redazione il torinese

Maratona Mozart, 50 ore di musica (gratuita)

mozart dogana vecchiaNel 1700 Mozart soggiornò a Torino con il padre all’hotel Dogana Vecchia dell’attuale via Corte d’Appello. E ancora una volta Torino, il 28 e il 29 gennaio, celebra il compleanno di quello che fu forse il più grande musicista di tutti i tempi, con un’originale manifestazione per appassionati di musica:  la Maratona Mozart, o Mozart Nacht Und Tag, una mozartiniziativa ideata 9 anni fa dal Teatro Baretti. Si tratta di una no stop di 50 ore, gratuita, con 100 appuntamenti con solisti, ensemble, orchestre e proiezioni cinematografiche, in tutto 280 artisti e  una diretta streaming sul sito web del Teatro Baretti coordinata da Corrado Rollin e Giorgio Griva. Molti gli enti, i teatri e le associazioni coinvolte.

 

(foto: il Torinese)

Orge in canonica, il vescovo: “Mi vergogno e chiedo perdono”

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Il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, scrive ai fedeli una lettera aperta sul caso del parroco don Andrea Contin, accusato di aver organizzato orge in canonica, e ora  indagato per violenza privata e sfruttamento della prostituzione “Mi vergogno,- scrive il vescovo – e vorrei chiedere io stesso perdono per quelli che, nostri amici, hanno attentato alla credibilità del nostro predicare. Sento il bisogno di farmi presente in questo momento di sofferenza della nostra Diocesi. La nostra Chiesa non merita comunque  di essere ridotta  a tutti gli errori e peccati commessi nella sua recente storia, come se  fosse una storia di malefatte. Questo male, che fa tanto rumore, non mi impedisce di ricordare i tanti preti e diaconi che hanno sacrificato la vita nella coerenza, con umiltà e fedeltà e  il bene che molti  uomini e donne stanno vivendo nella discrezione e fuori dai riflettori”.

Guardiamo lo sport con occhio umano…molto umano

SAVI TRACK1Ogni giorno siamo sottoposti a continue e discutibili interpretazioni di vittorie sofferte o sfortune indicibili che connotano imprese di atleti che lottano quotidianamente con sé stessi per ottenere il meglio da ciò che fanno, da parte di commentatori televisivi “saccenti”.

Da quando lo sport è diventato patrimonio mediaticomichi 231 di tutti e tutti ormai sono esperti di tutto, non è raro incontrare, televisivamente parlando, ad ogni ora del giorno campioni sportivi di ogni disciplina che si cimentano in gare di qualsiasi livello, dal campionato del mondo al trofeo di condominio fino alla sfida del dopopranzo… .

Ebbene, è ormai difficile qualificare un evento sportivo in maniera inequivocabile di alto o di basso livello. Infatti sono ormai molteplici le occasioni in cui ogni manifestazione, a suo modo, si presenta come occasione unica per effettuare delle prove in previsione futura oppure come primo passo verso la gara importante che ci sarà tra dodici anni oppure come la miglior manifestazione nel suo genere. Ogni occasione è buona, si direbbe, per fare festa. Questo sarebbe assolutamente positivo, visto che le finalità sportive, doping a parte, generalmente sono amabili. Ma c’è un “ma”.

Se osservate ogni tipo di disciplina in tv, vi accorgerete che si è sempre alla ricerca di confronti con SAVI TRACK2prove precedenti o si millantano situazioni future da verificare. Si vive sempre in attesa di altro o si ricorda il passato e poco importa la situazione presente. Prendiamo il caso del calcio. Subito dopo ogni evento sportivo, o addirittura durante, chi vince deve già pensare alla prossima volta. Non è importante che abbia vinto oggi, ma se riuscirà di nuovo a vincere il futuro appuntamento. Non si può godere del momento. Mentre è giustificabile per gli sconfitti, in quanto la speranza aiuta a non disperare, ci si chiede perché anche chi vince debba immediatamente pensare a cosa sarà in grado di fare poi. E’ curioso, ma chi vince riceve molte accuse in merito alle vittorie sentendosi dire che gli è andata bene.

Ed è allora che scatta il meccanismo del record. Il record, in quanto tale (tradotto vuol più o meno significare “registrato”) rimane, resta indelebile sul percorso del tempo sportivo. E nelle gare individuali, nuoto o atletica ad esempio, è ormai diventato l’unica cosa che conta. Hai vinto? Sì, ma con quale tempo? Poco importa che nevicasse, che avessi gareggiato contro Mazinga, che nell’acqua ci fossero alcuni draghi, ecc. . Conta il tempo. Il commento generale è: bravo sì, ma non ha fatto il record. Pochi centesimi, pochi movimenti errati, margini di millimetri nelle curve sugli sci o in moto!!! Riuscite a contarli, riuscite a vederli, riuscite ad immaginarli? Se non vi diamo il cronometro in mano, Signori Esperti, siete sicuri di riuscire a distinguere una prova dall’altra? Siete così abili da vedere i 14 millesimi di differenza sul giro delle Moto GP tra il primo e il terzo? Riuscite a vedere nelle auxilium mani3gare di sci di fondo il passo così diverso di chi arriva con tre secondi di distacco su 50 chilometri? E nelle prossime “gare invernali”, riuscirete a vedere i più veloci tra i paletti dello sci o del bob tra le curve di ghiaccio, senza il cronometraggio elettrico istantaneo e i tre o quattro intertempi?

