redazione il torinese

Mattinate FAI per le scuole

Visite straordinarie per le scuole a cura degli Apprendisti Ciceroni® del FAI

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I LUOGHI APERTI IN PIEMONTE

 

Giungono alla V edizione le Mattinate FAI per le scuole, il grande evento nazionale che il FAI – Fondo Ambiente Italiano dedica al mondo della scuola, dove gli studenti si mettono in gioco in prima persona per scoprire e far scoprire le loro città.

Da lunedì 28 novembre a sabato 3 dicembre 2016, infatti, la Fondazione invita gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado a conoscere il patrimonio storico e artistico delle loro città, accompagnati e guidati da altri studenti, gli Apprendisti Ciceroni, appositamente preparati dai volontari FAI e dai loro docenti. Grazie alle Delegazioni FAI attive su tutto il territorio nazionale saranno aperti gratuitamente e in esclusiva per le classi 190 luoghi poco conosciuti e spesso chiusi al pubblico, in 113 città d’Italia. Gli studenti avranno così l’occasione di partecipare a visite condotte da loro coetanei e di vivere un’insolita e coinvolgente esperienza di “educazione tra pari”. Novità assoluta di questa edizione delle Mattinate FAI per le scuole: sabato 3 dicembre molti siti saranno visitabili a contributo libero anche dalle famiglie. Un’occasione straordinaria per passare una giornata insieme ai propri cari all’insegna di arte e natura. Quest’anno, per la prima volta, il progetto è sostenuto dall’importante contributo di Gruppo Autogas Nord, azienda già vicina al FAI in qualità di Corporate Golden Donor, e si avvale della collaborazione della Rappresentanza regionale a Milano della Commissione europea, del Patrocinio del Consiglio Regionale della Lombardia e della partecipazione di ANP – Associazione Nazionale dei Dirigenti e delle Alte Professionalità della Scuola.

I LUOGHI APERTI IN PIEMONTE:

TORINO

Palazzo Dal Pozzo della Cisterna

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’IIS Giolitti, del Liceo scientifico statale Cattaneo e dell’IIS Bosso di Torino

Sede storica della Provincia di Torino, dal 1 gennaio 2015 sostituita dalla Città Metropolitana di Torino, il palazzo nasce come prestigioso complesso nobiliare del ‘600 e diviene successivamente sede ducale. Oggi presenta lo stile barocco nella facciata su via Maria Vittoria e lo stile neorinascimentale toscano all’interno, frutto di interventi di restauro della seconda metà dell’Ottocento e ben visibile al primo piano. Unica testimonianza delle decorazioni del XVII secolo è la volta del locale a piano terra adibito a sala lettura della biblioteca storica della Provincia. Sempre a piano terra, in quattro stanze, sono conservati affreschi di Francesco Gonin. Il giardino annesso ha una fontana centrale e aiuole.

Il bene sarà aperto alle scuole da lunedì 28 novembre a venerdì 2 dicembre, dalle ore 9.00 alle 12.30.

ASTI

Chiesa di San Martino

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto statale A. Monti

La Chiesa di San Martino, in stile barocco, è una delle più importanti della città e costituisce un felice esempio di architettura cosiddetta “della Controriforma”. Tale appellativo deriva dalla totale adesione alla precettistica di San Carlo Borromeo in materia di architettura e arredo sacro, diffusasi ovunque con la pubblicazione delle sue lnstructiones Fabricae edite nel 1577. La chiesa, ricca di arredi e affreschi, era frequentata dalle famiglie nobili della città, come quella di Vittorio Alfieri che qui ricevette il Battesimo.

Il bene sarà aperto alle scuole da lunedì 28 a venerdì 2 dicembre, dalle ore 9.30 alle 12.30.

 

BIELLA

Cittadellarte – Fondazione Pistoletto

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dei Licei scientifici Avogadro e Itis

Cittadellarte- Fondazione Pistoletto viene istituita nel 1998 come attuazione concreta del Manifesto Progetto Arte, con cui Michelangelo Pistoletto propone un nuovo ruolo per l’artista: quello di porre l’arte in diretta interazione con tutti gli ambiti dell’attività umana che formano la società. Cittadellarte è infatti un grande laboratorio, un generatore di energia creativa, che sviluppa processi di trasformazione responsabile nei diversi settori del tessuto sociale. Il nome incorpora due significati: quello di cittadella – un’area in cui l’arte è protetta e ben difesa – e quello di città, che corrisponde all’idea di apertura e interrelazione complessa con il mondo. Cittadellarte è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, riconosciuta dalla Regione Piemonte e con essa convenzionata. Ha sede in un’ex manifattura laniera (sec. XIX), complesso di archeologia industriale, tutelato dal Ministero dei Beni Culturali.

