redazione il torinese

Con l'illusione del "vero amore" vengono raggirate da truffatori

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La storia tra il giovane ingegnere francese e la signora torinese sembra procedere a gonfie vele, fino a quando lui non comincia a tirar fuori un intervento chirurgico a cui si deve sottoporre ma che non viene coperto dalla sua assicurazione sanitaria. Da bravo e furbo truffatore non chiede esplicitamente i soldi ma fa in modo che sia Jolanda (ormai innamorata e pienamente fiduciosa) a imporgli di accettare il prestito

 

Un uomo colto e di bell’aspetto che in maniera apparentemente casuale era entrato a far parte dei suoi amici di Facebook. Francese, ingegnere, simpatico e dall’ affascinante oratoria; per Jolanda Bonino, signora torinese di mezz’età, sembrava essere arrivato finalmente “l’uomo dei sogni”. Purtroppo però, invece dell’ affascinante dolce metà con cui era pronta a coronare il suo sogno d’amore, la signora Jolanda si è trovata davanti un vero e proprio truffatore. L’uomo né francese né tanto meno ingegnere, si è rivelato essere un impostore proveniente dal centro Africa che dopo aver raggiunto l’obbiettivo di farla innamorare, è riuscito a raggirare la donna ottenendo una somma di denaro di quasi 800 euro.

 

Tutto è iniziato più di un anno fa quando tra i suoi contatti Facebook arriva la richiesta di amicizia da parte di un uomo più giovane e di bell’aspetto. Dopo poco tempo lui comincia a scriverle in chat, fornendo dettagli della propria vita che la signora Jolanda prudentemente controlla su internet e di cui trova conferma. Dopo un bel po’ di mesi iniziano sentirsi attraverso Skype in modo da potersi vedere : “Era un bell’uomo dalla carnagione bianca”- ha dichiarato la signora Jolanda – probabilmente ha usato uno di quei programmi per modificare la propria immagine durante le conversazioni video, o forse si è avvalso di un complice”. Insomma la storia tra il giovane ingegnere francese e la signora torinese sembra procedere a gonfie vele, fino a quando lui non comincia a tirar fuori un intervento chirurgico a cui si deve sottoporre ma che non viene coperto dalla sua assicurazione sanitaria. Da bravo e furbo truffatore non chiede esplicitamente i soldi ma fa in modo che sia Jolanda (ormai innamorata e pienamente fiduciosa) a imporgli di accettare il prestito. Ecco date le coordinate per la spedizione del denaro, ecco realizzata la truffa.

 

Dopo aver raccontato la sua storia e soprattutto denunciato il fatto in modo che altre donne come lei non finiscano nella rete di simili truffatori, la signora di Torino è stata contattata da centinaia di donne proveniente da tutta l’Italia. Molte non hanno ancora sporto denuncia ma hanno guardato con favore l’iniziativa di Jolanda di creare su Facebook, sulla scia di quanto avviene in Francia e Germania, il Comitato vittime cybercrime Piemonte. La polizia postale che sta indagando sul caso della signora Bonino, ha spiegato che truffe sentimentali di questo tipo sono diventate ormai un fenomeno piuttosto diffuso. Nei mesi scorsi, per esempio, la procura di Torino ha coordinato un’altra inchiesta molto simile a questa, riguardante una signora raggirata da un sedicente soldato statunitense. Non è la prima volta che sentiamo parlare di truffatori e persone disoneste, ma forse questa volta la notizia ci lascia con un po’ più di amaro in bocca perché in fin dei conti quando si parla di sentimenti ci sentiamo tutti un po’ più vulnerabili; forse in ognuno di noi rivive una piccola parte della signora Jolanda e di tutte quelle donne ingannate dalla speranzosa ricerca del “vero amore”.