E allora scatta il meccanismo della vittoria inutile, della vittoria sì ma con tempi discreti, nulla più. Della vittoria per mancanza di avversari, come se fosse colpa di chi vince, o di chi ha vinto ma non ha strabattuto gli altri. Della vittoria che non soddisfa, della vittoria che è solo un primo passo per iniziare a pensare ad altre vittorie. Dove ormai, affinché una vittoria conti sul serio, devono solo esserci tanti soldi e pubblicità a giustificarla.

Stanno per arrivare i mondiali di sci e già sappiamo che vedremo gare in cui ci sono gli Italiani, ma consoliamoci, se non vinceranno avranno perso perché hanno avuto sfortuna o il percorso era troppo facile o la neve era meno neve… anche se bisogna dire che anche negli altri paesi è la stessa cosa… In questo paradiso di offerte sportive proviamo ora a riflettere su cosa guarderemo e cosa osservare.

Proviamo a valutare sempre bene il commentatore sportivo che purtroppo, talvolta, entra troppo nella parte di descrittore epico di Parsifaliane imprese e talvolta descrive ogni evento come qualcosa di auxilium-mani-2inimmaginabile e fondamentale per la storia dell’umanità. Urla, descrizioni apocalittiche (ricordate … scatenate l’inferno appena si spegne il fuoco rosso… neanche fossimo pronti all’apparire dell’aldilà?), sceneggiate clamorose di gesta che salvano e redimono l’uomo tanto eccezionale sarà l’impresa dell’atleta. Scendere dal pero, si direbbe, potrebbe rendere un servizio sportivo utile e simpatico e non una folle ricerca di parole epiche per storie banali… .

Oppure esiste il commentatore esperto, quello che sa tutto e che ha visto tutto e, probabilmente ha vissuto poco da esperto o comunque da vero appassionato, lo sport che commenta. E’ quello che disdegna tutto, quello che si è accorto dell’errore che ha visto l’imprecisione, che vede sempre dove ha rallentato e sa che non è mai il massimo quello che ha fatto… Provare a mandarli a lavorare?

Colui o colei che commenta è il tramite dei valori positivi e il “riconoscitore” dei meriti di ragazzi e ragazze che si cimentano al limite delle possibilità umane oppure è il distruttore di abilità fuori dal SAVI TRACK4comune e non immaginabili al mondo dei “normali”? E’ vero che saper volteggiare sul ghiaccio non consente all’umanità di stare meglio o risolvere problemi di natura petrolifera, ma non si vive di solo pane e un po’ di poesia aiuta a vivere meglio…ed è vero che chi sa piroettare sul ghiaccio non dovrebbe sentirsi a sua volta una specie di divinità in quanto anche lui o lei avrà bisogno del meccanico per l’auto o dell’idraulico per le perdite del bagno…e forse un po’ di sano equilibrio tra gioco e realtà non guasterebbe…

Allora, con un po’ di “strano” buon senso (strano in quanto ormai atipico) si potrebbe osservare questo mondo sportivo con un occhio diverso. Esiste la gara ed è una parte positiva che riflette il mondo quotidiano che ci pone sempre un po’ in competizione e nulla di male c’è in questo. Ma la gara la si può vincere senza rimpianti di prestazioni mancate. Se hai vinto, hai vinto. Dopo valutiamo i tempi, se necessario. La sconfitta è di chi non sa accettare la vittoria di un altro. Quando si dà il massimo non si perde mai. Si arriva in un posto diverso dal primo. E accettare che si possa arrivare numero 15, magari con un gran tempo, potrebbe non essere negativo, però la prossima volta…

Paolo Michieletto

(Foto: M. Savini / il Torinese)

 

MinD Mad in Design, ecco il workshop

mindMinD Mad in Design è un workshop, rivolto agli studenti universitari, sul progetto dell’abitare per il disagio mentale. Un tema di stringente attualità che necessità oggi di un approccio olistico e apre all’individuazione di nuovi sbocchi professionali per architetti, designer, educatori, psicologi, antropologi, tecnici della riabilitazione psichiatrica e discipline affini.

 

Il workshop si svolge a Torino dal 9 al 13 marzo 2017, all’interno del Collegio Universitario di Merito Camplus Lingotto e prevede la costituzione di più team di lavoro formati da studenti (Architettura, Design, Psicologia, Scienze della Formazione, Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica) e pazienti psichiatrici, guidati da professionisti nel ruolo di project leader, affiancati da educatori professionali.

