I granata espugnano la Genova rosso-blu
GENOA-TORINO 0-1
Le grandi parate di Salvatore (di nome e di fatto) Sirigu e la prodezza di Cristian Ansaldi consentono al Toro di riprende la sua marcia europea.
Una rete di Cristian Ansaldi al 58′ consente al Toro di conquistare tre punti sul campo di un Genoa sempre più in difficoltà. Il successo in casa del “grifone” consente ai granata (salvati più volte dalle parate di Salvatore -di nome e di fatto- Sirigu) di fare un importante passo avanti in ottica europea: l’1-0 di Marassi vale, infatti, il sorpasso sulla Lazio, clamorosamente sconfitta a domicilio per 2-1 dal già retrocesso Chievo e ferma a 52 punti. Il Toro è ora settimo, a quota 53, a tre sole lunghezze dalla quarta piazza (ultima utile per l’accesso alla Champions League), attualmente appannaggio di Milan (bloccato sull’1-1 in Emilia dal Parma) e Atalanta (brava nell’espugnare per 2-1 il campo del Napoli) a quota 56, con la Roma a inseguire a 55 dopo l’1-1 di San Siro con l’Inter. Sostanzialmente, dai 56 punti della “strana coppia” Milan-Atalanta ai 52 della Lazio sono raggruppate cinque compagini per un unico posto in Champions League: due accederanno all’Europa League, mentre per il terzo “biglietto” per l’ex Coppa UEFA bisognerà attendere i verdetti della Coppa Italia. Infatti, qualora la Coppa nazionale venisse conquistata da una compagine già qualificata per le Coppe Europee, in Europa League accederebbe anche la settima piazzata in campionato. Per il Toro si aprono ora scenari mai vissuti in tempi recenti: infatti, da quando la Champions League è strutturata così com’è attualmente, i granata non solo non hanno mai conquistato il “pass” per l’ex Coppa dei Campioni, ma neppure ci sono andati neanche lontanamente vicini. Ora diventa fondamentale lo scontro diretto di domenica prossima (ore 20:30) al “Grande Torino” col Milan: in caso di successo, il Toro aggancerebbe i meneghini a quota 56 (ma superandoli per la classifica avulsa, visto lo 0-0 dell’andata in Lombardia), confidando poi in risultati favorevoli dagli altri campi, che vedranno la Roma all’opera nella “Città Eterna” col già salvo Cagliari, la Lazio impegnata a Marassi con una Sampdoria ormai scivolata a -5 dalla “zona Europa” e l’Atalanta ospitare (nel posticipo di lunedì sera) un’Udinese impelagata nella lotta per non retrocedere e quindi alla ricerca di fondamentali punti-salvezza.
Giuseppe Livraghi
Siamo arrivati all’ottava uscita di “donne (in nero) a Torino” la serie di dieci articoli a carattere artistico-culturale, edita ilTorinese.it, in uscita il martedì. Siamo dunque alle ultime battute, ma abbiamo ancora un tratto di strada insieme. Per chi avesse iniziato solo adesso a seguire la serie, negli articoli precedenti si è trattato di vari quadri accomunati dalla caratteristica comune di ritrarre donne –per la precisione madonne- vestite (o meglio ammantate) di nero. Per ogni uscita “donne (in nero)” ha proposto l’analisi di un quadro, analisi che talvolta si è servita del riferimento ad altre opere per far notare alcuni particolari, come per l’esempio della Ambrosius Benson conservata a Palazzo Madama (articolo del 9 aprile) oppure ha trattato del fermento pittorico entro cui l’opera è da collocarsi, come nel caso del Polittico di Sant’Anna diGaudenzio Ferrari ai Musei Reali (del 19 marzo) o, per dire, dell’influenza bizantina del Cimabue suDuccio di Buoninsegna nella 1a e nella 5a uscita, 5a uscita leggermente più lunga delle altre in termini di tempo di lettura, ma particolarmente interessante anche per il fatto che riassume le precedenti. Come anticipato, l’opera protagonista di questa ottava puntata è il trittico di Giovanni Martino Spanzotti – di cui, eccezionalmente, pubblichiamo un’immagine anche del retro-. L’opera è dipinta su tavola con la tecnica mista tempera e oro, infine è conservato ai Reali di Torino. Il trittico dello Spanzotti proviene dalla provincia di Alessandria è datato posteriormente al 1480 ed è chiamato Madonna in trono con il bambino e i santi Ubaldo e Sebastiano. Come si vede bene dal retro