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Patch Adams domani per un sorriso al Regina Margherita

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E’ il medico, attivista e scrittore, diventato famoso per il film a lui dedicato dallo scomparso attore Robin Williams

 

Il papà della clownterapia Patch Adams domani farà una sorpresa ai piccoli pazienti dell’ Infantile Regina Margherita. di Torino. Nel  pomeriggio entrerà in scena con il suo naso rosso  nella Bibliomouse, poi andrà a trovare i bimbi ricoverati in Oncoematologia, Ematologia e Immunoreumatologia. La visita durerà un paio d’ore e ha l’intento di portare un sorriso ai malati. E’ il medico, attivista e scrittore, diventato famoso per il film a lui dedicato dallo scomparso attore Robin Williams. Ormai da quarant’anni con la terepia del sorriso lotta contro la tristezza e il dolore indossando un naso rosso da clown.

Una "San Giuseppe" di successo

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Per tutta la durata dell’evento un afflusso costante di pubblico

 

E’ calato alle 21 di domenica il sipario sull’edizione numero sessantanove della Mostra regionale di San Giuseppe che si è svolta, a partire da venerdì 13 al Quartiere fieristico della Cittadella. E anche in questo fine settimana come nel precedente c’è stato un afflusso tale da costringere, sia pure una sola volta, intorno alle 17.30 di domenica, a bloccare il flusso dei visitatori. Carlo Manazza, di Manazza Gefra Srl di Cassolnovo (Pavia) società specializzata nel settore fieristico che ha organizzato la Mostra rileva, con soddisfazione come “Questa edizione sia stata un successo e la conferma della formula vincente degli ultimi anni, con l’ingresso libero ed il percorso a giorni alterni. Lo ha dimostrato l’afflusso continuo sin dalla sera dell’inaugurazione, proseguito per tutte le serate, con i picchi del primo fine settimana, quando domenica 15 si è dovuto provvedere per ben sedici volte al fermo temporaneo degli ingressi e di questo fine settimana, dove comunque è stato notevole”. A dimostrazione dell’eco che la Mostra h ormai anche al di fuori del Monferrato Casalese e della provincia di Alessandria, nei giorni scorsi sono giunte all’Ufficio Fiera molte richieste provenienti dalla Lomellina, dall’Astigiano, dal Vercellese ed anche dal Novarese. Tutti i settori merceologici hanno dato il loro contributo alla riuscita di un evento che ormai costituisce una vetrina che va al di là del Casalese, e – come ogni anno – il pubblico si è soffermato nell’area riservata all’enogastronomia, locale e nazionale, arricchita dalla presenza degli stand della Regione Siciliana. Positiva è stata la anche la partecipazione agli eventi collaterali, altro elemento di arricchimento della manifestazione fieristica, che hanno occupato tutte le sere senza interruzioni l’area eventi, dove sono state collocate le 150 fotografie di Pier Giuseppe Bollo che con il suo grandangolo ha colto il Monferrato in aspetti che possono davvero essere una stupenda carta di presentazione per Expo o l’Unesco. Tra le manifestazioni, oltre ai momenti musicali, al convegno sul Controllo di vicinato (cui hanno preso parte diversi amministratori monferrini e non), alla rappresentazione della Bella e la Bestia a cura della comogania Giovani Artisti, alle due partecipate iniziative della Croce Rossa, presente in forza all’evento, una menzione particolare la  merita quella a cura della sezione casalese dell’Ana e dell’Istituto superiore Balbo sui “Il papà e la famiglia nella Grande Guerra” che ha registrato un pienone come si era visto rare volte. E insieme alla San Giuseppe si è conclusa la 21 edizione di Arteinfiera curata dall’artista e critico Piergiorgio Panelli, con un ricordo positivo sia dal punto di vista qualitativo dei 12 artisti scelti che dall’affluenza del pubblico tra i quali molti  giovani. Gli invitati di questa edizione intitolata “Quasi energia” hanno regalato veramente un ‘energia contaminante di creatività usando linguaggi diversi dall’espressionismo di Michele Tammaro, all’informale luminoso dello stesso Panelli, all’installazione eclatante e filosofica di Saldì, alla gestualità di Andrea Pollastro, alla raffinata matericità di Iris Devasini. Le fotografie poetiche di Igor Furlan, l’opticall art sofisticata di Massimo Salvadori, l’iperrealismo di Giulia Savino e quello di Livio Degiovanni, l’energia di Giada Ronci, l’onirico di Simone Murru, l’astrattismo di giuliano Mangani, la plasticità di giorgio Grosso. Positiva e graditissima è stata, infine, Casale Comics 10, la decima edizione dedicata agli eroi di carta della Sergio Bonelli Editore, allestita dallo staff di Monferrato Eventi con la supervisione di Luigi Corteggi “Cortez”, art director della casa editrice milanese. E proprio “Cortez” è stato il protagonista, insieme ai tre disegnatori presenti domenica in Mostra, Claudio Villa, Pasquale del Vecchio ed Alessandro Picinelli, di una grande giornata di creazioni dal vivo, che hanno trovato un grande apprezzamento da parte del pubblico.