Il bene sarà aperto alle scuole da lunedì 28 novembre a venerdì 2 dicembre, dalle ore 9.00 alle 13.00.

CUNEO

Parrocchiale Santa Maria della Pieve

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto magistrale De Amicis

Nata come chiesa dell’attiguo Collegio dei Gesuiti, la chiesa sorge in una piccola via del centro storico di Cuneo. Il progetto si fa risalire a Giovenale Botto: la posa della prima pietra avvenne nel 1655, mentre la consacrazione porta la data del 25 novembre 1673. L’edifico è a pianta ad aula unica, struttura cara ai Gesuiti, la cui mano si rivede anche nella scelta dei titoli e dell’iconografia degli altari, tutta incentrata sul Nome di Gesù. Con la soppressione dell’ordine dei Gesuiti nel 1773 la chiesa andò al demanio sabaudo. Passata poi all’amministrazione parrocchiale di Santa Maria della Pieve, venne dotata del fonte battesimale. Al XIX secolo risale l’ultimo intervento significativo all’edificio con la decorazione della volta e la variazione di alcuni elementi iconografici per renderli maggiormente consoni alla funzione di chiesa parrocchiale.

Il bene sarà aperto alle scuole martedì 29 e mercoledì 30 novembre, dalle ore 9.00 alle 12.00.

NOVI LIGURE (AL)

Società Storica del Novese

Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Amaldi di Novi Ligure e ITS Ciampini-Boccardo

La Società Storica del Novese nasce il 7 giugno 1960. La prima sede è stata l’abitazione di uno dei fondatori in via Roma, ma il 5 agosto 1967 viene trasferita al piano nobile del secentesco Palazzo Durazzo, appartenuto all’omonima nobile famiglia genovese. Nel 1969, con la presentazione de “La prima pagina della storia di Novi” riguardante la Convenzione del 1135 in cui per la prima volta compare il nome della città, inizia un’importante collaborazione con il dipartimento di Storia Medievale e Paleografia dell’Università di Genova. In quegli anni vengono gettate le basi del museo istituito dalla società, dove sono conservati documenti, opere d’arte e oggetti che illustrano la storia novese. Nel 1974, il piccolo museo – custode anche di pezzi di epoca risorgimentale quali ritratti e oggetti originali – viene trasferito negli ambienti di via Gramsci, attuale sede della Società Storica del Novese. Qui è stata raccolta la biblioteca sociale comprendente volumi di particolare importanza. La società pubblica dal 1960 la rivista “Novinostra”.

Il bene sarà aperto alle scuole da lunedì 28 novembre a venerdì 2 dicembre, dalle ore 8.30 alle 12.00.  

 

Per informazioni sui beni aperti e per le prenotazioni delle visite: www.mattinatefai.it

 

Lo Yacht è un must, con o senza motore

Secondo gli esperti, il mercato si svilupperà progressivamente verso le imbarcazioni di piccola taglia. L’economia del mare italiana ha ottime prospettive in Cina, così come nei Paesi del Golfo

di Paolo Pietro Biancone *

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La nuova tendenza è senza il motore. Il mercato cinese ha segnato un nuovo must: lo yacht da mostrare a riva, come immagine di benessere e opulenza. La Cina si conferma così un formidabile giacimento di acquirenti di imbarcazioni di lusso: conta attualmente circa 3 mila imbarcazioni da diporto, soprattutto yacht di dimensioni importanti. Secondo gli esperti, il mercato si svilupperà progressivamente verso le imbarcazioni di piccola taglia. L’economia del mare italiana ha ottime prospettive in Cina, così come nei Paesi del Golfo. Con o senza motore, lo yacht si conferma uno status symbol.

La classifica dei 10 yacht più belli al mondo conferma la tendenza. Nel dettaglio, Al decimo post The Rising Sun 200 milioni di dollari: fra gli yacht più lussuosi del mondo c’è il The Rising Sun è stato di proprietà del CEO di Oracle Corporation ed è ora del famoso produttore cinematografico americano David Geffen. Un vero e proprio palazzo galleggiante, è costituito da cinque piani e dispone di 82 camere e un campo da basket.

