redazione il torinese

“Partizani”, la storia della divisione Garibaldi in Jugoslavia

partizani Il  film è stato prodotto dall’Istoreto di Torino, grazie a un contributo del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese

 

Partizani: la resistenza italiana in Montenegro” è un bel film di Erik Gobetti, giovane e brillante storico torinese, autore di libri importanti come “Alleati del nemico. L’occupazione italiana in Jugoslavia 1941-1943” (Laterza,2013) e “Nema problema!Jugoslavie,10 anni di viaggi” (Miraggi,2011). Il  film è stato prodotto dall’Istoreto di Torino, grazie a un contributo del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese. La storia narrata – con immagini di repertorio inedite e le musiche originali di Massimo Zamboni – è quella delle due divisioni dell’Esercito Italiano, abbandonate nei Balcani dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, che scelgono di unirsi alla resistenza anti-tedesca, formando la Divisione Italiana Partigiana Garibaldi. Ufficiali e soldati italiani combattono così insieme ai partigiani jugoslavi comunisti di Tito: quegli stessi che – al fianco dei tedeschi – gli italiani avevano combattuto ferocemente fino a poche settimane prima. Il 9 settembre del 1943,  ai piedi del monte Trebjesa, aNikšić, in Montenegro, poco dopo l’alba l’artigliere  Sante Pelosin, detto Tarcisio, fa partire il primo colpo di cannone contro una colonna tedesca che avanza verso le posizioni italiane. E’ l’atto iniziale della “scelta” che ,nelle settimane successive, vede circa ventimila soldati italiani decidere di non arrendersi e di aderire alla Resistenza jugoslava. I partigiani della divisione Garibaldi raccontati in questo film sono eroi semplici, che hanno combattuto il freddo, la fame e una devastante epidemia di tifo, pagando con tremende sofferenze una scelta di campo, riscattando – nella terra degli slavi del sud, lontano dall’Italia – la dignità del proprio paese.

 

Marco Travaglini

"ASSOCIAZIONI ANIMALISTE LASCIATE SOLE AD ASSISTERE E NUTRIRE I RANDAGI"

gatti marroneGATTI A LUNGOSTURA DOPO LO SGOMBERO

 

Riceviamo e pubblichiamo

 

<<La Giunta Fassino lascia sole le associazioni animaliste di Torino ad occuparsi a proprie spese non solo delle colonie feline, ma anche dei tanti gatti randagi abbandonati dagli zingari sgomberati da Lungo Stura Lazio: i volontari sono costretti ad aggirare i sigilli di sequestro posti dalla Magistratura sull’ex campo rom per portare cibo ai felini lasciati al loro destino tra le macerie: ma cosa esiste a fare la Tutela Animali del Comune? Le cooperative strapagate milioni di euro pubblici per occuparsi di Lungo Stura Lazio non potevano occuparsi di raccogliere e portare in strutture comunali gli animali d’affezione che venivano tenuti nella bidonville peraltro in pessime condizioni?>> si interrogano i Consiglieri di Fratelli d’Italia Patrizia Alessi e Maurizio Marrone, presenti ad un sopralluogo con le volontarie dei Gattagora’ nell’ex “fossa” rom, che annunciano <<Presenteremo una mozione per mettere l’Amministrazione comunale di fronte alle proprie responsabilità e garantire il sostegno necessario alle associazioni di amici degli animali per assicurare ai gatti delle colonie torinesi, a partire dagli oneri sulle sterilizzazione, e a tutti gli animali a rischio di maltrattamento la giusta tutela>>.

Una soffice battaglia a colpi di cuscini in piazza Castello

cusciniE’ uno spettacolo-animazione organizzato dalla Compagnia Il Melarancio. A centinaia, soffici cuscini colorati verranno calati dall’alto e incomincerà la battaglia pacifica

 

La rassegna natalizia “A Torino un Natale coi fiocchi”, prevede anche, per venerdì 18 dicembre, alle 18.15 in piazza Castello, “La battaglia dei cuscini”. E’ uno spettacolo-animazione organizzato dalla Compagnia Il Melarancio. A centinaia, soffici cuscini colorati verranno calati dall’alto e incomincerà la battaglia pacifica accompagnata da musica. Sono già più di  700  le repliche dello spettacolo, che è stato rappresentato in numerosi Festival internazionali  come in Belgio, Ungheria, Spagna, Francia, Austria e Germania.
   