 

L’ambito di intervento con cui     MinD      si confronta sono i luoghi dell’abitare di persone portatrici di patologie psichiche e disagio, gruppi appartamento e comunità alloggio, ma anche spazi di vita temporanei, spazi legati ai luoghi del lavoro, alla scuola, alle strutture che quotidianamente o per delle circostanze temporanee dobbiamo utilizzare e condividere con altri. Luoghi arredati con oggetti spesso insicuri e inadatti a soddisfare i requisiti minimi di benessere delle persone. Il rapporto tra il benessere della persona e lo spazio progettato è il tema al centro dell’azione di progetto. A partire da uno scenario dato, in un contesto di inclusione sociale, obiettivo dei team di lavoro sarà studiare nuove soluzioni per un abitare socialmente inclusivo nel rispetto della normativa vigente, attraverso l’individuazione delle dinamiche relazionali e delle esigenze e i bisogni di una società allargata.

 

Partecipare a     MinD      significa calarsi in un’esperienza di formazione fortemente inclusiva e interdisciplinare, e impegnarsi in prima linea, mettendo in gioco le proprie competenze e abilità, nel superamento delle barriere del pregiudizio e dell’indifferenza nei confronti delle persone fragili. Partecipare a      MinD     significa relazionarsi direttamente con una parte della società emarginata, in una dimensione di scambio e ascolto reciproco, e offrire la propria professionalità per studiare nuove soluzioni per la costruzione di una società più aperta e paritaria.

 

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Per partecipare inviare una lettera di motivazione, un breve cv e portfolio lavori di max 5MB (per gli studenti di Architettura e Design) a madindesign@camplus.it (oggetto: partecipazione call MinD) entro il 5 febbraio 2017, ore 12.00. Per informazioni visitare il sito

www.madindesign.com e scrivere a madindesign@camplus.it

 

 

 

Oggi al Cinema

allied film2Le trame dei film nelle sale  di Torino 

A cura di Elio Rabbione

 

Allied – Un’ombra nascosta – Drammatico. Regia di Robert Zemeckis, con Brad Pitt e Marion Cotillard. Nella Casablanca in pieno conflitto mondiale, già tanto cara a Ingrid Bergman e a Humphrey Bogart, s’incrociano Marianne Beausejour, legata alla resistenza francese e avvenente spia pronta a fare l’occhio dolce al perfido tedesco, e Max Vatan, comandante d’aviazione di origine canadese e al servizio dell’Intelligence inglese. Avventure e amore tra i due, il trasferimento a Londra, un matrimonio e una bambina partorita sotto i bombardamenti. Ma ad un certo punto della storia iniziano gli indizi e i dubbi e forse non tutto è come sembra. Film perfetto, secondo i sacrosanti canoni dello spionaggio, tensioni e necessità di indagare (anche da parte dello spettatore), il Brad che comincia a far intravedere le rughe e gli anni, la Cotillard magnifica come sua abitudine. Durata 124 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Animali notturni – Drammatico. Regia di Tom Ford, con Amy Adams, Jake Gyllenhaal e Aaron Taylor-Johnson. A Susan, affermata mercante d’arte di Los Angeles, viene un giorno recapitato un pacco, un libro dal contenuto violento che l’ex marito le ha dedicato. Immersa nella lettura che s’accompagna ai ricordi di un loro passato, spinta a riconsiderare le scelte compiute, Susan avverte che un’altra vicenda s’allinea alla sua, dolorosa e crudele, capace di interferire e di sovrapporsi alla sua personale. Taylor-Johnson s’è aggiudicato recentemente il Golden Globe come miglior attore non protagonista. Dall’acclamato regista di “A single man”. Durata 115 minuti. (Classico, Massimo sala 2 V.O.)

 

Arrival – Fantascienza. Regia di Denis Villeneuve, con Amy Adams e Jeremy Renner. Louise Banks, linguista di chiara fama, guida con il fisico Donnelly un gruppo di studiosi per instaurare un ARRIVAL FILMlinguaggio, attraverso simboli scritti, e un rapporto con gli alieni occupanti di un oggetto misterioso proveniente dall’universo e atterrato nel Montana. Successo a Venezia, la Adams in odore di Oscar: e il regista è uno dei migliori nomi in circolazione nel panorama cinematografico di oggi, qualsiasi generi tocchi (“La donna che canta”, “Prisoners”, “Sicario”, in attesa di “Blade Runner 2049”). Insomma, una garanzia. Durata 116 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Greenwich sala 1, Ideal, The Space, Uci anche V.O.)

