Una Saab ha forzato un posto di blocco ed è fuggito ai 200 all’ora nella tangenziale torinese, scappando poi per corso Francia e via Pavia. Qui ha imboccato una rotonda in contromano nei pressi del commissariato di Rivoli, ed è andato a sbattere contro una Peugeot 307. L’uomo alla guida ha abbandonato l’auto ed è fuggito a piedi, nascondendosi in un capannone dove non è stato ancora trovato.Il conducente della Peugeot è stato trasportato all’ospedale.
Iran, con Rouhani vince il “popolo viola”
FOCUS / di Filippo Re
L’Iran degli ayatollah conferma alla presidenza della Repubblica iraniana il riformatore moderato Hassan Rouhani, eletto per la seconda volta al primo turno (un presidente uscente non è mai andato al ballottaggio nella storia recente dell’Iran). Già i dati parziali di ieri sera e della notte davano il presidente in carica in netto vantaggio sullo sfidante, il religioso conservatore Ebrahim Raisi, fedelissimo dell’ayatollah Khamenei, la Guida suprema della nazione iraniana. Molto alta l’affluenza, che ha superato il 70%, facendo rinviare la chiusura dei seggi alla tarda serata. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, Rouhani ha ottenuto 23 milioni di voti, pari al 57%. Il suo avversario, il conservatore Ebrahim Raisi, ha invece avuto 15 milioni di voti, fermandosi al 38,5%. L’altro candidato conservatore, Mostafa Mirsalim, ha ottenuto 297.276 preferenze (1,14%), mentre l’altro candidato riformista Mostafa Haschemi Taba, che aveva invitato i suoi sostenitori a votare Rouhani, ha avuto 139.331 voti (0,53%). L’Iran sceglie quindi di non tornare indietro e di seguire un nuovo corso moderato per almeno altri quattro anni ma come insegna la storia degli ultimi quarant’anni, dai tempi del fondatore della Repubblica islamica dell’Iran, il rivoluzionario Khomeini, chiunque vinca le elezioni iraniane, il vero vincitore è sempre la Guida Suprema del Paese, cioè l’ayatollah Khamenei che controlla tutto, dall’esercito
![]() Gli iraniani hanno premiato Rouhani per aver concluso l’accordo sul nucleare con gli Stati Uniti e l’Onu il 14 luglio 2015 che prevede la riduzione dei piani atomici persiani in cambio della fine delle sanzioni economiche facendo uscire gradualmente l’Iran dall’isolamento internazionale. L’intesa tuttavia non ha ancora avuto gli effetti che si speravano perché l’economia iraniana è ancora distante da una vera ripresa dopo tanti anni di sanzioni e ci si aspettava che le conseguenze dell’accordo si potessero sentire a livello concreto tra la gente ma così non è stato. I risultati positivi dell’accordo nucleare e del superamento delle sanzioni sono stati in buona parte oscurati dal calo del prezzo del petrolio e la ripresa delle esportazioni iraniane è stata quasi vanificata dal crollo del prezzo del barile di greggio da 104 a 44 dollari.Il presidente ha reso più distesi i rapporti con la comunità internazionale e soprattutto con l’Occidente, ha migliorato l’economia dopo la disastrosa gestione di Ahmadinejad anche se la disoccupazione è ancora alta, è salita dal 10 al 12%, ma l’inflazione si è notevolmente abbassata scendendo dal 40 al 9%. Rouhani non può forse fare di più perchè l’economia iraniana è in buona
|
Nel corso della notte si è svolto un blitz antidroga nel quartiere di San Salvario, nel cuore della movida. Polizia, carabinieri e guardia di finanza hanno controllato diverse attività in particolare in via Berthollet. Diverse persone sono state identificate e fermate e i cani poliziotto Eddie e Kira hanno recuperato numerose dosi di eroina e cocaina, nascoste sotto le auto e sotto i cassonetti della spazzatura. Durante l’operazione di polizia alcune vie sono state chiuse al traffico.