 

Simona Pili Stella

Lunedì 15 aprile 1912, l’affondamento del Titanic

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Delle 2.223 persone a bordo (equipaggio compreso), ne sopravvissero 705; gli altri, in gran parte, persero la vita per assideramento, causato dalla prolungata permanenza nell’acqua a zero gradi. Dalle 02.15 il destino del Titanic prese una piega irreversibile: sommerso per metà dall’acqua, lo scafo si spezzò in due e cinque minuti più tardi s’inabissò anche la poppa

 

 La prima classe costa mille lire,la seconda cento,la terza dolore e spavento;e puzza di sudore dal boccaporto,e odore di mare morto…E gira, gira, gira l’elica,e gira, gira che piove e nevica per noi ragazzi di terza classe che per non morire si va in America”. Così nel 1982, Francesco De Gregori, nel suo ottavo album “Titanic, parlava della nota nave passeggeri britannica affondata per la collisione con un iceberg per proporre una metafora dell’umanità che, divisa in classi, si dirige verso il disastro. Tutto accadde, nella storia vera e sventurata del Titanic, nella notte tra domenica 14 e lunedì 15 aprile 1912 , con l’impatto tremendo e il conseguente drammatico affondamento avvenuto nelle prime ore del15 aprile. Una scena apocalittica: l’iceberg come uno spettro bianco nel buio della notte, il violento impatto e l’avanzata incontenibile dell’acqua. Erano le 23.40 e il supertransatlantico, salpato il 10 aprile da Southampton per il suo primo viaggio, si trovava quattrocento miglia a sudest della costa di Cape Race (isola di Terranova, “Newfoundland” in inglese, territorio del Canada). E’ lì che si scontrò con un enorme iceberg: la vedetta Frederick Fleet l’avvistò solo quando era ormai a cinquecento metri di distanza («Iceberg di prua, signore!», gridò), e il primo ufficiale William M.Murdoch ordinò: «Tutto a dritta. Indietro a tutta forza».

 

Ma era tardi e la repentina virata a sinistra si rivelò inutile. Trentasette secondi dopo l’avvistamento avvenne l’urto a prua, sulla fiancata destra della nave, più di un terzo dei sedici compartimenti stagni rimasero danneggiati, a sei metri di profondità l’acqua incominciò a filtrare nella nave che trasportava oltre duemila passeggeri. In poche ore quello che si credeva un colosso inaffondabile si spaccò in due, inabissandosi per sempre sul fondo dell’oceano. Fu un colpo terribile al mito dell’infallibilità del progresso e s’infranse il sogno della Belle Époque. La costruzione del Titanic rappresentò il guanto di sfida lanciato dalla compagnia navale britannica White Star Line ai rivali della Cunard Line, che in quegli anni dominavano le rotte oceaniche con i transatlantici Lusitania e Mauretania. La nuova nave, completata in tre anni nei cantieri Harland and Wolff di Belfast e costata 7.5 milioni di dollari (equivalenti a 167 milioni di dollari di oggi), si estendeva in lunghezza per 269 m e in larghezza per 28 m, con una stazza complessiva di 46.328 tonnellate. Dotata di un motore a vapore, alimentato da 29 caldaie, venne salutata come un “gioiello di tecnologia e di sicurezza”, al punto da ritenerla “praticamente inaffondabile”. Come viaggio inaugurale venne stabilita la rotta da Southampton a New York, via Cherbourg e Queenstown. Preceduto nel nome dalla sigla RMS (che indicava la funzione di servizio postale), il Titanic iniziò il suo viaggio mercoledì 10 aprile 1912. A bordo 1.423 passeggeri più 800 unità di equipaggio agli ordini del capitano Edward John Smith. Le cabine erano divise in tre classi ( come sintetizza bene la canzone di De Gregori). Nella prima, la più lussuosa e il cui biglietto costava 4.350 dollari (83mila dollari di oggi), si accomodarono esponenti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia dell’epoca, come il milionario Jacob Astor IV e l’industriale Benjamin Guggenheim (fratello del titolare dell’omonima fondazione d’arte).

