redazione il torinese

I sindacati: “A Mirafiori si lavora di più, segnale positivo”

fiat fcaIl suv Levante sta andando bene per numero di ordini, così  alle carrozzerie di Mirafiori c’è più lavoro e altri 210 operai tornano in fabbrica. Il numero degli esuberi dichiarati scende da 1.303 a 1.144. Soddisfatti i sindacati dopo l’incontro con Fca sui contratti di solidarietà in vigore nello stabilimento: “Una buona notizia che dimostra la bontà dell’accordo  firmato”. Così Dario Basso, segretario generale della Uilm . Saranno due i  turni e sono previsti anche sabati lavorativi entro la fine dell’anno.

 

(foto: il Torinese)

OFTALMICO, RUFFINO (FI) “COMUNE E REGIONE DECRETANO LA MORTE DELL’OSPEDALE”

oftalmico-ruffino“Ricordiamo molto bene le accorate parole dell’allora candidata Appendino a difesa dell’Oftalmico. Poi, una volta eletta, ha fatto retromarcia e la sua assessora ha risposto con una burocratica non risposta all’interrogazione di Forza Italia sull’ospedale torinese, trincerandosi dietro un totale disimpegno. Lo stesso sindaco Fassino, per non inimicarsi i cittadini, si dichiarò favorevole alla salvezza della struttura sanitaria, ma evidentemente il Pd aveva già deciso. E oggi la Regione guidata dai democratici, parla di un progetto fortemente innovativo, di un polo sanitario territoriale e di nuove soluzioni di offerta sanitaria quando, in realtà, intende solo decretare la fine dell’oftalmico”.

Sono le parole di Daniela Ruffino (FI), vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, che ha preso parte al sit-in promosso oggi davanti a Palazzo Civico dall’associazione “Salviamo l’Oftalmico insieme” del dottor Savino D’Amelio, in concomitanza con la riunione della Commissione Sanità del Comune.

“Anche durante il dibattito delle scorse settimane in sala Rossa, alle richieste di chiarimenti del capogruppo di Forza Italia Osvaldo Napoli, il vicesindaco Montanari – osserva Ruffino – ha sostanzialmente detto con un giro di parole che l’amministrazione pentastellata sarebbe a favore dell’Oftalmico, ma la decisione non dipende dal Comune. Una risposta assurda! E’ totalmente arrendevole ad una decisone sbagliata della Regione? Non era certamente questo che gli elettori torinesi si aspettavano”.

“L’efficienza dell’ospedale, le sue indiscutibili professionalità, le attività di riabilitazione all’avanguardia, – conclude Ruffino – sono un patrimonio della Città, che i torinesi hanno conosciuto e apprezzato negli anni. Chiediamo che le amministrazioni regionale e comunale facciano il loro dovere, quello di andare incontro alle esigenze dei cittadini che le hanno elette. L’Oftalmico può e deve restare in vita. Questo è ciò che chiedono i torinesi”.

La “Bohème” inaugura il pianoforte dell’aeroporto

piano-caselleSaranno le note della “Bohème” a inaugurare i tasti del pianoforte che è a disposizione dei passeggeri dell’Aeroporto di Torino. Posizionato nell’Area Partenze, oltre i controlli di sicurezza, sullo sfondo della bella vetrata che offre una vista suggestiva sulla pista, il pianoforte a mezza coda può essere suonato liberamente da tutti i viaggiatori-musicisti che desidereranno improvvisare un concerto in attesa dell’imbarco del proprio volo o in arrivo nello scalo.

caselle aero2Lo strumento verrà ufficialmente inaugurato giovedì 6 alle ore 17 con un concerto speciale degli Artisti del Teatro Regio. Il concerto proporrà arie e musiche della “Bohème”, l’opera di Puccini che andrà in scena  dal 12 ottobre inaugurando la Stagione lirica. Allo spettacolo prenderanno parte il soprano Erika Grimaldi e il tenore Iván Ayón Rivas, insieme a Stefano Vagnarelli al violino, Relja Lukic al violoncello e Giulio Laguzzi al pianoforte.

