redazione il torinese

Corteo di immigrati in centro contro lo sgombero dell'ex Moi

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“Non siamo né merci né animali. Siamo persone fuggite da una guerra”

 

Lo slogan della manifestazione era: “Casa, lavoro, dignità: non si sgombera la libertà”. Centinaia di immigrati centro africani accompagnati da appartenenti ai centri sociali hanno sfilato nelle vie del centro città  per protestare contro l’ipotesi di sgombero dell’ex Moi, nei pressi di piazza galimberti, il villaggio olimpico attualmente occupato da circa 800 immigrati. Al corteo hanno preso parte anche alcuni partiti di sinistra e sindacati autonomi. “Non siamo né merci né animali. Siamo persone fuggite da una guerra” hanno dichiarato all’Ansa gli immigrati.

Ricordando Maria Magnani Noya

MAGNANI

lniziativa della Consulta femminile regionale per rievocare con un convegno e un volume monografico la storia e l’impegno di quattro donne piemontesi

 

Dopo il ricordo di Giovanna Cattaneo Incisa e di Nicoletta Casiraghi, l’iniziativa della Consulta femminile regionale per rievocare con un convegno e un volume monografico la storia e l’impegno di quattro donne piemontesi da poco scomparse prosegue lunedì 16 marzo alle 17 nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris con l’incontro in memoria di Maria Magnani Noya, primo sindaco donna della Città di Torino, dal 1987 al 1990.

 

Ne parlano l’autrice della monografia Caterina Simiand, gli ex parlamentari Giorgio Benvenuto, anche segretario generale della Uil, e Giusi La Ganga, anche consigliere del Comune di Torino, l’ex presidente dell’Assemblea e consigliera regionale Carla Spagnuolo, anche assessore del Comune di Torino, l’ex responsabile dell’Ufficio stranieri del Comune di Torino don Fredo Olivero, l’avvocato Maura Ciani e Paola Bennati dello Zonta Club.

 

L’ultimo incontro, lunedì 31 marzo alle 17, è dedicato alla memoria di Angiola Massucco Costa, parlamentare per il Partito comunista italiano nel 1963 e consigliera comunale a Torino tra il 1970 e il ‘75. La ricordano l’ex parlamentare e assessore del Comune di Torino Maria Grazia Sestero, la dirigente della Regione Piemonte Mirella Calvano, il docente di psicologia dell’Università di Torino Ellenis Bosotti, il filosofo e storico della psicanalisi Franco Quesito e Fabiana Fabiani del Comitato organizzativo Udi.

 

Le quattro monografie, che fanno parte della collana “Donna & Donne”, sono state curate dall’Istituto storico Salvemini di Torino attraverso ricerche d’archivio e incontri con persone che hanno conosciuto le quattro protagoniste, si compongono di un saggio biografico introduttivo che ne evidenzia i percorsi umani e politici, interviste a testimoni della politica, della cultura e della società civile con cui hanno condiviso battaglie e ideali, un’appendice documentaria che ripropone il testo di alcuni discorsi pubblici e un ricco inserto iconografico.

 

(www.cr.piemonte.it – Foto: www.comune.torino.it)

“Caro Magistrato Ti scrivo …”

PALAZZO DI GIUSTIZIA

“Le lettere ha sottolineato il direttore generale dell’associazione, Nadia Mazzon – sono raccolte in un volume che a partire dal 16 Marzo sarà donato dai Magistrati direttamente ai ragazzi che hanno condiviso il progetto e che risponderanno alle loro domande

 

C’è anche Marcello Maddalena, procuratore generale presso la Corte d’Appello di Torino tra i giudici che hanno aderito al progetto “Caro Magistrato Ti scrivo …”. Si tratta di  580 lettere che gli alunni delle scuole superiori di primo grado, una classe per ogni regione Italiana, hanno indirizzato al Magistrato di riferimento sul territorio, nell’ambito della collana editoriale “Caro…… ti Scrivo…” dell’associazione Cultura&Solidarietà, presieduta da Francesco Vivacqua.


