redazione il torinese

Razzismo in campo? Capitano malmenato per avere difeso calciatore di colore

Il capitano della squadra di calcio del Villaretto, di 28 anni, è stato colpito a calci e pugni e ricoverato all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, con una frattura nella parte orbitale superiore, all’altezza del sopracciglio, ed è stato operato per la rimozione di una scheggia che rischiava compromettergli l’occhio. Sarà sottoposto a un intervento maxillofacciale. Aveva difeso dagli insulti razzisti un compagno di squadra di colore. Così  hanno riferito alcuni calciatori della squadra di calcio di Terza Categoria del Torinese. L’aggressione al loro capitano è avvenuta nel parcheggio del campo di gioco, dove è scoppiata una rissa dopo la partita, sedata dalla polizia. Un dirigente della squadra avversaria, la Mappanese scrive però su Facebook che la sua squadra non ha fatto un agguato a un giocatore del Villaretto: “Siamo stati attaccati da alcuni giocatori della squadra avversaria solo perché dicono che abbiamo offeso un giocatore di colore, ma questo per tutta la partita ha menato come un fabbro ed è stato espulso per una gomitata in faccia a un nostro giocatore”.

 

Dal Centro Pannunzio il Premio “Alda Croce”

Martedì 14 marzo alle ore 18, al Circolo della Stampa (c. Stati Uniti 27) il Centro “Pannunzio” consegnerà i Premi “Alda Croce” 2017 a cinque  donne piemontesi che hanno raggiunto risultati di particolare valore culturale e sociale: Consolata SOLERI BERAUDO DI PRALORMO, storica dell’arte che opera per la salvaguardia della tradizioni, ideatrice di Messer Tulipano, Bruna BERTOLO scrittrice e giornalista, Carla GATTI, direttore  dell’Area  Relazioni e Comunicazione della Città Metropolitana di Torino, Tilde GIANI GALLINO, Ordinaria di  Psicologia dello sviluppo nell’Università di Torino, Magda MORRA ,avvocato  del Foro di Torino. Il Premio è alla sua seconda edizione e intende essere un riconoscimento a donne piemontesi in ricordo di Alda Croce, torinese non solo di nascita, ma legata da profondi vincoli storici ed affettivi  al Piemonte ,a partire dalle vacanze piemontesi a Meana e a Pollone.

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Alda Croce (Torino 1918 – Napoli 2009), a cui è dedicato il Premio, figlia del filosofo Benedetto  Croce, fu Presidente  del Centro “Pannunzio” dal 1997 al 2004 e Presidente onoraria fino alla morte. Ha dedicato la vita all’opera del padre di cui fu la più stretta collaboratrice. Saggista di letteratura spagnola, è anche autrice di una monumentale biografia su Francesco De Sanctis, insieme alla sorella Elena edita dalla Utet. La sua è stata una figura di intellettuale libera da condizionamenti e la sua Presidenza del Centro “Pannunzio” è stata caratterizzata da iniziative di notevole importanza, come la pubblicazione degli “Annali” che escono tutt’ora annualmente.

Il pentito della ‘ndrangheta: “Caccia fu assassinato perché era incorruttibile”

Il pentito Domenico Agresta ha ricostruito, nella propria testimonianza nel processo milanese a carico di Rocco Schirripa, quale sarebbe stato il movente dell’omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia del 1983. Secondo le sue dichiarazioni, alcuni esponenti della famiglia della ‘ndrangheta Belfiore “entrarono nel suo ufficio per convincerlo ad aggiustare processi e indagini, ma lui gli urlò addosso e gli sbatté la porta in faccia. Venne ucciso proprio per la rabbia di essere stati cacciati così, lo uccisero perché era inavvicinabile e incorruttibile”. Interrogato dal pm della Dda di Milano Marcello Tatangelo, davanti alla Corte d’Assise, Agresta ha confermato quanto già dichiarato a verbale nei mesi scorsi: aveva saputo in carcere che ad ammazzare Caccia furono Rocco Schirripa e Francesco D’Onofrio, ex militante di Prima Linea, considerato  vicino alla ‘ndrangheta e indagato come esecutore dell’omicidio. La coppia secondo Agresta, insieme avrebbe “commesso tanti omicidi”

SUCCESSO AL PRIMO TORNEO OPEN DI PADEL ORGANIZZATO DAL MONVISO SPORTING CLUB.

