redazione il torinese

Architetto finto attore porno adescava ragazzini al parco

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L’uomo è stato denunciato per due casi di molestie, aveva anche pedinato una delle vittime

 

Fingeva di essere un attore porno e adescava i ragazzini ai giardinetti, proponendo loro rapporti sessuali in cambio di  denaro. Un architetto di 50 anni residente in provincia di Torino, era già stato segnalato ai carabinieri come frequentatore del parco Cavalieri di Vittorio Veneto di piazza d’Armi. L’uomo è stato denunciato per due casi di molestie, aveva anche pedinato una delle vittime. Le segnalazioni sono numerose.

 

(Foto: il Torinese)

Alpinisti ma non solo al "Monte dei Cappuccini"

cAPPUCCINI RITLì dove un tempo c’era la pista da sci dei torinesi, oggi sorge all’ombra del celebre monastero l’omonimo ristorante. Per tutto l’anno vi delizia con vitello tonnato, ravioli e una tagliata di ginepro con contorno di patate al forno che è il vero piatto forte del posto

 

Un grazioso chalet con sedie spartane e pareti che parlano di grandi imprese come la scalata del k2 potrebbe essere il luogo ideale di alpinisti affaticati dal peso di un indispensabile zaino. Peccato che non siamo sulla vetta di una maestosa montagna ma sul più modesto monte dei Capuccini dove i clienti preferiscono a zaini e scarponi borsette chanel e comode hogan.

 

Lì dove un tempo c’era la pista da sci dei torinesi, oggi sorge all’ombra del celebre monastero l’omonimo ristorante. Il menù e’ gustoso ma monotono. Per tutto l’anno vi delizia con vitello tonnato, ravioli e una tagliata di ginepro con contorno di patate al forno che è il vero piatto forte del posto. Da provare assolutamente ma occhio a non scottarvi la lingua. La tagliata viene servita sul piatto ancora bollente con sale grosso a parte, da cospargere a piacere,  al fine di completare direttamente sulla vostra tavola la cottura.

 

D’estate scegliete un posticino nella terrazza. Solo il panorama merita la visita. Se poi siete dei golosoni puntate sulla piccola meringa, una montagna di panna con i marron glacé nella versione autunno inverno o con le fragole nel periodo caldo. Potrete così dimenticare di essere circondati dalla creme della torino che conta e sognare di essere ancora sulla neve almeno fino a quando non vi riporterà nella realtà lo splendido sorriso della proprietaria, gia’ nonna di un baby rampollo torinese. Astenersi arrampicatori, sociali.

 

 

 

Anita

 

Ristorante Monte dei Capuccini Salita al CAI Torino, 12 Torino
Tel. 011.6600302

 

Città e cattedrali in tre lingue sulla rete

DUOMO SINDONE

Una seconda fase del progetto mirata a raccontare a turisti e cittadini un patrimonio ancora poco noto secondo un piano di valorizzazione dei luoghi di storia e di arte sacra aperti e fruibili

 

Oltre 400 chiese di Piemonte e Valle d’Aosta in rete, 14 totem che trasmettono informazioni tramite Ipad in altrettanti cattedrali, una App Audioguida in tre lingue, una App georeferenziata con IBeacon sono le tecnologie all’avanguardia proposte dal progetto Città e Cattedrali, giunto al decimo compleanno, per promuovere il turismo nei luoghi sacri.  Nato da un’idea della Fondazione Crt, dopo anni di interventi tecnici e architettonici Città e Cattedrali è entrato in una seconda fase, mirata a raccontare a turisti e cittadini un patrimonio ancora poco noto secondo un piano di valorizzazione dei luoghi di storia e di arte sacra aperti e fruibili, organizzati in itinerari di visita geografici e tematici, praticabili anche attraverso la rete.

