redazione il torinese

Aree collinari, il ruolo delle associazioni fondiarie

Le associazioni fondiarie possono essere una valida alternativa all’abbandono delle aree collinari e montane ed al recupero di aree che altrimenti rimarrebbero incolte. In questa forma di associazionismo la Regione Piemonte crede, avendo recentemente approvato una legge a Palazzo Lascaris. All’argomento dedica un convegno l’Uncem regionale. L’appuntamento è venerdì 19 maggio a Settimo Vittone, nella sala del consiglio comunale alle ore 20.30. Intervengono il sindaco e presidente dell’Unione montana, Sabrina Noro, il presidente di Uncem Piemonte Lido Riba, e i dottori forestali Roberta Benetti e Paolo Piatti, autori del piano degli alpeggi dell’Unione montana.

Massimo Iaretti

Campagna LAV al Salone del Libro

GLI ANIMALI HANNO CAMBIATO IN MEGLIO LA TUA VITA, CON IL 5XMILLE ALLA LAV PUOI RICAMBIARLI: IL 19- 20 e 21 MAGGIO A TORINO DALLE 10.00 ALLE 20.00 AL SALONE DEL LIBRO LINGOTTO FIERE VIA NIZZA 280 PADIGLIONE 3 STAND P71

VIENI A SCOPRIRE COME CONTRIBUIRE AI NOSTRI PROGETTI E RACCONTACI COM’È #LAVITAINSIEME A LORO AIUTACI A FERMARE LE VIOLENZE SUGLI ANIMALI: BASTA UNA FIRMA NELLA TUA DICHIARAZIONE DEI REDDITI (CODICE FISCALE 80426840585). Un animale ha cambiato in meglio la tua vita. Tu puoi ricambiare migliorandone milioni, semplicemente destinando il 5XMille alla LAV: il 19- 20 e 21 MAGGIO al SALONE DEL LIBRO A TORINO LINGOTTO FIERE VIA NIZZA 280 PADIGLIONE 3 STAND P71 dalle 10.00 alle 20.00 sarà possibile incontrare i volontari LAV e scoprire come contribuire ai tanti progetti in favore degli animali destinando il tuo 5XMille. Al nostro tavolo LAV potrai inoltre partecipare al nuovo gioco interattivo: com’è #LAVitainsieme al tuo amico a 4 zampe? Vieni a raccontarcelo: insieme sarete fotografati nella nostra cornice gigante, potrai condividere la foto con tutti i tuoi amici e diventare nostro testimonial! Per te un simpatico e utile omaggio da parte di LAV. Da 40 anni LAV si prende cura degli animali, difendendoli nelle aule di tribunale e salvandoli da maltrattamenti, abbandono, ingiustizie. Su www.5xmille.lav.it trovi tutte le informazioni per contribuire alle nostre azioni in difesa degli animali. Con questa scelta, al momento della dichiarazione dei redditi, potrai infatti contribuire a: • garantire cure mediche, cibo e assistenza a tutti gli animali che abbiamo in custodia; • continuare a essere in prima linea nelle aule di giustizia per difendere i diritti di migliaia di animali. Sono circa 500 le azioni legali intraprese da LAV nei Tribunali di tutta Italia ogni anno, di cui 98 solo i procedimenti penali seguiti nel 2016; • sottrarre tantissime vite animali dall’incubo dei fucili: 14.700 marmotte, storni e volpi sono stati salvati dalla caccia solo nel 2016; • trovare una casa e una famiglia ai cani e gatti vittime di abbandono o di maltrattamento: 448 cani e 135 gatti sono stati affidati in famiglia solo nel 2016. Nello stesso anno abbiamo seguito e supportato 136 casi di recupero comportamentale grazie al nostro educatore cinofilo. Donare il 5xmille alla LAV e agli animali è veloce e semplicissimo: • nei moduli della dichiarazione dei redditi CUD, 730 e Modello Unico cerca la scheda “Scelta per la destinazione del 5 per mille dell’IRPEF”; • scegli il riquadro “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale”; • inserisci la tua firma e il codice fiscale della LAV 80426840585. “Da 40 anni difendiamo gli animali e lottiamo contro ogni forma di sfruttamento, per un mondo dove ogni singolo animale abbia libertà, dignità, vita. – afferma la LAV – Con il vostro sostegno, grazie al 5xmille, potremo dare continuità a questo impegno e far avanzare i diritti degli animali attraverso i tanti risultati che abbiamo conseguito e che potremo conseguire, con la fiducia dei contribuenti: tra questi, anche il finanziamento di importanti progetti di ricerca che non utilizzano animali, come quelli ai quali la LAV ha dato il suo contributo presso i poli universitari di Genova, Pisa e Bologna, offrendo una speranza in più ai malati che attendono una cura e ai milioni di animali vittime della sperimentazione”.

