo alla piazza dove si erge la statua, bisogna ricordare che all’inizio del 1870 il Comitato Promotore del Monumento a Paleocapa propose alla Città di Torino di collocare “una statua con basamento” in piazza S. Quintino (oggi Paleocapa) ed incaricando di realizzare una statua simile a quella di Luigi Lagrange inaugurata nel 1867 nella piazza omonima.

 

Per simmetria urbana e morfologica il Comitato propose un impianto simile per le due piazze ed analogamente a piazza Lagrange, che prima della collocazione del monumento omonimo si chiamava Bonelli, anche piazza S. Quintino assunse dopo l’inaugurazione della statua di Pietro Paleocapa, il nome del monumento ospitato. Oggi piazza Paleocapa, così come anche piazza Lagrange, è un`area di parcheggio a raso in cui i posti auto sono disegnati fino in prossimità del monumento; la statua, anche se asfissiata dalla presenza delle auto, appare immersa in se stessa, isolata e lontana da ciò che accade intorno.

 

Anche per oggi la nostra piccola passeggiata per le vie della città è giunta al termine. L’appuntamento è come al solito per la prossima settimana alla scoperta di Torino, della sua storia e delle sue meraviglie.

 

(Foto: il Torinese)

 

Simona Pili Stella

Strategie aeree sotto la Mole, Vittoria di Pirro per Caselle dopo la fuga di Ali-taglia

CASELLE 2IL GHINOTTO DELLA DOMENICA 

Il ruolo strategico di Caselle sarebbe riconosciuto solo a condizione che si integri con Malpensa, l’elefantiaco scalo internazionale, mancato “hub” italiano, perché ora Alitalia arabizzata punta su Fiumicino

 

“L’aeroporto di Caselle ha registrato nel 2014 una crescita del 18,1% del traffico internazionale mentre l’incremento complessivo è stato dell’8,6%”. Questa dichiarazione dell’amministratore delegato di Sagat, la società che gestisce l’aeroporto di Caselle, dimostra come una persona esperta possa giocare con i dati. Infatti, è sufficiente riflettere un momento che, se l’aumento del traffico totale è stato di circa 8 punti rispetto ai 18 del traffico estero, allora i voli interni sono letteralmente crollati! Ed è questo indubbiamente l’effetto del cambio di strategie di Alitalia, che ha abbandonato buona parte delle rotte verso il Sud Italia nell’ultimo trimestre del 2014.

 

Ora, se i viaggi internazionali sembrano tirare di più di quelli interni – come conferma anche l’apertura di tre voli di Vueling per Spagna e Grecia – perché si dovrebbe salutare come un gradissimo successo l’integrazione con Malpensa? Nei giorni scorsi, ricorderanno le persone più attente, i politici torinesi di ogni colore si sono sbracciati per accaparrarsi il merito di aver riportato il “Pertini” nella categoria degli scali strategici, dopo che era stato inopinatamente declassato dal ministero. A parte il fatto che le valutazioni del governo non appaiono – oggettivamente, è triste dirlo – così sballate, se il nostro bell’aeroporto si piazza solo al 14° posto in Italia come numero di passeggeri, superato da scali che fino a pochi anni fa nessuno considerava, resta il dubbio che anche questo decantato recupero sia una “vittoria di Pirro”.

 

Il ruolo strategico di Caselle sarebbe infatti riconosciuto solo a condizione che si integri con Malpensa, l’elefantiaco scalo internazionale, mancato “hub” italiano, perché ora Alitalia arabizzata punta su Fiumicino. La divisione del lavoro, ha ribadito il sindaco Fassino, sarebbe dunque: voli europei a Torino, rotte intercontinentali a Malpensa. Dimenticando che lo scalo lombardo è ampiamente sottoutilizzato – non è necessario essere esperti per accorgersene, basta passeggiare un’oretta nell’immenso terminal – e potrebbe benissimo curare gli uni e le altre.

