redazione il torinese

Pensa, mangia, agisci: cucinare nelle navi di Sea Shepherd

cibo saloneSea Shepherd è un’ organizzazione internazionale che si occupa di salvaguardare il nostro pianeta da chi vuole distruggerlo. Con le sue navi solca gli oceani per difenderne la biodiversità, si scaglia contro le baleniere senza scrupoli e lo fa senza armi. Chi vive e lavora nella flotta Sea Shepherd lo fa come volontario senza percepire alcunché. La vita nelle navi è dura, si opera in condizioni meteorologiche difficili e si lavora per diverse ore, per questo alimentarsi bene è fondamentale. La cucina a bordo della flotta Sea Shepherd coniuga l’attivismo ambientale al fabbisogno energetico e lo fa in direzione vegan. Al Salone Internazionale del Libro di Torino è stato presentato il libro “Pensa Magia Agisci” che racconta oltre alla vita da attivista anche come e cosa si cucina a bordo. Edito da Edizioni Sonda e scritto dalla capocuoca della “Sam Simon” Raffaella Tolicetti, il libro è una guida e un ricettario che contiene oltre 50 ricette tutte vegetali. Presso lo spazio del Salone dedicato alla cucina, la Casa CookBook, Raffaella ha raccontato di quanto sia difficile cucinare su una nave soprattutto in momenti difficili come gli speronamenti ad opera delle baleniere. Oltre ai racconti abbiamo assistito alla preparazione di due piatti. Raffaella insieme alla chef Licia Calia hanno cucinato per noi degli spaghetti di zucchine e dei pirottini al burro di arachidi e cioccolato fondente, molto apprezzati dal pubblico.

 

Federica Monello

Sul grande schermo

film cinemaTutte le trame dei film 

 

A cura di Elio Rabbione

 

Al di là delle montagne – Drammatico. Regia di Jia Zhang-Ke, con Zhao Tao, Yi Zhang e Jing Dong. Alla fine dello scorso millennio, una ragazza cinese di Fenyang viene corteggiata allo stesso tempo da Zhang, proprietario di una stazione di servizio, e da Lianzi, umile minatore. Sceglierà il primo, se ne separerà, verrà privata di quel figlio che il padre ha voluto chiamare Dollar e che ha fatto crescere in Australia. Anche un figlio che, in un futuribile 2025, vorrà ritrovare la madre e la Cina. Ancora una drammatica denuncia verso una società sempre più pronta a inseguire il denaro e la ricchezza da parte dell’autore di “Still life”, Leone d’Oro a Venezia dieci anni fa. Durata 131 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Appena apro gli occhi – Drammatico. Regia di Leyla Bouzid, con Baya Bedhaffer e Ghalia Benali. A Tunisi, nell’estate del 2010 che precede la Rivoluzione dei Gelsomini, Farah, diciottenne, non pensa alla facoltà di medicina cui i suoi vorrebbero iscriverla ma soltanto alla sua passione per il canto. Canta nei vari locali, con una band, e le loro canzoni attraverso testi politici lasciano ben intendere quanto la gioventù tunisina mal tolleri il regime. Durata 102 minuti. (Centrale v.o.)

 

Benvenuti… ma non troppo – Commedia. Regia di Alexandra Leclère, con Josiane Balasko, Valerie Bonnéton e Didier Bourdon. E’ un inverno freddissimo a Parigi e il governo obbliga, come tutti i parigini, i proprietari di un signorile palazzo del sesto arrondissement di ospitare i senzatetto. Una portinaia che inneggia a Le Pen, la coppia di destra, quella di sinistra che finisce col rivelarsi peggio della prima… La convivenza non facile porterà tutti quanti ad essere migliori? Durata 106 minuti. (Ambrosio sala 2, F.lli Marx sala Groucho)

 AMERICA FILM

Captain America: Civil war – Azione. Regia di Anthony e Joe Russo, con Chris Evans, Robert Downey jr., Scarlett Johansson, Jeremy Renner. Gli Avengers sono costretti a considerare il peso dei danni collaterali che la lotta rivolta alla protezione del mondo intero può causare. Dopo il disastroso coinvolgimento dei civili in un’azione a Lagos, in Nigeria, un summit tenuto a Vienna deciderà che il team di eroi potrà agire soltanto dietro decisione dell’Onu. Ma qualcuno degli Avangers non è d’accordo. Durata 146 minuti. (Massaua, Greenwich sala1, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Codice 999 – Azione. Regia di John Hillcoat, con Casey Affleck, Aaron Paul e Chiwetel Ejiofor e Kate Winslet. Michael Antwood è a capo di un gruppo di poliziotti corrotti e senza scrupoli, tenuti in pugno dalla mafia russa. Il prossimo obiettivo è una rapina in banca, in pieno giorno e per il suo raggiungimento Michael crede che la soluzione sia lanciare un codice 999, ovvero quello in atto quando un poliziotto è a terra, per distrarre dal colpo l’attenzione della polizia. Tuttavia le cose potrebbero andare in maniera totalmente diversa. Durata 125 minuti. ( Uci)

 

confessioni filmLe confessioni – Drammatico. Regia di Roberto Andò, con Toni Servillo, Connie Nielsen e Pierfrancesco Favino. Un gruppo di ministri dell’Economia delle grandi potenze, sotto la guida del direttore del Fondo Monetario internazionale, è riunito in un lussuoso albergo sulle rive del Baltico. Con loro alcuni ospiti, tra cui il monaco Roberto Salus, irreprensibile e pericolosamente non malleabile. All’indomani di quello che appare come un suicidio ma che potrebbe avere tutti i connotati di un omicidio, come si comporteranno i presenti con le manovre che si sarebbero dovute votare? Dal regista pluripremiato per “Viva la libertà”, anche questa volta affiancato dalla prova eccellente di Servillo. Durata 100 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo rosso, Romano sala 1)

