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Fiat, cosa è cambiato da Valletta a "Mirafiori lunapark"

mirafiori filmSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Vittorio Valletta amava dire e ripetere “ciò che è bene per Fiat e bene per il Paesetosetto e Torino”. Tutto sommato non aveva tutti i torti, anche se questa identificazione non è sempre stata positiva per la nostra città. Sicuramente le sorti hanno inciso sui nostri destini. La notizia è nota. A Mirafiori ritornano gli operai dalla cassa integrazione  (se ho capito bene). Ed ecco che la propaganda si fa largo confondendo la notizia con la polemica. Il “sole e caldo” della campagna elettorale ha fatto il resto. Leggo una certa pretestuosità in tutte le posizioni per il semplice fatto che ognuna ha una parte di verità. Dalla cassa integrazione alla produzione vuol dire che non sono stati creati nuovi posti di lavoro, ma il ritorno della produzione può voler dire la creazione di nuovi posti di lavoro. Ciò che è accaduto a Mirafiori è indispensabile, sicuramente non sufficiente. Beppe Berta sociologo torinese, amico e consigliere di alcuni sindaci scrive oggi sul Sole 24 ore un articolo dal titolo:  Cultura e turismo a Torino. Il professore insegna a Milano ma si è formato alla Fondazione Agnelli. Torino è radicalmente cambiata, ma non basta. Ha retto la deindustrializzazione , continua ad avere milioni di metri cubi da riattare, ma anche qui se questi due mondi cominciassero a collaborare? Quando Vittorio Valletta era Presidente della Fiat il conflitto era motore di sviluppo, lo sciopero come affermazione dei diritti dei lavoratori. Ora no, l’unica possibilità è la collaborazione. Collaborazione tra la città e Fiat, la Fiat cultura e turismo, tra gli operatori del settore, tra i sindacati e le organizzazioni confindustriali, con un unico e grande obiettivo: Torino. Collaborare e non polemizzare. Pensiamo, crediamo, speriamo che siano solo i “fumi della campagna elettorale”. Ultima considerazione: mi rendo conto che è più facile dirlo che realizzarlo, ma non vedo altra strada da percorrere.

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Il 27  Agosto 2015 usciva nelle sale cinematografiche Mirafiori Lunapark . Nella scheda di presentazione,  genere : drammatico, Azzeccatissimo. Una certo successo di pubblico solo nella nostra città. Argomento ostico, “duro da masticare e digerire”. Tre operai in pensione che ritrovano un effimero domani nel progettare e realizzare un luna park dopo aver “occupato” lo stabilimento in disuso dove avevano lavorato. Alle prese con problemi di famiglia nel quartiere di Mirafiori dove hanno vissuto. Proprio così, di quelli vecchi in bianco e nero, di quelli vecchi che ti fanno stare male. Un film che ti fa ricordare e scrivendo dimostriamo quello che vorremmo essere,  un tragico epilogo di struggente tristezza,  un tempo che non può ritornare. Un piccolo ricordo. Dicembre del 1980 in una bocciofila di porta Palazzo “attaccato” al ponte sulla Dora che ora porta il nome di Domenico Carpanini. Serata tra amici dopo i 35 giorni alla Fiat ( 23000 incassa  integrazione), tra un bicchiere di vino e “come continuare a fare la rivoluzione”, si avvicina uno dei 23000, in pianta stabile dalle 8 del mattino: non so che cosa fare, vivo da solo, non ho moglie e figli, da quando non lavoro più non so che cosa fare. Arrogantemente giovane gli chiedo: non dovresti essere contento? ti pagano per non lavorare. Ho ancora nella memoria il luccicare dei suoi occhi: in fabbrica ero un qualcuno, delegato gli operai se avevano un problema venivano da me. Loro mi davano dignità, ora sono un signor nessuno. Ho capito e non ho replicato. Anni passati, anni che non ritornano più. In quel tempo il sindacato non capì. Si chiudeva un’epoca e se ne apriva un’altra. Un pesante errore di valutazione che ha segnato la sinistra in questi decenne. Una cosa rimane e deve rimanere: la dignità del lavoro e nel lavoro. Ci può essere dignità con il lavoro.