 

Con PersonAtelier si cambia look (e autostima)

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Intervista / Coach PersonAtelier Daniela Prandi

 

Seconda puntata del nostro viaggio nell’universo di “PersonAtelier” che, con un ciclo di seminari e workshop  -tenuti da esperte di coaching, immagine e creatrici di moda e bijoux-  aiuta le donne torinesi a rinnovare look e atteggiamento. Oggi incontriamo l’ideatrice del progetto: la psicologa, coach e consulente in ambito risorse umane, Daniela Prandi.

 

-Quanto è fondamentale l’apporto di un coach per chi insegue un cambiamento?

«Direi che è il suo habitat, perché è proprio nella professionalità del coach lavorare su questo, su cosa manca per transitare da una situazione così com’è e traghettarla verso una dimensione futura».

 

-Come è nata l’idea di abbinare il coaching allo stile?

«E’ la sintesi del mio percorso professionale. Da 15 anni mi occupo del cambiamento, con  strumenti  differenti. Ho iniziato come psicologa, poi consulente di carriera e ho lavorato  sull’orientamento e bilancio di competenze. Sono fermamente convinta che per realizzare un cambiamento, la sinergia tra dentro e fuori sia la formula vincente».

 

-Idea assolutamente nuova?

«Nella psicologia della moda e nella consulenza di immagine si è visto e fatto già molto; di diverso e personale, nella nostra proposta, c’è l’affiancare punti di vista e professionalità  differenti. Si lavora a 360°; partendo dalla rappresentazione mentale, dalla percezione che si ha di se stesse, poi si veicola all’esterno».

 

-Quanto è importante la collaborazione con la consulente d’immagine?

«Direi fondamentale, proprio per lavorare su più piani. Ho pensato a Giuseppina Sansone perché ha un approccio “psico”; sa parlare di cose profonde in maniera simpatica, leggera ed accessibile».

 

-E le altre anime dell’iniziativa?

«Sono fondamentali per la parte concreta del progetto. Mi piace la filosofia dietro le creazioni di Elena Pignata e dell’Augelli; tutte insieme aiutiamo le donne a costruire la loro immagine, partendo dalle rappresentazioni interne per arrivare a ciò che vogliono mostrare agli altri, e sperimentare in atelier è una parte molto importante».

 

-Qual è la tipologia di donne che si rivolge a te?

«Soprattutto quelle in fase di ridefinizione della loro identità o libere professioniste con più ruoli che vogliono trovare un’integrazione tra le diverse sfaccettature, per arrivare ad una personale sintesi. Poi persone che hanno perso il lavoro e devono reinserirsi con un diverso ruolo; o ancora donne che da tempo si sono dedicate alla famiglia e desiderano un cambiamento, non  necessariamente legato al mondo del lavoro».

 

-Si può affermare che l’autostima ti fa più bella?

«E’ un buon punto di partenza. Nell’ottica del miglioramento c’è la possibilità di vedersi di una bellezza diversa, anche grazie alla consulenza di un professionista. La percezione che si ha di se stesse può migliorare ascoltando nuovi punti di vista, così da riuscire a valorizzare ancora di più le proprie risorse, ed esistono tecniche e metodi precisi. Poi è importante anche il contributo tecnico di chi crea abiti e accessori, si occupa di make up e hairstyling. Interiorità ed esterno non sono in contrapposizione; ed è strategica la sinergia tra le due facce della stessa medaglia».