 

Se poi si considera che Caselle dovrebbe, nell’ottica della Regione, trascinarsi dietro la “palla al piede” di Cuneo-Levaldigi – al quale Chiampa ha dato il benservito appena eletto, nonostante i suoi supporter cuneesi più scaldati, Dardanello e Quaglia, sostengano da sempre a spada tratta le magnifiche e progressive sorti della piccola pista tra i campi – ben si comprende come la liason con i lombardi sia destinata a produrre tante chiacchiere e poco arrosto.

 

Andrà a finire che, per ora, Piero e Sergio si godranno l’effimero riconoscimento “strategico”, mentre Malpensa continuerà a usare il Piemonte come bacino da cui attrarre traffico, con il beneplacito dei politici locali, e Levaldigi sopravvivrà alla meno peggio, in attesa di un fantomatico “cavaliere bianco” di incerta nazionalità, sempre annunciato e mai arrivato.

 

E la conferma di questo schema viene dal fatto che mentre Malpensa piu Caselle più Levaldigi –come improbabili matrioske – dovrebbero fare squadra e coprire tutto i nord-ovest, nessuno chiede ai milanesi di imporre il medesimo schema anche allo scalo di Linate, il cui ridimensionamento era il presupposto della costruzione di Malpensa e ne sarebbe il vero viatico. Ma poi qualche sciura dovrebbe spendere due o tre volte di taxi per andare da via Montenapoleone a prendersi il volo per Roma.

 

 (Foto: Sagat)

Ghinotto

L'addio a Michele Ferrero, piemontese doc e papà della Nutella: era l'uomo più ricco d'Italia

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Era figlio di Pietro, il fondatore dell’azienda nel 1946, subito dopo la guerra, simbolo della rinascita di Alba e del paese

 

Michele Ferrero è morto a Montecarlo, aveva 89 anni. Proprietario della  multinazionale Ferrero SPA, la grande industria dell’alimentare con sede ad Alba. La rivista Forbes,  stimando un patrimonio di circa 20 miliardi di euro, aveva indicato in  Ferrero l’uomo più ricco d’Italia e il 29esimo più ricco del globo.

 

Michele Ferrero era figlio di Pietro, il fondatore dell’azienda nel 1946, subito dopo la guerra, simbolo della rinascita di Alba e del paese. Nel 1949, quando morì il padre, Michele prese le redini al suo posto. Fu proprio grazie a lui che, nel 1964, venne inventata la Nutella, divenuto uno dei prodotti più celebri della società, un pezzo di storia del costume italiano. Alla guida dell’azienda da alcuni anni c’è la terza generazione della famiglia.

 

L’amministratore delegato è  oggi Giovanni Ferrero, secondogenito di Michele. Il primogenito, Pietro, morì drammaticamente nel 2011 a causa di un arresto cardiaco mentre correva in bicicletta. “Lavorare, creare, donare”, sono le tre parole che campeggiano  nel logo della Fondazione del Gruppo industriale, conosciuto in tutto il mondo non solo per i suoi prodotti alimentari ma pure per le iniziative sociali, culturali e filantropiche, rivolte anche ai dipendenti aziendali.

 

Treni speciali per Ivrea e Bardonecchia

treni bimba

Novità per il carnevale e per gli sciatori

 

Ci sono novità importanti per il trasporto ferroviario piemontese in direzione di Ivrea e di Bardonecchia. Come ormai tradizione, anche quest’anno la Regione Piemonte ha dato mandato a Trenitalia di effettuare domenica 15 febbraio due treni speciali in occasione del Carnevale di Ivrea. Le due corse si aggiungeranno alla normale offerta dei giorni festivi consentendo un’ampia copertura oraria.Il treno di andata partirà da Torino Porta Nuova alle 12.18 con arrivo a Ivrea alle 13.35 e fermerà nelle stazioni di Torino Porta Susa, Chivasso, Montanaro, Rodallo, Caluso, Candia Canavese, Mercenasco,  e Strambino.Il treno di ritorno partirà da Ivrea alle 18.00 con fermate a Strambino, Mercenasco, Candia Canavese, Caluso, Rodallo, Montanaro, Chivasso, Torino Porta Susa e arrivo a Torino Porta Nuova alle ore 19.14.Invece dal  16 Febbraio e fino a fine stagione, sciare a Bardonecchia arrivando in treno, darà diritto ad uno sconto di 9 euro sul prezzo del giornaliero. Grazie alla convenzione attivata tra Trenitalia e Bardonecchia Ski e promossa dalla Regione Piemonte.Da lunedì