E' tempo di Gelato Festival in piazza Solferino

Due le novità della giornata di oggi al Gelato Festival, allestito con i suoi tre grandi truck in piazza Solferino ( orario : 12 – 22; ingresso libero, degustazioni solo ai possessori della Gelato Card)

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Mentre su un lato della piazza (verso corso Re Umberto) prosegue la gare a colpi di coni e coppette fra i nove gusti in gara ( Cioccolato Belga – Leonardo La porta,Torino; Stracciatella al pistacchio  – Luigi Mazzocchi, Torino; Profumo d’estate – Giovanni Dell’Agnese, Torino; Fondente mandorlato all’arancia Maurizio Favaro,Chieri (To); Zabaione Croccante – Nicolò Arietti, Torino; Gaute da suta – Francesca Marrari Orbassano ( To); Pinolo alla ligure – Guido Cortese, Pietra Ligure (SV); Basot d’Turin – Cristian Ciacci, Torino, Latte e menta – Giorgio Fumero, Pralormo, TO)  e il palato è solleticato dagli altri gusti fuori concorso, proposti dagli sponsor (vedere comunicato generale), lungo l’allea alberata rivolta verso la Fontana Angelica, l’aula didattica Caterina accoglie incontri con esperti e show cooking introdotti dalla giornalista enogastronomica Annamaria Tossani (calendario aggiornato sul sito www.gelatofestival.it).

Il carnet di oggi, 27 maggio, prevede  incontri e show cooking. Fra le novità, da segnalare:

*** ore 13: presentazione di un cocktail a base gelato del Maestro gelatiere Paolo Pomposi di Firenze che lo scorso anno ha conquistato il pubblico londinese con la sua crema Dolce Vita e si è aggiudicato il titolo di Miglior Gelatiere d’Europa del Gelato festival; 

*** ore 14: presentazione del GiroGusto d’Italia e intitolato Coppi/Bartali – Il gusto in rosa. Novità ideata da Vetulio Bondi in onore della tappa conclusiva del Giro d’Italia (replica sabato 28, ore 14)

*** ore 16 e le 17, debutta sulla scena del Gelato Festival la Giuria Junior. Sarà uno dei momenti più attesi e temuti da parte dei gelatieri, sottoposti al giudizio spontaneo e insindacabile di 10 bimbini selezionati fra i presenti (età dai 7 ai i 12 anni). Seguirà la Premiazione.

Sabato 28, fra i Must dell’aula tecnica:

*** Nel corso del pomeriggio, tra le 15 e le 18, il Maestro Aldo Grasso, uno dei maggiori gelatieri in Italia, in collaborazione con BRAVO, tiene alcune lezioni di arte gelatiera, ricche di nozioni utili per professionisti e non: “ Così diventà prima granita e poi sorbetto”, “Così il trittico diventa gelato”, “Da una pentola al trittico, la vera metodologia classica per la produzione del gelato”.

** alle ore  19  debutto al Gelato Festival della Torrefazione Artigianale Becchia di Avegno che presenta il suo personale gusto al caffè

Concerto del 2 giugno: biglietti gratuiti

 

DUE GIUGNO CONCERTOIl 2 giugno alle 20.30 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di piazza Rossaro, a Torino, si tiene il concerto dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai per la Festa della Repubblica. Diretta dal maestro James Conlon, l’Orchestra eseguirà musiche di Verdi e di Beethoven. I biglietti sono disponibili presso la biglietteria dell’Auditorium Rai, in via Rossini 15, giovedì 26 e venerdì 27 maggio dalle 15 alle 19 e martedì 31 dalle 10 alle 14.L’iniziativa è promossa dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale

 

San Salvario inaugura le telecamere hightech antirumore a guardia della movida

salvario nottePiazzetta Saluzzo a San Salvario da ieri è coperta da 4 telecamere di ultima generazione. Le apparecchiature dispongono di un sensore integrato che misura il livello di rumore ambientale. E’ operativa la rete che rileva in tempo reale l’inquinamento acustico creato dal popolo della  movida. Sono attivi  7 kit corredati da fonometri  posizionati anche  nelle paline Tobike del quartiere. L’impianto di largo Saluzzo sarà ottimizzato con una telecamera all’angolo di via Baretti in verso il Parco del Valentino. Una videocamera termica segnalerà  alle forze dell’ordine la concentrazione di persone ed eventuali problematiche.