dell’opera il trittico è così detto per un motivo del tutto pratico, cioè per il fatto che è composto da tre tavole unite insieme. Come di solito avviene per i titoli delle opere pittoriche, anche in questo le tavole sono identificate attraverso i personaggi che ritraggono; al centro è dipinta Santa Maria(assisa su di un trono), alla sinistra del trittico vediamo sant’Ubaldo e all’estrema destra riconosciamo san Sebastiano. A proposito di questi due, se sant’Ubaldo è presente di rado nella storia dell’arte, di lui si notano il copricapo bianco, il mantello rosso e il bastone pastorale, san Sebastiano invece è piuttosto frequente. Sempre raffigurato con frecce, talvolta è stante, altre volte invece è detto San Sebastiano penitente nel caso in cui le frecce lo trafiggano, come nel racconto che riguarda il suo martirio. Considerando anche il Bambin Gesù, tutti e quattro i personaggi del quadro sono dipinti con l’aureola simbolo di santità e beatitudine. Il cerchio dorato intorno al capo di ognuno è particolarmente notevole neltrittico dello Spanzotti per il fatto che ha un ordine prospettico, ossia il cerchio segue l’orientamento del volto, nello spazio; inoltre ha uno spessore considerevole, cosa che non è comune, molto spesso infatti l’aureola è accennata, dipinta con ombreggiatura oppure ancora comunemente è disegnata a colore con tratto semplice. La Madonna del trittico dello Spanzotti ha capelli biondi che le cadono copiosi sulle spalle adagiati sul mantello nero-blu che la copre fino ai piedi. Il mantello casca con morbide pieghe fino a terra, copre anche le braccia, lasciando visibili solo il petto e le mani. La veste rosso-aranciato indossata al di sotto è visibile in petto e spunta sul piede sinistro. Il bambino è adagiato in grembo su un cuscino color acquamarina e non è del tutto nudo, infatti ha una maglia scaldacuore, inoltre il piccolo tiene fra la manina e l’avambaccio destro, un libretto rilegato. L’abbraccio della madre cinge la spalla sinistra e il piede destro del piccolo che le si rivolge supino. Caratteristiche nell’insieme del trittico, a parte lo sfondo a righe verticali bianche e rosse, sono le foglie, sparse sul pavimento del dipinto, pavimento colorato di rosa allo stesso modo del muro che corre lungo il terzo trasversale inferiore, subito sotto l’impalcatura centrale in altorilievo dorato. Lo sapevate che Donne in Nero è anche una manifestazione contro la guerra che si svolge in centro a Torino ogni ultimo venerdì di ogni mese? Alla prossima!
Elettra_ellie_Nicodemi
https://www.museireali.beniculturali.it/opere/madonna-trono-bambino-santi-ubaldo-sebastiano/
Infini.to – Planetario di Torino, Museo dell’Astronomia e dello Spazio – durante il periodo pasquale, sarà aperto con orario festivo tutti i giorni fatta eccezione per lunedì 22, martedì 23 e mercoledì 24 aprile.
Durante le aperture il pubblico potrà visitare il Museo dell’Astronomia e dello Spazio liberamente o utilizzando le guide interattive SpazioApp (richiedere il tablet in biglietteria).
Diversi gli spettacoli del Planetario in calendario. Seduti sulle poltrone di Infini.to sarà possibile osservare il cielo notturno, anche dall’emisfero australe, riconoscere le costellazioni e imparare ad orientarsi, incontrare la misteriosa Materia Oscura, e viaggiare nello spazio e nel tempo dal Big Bang ad oggi. I più piccoli potranno incontrare il pinguino esploratore James, l’orso polare Vladimir e la loro amica Lucia. Insieme a loro potranno viaggiare intorno alla Terra e nel Sistema Solare, scoprendo quali sono le caratteristiche che accomunano i pianeti e in cosa si differenziano oppure andare a caccia di “stelle cadenti”. Grandi e piccini potranno destreggiarsi, dal 25 al 28 aprile, nei laboratori, costruendo comete, costellazioni in scatola o giocando con i lego come veri esploratori dello Spazio.
Venerdì 19 aprile sarà anche possibile partecipare alla serata osservativa “Un cielo di stelle al Parco Astronomico”, organizzata in collaborazione con l’Osservatorio Astrofisico di Torino (prevendita biglietti su TicketOne).