Senza biglietto ferisce agenti sul tram

tram4E’ stato denunciato per aver fornito dati falsi sulla sua identità
   

Un altro episodio di violenza sui mezzi pubblici urbani. Un  uomo del Mali, di 36 anni, sorpreso  senza biglietti dai controllori del Gtt su un tram della linea 4 ha dato generalità false. Una volta  intervenuta la polizia, ha attaccato gli agenti e ne ha feriti due alla spalla. Arrestato per lesioni, resistenza e violenza a pubblico ufficiale è stato denunciato per aver fornito dati falsi sulla sua identità.

 

(Foto: il Torinese)
   

Tutor per 250 studenti alla Reggia di Venaria

Quattro aree: comunicazione, conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio nazionale

 

venariaGrazie all’alternanza scuola-lavoro, per la prima volta in Italia in una sede prestigiosa dal patrimonio culturale italiano, come la Reggia di Venaria, per due mesi, tra febbraio e aprile, 250 studenti di dodici licei dell’area metropolitana di Torino, selezionati attraverso un bando, si confronteranno con professionalità diverse. Sono quattro le aree in cui saranno seguiti da un tutor: comunicazione, conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio nazionale.

La truffa corre sul web: nel 2015 più di 800 denunce alla polizia postale di Torino

WCENTER 0WKCBJVCKD  -  ( Luciano Sciurba - carabiniericomputer (1).JPG )L’episodio più recente ha avuto per protagonisti tre pregiudicati, una donna torinese e due uomini pugliesi, che vendevano sul web Iphone, Ipad e altro materiale informatico a prezzi molto vantaggiosi: tutta merce inesistente

 

Soltanto  a Torino e provincia, nell’anno che sta volgendo al termine, sono state presentate ben 810 denunce alla polizia postale e sono state indagate 245 persone in relazione a reati riguardanti gli acquisti sul web. Spesso, se non ci si serve di siti e marchi certificati si incorre in veri e propri raggiri dai quali è difficile districarsi.

 

L’episodio più recente ha avuto per protagonisti tre pregiudicati, una donna torinese e due uomini pugliesi, che vendevano sul web Iphone, Ipad e altro materiale informatico a prezzi molto vantaggiosi: tutta merce inesistente. Sei persone sono state denunciate dai carabinieri acomputer web Cuneo e Alba per i reati di truffa e frode telematica. Gli acquirenti, acquistata la merce per un totale di 3.000 euro, non hanno mai visto i prodotti. Altri tre truffatori, pregiudicati torinesi, avevano invece ceduto in affitto case di montagna che non esistevano  e poi erano spariti dalla circolazione.

 

“Il fenomeno – dice all’Ansa Paola Capozzi, comandante del compartimento di polizia postale del capoluogo piemontese – ha registrato un sensibile incremento anche sul territorio piemontese. Importante è stato lo sforzo di contrasto realizzato da quest’ufficio”.

Le delizie del Mercato Metropolitano di Porta Susa (vecchia)

Ingredienti selezionati e  accostamenti  insoliti. Il tutto  tra bancarelle colorate e profumate, frutta, verdure, piante aromatiche

 

mercato metropolitanoL’iniziativa è del  marchio friulano Gabin che apre il Mercato Metropolitano a Torino, nella storica stazione di Porta Susa (ora rimpiazzata da quella nuova in vetro e acciaio). E’ un hub interamente dedicato alla gastronomia a 360 gradi, dalla materia prima fino al piatto cucinato. Un format che punta sulla qualità elevata e che ha già riscosso  successo a Milano durante l’Expo.

 

“Un contesto di qualità ed eccellenza – ha dichiarato al giornale ilFriuli.it uno dei soci Umberto Marangoni – con i colori e i sapori dei prodotti della terra che ti accolgono in un mercato cittadino al chiuso e all’aperto, dove i palati più curiosi possono gustare il meglio dello street food”.

 

Lo chef Andrea Gabin all’interno di questo spazio proporrà ingredienti selezionati e  accostamenti  insoliti. Il tutto  tra bancarelle colorate e profumate, frutta, verdure, piante aromatiche e chioschi che offrono tutto ciò che è buono, naturale, artigianale, locale.