 

Assassin’s Creed – Avventura. Regia di Justin Kurzel, con Michael Fassbender e Marion Cotillard. assassin-creed-filmUn’occasione per riunire il regista e gli interpreti di “Macbeth”, qui Fassbender in veste anche di coproduttore. Tratto dall’omonimo videogioco, il film è la storia del criminale Callum Lynch, segretamente salvato da una condanna a morte da un’organizzazione che è la moderna reincarnazione dell’Ordine dei Templari. È costretto da costoro a utilizzare l’Animus, un macchinario cui sovrintende la scienziata Sophia e che gli permette di rivivere i ricordi di un suo antenato, Aguillar de Nerha, un Assassino, vissuto nella Spagna del XV secolo. Durata 115 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Captain Fantastic – Commedia drammatica. Regia di Matt Ross, con Viggo Mortensen. La famiglia Cash è composta da padre, madre e sei figli che hanno avuto un’educazione “libera”, tra le foreste del nord America, lontano da consumismi e conformismi imperanti in ogni altrove civilizzato. Radiata ogni tecnologia “non utile”, i rampolli si affidano allo sviluppo della mente e del corpo, ad una cultura che spazia liberamente dal classico al più futuribile, dalla costituzione americana ad un linguaggio estremamente ricco: se non si celebrerà il Natale insopportabilmente consumistico, si potrà sempre celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Una sorta di ideale paradiso che una tragedia potrebbe definitivamente cambiare. Durata 118 minuti. (Eliseo blu)

 

Il cittadino illustre – Commedia. Regia di Gaston Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martinez. Daniel Mantovani è uno scrittore, vincitore del Nobel, in piena crisi creativa. Da Barcellona, dove da anni si è stabilito, accettando l’invito che i cittadini di Salas dove lui è nato e cresciuto gli hanno inviato, si reca in Argentina. L’accoglienza è entusiasmante, è anche l’occasione per rivedere il primo amore, tutto sembra trascorrere all’insegna della felicità: poi, poco a poco, prende piede il malumore come pure una strisciante violenza, rinfacciando tutti i cittadini di Salas i peccati giovanili, le aspre critiche che lo scrittore ha rivolto al proprio paese. Uno spunto interessante, uno svolgimento condotto con partecipazione: spiace per la grande povertà della forma, la regia scarna, i luoghi comuni, e il presepe di piccoli personaggi chiusi in macchiette in troppe occasioni. Coppa Volpi veneziana al protagonista (di certo sopravvalutata). Durata 118 minuti. (Classico)

 

Il cliente – Drammatico. Regia di Asghar Farhadi, con Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti. Due cliente-film2coniugi, Emad e Rana, sono costretti a abbandonare il loro appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Nella ricerca di una nuova abitazione, vengono aiutati da un collega che con loro recita in una messa in scena di “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller, un dramma di sogni e di disfacimenti morali e familiari. Nel nuovo alloggio, in precedenza abitato da una donna di dubbia reputazione, Rana subisce un’aggressione: se la donna ne esce duramente colpita non soltanto nel corpo ma soprattutto nello spirito per poi poco a poco quietamente rappacificarsi, da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’aggressore, una esplicita vendetta in cui non vuole coinvolgere la polizia. Un capolavoro di ferma scrittura, di analisi, di descrizione dei piccoli, impercettibili fatti quotidiani, delle emozioni positive e negative che possono attraversare l’animo umano. Premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura e l’interpretazione maschile. Durata 124 minuti. (Nazionale sala 1)

 

collateral-filmCollateral beauty – Commedia drammatica. Regia di David Frankel, con Will Smith, Helen Mirren, Keira Knightley, Edward Norton e Kate Winslet. Nella New York di oggi, il pubblicitario Howard non riesce ad accettare la morte della sua bambina e tenta di ritrovare un salvifico sfogo nelle lettere che scrive e indirizza ad Amore, Morte e Tempo: gli amici, nella speranza di alleviarne il dolore, altro non fanno che ingaggiare tre attori che, impersonando gli stessi specifici concetti, gli suggeriscano le soluzioni più adatte alla sopravvivenza non troppo infelice. Durata 94 minuti. (Greenwich sala 2, Ideal, Lux sala 2, The Space, Uci)

 

Dopo l’amore – Drammatico. Regia di Joachim Lafosse, con Berenice Bejo e Cédric Kahn. Dopo 15 anni di vita in comune, Marie e Boris si stanno separando. La casa dove vivono con le loro due bambine è stata acquistata da lei, ma è lui che l’ha interamente ristrutturata. Sono costretti alla convivenza, dal momento che Boris non può permettersi un’altra sistemazione. E quando arriva la resa dei conti, nessuno dei due è disposto a mediare sul contributo che ritiene di aver dato alla vita coniugale. Durata 100 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Florence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York florence1-filmanni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con (ben altra) grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Prodotto di tutto rispetto, con qualche pennellata di limpido divertimento, gradevole nella descrizione di una società immersa nei tanti vizi e nelle piccole virtù: ma ogni cosa sembra essere presentata e detta sopra le righe, a cominciare dall’interpretazione della Streep, per una volta priva di certe minime sfaccettature che l’hanno sempre resa grande, donna affetta senza mezze misure da protagonismo, macchietta a tutto tondo, folle ed eccessivamente sognatrice. Se dovessimo scegliere la punta di diamante dell’intero film indicheremmo senz’altro il ritrattino del suo accompagnatore al pianoforte, l’eccellente, sbalordito e divertito Simon Helberg, pronto per noi a entrare nella cinquina degli Oscar. Durata 111 minuti. (Ambrosio sala 3, Greenwich sala 3)

 