Al nono Seven Seas 200 milioni di dollari: Uno fra gli yacht da sogno più ammirati e fotografati, il Seven Seas di Steven Spielberg è un’opera del cantiere tedesco Oceana che ha seguito le istruzioni del regista americano per renderlo il più vicino possibile ai suoi desideri. Uno yacht di lusso che comprende un eliporto, una terrazza privata solo per il proprietario, una palestra, una piscina e uno schermo cinematografico.

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All’ottavo Lady Moura: è uno yacht esclusivo che appartiene a Nasser Al-Rashid, un saudita multi-miliardario. La caratteristica che fa rientrare questa barca nella classifica dei 10 yacht più costosi ed esclusivi del mondo è che il suo nome e altri dettagli sono realizzati attraverso l’utilizzo di oro 24 carati.

Al settimo posto Al Mirqab 250 milioni di dollari: di proprietà di Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani, l’ex primo ministro del Qatar, lo yacht Al Mirqab è stato progettato da Tim Heywood e fu costruito dal cantiere Peters Schiffbau Wewelsfleth. Con la capacità di accogliere 30 ospiti, questo costoso yacht dispone di 2 sale VIP, 10 suite, una piscina, un eliporto, il cinema e un solarium.

Al sesto posto, Il Dilbar è uno yacht di lusso progettato da Tim Heywood, ed è stato costruito nel 2008. Di proprietà dell’uomo d’affari russo Alisher Usmanov, è lungo circa 360.89 piedi ed è chiamato come la madre del proprietario. Primo yacht ad essere dotato di filtri antiparticolato per gli scarichi del motore principale, dispone di un eliporto ed è abbastanza grande per ospitare 47 persone di equipaggio, e 20 ospiti.

Quinto per Al Said 300 milioni di dollari, è uno degli yacht più costosi ed esclusivi del mondo, e nel 2008 quando è stato varato, era il più grande yacht del mondo. Precedentemente chiamato Project Sunflower, appartiene al sultano Qaboos bin Said Al Said dell’Oman. Dotato di un sovrastruttura in alluminio, può ospitare un equipaggio di 154 persone, e oltre a 70 ospiti.

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Quarto per Superyacht A 323 milioni di dollari, è stato costruito da Philippe Stark, che ha voluto dare un look nuovo e di design sia agli interni che agli esterni. Di proprietà del miliardario russo Andrey Melnichenko, è stato varato nel 2009, e può ospitare 20 ospiti e 37 persone di servizio.

Sul podio, al terzo posto il Dubai 350 milioni di dollari, precedentemente noto come Platinum 525, lo yacht di lusso Dubai è di proprietà dello sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, il Primo ministro e vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti nonché emiro di Dubai. Soprannominato “la città galleggiante”, è lungo 525 piedi, ed è dotato di numerosi servizi quali una piscina, una Spa e un eliporto.

Il secondo yacht più costoso del mondo è l’Eclipse, 800 milioni di dollari, costruito dalla società Blohm + Voss di Amburgo e di proprietà dell’imprenditore e politico russo Roman Abramovich. Lungo circa 528 piedi, dispone di un sistema di difesa e anti-intrusione altamente tecnologico, 24 camere per gli ospiti, un mini sottomarino, e due piste per gli elicotteri.

Al primo si colloca l’History Supreme, 4,8 milioni: chiamato anche Baia 100 Supreme, è lo yacht più costoso ed esclusivo del mondo, ed è di proprietà di un uomo d’affari malese il nome è sconosciuto. Pur non essendo di dimensioni eccezionali, ciò che ne determina il prezzo è che è stato costruito attraverso l’utilizzo di materiali rari e preziosi come meteoriti, ossa di dinosauro T-Rex, metalli preziosi come i 100.000 kg di platino e oro, e le pietre preziose con cui sono stati decorati il ponte, la zona pranzo e l’ancora.Il mercato del lusso è aperto a nuove invenzioni e preziosità, all’Italia è richiesta apertura e innovazione per competere in termini di bellezza e alta tecnologia, puntando all’immagine e al confort più che alle prestazioni in acqua.