 

Florida – Commedia. Regia di Philippe Le Guay, con Jean Rochefort e Sandrine Kiberlain. L’ottantenne Claude rende piuttosto difficile se non impossibile la vita di chi gli sta accanto, dalla badante alla figlia Carole. I primi segnali di demenza senile sono più che presenti. Inoltre il vecchio ha un grande desiderio da soddisfare: andare a trovare la figlia minore che vive in Florida. Un’opera tra umorismo e dramma dall’autore di “Molière in bicicletta”. Durata 110 minuti. (Romano sala 2, Uci)

 

 

FILM MATTEWLa foresta dei sogni – Drammatico. Regia di Gus Van Sant, con Matthew McConaughey, Naomi Watts e Ken Watanabe. Ultimo film dell’autore di “ Will Hunting” duramente contrastato all’ultimo festival di Cannes. L’inoltrarsi di un americano lungo le pendici del monte Fuji, in Giappone, luogo ove la contemplazione e la prospettiva della morte convivono, tra realtà e magia, l’incontro dell’uomo con un imprenditore del Sol Levante, l’istinto di sopravvivenza. Durante il percorso, i vari flashback ci riportano alla vita familiare del protagonista, ai suoi rapporti con la moglie, un lutto che ci si deve lasciare poco a poco alle spalle. L’occasione per controllare di persona se il pubblico festivaliero abbia espresso un giudizio del tutto errato (qualche amico se ne era tornato a casa sostenendo che Van Sant aveva fatto un robusto racconto filosofico pieno di poesia). Durata 110 minuti. ( Reposi)

 

Il libro della giungla – Avventura. Regia di Jon Favreau. Una nuova versione del romanzo di Kipling, con le avventure del piccolo Mowgli allevato tra un branco di lupi, delle insidie della tigre Shere Khan e della pantera Bagheera, che dovrà riportare il suo protetto nel villaggio degli uomini dove è nato. Anche in versione 3D. Durata 105 minuti. (Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Lo chiamavano Jeeg Robot – Fantasy. Regia di Gabriele Mainetti, con Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli. Enzo è un ladruncolo romano che vive di espedienti. Una sera, inseguito dalla polizia, nelle acque del Tevere viene a contatto con un materiale radioattivo che gli conferisce sconosciuti ultrapoteri. Ad Alessia, appassionata di fumetti, piacerà considerarlo come un eroe dei suoi prediletti Manga nella lotta al male sempre in agguato, che questa volta ha le sembianze allucinate dello Zingaro. Opera prima. Durata 112 minuti. Premiatissimo ai David di Donatello. (Eliseo rosso)

 

Microbo e Gasolina – Commedia. Regia di Michel Gondry, con Ange Dargent e Théophile Baquet. Due amici, Daniel detto Microbo perché dimostra meno dei suoi 14 anni, osteggiato dai compagni di scuola, innamorato in silenzio di una compagna, e Théo, detto Gasolina per la sua passione per i motori. Insieme costruiranno una ingeniosa casa su quattro ruote per darsi all’avventura lungo tutta l’estate. E cresceranno. Durata 103 minuti. (Classico)

 money monster

Money Monster – Thriller. Regia di Jodie Foster, con George Clooney, Julia Robert e Jack O’Connell. Lee Gates conduce una trasmissione televisiva dove si mescolano in maniera più o meno spettacolare l’andamento della borsa, i consigli per sempre migliori investimenti, canzoncine pubblicitarie e ballerine ricoperte di paillettes. Tra il disinteresse totale di Gates nei confronti dei “suoi” risparmiatori. Fino al giorno in cui fa irruzione e si barrica con lui nello studio Kyle, un ragazzo che ha perso tutto quel che aveva. Con una pistola puntata alla testa Gates vedrà la finanza sotto occhi completamente diversi, con lui la produttrice dello show. Durata 98 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, Eliseo grande, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Nemiche per la pelle – Commedia. Regia di Luca Lucini, con Margherita Buy e Claudia Gerini. Lucia è una psicologa per animali, Fabiola è a capo di un’agenzia immobiliare. Si detestano ma si troveranno a gestire insieme un problema non indifferente e inaspettato: il figlio che Paolo, l’uomo che è stato ed è il loro punto di contatto, ormai scomparso, ha lasciato solo al mondo. Durata 92 minuti. (Lux sala 2)

 

Nonno scatenato – Commedia. Regia di Dan Mazer, con Robert De Niro e Zac Efron. La nonna, prima di morire, ha espresso un ultimo desiderio: nonno e nipote, le cui vite si sono da tempo separate, dovranno fare un viaggio insieme in Florida. Jason, rampante e solido avvocato in procinto di sposarsi, scoprirà un nonno Dick con una gran voglia di godersi la vita sino all’ultimo. Durata 102 minuti. (The space, Uci)