GIORNI E ORARI DI APERTURA
18-21/4: 14.30 – 19.30
Chiusura biglietteria 1 ora prima
22-24/4: CHIUSO
25-28/4: 14.30 – 19.30
Chiusura biglietteria 1 ora prima
Il Polo del ‘900 e gli enti che ne fanno parte organizzano un fitto calendario di appuntamenti fino al 2 maggio, fra festa e memoria. Voci, volti, storie, fatti, testimonianze, luoghi diventano lo strumento per ricordare assieme alla cittadinanza la lotta alla Liberazione, condividerne i valori, tutelarli, per diffonderli fra le nuove generazioni, contro i pericoli che corrono le democrazie oggi
Il programma è ricco di attività e ha come baricentro il Polo del ’900 e i luoghi della Resistenza, riscoperti attraverso percorsi in città a piedi e sui tram storici
Non mancano presentazioni di libri, reading, incontri, proiezioni: momenti di riflessione collettiva, alla scoperta di personaggi che hanno segnato (e sognato) la libertà, con le loro storie come quella del giovane torinese Carlo Mainardi, liberato dalla caserma di via Asti con l’incarico di annunciare la fine della guerra, ricordato attraverso un percorso a piedi che dalla caserma condurrà al Polo del ‘900 (25 aprile ore 10.30 e 15 – tradotto in sei lingue); o ancora le vicende di Franco Balbis, Paolo Braccini e Eusebio Giambone ricordati attraverso una visita guidata al Museo della Resistenza (25 aprile ore 15), aperto dalle 10 alle 22 in occasione della Festa di Liberazione. Anche il centenario dalla nascita di Primo Levi viene celebrato il 25 aprile al Polo del ‘900 che ospita alcune iniziative all’interno del progetto di Valter Malosti (TPE) dal titolo “Il sistema periodico. Letture, spettacoli incontri approfondimenti”: con un primo appuntamento, alle 16.30, con la partecipazione di Fabio Levi e Domenico Scarpa del Centro Internazionale di Studi Primo Levi.Molte le attività dedicate ai più piccoli come i laboratori di lettura per bambini in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi (25 aprile ore 11) e le attività ludico-didattiche presso l’Ospedale infantile Regina Margherita (24 aprile ore 15), grazie alla collaborazione con Fondazione Forma Onlus.
Sergio Soave, presidente della Fondazione Polo del ‘900 commenta: “La lotta e la liberazione dal nazifascismo costituiscono un presupposto essenziale per la nascita dei valori fondanti il nostro vivere quotidiano. Diritti, pace, integrazione, informazione, educazione, lavoro, democrazia, cultura sono il frutto di un percorso di grandi conquiste che ci hanno portato fino ad oggi. Sta dunque a istituzioni come il Polo del’900 e gli enti che ne fanno parte, tenere viva l’attenzione sull’importanza di quanto conquistato nella seconda metà del XX Secolo, e su quanto sia facile perderlo, giorno dopo giorno, a piccoli e a volte impercettibili passi indietro”
Il Polo del ‘900 e gli Enti partner contribuiscono alle iniziative per le celebrazioni del 25 Aprile 2019 realizzate dalla Città di Torino in accordo con il Comitato di coordinamento fra le associazioni della Resistenza del Piemonte, la Regione Piemonte e la Città Metropolitana di Torino, il Consiglio regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione.
Le attività per celebrare il 25 aprile hanno avuto inizio martedì 9 aprile e si concluderanno il 2 maggio. Di seguito il programma con i prossimi appuntamenti:
- Martedì 23 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala Didattica. A cura di Fiap, in collaborazione con Assoarma Torino, Associazione nazionale combattenti e reduci, Anei, Associazione nazionale combattenti delle Forze armate regolari Guerra di Liberazione, Istoreto e Centro studi Giorgio Catti. Convegno Dalle battaglie della Linea Gotica alla Liberazione del Piemonte. a partire dal libro “Le grandi battaglie della Linea Gotica” di Franco e Tomaso Cravarezza, si approfondiranno eventi, ruoli e relazioni tra i protagonisti militari alleati, italiani e della Resistenza nel periodo agosto 1944-aprile 1945. Intervengono con gli autori e l’editore, Antonio Caputo e Luciano Boccalatte. Saluti istituzionali del presidente del Consiglio regionale.
- Mercoledì 24 aprile, dalle 15 alle 17 | Bibliomouse dell’Ospedale infantile Regina Margherita. A cura di Polo del ‘900, in collaborazione con Fondazione Forma Onlus. Un salto nella storia. Uno spazio ludico-didattico per avvicinare i bambini ad alcuni momenti del movimento di Resistenza e dalla Liberazione dell’Italia partendo da libri e testimonianze custoditi negli archivi del Polo e coinvolgendoli attivamente attraverso un’attività esperienziale di libera espressione della loro fantasia.