Balcani, oltre i confini

Iniziativa del Consiglio regionale

 

siccardi fotoGiovedì 17 dicembre alle ore 17, nella Sala Viglione, di Palazzo Lascaris, il presidente e il vicepresidente del Consiglio regionale, Mauro Laus e Nino Boeti, inaugurano la mostra fotografica “Balcani, oltre i confini” di Paolo Siccardi, a cura del Comitato Resistenza e Costituzione.

 

La mostra “Balcani, oltre i confini”, esposta nella “Galleria Belvedere” di fronte alla Salabalcani1 Viglione, riassume – attraverso gli scatti del fotoreporter e freelance torinese noto per i suoi reportage dalle zone “calde” del pianeta  –  dieci anni di guerre, di speranze e di frontiere mutevoli nei Balcani.Un viaggio lungo linee di confini che non rappresentano solo cicatrici nella geografia dei luoghi, ma un grumo d’emozioni sopra l’anima degli abitanti.

 

L’esposizione sarà visitabile sino al 15 gennaio ad ingresso gratuito, orario, da lunedì a venerdì, dalle ore 10 alle 18.

 

balcani2Info:

Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana.

e-m@il: comitato.resistenzacostituzione@cr.piemonte.it
tel. 011/57.57.812-289 fax 011/5757-365

Bollini rosa al sant'Anna, al Maria Vittoria e al Mauriziano

In tutta Italia sono 249 gli ospedali premiati

 

maurizianoPer il biennio 2016-2017 l’ ospedale Sant’Anna della Città della Salute ha conquistato, grazie alle proprie iniziative 3 Bollini Rosa, così anche il Maria Vittoria, 2 invece l’azienda ospedaliera Ordine Mauriziano. Al Sant’Anna anche uno speciale riconoscimento per aver partecipato a ben otto iniziative su nove nel biennio 2014-2015. In tutta Italia sono 249 gli ospedali premiati: 82 con tre bollini, 127 due e 40 un. Sette strutture hanno conseguito una menzione speciale. La cerimonia di premiazione si è tenuta presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
    

Luca Beatrice: "La cultura non è solo svago e lusso, ma il nostro core-business"

beatricegran madre2“Sono convinto – e credo lo pensi anche il sindaco Fassino – che dalla fase di Torino vetrina ospitale si debba passare a quella, più intrigante, della produzione di cultura”

 

Intervista con Luca Beatrice

di Alberto Vanelli

 

1) Qual è il suo giudizio sul modello di gestione dei musei e delle istituzioni culturali torinesi, basato su fondazioni e consorzi e sulla compartecipazione degli enti locali e delle Fondazioni bancarie? Quali sono i suoi limiti e i suoi punti di forza? Può essere un modello generalizzabile ed estendibile a livello nazionale?

 

In generale, non solo a Torino ma in tutta Italia, gestire i musei d’arte contemporanea è molto faticoso perché i contenitori sono assai costosi, “cubano” quasi tutte le economie e dunque resta poco per una programmazione stimolante. In più c’è la difficoltà di fidelizzare il pubblico specialista solo per il contemporaneo: numeri piccoli, poco significativi a fronte di spese ingenti. L’impressione, talvolta, rispetto al panorama straniero, è di trovarsi di fronte a cattedrali nel deserto. Detto questo, credo non vi sia altra possibile soluzione, oltre a ipotizzare calendari più frizzanti, che mettere insieme pubblico e privato, anche se ciò finisce per creare nuclei di potere granitici e difficilmente rinnovabili. Sono convinto – e credo lo pensi anche il sindaco Fassino – che dalla fase di Torino vetrina ospitale si debba passare a quella, più intrigante, della produzione di cultura. Indispensabile per non invecchiare e per non ripetere sempre gli schemi che ben conosciamo.

 

2) Qual è la sua opinione sui risultati raggiunti in questi anni nel sistema della cultura torinese? Pensa che si potrebbe fare qualcosa di più o di diverso?