 

-Le maggiori difficoltà sulla strada del cambiamento?

«L’ostacolo da abbattere più comune è la difficoltà  di modificare quello sguardo e quel linguaggio che parla con i “se”, piuttosto che con i “nonostante”. Spesso mi sento dire “cambierei se ci fosse  questa o quell’altra condizione”; io rispondo con una sorta di provocazione e chiedo di sostituire al “se” la parola “nonostante” e vedere se succede qualcosa di diverso. Occorre modificare quel modo di vedersi che sottolinea prevalentemente ciò che non si ha e che ci manca, e considerare, invece quanto si ha già e puntare sul positivo».

 

-Ma fino a che punto e a che età è possibile cambiare?

«Non c’è un limite, perché ognuno ha un potenziale di cambiamento lungo tutto l’arco della sua vita. Piuttosto, accade che non tutti abbiano voglia di attivarlo; ma questa porta è sempre aperta. Mi affascina proprio cercare di capire come trovare una motivazione, una leva, che faccia scattare quel potenziale».

 

-Gli aspetti più difficili del tuo lavoro?

«Gestire proprio le fasi dello stallo; perché ci sono delle resistenze che sono anche energie utili, ma è complicato riorientarle ai fini  di un cambiamento positivo».

 

-E la soddisfazione più grande?

«Assistere ai cambiamenti delle persone che accompagno nel percorso di coaching. Per esempio, lavorare per fare ottenere una promozione, che poi arriva».

 

Per  informazioni sui  corsi di PersonAtelier , scrivere ad

info@personatelier.com

 

Laura Goria

 

 

 

L'addio alle vittime dell'Isis oggi ai funerali celebrati da mons. Nosiglia alla Consolata

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sesinocontetunisi striscioneAlle 13 di oggi un corteo silenzioso partirà per la Basilica per lo svolgimento dei funerali, che saranno officiati dall’arcivescovo

 

Nella Sala delle Colonne di Palazzo Civico è stata aperta ieir alle 10  la camera ardente per Antonella Sesino e Orazio Conte, le due vittime torinesi della strage di Tunisi. Prima dell’apertura si era formata una coda di alcune decine di persone. Sulla cancellata del monumento al Conte Verde, davanti al municipio,  gli amici di Antonella hanno collocato uno striscione con la scritta “4 angeli volati in cielo.Il nostro cuore le vostre ali. San Mauro nel dolore. Ciao Antonella!”. Un violino e uno spartito sono stati messi sulla bara di Orazio, fiori candidi su quella di Antonella. Il gonfalone blu e oro della Città di Torino è stato posto al centro della camera ardente,  presente anche quello di San Mauro Torinese, comune di residenza della donna. Sono intervenuti  il sindaco, Piero Fassino, il prefetto, Paola Basilone, il sindaco di San Mauro, Ugo Dallolio, e i comandanti della polizia municipale. I dipendenti del Comune di Torino si danno i turni  al picchetto d’onore di fianco alle due bare. La camera ardente rimarrà aperta sino alle 13 di oggi quando un corteo silenzioso partirà per la Basilica della Consolata per lo svolgimento dei funerali, che saranno officiati dall’arcivescovo Cesare Nosiglia alle ore 14. Sarà presente anche un ministro della repubblica tunisina..

 

(Foto: Il Torinese)

Record di cassa integrazione a Torino, la crisi si fa sentire ma la Ferrero va a gonfie vele

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Nello scenario complessivo di incertezza, invece il gruppo Ferrero ha chiuso il bilancio al 31 agosto 2014 con un fatturato di 8,4 miliardi di euro. I dati sono in crescita del 3,9% rispetto al precedente

 

Con la bellezza di quasi 10 milioni di ore richieste nei primi due mesi dell’anno, Torino è la prima città italiana nella classifica della cassa integrazione. Mentre a livello nazionale i dati relativi ammortizzatori sociali sono in calo del 41%, in Piemonte sono scesi soltanto del 10. In tutta Italia, nello stesso perido, sono state chieste 109 milioni di ore, di cui 17 nella nostra regione. Nel settore dell’industria le domande sono crescite di circa il 6%, mentre  si registra un forte calo nell’ediliza: sono scese del 45,9%, nel commercio del 62,2 e nell’artigianato addirittura dell’87,2. Ma i dati sulla crisi in piemonte sono complessivamente  orientati all’incertezza.