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 * Paolo Pietro Biancone, professore ordinario di economia aziendale, direttore del Centro Studi sulla Finanza Islamica (www.ercif.org) e coordinatore del corso di dottorato in Business e Management dell’Università di Torino

 

Appendino come Giuliani: “tolleranza zero” sulla sosta selvaggia. Raddoppiati i civich

polizia municipale 33Uno dei più famosi sindaci di New York, Rudolph Giuliani, tornato in auge con le ultime presidenziali americane, era il fautore della “tolleranza zero”. Se si lasciava che anche un solo vetro rotto non fosse riparato .- diceva – da lì in poi sarebbe stata una degenerazione progressiva. E così, seppur su un altro fronte, anche sotto la Mole la sindaca Chiara Appendino ha deciso di applicare la teoria (e la pratica) della tolleranza zero: contro la malasosta, in particolare quella natalizia. Infatti , nel mese di dicembre, verranno raddoppiati i vigili in servizio sulle strade cittadine, mobilitati contro il parcheggio selvaggio. I civich saranno 300 rispetto ai 150 di solito adibiti a tale compito. Già ieri,  terza giornata del Tff e prima domenica di acquisti natalizi, le vetture della polizia municipale erano molte nel centro cittadino. In servizio per la prova generale ben  230 agenti in servizio. Anche il ballerino Roberto Bolle è rimasto vittima della malasosta. A causa di una vettura parcheggiata male è arrivato in ritardo alla conferenza stampa del Torino Film festival.

(foto: il Torinese)

Perché Donald Trump non è ancora il Presidente degli Stati Uniti

DI  DALLA REDAZIONE DI OFFICINAMAGAZINE.COM

Republican presidential candidate Donald Trump acknowledges the crowd after addressing a GOP fundraising event, Tuesday, Aug 11, 2015, in Birch Run, Mich. Trump attended the Lincoln Day Dinner of the Genesee and Saginaw county Republican parties. (AP Photo/Carlos Osorio)

L’8 novembre 2016 è un giorno che passerà alla storia. Infatti, non solo si sono tenute le elezioni del 45° Presidente degli Stati Uniti d’America, ma queste sono state vinte dal candidato repubblicano, Donald J. Trump. Trump, dato da sempre per sfavorito in tutti i sondaggi e da tutte le principali testate giornalistiche degli USA e del mondo, è infatti riuscito ad aggiudicarsi 279 Grandi Elettori, contro i 228 della candidata democratica (data per vincitrice in tutti i pronostici), Hillary Clinton.

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Se la vittoria di Trump sia giusta o sbagliata, se il suo sarà un governo buono o dannoso non è ciò di cui si parlerà in questo articolo. Questo articolo parlerà invece del perché Donald Trump non è ancora il Presidente degli Stati Uniti. Bisogna subito chiarire, allora, che il sistema elettorale americano è completamente diverso da quello a cui siamo abituati: l’8 novembre il popolo si è recato alle urne e ha votato per il candidato che più gli stava a genio, ma, se il voto si fosse fermato qui, Hillary Clinton sarebbe risultata vincitrice. La candidata democratica, infatti, ha vinto il “popular vote”, il voto del popolo, poiché è stata votata da ben 59.814.018 persone, ricevendo circa 200 mila voti più di Trump. Tuttavia, il voto americano non finisce qui. In tutti i 50 stati USA, infatti, vengono scelti un certo numero di Grandi Elettori (in base alla popolazione: più uno stato è popoloso, più Grandi Elettori avrà) i quali hanno il compito di eleggere definitivamente il Presidente degli Stati Uniti d’America (le elezioni, infatti, avvengono mediante una procedura di secondo grado).

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Trump, dunque, è risultato vincitore di queste elezioni in quanto ha ottenuto un maggior numero di voti (e, quindi, ha vinto) in Stati in cui vi è un maggior numero di Grandi Elettori (come ad esempio la Florida): infatti, per legge, il candidato che ottiene più voti in uno stato ne vince il “pacchetto” intero di Grandi Elettori. Ma il miliardario, per ora, può definirsi solamente “President-elect”, cioè Presidente eletto, titolo che verrà confermato solamente dopo il voto del Collegio elettorale che si terrà il 19 dicembre. Tuttavia, un’ulteriore complicazione sta nel fatto che i Grandi Elettori, nella maggior parte degli Stati americani, non hanno alcun vincolo di voto: possono decidere se votare per il candidato che ha vinto nel loro stato, come anche per il suo rivale. In questo passaggio, normalmente automatico, sta il vero problema di quest’anno: subito dopo l’elezione di Trump, infatti, in tutti gli Stati Uniti si sono verificate manifestazioni e rivolte contro il risultato a dir poco inaspettato delle votazioni e contro la presidenza di un uomo da molti, forse troppi, ritenuto inadatto a governare. È giusto, tuttavia, specificare che il risultato delle elezioni popolari e delle elezioni del Collegio elettorale raramente, nella storia degli USA, è risultato discorde, quasi sempre i due risultati si sono confermati a vicenda.