 

“Crediamo molto in questo progetto – dice l’assessore alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte, Antonella Parigi – perché animato da una logica di sistema sempre più necessaria. Oggi per noi è un progetto di punta, antesignano delle politiche più attuali, basate sulle sinergie tra tutti i soggetti a fronte di un marketing territoriale fallimentare. Nella messa a sistema del grande e prezioso patrimonio artistico e architettonico costituito dagli edifici ecclesiastici del Piemonte si esprime un pregevole esempio della modalità attraverso cui è possibile coniugare la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, due ambiti che troppo spesso vengono vissuti separatamente. Una scelta obbligata nella costruzione di quel Piemonte turistico a cui stiamo lavorando e che richiede l’attivazione proprio di modelli come questo, in cui esperienze e soggetti diversi si mettono in rete per aumentare l’efficienza e l’efficacia dell’azione promozionale del territorio”. Il vescovo di Pinerolo, Piergiorgio Debernardi, delegato dei vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta per i beni ecclesiastici, sottolinea come “le diocesi si riconoscano in questo grande progetto. Le chiese raccontano la storia del nostro Paese dal basso e attraverso la bellezza di questo immenso patrimonio passano i valori del pensiero cristiano”.

 

Soddisfatta anche Annapaola Venezia, vicesegretario generale della Fondazione CRT: “A dieci anni dall’avvio possiamo dire di essere andati ben oltre a quanto inizialmente immaginato, in quanto Città e Cattedrali ha saputo qualificarsi non solo come progetto di valorizzazione culturale, bensì anche come elemento di sviluppo sociale, economico, turistico grazie all’impegno profuso dai partner e dai volontari”.In questo periodo Città e Cattedrali e Museo della Sindone propongono inoltre “Le Strade della Sindone”, quattro itinerari di visita – La strada di San Carlo, La strada per Torino, La strada delle Alpi, La Strada del Mare – ideati in occasione dell’Ostensione ma non limitati all’evento, in quanto andranno a costituire un’offerta stabile nel tempo per pellegrini e visitatori.

 

ggennaro – www.regione.piemonte.it

Cena in bianco per 15 mila nella Reggia

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UNA MAREA DI FAZZOLETTI BIANCHI AL CIELO FANNO RIVIVERE LA MAGIA DELLA REGGIA

 

Neppure il caldo torrido di questi giorni è riuscito a fermare quello che da quattro anni a questa parte sta diventando uno degli eventi più attesi per la città di Torino. Si è tenuta domenica sera, all’interno della suggestiva Reggia di Venaria, la quarta edizione della Unconventional Dinner, più comenunemente conosciuta come la << Cena in Bianco>>. L’evento, ideato e come sempre organizzato dalla spumeggiante Antonella Bentivoglio d’Afflitto (recentemente eletta assessore alla cultura di Venaria), ha visto la partecipazione di oltre 15 mila persone che dalle ore 17 di ieri pomeriggio, hanno cominciato a prendere posto nel Gran Parterre dei giardini della Reggia, preparando ed allestendo “come neve al sole” le proprie tavole.

 

Intorno alle ore 21.00, le migliaia di persone rigorosamente vestite di bianco, hanno preso posto nei loro candidi tavoli imbanditi a festa e dopo l’ormai consueto rito del fazzoletto alzato verso il cielo, hanno dato il via alla cena tra risate e allegria. Uno scenario unico e suggestivo reso ancora più magico dal fatto che per oltre mezz’ora tutti i commensali hanno mangiato illuminati solo dalla luce di centinaia di candele senza che vi fosse alcuna illuminazione pubblica.Non è mancato nulla a questo straordinario ed incantevole pic-nic sotto le stelle che con l’eleganza, l’ilarità ed il rispetto che da sempre distingue questo evento, ha fatto rivivere la bellezza e la magnificenza della Reggia di Venaria.

 

Simona Pili Stella

Si cena "in via" con Madian dei padri Camilliani

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Una bella iniziativa di solidarietà a favore della ricostruzione dell’orfanotrofio in Nepal

 

 Cena in via è la bella iniziativa di solidarietà promossa da Madian Orizzonti Onlus, in programma lunedì 13 luglio prossimo alle 20, nel pieno centro di Torino, a due passi dal Santuario di San Giuseppe, in via Camillo de Lellis ( nel tratto compreso  tra Via Pietro Micca e via Santa Teresa, per l’occasione chiuso al traffico). Il ricavato della cena,  il cui costo è di 45 euro, sarà destinato alla ricostruzione dell’orfanotrofio Caf,  Camillian Task Force, a Kathmandu,  in Nepal, distrutto dal terremoto lo scorso 25 aprile. La cena è promossa in collaborazione con il Ristorante del Circolo di Stefano Fanti e l’osteria Le Ramin-e di Steven Lazzarin. I vini sono offerti dalla cooperativa dei produttori di Erbaluce di Caluso.