 

Intanto la L3 Holding, una cordata svizzera e lussemburghese, si è aggiudicata l’asta per la De Tomaso. L’offerta è arrivata a quota 2 milioni e 50 mila euro. All’asta ha preso parte acnhe il gruppo cinese Ideal Time, che aveva presentato un’offerta soltanto per il marchio. Dopo i primi rilanci la cordata italiana Eos ha invece lasciato.

 

Nello scenario complessivo di incertezza, invece il gruppo Ferrero ha chiuso il bilancio al 31 agosto 2014 con un fatturato di 8,4 miliardi di euro. I dati sono in crescita del 3,9% rispetto al precedente. Gli affari vanno alla grande in Asia, Russia, Usa, Canada, Brasile, Messico e Turchia,  e sono in forte crescita i mercati del Medio Oriente. Eccellenti anche  i risultati nel Regno Unito, Polonia e Germania. Sono stabili o in leggero calo, proprio per la crisi economica, i principali mercati del Sud Europa. L’utile prima delle imposte è di 907 milioni, con una crescita del 14,2%.

 

Il Lago dei cigni del Ballet of Moscow

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La trama, decisamente romantica, racconta la storia della principessa Odette che un perfido sortilegio del malefico mago Rothbart, a cui la principessa ha negato il suo amore, costringe a trascorrere le ore del giorno sotto le sembianze di un cigno bianco

 

Il lago dei cigni, oggi forse il balletto più famoso del mondo, continua a mantenere intatto tutto il suo fascino per l´atmosfera lunare che accompagna l´apparizione di Odette, per il doppio ruolo di Odette-Odile, cigno bianco e cigno nero, per l´eterna lotta fra il Bene e il Male. La trama, decisamente romantica, racconta la storia della principessa Odette che un perfido sortilegio del malefico mago Rothbart, a cui la principessa ha negato il suo amore, costringe a trascorrere le ore del giorno sotto le sembianze di un cigno bianco. La maledizione potrà essere sconfitta soltanto da un giuramento d’amore. Il principe Sigfrid si imbatte nottetempo di Odette, se ne innamora e promette di salvarla. Ad una festa nella reggia di Sigfrid il mago presenta sua figlia che ha assunto le sembianze di Odette al principe che, convinto di trovarsi al cospetto della sua amata, le giura eterno amore. A quel punto Il mago rivela la vera identità della fanciulla e Odette, destinata alla morte, scompare nelle acque del lago. Sigfrid, disperato, decide di seguirla: è proprio questo suo gesto a rompere l’incantesimo consentendo ai due giovani innamorati di vivere per sempre felici. Un fiore all’occhiello per il Ballet of Moscow con le favolose e incantate musiche di P.I. TCajkovskij e su coreografie di Marius Petipa. 

 

 

Il Lago dei Cigni

Musiche di:  P.I. Tchaikovsky

Coreografie: M. Petipa

Solisti: Katerina Kukhar e Aleksandr Stoyanov

Ballet of Moscow

 

 

Marrone (FdI): "L'Ue in soccorso degli zingari abusivi"

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CAMPO ROM LUNGO STURA LAZIO, MARRONE (FDI-AN): UE IN SOCCORSO DEGLI ZINGARI ABUSIVI BLOCCA SGOMBERO, CAMPO DI LUNGO STURA RIMARRÀ LÌ DOV’È PER FINE ATTIVITÀ DEL PROGETTO, A DISPETTO DELLE PROMESSE DELLA GIUNTA FASSINO

 