 FILM PERFETTI

Perfetti sconosciuti – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher. Una cena tra amici, l’appuntamento è per un’eclisse di luna, la padrona di casa decide di mettere tutti i cellulari sul tavolo e di rispondere a telefonate e sms senza che nessuno nasconda qualcosa a nessuno. Un gioco pericoloso, di inevitabili confessioni, che verrebbe a sconquassare le vite che ognuno di noi possiede, quella pubblica, quella privata e, soprattutto, quella segreta. Alla fine della serata, torneranno ancora i conti come quando ci siamo messi a tavola? Durata 97 minuti. (Eliseo blu, Greenwich sala 2)

 pericle

Pericle il nero – Drammatico. Regia di Stefano Mordini, con Riccardo Scamarcio, Gigio Morra e Maria Luisa Santella. Tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino, spostata l’azione da Napoli e Pescara al Belgio e al nord della Francia, è la storia di Pericle Scalzone, che lavora per don Luigi, boss della camorra, “fa il culo” alla gente, letteralmente, umiliandoli, a quanti sgarrano. Ma un giorno compie un errore che si può rivelare irreparabile ed è costretto a fuggire. In un altro posto, tra altra gente, conoscendo una nuova donna, forse la sua vita potrà cambiare. A Cannes nella rassegna “Un certain regard”, producono Scamarcio, Golino e i fratelli Dardenne. Durata 105 minuti. (Massimo 1)

 

Il ragazzo della Giudecca – Drammatico. Regia di Alfonso Bergamo, con Carmelo Zappulla, Giancarlo Giannini e Franco Nero. All’inizio degli anni 90, Zappulla, giovane cantante napoletano, fu accusato da un pentito di essere il mandante di un omicidio. Seguirono processi e detenzione, speranza e disperazione, in un alternarsi continuo di rassegnazione di fronte ad un’ingiustizia e di lotta sino in fondo per affermare la propria innocenza. Durata 95 minuti. (Uci)

 

Il regno di Wuba – Fantastico. Regia di Raman Hui. La Regina dei Mostri vuole preservare dalla caccia degli Uomini il piccolo Wuba, sarà Song Tianyin, sciocco di buon cuore, a rendere vana ogni minaccia. Dal regista di “Shrek”. Durata 111 minuti. (Massaua, Lux sala 3, The Space, Uci)

 

Robinson Crusoe – Animazione. Regia di Vincent Kesteloot e Ben Stassen. Un gruppo di animali, amici per la pelle, vive in una splendida isoletta ai Tropici. Soltanto il pappagallo Mac sogna di andarsene un giorno. Un giorno troveranno sulla spiaggia, restituito dal mare dopo una tempesta, Robinson Crusoe con il suo cane Aynsley. Durata 90 minuti. (Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Sole alto – Drammatico. Regia di Dalibor Matanic, con Tihana Lazovic e Goran Markovic. Un villaggio serbo ed un villaggio croato, tre estati disseminate a distanza di dieci anni, dal 1991 ai giorni nostri, personaggi maschili e femminili che il destino ha inesorabilmente divisi. Durata 123 minuti. (Nazionale 2)

 sposa bambina

La sposa bambina – Drammatico. Regia di Khadija Al-Salami, con Reham Mohammed. Nello Yemen di oggi, un padre quando la figlia arriva al decimo anno di età la dà in moglie ad un uomo vecchio più di lei di vent’anni. Violenze, soprusi, botte se Nojoud si rifiuta di servire la vecchia suocera: ma la bambina troverà il coraggio di fuggire dal suo villaggio e di recarsi a Sana’a. Nell’aula del tribunale chiederà il divorzio. Durata 99 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 FILM NUOVO

Lo Stato contro Fritz Bauer – Drammatico. Regia di Lars Kraume, con Burghart Klaussner. Nella Germania del 1957, il procuratore generale Bauer viene a conoscenza che il criminale nazista Adolf Eichman si nasconde a Buenos Aires. Sin dal suo ritorno in patria si spende per portare in tribunale i responsabili di morti e massacri: ma non ha fiducia in uno Stato che vuole a tutti i costi cancellare il proprio passato. Preferirà rivolgersi al Mossad israeliano. Durata 105 minuti. (Romano sala 3)

 

Stonewall – Drammatico. Regia di Roland Emmerich, con Jeremy Irvine e Jonathan Rhys-Meyers. Attraverso la storia di Danny, che deve fuggire a New York quando il padre scopre la sua omosessualità, sono raccontati gli scontri dei ragazzi gay colpiti da una polizia corrotta e la lotta per rivendicare i propri diritti, nata all’interno del Stonewall nel 1969. Durata 129 minuti. (Greenwich sala 3)

 

bambinoThe boy – Horror. Regia di William Brent Bell, con Lauren Cohan e Rupert Evans. Greta, nel desiderio di lasciarsi alle spalle un periodo di vita travagliato, si rifugia in un villaggio inglese dove è assunta da una coppia in una villa vittoriana, come baby sitter del loro figlio di otto anni. Non un figlio, comprenderà ben presto la ragazza, ma una bambola a grandezza naturale. Una serie di eventi inspiegabili e terrificanti succedono, la mettono in serio pericolo e ostacolano la relazione che lei ha avviato con un giovane del villaggio. Durata 97 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

FILM MODAThe Dressmaker – Il diavolo è tornato – Commedia. Regia di Jocelyn Moorhouse, con Kate Winslet, Judy Davis e Liam Hamsworth. All’inizio degli anni Cinquanta, divenuta una affermata stilista, Tilly torna da Parigi nel piccolo paese natio di Dungatar, nel cuore dell’Australia, da cui era stata cacciata anni prima. Con una ventata di modernità, costruendo abiti per le donne acide e immalinconite di Dungatar, Tilly avrà modo di far luce sul suo lontano passato. Grande successo all’ultimo TFF. Eccellente prova della Winslet al centro di un film che pur facendosi giudicare (pressoché) positivamente non riesce mai a definire le proprie scelte (commedia, divertimento surreale, percorso drammatico, un faticoso altalenarsi?) in maniera definitiva. Durata 118 minuti. (Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Tini – La nuova vita di Violetta – Commedia. Regia di Juan Pablo Buscarini, con Martina Stoessel e Jorge Blanco. Tra vita personale e carriera non è un momento facile per Violetta, per ritrovare il proprio equilibrio ci vuole una vacanza in un’isola italiana. Nuovi amici e atmosfere stimolanti rimetteranno a posto ogni cosa. Durata 98 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Il traditore tipo – Thriller. Regia di Susanna White, con Ewan McGregor e Stellan Skarsgård. Tratto dal romanzo di John Le Carré, l’incontro e l’amicizia, durante una vacanza a Marrakech, di una coppia inglese con Dima, un uomo d’affari russo, un mafioso che ricicla denaro sporco. Perry decide di aiutare Dima, verrà coinvolto sempre più pericolosamente nella lotta che l’uomo ha ingaggiato con un nuovo e potente boss della mafia russa. Durata 107 minuti. (Lux sala 3, Massaua, The Space, Uci)