 

Madian è la onlus dei religiosi Camilliani di Torino nata nel 1979, inizialmente per accogliere i barboni, quando l’unico dormitorio pubblico a Torino fu chiuso per un fatto di violenza. Ha ospitato fino al 1987 una media mensile di 30 persone senza fissa dimora. Nel 1986 la Comunità Madian, constatando le sofferenze degli extracomunitari dimessi dagli ospedali e dei senza fissa dimora, si è impegnata ad accoglierli e assisterli fino alla loro completa guarigione,  aprendo poi i suoi orizzonti, a partire dagli anni Novanta, anche ai minori, con la fondazione di diverse comunità di accoglienza destinate a loro.

 

Presente con le sue missioni ad Haiti, in Georgia,  Armenia, Filippine, India, Indonesia, Argentina, Kenya e Nepal, gestisce ospedali, centri  socio assistenziali per disabili, scuole, asili, mense per i poveri,  orfanotrofi e case famiglia per bambini malati di AIDS.

 

Mara Martellotta

Info e prenotazioni: 011539045, info@madian-orizzonti.it

Il Paesaggio di Mario Mazza

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MAZZA4MAZZA2Un suo dipinto “Il vento tra gli ulivi” si trova in permanenza nel museo di Crotone

 

Calabrese di nascita, trapiantato in Piemonte poco più che ventenne, pur memore della propria terra d’origine di cui dipinge spesso visioni nostalgiche del mitico mare, della selvaggia vegetazione, degli ulivi contorti e antropomorfi, Mario Mazza è altrettanto affascinato dal paesaggio in cui vive. Fedele al figurativo, genere a lui congeniale, l’artista. che si può considerare uno dei più attivi e costanti nel tema paesaggistico, non si è lasciato distrarre da facili soluzioni ripetitive di avanguardie tenendo sempre presente che c’è arte qualora ci sia sincerità d’animo che porta a stile personale. Per Mazza stile è unione di ispirazione e capacità tecnica che ha raggiunto dapprima seguendo le lezioni di due dei più importanti artisti casalesi del secondo novecento, Alberto Bertazzi e Giuseppe Campese per poi proseguire in solitaria con lo studio appassionato dei grandi paesaggisti del passato.

 

Hobbema, Poussin, Lorrain, Fontanesi, i Barbizonniers e gli Impressionisti lo hanno virtualmente accompagnato, di tutti ha fatto tesoro, cercando di coglierne i segreti senza mai imitarli conscio che l’arte passata deve essere conservata come base e stimolo per nuove soluzioni. L’affinità con l’Impressionismo si rivela nell’attenzione del plein air, delle ombre colorate, del palpitare dei riverberi in controluce così come un’attenta rifinitura in studio lo accosta ai dettami del Divisionismo inteso come neo-impressionismo scientifico.

 

Ne scaturisce quindi una visione del paesaggio non effimera e fuggitiva, al contrario gli fa assumere un valore non transitorio: i campi di grano e papaveri, le pinete, le colline con i vigneti non sono rappresentazioni di momenti particolari bensì l’idea, l’universalizzazione di quei temi e soggetti che appartengono ad archetipi. Molte le mostre prestigiose a Milano, Genova, Roma, Casale Monferrato (in particolare nel 2013 nel Castello, antico forte Paleologo e Gonzaghesco). Tanti i riconoscimenti basti pensare al premio “Campidoglio d’oro Internazionale Burkhardl 1996” a Roma. Un suo dipinto “Il vento tra gli ulivi” si trova in permanenza nel museo di Crotone.