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile – Fantasy. Regia di Steven Spielberg, con Mark Rylance e Ruby Barnhill. Ultimo script della creatrice di “E.T.”, Melissa Mathison, scomparsa lo scorso anno all’età di 65 anni, tratto dal romanzo di Roald Dahl (autore ancora tra l’altro della “Fabbrica di cioccolato”), è la storia della piccola Sofia rapita in una notturna Londra dall’orfanotrofio in cui è cresciuta e della sua amicizia con il gigante (ma non troppo) buono – interpretato da Rylance, premio Oscar per “Il ponte delle spie” – che presto lei aiuterà nel proprio lavoro, ovvero catturare i sogni positivi e belli per trasmetterli ai bambini mentre dormono. Durata 117 minuti. (Classico – sabato e domenica -, Uci)

 

lion2-filmLion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Eliseo Rosso, Romano sala 2, Uci)

 

Il medico di campagna – Commedia. Regia di Thomas Lilli, con François Cluzet e Marianne Denicourt. Jean Pierre ha dedicato tutta la vita alla sua professione, senza risparmiarsi. Quando gli viene diagnosticato un tumore al cervello, si rende conto che un mondo sta per finire, con i sacrifici, con la passione, con gli amici; e non sarà facile per lui accettare appieno la vicinanza e le interferenze di una giovane collega che non ha davvero l’intenzioni di mettersi da parte. Durata 102 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

Mister Felicità – Commedia. Regia di Alessandro Siani, con Alessandro Siani, Diego Abatantuono e Carla Signoris. Martino, disoccupato cronico, vive alle spalle della sorella ma ad un certo punto riesce a inventarsi un’occupazione, sostituendosi ad un “mental coach”, un guru del pensiero positivo. La sua prima assistita sarà Arianna, una campionessa di pattinaggio in crisi in seguito a una caduta. Durata 101 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

peregrineMiss Peregrine – La casa dei bambini speciali – Fantasy. Regia di Tim Burton, con Eva Green, Asa Butterfield, Samuel Jackson, Rupert Everett, Judy Dench, Terence Stamp. Il giovane Jacob, alla morte del nonno, scopre che quelle storie che aveva sempre sentito raccontare, sono vere: esiste veramente in una piccola isola lontana, nel Galles, un gruppo di bambini orfani, dal talento speciale di cui forze malvagie vorrebbero impadronirsi, che vivono nella casa della misteriosa Miss Peregrine. Jacob farà di tutto per proteggere quei bambini e sottrarli ai loro nemici. Tratto dal romanzo omonimo di Ransom Riggs, ancora l’universo fantastici del regista di “Edward mani di forbici”, “Big Fish” e Alice in Wonderland”. Durata 127 minuti. (Uci)

 

Nebbia in agosto – Drammatico. Regia di Kai Wessel, con Sebastian Kock. Nella Germania dei NEBBIA AGOSTO FILMprimi anni Quaranta, il giovane Ernst, orfano di madre, sano e ribelle, finisce nell’ospedale psichiatrico di Kaufbeuren, dove viene praticato il programma dell’eutanasia che sopprime   gli adulti e i bambini colpiti da malattie mentali. Cadrà anche lui vittima di quegli orrori. Durata 126 minuti. (Massimo sala 1)

 

Oceania – Animazione. Regia di John Musker e Ron Clements. Coraggiosa, femminista che la metà basta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

ORA LEGALE FILML’ora legale – Commedia. Interpretazione e regia di Ficarra e Picone, con Leo Gullotta e Tony Sperandeo. Votazioni per l’elezione del sindaco a Pietrammare. Ma le cose vanno davvero male se quello in carica è maneggione e colluso e quello candidato i comizi li pronuncia al grido di “Onestà, onestà”. Persino il parroco, prima convinto di un cambiamento radicale, diviene avversario senza se e senza ma quando il vincitore gli impone di pagare l’IMU sulla chiesa che lui ha trasformato in albergo. Durata 90 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Passengers – Fantascienza. Regia di Morten Tyldum, con Jennifer Lawrence e Chris Pratt. La nave spaziale “Avalon” sta viaggiando, un lunghissimo viaggio, verso una colonia lontana, a bordo passengers-filmcinquemila ospiti. Addormentati, programmati a risvegliarsi 120 anni dopo. 90 anni prima dell’arrivo, due di loro, Aurora e Jim, lei una giornalista newyorkese alla ricerca di un nuovo spunto per il suo prossimo romanzo, lui ingegnere meccanico di Denver, per un guasto si risvegliano, unici e soli, si innamorano. Non soltanto avventure solitarie e no nello spazio senza confini, anche inquietudini filosofiche e quesiti morali, imposizioni e libertà, il desiderio di stare con qualcuno o il suo rifiuto, l’amore e il tempo, l’azzeramento dei tanti progetti e la noia, la realtà quotidiana e la sua cancellazione, in un viaggio pericoloso e senza prospettive. Durata 116 minuti. (Greenwich sala 3, Reposi, Uci)

 