(foto: il Torinese)
“Non ci sono religioni ‘sorvegliate speciali’”
Oggi in Commissione Urbanistica è cominciata la discussione sulla proposta di legge a prima firma Vignale (FI) relativa alla realizzazione di nuovi edifici destinati all’esercizio del culto.
La legge pone particolare attenzione alla religione islamica, come esempio di associazione che “non sottoscrivendo intese con lo Stato italiano, deve tuttavia definire in maniera precisa la propria attività sul nostro territorio”, poiché – così recita la relazione introduttiva – “sovente la legge coranica prevale rispetto alle norme del Paese ospitante”. Si chiede pertanto di sottoporre moschee e luoghi di culto islamico a regolamentazione per garantire la piena trasparenza dei finanziamenti per la loro costruzione e gestione. Ma, soprattutto, si pretende di stabilire che “gli imam limitino la loro predicazione ai soli precetti di culto, parlino in italiano e siano in grado di accompagnare le comunità musulmane praticanti in un processo di crescente integrazione, senza configgere con l’ordine pubblico e con la sicurezza del Paese”.
“Il disegno di legge presenta evidenti aspetti di incostituzionalità” – dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi. – “Innanzitutto interviene su una materia, quella dei rapporti fra la Repubblica e le confessioni religiose, regolata dalla Carta (Art. 117) e dunque di competenza legislativa esclusiva dello Stato. Inoltre, la sentenza n. 63 del 2016 della Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità di una legge regionale della Lombardia analoga a questa, ritenuta discriminatoria e limitante la libertà religiosa. La sentenza ha sancito che ‘l’esercizio del culto è componente essenziale della libertà religiosa e non può essere soggetto, anche nella sua forma pubblica, ad alcun controllo o limitazione’”.
La pdl Vignale ricalca quella nazionale proposta da Santanché (A.C. 2976) sulla regolamentazione della costituzione di moschee e dell’attività degli imam. La proposta prevede l’istituzione di un registro pubblico delle moschee e di un albo nazionale degli imam, sottoposto a una Commissione che ne valuterebbe l’idoneità.
“I precetti costituzionali che riconoscono la libertà di culto all’interno di un quadro condiviso di principi (in particolare gli artt. 3,7,8,19 e 20 e, indirettamente gli artt.2,17,18,21 della Costituzione Italiana) esprimono molto chiaramente la volontà di garantire uno dei diritti fondamentali della persona e dei cittadini” – dichiara l’ex Assessora della Città di Torino Ilda Curti. – “La nozione di ‘luogo di culto’ intesa come ‘servizio pubblico’ deriva invece dalla disciplina urbanistica e da quella fiscale, norma i luoghi di culto delle confessioni che hanno un’intesa con lo Stato (chiese cattoliche, Sinagoghe, Templi valdesi e protestanti e poco più). Non esiste invece una disciplina che normi gli altri luoghi di culto, quelli senza intesa con lo Stato. Tuttavia la Carta è chiara: la libertà di culto è garantita non solo agli individui ma a questi in forma associata, organizzata e pubblica”.
“Il punto è che l’esistenza o meno di Centri islamici formali e aperti dipende dalla volontà di chi amministra un territorio” – dichiarano Grimaldi e Curti – “Per dirla in altri termini: a Treviso si prega nei garage, a Torino si possono fare le pratiche edilizie e si ottiene il permesso a costruire come qualsiasi altro cittadino, impresa o associazione che rispetti le leggi e l’ordinamento edilizio e urbanistico. Di sicuro da qui non si torna indietro. E ancor più certamente non accetteremo l’equiparazione fra islam e terrorismo che genera ‘sorvegliati speciali’ sottoposti a restrizioni, obblighi e controlli discriminatori”.