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Ora, dunque, si può solo attendere di sapere quale sarà il voto dei Grandi Elettori e, mentre per i sostenitori di Donald Trump il risultato è già sicuro, per quelli di Hillary Clinton il Collegio degli elettori rimane un’ultima, fioca speranza di vedere la loro beniamina come Presidente degli Stati Uniti d’America.

Lavoro, Chiamparino risponde a Nosiglia: “Un nuovo welfare per sostenere l’occupazione”

chiampa scrivaniaL’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, all’assemblea dell’Agorà del Sociale di Torino, organizzata dalla Diocesi, ha tirato le orecchie ai politici (leggi nostre servizio in Prima Pagina). “Ci vuole una strategia, non basta la politica dei voucher”, questo il succo del discorso. La sua risposta l’ha data il presidente della regione, Sergio Chiamparino, intervenuto allo stesso incontro. Il governatore ha evidenziato la necessità di predisporre un nuovo tipo di welfare. Nel suo intervento ha detto che “non basta dire crescita per risolvere i problemi legati ai posti di lavoro, anche la manifattura 4.0 non accrescerà automaticamente l’occupazione, anzi dove verrà applicata tendenzialmente li ridurrà. Quello che bisogna fare è concentrarsi su come si danno le risposte”.Ha quindi dichiarato che uno dei punti fondamentali è il welfare: sua la proposta di ristudiarne l’applicazione così che “si dia qualcosa in meno da qualche parte e qualcosa in più al sostegno ai percorsi educativi e di accompagnamento al lavoro”.

I “pionieri” del Fitness sono partiti da Torino!

Di Paolo Michieletto

fit-1Molti non sanno che l’origine di tante attività del Fitness è Torino. Chi vi scrive, ad esempio, è colui che ha per primo inventato e codificato ed esportato tutta l’attività di Fitness in acqua in Italia e nel mondo (vedi se vuoi www.fitnessinacqua.it ) ma ne parleremo bene in estate… . Bisogna sapere che la nostra città ha avuto molti personaggi che hanno contribuito in maniera effettiva alla nascita e alla crescita del Fitness internazionale. Dato che alcuni non lo sanno e che la memoria di “altri” ha vita breve (vuoi per ignoranza, vuoi per convenienza…) proveremo da queste pagine a dare risalto a tutti coloro che hanno permesso alla nostra città di “rilucere” nel proscenio del benessere fisico in maniera sostanziale, permettendo anche ai più giovani di oggi di lavorare in un mondo creato da questi primi “incredibili” pionieri.

Oggi andremo alla scoperta di Giuseppe Fuso, in arte Beppe…, che è forse il “decano” di tutti gli insegnanti ancora in attività. Non è sicuramente il più “antico”, ma è uno dei pochi che ad un passato storico importante associa un presente molto attivo. Proviamo a conoscerlo meglio.

Nasce a Torino… alcuni anni fa, diciamo all’inizio anni 60… e nel ’91 comincia una carriera di Fitness instructor giramondo come pochi altri. A Cannes comincia ad insegnare con successo ginnastica in spiaggia e poi si sposta poco dopo a Saint Tropez, dove conosce e in certi momenti allena persone come Rupert Everett, George Michael (a cui un pochino Beppe rammenta in certi tratti), Vanessa Redgrave, Linda Evangelista e altri ancora, e comincia ad essere una star nel fitness delle star. Ha accessi privati a numeri e case di persone super vip mondiali, ma non ne ha mai approfittato, e ancora oggi è difficile comprenderlo per noi persone umane perché non l’abbia fatto, ma anche per questo Beppe è unico. Continua a spostarsi e da Parigi (Ken club presso Maison de la Radio), alla Germania in Saarbruck e Francoforte, conosce altre star mondiali (Gucci, Versace, Elton John…) e continua a creare lezioni uniche, essenziali, efficaci, alla “Beppe Fuso”, insomma. Conosce anche star del fitness mondiale quali Guillermo Gonzales Vega e condivide le prime scoperte del Fitness internazionale.