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Truman – Un vero amico è per sempre – Commedia. Regia di Cesc Gay, con Ricardo Garin e Javier Càmara. Tomas lascia il Canada dove vive da anni per andare a trovare a Madrid il suo vecchio amico Julian, attore argentino trapiantato nella capitale spagnola. A Julian non resta molto da vivere e uno dei suoi crucci maggiori è la sistemazione del suo cane Truman, per lui quasi un figlio. Il film, un successone in patria, si è aggiudicato ben cinque premi Goya, gli Oscar spagnoli. Durata 108 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx Sala Chico)

 

Un’estate in Provenza – Regia di Rose Bosch, con Jean Reno e Anna Galiena. Lea, Adrien e il fratellino Théo lasciano Parigi per la Provenza, per due mesi vivranno con la nonna Iréne. E con il nonno Paul, che essi non hanno mai conosciuto a causa di vecchie incomprensioni familiari. Sarà un’estate diversissima da tutte le altre, in una casa lontana da tutto, senza la luce elettrica, con una cucina tutta speciale: le sorprese per i ragazzi saranno garantite. Durata 105 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Un poliziotto ancora in prova – Azione. Regia di Tim Story, con Ice Cube e Ken Jeong. Ben sta per diventare il cognato di James ma prima del matrimonio bisogna affrontare una missione che li porterà a Miami, per seguire una pista legata ad un traffico di droga. Durata 102 minuti. (The Space, Uci)

 

Un ultimo tango – Biografico. Regia di German Kral. La lunga storia d’amore e di separazioni dei due più famosi ballerini di tango argentini, Marìa Nieves Rego e Juan Carlos Copes, raccontata dai protagonisti ad un gruppo di coreografi nella Buenos Aires di oggi. Durata 85 minuti. (F.lli Marx sala Groucho)

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Zeta – Drammatico. Regia di Cosimo Alemà, con Salvatore Esposito e Jacopo Olmo Antinori. Nella periferia romana, Alex coltiva la propria passione, la musica, con l’aiuto dell’amico Marco, amico, produttore e agente. Il successo arriverà, nel panorama musicale troverà spazio il giovane rapper Zeta. Durata 100 minuti. (Uci)

 

Zona d’ombra – Una scomoda verità – Regia di Peter Landesman, con Will Smith e Alec Baldwin. Nel settembre del 2002, Bennet Omalu, medico nigeriano trapiantato a Pittsburgh, si trova a indagare sulla scomparsa di un campione del football americano, divenendo sempre più convinto che i dolori lancinanti alla testa fossero legati alla sua professione. Del tutto osteggiato, dovrà vedersela con i colleghi e con gli alti ranghi della medicina, tutti cercheranno di mettere in ridicolo le sue convinzioni. Durata 123 minuti. (The Space, Uci)

 

 

 

E' piemontese la persona più anziana del mondo: ha 116 anni

emma moranoEra una donna la persona più anziana del mondo, un’ afroamericana di New York, che è morta negli Stati Uniti a 116 anni. Così il primato di longevità tocca ora  a  Emma Morano, piemontese, che  di anni ne ha sempre 116, decana d’Italia e d’Europa. la nonnina vive a Pallanza (Verbania), nacque a Civiasco (Vercelli) il 29 novembre 1899, ed è ora l’unica persona al mondo a essere nata prima del primo gennaio 1900. Ottenne il “titolo” di decana d’Italia ed Europa il 2 aprile 2013. Il 14 agosto 2015 è divenuta la persona più longeva d’Italia di tutti i tempi, superando il precedente primato di Dina Manfredini (1897-2012).

Alternanza Scuola Lavoro in cicloturismo al "Bosso Monti"

cicloturismoL’ Istituto Bosso Monti ha avviato un percorso di Alternanza Scuola Lavoro in cicloturismo, una realtà ormai consolidata in altri Paesi ma che fatica ad affermarsi in Italia dove si è quasi agli albori, anche se negli ultimi anni si sono visti notevoli miglioramenti. Recentemente infatti il Governo ha deliberato lo stanziamento del finanziamento per la realizzazione della ciclabile VENTO (Venezia-Torino), considerato che In Germania esistono 7 milioni di cicloturisti che generano un fatturato di 9 miliardi di euro. Nello specifico, siamo di fronte ad un percorso professionalizzante di formazione -lavoro svolto in collaborazione con una nota società già operante nel settore (Anemos dei fratelli Alberto e Paolo Pia). La fondazione San Paolo ha consentito inoltre la partecipazione al bando Erasmus+KA1, in virtù della vittoria del concorso Building Up 2015-2016. Le classi dell’Istituto Bosso Monti (indirizzo turistico), coordinate dal prof. Francesco Ventura, svolgeranno lezioni di pratica in bici con percorsi atti a conseguire dimestichezza nella guida del mezzo, attività in aula per lo studio e la creazione di percorsi ciclabili di carattere artistico e culturale suggeriti dalla prof. Francesca Referza, nonché approfondimenti inerenti alla meccanica e alla manutenzione della bicicletta. Il 30 Maggio, il 1-6-8 Giugno 2016 sono previste uscite in cui studenti, insegnanti e formatori, svolgeranno performance sulle piste delle colline Torinesi. Le classi seguiranno un percorso sulla pista ciclabile lungo il Po. Si delineano all’orizzonte stage di cicloturismo che vedranno gli studenti perfezionare le lingue inglese e spagnolo, secondo il metodo CLIL (Content Language Integrated Learning), approfondendo tutto ciò che riguarda il mondo della bici.