Il premio letterario “Della Resistenza” Città di Omegna, giunto alla sua trentacinquesima edizione, verrà assegnato sabato 27 maggio ( ore 18,00 – Auditorium del Forum Omegna). La scelta della giuria, presieduta dallo scrittore e giornalista Oreste Pivetta, è caduta quest’anno sullo storico Alberto Melloni per la Direzione di “Tutte le opere” di don Lorenzo Milani, una straordinaria impresa culturale-editoriale, appena pubblicata nella prestigiosa collana dei “Meridiani Mondadori”, a cinquant’anni dalla morte del priore di Barbiana, l’autore della famosa “Lettera a una professoressa”. “Il riconoscimento va a una impresa collettiva di grande valore (l’opera è stata curata da Melloni in collaborazione con Federico Ruozzi, Anna Canfora, Sergio Tanzarella e Valentina Oldano; ndr),che consente di tornare con la forza dei documenti (talvolta inediti) a vicende tanto importanti nella storia politica e sociale del nostro Paese. Così l’assessore alla cultura di Omegna, Alessandro Buzio, che ha inteso sottolineare come, da quasi sessant’anni, il Premio rappresenti “ un appuntamento alto della cultura italiana e internazionale, tanto da contare nel corso del tempo sulla collaborazione di
prestigiosi nomi della cultura italiana da Mario Soldati a Gianni Rodari, da Rossana Rossanda a Italo Calvino”. Alberto Melloni è ordinario di Storia del cristianesimo nell’Università di Modena-Reggio Emilia, titolare della Cattedra Unesco sul pluralismo religioso e la pace dell’Università di Bologna e dirige la Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo “Il giubileo. Una storia”, “Tutto e niente. I cristiani d’Italia alla prova della storia”, “Quel che resta di Dio. Un discorso storico sulle forme della vita cristiana”, “Giuseppe Dossetti. Un itinerario spirituale”, “Chiesa madre, chiesa matrigna” e “L’inizio di Papa Ratzinger”. La vincitrice della sezione Premio Omegna Giovani, è stata Simona Vinci, con “La prima verità”, edito da Einaudi. Il premio le è stato assegnato da una giuria di ragazze e ragazzi degli Istituti di Istruzione Superiore di Omegna.Il libro parla di una
giovane donna la quale va alla ricerca del misterioso passato dei reclusi di un enorme lager in un’isola greca dove il regime dei colonnelli confinò insieme folli, poeti e oppositori politici. I ragazzi hanno scelto di premiare Simona Vinci perché – come ricorda l’assessore Buzio – “il concetto di resistenza si è ampliato: resistere oggi significa anche affrontare verità scomode, faticose d’accettare e difficili da raccontare che rischiano di essere dimenticate”. L’esordio letterario della Vinci – scrittrice e traduttrice – risale al 1997, con il romanzo “Dei bambini non si sa niente”, edito da Einaudi nella collana Stile libero. Dal 1959 il Premio“Della Resistenza” -Città di Omegna ha visto tra i vincitori molti nomi illustri, come Jean-Paul Sartre, Camilla Cederna, Alexandros Panagulis, Beppe Fenoglio,Tahar Ben Jelloun, Vincenzo Cerami e Roberto Benigni, Ryszard Kapuscinski, Nuto Revelli, Susan Sontag,, Roberto Saviano, Marco Paolini, Massimo Zamboni e Massimo Cirri.
M.Tr.
Ci sono volute quasi 24 ore per porre fine all’assedio di Ferdinando U., l’uomo che da ieri si era barricato nel suo appartamento di via Borgaro minacciando di sparare con una pistola (rivelatasi poi una scacciacani) , a se stesso e agli altri. Il commerciante calabrese con problemi di bipolarismo è stato convinto dai carabinieri che lo hanno persuaso portandogli un cappuccino, ad aprire la porta. L’uomo sarà ora sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio.
CI SCRIVE L’ASSOCIAZIONE TRAM STORICI
Domenica 21 maggio il centro di Torino ospita il rinnovato ATTS Show 2017:
libri, storie e tanti tram storici in giro per la città!