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Sono tanti i progetti concreti per gli animali che potrai sostenere destinando il 5xmille alla LAV: vieni a scoprirli al nostro tavolo il 19- 20 e 21 MAGGIO a TORINO dalle 10.00 alle 20.00 in via Nizza 280 al SALONE DEL LIBRO LINGOTTO FIERE PADIGLIONE 3 STAND P71, ti aspettiamo

Come sopravvivere spacciandosi per Nanni Moretti

Intervista di Laura Goria

Immaginate di essere un aspirante scrittore cinquantenne frustrato al quale il destino ha regalato sembianze identiche a quelle di uno dei maggiori registi italiani; perché allora non tentare di sbarcare il lunario ed emergere dall’anonimato fingendo di “Essere Nanni Moretti”? L’ultimo esilarante romanzo di Giuseppe Culicchia, edito da Mondadori.

Protagonista Bruno Bruni, scrittore molto di nicchia con l’ambizione -mancata- di scrivere il Grande Romanzo Italiano capace di far man bassa dei premi letterari più prestigiosi delle patrie lettere. Diciamo che la realtà è tristemente diversa dai suoi sogni di gloria …e lui che si inventa? Semplicemente sfrutta la somiglianza avuta in sorte, si fa crescere la barba e si spaccia allegramente per il regista più schivo d’Italia. Di più non vi racconto…posso dire che c’è molto più del semplice scambio di identità… e vi consiglio di leggerlo.

Perché è una spassosissima ed intelligente storia che prende in giro lo star system letterario e questa becera contemporaneità in cui conta di più essere popolari che davvero talentuosi. E Culicchia che, dai tempi del primo strepitoso successo “Tutti giù per terra”, è cresciuto in bravura e ironia, senza mai montarsi la testa, tenendosi ben lontano dalla spocchia e dai vezzi di certo milieu letterario è perfetto per maneggiare l’argomento con la sua consolidata verve.

Come ti è venuta l’idea di questa storia?

«Per una serie di fattori. Anni fa mi venne rubata l’identità: qualcuno si era presentato ad una finanziaria chiedendo un prestito a mio nome. E dovetti dimostrare di essere me stesso e non quello che si era spacciato per me. La cosa è bizzarra, uno è abituato a pensare che al massimo gli rubino la macchina, e all’epoca mi aveva fatto molto riflettere. Tempo dopo, ho letto su un quotidiano inglese di un signore identico a Stanley Kubrick che si spacciava per il regista e sfruttando la somiglianza si faceva invitare a destra e a manca. Ovviamente approfittava del fatto risaputo che Kubrick non aveva vita sociale, era una sorta di monaco guerriero auto recluso nella sua magione, non prendeva mai l’aereo e addirittura si faceva costruire i set dei film a due passi da casa».

Perché proprio Nanni Moretti?

«Perché era l’unico regista italiano che avesse una vita appartata, non dico monacale come quella di Kubrick, ma di sicuro è impossibile trovarlo nelle gallerie fotografiche di Dagospia o nei settimanali di gossip».

L’hai conosciuto di persona?

«L’unica volta che l’ho incontrato era da Fiorio e quando gli ho chiesto se era proprio lui….mi ha risposto “No, non sono Nanni Moretti”».

Al di là del divertimento, è anche un acuto romanzo sull’arte di arrangiarsi nella vita ed una metafora dei tempi che corrono: di oggi cosa ti disturba di più?

«Da un lato che sia stata sistematicamente distrutta ogni parvenza di diritto al lavoro per i giovani.

30 anni fa sarebbe stato inconcepibile un mercato del lavoro che prevede questo precariato capillare e atroce, non permette di progettare un futuro e in cui tutti diventano lavoratori a cottimo. D’altro canto, mi disturba la grande rassegnazione di fondo di chi subisce questo stato di cose, come se ormai fosse scontato. Spero che prima o poi le cose cambino; anche perché nell’arco di qualche decennio verrà a mancare l’ultima generazione che ha potuto godere di una pensione almeno dignitosa. Chi oggi ha 20-30 anni si troverà a vivere la 3° età in condizioni difficilissime».