 

Giuliana Romano Bussola

 

Troppe tasse, il "budello dei libri" rischia

STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Libri, fumetti accatastati, e in questo continuo cercare, ogni tanto emerge qualcosa che da tanti anni cercavi. Basta aver pazienza

 

libro san carloBancarelle dei libri usati. Dopo dopo piazza Arbarello, inizio di corso Siccardi. Durante una chiacchierata con il gestore ho scoperto che l’attività è stata aperta nel 1962. Non sapevo. Da quando ho ragione d’essere mi ricordo d’aver visto lì ciò che era ed è. Pochi torinesi non sono passati per quel budello di libri. Freddo penetrante o calura. Avventori e librai sempre lì. Bello perdersi. Dove è talmente “prendente” che non senti il traffico. Polvere, tanta polvere. Ma non potrebbe essere altrimenti. Libri, fumetti accatastati, e in questo continuo cercare, ogni tanto emerge qualcosa che da tanti anni cercavi. Basta aver pazienza. Amo gli anni 60. Nato un po’ prima. Soprattutto le riviste di allora. La crisi ha fatto si che molti, vendendole, si sbarazzassero di raccolte complete. Ammetto, viceversa, uno dei miei vanti: non aver mai venduto alcun libro letto o stazionato nella mia, ne vado fierissimo, ampia biblioteca divisa tra la casa di Torino e quella di campagna. Sono bulimico, forse, un po’ anche collezionista. Dunque, almeno una volta alla settimana sono lì, come in un irrefrenabile bisogno quasi fisico. Ho trovato la collezione di una rivista datata, dal 1963 al 1982. Ogni singolo volume un prezzo. E ho trattato, anzi ho cercato di trattare sul prezzo. Non l’avessi mai fatto. Ho particolarmente indispettito il libraio. “Accidenti, ma non capisce che i costi sono elevatissimi?”. Mi sono schermito. E che sarà mai. La calma è subito tornata. reciproche  battute, con qualche risate. …poi…. scusi?  che spese avete?  “Vuol scherzare? 24.000 euro all’anno di suolo pubblico, più tutte le utenze. Una volta, sì una volta si stava bene ma ora le spese ci ammazzano e ogni giorno che apriamo dobbiamo incassare almeno 150 euro. Abbiamo rincorso il Sindaco per un appuntamento. Abbiamo saputo dall’assessore competente che c’erano tariffe da rispettare. Avuti gli incontri, le promesse che sarebbero cambiate in positivo le condizioni”. Ma non avete dei contratti? “No ogni anno le condizioni cambiano automaticamente in modo esponenziale”. La prima cosa che penso e dico è: ma il Comune non ha più soldi. Mi ricredo capendo che il risanamento non può passare attraverso queste norme. “Ci hanno promesso che cambieranno le aliquote”. Se non le cambiano?  “Chiuderemo!” Ogni promessa è debito signor Sindaco. Sono certo che questo pezzo di Torino del 1962 non chiuderà.

Al Colle del Lys il 70° anniversario della Liberazione

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Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione dell’Assemblea regional ha annunciato la presentazione del dossier di candidatura della Regione Piemonte alla medaglia d’oro al valor civile

 

Il Colle del Lys ha ospitato domenica 5 luglio la seconda giornata delle celebrazioni per il 70° anniversario della Liberazione. In mattinata l’assemblea dei rappresentanti delle amministrazioni territoriali ha presentato e approvato un “documento d’intenti” che traccia la linea delle iniziative future del locale Comitato Resistenza, che compirà 25 anni nel 2016. “Senza memoria non c’è futuro”, ha sottolineato la presidente del Comitato, Elena Cattaneo.

 

Al termine dell’assemblea si è svolta la cerimonia commemorativa con gli onori militari ai partigiani caduti, da parte di un picchetto della Brigata Taurinense ed è giunta sul luogo della manifestazione la Fiaccola della Libertà. Tra i gonfaloni presenti, quello della Regione e di Torino, Alba, Boves e Cuneo, città medaglie d’oro della Resistenza. Le iniziative di sabato e domenica sono state promosse dal Comitato Resistenza Colle del Lys, sotto il patrocinio di Giunta e Consiglio regionale, del Comune e della Città metropolitana di Torino, e dell’Anpi, associazione rappresentata alle celebrazioni dalla vicepresidente provinciale, Maria Grazia Sestero.