 

Giuseppe Ventura

Anche in Italia esplode il gioco del “paddle”

Una nuova disciplina sportiva nata in Messico nel 1968, a metà tra il tennis e lo squash

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Il paddle è fin dai primi colpi un gioco-divertimento perché è molto facile da imparare. Possono bastare due o tre lezioni per incominciare a giocare a livello amatoriale. E se ci si appassiona, è veloce compiere i primi passi e iniziare a confrontarsi nel circuito dei tornei italiani e magari anche internazionali. Si gioca in quattro persone (come il più conosciuto “doppio” di tennis) in un campo lungo 20 metri e largo 10 e racchiuso da quattro pareti quasi sempre in vetro e da due mezze pareti laterali in rete metallica. Le regole sono prevalentemente quelle del tennis e dello squash, per quanto riguarda l’uso delle pareti; si gioca con racchette più corte e leggermente più pesanti, ma molto maneggevoli. Le palline sono pressoché quelle del tennis. Il campo è diviso da una rete che suddivide il campo in due parti uguali.

Il paddle, inoltre, dal punto di vista economico è meno impegnativo dello squash o del tennis: realizzare un campo da gioco prevede un investimento iniziale, ma è garantita una resa prolungata per anni prima di dover intervenire per la manutenzione. Il paddle si può giocare all’aperto in ameni scenari naturali oppure indoor. In entrambi i casi chi gioca si diverte facendo neanche troppa fatica.

Ma quando e dove è nato il paddle e come è arrivato in Italia e perché solo negli ultimi anni?

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Formalmente il primo campo da paddle è nato nel 1968 in Messico, quando un noto cittadino della buona società decise di sfruttare lo spazio disponibile nella sua residenza per costruire un campo che consentisse di giocare a tennis.

Lo spazio a disposizione era tuttavia più piccolo di quello necessario per costruire un campo da tennis regolamentare ed era per di più limitato da strutture in muratura. Al fine di riuscire ad utilizzare lo spazio, venne creata un’area di gioco limitata rispetto alle dimensioni di un campo da tennis, completamente circondata da un’opportuna combinazione di pareti in cemento e rete metallica, che aveva il compito di impedire alla palla di uscire dal campo. In questo modo si era creato un campo da gioco in cui la palla era sempre in movimento, garantendo intensità e divertimento.

Dal primo “campetto” improvvisato in Messico, il paddle si è diffuso in Spagna e, durante gli anni ’80, è divenuto un vero e proprio sport espandendosi anche in altri paesi come Argentina, Francia, Stati Uniti e Brasile. Pur avendo avuto origine in Messico, è tuttavia in Spagna che il paddle si è sviluppato in maniera capillare. Ciò avvenne grazie all’iniziativa personale del principe Hohanlohe che, affascinato dalla realizzazione del suo amico messicano, fece costruire il primo campo da paddle per gli ospiti del suo sofisticato albergo di Marbella per consentire loro di giocare e di conoscere questo nuovo gioco.

Contemporaneamente ad iniziative come queste, il paddle prese piede anche negli Stati Uniti, quando alcuni turisti americani decisero di esportare tale disciplina nel loro paese ove costruirono diversi campi da gioco.

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Ad oggi i migliori giocatori sono gli spagnoli, gli argentini ed i brasiliani ed in questi paesi si annoverano già milioni di appassionati.

In Italia la Federazione Italiana Gioco Paddle (FIGP) è nata nel febbraio del 1991, grazie al contributo di alcuni amatori che volevano promuovere questo sport nel nostro paese.

A promuovere la nascita della Federazione furono alcune associazioni sportive di Bologna e dintorni e fin dall’inizio la scelta fu quella di adottare gli stessi regolamenti del CONI.

Nel maggio del 1991, il paddle venne formalmente presentato in Italia con un’esibizione presso la Fiera di Bologna fra le rappresentative di Spagna, Argentina ed Italia. “Il debutto in società” riuscì magnificamente e lo sviluppo avvenne velocemente tanto che nell’estate del 1991 si svolsero i primi due tornei ufficiali ai fini della classifica nazionale.

Nel 1994, l’Italia partecipò alla fase finale del Mondiale di paddle in Argentina ottenendo il nono posto. A livello europeo continuava a comandare la Spagna, ma l’Italia conquistò il secondo posto; nel 1996 iniziava la Coppa delle Nazioni, formula a cinque incontri tipo Davis Cup del Tennis, dove l’Italia venne inserita nel Gruppo B assieme alla Francia, agli Stati Uniti, al Messico e al Canada.

Nel 1999, presso il Waterloo Tennis in Belgio, si giocò il 3° Campionato Europeo di paddle. La squadra maschile raggiunse il terzo posto, dietro a Spagna e Francia, mentre quella femminile si qualificò quarta, dietro a Spagna, Francia e Belgio.