Dopo le tappe dello Slam, il Monviso Sporting Club ha organizzato l’appuntamento più importante di padel della stagione, mettendo a disposizione degli atleti 3.000 euro di montepremi oltre ai rimborsi per il pernottamento per le coppie semifinaliste.


Un ottimo esordio se si pensa che il padel è ‘sbocciato’ in Piemonte solo da circa un anno. Cinquantotto le coppie iscritte complessivamente e tre i tabelloni conclusi: uno ‘Open’ femminile con dodici coppie, uno di terza e quarta categoria con venticinque coppie, i cui semifinalisti si sono qualificati al tabellone Open maschile a cui si sono iscritte di diritto diciassette coppie. Solo dodici le coppie provenienti da fuori Piemonte ed esattamente dall’Argentina, dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna e dal Lazio che vantano una maggiore tradizione padelistica rispetto al Piemonte. In ambito maschile il successo è andato alla coppia italo-argentina Cristian German Gutierrez/Hugo Sconochini (argentino, naturalizzato italiano e già campione di basket) sulla coppia italiana Alberto Albertini/Enrico Burzi al termine di una partita spettacolare (64 76).

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In ambito femminile, invece, successo a sorpresa della coppia lombardo-romagnola Giulia Sussarello/Sara D’Ambrogio contro la coppia romana, testa di serie n. 2, Sara Celata/Martina Lombardi al termine di una partita altrettanto bella (64 76).

Davanti a poco meno di un centinaio di persone, in entrambe le finali si è visto un livello di gioco alto e molto spettacolare; in particolare, in campo maschile, ha impressionato l’argentino Cristian Gutierrez (attualmente n. 37 al mondo) che ha intrapreso un “match in singolare” con il campione italiano Enrico Burzi, mentre in ambito femminile, la giovane e promettente comasca, Giulia Sussarello, ha dimostrato grande solidità fisica e mentale mettendo in campo un gioco aggressivo e coprendo da sola tre quarti di campo contro la forte coppia Celata/Lombardi, entrambe giocatrici nazionali e, rispettivamente, una campionessa italiana e l’altra vicecampionessa.

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In entrambi i tabelloni Open, le coppie torinesi hanno tenuto alto l’onore di casa cedendo il passo contro avversari decisamente superiori e raggiungendo, comunque, piazzamenti pregevoli. In ambito femminile si sono fermate ai quarti di finale: la coppia Barbara Cravero/Carola Scialpi cedendo il passo alla forte coppia milanese-bolognese Maria Maderna/Martina Camorani (62 61), quella formata da Chiara Sangiorgio e Carlotta Colombo perdendo contro la testa di serie n. 2 Celata/Lombardi (61 61) ed il tandem Chiara Prati/Simona Impagliazzo battute dalla coppia torinese-bolognese Manuela Savini/Laura Pollacci (60 60); quest’ultima coppia ha, poi, perso in semifinale contro Celata/Lombardi (62 62).

In ambito maschile, la coppia formata dai due forti tennisti Alberto Giraudo/Nicolò Vercellino si è fermata nei quarti di finale contro la testa di serie n. 4 Carlo Conti/Giordano Orecchio (63 61), mentre Marcello Motta/Simone La Pira, dopo una lottatissima partita negli ottavi, hanno perso anche’essi nei quarti di finale contro la più solida coppia Albertini/Burzi (61 63).

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Nel tabellone di terza e quarta categoria maschile hanno raggiunto le semifinali, conquistando la qualificazione nel tabellone Open, le coppie: Armando Calvetti/Stefano Peracchione (64 57 63 sulla coppia Giancarlo Maccagno/Costabile Cilento), Guglielmo Cavallotto/Nicola Goitre (63 64 sulla coppia milanese Edoardo Marchisio/Filiberto Rizzitiello), Paolo Ballatore/Alessandro La Gioia (36 76 61 sulla coppia Alessandro Ferrero/Marco Cassetta) e Luca Nicoletti/Stefano Reitano (61 63 sulla coppia Carlo Villani/Denis Musurana). Dei qualificati, le coppie Cavallotto/Goitre, Ballatore/La Gioia e Nicoletti/Reitano hanno superato il primo turno del tabellone Open, fermandosi nei quarti di finale. Il livello di gioco del padel in Piemonte sta crescendo anche se il gap con le altre regioni, come Lombardia o Lazio, è ancora alto, ma la passione dei giocatori e l’impegno economico dei circoli consentirà alla nostra regione di raggiungere livelli alti di gioco. La dimostrazione di questa inevitabile tendenza sono il numero di campi aumentato sensibilmente nell’arco di dieci mesi, il numero di tesserati agonisti ed il numero di squadre piemontesi che parteciperanno all’imminente campionato nazionale di serie B. La Federazione tennis dovrà andare oltre quanto sta già facendo, garantendo maggiore sostegno ai circoli che vorranno investire ed ai giocatori, nuovi e non, che vorranno dedicarsi a questo divertente sport.