(Foto: il Torinese)

Il maxi – Parco della Salute si connette al tessuto urbano di Torino

molinette2Sta prendendo forma il futuro Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione, il polo sanitario e di ricerca di riferimento regionale e nazionale  di alta specializzazione ed elevatissimo livello sovraregionale. La Giunta comunale ha infatti  ha approvato le prefigurazioni urbanistico-territoriali, rimodulando le destinazioni previste e le relative superfici, con una previsione di utilizzo delle aree oggi occupate dalle strutture ospedaliere in attività, come le Molinette, il Regina Margherita e il Sant’Anna.

“Il progetto di fattibilità approvato dalla Regione Piemonte a dicembre – spiegano a Palazzo Civico – permette di definire le nuove utilizzazioni edificatorie pubbliche (Slp, superficie lorda di pavimento) del Parco della Salute in circa 213mila metri quadrati, che si aggiungono ai 100mila destinati al Palazzo Unico della Regione e all’Oval. A questi si aggiungono i 62mila metri quadrati di Slp di proprietà di Fs Sistemi Urbani Srl, che prevedono quali destinazioni d’uso Aspi (servizi), residenza – soprattutto in funzione delle attività universitarie e ospedaliere – e attività qualificate in supporto alla “polifunzionalità” del Parco. L’insieme delle nuove superfici è quindi di circa 375mila metri quadrati”.

Il complesso di nuovi edifici sarà collegato con gli spazi urbani esistenti attraverso la creazione di nuova viabilità, nuove piste ciclopedonali e un sistema di aree verdi tra via Nizza e la stazione Lingotto. La delibera municipale delinea inoltre  una rivisitazione delle destinazioni per i tre ospedali che si affacciano sul fronte di corso Dogliotti e piazza Polonia. Un primo passo sarà la ridefinizione degli aspetti originari, sui quali nel tempo si sono aggiunte sopraelevazioni, occupazioni di aree in origine destinate a verde e ampliamenti. Sant’Anna e Molinette sono nati nel primo Novecento, il Regina Margherita negli anni Sessanta, e la loro conformazione li rende utilizzabili per altre funzioni più compatibili.molinette

 Le Molinette conserveranno l’impianto originario di valore storico ma si effettuerà l’eliminazione delle strutture aggiunte nel tempo, con l’apertura di nuovi spazi pubblici di relazione tra gli edifici e l’insediamento di nuove attività con funzioni diverse. Ciò avverrà anche per il fronte verso il Po, dove sono presenti molti immobili ormai incongrui rispetto a un recupero storico dell’edificio. Le nuove funzioni dovranno stimolare una rigenerazione dell’area; il riordino permetterà di conservare oltre il 50 percento dell’intera Slp esistente, pari a circa 145mila metri quadrati. Nuove destinazioni previste: attrezzature di interesse generale e di interesse comune, residenze universitarie, centri di ricerca, attività innovative, ricettività, uffici pubblici e privati, attività di servizio.

Sant’Anna e Regina Margherita coprono un’area di 45mila metri quadrati. Il Sant’Anna avrà lo stesso destino delle Molinette, con il recupero dell’impianto originario dell’ospedale e le stesse destinazioni post Parco della Salute.  Il Regina Margherita sarà invece oggetto di una radicale ristrutturazione urbanistica e di un nuovo impianto, con la valorizzazione dell’affaccio su piazza Polonia. Tali trasformazioni dovranno essere oggetto di una modifica dell’Accordo di Programma “Avio-Oval” già definito con Regione Piemonte e Fs Sistemi Urbani, e di una nuova variante urbanistica.sant'anna ospedali

“Oltre all’evidente importanza che il progetto riveste dal punto di vista sanitario, esso rappresenta un’enorme opportunità di sviluppo economico e territoriale – ha commentato l’assessore alle Politiche urbanistiche della Città di Torino – coniugando le eccellenze in campo sanitario, scientifico organizzativo-formativo in connessione con il mondo produttivo nel settore delle biotecnologie, un Polo ad alta specializzazione e di riferimento non soltanto per il Piemonte”.