L’iniziativa rinsalda inoltre la partnership tra SAGAT e Teatro Regio ed è il preludio di ulteriori collaborazioni a sfondo musicale e sorprese che intratterranno i passeggeri durante le festività natalizie.

Ragazzo muore in bici investito da bus

polizia civich2Aveva 28 anni ed è morto questa mattina a Torino, investito da un autobus in corso Francia, all’altezza di via Digione, tra piazza Bernini e largo Francia. La polizia municipale,  ipotizza che il ragazzo stesse attraversando il corso sulle strisce pedonali portando a piedi la bicicletta, quando è stato investito da un bus della linea 65. Intervenuti anche i vigili del fuoco e i sanitari del 118. Il ragazzo, che abita nella zona è stato estratto vivo da sotto il mezzo, ma  poco dopo è morto. La carreggiata del corso è stata chiusa al traffico per consentire i rilievi.

I “disubbidienti” dell’U-Boat 1277

sicco-u-boatQuella che racconta Renzo Sicco, direttore artistico di “Assemblea Teatro”, in  “U-Boat 1277 – 3 giugno 1945,cronaca di una deriva”, è una storia straordinaria e vera, accaduta 71 anni fa in Portogallo, nei pressi di Porto. A Cabo do Mundo, davanti alla spiaggia di Angeiras, sull’Oceano Atlantico, in quella notte di luna piena sbarcarono 47 marinai tedeschi, dopo aver affondato il loro sommergibile a trecento metri dall’arenile. Un mese prima, davanti al crollo militare della Germania, l’ammiraglio Donetz aveva diramato un ordine secco: tutti i sommergibili dovevano disarmare i siluri, riemergere, issare bandiera nera e consegnarsi. L’U-boat 1277, penultimo sottomarino costruito sul finire della guerra nei cantieri navali di Brema, era un “mostro marino d’acciaio”, capace di scendere fino a 180 metri di profondità in meno di trenta secondi. L’equipaggio di bordo era composto da 29 marinai, 10 caporali, 4 sergenti e altrettanti ufficiali. Avevano età comprese tra i 18 e i 20 anni, tranne il comandante, il tenente di vascello Peter Stever, che di anni ne aveva 27. L’ordine ricevuto era di fare rotta su Kiel , nei pressi del Mar Baltico, e lì arrendersi. Ma i sovietici già presidiavano quel porto e consegnarsi a loro equivaleva a morte certa. Quindi, carte nautiche alla mano, in condizioni difficilissime, con cibo e acqua razionati e una temperatura di bordo che variava a seconda di quella delle acque che circondavano losicco-u-boat-2 scafo, intrapresero il viaggio verso un paese neutrale. “Renzo Sicco è uomo di teatro che sa passare leggero sulle storie”, scrive il giornalista e critico teatrale Gian Luca Favetto.”Le assorbe dalla realtà attorno, dalle fantasie altrui, dai sogni di tutti. Un po’ le fa sue, le trasforma e le riflette in forma di spettacoli, di modo che possano conoscerle e viverle anche altre persone”. E Renzo Sicco, da artista giramondo qual è, questa storia è andato a pescarla nell’Atlantico e, settant’anni dopo, l’ha riportata in superficie. L’editore Aletti ha pubblicato il testo di questo lavoro teatrale che, oltre allo spettacolo e al libro, è diventato anche un cortometraggio di 23 minuti. Una bella storia di mare, segnata dall’amaro della sconfitta e dal bisogno della fuga verso la libertà e una vita nuova. Un’occasione importante per riflettere , come sottolinea Sicco “ sul dovere dell’accoglienza, sulle conseguenze della sconfitta”. E sul fatto che in guerra, parafrasando Don Milani, “l’obbedienza non è una virtù”. Per questo è importante raccontare la “disobbedienza” di un manipolo di giovani tedeschi alla fine della seconda guerra mondiale.