Nel 2001 la Nazionale italiana ottenne il miglior risultato finora raggiunto, diventando vice campione d’Europa a Sabadell in Spagna, battendo Austria, Belgio e Francia. Nel 2002 la Nazionale maschile conquistò il sesto posto assoluto nel Campionato Mondiale a squadre, disputato a Città del Messico. Nel 2003, ad Aix-en-Provence in Francia, le Nazionali maschili e femminili ottennero il terzo posto nel Campionato Europeo a squadre, mentre in Argentina al Campionato Mondiale, nel 2004, le nostre squadre confermarono le posizioni di seconda fascia (ottavo posto per la nazionale maschile e settimo per quella femminile).

Ed ancora nel 2006, quando il Mondiale di paddle si giocò a Murcia, in Spagna, l’Italia femminile si qualificò al sesto posto e l’Italia maschile ancora al nono; nel 2007, al Campionato Europeo a Siviglia, l’Italia si qualificò al terzo posto, mentre nel 2008, al Campionato Mondiale che si giocò a Calgary, in Canada, l’Italia maschile mantenne il nono posto.

L’aprile del 2008 costituisce una data fondamentale per lo sviluppo del paddle in Italia. Finalmente è stato ottenuto il riconoscimento dal CONI, attraverso l’inserimento del Settore paddle nell’ambito della Federazione Italiana Tennis (FIT).

Nonostante le tante attività e gli sforzi fatti dal 1991 ad oggi, il paddle in Italia è ancora all’inizio rispetto a paesi come Spagna, Argentina e Brasile. Ma le recenti azioni promosse dalla FIT in questi due ultimi anni hanno incominciato a dare i primi risultati: i campi da gioco sono quintuplicati e nati in molte regioni italiane ove il paddle era completamente sconosciuto, come la Sicilia o il Piemonte; il numero di giocatori e di tornei agonistici della FIT sono aumentati e organizzati strutturalmente come i tornei di tennis; e dal punto di vista della formazione, l’Istituto Superiore di Formazione “Lombardi” della FIT ha attivato i primi corsi da Istruttore di I° e II° grado di paddle.Ma forse il miglior risultato raggiunto è stata la grandissima partecipazione avvenuta quest’anno al Campionato nazionale di serie B con ben 55 squadre. Solo continuando su questa strada, risolvendo alcune sovrapposizioni tra le competizioni di tennis e quelle di paddle e dando incentivi -anche economici- per lo sviluppo e la promozione del paddle, anche in Italia potremo raggiungere i risultati agonistici già raggiunti in altri paesi. Le qualità tecniche non mancano, occorre solo aumentare il numero di competizioni e di giocatori.

Manuela Savini

 

Ikea a Torino sostiene il futuro

IKEA Italia ha presentato oggi presso il punto vendita di Torino Collegno il 10° Report di Sostenibilità, che celebra l’impegno dell’Azienda nell’ambito della responsabilità ambientale, sociale e delle risorse umane. Focus dell’incontro sono stati i risultati raggiunti dal negozio di Collegno (Torino), raccontati attraverso le voci dei suoi protagonisti e i progetti realizzati per il territorio

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La sostenibilità è diventata un tema sentito e centrale sia per le strategie di crescita delle Aziende sia nella vita quotidiana delle persone. Lo testimonia una recente indagine condotta dall’Istituto Eumetra Monterosa in collaborazione con LifeGate che fotografa la consapevolezza e l’interesse degli italiani su questi temi, soprattutto dopo EXPO Milano 2015. Dalla ricerca emerge come i 2/3 degli italiani ritengano il tema della sostenibilità come prioritario rispetto a quello della crisi economica. Inoltre, gli italiani si rivelano virtuosi nelle abitudini di ogni giorno: l’86% degli intervistati dichiara di fare sempre la raccolta differenziata, il 61% utilizza lampadine a LED nella propria abitazione e il 47% predilige prodotti provenienti dall’agricoltura biologica.

Come dimostrato dal Report di Sostenibilità, giunto ormai alla sua 10° edizione, IKEA Italia da anni ha sviluppato strategie di sviluppo sostenibile, con l’obiettivo di ridurre il più possibile l’impatto derivante dai processi produttivi e dare vita ad un circolo virtuoso e duraturo, in grado di generare anche valore economico.

 
IKEA TORINO PER LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE

Energia  Nello store Torino Collegno, in cui sono stati istallati impianti di produzione fotovoltaica per un totale di 8.200 pannelli, la percentuale di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili ha raggiunto nel 2015 quota 98%, con un indice di Efficienza Energetica pari a 123 kWh/m2. Inoltre, il consumo di acqua è stato ridotto a 1 litro per visitatore (erano 2 litri nel 2014).

Rifiuti: riuso e riciclo – Nel 2015 il punto vendita di IKEA Torino ha raggiunto quota 80% di raccolta differenziata (dal 78% nel 2014). Attraverso l’azione del Reparto Recovery dello Store, il rapporto tra rifiuto evitato e merce riparata si attesta invece su una percentuale del 57,2%.

Legno e cotone, le materie prime fondamentali per IKEA Italia – Nel 2015 oltre il 50% del legno utilizzato proviene da foreste certificate FSC (Forest Stewardship Council, lo standard internazionale che garantisce la corretta gestione forestale). Nello scorso anno è stata raggiunta quota 100% di cotone proveniente da fonti più sostenibili: un risultato reso possibile dalla partnership con WWF e l’adesione alla BCI (Better Cotton Initiative).

Mobilità – Per incentivare una mobilità a impatto ridotto, il negozio IKEA Torino mette a disposizione di clienti e dipendenti colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, che nel 2015 hanno registrato 190 ricariche. Inoltre, tutti i dipendenti possono usufruire del Bonus Mobilità, con sconti per l’utilizzo dei mezzi pubblici e incentivi per l’acquisto di veicoli sostenibili.