 

Torino ha un’offerta culturale imponente, talora bulimica, unica per quanto riguarda la sfera pubblica nelle città italiane. Difficile rimproverarePALAZZO MADAMA qualcosa all’amministrazione comunale e regionale in tal senso, a meno di non volere, come al solito, tirare acqua al proprio mulino. Ma qualcosa va cambiato: ci vuole più coraggio in proposte innovative, cercare di attrarre un pubblico più giovane, convincere i professionisti 30-40enni che la cultura non è solo svago, lusso, ma un vero e proprio core-business nella nostra città. Ogni giorno, al Circolo dei lettori, ci interroghiamo su quanto poter fare di diverso e il vantaggio di lavorare con donne e uomini giovani ci aiuta. Ecco, se proprio dovessi esprimere un’opinione di rottura, direi che Torino avrebbe bisogno di credere un po’ di più in un nuovo pubblico della cultura, anzi tentare di formarlo per non perdere troppi pezzi per strada. Anche a rischio di qualche pensionamento eccellente, soprattutto in strutture complesse e nelle famose macchine da evento. 

 

3) Dalla ricerca compiuta dal Torinese emerge un significativo squilibrio tra le diverse istituzioni museali, sia dal punto delle risorse assegnate, sia dal punto di vista dei risultati di pubblico e della qualità delle iniziative. Come si spiega tutto questo?

 

Chi si trova a decidere sull’assegnazione delle risorse ha a che fare con un pregresso di sprechi e inutilità. E chi pretende, spesso poi non restituisce in termini di pubblico. Intanto metterei la condizione di un’amministrazione sana, che non giochi col denaro altrui, non dissipi e non pretenda. Poi basta con gli eccessi di personalismo, in quanto un museo è sempre della comunità, non del direttore o del presidente. eppure quando sento parlare di strutture a rischio chiusura, nonostante molte non meritino di restare in piedi, mi viene sempre in mente che alcune persone potrebbero perdere il loro lavoro, perché i vertici cascano sempre in piedi, ma chi sta in retroguardia molto meno.

 

artissima 15 34) Come si spiega, secondo lei, il grande successo di manifestazioni come Artissima e Paratissima, se posto a confronto con l’apparente crisi delle collezioni torinesi di arte contemporanea, a partire da quelle della Gam e del Castello di Rivoli?

 

Innanzitutto bisogna fare un distinguo. Artissima è una fiera finalmente a livello internazionale, con professionisti riconosciuti e proposte molto interessanti. Paratissima una divertente kermesse in cui vige lo spirito del tutti dentro in nome del dilettantismo assoluto. E queste due cose non possono e non devono andare mai insieme: Paratissima non è certo una fiera alternativa e qualificata come Liste a Basilea. Penso che artissima dovrebbe intanto tutelare meglio il proprio marchio, perché il tutto mi suona un po’ da parodia (così come la campagna di comunicazione impostata sullo stesso colore rosa). Detto questo, in genere le fiere attraggono più delle mostre e dei musei perché il pubblico ha la sensazione di essere partecipe di un evento ristretto nel tempo e nello spazio, in un tempo in cui si vive la città il giorno e la notte. I musei fanno più fatica per via della programmazione lunga, dei costi di gestione, dell’estrema difficoltà di inventare programmi collaterali sfiziosi, che non possono certo essere le solite conferenze alle 18.

 

5) Qual è, a suo avviso, la chiave per il rilancio del Castello di Rivoli?

 

Molto difficile, forse impossibile. Da anni il Castello è il peggior museo d’Italia, gestito sciaguratamente, in modo familistico e con una programmazione orribile e vuota. Carolyn Christov ci proverà, è una persona competente e non simpatica, che farà alleanze con i gruppi di potere, ma certo è troppo snob per porsi il problema del pubblico. Non so, vedremo. Non sono però ottimista.

 

 

 ALCUNI LINK DELLE PUNTATE PRECEDENTI:

 

I dati dei musei torinesi

 http://www.iltorinese.it/quanti-visitatori-musei-torino-i-bilanci-in-pareggio-per-pochi-euro/

 

L’intervista con Vittorio Sgarbi

http://www.iltorinese.it/sgarbi-torino-citta-bella-ditalia-imparato-mettersi-in-luce/

 

L’intervista con Alberto Vanelli

http://www.iltorinese.it/vanelli-generazione-imprenditori-creativi-per-aumentare-pil-torino-culturale/

 

(Foto G.Belfiore)