- Giovedì 25 aprile | corso Valdocco 4/a. Apertura straordinaria del Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Dalle 10 alle 22, il Museo sarà aperto con orario prolungato. Tra le 15 e le 17, sarà possibile accedere all’allestimento permanente Torino 1938-1948. Dalle leggi razziali alla Costituzione soltanto previa prenotazione per una delle due visite guidate proposte.
- Giovedì 25 aprile, ore 10.30 | via Asti 22, Caserma Alessandro La Marmora. A cura di Rete italiana di cultura popolare, con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Percorso a piedi Torino cambia pelle, partenza dalla Caserma Alessandro La Marmora sino al Polo del ‘900. Prenotazione obbligatoria all’indirizzo didattica@polodel900.it
- Giovedì 25 aprile, ore 11 | via del Carmine 14, Area Kids. A cura di Polo del ‘900, in collaborazione con Biblioteche civiche Torinesi e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Letture per bambini Un mondo di raccontastorie al Polo del ‘900. Storie per la Liberazione. Laboratorio di lettura per bambini (6-11 anni). Info e prenotazioni: didattica@polodel900.it.
- Giovedì 25 aprile, ore 11.30 | partenza da via Baltea 3. A cura di: Atelier Héritage, in collaborazione con Istoreto. Itinerario urbano A spasso con il Moro. Un tour di Barriera tra Resistenza e Liberazione. Un tour, scritto dai ragazzi di Atelier Héritage insieme a Istoreto, nei luoghi e nelle storie che videro il quartiere di Barriera di Milano protagonista dei giorni della Liberazione.
- Giovedì 25 aprile, ore 11.30 | corso Valdocco 4/a, Cortile di Palazzo San Celso. A cura di Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti, in collaborazione con CoroMoro e MorusOnlus e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Concerto del CoroMoro. Saranno eseguite canzoni tradizionali in dialetto piemontese e non, con un’attenzione particolare al tema della Resistenza.
- Giovedì 25 aprile, ore 15 | corso Valdocco 4/a, Sala Conferenze. A cura di Ancr. Proiezione del film: Achtung! Banditi! di Carlo Lizzani (1951).
- Giovedì 25 aprile, ore 15 e 16 | corso Valdocco 4/a. A cura di Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, in collaborazione con Istoreto e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Visita guidata La Liberazione tra documenti e narrazione. Le vicende di Franco Balbis, Paolo Braccini ed Eusebio Giambone saranno il filo rosso di un percorso che accompagnerà i partecipanti alla riscoperta di alcuni momenti della Liberazione di Torino. Biglietto di ingresso ridotto 3 euro – gratuito per minori di 16 anni. Prenotazione obbligatoria, peri info e prenotazioni: didattica@museodiffusotorino.it; tel. +39 011.01120780 negli orari di apertura del Museo diffuso (da martedì a domenica dalle 10 alle 18, giovedì dalle 14 alle 22, lunedì chiuso).
- Giovedì 25 aprile, ore 16.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. Andare in montagna. Dialogo tra Valter Malosti, Fabio Levi, Domenico Scarpa.
- Giovedì 25 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. Argon, ferro e oro. Reading con letture di Bruno Gambarotta e Elia Schilton. Una produzione TPE–Teatro Piemonte Europa – in collaborazione con Centro internazionale di studi Primo Levi e Giulio Einaudi Editore.
- Venerdì 26 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. A cura di Associazione Valsusa Filmfest, in collaborazione con Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Proiezione dell’opera vincitrice del concorso Fare Memoria del XXIII Valsusa Filmfest.
- Venerdì 26 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala Didattica. A cura di Anppia. Presentazione dei libri Gli uomini di Mussolini (2a edizione) e Il Generale Mario Roatta dello storico Davide Conti. Con l’autore interviene Bruno Segre.
- Sabato 27 aprile, ore 15.30 | Piazza Risorgimento, angolo fra Via Rosta e Via Nazzaro. A cura di Museo di Arte Urbana, in collaborazione con Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Borgo Campidoglio nel dopoguerra. Due visite guidate successive, una al rifugio antiaereo di Piazza Risorgimento e una al Museo di Arte Urbana, condurranno i cittadini in un percorso di approfondimento su due luoghi significativi per la storia del Borgo. Prenotazione obbligatoria al 800 329 329, Torino abbonamento musei. Biglietto per la visita al rifugio 4 euro, visita al Mau gratuita.