(mm) – www.comune.torino.it

(Foto: il Torinese)

FONDAZIONE CRT: 1.000 ABBONAMENTI GRATIS A TEATRO PER GIOVANI A BASSO REDDITO

“UN POSTO PER TUTTI”
teatro stabile

 Si chiama “Un posto per tutti” l’offerta di 1.000 abbonamenti gratuiti per giovani dai 18 ai 35 anni a basso reddito, sostenuta dalla Fondazione CRT per la prossima stagione del Teatro Stabile. La novità è stata annunciata oggi dal Consigliere di Amministrazione della Fondazione CRT Cristina Giovando, in occasione della presentazione del cartellone 2016/2017.

Possono usufruire di questa opportunità sia gli italiani sia i nuovi cittadini di origine straniera, purché in possesso di regolare permesso di soggiorno o residenti in Italia, con ISEE inferiore a 11.528,41 euro annui per nucleo familiare. Le domande potranno essere presentate dal 31 maggio al 30 giugno, in due modi: on line sul sito www.teatrostabiletorino.it, oppure presso la biglietteria della Fondazione del Teatro Stabile, in via Rossini 8 a Torino.

L’iniziativa è finanziata dalla Fondazione CRT che, ai 600.000 euro per la stagione 2016/2017, ha aggiunto un contributo straordinario di 100.000 eurodestinato prioritariamente al progetto “Un posto per tutti”.

 

“Un posto per tutti è un progetto nel quale la Fondazione CRT crede molto – ha spiegato il Consigliere di Amministrazione Cristina Giovando – perché avvicina alla cultura chi ha meno possibilità di viverla e di ‘nutrirsi’ di arte e bellezza: penso ai giovani in difficoltà che, non per scelta ma per necessità, troppo spesso devono rinunciarvi”.  Ciascun abbonamento nominale darà la possibilità di scegliere tre spettacoli in programma nella stagione 2016/2017 tra quelli in cartellone presso ilTeatro Carignano, il Teatro Gobetti, le Fonderie Limone Moncalieri.

 

La distribuzione degli abbonamenti sarà capillare sul territorio, a partire proprio dai luoghi più vicini alle persone in difficoltà: i centri per l’impiego di via Bologna e via Castelgomberto; i punti dell’Informagiovani a Torino e in altri 12 Comuni metropolitani (Rivoli, Grugliasco, San Mauro, Collegno, Nichelino, Chivasso, Venaria, Volpiano, Leinì, Settimo Torinese, Ciriè e Carmagnola); 20 biblioteche civiche (comprese quelle dell’Istituto minorile Ferrante Aporti e della Casa circondariale Lorusso e Cutugno, entrambe utilizzate anche dal pubblico); la Caritas Diocesana, il Sermig, il Cottolengo, la sede dell’assessorato alle politiche per la famiglia in via Corte d’Appello, la rete delle case di quartiere di Torino.

 

Appendino, 5 milioni per inserire i giovani nelle imprese: “alla città serve merito e cambiamento”

La candidata sindaco del Movimento Cinque Stelle racconta ai nostri microfoni le sue idee per una Torino solidale, che investe sui giovani e dialoga con i cittadini

APPENDINO 2

DI ROMANA ALLEGRA MONTI

Qual è la sua visione per Torino?

La città che vogliamo costruire è una città sicura, sana e solidale. Queste sono le tre parole chiave della Torino di domani. Sicura perché ogni cittadino deve poter vivere il suo quartiere, non solo in centro, ma anche nelle periferie della città; sana perché la mobilità deve essere sostenibile e l’aria respirabile; solidale perché per fare questo serve fiducia tra istituzioni e cittadini.

Come pensate di poter ridurre l’inquinamento concretamente?