“Le lettere ha sottolineato il direttore generale dell’associazione, Nadia Mazzon – sono raccolte in un volume che a partire dal 16 Marzo sarà donato dai Magistrati direttamente ai ragazzi che hanno condiviso il progetto e che risponderanno alle loro domande. E con questo sono oltre 12.000 i volumi che Cultura&Solidarietà ha donato nelle Scuole Italiane. Da Aosta a Palermo destinazione Magistrati – È stato accolto con grande entusiasmo anche dal CSM oltre che dal Segretario Generale della Corte Costituzionale Carlo Visconti, quest’ultimo progetto di Cultura&Solidarietà, associazione che ha già coinvolto il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio , il Sindaco di Milano Pisapia, Papa Francesco, in progetti editoriali che avvicinano gli studenti al mondo delle istituzioni.”


Non è sfuggito ai ragazzi la consapevolezza di rivolgersi ad una persona importante gravata dalla responsabilità di amministrare la più delicata delle competenze “la Giustizia”, anche se le domande e le curiosità dovevano vertere, rigorosamente, sull’uomo più che sulla Istituzione. Pertanto l’uomo, ancorché magistrato, che deve confrontarsi con i problemi familiari di tutti i giorni. Tanto che molti dei ragazzi scrivono al Magistrato definendolo un supereroe. Anche se alcuni non hanno remore nel rilevare che anche tra i magistrati c’è corruzione e fanno domande del tipo “hai mai avuto a che fare con un Giudice disonesto? Se si lo avete condannato?” oppure “hai mai trovato persone che volevano corromperti? Come hai reagito?”

 

Massimo Iaretti

 

 

Modigliani, genio "maledetto", inaugura alla Gam la stagione dei grandi eventi torinesi del 2015

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Una vita sregolata che si spezza a soli 36 anni e l’immensa fama postuma che gli regala l’immortalità. Modì è stato raccontato da letteratura, saggistica e cinema con la strepitosa interpretazione di Andy Garcia

 

Bello, geniale e maledetto, una vita sregolata che si spezza a soli 36 anni e l’immensa fama postuma che gli regala l’immortalità. Modì è stato raccontato da letteratura, saggistica e cinema con la strepitosa interpretazione di Andy Garcia, ed ora la GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna) di Torino gli dedica la mostra “Modigliani e la Bohème di Parigi”, in collaborazione con il Musée National d’Art Moderne-Centre Pompidou. Circa 90 opere, tra le quali 60 capolavori provenienti anche da prestigiose collezioni pubbliche e private d’Europa. E intorno al “Prince de Monparnasse” tutta la straordinaria atmosfera culturale cosmopolita dell’”École de Paris” che l’allestimento, curato da uno dei massimi esperti, Jean-Michel Bouhours, racconta in 5 distinte sezioni. –

 

-Agli albori del 900 Parigi è una città cosmopolita e liberale, il cuore della cultura europea: attira, accoglie e protegge esuli ebrei in fuga dalle persecuzioni, pittori, scultori, scrittori, modelle e musicisti stranieri. Si riuniscono nei caffè, circoli ed atelier delle 2 capitali dell’arte lungo le rive della Senna. Montmartre, dove nascono i “fauves”, il cubismo,“Les  demoiselles d’Avignon” di Picasso; e Montparnasse, animata da italiani ed ebrei orientali, che sarà l’incubatrice delle future stagioni, dal dadaismo al surrealismo.