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A Torino ed in tutto il Piemonte, purtroppo, sono ancora poche le strutture indoor e, se, come probabile, il numero dei giocatori agonisti e amatoriali continuerà ad aumentare, già a partire dalla prossima stagione, i campi al coperto saranno insufficienti a soddisfare la domanda. L’auspicio è che nascano nuovi centri specializzati nel padel oppure che i circoli di tennis aumentino i campi da padel e ne prevedano la copertura per affrontare la lunga stagione invernale piemontese.

In questo senso, il Monviso Sporting Club, ha già dimostrato di voler investire nel padel realizzando tre campi (con la previsione di raddoppiare a breve), di cui due al coperto sotto una struttura permanente. E così l’AD Stefano Ponzano ha confermato che “abbiamo voluto fare le cose professionalmente e pertanto anche al padel ci siamo approcciati con la finalità di diventare un punto di riferimento per il movimento regionale e nazionale”. Ora, per consentire la crescita del movimento padelistico in Piemonte, l’auspicio è che anche altri circoli possano intraprendere percorsi simili. Per garantire questa crescita è necessario non dimenticare i tre concetti chiave che hanno consentito al padel di diventare il secondo sport più praticato in Spagna: il padel è divertente, facile da imparare anche dopo poche lezioni e deve essere uno sport accessibile a tutti.

MS

Foto: Monviso Sporting Club

 

 

 

 

Opportunità formative nelle aree montane

L’Uncem e l’istituto d’istruzione superiore Buniva di Pinerolo hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per aumentare le opportunità formative e favorire, nelle aree montane, l’alternanza scuola-lavoro, con appositi progetti che verranno costruiti nei prossimi anni scolastici per i corsi dei settori tecnologico, artistico, economico, a dimostrazione di come possono essere messe in atto delle integrazioni tra il mondo della scuola e quello dell’impresa, anche in prospettiva per l’ambiente che li circonda. A firmare l’accordo sono stati il Dirigente scolastico del Buniva Danilo Chiabrando e Lido Riba, presidente Uncem Piemonte. A confrontarsi sulle nuove occasioni di formazione grazie alla collaborazione del sistema degli Enti locali, in un incontro che si è svolto oggi presso l’Istituto, sono stati la senatrice Magda Zanoni, il consigliere regionale Elvio Rostagno, i sindaci di Porte Laura Zoggia, di Pomaretto Danilo Breusa, di Usseaux Andrea Ferretti, il direttore del Museo etnografico di Pinerolo Ezio Giaj. A coordinare le attività del protocollo saranno per l’istituto scolastico i docenti Claudio Frola ed Eloise Ramonda, mentre per l’Uncem il vicepresidente Marco Bussone. Le attività si orienteranno su tre fronti: la formazione in classe, con sindaci, docenti universitari, esperti di sviluppo della montagna, la formazione e gli stages nei Comuni montani (in particolare sui temi legati a green economy, innovazione tecnologica, recupero dei borghi alpini), i viaggi d’istruzione nelle aree montane per imparare divertendosi storia, cultura, ambiente nelle aree montane. Il Buniva ha anche avviato corsi formativi per professionisti legati all’efficienza energetica che potranno dare risposte al territorio, ai cittadini. “Siamo molto orgogliosi come Istituto di poter firmare il protocollo con Uncem – ha detto il dirigente Chiabrando – Apriamo nuovi percorsi di collaborazione che fanno bene alla scuola e al territorio. Ringrazio i molti sindaci che già oggi stanno collaborando con la scuola con diverse attività”. “Questa collaborazione apre spazi importanti di lavoro che devono aiutare gli studenti a scoprire che nelle aree montane ci sono gli spazi per lavorare e fare impresa – ha evidenziato Lido Riba, presidente Uncem Piemonte – Pinerolo è una capitale alpina e crediamo che la scuola, con progetti ad hoc, possa lavorare bene con sistema di Enti, in primis le Unioni montane, che devono operare per lo sviluppo economico. L’Istituto può accompagnare questo processo, fornire cultura, idee e proposte anche alle Amministrazioni”.