Abbiamo una serie di gruppi di lavoro e abbiamo tenuto una serata proprio su questo tema: è una delle nostre priorità, il trasporto locale è un elemento che favorisce la sostenibilità e garantisce davvero la mobilità dei cittadini e il loro diritto al trasporto, a prescindere dalla propria disponibilità economica. Prevediamo un allungamento dell’orario di ZTL, un percorso di linea metropolitana che sfrutti la Torino-Ceres e le gallerie sotto via Stradella, collegando l’aeroporto al centro della città. Garantire inoltre la sicurezza per le ciclabili è un altro punto fondamentale per noi, infatti un nostro obiettivo sul breve periodo è realizzare dei parcheggi sicuri anche per le biciclette, per favorirne l’utilizzo in alternativa all’auto.

campus universita 1In città sono carenti i collegamenti con alcuni luoghi di interesse, come il Campus Luigi Einaudi, per dirne uno. Riguardo i mezzi pubblici dunque, pensate di apporre qualche modifica nei collegamenti o nell’attuale viabilità?

Vorremmo lavorare sul tema della viabilità semaforica e velocizzare le linee, facendo sì che siano anche più attrattive con priorità alle linee tramviarie per una questione ambientale. Sicuramente c’è un tema di riprogrammazione del servizio da affrontare con Gtt in modo partecipato, facendo uno studio che in parte è già stato fatto, ma che è rimasto in un cassetto. Da Mirafiori ci si mette meno ad andare a Milano che in centro città e questo è un problema rilevante.

Cosa pensi della promessa dell’amministrazione Fassino di una seconda linea metro per il 2017?

Pensiamo che sia meglio dare priorità alla linea 1, per portarla a termine: è inaccettabile ci sia volutometro2 così tanto tempo per poi neppure terminarla, creando forti disagi al commercio locale che è stato letteralmente ucciso da questi cantieri eterni. Certamente saremmo favorevoli a incrementare un’altra linea, ma solo dopo aver finito la prima e soprattutto aver trovato i fondi per la seconda, questo è il vero problema. Oltretutto riteniamo che un progetto del genere debba coinvolgere la cittadinanza: vorremmo un dibattito pubblico su un’operazione così importante da quasi 1 miliardo e 400 milioni. Andrebbe poi affrontato anche un investimento decisamente minore, quello nella “linea 3”,sfruttando la Torino-Ceres di cui parlavo prima.

Come affrontereste invece l’emergenza abitativa?

Sul tema casa vorremmo lavorare su due elementi: da un lato su un censimento di quelli che sono gli edifici sfitti pubblici, in un’ottica di pianificazione urbanistica, per sfruttare al meglio il patrimonio già esistente. Dall’altro, per quel che riguarda il privato, vogliamo rafforzare i collegamenti affinché un soggetto privato sia incentivato a badare al suo appartamento e magari volerlo affittare a prezzi calmierati. Siamo in una situazione paradossale: l’emergenza casa è in continua crescita, così come gli appartamenti sfitti.

moi scontri1Tra le vere e proprie emergenze in città, vi è anche quella che riguarda l’ex Moi. Cosa propone per risolvere questo annosa criticità?

Crediamo sia corretto effettuare un censimento di tutti coloro che vivono all’interno di quelle palazzine: è inaccettabile che non si sappia chi vi sia all’interno e che diritti abbiano, questo riguarda la prima fase d’intervento. La seconda fase dovrà riportare quegli edifici alla cittadinanza, sulla quale per ora si è solo scaricato difficoltà e tensioni che non fanno altro che aumentare. La situazione va presa in mano. Per coloro che avranno le carte in regola dovranno prevedersi percorsi di integrazione.

In questo dinamico periodo di campagna elettorale è stato ripulito il campo rom di corso Tazzoli e sgomberato quello in Lungo Stura Lazio. Come gestirebbe da sindaco questa situazione?

Fino a pochi mesi fa lavoravo nei dintorni di via Germagnano, quindi ho ben presente le difficoltà che esistono all’interno di quelle baraccopoli e anche all’esterno: situazioni pericolose a livello sanitario e di grande degrado. La nostra linea è quella dell’Europa in questo caso: chiudere le baraccopoli e con i loro stanziamenti – la trasparenza sulle risorse utilizzate e le modalità, deve essere massima – mandare a scuola i bambini e a lavorare gli adulti.

Quindi ricollocando gli abitanti di queste baraccopoli in case comunali o sul mercato privato?