<<C’era da aspettarselo: la Corte europea per i diritti dell’uomo ha sospeso lo sgombero del campo nomadi di Lungostura Lazio a Torino, accogliendo un ricorso di cinque famiglie rom, bloccando le procedure di rimozione coattiva fino al 26 marzo: se consideriamo che le coop sociali di CITTA’ POSSIBILE, che ha in appalto le operazioni di svuotamento assistito del campo nomadi, sostiene che rimangono ben 30 famiglie rom abusive escluse dal progetto e che le attività delle coop sociali (compresa la sorveglianza di Croce Rossa contro la ricostruzione delle baracche) su quell’insediamento termineranno il 31 di marzo, è evidente che grazie all’intervento buonista dell’Europa gli zingari abusivi rimasti ripopoleranno tutto il vecchio campo. Risultato oltre un milione di euro buttati>> attacca Maurizio Marrone, Capogruppo di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale in Comune di Torino, che riflette <<Spero proprio che l’Amministrazione Comunale e la Prefettura siano consapevoli del rischio della permanenza del campo abusivo in Lungo Stura Lazio e garantiscano un piano di sgombero totale prima del 31 di marzo oppure sarà stato tutto inutile, come avevamo previsto purtroppo molto tempo addietro>>.

Anche una turista di Moncalieri tra i feriti di tunisi

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Intanto i cittadini di Novara rendono omaggio al Broletto a Francesco Caldara, altro piemontese rimasto ucciso nell’attentato di Tunisi

 

E’ una turista di Moncalieri la terza ferita nell’attentato di Tunisi. Si tratta di Danila Pollara, ha 61 anni e la vora come  impiegata, di Moncalieri. E’ stata ricoverata alle Molinette di Torino e fortunatamente non è grave. Al Cto, è stata trasportata Carolina Bottari, dipendente comunale. A Tunisi è ancora rimasta la collega Anna Abagnale, poichè le sue condizioni sono tali da non consentire il volo aereo.

 

 “I medici definiscono ‘rassicuranti’, fermo restando il grave choc, le condizioni” delle due torinesi rimaste ferite a Tunisi e portate oggi in due ospedali di Torino. Lo ha detto all’Ansa il sindaco, Piero Fassino, che ha fatto visita alle due donne.

 

Mentre i torinesi continuano ad affluire alla camera ardente allestita in Comune per Antonella Sesino e Orazio Conte, anche i cittadini di Novara rendono omaggio al Broletto a Francesco Caldara, altro piemontese rimasto ucciso nell’attentato di Tunisi. “Mi ha fatto bene vedere quanto la gente si sia mostrata vicina a noi in questo momento – ha dichiarato all’Ansa la figlia Greta – .Nulla mi potrà ridare mio padre, ma il fatto di non sentirci soli ci aiuta. Ho sentito vicini tutti, dai funzionari dell’ambasciata italiana a Tunisi all’unità di crisi, da Costa Crociere al governo italiano. E ringrazio il sindaco di Novara che ha voluto allestire la camera ardente”.

 

(Foto: il Torinese)

Street Food Truck, cibo e birra di qualità

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E’ l’anteprima della manifestazione di giugno che renderà Torino capitale d’Italia del cibo di strada

 

L’evento è l’anteprima della manifestazione di giugno che renderà Torino capitale d’Italia del cibo di strada.  Piazzale Valdo Fusi  ospita l’Open Baladin Torino, tempio di cultura “birraria” apprezzatissimo dagli appassionati di tutt’Italia. ToBusiness Agency e SBF Street Food&Beverage, per il “compleanno” di Open Baladin Torino, presentano il primo Street Food Truck edition della città, per tre giorni fino a domenica 22 marzo 2015, dalle 12 alle 24. Birra di qualità a volontà e il meglio del cibo di strada: Lampredotto toscano, Miassa, Crocchette Tirolesi, Le Palle del Cuoco, zucchine Zen, Verdure pastellate, Pórci con la Trifola, Baci di dama contadina, Cucina vegana, Prosciutto Filante, Panini gourmet, Panzerotti, Gnocco Fritto, Panini con la chianina, Pizza e mortazza, Dolci napoletani, Churritos, Calamari di collina, Olive ascolane, Arrosticini, Gelato artigianale, pasta take way, Arancini e cannoli siciliani, Pizza napoletana, Hamburger, Farinata, Kebab al cioccolato, Barbecue americano, Mici, Polentine con crema di zola, Bruschette, fish&chips, Crocchette di merluzzo-peperoncino-capperi-olive.