 

Amedeo Modigliani -nato a Livorno il 12 luglio 1884- quarto figlio di una famiglia di commercianti ebrei, ha l’adolescenza segnata dalla tubercolosi, l’arte nel sangue e la certezza di un destino fuori del comune. Dopo la formazione tardo-macchiaiola ed un intermezzo veneziano, nel 1906 approda a Parigi e si installa dapprima a Montmartre, poi a Montparnasse. Gli inizi scivolano via facilitati dai soldi della madre, poi la scorta si esaurisce e la vita precipita. Il Dedo timido, colto (declama Dante, è sempre accompagnato da un libro ed ha maggiori affinità con i poeti), elegante e gentile, che non fuma e beve con moderazione, si trasforma. Disegna, dipinge e scolpisce in un affanno umiliato dall’indifferenza dei mercanti e non riesce più a scansare la miseria. Oscilla tra debiti, fughe veloci per non pagare l’affitto, grandi ubriacature e droghe. Il già fragile sistema nervoso peggiora con improvvisi scatti di collera, mentre i polmoni lo tradiscono. Ed eccolo incarnare lo stereotipo dell’artista “maudit”, tutto genio e sregolatezza.

 

Gli amici cercano di aiutarlo. Primo fra tutti il medico Paul Alexandre, poi il poeta polacco Léopold Zborowski che organizza e finanzia la sua prima personale: ma quei “Nudi distesi” scandalizzano, restano invenduti e la mostra chiude. Non si arrende e la sua opera si popola di ritratti di amici, prostitute, amanti: è Parigi che posa per lui. Prima fa tantissimi disegni, tutte tappe di avvicinamento alle tele che svelano sempre poco dell’ambiente, ma “raggiungono la pienezza” con al centro la figura umana: teste ovoidali, colli longilinei, occhi da riempire con l’anima. Insomma la grandiosa cifra stilistica di Modì, che le donne seppero subito cogliere: come la poetessa inglese Beatrice Hastings, sua amante per 2 anni. Ma il sacrificio supremo è quello di Jeanne Hebuterne: la studentessa di 19 anni che incontra all’Académie Colarossi, sposa nel 17, e da cui avrà una bambina. Quando Modigliani muore, il 24 gennaio 1920, Jeanne, bellissima e di nuovo incinta di 9 mesi, chiede di essere lasciata sola con lui, si taglia una ciocca di capelli, la depone sul petto dell’uomo per cui viveva, poi terrea e silenziosa, si rintana a casa dei genitori. Nella notte, spalanca la finestra e si lancia dal quinto piano.

 

L”artista maledetto” e l’atmosfera culturale dell’”École de Paris” sono raccontate in 5 tappe.

 

1)Amedeo Modigliani- Sezione dedicata alla sua figura e allo stile inconfondibile: semplificazione formale, riduzione del corpo e dei volti a forme geometriche elementari, allungamento accentuato delle forme. Tra i quadri esposti “Ritratto di Soutine”, “Jeanne Hebuterne”, “Il giovane ragazzo rosso”, “La ragazza rossa”.

2)Modigliani/Brancusi e la scultura- alla quale Modì si dedicò quasi esclusivamente dal 1909 al 1914, grazie all’amico che gli fece scoprire la scultura ispirata all’arte oceanica, africana e khmer. Poi smise, scolpire era pericoloso per la sua salute e distrusse molte delle prime creazioni. In mostra le celebri teste dalle forme allungate e gli occhi senza pupille.

3)La Bohème parigina- gli artisti dal grande genio, ma con vita sempre precaria, che s’incontravano a Montmartre e Montparnasse, sono rappresentati in questa sezione, con opere di Chaim Soutine, Marc Chagall e 2 splendidi paesaggi di Maurice Utrillo.

 4)Il Cubismo- Modigliani non aderì alla rivoluzione cubista di Picasso, ma condivise  il processo di schematizzazione e l’attenzione verso l’arte primitiva, come testimoniano i dipinti e i disegni in mostra, accanto ad opere di Juan Gris, Louis Marcoussis, Léopold Survage e “Pane” di Picasso. 5)Il nuovo umanesimo della scuola di Parigi- che ai primi del 900 attirò schiere di artisti come Marc

Chagall, Max Jacob, Sonia Delaunay e Susanne Valadon (presenti con una serie di ritratti).