 

Nella seconda, al prezzo di 60 dollari, presero posto gli appartenenti alla classe media. L’ultima si riempì di emigranti che con un biglietto da 32 dollari andavano incontro a una nuova vita nel continente americano. L’evento, abbastanza clamoroso, venne seguito con interesse dalla stampa e dall’opinione pubblica. Nella fretta di partire nei tempi previsti (sempre una cattiva consigliera, la fretta..)  e per alcuni cambi negli ufficiali avvenuti all’ultimo momento, vennero dimenticati i binocoli, costringendo i marinai di vedetta a svolgere a occhio nudo la loro attività. Un elemento che si rivelò fatale nel corso degli eventi. A ciò si unì una smodata frenesia di raggiungere la destinazione nel più breve tempo possibile, che portò a mantenere i motori costantemente al massimo. La velocità non fu ridotta nemmeno dopo la segnalazione fatta pervenire al capitano Smith, nella tarda mattinata di domenica 14 aprile: il messaggio avvertiva della presenza di ghiaccio a 400 km sulla rotta del Titanic. Circa dieci ore più tardi,nel buio fitto di una notte senza luna, le vedette avvistarono  l’iceberg quando ormai era di fronte alla nave. Una distanza che, alla velocità di crociera di 20 nodi (circa 37 km/h), impediva qualsiasi tentativo di evitare l’impatto. Alle 00.27, quando si comprese che la prua del Titanic stava lentamente affondando, venne lanciato un SOS dal marconista Jack Phillips, raccolto dal piroscafo Carpathia, distante 58 miglia dal luogo dell’impatto. La fase delle operazioni di salvataggio fu drammatica! Le scialuppe a disposizione erano soltanto sedici e ognuna poteva contenere fino a 60 persone. Per inesperienza e cattivo coordinamento tra loro, gli ufficiali ne fecero salire in molti casi un numero inferiore, riducendo ulteriormente la quota di passeggeri destinati a salvarsi.

 

Delle 2.223 persone a bordo (equipaggio compreso), ne sopravvissero 705; gli altri, in gran parte, persero la vita per assideramento, causato dalla prolungata permanenza nell’acqua a zero gradi. Dalle 02.15 il destino del Titanic prese una piega irreversibile: sommerso per metà dall’acqua, lo scafo si spezzò in due e cinque minuti più tardi s’inabissò anche la poppa. Nei giorni immediatamente successivi la notizia del disastro scioccò il mondo, creando le premesse per una profonda riflessione sull’episodio che portò alla convocazione della prima conferenza sulla sicurezza delle persone in mare. Le vittime italiane accertate furono 34, in gran parte camerieri residenti in Inghilterra. Il 10 giugno 2001, una domenica, ad Isernia, in Molise, morì Antonio Martinelli. Aveva ottantanove anni ed era ritenuto l’ultimo sopravvissuto del disastro del Titanic. Nato a Boston agli inizi del 1912, ancora in fasce era stato portato in Italia, a Sesto Campano, dalla madre la quale aveva poi deciso di tornare negli Stati Uniti. Il nipote Alessandro raccontò: “Lui parlava volentieri della tragedia del Titanic, raccontava spesso di quella notte della quale aveva saputo tutto, nei minimi dettagli, grazie ai racconti della madre, scomparsa nel 1972, con la quale viaggiava e che riuscì a salvarsi con il suo piccolo Tony. Io e mia madre ci siamo salvati – ripeteva sempre – perché gli ufficiali ordinarono di far salire sulle scialuppe di salvataggio prima le madri con i bambini più piccoli”. Così, l’ultima voce si spense e a “parlare” sono rimaste le migliaia di oggetti: piatti, vasellame, documenti, vestiti ma anche pezzi del leggendario transatlantico, compresa la campana della nave. Ma il Titanic non sarà mai recuperabile. Si consumerà, a poco a poco, nel silenzio dell’oceano.