Massimo Iaretti

Caso “Chalet”, Morano: “Perché la Giunta comunale tollera pericolose situazioni di abusivismo?”

Il notaio-consigliere Alberto Morano si trasforma sempre più in consigliere – notaio, nel senso che sta mettendo nella propria attività politica a Palazzo Civico, tutto il puntiglio e il rigore tipici della professione notarile. Dopo aver sollevato il problema dei conti “sballati” (a scavalco tra le giunte Fassino e Appendino) nel bilancio municipale ora, in conferenza stampa,  lancia un’altra questione esplosiva: “l’ Amministrazione tollera e incoraggia situazioni di abusivismo – si chiede – che costituiscono un pericolo grave per l’incolumità dei cittadini? Sembrerebbe proprio che sia così, a giudicare dalle prove documentali e fotografiche su un caso clamoroso che si trascina da tempo e di cui l’Amministrazione è a conoscenza”. Morano si riferisce alla nota sala da ballo “Chalet”, in viale Virgilio,  al Valentino, concessa con contratto stipulato in data 1 Agosto 2003 (integrato in data 14 Settembre 2006) dalla Città di Torino in locazione alla società Gran Baita s.a.s. Nel contratto si dichiara, osserva Morano ” che il locale ha una superficie di 249 metri quadri, oltre l’area di pertinenza.La planimetria allegata al contratto farebbe pensare ad una superficie coperta di 121 metri. Inoltre la planimetria non corrisponde alle planimetrie catastali e non corrisponde nemmeno allo stato dei luoghi.Dalle foto  disponibili  ledimensioni del locale sembrerebbero essere significativamente superiori a 249 metri”. Morano sottolinea che “con provvedimento del 18 Gennaio 2017 la Direzione Territorio e Ambiente ha ordinato la demolizione di quanto abusivamente eseguito ed il ripristino dello stato dei luoghi”.

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Le opere abusivamente realizzate consistono in: modifiche interne con realizzazione di servizi igienici, demolizione e ricostruzione di nuovi tramezzi; realizzazione di strutture portanti metalliche con tamponamento in vetro in ampliamento; rifacimento della copertura centrale in struttura metallica apribile; realizzazione di scala metallica di acceso alla copertura; realizzazione di modifiche al piano interrato con creazione di bocca di lupo; realizzazione di solaio in sostituzione delle originali rampe di scale; diversa tamponatura esterna; installazione sulla copertura di impianti di trattamento aria, climatizzazione e produzione corrente elettrica; realizzazione di recinzione esterna in lamiera grecata.

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“L’entità delle opere abusive realizzate pone seri dubbi sul fatto che il locale nella sua configurazione attuale possa avere l’agibilità”, assicura il  consigliere che fa notare: la società Gran Baita che occupa i locali abusivamente ristrutturati in base a un contratto di locazione con anomale caratteristiche  ed il cui canone, parametrato alla superficie effettiva è irrisorio, con grave danno per le casse comunali, acquisirebbe, secondo gli uffici del Comune, titolo al diritto di prelazione in caso di nuovo bando. Se, nell’ambito della gara che verrà indetta, verrà riconosciuto un diritto di prelazione alla società Gran Baita s.a.s. che per 14 anni ha occupato i locali in forza di un contratto viziato, usufruendo di opere abusive, si verificherà un grave pregiudizio per gli altri partecipanti alla gara medesima”. E qui viene il punto, secondo Morano: “L’inerzia del Comune nell’indire il bando e tollerare che la società Gran Baita s.a.s. occupi senza titolo i locali abusivamente ristrutturati di Viale Virgilio  contrastano con la corretta tutela del bene comune e non risulta giustificabile o comprensibile”.