Qua la zampa! – Commedia. Regia di Lasse Hallstrom, con Dennis Quaid. Tratto dal romanzo di W. Bruce Cameron “Dalla parte di Bailey”, il mondo e gli umani visti dall’universo canino, ovvero attraverso una serie di reincarnazione un cane viene in contatto con più persone riuscendo a migliorare il loro sguardo sulla vita. Nell’edizione sui nostri schermi la voce del simpatico amico dell’uomo è di Gerry Scotti. Durata 120 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Rogue One: A Star Wars Story – Fantascienza. Regia di Gareth Edwards, con Diego Luna, Forest Whitaker, Mads Mikkelsen e Felicity Jones. Un gruppo di eroi in missione per sottrarre i piani della più potente arma di distruzione di massa mai ideata dall’Impero Galattico, la Morte Nera. Primo film della serie “Star Wars Anthology”, una collezione di film a se stanti ambientati nell’universo di “Guerre stellari”. Durata 143 minuti. (Ideal, Reposi, Uci)

 

Silence – Drammatico. Regia di Martin Scorsese, con Andrew Garfield, Adam Driver e Liam Neeson. silence1Ambientato nella prima metà del XVII secolo. Due giovani sacerdoti gesuiti, padre Rodrigues e padre Garrupe, si recano nel lontano Giappone per svolgere opera di evangelizzazione e alla ricerca di chi li ha istruiti e guidati, il padre Ferreira. Incontrano una terra dove i cristiani sono perseguitati, costretti ad abiurare la propria fede o a subire il martirio. I dubbi, le certezze che cominciano a non essere più tali, la presenza/assenza di un Dio che non interviene o non cancella il Male, la solitudine: al termine, un ritrovato padre Ferreira che già s’è allontanato dalla Chiesa troverà un fertile terreno nelle debolezze di Rodrigues, che più di tutti ha lottato e creduto nel proprio apostolato. Durata 161 minuti. (Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, Romano sala 1, The Space, Uci)

 

Sing – Animazione. Regia di Garth Jennings. Una esausta porcellina, madre di 25 maialini, un gorilla, un topo, un timidissimo elefante, tutti partecipano ad un debuttanti allo sbaraglio, un nostrano X Factor per intenderci, messo in piedi dal koala Buster Moon al fine di mettere in salvo dal fallimento il proprio teatro. Durata 110 minuti. (Massaua, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Le stagioni di Louise – Animazione. Regia di Jean-François Laguionie. Al termine della stagione balneare, un’anziana donna perde l’ultimo treno che la porterebbe in città. Decide di vivere sulla spiaggia, in compagnia di un cane, in attesa venga a riprenderla. Durata 75 minuti. (Centrale)

 

Sully – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckart e Laura Linney. Ovvero la storia dell’eroe Sullenberger, che il 15 gennaio 2009 portò in salvo, alla guida del suo aereo, 155 passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Romano sala 3)

 

The Founder – Commedia. Regia di John Lee Hancock, con Michael Keaton e Laura Dern. Con un passato di commesso viaggiatore di scarso successo, nel 1954, di fronte alla ristretta attività dei film founderfratelli Dick e Mac McDonald a San Bernardino in California, un povero chiosco di hamburger confezionatore di spuntini veloci per altrettanto pubblico frettoloso e dal poco spendere, il signor Ray Kroc pensa di allargare, in qualità di socio, l’attività dei pionieri su scala nazionale. Sappiamo tutti com’è andata a finire, successo successo successo, unendo artigianato e voglia di sperimentazione unita a una fragorosa mania di grandezza. Un avventura americana, una sfida e il sogno sempre ricercato, un’altra bella prova per il resuscitato Keaton, già pedina vincente di titoli quali “Birdman” e “Il caso Spotlight”. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

xXx – Il ritorno di Xander Cage – Azione. Regia di D.J. Caruso, con Vin Diesel, Toni Collette e Samuel L. Jackson. Xander, dato per morto in un incidente, in realtà è più vivo che mai, pronto a recuperare il “Vaso di Pandora” che fa pure gola al suo nemico Xiang. Per gli appassionati di dei muscoli di Diesel e del suo faccione sempre un po’ a corto di espressioni accettabili. Durata 110. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, The Space, Uci anche in 3D)

L’Iran di Rafsanjani

iran Ayatollah-Hashemi-Rafsanjani-Da conservatore a moderato Rafsanjani è stato uno dei pilastri della Repubblica islamica dell’Iran. Possibili contraccolpi sugli equilibri politici della nazione persiana
Con lui non è cambiato nulla e nulla probabilmente sarebbe cambiato se fosse diventato il nuovo leader supremo della nazione iraniana. Ali Akbar Hashemi Rafsanjani era uno dei pilastri della teocrazia islamica iraniana, uno degli uomini più potenti dell’establishment religioso dell’Iran e anche uno dei più ricchi del Paese. Un uomo del sistema che non avrebbe mai invertito la direzione di marcia della rivoluzione con il rischio di farla implodere. Vinceva e perdeva e quando sembrava ormai escluso dalla lotta politica riemergeva per puntare nuovamente in alto, come nel 2013, l’anno in cui trionfò il riformista Rouhani, quando tentò di correre per la terza volta per le presidenziali ma fu escluso all’ultimo momento dal “Consiglio dei Guardiani” perchè considerato “troppo vecchio”. Di recente era tornato sulla scena politica, alla veneranda età di 82 anni, quando salì sull’ennesimo carro dei vincitori, quello del presidente Rouhani il cui schieramento vinse le elezioni legislative del 26 febbraio 2016, giorno in cui si rinnovò anche la cruciale Assemblea degli Esperti che nomina la Guida Suprema della Repubblica.