 

(Foto: il Torinese)

Il terrore sotto casa, dopo Tunisi la "sindrome da 11 settembre" colpisce anche Torino

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piazza2piazza7piazza5IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Se il dramma e il lutto colpiscono un vicino di casa, un amico, un conoscente ecco che si è costretti, rapidamente, a prendere coscienza che nessuno può ritenersi fuori pericolo. E’ la stessa reazione che ebbero gli americani dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, alle Due Torri e al Pentagono, con migliaia di morti

 

In un mondo globale nessuno può dire: questo non mi riguarda! E’ la tragica lezione appresa dai piemontesi, a seguito del sanguinoso attentato di Tunisi che ha visto, fra le vittime, anche tre corregionali, oltre a diversi feriti.

 

Torino è scossa, stupita e ferita dall’attacco terroristico che ha colpito, fra gli altri, un gruppo di dipendenti comunali in crociera nel Mediterraneo. Fin quando i drammi della guerra, della bestiale violenza terroristica colpiscono in Siria, in Libia, In Israele le reazioni della gente, travolta dai problemi contingenti, piccoli o grandi, dalle preoccupazioni quotidiane, dal proprio “particulare”, sono spesso distratte e non vanno oltre la frettolosa solidarietà. Ma se il dramma e il lutto colpiscono un vicino di casa, un amico, un conoscente ecco che si è costretti, rapidamente, a prendere coscienza che nessuno può ritenersi fuori pericolo. E’ la stessa reazione che ebbero gli americani dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, alle Due Torri e al Pentagono, con migliaia di morti.

 

Allora si comprese che interi paesi non potevano essere lasciati in preda al terrorismo, puntando sulla nostra tranquillità e sicurezza, anche economica. Non lo si poteva, perché il terrorismo si sarebbe incaricato di occuparsi lui di noi e delle nostre famiglie. E l’allora presidente Bush lanciò, non senza polemiche dell’ala liberal e dei progressisti sulla pelle degli altri, la sfida al terrorismo in Iraq e in Afghanistan. Certo non sono mancati gli errori, certo spesso i metodi di Usa e alleati non sono stati ortodossi – e le immagini oscene del carcere di Guantanamo devono colpire le nostre coscienze – ma sicuramente l’Occidente ha fatto la cosa giusta, andando a snidare un Bin Laden sulle montane pakistane, neutralizzano un Saddam, colpendo coloro che si sono autodichiarati nemici giurati della nostra civiltà.

 

Con il lutto cittadino, proclamato dal sindaco Fassino, con la mobilitazione anche spontanea di tante persone, si è finalmente manifestata la consapevolezza che in una guerra asimmetrica, come i tecnici chiamano questi conflitti terroristici, non esistono le retrovie: tutti possiamo essere chiamati improvvisamente in prima linea, anche mentre siamo in felice compagnia a vedere un museo, appena scesi da una splendida nave da crociera, nel bel mezzo di un’agognata vacanza.

 

E una trincea di questa battaglia senza sconti contro il terrorismo islamista, al di fuori di ogni allarmismo, potrebbe ergersi proprio a Torino, dove tra meno di un mese si aprirà l’Ostensione della Sindone. Un afflusso eccezionale di pellegrini da ogni parte del pianeta (già oltre 800mila le prenotazioni) porterà rischi ed esigenze di sicurezza che nessuno può ignorare. Ma siamo certi che le autorità preposte già stanno vagliando la questione e saranno all’altezza del compito. Semmai – se, pur in un momento luttuoso, è concessa a Ghinotto una facezia – abbiamo ancora una volta, dopo la mancata berretta cardinalizia all’arcivescovo Nosiglia, da lamentare un fatto. Che, proprio alla vigilia dell’Ostensione, che peraltro lo vedrà presente, Papa Francesco abbia voluto lanciare il Giubileo della Misericordia, a Roma, a partire dal prossimo 8 dicembre. Un altro evento di livello mondiale, che inevitabilmente sembra un po’ oscurare quello torinese: da un Papa “piemontese” non ci saremmo aspettati questo “scherzo da prete”!

 

Ghinotto