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“Qualora poi in questi mesi si dovesse malauguratamente verificare un incidente all’interno dei locali di chi sarà la responsabilità? E la compagnia di assicurazione eccepirà le opere abusive, la probabile mancanza di agibilità, la mancanza di un contratto di locazione in vigore per sottrarsi agli obblighi di risarcimento danni?” Secondo il consigliere di opposizione Questa giunta e’ peggio di quella precedente perché parla, ma non realizza nulla: non si riesce ad essere ascoltati ne’ dagli assessori ne’ dai consiglieri ” E poi riferendosi a qualche assessore: “non si può scaricare la responsabilità sugli uffici, perché gli assessori sono i responsabili dei lavori degli uffici stessi”. “Nel frattempo, provvederemo a depositare un esposto alle Autorità competenti ad accertare responsabilità amministrative ed eventualmente penali”, conclude Morano.

 

 

 

 

Grillo, il Risorgimento, Torino

Di Pier Franco Quaglieni *

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Lo sappiano, i torinesi. Grillo detesta il Risorgimento. Di recente  ha richiesto l’istituzione per il 13 febbraio di un ennesimo Giorno della Memoria per ricordare quelle che lui definisce le vittime del Risorgimento, nell’anniversario della caduta di Gaeta  e  della fine del Regno borbonico delle Due Sicilie che concluse la spedizione dei Mille di Garibaldi, dopo l’incontro a Teano tra il condottiero dei Due Mondi e Vittorio Emanuele II. Forse Grillo pensa di sottrarre voti alla Lega, temibile concorrente al Nord  nella rincorsa populistica, demonizzando la nostra storia come fece Bossi in passato. La Lega in effetti  ha accantonato i temi antisorgimentali e addirittura il 24 maggio  2015-centenario dell’ingresso dell’Italia  nella Grande Guerra- Salvini e Zaia sono andati in riva al Piave ad attingere acqua del “fiume sacro” come Bossi faceva alle sorgenti del Po . Grillo nella sua sbornia demagogica vuole travolgere tutto, in primis la democrazia rappresentativa con il ricorso al mito di un nuovo Rousseau in rete. Il richiamo a Rousseau, almeno alle persone colte, dovrebbe essere sufficiente per capire cosa si celi dietro quel nome: la giustificazione a priori del giacobinismo che dalla Rivoluzione francese a quella russa di cent’anni fa ha intossicato due secoli con ghigliottine,terrore e stragi.

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Ma come è possibile che nessuno a Torino abbia levato la sua voce contro la proposta di Grillo di celebrare le presunte vittime del Risorgimento ? E’ passato esattamente un mese dalla proposta, ma il silenzio l’ha fatta da padrone.  La Torino che fu prima capitale d’Italia e  prima protagonista del Risorgimento ,avrebbe dovuto ,a livello pubblico, prendere posizione contro Grillo. Tutti hanno taciuto. Magari alcuni per disinformazione, altri per disprezzo verso le sparate di Grillo, ma sicuramente alcuni hanno taciuto per convenienza. Se oggi fosse in vita, un uomo come Narciso Nada, storico del Risorgimento ,ma anche degli Antichi Stati italiani preunitari, non avrebbe avuto esitazioni a replicare a muso duro per le rime in quella che Adolfo Omodeo  definiva la “difesa del Risorgimento”. Lo fece  insieme a me anche  agli albori del leghismo.  Il meridionale Croce parlò addirittura di “Sorgimento” per sottolineare come esso fosse l’unica grande pagina della storia italiana. Alcuni pallidi  risorgimentalisti torinesi si baloccano con altre cose, ma non hanno avuto il coraggio di replicare a Grillo, come in passato  non lo ebbero nei confronti dei leghisti. D’altra parte le cattedre di Storia del Risorgimento nelle Università italiane vengono sistematicamente eliminate a favore della Storia contemporanea, ritenendo che il Risorgimento non meriti più studi specifici.