Poi c’è un altro piano di lettura, quello dell’odierna sete di protagonismo…

«E’ un altro segno dei nostri tempi. Il famoso quarto d’ora di celebrità preconizzato da Andy Warhol a fine anni 60 è diventato i 5 secondi di fama odierna quando fai un tweet o su facebook ottieni 10 o 1 milione di like. C’è un po’questa ossessione collettiva, scatenata, credo, soprattutto dal mezzo televisivo; l’improvvisa celebrità di persone che non hanno particolari meriti né talento».

Perché le pagine più cattive sono dedicate proprio a te?

«Perché mi sono messo in gioco ed ho voluto entrare nei panni di chi mi detesta. Si vorrebbe sempre piacere a tutti; ma è impossibile e forse sarebbe anche un po’ pericoloso. Preferisco suscitare amore e odio: il protagonista del libro è tra quelli che non mi sopportano» .

Quanto ti sei divertito con questo romanzo?

«Moltissimo… molto spesso ridevo scrivendolo».

Hai per caso avuto dei riscontri da Nanni Moretti?

«Su suggerimento dell’ufficio legale Mondadori, gli avevo mandato il manoscritto, perché di fatto stavo usando il suo nome ed era bene che lo leggesse prima. Dopo circa 9 mesi mi ha chiamato dicendo che stava lavorando a un copione e non aveva tempo di leggerlo e mi ha chiesto di riassumere la storia. Così gliel’ho raccontata al telefono: si è divertito all’idea …e in maniera molto generosa mi ha dato il suo ok. Di questo lo ringrazierò per sempre».

“Teddy Bear Hospital” dal Rotaract per i bambini

Il Distretto Rotaract 2031, composto da giovani tra 18 e 30 anni delle Province di Torino, Novara, Biella, Vercelli, Verbania ed Aosta, sarà presente al Salone del Libro con il progetto “Teddy Bear Hospital” in collaborazione con Shelterbox, un’associazione umanitaria internazionale partner del Rotary International, che in caso di catastrofe agisce installando tende attrezzate in grado di restituire riparo, calore e dignità alle popolazioni colpite da calamità in ogni parte del mondo

Il progetto “Teddy Bear Hospital”, nato più di dieci anni fa da un’idea congiunta delle associazioni europee ed internazionali di studenti di medicina, ed approvato quale uno dei Service nazionali rotaractiani dell’Anno Sociale 2016/2017, si propone come obiettivo quello di far familiarizzare i bambini sani con l’ambiente, il personale e gli strumenti usati in ambito ospedaliero in modo tale da prevenire l’ansia e lo stress medico-correlati. Paura e ansia interessano infatti molto spesso i bambini che devono interfacciarsi con il proprio pediatra o che devono affrontare l’esperienza ospedaliera, sia essa relativa ai soli esami diagnostici o ad un ricovero prolungato. Il carattere innovativo di tale progetto risiede nella sua caratterizzazione preventiva, poiché si rivolge a bambini sani con limitata (o nulla) esperienza di ospedalizzazione. In questa occasione i bambini possono giocare a “fare i dottori” prendendosi cura del pupazzo malato guidati dai soci Rotaract che li accompagnano lungo tutto il processo di diagnosi e terapia fino alla guarigione del pupazzo. Alla fine ai bambini verrà rilasciato il certificato di “sana e robusta costituzione” e verrà loro regalato il peluche. L’iniziativa è aperta a tutti i bambini di età compresa tra i 4 e i 9 anni ed è gratuita. L’appuntamento è per domenica 21 maggio dalle 9 alle 13 presso il Lingotto (area esterna del Padiglione 3)

PREMIO LUCIO BATTISTI, LA PRIMA SELEZIONE

Si è svolta venerdì 12 maggio, a Torino, presso il “Perbacco”, la prima delle due selezioni (la seconda è in programma venerdì 26 maggio) del “Premio Lucio Battisti” , importante rassegna canora nazionale, la cui organizzazione a livello piemontese è affidata alla Savastano Production. Presentati dall’attore Emilio Savastano, si sono sfidati a colpi di canzone quindici concorrenti. La qualificata giuria composta dal cantante Mario Gallo, dall’imprenditore Rocco Callipari, dall’art director dell’agenzia Savastano Production Ezio Gobbo e da una rappresentate del pubblico, ha selezionato sei concorrenti ammessi direttamente alla finale. Approdano alla finale del 9 giugno: Serena Stano (che ha cantato Amore Mio), Marina Costa (Simply the best), Marzia Bertucci (Ti sento), I Va’nima composti da Mattia e Ivan (Tre minuti), Jessica Rainutti (Amaro) e Rosalba Tufi (Mare d’inverno). Bravi anche gli altri concorrenti in gara che proprio il 26 maggio potranno nuovamente tentare l’accesso alla finale: Giovanna Pirrone (Gli uomini non cambiano), Mariagrazia Martorelli (Anche un uomo), Alessio Fidelio (I migliori anni), Franco Rosi (La bamba), Domenico Carrozzo (A te), Nicolò Giarrizzo (Save the last dance), Roberto De Michele (Alba), Valerio Pepe (Meraviglioso) e Alex Arias (Maluma). Appuntamento, quindi, venerdì 26 maggio, sempre presso il Perbacco, con la seconda selezione del “Premio Lucio Battisti”.