 

Marco Travaglini

"Ciao amore mio", su Fb l'addio alla fidanzata morta cadendo da cavallo

CAVALLO EQUITAZIONE

Intanto i carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo nel centro ippico in cui è accaduto il tragico fatto

 

“Ciao amore mio, questa volta tu e Furfante, come ti piaceva chiamarlo, me l’avete fatta grossa”. L’agenzia Ansa riporta parte del saluto lungo e commovente  che Alessandro posta su Facebook per l’ultimo saluto alla fidanzata, Sabrina Manganaro, la giovane di 25 anni morta ieri nel torinese schiacciata dal peso del suo cavallo che l’ha travolta nel corso di una gara di equitazione nel canavese. Intanto i carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo nel centro ippico in cui è accaduto il tragico fatto.

Università allagata, sospese le lezioni

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Al Campus univeristario Einaudi questa mattina niente lezioni a causa della rottura di un tubo dell’impianto antincendio. Si è infatti verificato l’allagamento di una parte delle aule. I  vigili del fuoco sono intervenuti per riparare il danno. L’ università ha confermato la ripresa delle lezioni sul suo sito internet e su Facebook e Twitter.

 

(Foto: il Torinese)

Centrodestra torinese: "Si può cambiare il modo di fare politica?"

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In collegamento dalla Svizzera il Professor Leonello Zaquini presenterà il libro: “Democrazia diretta vista da vicino”

 

Il circolo “Un sogno per Torino” riunisce nuovamente il centro-destra  cittadino per il Convegno “Democrazia Diretta”, Giovedì 16 aprile alle ore 19.30 alla GAM. Parteciperanno l’On. Alberto Cirio, i consiglieri regionali Pichetto, Ruffino, Porchietto, Vignale, Marrone, Benvenuto, i consiglieri comunali Tronzano, Magliano e Ricca. In collegamento dalla Svizzera il Professor Leonello Zaquini presenterà il libro: “Democrazia diretta vista da vicino”.

 

 

Come funziona un Fabrication Laboratory?

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Appuntamento al Majorana di Grugliasco  organizzato dal FabLab Pavone di Torino, in collaborazione con l’associazione Dschola

 

Sono attesi oltre duecento partecipanti all’auditorium dell’Istituto Majorana a Grugliasco (via Cantore 119) martedì 14 aprile, per l’evento organizzato dal FabLab Pavone di Torino, in collaborazione con l’associazione Dschola, dalle ore 14.30 alle 17.30. Introdotti da Eleonora Pantò e Dario Zucchini (associazione Dschola), interverranno i maker Andrei Bulai e Michele Damiano, che racconteranno la loro esperienza all’interno del FabLab Pavone, allestito dall’associazione Sicurezza e Lavoro in via Bellezia 19 a Torino, all’interno del Centro San Liborio. Si tratta di un incontro rivolto a docenti di tutto il Piemonte (e non solo) di istituti di ogni ordine e grado (dall’infanzia e dalle primarie fino ai centri di formazione e all’Università) per capire come funziona un Fabrication Laboratory e come è possibile aprirne uno (magari all’interno di una scuola pubblica), senza spendere un capitale! Come ha fatto Sicurezza e Lavoro, che – senza alcun finanziamento pubblico – ha avviato un FabLab nel centro storico di Torino, aperto a tutti: bambini, anziani, italiani, stranieri, scuole, associazioni ed Enti pubblici.

Massimo Iaretti

Taxi in guerra con Uber ma rientra il boicottaggio dell'Ostensione

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taxi6taxi2Venti  tassisti si sono incatenati davanti al monumento del Conte Verde

 

 AGGIORNAMENTO Il sindaco Fassino ha promesso ai tassisti maggiori controlli sui “concorrenti” di Uber. Tanto è bastato per far sospendere il boicottaggio dell’Ostensione della Sindone, minacciato dalle auto bianche.