fitness-2Al suo ritorno in Italia, si confronta con la nostra realtà (sigh…), e incrocia un direttore di impianto che prima ancora di farlo lavorare, discute sul prezzo dicendogli che per quella cifra richiesta dovrebbe avere almeno un nome straniero!!! Incredibile è dire poco. Ma Beppe ovviamente non molla, e la sua esperienza spazza in fretta quella nuvola passeggera e da tanti anni lavora in Torino dando il meglio di sé. E allora gli chiedo che cosa pensi della realtà di oggi, degli insegnanti che a lui e a quelli come lui devono la creazione della professione di insegnante in palestra, e la sua risposta è laconica ed efficace: ” Alcuni mancano di identità propria, non curano la propria personalità, copiano ma non sono in grado di essere sé stessi”. Di cosa avrebbero bisogno? “Viaggiare di più, conoscere, acquisire più consapevolezza di quello che esiste e di ciò che c’è stato: guardare indietro per andare nel futuro!”

Qual è il tuo pensiero per i tuoi clienti, anzi, “amici”? “Ho imparato ad insegnare con la semplicità e con gesti efficaci in Germania, la musica è importante e il gesto non “contato” con la musica crea attenzione; durante la lezione ironizzo con loro e in tono scherzoso se devo dire a qualcuno che è tondo …glielo dico.. ma il carisma che spero di avere lascia intravvedere la mia disponibilità totale per loro. Il mio motto è: in palestra non si viene per migliorare ma per evitare di peggiorare”. Il suo augurio ai suoi amici, è che “purtoppo” per loro lo vedranno ancora per molti anni, ma lo auguriamo anche noi a lui.

Beppe Fuso ha creato un modo di fare lezione che non è né Tone Up, né Total Body, né qualsiasi altro nomignolo statunitense di equivoca traduzione. E’ la lezione di Beppe. La gente non segue i nomi delle lezioni, non si lascia attrarre dalle mode: segue Beppe perché lui dà loro sicurezza di serietà e un sorriso smagliante mentre infligge le peggiori fatiche con ironia. Efficacia e severità associate ad una umanità senza eguali: ragazzi che insegnate in giro per il mondo … imparate da Beppe non gli esercizi ma osservate la sua profonda umanità: tanta gente è con lui non solo per la fatica certa delle sue lezioni, ma per la garanzia di gran bella persona che lui è.Dalle spiagge al cemento, dall’Europa agli States, dalle star all’operaio, dalle palestre del Jet Set alle palestre di Torino e provincia, Beppe non distingue: è sempre sé stesso nel modo migliore possibile.

Paolo Michieletto

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LA RIFORMA DEI REATI AGROALIMENTARI

agricolturaUn forte sollecitazione ad accelerare i tempi di approvazione del disegno di legge che introduce nuovi reati agroalimentari, come l’agropirateria, il disastro sanitario e l’omesso ritiro di merci pericolose, è emersa  dal convegno organizzato dalla Struttura Controllo Alimenti, diretta dalla Dott.ssa Lucia Decastelli, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta. A confronto operatori del Sistema Sanitario Nazionale, giuristi e rappresentanti del settore alimentare.

Le frodi alimentari possono rappresentare un attentato alla salute delle persone e gli italiani le temono più di quelle economiche”, ha sottolineato la Direttrice Generale dello Zooprofilattico, Maria Caramelli, introducendo i lavori, a cui hanno partecipato, tra gli altri, l’ex Procuratore Generale di Torino, Gian Carlo Caselli, che ha presieduto la Commissione per la riforma dei reati agroalimentari, il procuratore aggiunto di Torino, Vincenzo Pacileo, componente della stessa commissione, l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero, e la professoressa Laura Scomparin, docente del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino.

La proposta del disegno di legge, ultimata un anno fa dalla commissione, è ora ferma al Consiglio dei Ministri in attesa di essere inviata al parlamento: “Le malattie trasmesse da alimenti crescono ogni anno dell’8% circa. Con la globalizzazione – ha continuato Caramelli – il cibo corre sempre più in fretta e diventa sempre più fondamentale il nostro ruolo di sentinelle della salute dei cittadini. La WEB AGRIRiforma Caselli sopperisce alle lacune dell’attuale normativa ad oggi, ad esempio, non sono definite le sanzioni per le mendaci o fuorvianti informazioni in etichetta, così come per la presenza di allergeni non dichiarati che rappresentano un rischio sempre maggiore, in quanto le allergie alimentari sono in costante aumento. Nell’ultimo biennio abbiamo eseguito 62.000 analisi per verificare il rischio microbiologico e chimico e il 2% dei campioni è risultato pericolo per la salute. Ma il nostro lavoro rischia di essere vanificato da una legislazione non al passo con i tempi”. 