 

La GAM celebra così un genio assoluto che transitò come una meteora nella Parigi di inizio 900 e la cui fama arrivò postuma. Al suo funerale accorsero pittori, poeti, modelle e… mercanti che già fiutavano l’affare. Fu seppellito come un principe, gli amici fecero una colletta per i fiori e donarono il ricavato dei loro quadri alla piccola orfana. La Hebuterne, invece, rimase sul selciato fino al mattino; la raccolse un operaio e fu sepolta in miseria e silenzio, lontana dal suo Modì. Solo 10 anni dopo poté raggiungerlo al Père-Lachaise e la tomba che oggi condividono è l’epitaffio più giusto per la loro storia. Se volete approfondirla, il libro scritto dalla figlia è emozionante, racchiude foto uniche ed una delle frasi più belle mai scritte a un padre: “Perdoniamo -post mortem- agli artisti stravaganze e immoralità perché sono esseri di eccezione, di specie umana diversa”. – Jeanne Modigliani “Modigliani, mio padre” (ed. Abscondita. Carte d’artisti -60-)

 

Laura Goria

 

“Modigliani e la Bohème di Parigi” alla GAM di Torino (14 marzo-12 luglio 2015)

 

 

Crisi in Piemonte, Chiamparino: "Un tavolo sull'occupazione e fondi per i 40/50enni fuori dal lavoro"

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Il governatore: “Chiederò un incontro a Confindustria sulla drammatica situazione”

 

 

In Piemonte sono oltre 33.000 i  lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali. Tra le persone coinvolte, 5.500 hanno perso il posto di lavoro per il fallimento delle loro aziende, 15.000 sono operai di Fca e Cnh Industrial in cassa integrazione . Il dato Fiom riguarda solo aziende  in cui i metalmeccanici della Cgil sono presenti. I lavoratori coinvolti, tra i quali quelli della De Tomaso e dell’Agrati hanno manifestato con un presidio davanti alla sede della Giunta regionale, dove hanno incontrato il presidente della Regione.

 

Sergio Chiamparino, al termine della riunione ha dichiarato: “Chiederò un incontro a Confindustria Piemonte per dare vita in Regione a un tavolo che affronti la situazione drammatica del lavoro in Piemonte. E ai sindacati confederali che incontrerò lunedì farò una proposta per usare parte dei fondi europei per cercare di risolvere soprattutto il problema dei 40/50enni espulsi dal mercato del lavoro”. 

Muore studentessa di 23 anni, si è lanciata da Palazzo Nuovo

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I carabinieri le hanno trovato addosso un biglietto in cui ha espresso la volontà di donare gli organi

 

Si è lanciata verso le 19 dal sesto piano nel cortile di Palazzo Nuovo, sede dell’università in via Sant’Ottavio. Era una studentessa di 23 anni. I carabinieri le hanno trovato addosso un biglietto in cui ha espresso la volontà di donare gli organi. Si è buttata dalle scale antincendio e quando sono giunti i soccorsi era ancora in vita ma è spirata poco dopo. Non si conoscono ancora le ragioni del gesto disperato. Aveva buoni voti sul libretto universitario e quindi non sembra che gli studi siano la motivazione di quanto è accaduto. I carabinieri stanno svolgendo le indagini.

Sanità, 600 nuove assunzioni in arrivo

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“Abbiamo inviato a tutti i direttori generali delle aziende sanitarie – precisa Saitta – una lettera con la quale chiediamo loro di indicarci quali sono le criticità più importanti rispetto alle liste d’attesa

 

 

“Abbiamo avuto la conferma di quanto già annunciato in occasione della recente riunione del Tavolo ex Massicci: c’è ufficialmente il via libera per procedere alle nuove assunzioni di personale sanitario e le Asr piemontesi potranno assumere 600 persone tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari”: ad annunciarlo è stato il 12 marzo l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, non appena ricevuta la comunicazione del verbale dell’incontro di verifica della scorsa settimana.