 

La guerra tra tassisti e Uber assume toni sempre più duri. I titolari delle licenze taxi hanno protestato davanti al Comune di Torino, occupando piazza Palazzo di Città con i propri mezzi, Venti  tassisti si sono incatenati davanti al monumento del Conte Verde. I proprietari delle “auto bianche”, circa 1500 a Torino, chiedono all’amministrazione civica di intervenire per fermare – dichiarano all’Ansa – “chi non è legale”. E arriva la minaccia più eclatante: bloccare l’Ostensione “se non verrà sospesa la app di Ube”. Il sindaco Piero Fassino, ha ricevuto una delegazione per tentare una mediazione.

 

(Foto: il Torinese)

Le strade della Sindone

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A partire dal dal 17 aprile saranno quattro gli itinerari

 

Le strade della Sindone è il progetto proposto da Città e Cattedrali e il Museo della Sindone. A partire dal dal 17 aprile saranno quattro gli itinerari.  La strada di San Carlo legata al pellegrinaggio di San Carlo Borromeo del 1578, da Milano a Torino. La strada per Torino che ripercorre il viaggio da Chambéry del Sacro telo. Poi la strada delle Alpi, lungo i valichi alpini e quella del mare verso Genova, dove la Sindone venne lasciata nel 1706. Info:  www.cittaecattedrali.it.

VertebrArt, una mostra per collegare chi si occupa di sanità

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L’allestimento, realizzato con il patrocinio del Consiglio regionale e visitabile fino al 20 aprile, è frutto della collaborazione tra chirurghi della Vertebral Equipe di Torino e artisti che hanno elaborato strumenti medici con stoffe colorate messe a disposizione dalla sartoria Orlando Furioso

 

Creare un ideale collegamento con le istituzioni che si occupano di Sanità in Piemonte. È lo scopo della mostra VertebrArt, presentata a Palazzo Lascaris dall’Associazione VertebrArt di Torino.L’allestimento, realizzato con il patrocinio del Consiglio regionale e visitabile fino al 20 aprile, è frutto della collaborazione tra chirurghi della Vertebral Equipe di Torino e artisti che hanno elaborato strumenti medici con stoffe colorate messe a disposizione dalla sartoria Orlando Furioso, da anni impegnata in un percorso riabilitativo per donne con difficoltà psichiche.

 

“La mostra – ha dichiaro Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale – rappresenta un passo verso un approccio biopsicosociale, che coniuga, nei pazienti affetti da dolore cronico, lo studio della patologia insieme agli aspetti psicologici e sociali. Un metodo innovativo che permette ai malati di interagire con medici in grado di supportarli nella gestione personale del dolore stesso. È importante sottolineare – ha concluso Laus – la sensibilità e l’attenzione che la nostra Istituzione da sempre dedica a questi temi così delicati”.

 

“L’installazione che oggi possiamo ammirare nell’ingresso di Palazzo Lascaris – ha affermato Davide Caldo, presidente di VertebrArt – sarà itinerante in numerose sedi di associazioni cittadine, proprio per testimoniare il coinvolgimento, sempre maggiore, delle forze culturali attive sul territorio piemontese”.Le opere si ispirano allo Yarn bombing, una tecnica di street art e mirano a testimoniare il ruolo determinante dei fattori biologici, psichici e sociali nei pazienti con dolore cronico sottoposti a chirurgia. I pezzi che compongono la collezione sono stati ospitati separatamente, nei mesi scorsi, in diverse location torinesi aperte al pubblico e vengono ora riunite in un’installazione che richiama le vicende della pittrice Frida Kahlo, che a seguito di un incidente subì diverse lesioni e fratture vertebrali. Plauso all’iniziativa, che coniuga cultura e medicina, è stato inoltre espresso da Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale e Daniele Valle (Pd), presenti all’inaugurazione.