- Sabato 27 aprile, ore 16.30 e 17.30 | Piazza Risorgimento, angolo fra Via Rosta e Via Nazzaro. A cura di Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Aperture straordinarie del Rifugio antiaereo. Visita del rifugio antiaereo di Piazza Risorgimento, per cui si scenderà 12 metri sottoterra in un rifugio utilizzato dalla cittadinanza durante il periodo dei bombardamenti. Alla narrazione delle vicende legate al sito, si aggiungono le letture di alcune testimonianze che aiuteranno i partecipanti a cogliere la valenza simbolica del luogo visitato. Biglietto per la visita al rifugio 4€. Prenotazione obbligatoria, per info e prenotazioni: didattica@museodiffusotorino.it; tel. +39 011.01120780 negli orari di apertura del Museo diffuso (da martedì a domenica dalle 10 alle 18, giovedì dalle 14 alle 22, lunedì chiuso).
- Sabato 27 aprile, ore 20.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. A cura di Aned, Associazione I RETROSCENA e 296 Model Venaria. Auschwitz dall’alto. Un’installazione multimediale per raccontare e spiegare alle nuove generazioni uno dei momenti più tristi della storia, partendo dal libro “Il Triangolo di Gliwice” del partigiano e deportato Pio Bigo.
- Domenica 28 aprile, ore 10 e 11.15 | Piazza Statuto angolo corso San Martino (capolinea della linea 10). A cura di Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà e Istoreto, in collaborazione con l’Associazione Torinese Tram Storici e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Luoghi e voci della Resistenza nelle vie di Torino. In un suggestivo percorso lungo le vie e piazze di Torino a bordo di un tram storico degli anni trenta proveremo a rivivere le intense atmosfere del tempo di guerra accompagnati dalla proiezione di testimonianze di alcuni partigiani che contribuirono alla lotta di liberazione nazionale. Prenotazione obbligatoria, peri info e prenotazioni: didattica@museodiffusotorino.it; tel. +39 011.01120780 negli orari di apertura del Museo diffuso (da martedì a domenica dalle 10 alle 18, giovedì dalle 14 alle 22, lunedì chiuso).
- Giovedì 2 maggio, ore 18 | corso Valdocco 4/a, Sala Conferenze. A cura di Istituto di studi storici Gaetano Salvemini – in collaborazione con Goethe-Institut Turin. Stärker als die Nacht (Più forti della notte). La storia della resistenza al nazismo, della presa del potere di Hitler nel 1933 fino al suo crollo nel 1945, raccontata attraverso la lotta di una coppia di operai comunisti di Amburgo e di alcuni loro vicini di casa.
Marco Travaglini
Esercito, concluso il Basic module
Si è concluso presso il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione il Basic Module (Army) del corso“5+5 Defence College”. Il Centro Studi Post Conflict Operations (CSPCO), organizzatore dell’evento, ha reso possibile l’impegno preso dallo Stato Maggiore della Difesa, nel corso del 17th Academic Committee Meeting di Parigi (26 – 28 marzo 2018), per lo svolgimento in Italia del corso. Il modulo, dal titolo “Orientation on Stabilization and Reconstruction (S&R)” (Orientamento sulla Stabilizzazione e Ricostruzione) ed erogato interamente in lingua inglese da esperti militari e civili, ha avuto come obiettivo quello di discutere problematiche comuni in merito alla sicurezza e alla difesa del Mediterraneo Occidentale e di accrescere nei frequentatori la conoscenza e la consapevolezza della particolare complessità che caratterizza le operazioni di stabilizzazione e ricostruzione (S&R) attraverso una serie di lezioni e tavole rotonde. 14 giovani ufficiali provenienti da Algeria, Francia, Italia, Malta, Marocco, Mauritania, Spagna e Tunisia, hanno avuto l’opportunità di interagire tra loro e con lo staff del CSPCO al fine di rafforzare quel network di relazioni indispensabile per creare una coscienza comune sulle varie problematiche che interessano l’area. L’attività formativa rivolta a Ufficiali, nazionali e stranieri, con l’intento di cooperare nel campo della sicurezza attraverso i moduli del “5+5 Defence College” continua ad essere di rilevanza strategica per rafforzare i legami tra i Paesi della sponda Nord e quelli della sponda Sud del Mediterraneo occidentale e testimonia la capacità dell’Esercito Italiano di essere attore sempre più presente e concreto nella scena internazionale.