Domenica 21 maggio torna il tradizionale appuntamento dell’ATTS Show, con una formula che non ha nulla di tradizionale! Infatti, nel 2017 l’ATTS – Associazione Torinese Tram Storici – omaggia Torino “città del libro” con un programma di letture e presentazioni di libri in tram. Proprio durante i giorni del Salone, i passeggeri potranno immergersi nella lettura per un… viaggio alla scoperta delle realtà editoriali emergenti della nostra città.
Ci troveremo domenica 21 maggio in orario 15-19. Il percorso circolare avrà due sole fermate nella rinnovata piazza Carlina e nella “classica” piazza Castello.
Avremo ben quattro tram in servizio, costruiti tra il 1911 e il 1948: tanti colori per tante città. Ogni tram ospiterà uno o più narratori, accompagnati dai volontari ATTS che intratterranno il pubblico tra una lettura e l’altra, tra un aneddoto e una curiosità.
- “Il tram va alla guerra“ di Simone Schiavi, edito da ATTS, sulla motrice 3501 del 1948, rinata dalle ceneri di un tram distrutto dai bombardamenti;
- “Filobus a Torino” di Antonio Accattatis/Michele Bordone (edito da ATTS) e “Torino: tram, filobus, metro” di Antonio Accattatis (edito da ETR) sulla motrice 2598 del 1932;
- “Torino in tram” e tanti altri libri di Massimo Condolo, editi da Fondazione Negri, sulla motrice 312, la romana di Cinecittà;
- “La carrozza di tutti”, un classico di Edmondo De Amicis a cura di Stefano Cerrato e Antonella Grosso (edito da Aracne) sulla simpaticissima motrice 116, costruita nel 1911.
In più, gli autori proposti dalla Paola Caramella Editrice
Gim Anselmetti, “Il ritratto di madama”
Olga Forte, “Una vita, un destino”
Michele Franco, “Kitsch Crash”
Lina Saba, “La Begum Torinese Magliano e il Principe Aly Aga Khan e altre storie”
Francesca Masante, “Sul lato oscuro della luna”
Come sempre, al gazebo troverete i gadget e naturalmente tutti i libri presentati, con il tradizionale sconto per i soci: chi intende associarsi o vuole sapere come donare il 5×1000 all’ATTS potrà farlo lì.
Perché… più siamo, più tram storici abbiamo, più eventi organizziamo, più amici coinvolgiamo!
ATTS – Associazione Torinese Tram Storici è un’associazione senza scopo di lucro che nasce nel 2005 per valorizzare il tram come patrimonio storico e culturale della città. Oggi conta oltre 750 soci e una collezione unica in Italia: un bus storico e ben 26 tram, provenienti da Torino, Milano, Trieste, Bologna, Roma, Napoli e Monaco di Baviera. Si tratta di un vero “museo in movimento”, nato in collaborazione con tantissimi enti culturali e benefici.
L’ultimo libro di Michele Vietti, Università Bocconi Editore viene presentato a Torino, nell’ambito del Salone del libro, al Circolo della Stampa, in corso Stati Uniti 27
Intervengono con l’autore Vittorio Sgarbi, critico d’arte e scrittore, e Armando Spataro, Procuratore della Repubblica di Torino. Modera Annalisa Chirico de Il Foglio. Michele Vietti, professore di diritto commerciale all’Università degli studi Internazionali di Roma, Avvocato civilista, già Deputato per quattro legislature, Sottosegretario alla Giustiziae all’Economia, ha presieduto le Commissioni parlamentari di riforma del diritto societario e fallimentare. Nel 2010 è stato eletto Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, successivamente, tra il 2015 e il 2016, su incarico del Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha presieduto la Commissione per la Riforma dell’ordinamento giudiziario. Nel suo ultimo libro parla della giustizia in una dimensione inedita: quella dell’organizzazione. Troppo spesso si dimentica che per rendere un servizio come quello giudiziario non bastano
buoni giuristi ma ci vuole un apparato capace di gestire la domanda dei cittadini con tempestività, prevedibilità ed efficacia. L’autore formula proposte innovative e coraggiose, fuori degli schemi ideologici e delle contrapposizioni, per conseguire questo risultato.“Ho affidato la guida della Commissione di studi che ho costituito nell’ambito del mio Ministero a un uomo delle istituzioni, Michele Vietti che, adottando un approccio corretto nei confronti della categoria dei magistrati, nonostante non ne faccia parte, ha messo in risalto la necessità di migliorare il servizio offerto ai cittadini eliminando quelle note criticità che nel tempo si sono sempre più radicate nella materia”(dalla prefazione del Ministro della Giustizia Andrea Orlando).