 

“Questo è un momento fatto di emozioni e di riflessioni, in memoria del coraggio e del sacrificio dei 2024 caduti delle nostre valli”, ha detto nel suo intervento Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione dell’Assemblea regionale. Boeti ha poi annunciato la presentazione del dossier di candidatura della Regione Piemonte alla medaglia d’oro al valor civile.

 

Hanno inoltre preso parte alla commemorazione l’assessore regionale Gianna Pentenero, i consiglieri regionali Silvana Accossato, Andrea Appiano Antonio Ferrentino, i parlamentari Anna RossomandoAndrea Giorgis e Umberto D’Ottavio.

 

Sul tema “La Resistenza attraverso tre generazioni” hanno portato, infine,  la propria testimonianza lo storico Angelo Del BocaBruna Sticca, figlia del partigiano Gim della 17a Brigata Garibaldi e il giornalista Battista Gardoncini, nipote del partigiano Giovanni Battista Gardoncini, medaglia d’oro al valor militare. Nel pomeriggio la passeggiata rievocativa con letture “sui sentieri della memoria”,  i canti popolari del coro “Giorni cantati” e le musiche del gruppo tedesco “Fanfaren”.

 

(Foto: il Torinese)

A teatro, nel cortile dell' Egizio, rivivrà il fascino di Akhenaton

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Per la prima volta si può assistere a due produzioni del Teatro Stabile nel rinnovato Museo

 

Nell’affascinante cornice del cortile del Museo Egizio, dal 25 giugno al 18 luglio prossimo, e dal 26 giugno al 19 luglio, rispettivamente,  andranno in scena in prima nazionale due produzioni del Teatro Stabile, sotto la direzione di Valter Malosti, “Antonio e Cleopatra”, tratto dal dramma shakespeariano,  e “Akhenaton”, scritto e adattato da Agnese Grieco, tratto dall’opera di Agatha Christie, per la traduzione di Edoardo Erba. A recitare saranno gli attori neodiplomati della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, nell’ambito di un progetto concepito dal Teatro Stabile in collaborazione con il Museo Egizio, in occasione di “Expo Milano 2015- Nutrire il pianeta, Energia per la vita”.

A sere alterne il pubblico avrà la possibilità di assistere agli spettacoli di “Antonio e Cleopatra” , scene dal dramma di William Shakespeare,  nella nuova traduzione di Gilberto Sacerdoti,  e a “Akhenaton”. Questo dramma fu composto nel 1937 dalla celebre giallista, che sposò in seconde nozze un archeologo, accompagnandolo in importanti operazioni di scavo, proprio negli stessi anni in cui Sigmund Freud, rimasto affascinato dalle scoperte archeologiche a lui coeve,   scriveva, a proposito della figura del faraone eretico, il saggio su ” L’uomo Mosè e la religione monoteistica”. In Akhenaton si fondono elementi tratti dalla giallista a spunti freudiani sul faraone, insieme a ricerche compiute negli anni Ottanta del ‘900 dal Premio Nobel Naguib Mahfouz,  che raccontò nuovamente la vicenda del misterioso faraone di Tell el-Amarna.

“Antonio e Cleopatra”, variamente interpretato  come dramma romano e egiziano, rappresenta un play paragonabile a un prisma ottico. Visto frontalmente, rappresenta la storia d’amore e di politica narrata da Plutarco; visto di sbieco, spinge lo spettatore a decifrare l’infinito libro di segreti della natura. Per trovare, infatti, il corrispettivo dell’infinito amore di Antonio, bisogna, per forza, scoprire una terra e un cielo nuovi. Gli spettacoli, tutte le sere,  tranne i lunedì,  hanno inizio alle 21.30. In occasione delle recite, il Museo Egizio offrirà l’opportunità agli spettatori di scoprire i personaggi in scena attraverso un percorso affascinante tra testimonianze e documenti rari.

 

Mara Martellotta

 

(Foto: il Torinese)

La resistenza del villaggio di Chiampa – Asterix, enclave rossa nell'impero verde-azzurro

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 IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

E’ poi così sicuro il pragmatico governatore di riuscire nell’impresa di riprendersi la Regione? E non starà sottovalutando anche i maldipancia alla sua sinistra, tra Sel e post-civatiani, che sono poi quelli che hanno fatto perdere al Pd la Liguria?