Un concetto ripreso dal presidente della Commissione, Gian Carlo Caselli: “La normativa vigente è vecchia, piena di buchi e deve essere aggiornata e rettificata, esagerando si potrebbe dire che ha un effetto addirittura criminogeno e non deterrente. Il ministro Orlando crede nella riforma, ma

emerge la sensazione che vi siano spinte, legittime, soprattutto da parte delle industrie alimentari perche alcuni punti siano riesaminati con molta attenzione”.

“Bisogna fare pressione – ha aggiunto Caselli – perché la riforma vada avanti nell’interesse del consumatore, che si realizza anche attraverso corsie preferenziali per quanto riguarda la trattazione di alcuni reati. L’agropirateria è in costante aumento: il business dell’agromafia è ormai intorno a 16-17 miliardi di € all’anno. Il nuovo reato di agropirateria è importante perché colpisce le condotte illecite, organizzate e sistematiche, anche fuori dai casi di associazione a delinquere mafiosa”.

La proposta del disegno di legge è accolta favorevolmente anche dalla Coldiretti: “la commissione – ha detto il Presidente della Coldiretti di Torino Fabrizio Galliati – ha fatto un buon lavoro per tutelare lo straordinario patrimonio agroalimentare italiano”.

 

Medaglie della Liberazione a Rivoli e Ivrea

Domenica 20 novembre a Rivoli la cerimonia dedicata ai partigiani
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Dopo la prima cerimonia che si è svolta a Torino il 13 novembre, più di 100 persone di 33 comuni della provincia di Torino e della Val di Susa (tra partigiani, ex internati nei lager, militari e familiari dei deceduti), hanno ricevuto domenica 20 novembre nel palazzo del Comune di Rivoli (To) la Medaglia della Liberazione, conferita con decreto del Ministro della Difesa. L’iniziativa è stata promossa dal Comitato regionale Resistenza e Costituzione, in collaborazione con la Prefettura di Torino, alla presenza dei Sindaci dei Comuni interessati, nel 70° anniversario della Guerra di Liberazione e della Resistenza. Dopo le parole dell’inno nazionale cantate dal Coro Alpino Rivoli, il Sindaco di Rivoli ha aperto la cerimonia ricordando “il tributo reso da questa città alla lotta di Liberazione e lo sforzo con cui oggi – 70 anni dopo la Resistenza – ci impegniamo per trasmettere alle nuove generazioni la memoria di quei fatti e l’entusiasmo per gli ideali contenuti nella nostra Costituzione”. Il vicepresidente del Consiglio regionale, delegato al Comitato Resistenza, ha affermato: “Rivediamo oggi i volti segnati dal tempo di quei partigiani che hanno dedicato 20 duri mesi della loro gioventù alla Liberazione, in particolare ricordiamo Ivo Balboni che proprio ieri è mancato e tutti coloro che oggi non sono con noi. Molti comuni della Val di Susa sono stati segnati dalla lotta di Liberazione, tanti ragazzi a cui toccò in sorte un momento così difficile della Storia e anche molte donne che accudirono e salvarono vite. A tutti loro va oggi la nostra gratitudine”. Il prefetto di Torino, Renato Saccone, ha messo l’accento lo spirito di unità e collaborazione “tra Stato, Regione e Comuni che insieme hanno fortemente voluto questa cerimonia per rendere onore e ringraziare una comunità che è stata fortemente segnata dai 20 mesi della lotta di Liberazione. Dobbiamo insegnare ai giovanipartigiani Coazze quanto è stato fatto allora per seminare la democrazia che oggi tutti noi abbiamo il dovere di coltivare”.La medaglia della Liberazione, consegnata a ciascuno insieme ad un diploma di benemerenza, riproduce un dettaglio della monumentale cancellata in bronzo del mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma. Un capolavoro atistico in cui lavviluppo contorto degli elementi rappresenza l’orrore umano di quella tragedia.

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Consegnate a Ivrea sabato 19 novembre le Medaglie della Liberazione

È stata l’occasione per incontrarsi e per ricevere, oltre alla Medaglia della Liberazione, anche il caloroso abbraccio della comunità piemontese e delle sue istituzioni.