Sudan, speranze di democrazia
FOCUS INTERNAZIONALE di Filippo Re
Omar al Bashir, l’icona del terrore, un presidente dittatore che ha dominato con il pugno di ferro per 30 anni il Sudan e che si è reso responsabile, con le sue terribili milizie, di crimini orrendi contro i sudanesi. Un tiranno, che dopo aver preso il potere nel 1989 con un colpo di Stato, ha regnato con le mani sporche di sangue nel nome di un islam integralista e radicale
Per tre decenni ha represso duramente gli oppositori e ha sterminato la popolazione del Darfur eliminando circa 400.000 civili. Pochi ricordano la tragedia e la pulizia etnica del Darfur. Regione del Sudan occidentale, nel deserto del Sahara, il Darfur, dal 2003 al 2010, è stato teatro di un tragico conflitto tra gli arabi e i neri africani che sono la maggioranza nell’area e sono combattuti dal regime. La situazione è peggiorata con la comparsa delle feroci milizie islamiste Janjawid reclutate dal dittatore al Bashir e scagliate contro i neri del Darfur. Fu una carneficina con centinaia di migliaia di morti e tre milioni di profughi. Il regime di Khartoum intervenne direttamente nel conflitto aiutando i miliziani arabi con raid aerei e fornendo loro armi, mezzi militari e denaro. Per tutti questi motivi, al Bashir, ora ex presidente deposto dai militari, è ricercato e accusato dalla Corte penale internazionale dell’Aja di genocidio, di crimini di guerra e di continue violazioni dei diritti umani. È sempre riuscito a farla franca grazie al sostegno di altri dittatori africani e dell’appoggio della Russia, dell’Iran, di Qatar e Turchia e della Cina a cui vende molto petrolio. Ma il Sudan di al Bashir e del suo fedelissimo Hassan al Turabi, leader politico e religioso del Fronte islamico nazionale e ideologo dei Fratelli Musulmani sudanesi, è uno Stato sponsor del terrorismo. Al Bashir e al Turabi (morto tre anni fa) radicalizzano il Paese imponendo la stretta osservanza della Sharia (la legge coranica) e spalancano le porte ai membri di al Qaida e a gruppi fondamentalisti provenienti da vari Paesi islamici. Le inchieste condotte dopo i primi attentati terroristici nel 1992-93, attribuiti ai seguaci di Bin Laden a Mogadiscio e nello Yemen, hanno rivelato che alcuni estremisti sono arrivati dai campi di addestramento qaedisti in Sudan.
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Al Bashir ospitò con tutti gli onori Osama bin Laden nei primi anni Novanta, proveniente dall’Arabia Saudita, suscitando l’ira di Bill Clinton che non perse tempo a mettere il Sudan nella lista nera del terrorismo internazionale e a imporre l’embargo al Paese africano, grande otto volte l’Italia e diviso tra il nord arabo-islamico e il sud cristiano e animista. Le insistenti pressioni saudite e americane costrinsero il capo di al Qaida a lasciare il Sudan per rifugiarsi in Afghanistan. Lo scontro tra Washington e Khartoum si inasprì nel 1998 quando un commando qaedista, partito dal Sudan, colpì le ambasciate americane a Nairobi in Kenia e a Dar al-Salam in Tanzania (234 morti). Come ritorsione Clinton ordinò un raid aereo contro una fabbrica di farmaci, presso Khartoum, che secondo la Cia era un centro per la produzione di armi chimiche. Ma le attenzioni degli americani si sono presto concentrate anche nel sud del Sudan dove da vent’anni era in corso una guerra per il controllo dei pozzi petroliferi tra il regime islamista di Khartoum e i ribelli cristiani delle province meridionali. Alla fine degli anni Novanta il Congresso americano condannò il governo di al Bashir per i massacri compiuti dai militari di Khartoum nel Sudan meridionale. Il conflitto terminò nel 2005 e, dopo un’autonomia di sei anni che l’uomo forte sudanese fu costretto a cedere, il 9 luglio 2011 nacque con un referendum il Sud Sudan che si portò via il 70% delle ricchezze petrolifere impoverendo il nord. I due Stati sono rimasti legati, per interessi economici, anche dopo la separazione avvenuta otto anni fa ma la speranza di veder crescere una nuova nazione in pace è naufragata con lo scoppio di una guerra civile scatenata dai nuovi leader del Sud Sudan. Con 300.000 morti e due milioni di profughi il giovane Stato deve affrontare una gravissima crisi umanitaria. Secondo le agenzie dell’Onu sette milioni di sud-sudanesi sono denutriti tra cui quasi un milione di bambini sotto i cinque anni. Ecco dunque la parabola del dittatore al Bashir, 75 anni, destituito dall’esercito su pressione dei manifestanti. Il 19 dicembre scorso centinaia di persone si sono riversate nelle strade di città e villaggi per protestare contro il prezzo triplicato del pane costringendo Bashir a dichiarare lo stato di emergenza. Il 6 aprile migliaia di sudanesi sono tornati in piazza a Khartoum per chiedere libertà e riforme profonde e l’11 aprile al Bashir si è dimesso mentre i suoi ministri venivano arrestati. Khartoum comunica che al Bashir non verrà consegnato alla giustizia dell’Aja in caso di richiesta della Corte europea che ha spiccato nei suoi confronti diversi mandati di cattura internazionale.