“Continuano ad essere numerosi i casi di cronaca che riguardano adolescenti giunti a gesti disperati dopo aver subito attacchi sui social network. Fortunatamente la politica si sta muovendo per regolare in qualche modo un ambito che potrebbe rivelarsi una trappola infernale per i più piccoli, spesso troppo sprovveduti e lasciati soli a navigare sul web. L’approvazione alla Camera del testo di legge che punta a contrastare il fenomeno, avvenuta il 17 maggio, è senza dubbio un segnale importante, si tratta della prima legge in Europa. Anche il Consiglio regionale ha lavorato in tal senso, presentando una proposta di legge che si affianca a quella parlamentare. Chi non comprende l’utilità e il senso di tali iniziative dimostra di non avere ben chiaro il ruolo e la responsabilità educativa che ognuno di noi, per la funzione che riveste, ha e deve assumersi. Con queste parole Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale, è intervenuto al dibattito “Cyberbullismo: se lo conosci lo sconfiggi”, organizzato dal
Corecom Piemonte.
“Con un quadro normativo preciso – ha proseguito Alessandro De Cillis, presidente del Comitato regionale per le comunicazioni – oggi non possiamo più restare a guardare. Il bullo colpisce e si accanisce principalmente sulle persone più deboli. Il branco esclude, seleziona la vittima e la sacrifica. Ma attenzione il bullo è a sua volta fragile. Perché quelli forti sono coloro che hanno il coraggio di frapporsi tra il bullo e il più debole e sono spesso ragazzi in fase di crescita. È necessario quindi tornare a un sistema educativo diverso, che possa disporre di nuove competenze e che aiuti i giovani a comprendere che la legalità è un bene di tutti e che deve vincere sul desiderio di sopraffazione. In quest’ottica i genitori hanno il dovere di prendere consapevolezza che gli strumenti informatici, se non controllati, sono potenzialmente molto nocivi”.
Nel corso del dibattito, che ha affrontato con competenza tecnica ma anche con un linguaggio fruibile soprattutto dai numerosi giovani che hanno affollato l’Arena Piemonte, Antonio Martusciello, commissario AgCom ha sottolineato alcuni aspetti legati al cyberbullismo in termini di digital skills e privacy. In particolare ha poi evidenziato come “la recente approvazione della legge alla Camera sia in grado di coniugare un approccio preventivo e riparatorio ma sarebbe auspicabile un più spiccato coordinamento a livello europeo, in considerazione di un fenomeno che può superare i confini geografici dei singoli Stati. Occorre responsabilizzare maggiormente i giovani, soprattutto per quella che sarà la loro reputazione online. Virtuale e reale non possono essere declinati come ambiti distinti”.

dr- www.cr.piemonte.it
Non una trattativa, piuttosto un confronto delle idee e dei differenti punti di vista. Un po’ come diceva Italo Calvino: punti di vista che si potranno incontrare o restare distanti.
Ma “sicuramente il nostro punto di vista non cambierà”. E’ la linea del presidente del Salone del Libro, Massimo Bray, che alla kermesse torinese ha incontrato Federico Motta, il presidente dell’Aie (l’associazione degli editori artefice dello strappo milanese) che nelle prossime settimane dovrà nominare la nuova presidenza o confermare l’attuale. “I lettori ci dicono che per il Salone di Torino abbiamo fatto bene” ha spiegato Bray all’Ansa.
(foto: Claudio Benedetrto www.fotoegrafico.net)