Sabato 19 novembre, a Ivrea presso il Teatro Giacosa, si è infatti svolta la cerimonia pubblica – organizzata dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale e dalla Prefettura di Torino – della consegna,  che ha dato la giusta solennità al riconoscimento per la lotta e il sacrificio delle tante donne e dei tanti uomini che hanno combattuto, sofferto e rischiato la vita per conquistare le libertà e la democrazia in cui oggi tutti noi viviamo. Il sindaco di Ivrea, rivolgendosi alla platea e ai numerosi colleghi del territorio, ha ricordato come la Resistenza debba essere considerata un patrimonio di valori. Ha poi preso la parola il vicepresidente dell’Assemblea legislativa piemontese, con delega al Comitato Resistenza, che ha ripercorso diversi episodi della lotta di Liberazione accaduti nel Canavese, soffermandosi anche sulla figura di Gino Pistoni, che il 25 luglio 1944, durante un attacco tedesco delle SS nella bassa Valle del Lys, mentre gli altri partigiani fuggivano, egli si attardò a soccorrere un soldato tedesco ferito a Tour d’Héréraz, venendo colpito da una scheggia di mortaio, che gli recise l’arteria femorale. Restò nella più completa solitudine a dissanguarsi e a consumare la sua agonia, compiendo con le residue capacità, prima di spirare, unpartigia vero atto di fede: con le dita intrise di sangue, scrisse sulla tela del tascapane un messaggio-testamento rimasto unico nella storia della Resistenza “Offro la mia vita per l’Azione Cattolica e per l’Italia, W Cristo Re”. Ha poi concluso il suo intervento facendo cenno alle parole di Franklin Delano Roosvelt, presidente degli Stati Uniti: “Se i frutti delle libertà e delle libertà civili sono poco vivi in certi Paesi, nel nostro devono essere più splendenti. Se altri Paesi censurano le libertà altrui, nel nostro dobbiamo rafforzare gli sforzi per renderci liberi, se in altri Paesi la libertà viene oltraggiata, noi dobbiamo costituire un posto sicuro nel quale essa viene tenuta viva”. Prima dell’inizio della consegna, è ancora intervenuto il prefetto di Torino Renato Saccone, che ha spiegato che le medaglie sono state volute dal Ministero della Difesa, poi ratificate dal Parlamento, in occasione del 70° anniversario della Guerra di Liberazione con lo scopo di riconoscere l’impegno e il sacrificio di quanti si batterono per affermare i principi di libertà e indipendenza sui quali si fonda la Repubblica.

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 L’ultimo appuntamento per la consegna delle Medaglie della Liberazione si terrà domenica 27 novembre al Teatro Sociale di Pinerolo.

www.cr.piemonte.it

 

Pioggia in vista per tutta la settimana su Torino e Piemonte

pioggia-13Piogge in vista  in particolare su Piemonte e Nord Ovest nel complesso. Il Centro Epson Meteo prevede che pioverà per tutta la settimana, con accumuli  importanti su Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. Le previsioni dicono che la fase di pioggia al Nordovestpioggia-12 sarà lunga, forse per tutta la settimana. Si prevedono abbondanti piogge che  potrebbero causare aumenti dei livelli di torrenti, fiumi e laghi, con quantitativi  superiori ai 200 litri per metro quadrato e localmente con picchi superiori a 300 litri”. Sulle montagne nevicate sul settore alpino e prealpino centro occidentale.

(foto: il Torinese)

Seconda vittoria granata in trasferta, 2-0 sul Crotone

toro flagE’ di nuovo tempo di vittoria trasferta per i granata. E’ la seconda del  campionato, contro il Crotone per 2-0. Super  doppietta di Belotti nel secondo tempo, con gli avversari agguerriti vicini al vantaggio più di una volta. Mihajlovic valorizza in campo tutte le punte e il Toro arriva a 22 punti, vista  Europa. Onore al merito  agli avversari calabresi che hanno lottato fino alla fine.

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Andrea Belotti, dopo la partita ha dichiarato all’agenzia Ansa: “Mihajlovic sa caricare i giocatori. Nel primo tempo non ero quello che si era visto nelle partite precedenti, non avevo la stessa rabbia. Allora a  fine primo tempo è venuto a dirmelo. All’inizio è stato calmo, ma si sa com’è: ogni tanto c’è una pacca sulla spalla abbastanza forte. Sono  piccole cose che però  ti caricano. Anche se lui quando è particolarmente arrabbiato, ci ribalta tutti”.