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Solo Dino Cofrancesco, la mente più illuminata dell’Università di Genova, gran nemico di quello che lui definisce il “gramsciazionismo” torinese, ha scritto il suo dissenso e la sua indignazione ,ricordando le parole di Rosario Romeo, il grande biografo di Cavour: “La crisi dell’idea di Nazione ha indotto molti italiani a rinunciare al rispetto di sé stessi come collettività e come civiltà”. E ha ricordato la grande lezione di Francesco de Sanctis che ,in esilio a Torino, fu anche professore nella nostra Università. De Sanctis, sommo critico e storico della letteratura italiana e primo ministro della Pubblica istruzione del nuovo Regno, scelto da Cavour, patì il carcere sotto i Borboni. Bisognerebbe opporre a Grillo la grande lezione degli storici italiani, molti dei quali originari del Sud, che hanno scritto la storia del  Risorgimento ,contestando le tesi fortemente  ideologiche ma storicamente fragili di Gobetti e Gramsci che vollero vedere nel processo di unificazione una rivoluzione mancata o una conquista regia. Mi limito, rispondendo a Grillo da modesto  storico del Risorgimento ,con le parole di Giaime Pintor  scritte al fratello nel 1943 poco prima di morire, quando stava iniziando il suo impegno nella Resistenza : “Il Risorgimento fu l’unico episodio storico-politico… che (ha) restituito all’Europa un popolo di africani e di levantini”. Non va dimenticato che Pintor era sardo come Gramsci.

*Direttore del Centro Pannunzio

Vicino a te 2017: al Mauriziano contro la Violenza di Genere

Nell’ambito del Progetto Regionale VICINO A TE 2017, l’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano, grazie all’iniziativa della Rete locale accoglienza vittime di violenza (coordinata dalla dottoressa Arianna Vitale) ospiterà il camper itinerante del servizio di front office mobile per la campagna di sensibilizzazione, informazione e prevenzione contro la violenza di genere. Il camper sarà posizionato nell’area del cortile adiacente al Pronto Soccorso, con accesso da corso Rosselli. All’interno del camper – per fornire informazioni alla cittadinanza – saranno presenti le équipe di operatrici con specifica competenza e formazione del Telefono Rosa Piemonte, in particolare psicologhe ed esperte legali. La postazione mobile sarà presente davanti al Mauriziano dalle ore 9 alle ore 13 nelle seguenti date: 14 marzo,13 aprile, 29 giugno e 31 ottobre. La popolazione è invitata a partecipare all’evento per conoscere le attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli, come previsto dalla Legge Regionale n.4 del 24 febbraio 2016 e relative disposizioni attuative.

 

 

Norooz Festival: il Capodanno persiano si festeggia a Torino

Musica tradizionale, degustazioni, tradizioni persiane e Dj ! Ti aspettiamo dalle ore 12:00 a mezzanotte Norooz letteralmente vuol dire ‹Nuovo Giorno›. La tradizione persiana ogni anno festeggia il suo Capodanno basato sul calendario solare idealizzato dal grande filosofo, matematico Ommar Khayyam

Tutto sull‘evento: https://www.facebook.com/events/260161204410867/

Il primo mese persiano ovvero Farvardin coincide precisamente con il segno dell’Ariete. A dire il vero gli iraniani festeggiano il loro Capodanno allo solstizio della primavera ovvero il momento in cui la terra finisce il suo percorso intorno al solo ed entra nel nuovo giro. All’arrivo della primavera, il 20 Marzo, gli iraniani apparecchiano una Tavola sulla quale mettono sette oggetti ognuno dei quali simboleggia un valore vitale:

* Sabzeh – di frumento, di orzo o di lenticchie o i germogli che crescono in un piatto, simbolo di rinascita
* Samanu – un budino dolce a base di germe di grano, simbolo di benessere
* Senjed – la frutta secca del Oleaster, simbolo di amore Sir- aglio, simbolo di protezione
* Sib – mele, simbolo di bellezza e salute
* Somaq – bacche sommacco, che simboleggiano il colore del Sole
*Serkeh – aceto, simbolo di età e la longevità

 

L’attenzione verso l’arrivo della primavera presso gli iraniani, viene considerata una dolce attesa sia per la preparazione della Tavola Haft Sin sia per ri-abbellire la casa che a sua volta viene pulita e messa in ordine per ospitare i parenti che vogliono rinfrescare le visite durante i 13 giorni della festa. Storicamente il Capodanno persiano trova le sue radici in una delle feste più antiche del mondo dove la natura e il risveglio vitale dopo l’inverno compongono il suo concetto centrale. Tale festa è riconosciuta non solo in Iran bensì in altri paesi come Afghanistan, Azerbaigian, Tagikistan, Albania, Turchia, Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Georgia, Kosovo, Iraq Kurdistan, Bayan-Ölgii, Uzbekistan.