al venerdì sarà sufficiente presentare il biglietto del treno all’ufficio skipass Bardonecchia Ski in Piazza Europa 15, dalle ore 8.30 alle ore 12, per poter usufruire dello skipass a prezzo

scontato: 26 euro anziché 35. Lo sconto è riservato al

possessore del biglietto ed è valido solo per il giorno del viaggio. Inoltre dalla stazione sono previste navette gratuite per raggiungere gli impianti dirisalita.

 

Massimo Iaretti

 

Madian Orizzonti, chiamate il 45592 per il "Villaggio della Gioia"

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madian2A Madian Orizzonti, la Onlus dei religiosi camilliani di Torino, è stato assegnato un numero solidale (45592) per la raccolta fondi finalizzata alla costruzione del Villaggio “Vilaj Lajwa”(Villaggio della Gioia)  a Port au Prince, Haiti

 

L’idea di costruzione del villaggio è nata dalla constatazione che a quasi 5 anni dal terremoto nell’isola di Haiti tantissime famiglie vivono ancora nelle tendopoli e altrettante famiglie vivono all’aperto, lungo i margini delle strade.  Lo stimolo di questo progetto nasce dal desiderio di ridare speranza alle vittime del terremoto e permettere a 10 famiglie di affrontare la vita con un solido riparo.

 

Il progetto si è proposto di creare un nucleo comunitario formato dalle 10 famiglie:  all’interno del villaggio ogni famiglia beneficerà di una casa e di un lotto di terreno per coltivare frutta e verdura e potersi sostenere.  Con questo progetto non solo si vuole migliorare la condizione economica ma offrire alle 10 famiglie la possibilità di vivere insieme, rispettando i principi base di convivenza fraterna e solidale. Un punto importante per le famiglie che abiteranno il villaggio è l’impegno di vivere con il proprio lavoro.

 

Il progetto prevede anche momenti di formazione teorica che si alternano a momenti di formazione pratica e di monitoraggio periodico sull’andamento del progetto.  Ogni casetta è strutturata con una cucina (m 3.5 x m 2.5), due camere (m 3 x m 3), un bagno dotato di servizi igienici, un portico davanti e dietro la casa. Il valore della donazione sarà di 1 euro per ciascun SMS inviato da cellulari TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile e CoopVoce. Sarà di 2 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Fastweb, Vodafone, TeleTu e TWT.

 

Madian Orizzonti ONLUS fondata dai Padri Camilliani – ha origine all’interno dell’ordine dei religiosi camilliani della Provincia Piemontese e ha sede legale a Torino in via San Camillo de Lellis, 28 dove con la Comunità Madian si dà vitto (tre pasti al giorni 7 giorni su 7), assistenza medica e infermieristica, servizio di lavanderia e farmacia, accompagnamento per esami strumentali e di laboratorio e alloggio a 50 stranieri malati. L’ambito di operatività dell’Onlus si divide tra l’Italia e alcune missioni all’estero.

 

L’attività all’estero si concretizza in interventi nel campo sanitario ed assistenziale attraverso la costruzione e la gestione di strutture ospedaliere e di accoglienza con un’attenzione particolare ai bambini e nello specifico a quelli denutriti, abbandonati, portatori di handicap. Le attività in Italia sono essenzialmente mirate a ricercare i mezzi per permettere alle strutture e alle missioni di poter operare e svilupparsi e per sostenere i missionari nella loro attività.

 

Madian Orizzonti Onlus opera in Georgia, a Tbilisi (con un poliambulatorio e un centro di riabilitazione) e a Khisabavra (con una scuola materna e un gabinetto dentistico), in Armenia, a Ashotsk (con un ospedale e 22 ambulatori medici), in Argentina aCordoba (con una scuola materna ed elementare, doposcuola per adulti, laboratorio di cucito).