 

Il primo passo per avviare l’operazione è già stato compiuto: “Abbiamo inviato a tutti i direttori generali delle aziende sanitarie – precisa Saitta – una lettera con la quale chiediamo loro di indicarci quali sono le criticità più importanti rispetto alle liste d’attesa, sia diagnostiche che interventistiche. Le nuove assunzioni, infatti, non saranno a pioggia ma vincolate ad un obiettivo, ovvero far aumentare significativamente l’attività sanitaria che si è andata riducendo in questi anni in cui la Regione è stata sottoposta a piano di rientro. Il personale dovrà essere assegnato sulla base di una dimostrazione precisa della possibilità di ridurre i tempi di attesa”.Una volta segnalate dalle aziende le varie criticità, seguirà una puntuale verifica dell’assessorato e, quindi, l’adozione da parte della Giunta regionale della definizione dei tetti di spesa del personale per singola azienda.

 

“In Piemonte sono quattro anni che non si assume più – evidenzia l’assessore – e siamo ben consapevoli della difficile situazione a cui il personale sanitario è sottoposto da troppo tempo. La possibilità di tornare ad assumere costituisce un’importante boccata d’ossigeno per tutto il sistema ed è il frutto del lavoro fatto in questi mesi, sia con le delibere sul riordino della rete ospedaliera sia sul versante dei risparmi ottenuti dal contrasto agli sprechi e da una gestione più efficiente. Le 600 assunzioni sono quelle che possiamo garantire con le risorse che abbiamo risparmiato in modo strutturale”.

 

Saitta non nasconde la propria soddisfazione: “Inizia, finalmente, una nuova fase per la sanità piemontese: dopo anni in cui si è risparmiato solo sul personale riducendo l’attività sanitaria e facendo esplodere le liste d’attesa, ora possiamo tornare a far crescere l’attività dei nostri ospedali e dare risposte migliori ai bisogni di salute dei cittadini”.

 

(pmora -www.regione.piemonte.it / Foto. il Torinese)

Albanese freddato a Mirafiori con sei colpi di pistola

polizia volante

Agguato nella notte, vittima un 54enne

 

Fadil Mema, di 54 anni, albanese, era’addetto alla consegna di giornali e aveva un precedente per lesioni. E’ stato ucciso nella notte in via Cesare Pavese a mirafiori con almeno sei colpi di pistola. Secondo la ricostruzione della polizia, verso le 2 è stato atteso dagli assassini, almeno due persone, ed è stato raggiunto dai proiettili alla schiena e alla nuca. Tutto fa pensare un’esecuzione per un regolamento di conti.

 

(Foto: il Torinese)

 

PersonAtelier, la colorata ed estrosa arte del bijoux

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personatelpersonatel2Intervista con Elena Augelli, designer bijoux

 

 

Quinta (ed ultima) puntata del viaggio nel mondo di “PersonAtelier”, il ciclo di seminari e workshop -tenuti da esperte di coaching, immagine e creatrici di moda e bijoux- che aiuta le donne torinesi a rinnovare look e atteggiamento.

 

 

Gli articoli precedenti sono pubblicati nell’archivio della rubrica MODA & MODI

 

 

Oggi incontriamo Elena Augelli, designer di bijoux; artefice di creazione colorate, estrose, facilmente indossabili e abbinabili, realizzate interamente a mano, con materiali accuratamente scelti. E’ titolare di due marchi: “I miei  bijoux” nato nel 2010, caratterizzato dai volumi, i colori e la versatilità della ceramica. Il secondo, più recente, è “Ri-corda” per cui utilizza le corde da arrampicata di montagna, fa leva sulla loro estetica (non sulla funzionalità), e crea gioielli lineari e colorati, caratterizzati dalle differenti trame delle corde intrecciate in modi differenti. Negli incontri di “PersonAtelier” proporrà entrambe le linee, abbinandole ai vari outfit e alle personalità delle partecipanti.

 

-I bijoux cosa aggiungono ad una donna?