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L’opposizione chiede una vera svolta democratica e accusa i militari di riprodurre con nuovi volti il vecchio regime. La forte volontà di cambiare il Paese non ferma i sudanesi che hanno ottenuto la rimozione del nuovo premier Ibn Auf, stretto collaboratore di Bashir e responsabile, insieme al dittatore, dei massacri in Darfur. Il nuovo leader provvisorio è il generale Burhan, un ufficiale più rispettabile, che guiderà una fase di transizione di due anni, senza elezioni. Cercherà di ricucire il dialogo con i manifestanti, riportare ordine nel Paese e gestire le eventuali conseguenze del golpe di Khartoum sull’accordo di pace nel Sud Sudan firmato il 12 settembre 2018 ad Addis Abeba dai due leader antagonisti, il presidente Salva Kiir e il capo ribelle ed ex vice presidente Riek Machar, ai quali Papa Francesco, con un gesto simbolico e storico, ha baciato i piedi in Vaticano nella speranza di rinvigorire l’intesa. La breve storia del giovane Stato si incrocia con quella del Sudan perchè il presidente Omar al Bashir, interessato al petrolio del sud, è stato il garante della pace nel Sud Sudan andando nella capitale Juba per convincere le due parti in lotta a fermare la guerra. Dopo Bouteflika in Algeria e Mugabe nello Zimbabwe scende dal trono anche Bashir. Tramonta un’epoca sulla nazione dei leggendari Mahdi e Gordon Pascià ma è probabile che finchè ci sarà un regime militare la situazione non cambierà molto. Il futuro è denso di incognite e la democrazia può aspettare.
dal settimanale “La Voce e il Tempo”
Pranzo alla Fondazione Buzzi
Lunedì, giorno di Pasquetta, alla FONDAZIONE MAURIZIO BUZZI di Casale Monferrato si è svolto il tradizionale pranzo del centro anziani, organizzato in modo eccellente e raffinato da Alessandra. I numerosi partecipanti hanno trascorso una piacevolissima giornata di festa anche col ballo allietato dalla presenza del disc jokey Mauri.
Avellino Torino, un’amichevole…sconfitta
Più che una vera e propria partita è sembrato ai più che l’incontro tra le due squadre sia stato a livello di energia come quello di una partita giocata a “intensità limitata”. Torino arrivava da una settimana che potremmo definire complessa, ad essere buoni, tra situazione societaria ancora in divenire e difficoltà economiche da risolvere. I giocatori, di cui alcuni infortunati o reduci da problemi che non ha loro permesso di entrare in campo, hanno giocato in maniera sicuramente confusa sia mentale che tecnica.