Le Olimpiadi dei giochi dimenticati

Domenica 21 maggio 2017, dalle ore 10 alle 19

Campana, corsa coi sacchi, tiro alla fune: i passatempi di una volta sono protagonisti della terza edizione delle Olimpiadi dei giochi dimenticati, una grande festa in programma domenica 21 maggio 2017 al Castello e Parco di Masino a Caravino (TO), a Parco Villa Gregoriana a Tivoli (RM), al Bosco di San Francesco ad Assisi (PG) e al Monastero di Torba a Gornate Olona (VA) e pensata dal FAI – Fondo Ambiente Italiano per trasmettere ai più piccoli e alle famiglie il piacere di mettere in moto la fantasia. Una giornata all’aria aperta, lontano da tv, social network e videogame, per riscoprire un prezioso patrimonio culturale dal significato altamente educativo, che si fonda sulla consapevolezza del valore della creatività e del fare squadra.

 

Al Castello e Parco di Masino dalle ore 10 alle 19 i ragazzi dai 4 ai 14 anni potranno partecipare a tornei di giochi a squadre e gare di abilità. Oltre ai “grandi classici” come il tiro alla fune, lunga ben 80 metri, rubabandiera e le corse con i sacchi, non mancheranno l’uovo nel cucchiaio, un due tre stella, la carriola, lo sparviero, la pentolaccia e il tris umano. Si riscopriranno così le attività tradizionali popolari che si praticavano nelle piazze e nei cortili: semplici passatempi che richiedevano velocità, destrezza e fantasia e favorivano lo stare insieme.

All’interno del parco monumentale saranno presenti, inoltre, stand gastronomici e sarà attiva la caffetteria.

 

Con il Patrocinio di Regione Piemonte, Città metropolitana di Torino, Comune di Caravino e Città d’Ivrea.

Il calendario “Eventi nei beni del FAI 2017”, è reso possibile grazie al significativo sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, e al prezioso contributo di PIRELLI che conferma per il quinto anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione.

 

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Giorno e orario: domenica 21 maggio dalle ore 10 alle 19

 

Ingressi: Ingresso parco e giochi: Intero: € 6; Bambini (0-3 anni): gratuito; Bambini (4-14 anni): € 3; Biglietto famiglia (2 adulti e fino a 4 bambini 4-14): € 15; Iscritti FAI: € 3

Ingresso parco, castello e giochi: Intero: € 11; Bambini (4-14 anni): € 5; Biglietto famiglia (2 adulti e fino a 4 bambini 4-14): € 27; Studenti universitari fino ai 26 anni e soci Carta musei: € 7,50; Iscritti FAI: € 3

 

Per informazioni: tel. 0125.778100; faimasino@fondoambiente.it; www.castellodimasino.it

www.fondoambiente.it

208 mila diagnosi di tumore. E il costo dei farmaci è in aumento

In Piemonte e Valle d’Aosta sono state registrate nell’anno 2015 280mila diagnosi di tumore, rispetto ai 3 milioni in Italia. Il dato emerge dal convegno torinese dell’Associazione di Oncologia Medica (Aiom) sulle reti oncologiche regionali. Le reti sono state create per aumentare efficienza e qualità di cura, anche se ci sono problemi come  l’accesso a farmaci costosi. Il Piemonte fa affidamento  su 12 Asl, 3 presidi, 3 aziende ospedaliere e  3 aziende ospedaliere universitarie.  Il  caso del Cottolengo per quanto riguarda l’oncologia  ha contato 973 visite, 1072 nel 2017, mentre gli interventi alla mammella sono stati 224 nel 2015 e 400 quest’anno. I costi dei farmaci, stabili nel 2015/2016, salgono  +29% nel primo trimestre 2017.