Marco Travaglini

Un secondo intervento sull’alga che sta invadendo il Po, ma poche speranze di debellarla 

 

La lotta al Myriophyllum aquaticum non sembra avere fine. E per qualcuno non c’è possibilità di una reale vittoria:

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<Per eliminarla completamente, dovremmo prosciugare il fiume Po – ha spiegato la dottoressa Maria Rita Mincardi, dell’Enea –, una soluzione ovviamente infattibile. Il più grande successo che possiamo ottenere è quello di non farla arrivare a valle>. L’alga, della stessa famiglia del nostro autoctono myriophyllum spicatum, le si differenzia per i ciuffi più verdi e lo stelo molto più spesso. Ma soprattutto, per la sua pericolosità: la sua capacità di riprodursi, velocissima, alghe-ricci2debella qualsiasi altra pianta che incontra. Ecco perché l’Unione Europea l’ha recentemente inserita in un elenco di piante pericolose contro le quali i vari Paesi devono intervenire con forza, pena una multa salata.

Lunedì mattina, di buona leva, l’assessore alla mobilità Maria Lapietra e un vero e proprio squadrone interforze di enti, istituzioni ed esperti si sono imbarcati sul nostro amato fiume per monitorare lo stato della pianta e strapparne a mano il più possibile, in particolare nella parte dinnanzi ai Murazzi e dopo la diga. <L’intervento di agosto è stato più importante e risolutivo – ha spiegato l’assessore -: oggi siamo andati soprattutto a vedere quale fosse la situazione a monte>. Il prossimo intervento avrà luogoalghe-ricci4 fra qualche giorno e prevede lo sfalcio meccanico tra i ponti Umberto I e Isabella. Questa operazione sarà importante per le società canottiere torinesi, messi a dura prova dall’alga e dai detriti che si incastrano tra le sue spire. <I remi si impigliano nelle alghe e fanno cadere – ha spiegato Marco Venesio, canottiere per la Caprera da 50 anni -, fatto pericoloso per disabili e principianti>. Senza contare lo spazio residuo per le gare. Ma l’intervento dovrebbe permettere che quelle autunnali si svolgano nel migliore dei modi.

alghe-ricci1Il terzo intervento, di cui si stanno ancora definendo i costi e il periodo, consisterà nell’abbassamento della diga di quasi un metro a valle della Gran Madre e la stesura, all’altezza del ponte Vittorio Emanuele I, di una rete a maglia commissionata ad un’azienda genovese. 1,7 centimetri, 100 metri di lunghezza e in grado di bloccare il passaggio al millefoglio fino ad una profondità di tre metri. Certo, questo non sarà l’intervento risolutivo: sarà opportuno inserirne altri nel medio e lungo termine.

Anche questa volta non sono mancate le critiche alla neo amministrazione pentastellata: <Stanno programmando adesso l’intervento che avrebbero dovuto realizzare a agosto – ha detto Enzo Lavolta, vicepresidente vicario in Consiglio comunale ed ex assessore all’ambiente -: la pulizia a mano di lunedì fa parte del contratto di servizio stipulato con Amiat ed è un intervento che la Città svolge ogni anno. Quello che mi chiedo è: come faranno quando dovranno affrontare i problemi più seri?>.

 

Giulia Ricci

(foto: gr – il Torinese)

Industria, sociale e Italia-Spagna nella giornata di Matteo Renzi a Torino

matteo renzi3Un giovedì  a Torino, per il premier Matteo Renzi che scrive su Facebook: “Visiteremo il Cottolengo, una struttura di umanità straordinaria, ma parleremo anche di industria 4.0, oltre che incontrare il team che lavora alla grande impresa dell’arrivo su Marte della prima missione europea”. Il programma della visita del presidente del Consiglio in città  prevede tra gli appuntamenti anche  il pranzo al Grattacielo dell’Innovation Center di Intesa Sanpaolo e, alle 17.30, una intervista pubblica “in libertà” con Massimo Gramellini, vicedirettore de La Stampa”. Poi, forse, in serata Renzi andrà allo Juventus Stadium per assistere alla partita di calcio Italia-Spagna, valida per le qualificazioni europee.