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Da conservatore a politico moderato, vicino da alcuni anni ai riformisti di Rouhani, ha accompagnato passo dopo passo tutto il cammino della rivoluzione islamica dell’Iran di cui è stato uno dei padri fondatori insieme all’ayatollah Khomeini. Fin dal 1979, l’anno della vittoria dei rivoluzionari che rovesciarono il regime dello scià, è sempre stato protagonista della vita politica della sua Persia. Presidente della Repubblica per due mandati, presidente del Parlamento, dell’Assemblea degli Esperti e del Consiglio per il discernimento, leader popolare e controverso, abile manovratore nei palazzi del potere tanto da essere definito “lo squalo”, figura di spicco dell’apparato religioso, Rafsanjani è sempre stato una figura di primo piano nei giochi di potere ai vertici del clero conservatore. Alla morte di Khomeini nel 1989 fu eletto presidente per essere confermato nel 1993. Nel 2005 perse le elezioni contro il laico Ahmadinejad che diede il via a una lunga, triste e austera presidenza ma Rafsanjani non si diede per vinto e si avvicinò all’opposizione riformista. Dopo la vittoria dei moderati di Rouhani alle recenti elezioni per il rinnovo del Majlis (il Parlamento), il pragmatico Rafsanjani, neo alleato del presidente, si era assicurato l’ingresso nella potente Assemblea degli Esperti, insieme allo stesso Rouhani, avendo ottenuto il maggior numero di voti.

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Da molti era già stato considerato come l’arbitro del dopo voto, l’unica persona capace di indicare la strategia adatta per continuare ad aprire l’Iran al mondo, sulla scia dello storico accordo con gli Stati Uniti e l’Occidente sui piani nucleari di Teheran siglato a Vienna il 14 luglio 2015, fortemente voluto da Rafsanjani che fu anche uno dei negoziatori. “Inizia ora una nuova fase, aveva detto l’ex presidente subito dopo le elezioni di un anno fa, una fase di unità e collaborazione. È arrivato il momento di lavorare duramente per costruire il Paese”. Forse l’intesa riformista moderata del tandem Rouhani-Rafsanjani avrebbe potuto ridurre l’abnorme peso politico degli ultraconservatori in Parlamento e nella potente Assemblea degli Esperti ma la stessa cosa l’abbiamo auspicata più volte in passato, senza risultati apprezzabili, soprattutto durante la presidenza di Khatami (dal 1997 al 2005), il primo leader di Teheran che avviò le riforme che avevano suscitato molte aspettative sia in Iran che all’estero ma che furono presto soffocate dallo strapotere delle frange oltranziste dei conservatori. Da allora ben poco è cambiato.

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L’evoluzione del regime di Teheran verso un maggior rispetto dei diritti umani non c’è stato, come dimostra il fatto che i leader che guidarono il movimento di protesta dell’Onda Verde del 2009, stroncato nel sangue, Moussavi e Kharroubi, sono ancora agli arresti domiciliari nonostante le promesse del presidente Rouhani di liberarli, e allo stesso Khatami è stato ritirato il passaporto e la sua libertà di movimento è strettamente vigilata. Il cammino verso un vero cambiamento del Paese si annuncia ancora tortuoso e la scomparsa di Rafsanjani accenderà prevedibilmente una nuova lotta per il potere. La prima sfida saranno le elezioni presidenziali a maggio con Rouhani che cerca una riconferma ma, privo dell’alleato Rafsanjani, dovrà vedersela con una pattuglia agguerrita di conservatori radicali che tenteranno di risalire alla presidenza della Repubblica. Ora le speranze degli iraniani e della comunità internazionale sono riposte nel successore di Alì Khamenei, ovvero la Guida suprema dell’Iran che controlla tutti i centri vitali del potere, dai Guardiani della Rivoluzione ai servizi segreti, dalle varie milizie che intervengono con bastoni e armi a spegnere sul nascere proteste iran deserte focolai di ribellione al controllo totale sui media. A questa istituzione religiosa, per quanto enigmatica e arcaica, spetta sempre l’ultima parola, da quasi 40 anni. Per molti osservatori l’uscita di scena di Rafsanjani indebolisce il campo riformista e potrebbe avere conseguenze sul fragile equilibrio politico del Paese. Alle presidenziali primaverili la riconferma di Rouhani non è per nulla scontata. Mentre decine di migliaia di iraniani (almeno un milione secondo la stampa locale) danno l’ultimo saluto all’ex presidente si spera nella comparsa di una nuova generazione di moderati che possa guidare la nazione persiana verso un futuro meno cupo, più democratico e più aperto al mondo.