 

(Daniela Roselli – www.cr.piemonte.it)

Parma-Juventus 1-0: Mauri regala l'impresa ai crociati, bianconeri sottotono

parma juveSconcertante prestazione della squadra di Allegri in vista dell’importante confronto per i quarti di finale di Champions League con il Monaco. Rientreranno tutti i big assenti a Parma, unico ancora in dubbio il regista nonché cervello della squadra, Andrea Pirlo

 

Clamoroso al Tardini dove l’ultima della classe sconfigge i Campioni d’Italia. Decide un gol del centrocampista argentino Mauri, naturalizzato italiano, nel secondo tempo. La squadra di Allegri si è resa pericolosa solo in due occasioni ma è apparsa largamente sottotono rispetto alle ultime uscite contro Empoli e Fiorentina. Un club fallito e ultimo in classifica che sconfigge la prima della classe. Questa è la bellezza del calcio, il resto sono solo fantasie. La Juve, lanciatissima verso il quarto scudetto consecutivo, è stata sconfitta meritatamente dal Parma. Dopo l’1-1 a San Siro contro l’Inter e la vittoria per 1-0 contro l’Udinese nel recupero, continua la favola dei ducali che si concedono un successo contro la Vecchia Signora conquistando un bottino di sette punti in una sola settimana. Decide un gol di José Mauri a mezz’ora dal termine dell’incontro. La Juventus ha giocato bene solo nella parte finale della prima frazione di gioco, poi è calato il sipario. E’ probabile che la testa dei Campioni d’Italia era già rivolta all’atteso quarto di finale di Champions contro il Monaco, in programma domani. Allegri ha effettuato quattro cambi rispetto a Firenze: Ogbonna al posto di Bonucci, Lichtsteiner per Evra, quindi Coman e Llorente in attacco. Donadoni, sempre privo dello squalificato Lucarelli, ha schierato il 3-5-2 con Belfodil e Ghezzal in attacco. In regia Jorquera ha preso il posto di Lodi mentre in difesa ha schierato dall’inizio Mendes e Santacroce. Come esterni Varela e Gobbi. E’ stata la Juventus a comandare la partita anche se a ritmi molto bassi, ma il Parma, chiudendosi molto bene non ha concesso grandi spazi di manovra. Coman è stato neutralizzato da Mendes mentre Llorente servito male e fuori area. La prima emozione la produceva Belfodil che al 21° si presentava in area dopo un lancio, saltando Chiellini e poi sparando un sinistro che terminava di poco a lato. Scampato il pericolo, la Juve reagiva spingendosi di più in avanti. Vidal si svegliava e, al 31° minuto, da una punizione di Marchisio, colpiva la sfera in piena area ma Mirante respingeva di piede. Sempre il cileno, ci provava per ben due volte da fuori area ma senza la giusta mira. Al 43° la seconda grossa occasione per i bianconeri: Coman veniva smarcato in area, defilandosi a sinistra, concludendo da distanza ravvicinata. Super Mirante salvava ancora i suoi. Nel secondo tempo Madama non riusciva a costruire chiare occasioni da rete e si affidava ai tiri da fuori con Marchisio e Coman che non trovavano la porta. Al quarto d’ora l’episodio che ha deciso la partita: Belfodil attaccava a destra ed effettuava un perfetto assist al limite per Mauri che giungendo in corsa, di sinistro, infilava la palla all’incrocio dei pali. Allegri decideva di cambiare Pereyra con Morata e poco dopo Coman con Pepe. Deludente la prova del francesino così come quella dell’ex Udinese. Lo spagnolo ci provava subito con un tiro da fuori area che non andava a segno. Donadoni non cambiava nessuno salvo quando costretto. Santacroce e Belfodil accusavano crampi e venivano sostituiti da Cassani e Prestia. Dentro anche Lila al posto di Mauri che riceveva il giusto tributo dei tifosi emiliani. In campo non succedeva più nulla perché la Juventus non era capace di imbastire azioni offensive e il Parma si difendeva compatto, vincendo con pieno merito. Per la Juventus un brutto campanello d’allarme in vista della delicatissima partita di domani contro il Monaco. E’ vero che rientreranno i big, salvo forse Pirlo, ma è necessario cambiare atteggiamento e approccio alla partita altrimenti saranno dolori per tutti.

 

Dario Barattin