Food – Nei negozi IKEA Italia, e quindi anche a Collegno, il 25% del cibo acquistato è costituito daprodotti biologici certificati ICEA (Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale), il più importante ente italiano di certificazione biologica. 

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IKEA TORINO PER IL SOCIALE

Nel corso del 2015 IKEA Torino ha sostenuto numerose iniziative di solidarietà, dando il proprio contributo sia attraverso campagne di raccolta fondi sia mettendo a disposizione il proprio know how e i propri prodotti.

IKEA Torino ha sviluppato progetti autonomi legati al sostegno di realtà locali, fortemente legate al territorio. Una particolare attenzione è stata dedicata dallo store a progetti legati alla tutela dei minori, tramite importanti collaborazioni con Save the Children e l’Associazione ETA BETA, le cui attività mirano al reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di ragazzi con precedenti penali. Alle protezione di donne vittima di violenza è invece dedicata la partnership con l’Associazione Donne e Futuro, a cui sono stati devoluti i ricavi della raccolta fondi proveniente dalla vendita della collezione HEMTRAKT, i cui prodotti sono stati realizzati da artigiane indiane grazie al supporto di IKEA.

Il negozio torinese ha inoltre avviato, in collaborazione con il Comune di Collegno, il progetto Learn&Earn rivolto all’inserimento di giovani provenienti da famiglie in difficoltà nel mondo del lavoro.

Il punto vendita ha, inoltre, aderito ad alcuni importanti progetti sostenuti dall’Azienda a livello nazionale: “Illuminiamo il futuro” di Save the Children a favore dei bambini italiani in condizione di povertà, “Compostiamoci bene” donando al WWF 2€ per ogni albero di Natale restituito, “Milioni di Passi” in collaborazione con Medici senza Frontiere in sostegno ai rifugiati e infine le donazioni al F.A.I. tramite la vendita delle candeline Glimma.

RISORSE UMANE: VERA E PROPRIA RISORSA DELL’AZIENDA

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Sono 368 i collaboratori diretti del punto vendita, con una presenza femminile pari al 60% (le donne che ricoprono ruoli manageriali sono il 48%). Il 95% dei dipendenti è assunto a tempo indeterminato. Nel 2015 il negozio IKEA di Torino Collegno ha continuato ad investire sulla qualità delle competenze con 3.562 ore di formazione e nella crescita interna (7 avanzamenti di carriera).

 

QUALCHE NUMERO

 

Nel 2015, sono stati 2.999.074 i visitatori di IKEA Torino, mentre sono 38.334 i soci di IKEA Family e 5.581 quelli di IKEA Business.

 

CICLABILE PIAZZA BERNINI –PIAZZA STATUTO: LA PAURA CORRE SULLA PISTA

ciclabile biciTorino e la sua amministrazione si vantano di avere una rete ciclabile invidiata in tutta Italia. Oltre 100 km di piste si snodano nella nostra città rendendola una delle più attrezzate dell’’ intero scenario nazionale

Ma questa medaglia appuntata al petto di una amministrazione, che mai si dimentica di ricordarci quanto dovrebbero essere felici i ciclisti torinesi, è d’’oro, d’’argento o di legno? Partiamo da questa premessa che più che altro è un dato di fatto: è vero, le piste ci sono! Ma è anche vero che chi le ha progettate o non è mai andato in bici in vita sua oppure, se ci è andato, era nel momento della pianificazione della rete sotto l’’effetto di qualche sostanza psicotropa o alcolica. Da cosa si può dire che una pista ciclabile sia ben fatta? Direi dalla sua sicurezza e manutenzione, innanzitutto, poi dalla sua ubicazione rispetto alla strada, infine dalla speranza in una partenza e in un arrivo senza sorprese, il che vuol dire, per esempio, che la pista non si interrompa in un punto morto senza preavviso.

Ecco, se cercate una pista che non rispetta nessuno di questi tre parametri potete percorrere il tratto che va da Piazza Bernini a Piazza Statuto. E sì che potenzialmente era quella che avrebbe potuto dare maggiori soddisfazioni ai ciclisti, visto che è stata costruita ex novo durante la risistemazione di corso Francia alla vigilia delle Olimpiadi 2006, ma, quando si affida la progettazione a qualcuno la cui unica esperienza di biciclette è quella con le rotelle alla età di tre anni, non si può chiedere di più.

Ma veniamo a noi. La pista inizia in Piazza Bernini in direzione Piazza Statuto e subito notiamo l’’obbrobrio: pista ciclabile incastrata tra il marciapiede, molto largo, e il controviale, molto stretto. La cosa potrebbe ancora essere accettabile se: 1) il marciapiede fosse un marciapiede e non una autostrada 2) la pista ciclabile non fosse metà del marciapiede 3) se la pista ciclabile fosse separata dal controviale da dei “funghi” o da un rialzo 4) se il controviale non avesse le stesse dimensioni del marciapiede e non fosse delimitato a sinistra dal parcheggio a lisca di pesce nel viale alberato.

Qual è l’’effetto combinato di questa schifezza? Basta che una sola automobile sosti non negli spazi adibiti, ma lungo il viale alberato, che si scatena un effetto domino di una pericolosità infinita; la pista ciclabile, non separata dal controviale, viene invasa dalle automobili mentre i ciclisti, per non venire investiti, devono spostarsi sul marciapiede rischiando di stamparsi contro i pedoni. Ma non basta! Se un automobilista dal controviale gira a destra in una delle vie traverse rischia di tagliare la strada al povero ciclista, che immancabilmente diventerà cosa sola con la portiera del veicolo. La mancanza di divisori tra la strada e la pista trasforma poi la pista stessa in un parcheggio di riserva per gli automobilisti più cafoni e indisciplinati; per avere una testimonianza diretta basta passare di sera all’’inizio della pista in piazza statuto direzione piazza Bernini, in prossimità del bar. Non di rado troverete parcheggiate macchine della Polizia e dei Carabinieri più intenti a prendersi il caffè che a dare multe.