Corecom in prima fila contro il cyberbullismo

“Il legislatore ha lavorato per produrre una legge che consenta ai cittadini, in particolar modo ai minori, di avere un primo strumento di difesa. Sarà la legge migliore del mondo? Lo vedremo, ma cominciare con critiche pleonastiche, di sicuro non giova a chi ha il dovere di educare e men che meno alle vittime”. Così Alessandro De Cillis, presidente di Corecom Piemonte, ha voluto precisare, in seguito all’intervista di Mario Rusconi, vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), sull’inutilità della legge approvata dalla Camera, pubblicata dal quotidiano La Stampa. “È necessario riflettere – ha proseguito De Cillis – su un aspetto fondamentale: le famiglie sono spesso ignare del comportamento dei propri figli online e il Corecom Piemonte ha evidenziato questo dato nel corso di una recente ricerca. In ogni caso la scuola è un punto di riferimento importante e si avverte la necessità di uno sforzo comune per colmare il vuoto educativo. Al Salone del Libro di Torino la senatrice prima firmataria del provvedimento divenuto legge, poserà la palla per dare il calcio di avvio della partita contro il cyberbullismo. Ora non possiamo più stare in panchina a guardare.” Venerdì 19 maggio, alle 11, in Arena Piemonte, è infatti previsto il dibattito “Cyberbullismo: se lo conosci puoi sconfiggerlo”, organizzato dal Comitato per analizzare e prevenire i rischi legati alle informazioni che il mondo multimediale mette a disposizione dei ragazzi.

dr – www.cr.piemonte.it

Palazzo Carignano, il mistero del padiglione sotterraneo dimenticato

Di  Pier Franco Quaglieni*
Il numero di maggio 2017  del mensile “Torino storia” “dedica il suo principale articolo ad un fatto scandaloso: l’esistenza di un padiglione creato negli anni ’80 dall’architetto Andrea Bruno,progettista di fama internazionale, sotto il cortile di palazzo Carignano “sepolto  e dimenticato” da molti anni. Si tratta di un padiglione modernissimo da 300 posti a sedere o 700 persone in piedi . Era un’idea che aveva iniziato a prendere forma per iniziativa del Presidente della Regione Aldo Viglione, così attento al restauro e al rilancio del patrimonio storico-artistico del Piemonte,a cominciare dalle residenze sabaude e dal Museo del Risorgimento. Ne parlò lo stesso prof. Bruno, quando venne a ricordare Viglione al Centro “Pannunzio” una decina di anni fa. Il lavoro costò 13.945.000 euro e si protrasse dal 1987 al 1994,scoperchiando il cortile di palazzo Carignano e scavando fino a 11 metri. Viglione morì nel dicembre 1988. E’ diventato un pezzo modernissimo  di archeologia sommersa,come ironicamente afferma il prof. Bruno. Venne infatti ricoperto da pesanti lastroni di metallo per occultare i lucernari, in modo da impedire che si potesse vedere dall’esterno la sua esistenza.  La spesa dell’opera, il suo non utilizzo per tanti anni che ha privato palazzo Carignano di una struttura molto importante,l’occultamento del lavoro ci portano necessariamente a pensare a precise responsabilità. Non sappiamo di chi siano state,ma sicuramente ci sono. Se l’opera non venne utilizzata neppure un giorno,non fu un fatto casuale,ma il frutto di una scelta . Chi fece questa questa scelta ? Quali sono stati i motivi dell’occultamento? Qualcuno si accorse che il lavoro era inutile e che furono gettati al vento ingenti fondi pubblici? E perché ,invece di far porre lastroni,non ha segnalato la cosa alla Procura della Repubblica ? Noi chiediamo che il Consiglio Regionale si faccia carico, in primis, di far chiarezza. Il Museo del Risorgimento rimase chiuso per anni per lavori di rifacimento per presentarsi con un nuovo allestimento in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia nel 2011.Si spesero fondi ingenti. Sarebbe importante-ribadiamo – stabilire  chi fece  mettere i lastroni metallici per occultare il padiglione sotterraneo inutilizzato.Ad un certo momento la dott. Cristina Vernizzi direttrice del Museo per molti anni venne improvvisamente sostituita,non si è mai saputo in base a quali motivi.La sua rimozione suscitò scalpore. La democrazia comporta chiarezza e non consente zone d’ombra. Noi chiediamo che il numero di “Torino storia” n. 18 venga acquisito agli atti e venga ascoltato in seduta pubblica  il prof. Andrea Bruno. Grazie per l’attenzione e molti cordiali saluti. Siamo certi che un fatto del genere  non verrà sottovalutato nella sua gravità.
                                                                                 

                                                                          * Direttore del Centro “Pannunzio”