Il mondo nelle mani. Le anatomie del paesaggio di Arno Minkkinen da Photo & Co

CONTEMPORANEA / di Maria Cristina Strati

Body performer e artista finlandese classe 1945, Minkkinen vive e lavora negli Stati Uniti, dove insegna all’Università del Massachussetts

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Con questo articolo prende il via su Il Torinese CONTEMPORANEA, la mia rubrica dedicata all’arte e alla cultura a Torino, con una particolare attenzione al mondo delle arti visive. Il tentativo è quello di leggere la città di Torino con dal punto di vista degli eventi che riguardano la cultura, l’arte visiva, la letteratura, il cinema, il teatro e così via, selezionando quelle notizie e quegli eventi che magari non sono necessariamente i più altisonanti, ma che, a nostro modestissimo parere, portano qualcosa di nuovo e interessante all’interno del già vivace e variopinto panorama culturale della nostra città. Il caso vuole che questa mia nuova avventura abbia inizio proprio nella settimana in cui si avvia la stagione espositiva delle gallerie d’arte torinesi. E qui, dato anche il titolo che ho scelto per questo spazio, l’attenzione all’evento era d’obbligo.

Lo scorso 29 settembre ha infatti avuto luogo a Torino Ouverture, la consueta apertura collettiva delle maggiori gallerie d’arte cittadine. Quest’anno l’evento ha dato vita a un percorso a tratti inedito, con nuovi acquisti (la nuova sede di Davide Paludetto e Neochrome, di cui spero avremo occasione di parlare prossimamente) e felici conferme. A proposito di conferme, da Photo & Co si è inaugurata una mostra molto interessante di Arno Minkkinen. Body performer e artista finlandese classe 1945, Minkkinen vive e lavora negli Stati Uniti, dove insegna all’Università del Massachussetts. Nella sua lunga e ragguardevole carriera ha esposto il suo lavoro nelle più prestigiose sedi internazionali, dal Moma di New York fino al Metropolitan Museum of Photography di Tokyo, e ha al suo attivo una considerevole serie di pubblicazioni. Tra le altre cose, nel 2013 è stato insignito del noto Lucie Award for Fine Arts di Los Angeles.

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Già a un primo sguardo le fotografie di Minkkinen colpiscono per le loro caratteristiche di eleganza e armonia formale, ma appare subito chiaro che la sua ricerca non si ferma certo all’aspetto meramente estetico delle immagini. Il progetto artistico che Minkkinen conduce fin dal 1971, anno in cui diede inizio alle sue sperimentazioni con la fotografia, hanno a che fare con l’interazione tra il corpo umano e il paesaggio. A un primo sguardo, i lavori ricordano certi scatti di Bill Brandt. Qui però il corpo che interagisce con il paesaggio è quello dell’artista, che realizza quasi unicamente autoscatti, sempre in maniera del tutto analogica, rinunciando a qualsiasi intervento di post produzione o manipolazione successiva con mezzi digitali. Infatti Minkkinen lavora studiando preventivamente ogni singola inquadratura in modo da ottenere come risultato qualcosa di più della semplice sovrapposizione della figura umana al paesaggio.

Sfruttando le proprie doti fisiche e atletiche ai limiti del contorsionismo, egli usa ogni parte del proprio corpo, mani, braccia e gambe, fino a quasi fondersi con il paesaggio stesso, ottenendo scorci e visioni inattese. Ma se in questi casi è il paesaggio a cambiare per la presenza del corpo, in altre immagini invece il corpo mantiene la propria identità, mentre è il paesaggio a modificarsi nei propri equilibri e proporzioni, per farsi protagonista di una visione surreale, in cui il dialogo tra corpo dell’artista e elementi ambientali assume, con ricercata ironia, i toni onirici di un miraggio fantastico. Il corpo dell’artista è spesso teso, al momento dello scatto, in una tensione atletica, dovuta alla posa che egli stesso si impone per ottenere il risultato stabilito. Di volta in volta il corpo è una duna, un albero, una mano afferra un bosco. La visione è immaginifica e l’effetto finale insieme poetico e ironico. Una visione in cui non siamo subito in grado di distinguere l’elemento naturale dal corpo che abita e compone il paesaggio stesso, che sia esso un paesaggio mediterraneo o un deserto, o uno scenario urbano metropolitano.