Impossibile dare un giudizio “sportivo” sui giocatori e della partita in generale. E’ stata un’assenza costante di emozioni durante tutta la durata della gara con alcuni tratti di gioco alternati a lunghe pause imbarazzanti.Purtroppo la stagione sembra volgere al termine in maniera mesta e deludente. Probabilmente, sul campo, visti i risultati delle altre squadre, la salvezza si è quasi guadagnata. Di sicuro l’esperienza di questi due anni ci segnala che uno dei problemi fondamentali delle ultime due annate risiede anche in una non buona (ad essere generosi) gestione del rapporto con i giocatori che hanno condotto ad un eloquente rapporto vittorie sconfitte di 3-12 l’altr’anno e 4-11 al momento quest’anno con la gestione del povero Galbiati, il quale probabilmente avrà ancora bisogno di tempo per imparare qualcosa, non tanto forse dal punto di vista tecnico ma di sicuro nel rapporto con i giocatori che non sempre riescono ad essere in sintonia con la gestione tecnica. E’ anche vero che è sempre subentrato in corsa, ma i risultati, tranne l’episodio storico della Coppa Italia, sono “matematici”.In ogni caso, i giocatori, l’allenatore, anzi gli allenatori, la dirigenza e tutti coloro che all’interno della società a prezzo di sacrifici a vario “titolo” vivono e hanno vissuto e forse vivranno una situazione non facile, sono pieni di “giustificazioni”, anche se ai più non sembrano mai sufficienti. Ma si sa, il pubblico è “bestia feroce” e domarlo non è possibile, semmai solo blandirlo ed esaltarlo; è anche vero però che è solo perché esiste il pubblico che lo sport-spettacolo esiste. Ci si aspetta quindi una risposta adeguata da parte dei protagonisti in maniera da esaudire la giusta voglia di vedere impegno e spettacolo da parte di chi assiste al gioco. Ai giocatori e a tutti i protagonisti attivi auguriamo solo il meglio affinché le loro prestazioni vengano adeguatamente compensate, però, anche per loro stessi, auspichiamo che giochino comunque al meglio in quanto è anche la loro vetrina…e il prodotto lo compri se appare di qualità, e se la qualità si vede e non si immagina, potrebbe anche valere di più. Sarà una settimana importante: speriamo che il mondo intorno al basket torinese sappia reagire al meglio per poter permettere a me e a tutti gli altri di “lamentarsi” del basket di serie A di Torino anche il prossimo anno… e sarà sempre meglio di dover tifare “contro” qualcuno guardando le partite degli altri in TV.
Paolo Michieletto
Fede e bellezza sintonia divina
Fede e Bellezza sono due sostantivi che nella storia e nella cultura del Cristianesimo non sono in contrapposizione, anzi. E lo dimostra la recente pubblicazione di Luciano Orsini suddivisa in due tomi, il primo su ‘Le meraviglie del Creato trasformate dall’uomo al servizio del sacro e del bello’ , il secondo ‘Gemme’, realizzato con la collaborazione di Paolo Orsini. Lo stesso autore può essere testimonianza di questo. Infatti, da un lato nel 2004 è stato ordinato diacono permanente dall’allora vescovo di Alessandria, Fernando Charrier, e svolge la sua attività pastorale presso la parrocchia di Pecetto di Valenza, dove è nato ed abita da sempre. Dall’altro vanta invece un lungo curriculum nel settore letterario ed artistico. Allievo ed assistente di Speranza Cavenago Bignami Moneta, luminare della gemmologia internazionale, è stato poi docente alle scuole statali superiori come ordinario di analisi gemmologiche e professore a contratto del Politecnico di Torino-Sede di Alessandria. Per le forze dell’ordine tiene un regolare corso di formazione sulla tutela e conservazione degli arresi e suppellettili sacre, coordinato dalla Diocesi di Alessandria – Ufficio beni culturali, di cui è direttore e delegato vescovile. Nel 1996 è stato nominato Consultore della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e ha svolto un’intensa attività anche in Vaticano e curatore di diverse eventi culturali di alto livello tra cui, la mostra ‘Sacrarium Apostolicum’ a Torino in occasione dell’Ostensione della Sacra Sindone nel 1998 e della mostra ‘La Sacrestia Papale’ svoltasi nell’ex complesso conventuale di San Francesco di Alessandria, nell’Anno Santo 2000, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Il primo tomo è introdotto da una presentazione del vescovo di Alessandria, monsignor Guido Gallese, da Pierangelo Taverna (Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria), Gian Paolo Coscia (Camera di Commercio di Alessandria) e dal cardinale Francesco Marchisano, presidente emerito della Pontificia Commissione per i Beni Culturali e presidente emerito della Fabbrica di San Pietro. L’opera, dunque, si suddivide in due parti: la prima è un ampio glossario del sacro, che si sofferma su paramenti, arredi, suppellettili, abitudini e tradizioni della Chiesa, molte della quali dimenticate dai più oppure sotto gli occhi di tutti ma di cui non se ne conosce il significato o l’origine. Il secondo è un testo di gemmologia che contiene anche il simbolismo delle gemme e i suoi riferimenti all’arte sacra. Quell’arte sacra che, come ha evidenziato nel suo contributo il cardinale Marchisano è ‘espressione del bello, quale immagine riflessa di Dio, che segna costantemente il cammino dell’uomo alla ricerca del volto del Salvatore’. In tutto sono oltre 900 pagine la cui lettura, e consultazione (resa agibile anche dall’ordine alfabetico di esposizione degli argomenti) costituiscono un sicuro arricchimento culturale. L’opera è stata realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria che, ancora una volta, ha sostenuto un progetto ad ampio respiro culturale.
Massimo Iaretti