L’obiettivo è superare la situazione dei campi, affinché chi ha intenzione di integrarsi nella società possa farlo a parità di doveri e diritti, come prevede l’Europa, linee che noi vorremmo seguire del tutto.

asl sanitaSanità. Abbiamo avuto grossi problemi di gestione e visto la chiusura di alcune strutture come l’oftalmico. Come agirebbe lei in qualità di sindaco, per evitare la eventuale perdita di diritti sanitari ai cittadini?

Questo è un tema regionale e il comune ha un potere “limitato”. I nostri consiglieri tuttavia, si sono battuti contro quella chiusura, per la sua storia e per le sue competenze: chiudere un presidio del genere senza avere una degna alternativa è miope e, dal nostro punto di vista, una scelta assolutamente da contrastare. Come sindaco, che può esercitare una certa influenza sulla Regione, ci batteremo affinché vengano garantiti i servizi per i cittadini che al momento sono già carenti.

Torino e il turismo. Merito dell’amministrazione Chiamparino-Fassino?

Penso che la vocazione turistica della città sia nata prima, l’intuizione ci fu già negli anni ’90 con Castellani che, per rispondere alla crisi industriale Fiat, propose questo obiettivo. Tuttavia credo che turistiquesto non sia sufficiente a rilanciare la città: penso si debba ripartire dalle piccole e medie imprese, immagino di poter esportare i nostri saperi: quelli della ricerca universitaria e delle piccole e medie imprese. Ci sono realtà interessanti come ICxT, che mette insieme dieci diversi dipartimenti e producono progetti interessanti per le nostre imprese, come il caso Carioca.

Torino ha un’altissima disoccupazione giovanile e vi è uno scollamento netto tra Università e mondo del lavoro…

Come prima proposta appena candidata ho parlato di un fondo da cinque milioni di euro per inserire i giovani nelle piccole e medie imprese, mettendo al centro dell’agenda politica due grandi temi: quello della disoccupazione giovanile, per non perdere la nostra futura classe dirigente e quello delle imprese del nostro territorio, che hanno lunghe storie e molte competenze e possono formare i nostri giovani. La città deve essere la cabina di regia delle interazioni di questi due soggetti. Formare un giovane nelle nostre Università (che son di qualità) e poi vederlo fuggire, è una sconfitta per l’amministrazione ma anche per tutti noi.

Quando ho chiesto agli altri candidati cosa pensassero di Chiara Appendino come candidata, quasi tutti hanno dichiarato che la ritengono una persona degna, ma temono la sua carenza di esperienza rispetto ad altri e il gruppo politico, poco unito ed eterogeneo che la sostiene. Cosa risponde a queste critiche?

Sul mio essere più giovane mi pare chiaro che la differenza in questi casi non la fa l’età, ma le idee che si possiedono, i progetti che si intendono realizzare e la squadra. Ho alle spalle cinque anni al Comune e sono tra i fortunati giovani che hanno potuto avere esperienze di lavoro, anche nell’impresa di famiglia e nell’insieme la mia esperienza mi ha permesso di crescere e capire i bisogni della mia città. Accanto a me sto costruendo la mia squadra attraverso una scelta innovativa: non persone chiamate al mio fianco per amicizia o convenienza, ma per merito e competenza. Gli assessori sono scelti attraverso un bando.

Un metodo contestato da molti…

perna foto mole 2Credo che molte persone con grandi qualità in questa città non siano stati messi nella condizione di poter emergere, a causa delle solite logiche politiche. Facciamo in questo modo, un ulteriore passo verso la trasparenza nei confronti degli elettori che in questo modo sapranno perché e chi sono le persone della mia squadra, che lavora a stretto contatto con il sindaco. Sono convinta che a Torino serva un’apertura al merito e al cambiamento e penso che noi abbiamo sufficiente esperienza e capacità per poterlo fare, oltre che la volontà. Punto. Torino riparte.