Filippo Re

(Pubblicato da “La voce e il tempo”)

Sequestrati 47 centri massaggi cinesi: prostituzione

polizia e carabinieriLe  forze dell’ordine questa mattina hanno posto sotto sequestro in tutta Torino 47 centri massaggi cinesi, nei quali era  esercitata la prostituzione. Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal gip di Torino su ordine della Procura dopo una indagine di quasi due anni coordinata dal procuratore Paolo Borgna. Ai titolari dei locali, situati anche in alcuni centri della prima cintura, sono stati notificati gli avvisi di garanzia per i reati di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento. I sequestri sono stati eseguiti dalla  polizia municipale, dai  carabinieri e dalla polizia.
   

(foto: il Torinese)

Quanto hanno contato Giuseppe Pellizza e Angelo Morbelli per Giacomo Balla

ARCO BALLALa mostra di Balla in corso ad Alba alla Fondazione Ferrero evidenzia i rapporti iniziali dei Futuristi con il Divisionismo, poiché determinante fu l’incontro di Balla con Pellizza all’Accademia Albertina nel 1891 presentati dal fotografo Oreste Bertieri.

 

 

In quei giorni il pittore di Volpedo, soggiornando a Torino, preda di nostalgia del paese natale, scriveva “Qui mi sento un uccello in gabbia, mentre in campagna tutto mi parla d’amore” ma in compenso si sentiva fortemente partecipe del clima di socialismo unitario caldeggiato in città da Giovanni Cena ed Edmondo De Amicis. Il successivo incontro nel 1895 a Roma, dove Sibilla Aleramo e lo stesso Cena stavano organizzando scuole per i contadini analfabeti dell’Agro Pontino, resero ancora più intensa la loro amicizia, accomunati dall’ afflato umanitario verso emarginati, poveri, derelitti e umili lavoratori, soggetto dei loro dipinti.

 

I temi proposti da Balla ne” Il polittico dei viventi” (giornata dell’operaio, il mendicante, la pazza, il contadino) dipinti poco dopo il “Quarto Stato” di Pellizza del 1901 e pure “Venduta”,” Bambina malata” e “Per ottanta centesimi” di Morbelli sono affini per tecnica e contenuti anche se Angelo, pur partecipe emotivamente, è più realistico, meno polemico e utopistico.

 

Altro motivo di unione d’intenti è l’amore per la fotografia: Balla era fotografo come il padre, Pellizza dava spesso tagli in diagonale alle opere, Morbelli riteneva questo mezzo indispensabile supporto da tenere sotto gli occhi per completare il dipinto in sostituzione dell’ausilio degli schizzi en plein air.

La prova dei rapporti tra il Divisionismo e gli anni iniziali dei Futuristi è soprattutto esplicita se confrontiamo” Il sole” di Pellizza e “Lampada ad arco” di Balla: stessi i colori divisi per dare una luminosità colta con mescolanza ottica secondo la tecnica del neo impressionismo, diverso lo spirito contenutistico e simbolico.

 

Nell’uno la luce è solare, pensata attraverso il lirismo panteistico della natura e, come asseriva Primo Levi, ” metafora del sole dell’avvenire di giustizia sociale” mentre nell’altro, ormai firmatario del Manifesto dei pittori futuristi del 1910, è esaltazione delle invenzioni moderne che, all’insegna della dinamicità, come auspicava Marinetti, “uccidono il chiaro di luna” inteso come passatismo.

Però il ricordo dei primi anni divisionisti ritornerà in qualche modo ancora in Balla, dopo l’euforia modernista, quando si dedicherà ancora al figurativo che aveva abbandonato per una trentina d’anni.

 

Cristiano Bussola.

Spaccata all’Apple store, rubati 10 IPhone

telefonino cellulare IphoneNuova spaccata nella notte all’Apple Store di via Roma dove, attorno alle 3 di notte, un gruppo di uomini ha sfondato con una bmw bianca la vetrina del negozio. Bottino della banda una decina di cellulari. Indagano i carabinieri della compagnia San Carlo. Già nel 2013 lo store era stato colpito da diversi furti con migliaia di euro di danni. Nel  2014 un malvivente, con un teser elettrico , aveva minacciato i commessi per farsi consegnare un Ipad. Infine nel 2015 era stata rubata merce per 1.500 euro.

Cambia gomma forata e muore travolto da un tir

autostrada tunnelDALL’UMBRIA

Aveva  30 anni  il camionista polacco  morto la notte scorsa  investito da un tir lungo l’A1, tra Fabro e Orvieto. la polizia stradale ha accertato che poco prima delle 3 è sceso dal proprio mezzo pesante, con a bordo un carico di patate, per cambiare nella corsia di emergenza dell’autostrada, una ruota forata, ma è stato travolto ed è morto sul colpo. Il tir che lo ha investito era guidato da un camionista italiano.