Ammettendo che durante il km di pista tra le due piazze non vi sia capitato nulla, partendo da Piazza Statuto arriverete in piazza Bernini di fronte al benzinaio e magicamente vi ritroverete nel nulla ciclabile cosmico: non solo la pista si interrompera’, ma non capirete neppure se siete in contromano o nel senso di marcia corretto. Scrive Mauro Perrini: ”Il paradiso in terra non esiste, ma chi va in bicicletta ci arriverà comunque”. Io mi accontento di molto meno, mi accontento di arrivare a casa!

 

Paolo Zuliani

Picchiava la moglie davanti alla bambina, arrestato

donne violenza 2Le faceva subire aggressioni fisiche di continuo, anche durante la gravidanza. La drammatica situazione durava ormai da mesi ,  quando la donna si è decisa e ha chiamato i Carabinieri. Il marito violento è un operaio romeno di 34 anni, ed è stato arrestato. Le percosse avvenivano  anche davanti alla figlia piccola, nel quartiere Santa Rita. L’arresto è scattato con l’accusa di maltrattamenti. La moglie percossa ha raccontato che le violenze duravano da sei mesi.

Appunti sulla campagna elettorale

manifesti elezioniSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Tutti i commenti si sono concentrati sulla quantità di candidati a Sindaco e sui 9000 candidati. Aggiungo un altro elemento : più di 21000 hanno firmato per presentare le liste, un bel numero per la politica di questa città.  I partiti sono oramai dei comitati elettorali con tosettopochissimi iscritti ed il numero ha un valore positivo? Purtroppo no, visto che la maggioranza delle liste sono state concepite come liste di disturbo diretto ed indiretto, e la maggioranza delle firme sono state raccolte sulla base di rapporti d’amicizia e di conoscenza che, diciamola così, non sono una solida base politica. Qui la partecipazione democratica, purtroppo, non c’entra nulla. Sondaggi. Diversi e mutevoli settimanalmente. Alcuni si sono affrettati nel considerarli non attendibili. Numeri molto ballerini. Eppure hanno alcuni elementi comuni che come tali ( essendo comuni ) mi paiono credibili. Il primo, che la partita politica è aperta tra Fassino, Airaudo ed Appendino. Secondo: che al primo turno si contenderanno l’ottanta per cento dei consensi, lasciando il rimanente agli altri destinati ad essere marginali nel risultato e nel gioco politico. Terzo: dopo due elezioni “bulgare” si ritornerebbe nella nostra città al ballottaggio. Ipotizzo “vasi comunicanti” tra i diversi schieramenti per gestire il dopo. Sicuramente il dopo dipenderà dalle alchimie dei voti e delle percentuali, l’assetto politico delle possibili giunte. Altra considerazione. Personalizzazione al massimo, con una identificazione tra ciò che viene proposto ed il candidato a Sindaco. Fassino continuità e rinnovamento ; radicale rottura con il passato proposta da Airaudo ed Appendino. Con ( grazie anche alle divisioni) un centrodestra in stato confusionale. Come si svolge il contatto con gli elettori? Sempre nell’assoluto e diretto incontro con i Candidati, ripreso e riproposto via web. E i 9000 candidati? Personalmente ho solo visto i soliti noti, deduco che anche la maggioranza di chi ha accettato con propria firma ha fatto un piacere a qualcuno. Sicuramente la situazione è in movimento, ma mi sembra che la strada sia tracciata.

Lettura breve elogio, storia di un'opera

elogio veronesiDa un libro di Mario De Maglie nasce un dipinto di introspezione e sospensione di Stefano Veronesi
 
 

Dalla collaborazione tra l’artista Stefano Veronesi e lo scrittore Mario De Maglie è nata un’opera densa di significati metaforico dal titolo ” Lettura breve elogio. Storia di un’opera”. Dal dipinto di Stefano Veronesi emerge, quasi fuoriesce, il libro di De Maglie, il cui cuore contiene un elogio della lettura. L’artista non ha dipinto con il pennello ma con la “penna piuma”, una penna d’oro che, al termine della realizzazione dell’opera, è entrata a far parte dell’opera stessa, secondo un ben noto principio araldico della mise en abyme.

Secondo Mario De Maglie, psicoterapeuta attivo presso il Centro CAM (Centro di aiuto agli uomini maltrattanti) di Firenze, e autore di numerosi articoli di cultura e relazioni umane per il Fatto Quotidiano, esiste uno spazio compreso tra le mani e gli occhi, il luogo in cui avviene la lettura. Si tratta di uno spazio reale ma dai confini astratti, che vengono dati e non dati al tempo stesso, un luogo la cui immobilità è scossa da movimenti impercettibili dell’animo che si accosta alla lettura. In questo luogo dal semplice inchiostro su carta carta vengono partoriti pensieri e emozioni, poi accolti in quella relazione unica e profonda che si instaura tra lettore e libro. Il coinvolgimento del primo implica energia, azione e passione, che sono caratteristiche capaci di rendere questo spazio magico e che trovano nell’opera di Stefano Veronesi la loro traduzione perfetta nel mondo della sospensione e dell’introspezione.

 

Mara Martellotta