In ultimo: un commento sull’istanza al Tar che porta la tua firma e quella di Bono, riguardo le Liste del Grillo – No Euro, che ancora una volta cercano non solo di confondere gli elettori, ma che addirittura li prendono in giro inserendo persone decedute negli elenchi…

Ritengo scandaloso che si giochi sui cittadini con queste liste civetta, che creano volutamente confusione e che mancano di rispetto alla democrazia stessa. Raccogliere poi firme di persone decedute è addirittura incommentabile. Tutto ciò è quanto di più distante dalla nostra politica ed è triste che tutte le volte si debba parlare di firme false… poi ci si chiede perché le persone non vanno a votare e non credono nell’amministrazione. Noi vogliamo dialogo e fiducia con i cittadini, vogliamo coinvolgerli e consultarli sui temi che li riguardano da vicino: vi sono poche risorse, ma questo non è un buon motivo per lasciare da solo il cittadino e farlo sentire abbandonato. Se dovessimo vincere, vorremmo inserire un’assicurazione per i cittadini derubati o scippati, di modo che possano ricevere un massimale dalla città. Perché? Perché in un momento di difficoltà l’amministrazione deve far sentire la sua voce, non per soffocare quella della cittadinanza, ma per rispondere alle sue esigenze concretamente e simbolicamente.

“Allenarsi per il futuro”: che lavoro farete da grandi?

lavoro goriaChe lavoro farete da grandi? In un mondo che cambia velocissimo è difficile dirlo, ma il libro “Allenarsi per il futuro” (Rubettino editore) può essere un bel punto di partenza per avere idee più chiare. Gli autori, Stefano Cianciotta e Pietro Paganini, mettono a fuoco idee e strumenti per il lavoro che verrà, nel testo tenuto a battesimo dall’Agenzia Piemonte Lavoro e presentato al Salone del libro di Torino.

E lo fanno con cognizione di causa. Stefano Cianciotta è infatti editorialista ed opinionista economico, docente di Comunicazione di crisi all’Università di Teramo; mentre Pietro Paganini è professore aggiunto alla John Cabot University in Business Administration e consulente di imprese ed istituzioni sui temi dell’innovazione e delle politiche per lo sviluppo.

lavoro lauraL’agile volume analizza le trasformazioni subite, e ancora in divenire, del mercato del lavoro e fa alcune ipotesi sulle competenze che saranno sempre più strategiche e richieste nel futuro prossimo. E qui c’è una prima nota dolente: la scuola non le ha ancora colte appieno ed è proprio da lì che bisogna partire. Quindi urge riconsiderare i modelli didattici e pedagogici fin’ora adottati e, nelle scuole italiane, si deve iniziare a parlare maggiormente di business ed imprenditorialità.

L’insegnamento va poi ristrutturato intorno a 3 attitudini da tenere ben presenti: perché in futuro sarà fondamentale essere sempre più curiosi, creativi ed intraprendenti. Tre qualità senza le quali non si andrà da nessuna parte. Allora vai con il restyling della scuola, a partire dai docenti che dovranno avere anche le funzioni di coordinatori, guide e motivatori. Poi aule concepite in modo completamente diverso, con classi non più disposte in modo frontale, ma all’insegna della sperimentazione e della collaborazione.

In estrema sintesi, la scuola deve diventare il luogo per eccellenza in cui scoprire, provare a risolvere problemi, sbagliare ma imparare a rialzarsi. Dovrà essere vissuta maggiormente come palestra in cui giocare, allenarsi e prepararsi, perché è lì che si inventeranno le professioni di un futuro che è già dietro l’angolo.

Laura Goria

 
 

Polizia, si registra una diminuzione dei reati del 9%

POLIZIA FESTADurante la Festa della Polizia  il questore di Torino, Salvatore Longo, commentando i dati sulla criminalità diffusi nelle scorse ore ha detto: “Sebbene in diminuzione, è ancora alto il numero dei reati predatori e ciò non può  contribuire ad aumentare la percezione di sicurezza da parte dei cittadini. La strada che abbiamo fin qui percorso ci incoraggia e ci spinge a incrementare quelle azioni di contrasto che stiamo già attuando con le risorse umane di cui disponiamo e che speriamo vengano incrementate”. Si registra una diminuzione dei reati del 9% in città e in provincia. Il questore si augura che l’incremento dell’organico della polizia avvenga soprattutto nel ruolo ispettori, carente di oltre il 36% delle unità previste in organico”.

(Foto: il Torinese)