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Il mondo esteriore si fa così visione dell’interiorità: non solo messa in scena delle emozioni che ci abitano, paure e speranze comprese, ma vero e proprio tentativo di esplorazione del mondo interno e sua resa visiva e plastica, attraverso la presenza inalienabile del corpo. Ed ecco che allora esterno e interno si fondono in un’unica soluzione e ciò che impariamo a conoscere, muovendo lo sguardo lungo le forme umane, naturali o architettoniche, sono i nostri stessi pensieri, sentimenti, intuizioni. Così, nella dialettica tra corpo e ambiente prende vita e si fa visibile il mondo interiore, con i suoi sentimenti e percezioni, e soprattutto con la sua enorme, traboccante vitalità. Il risultato è la visione di un abitare poetico, dove l’armonia delle cose e tra le cose, e non l’io (nemmeno quello del fotografo), è protagonista.

***

Dati mostra:

Arno Rafael Minkkinen – The World at My Fingertips

Dal 30 settembre al 26 novembre 2016 – ingresso libero

Photo & Contemporary, Via dei Mille 36 Torino

Tel. 011889884 – photoco@libero.it

 

Nelle foto, a partire dall’alto:

 

– Arno Rafael Minkkinen, 10.10.10, Fosters Pond, 2010

– Arno Rafael Minkkinen, Swimming in the Air, Rio de Janeiro, Brazil, 2015

– Arno Rafael Minkkinen, Nassau, The Bahamas, 2010

 

Nello Pacifico, giornalista e “uomo verticale”

pacificoE’ morto, a 94 anni, Nello Pacifico. Operaio alla Grandi Motori, al Lingotto e alle Ferriere, venne mandato dalla Fiat nei primi anni ’50  all’Osr, acronimo che stava Officina Sussidiaria Ricambi meglio conosciuta come l’Officina Stella Rossa, un vero e proprio “reparto confino” per sindacalisti e comunisti in una via cieca che sbucava su corso Peschiera. Diventò poi una colonna della redazione torinese de LUnità. Gli spagnoli usano il termine “hombre vertical” per indicare una persona che non scende a compromessi, capace di sostenere le sue opinioni, un “uomo tutto d’un pezzo“. E Nello Pacifico è stato senz’altro un “uomo verticale” che, come pochi altri, ha fatto parte della storia del Partito Comunista torinese e del giornalismo subalpino. Nel 2012, per i tipi della Ediesse, diede alle stampe un libro di memorie “I balilla di corso Parigi. Storie di schiene dritte e no“, in cui raccontò la sua vita, dall’ adolescenza nel “quartiere cinese” di corso Parigi (corso Rosselli) alla grande fabbrica-città fino al giornale. Un bel libro , come scrisse Massimo Novelli, “denso di forza morale e di coerenza, disincantato ma non disposto a cancellare le idee del passato e il sogno di potere costruire un mondo più giusto”. Grande tifoso granata, Nello Pacifico ha passato l’intera vita nella Torino delle tute blu, tra fascismo e Resistenza, lotte sindacali e strapotere della Fiat, militanza nel Pci e giornalismo di opposizione “ in un affollarsi di volti, fatti, odori, illusioni e tradimenti, speranze e passioni, amori poveri e amori grandi, che si declina come una commedia umana popolare e operaia”. Sempre con la schiena dritta e guardando avanti.

Marco Travaglini

Termina la “coda” dell’estate, temperature in calo e (forse) pioggia nel weekend

PIOGGIA SAN CARLOCi si lamentava del caldo e ora c’è già chi dice che fa troppo fresco.Si sta esaurendo la “coda” dell’estate dopo queste ultime giornate con massime anche superiori ai 25 gradi. Sta infatti cielo caldo solearrivando una massa d’aria più fredda che farà abbassare  le massime di 6-7 gradi e poi scenderanno anche le minime. Solo qualche rovescio sulle zone pedemontane e in particolare sull’Appennino, ma per il resto le precipitazioni previste sono molto modeste. Nel weekend potrebbe giungere però una nuova  perturbazione e da giovedì qualche nevicata sulle montagne a partire da 1.500-1.800 metri.

(foto: il Torinese)