«Personalità, perche possono esserci look non necessariamente minimal, comunque poco appariscenti, che vengono completamente stravolti e valorizzati a seconda del  bijoux indossato».

 

-Quanto può esser un lusso proibitivo il bijoux?

«Dipende. Io non compro mai low cost e credo che acquistare una catenina per esempio da H&M o da OVS, per quanto bella sia, comunque si traduca in buttare via dei soldi. Ma non sono neanche d’accordo con lo strapagare alcuni marchi, assolutamente sovrastimati per rapporto qualità/prezzo».

 

-Qual è la tua ricerca dei materiali?

«E’ chiaro che anche nella componentistica della bigiotteria e delle forniture è entrato prepotentemente il mercato cinese. In Italia, in parte ci sono galvaniche proprie; in parte sono distributori di prodotti d’importazione. Si comprano sacchi  di monachelle (a quintali) e poi sono rivendute in pacchettini da 20. Bisogna stare molto attenti a quello che si sceglie».

 

-Il rapporto tra gioiello vero e bijoux?

«Il gioiello è qualcosa di molto importante; può essere anche da tutti i giorni se è un piccolo punto luce, con brillantini o perla, per es. un bell’anello. In realtà sono abbinabili anche perché oggi non  è più di moda la parure completa di gioielli, e comunque non sono incompatibili coi bijoux».

 

-Se una donna non è abituata a indossare bijoux, come ti regoli?

«Cerco di capirne la personalità e i tipi di volume che può amare. Se, per esempio, è una donna sportiva e dinamica, magari  le propongo un braccialetto o qualcos’altro che non invada troppo  la sua sfera personale. Perché chi  non è abituato a portare orpelli, non è che da un giorno all’altro si mette un “collanone”; meglio iniziare con un piccolo accessorio».

 

-Se invece è abituata a gioielli diversi dai tuoi, come la convinci?

«Giocando con varie proposte. Anche perché spesso le donne entrano in atelier convinte di stare benissimo con un certo accessorio e un vestito a palloncino, poi escono con un tailleur e orecchini a chandelier. Se sono consigliate bene riescono anche ad  immaginarsi ed interpretarsi in un modo diverso rispetto allo schema che hanno in mente. Ed è proprio questa la filosofia di “PersonAtelier”».

 

-Tutte possono osare tutto o ci sono precise tipologie di donne più indicate per i bijoux?

«E’ sempre una questione di equilibrio. Sicuramente  io punto molto sulla personalità, ma considero anche le  proporzioni. E’ chiaro che, una donna non altissima e con un collo non da cigno, magari  con un orecchino troppo grosso e colorato non la vedo bene».

 

-I punti da tenere sempre presenti quando scegliamo un bijoux?

«Ti do più che altro una risposta personale. 1) Cercherei di capire quanto e quando lo metterei: per esempio, è per un’occasione importante o da indossare con piacere più volte?

2) Fare un discorso di proporzioni e chiedersi quanto sia armonico con la propria figura.

3) Valutare la qualità dei materiali e magari spendere un po’di più, ma scegliere qualcosa che non faccia allergia. 4) E se poi voglio fare un colpo di testa, allora lo faccio; anche perché per un bijoux non si dilapida un patrimonio»

 

-Gli errori da non fare mai?

«Considerando che il bijoux, ancora più  dell’abito, si accosta all’incarnato, bisogna stare attente ai  colori. Per esempio, un orecchino come quelli ultimamente di moda, in plexiglas a forma di teschio,  verde acido fluorescente, non lo accosterei ad una carnagione olivastra. Piuttosto, se proprio si vuol  pagare pegno alla tendenza, allora meglio mettere una catena lunga con al fondo quel teschio».

 

-Un bijoux, quanto può raccontare della personalità di chi lo porta?

«Se scelto bene, molto. Se invece si sceglie una cosa low cost che tutti hanno, probabilmente vuol  dire che si preferisce essere uguale agli altri».  

 

Laura Goria