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Gli Spettacoli sul palco del Norooz di Torino

1) Ore 12:30 spettacolo di danza contemporanea persiana con Hadi Habibnejad
2) Ore 13.30 Performance del cantautore, musicista e dj Aren invitato direttamente dall’Iran
3) Ore 14:30 concerto di musica folkloristica persiana, Hossein Baharbin canto, Reza Mohsenipour Tar, Hamid Mohsenipour percussione

4) Ore 17:30 Performance del cantautore, musicista e dj Aren invitato direttamente dall’Iran

5) 18:30 concerto improvvisato sulla musica classica persiana, Hossein Baharbin canto, Reza Mohsenipour Tar, Hamid Mohsenipour percussione
6) Ore 19:30 spettacolo di danza folkloristica persiana con Hadi Habibnejad
7) Ore 20:30 Performance del cantautore, musicista e dj Aren invitato direttamente dall’Iran
 Ore 21:30 spettacolo di danza sufi
9) Ore 22:30 concerto di musica tradizionale persiana, Hossein Baharbin canto, Reza Mohsenipour Tar, Hamid Mohsenipour percussione
10) Ore 23:00 chiusura serata con un spettacolo di tutti gli artisti insieme, concerto di musica persiana con canto e danza: Hossein Baharbin, Hadi Habibnejad, fratelli Mohsenipour, performer Aren

“Manon Lescaut”, atteso ritorno al Regio

Si preannuncia un successo di pubblico e di critica la rappresentazione di Manon Lescaut al teatro Regio prevista per martedì 14 marzo alle 20, capace di far riaffiorare il ricordo di quello trionfale ottenuto dalla stessa opera nella messinscena, sempre al teatro Regio di Torino, il 1 febbraio 1893, con ben otto chiamate alla ribaltaDi grande livello il cast di questa produzione, sostenuta dalla Società Reale Mutua Assicurazioni, che riprende, variandolo, l’allestimento pensato per le Olimpiadi invernali di Torino del 2006. L’enfant prodige del teatro Regio, che ha firmato regie di successo, come quelle della Boheme e del Barbiere di Siviglia, ha mantenuto, infatti, l’impianto del suo predecessore.

Nel ruolo di Manon la celebre soprano Maria José Siri, il tenore Gregory Kunde in quello di Renato De Grieux e il baritono Dalibor Jesse in quello di Lescaut. L’allestimento di Vittorio Borrelli si caratterizza per la compresenza di realismo e simbolismo, pur nel rispetto dei dettami presenti nel libretto. L’ambientazione settecentesca è solare nel primo atto; dominata, nel secondo atto, dagli ori e dal nero del palazzo di Geronte, e si tinge di un’atmosfera tenebrosa nell’atto ambientato nel porto di Le Havre. Si conclude, infine, con una distesa dominata da luci taglienti e nette per la landa desolata dell’ultimo atto. La Manon Lescaut si può definire un’opera giovanile di Puccini, caratterizzata da energia e freschezza. Si tratta di una musica cinematografica ante litteram, basata su primi piani, controcampi, piani sequenza, che aprono all’immaginario del teatro musicale soluzioni fino ad allora inedite. Rappresentò la consacrazione dell’allora trentacinquenne Giacomo Puccini, alla sua terza opera. La gestazione della Manon Lescaut non era stata tra le più facili, proprio perché Puccini voleva evitare il confronto con l’opera composta sullo stesso soggetto da Massenet, tratta dal medesimo libro “Histoire du chavalier des Grieux et de Manon Lescaut “, scritto dall’abate Antoine Francois Prevost. Per questo motivo Puccini non era soddisfatto del libretto e il lavoro passava da un autore all’altro, da Ruggero Leoncavallo a Marco Praga, da Domenico   Oliva a Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, fino a giungere allo stesso compositore. Nel novembre 1893 sarà lo stessoGustav Mahler a dirigere la prima tedesca dell’opera e Fedele d’Amico dichiarerà che “Manon Lescaut è il nostro Tristano. Un Tristano istintivo, non problematico, senza implicazioni cosmiche, formato ridotto, precisamente quel tipo di Tristano che l’opera italiana poteva produrre “.

 

Mara Martellotta