 

Ad Haiti è presente a Port au Prince sin dal 1994 con:

 

  •      ilcentro socio sanitario Foyer Saint Camille che comprende:
  •      un dispensario dove ogni giorno vengono visitate 300 persone, il centro colera per 40 persone e un ospedale pediatrico con 100 posti letto
  •      un centro nutrizionale per bambini denutriti

 

·        il Foyer Bethléem a Port au Prince dove sono accolti 50 bambini con disabilità gravi che le famiglie non sono in grado di curare e mantenere

·        la scuola Saint Camille a Port au Prince – scuola primaria e secondaria – dove studiano più di 500 bambini.

 

A Jérémie nel sud ovest del paese i padri camilliani forniscono assistenza e aiuto ai malati presso l’ospedale pubblico St. Antoine, distribuiscono medicine a coloro che non possono acquistarle, si occupano di prevenzione, formazione e medicina di base sul territorio attraverso il progetto delle Cliniche mobili” e stanno costruendo l’ospedale per la cura delle lesioni cutanee “Saint Camille”.

 

A questi paesi dal 2013 si sono aggiunti: l’India nello stato di Andhra Pradesh, dove una piccola comunità di Suore di San Luigi offre protezione, cibo e istruzione a ragazze orfane; l’Indonesia a Maumere, nell’isola di Flores, dove si sta costruendo un centro di accoglienza e di assistenza medica e ambulatoriale per studenti; Il Kenia a Karungu dove a fianco del Saint Camillus Mission Hospital, il centro nutrizionale per orfani Dala Kiye, una scuola primaria e secondaria per 500 bambini, si stanno realizzando delle case Famiglia per bambini orfani malati di AIDS; le Filippine nei villaggi di Osmena, Marabut e Samar dove grazie alla Fondazione La Stampa  Specchio dei Tempi  si stanno costruendo e restituendo alla comunità locale  le barche da pesca  che il tifone Yolanda ha portato via all’inizio di novembre 2013.

 

 

INFO Alessandro Battaglino  info@madian-orizzonti.it

 

Malasanità, 29 medici dell'Asl "Torino 1" si facevano rimborsare visite mai effettuate

sanita 

Le abitazioni e gli studi dei professionisti coinvolti sono stati perquisiti dai carabinieri

 

E’ già stata battezzata la “rimborsopoli” della Sanità. Ventinove medici si facevano rimborsare le visite mediche a domicilio, visite che non venivano però effettuate. I medici di famiglia appartengono al bacino dell’Asl Torino 1 e sono stati indagati nell’ambito di una inchiesta in cui i reati ipotizzati sono truffa ai danni dello Stato e falso ideologico. Le abitazioni e gli studi dei professionisti coinvolti sono stati perquisiti dai carabinieri.

 

In materia di disfunzioni nell’ambito della Sanità oggi vengono alla luce anche i dati sugli esami medici in Piemonte:  se ne registrano 15.94 per abitante, rispetto allo standard nazionale di 12. L’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta parla di un “eccesso di diagnostica che non comporta solo costi vistosi per la sanità, ma rischi per i pazienti”. Senza esami inutili si dimezzerebbero le liste di attesa. 

"M'illumino di meno", monumenti al buio

mole blu

A Ceresole Reale Iren ha spento la diga del Parco Nazionale del Gran Paradiso

 

La Mole antonelliana, la Gran Madre, Superga. E Palazzo Civico illuminato solo da un lampione a led. Tutti i principali monumenti si sono “spenti”. Così la città ha aderito a ll’iniziativa ‘M’illumino di meno’, promossa dalla trasmissione Caterpillar di Rai Radio 2.  Fca ha spento le luci degli uffici e la storica facciata di Lingotto, oltre Mirafiori, Officina 82, Centro Ricerche Fiat a Orbassano, comprese le insegne del Motor Village. A Ceresole Reale Iren ha spento la diga del Parco Nazionale del Gran Paradiso.