 

In Inghilterra, quando la nebbia grava sul Canale della Manica, si dice che il continente è isolato. Reazione tipica di chi si ritiene (e un tempo in effetti lo era) al centro del mondo: tutto il resto è periferia. Pare sia un po’ questa la sindrome del Piemonte chiampariniano che, sulla base degli ultimi risultati elettorali, risulta un’isola “rossa” circondata da Regioni verde-azzurre, ovvero la Lombardia di Maroni, il Veneto di Zaia, la Liguria di Toti. A dire il vero, il territorio piemontese confina per un lembo con la terra emiliana, altrettanto rossa, anche se ormai un po’ scolorita dopo la inaspettata vittoria grillina al Comune di Parma. Però, guardando la cartina del nord Italia si ha l’impressione di accerchiamento e sicuramente oggi il Piemonte è abbastanza isolato, nel contesto delle aree più avanzate del paese, quelle che danno il maggior contributo al prodotto lordo e allo sviluppo.

 

Sarà anche questo uno di motivi che hanno indotto il buon Chiampa a prendere atto dei “diversi equilibri” dimettendosi da presidente della Conferenza delle Regioni, pur ribadendo immediatamente la sua disponibilità a ricandidarsi. In tre giorni ha fatto la medesima mossa avanti-indrè per due volte, perché anche per la carica di governatore ha confermato la volontà di dimettersi, se la vicenda firme false non sarà chiarita al più presto, ponendo nel contempo la sua ricandidatura.

 

Una mossa che ha scosso soprattutto gli esponenti Pd, costretti ad accodarsi alla volontà del presidente, che pare voglia utilizzare questa vicenda emblematica per scrollare un po’ di “pulci” dalla sua criniera di destriero vincitore. Ovvero costringere al palo una buona parte di coloro che ritiene responsabili della “falsa partenza” con il pasticcio delle firme contraffatte. A una sfilza di consiglieri, peraltro già al terzo mandato, sono fischiate le orecchie. Chiamparino ha poi fatto filtrare l’indiscrezione di voler applicare al Piemonte il “metodo Zaia”, ovvero il nerbo del coalizione affidato a liste civiche e personali, con il Pd relegato al ruolo di alleato “minore”. Ma c’è un ma… con il clima che si respira oggi, con il renzismo in parziale ripiegamento, e il grillismo ringalluzzito dai mille scandali e scaldaletti a ogni latitudine, è poi così sicuro il pragmatico Chiampa di riuscire nell’impresa di riprendersi la Regione? E non starà sottovalutando anche i maldipancia alla sua sinistra, tra Sel e post-civatiani, che sono poi quelli che hanno fatto perdere al Pd la Liguria? Un fatto è certo, l’animo movimentista e pauperista-solidale è tutt’altro che spento e la revanche della sinistra dura e pura è dietro l’angolo.

 

Qualche segnale? L’adesione entusiastica dell’assessora Cerutti all’accoglienza ai migranti, ben oltre le quote di spettanza regionale, che ha costretto persino la Prefettura a dichiarare il “tutto completo” e scatenato le proteste di Comuni di ogni colore politico. E che dire del pensiero targato Slow Food, con Carlin Petrini e Oscar Farinetti che attaccano McDonald all’Expo, mentre si denuncia il presunto caporalato tra i braccianti macedoni nelle vigne Unesco (tanto che la Commissione Agricoltura della Camera avvierà una indagine conoscitiva). Persino il cotè cattolico si lascia tentare – forse ispirato dalla sobrietà “francescana” – dalla decrescita felice, quando l’arcivescovo Nosiglia attacca la movida torinese dicendo che “crea reddito”. Insomma, nel villaggio di Asterix piemontese, circondato dalla marea centrodestrorsa, riuscirà la sinistra salottiera torinese (che ha recentemente piazzato una delle sue esponenti più in vista, Evelina Christillin, alla presidenza dell’Ente turismo italiano) a tenere insieme il cocktail di pragmatismo e movimentismo che bolle in pentola? Alle urne l’ardua risposta.

 

Ghinotto