redazione il torinese

I Lucani nel mondo si incontrano a Torino

Il 22 maggio ricorre la Giornata dei Lucani nel mondo, che richiama il giorno di approvazione dello Statuto regionale (22 maggio 1971). Per celebrare questo anniversario in maniera nuova e inusuale la Regione Basilicata ha scelto di venire in trasferta a Torino, in occasione del Salone Internazionale del Libro che presenta Matera 2019 quale ospite d’onore.

L’Aula di Palazzo Lascaris ha così accolto un convegno sul tema dell’emigrazione storica italiana e lucana in particolare, seguito dall’Assemblea delle associazioni dei Lucani in Italia.

“Oggi stiamo celebrando un inno all’identità, quella realtà viva che si articola fra continuità e cambiamento e che ci riporta a una realtà passata senza il ricordo della quale non si può guardare al futuro. Il progetto per Matera 2019 dimostra che gli amministratori stanno facendo un ottimo lavoro per valorizzare le peculiarità e le ricchezze della Basilicata e noi Lucani nel mondo ci candidiamo a esserne ambasciatori nel mondo. Nella gestione dell’immigrazione per tutti noi politici oggi è indispensabile relazionarci con dignità verso coloro che lasciano la loro terra, abbiamo la responsabilità di guardare aldilà della semplice gestione della logistica, con un’ottica culturale di lungo termine”, ha affermato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte.

Il giornalista e saggista Lorenzo Del Boca è intervenuto con un’ analisi sociale sul primo grande esodo migratorio nel periodo post-unitario in Italia, mentre Pierangelo Campodonico, direttore del Mu.Ma. di Genova ha effettuato una riflessione sull’emigrazione lucana attraverso il contesto storico italiano.

Sono intervenuti anche Vincenzo Laterza, presidente della Federazione delle associazioni e circoli lucani del Piemonte, Paolo Verri, direttore della Fondazione Matera 2019, il presidente del Consiglio regionale della Basilicata e un consigliere regionale della Basilicata.

A moderare i lavori del convegno è stato Luigi Scaglione, coordinatore Centro Lucani nel mondo “Nino Calice”, che ha sottolineato come il Piemonte sia stato una terra d’accoglienza che ha saputo riconoscere le capacità di molti emigrati lucani.

ec – www.cr.piemonte.it

Venaria, il bilancio dell’Anno Accademico dell’Unitre

L’ Università della Terza Età, nota anche come Unitre, è nata nel 1986 con volontà di rendere protagonista un’esperienza che valorizzasse la potenziale ricchezza del volontariato, attivando risorse organizzative ed umane significative,  rivolgendosi  ai cittadini non solo della terza età, ma di ogni fascia di età, promuovendo la formazione, il dialogo intergenerazionale, la crescita civile e culturale.

Queste finalità sono riportate nello statuto che definisce l’Unitre come associazione di promozione sociale, senza scopo di lucro, basata sul volontariato, a cui si può aderire senza distinzione di etnia, di religione, di condizione sociale, di convinzione politica, nel pieno rispetto dei principi di democrazia, apartiticità ed aconfessionalità .

L’Unitre è amministrata da un Consiglio Direttivo composto da 15 membri che, tra gli altri, ha l’obbligo di approvare il rendiconto annuale. Negli anni l’associazione è cresciuta sia nel numero di aderenti sia nell’offerta di corsi e laboratori.

Nel corrente anno accademico sono stati svolti 86corsi e laboratori che hanno compreso corsi di lingue, di educazione alla salute, di storia, arte e di cultura varia; i laboratori, alcuni di durata triennale, hanno riguardato maglieria, ricamo, taglio e cucito, trucco, bricolage, espressione artistica, informatica, fotografia, musica e spettacolo. Quest’anno l’Unitre ha raggiunto il ragguardevole risultato di ben 780 iscritti.

Dal 2015 l’Unitre ha sede in Via Nazario Sauro 18, nella ex Casa Omni, edificio concesso in comodato dal Comune di Venaria Reale.

L’Unitre è ormai una grande e consolidata realtà del territorio; negli anni migliaia di cittadini vi hanno trovato la possibilità di soddisfare interessi culturali pregressi  e/o di crearsene di nuovi, stimolati da un corpo docente che non solo ha passione nel proporre corsi e incontri, ma che ha anche competenze tecniche ed umane per aggregare le persone.

 

Il presidente Giuseppe Filippa ed il Consiglio Direttivo, nel promuovere l’incontro con i docenti, intendono ringraziarli per la loro costante ed apprezzata collaborazione. Attraverso le lezioni settimanali  essi  fanno sì che il patrimonio di conoscenze individuale si trasformi in bene comune, a disposizione di tutti coloro che frequentando i corsi vogliono arricchire la loro cultura, incontrare e conoscere nuove persone.

L’Unitre propone alcuni incontri di chiusura dell’anno accademico: mercoledì 24 maggio alle ore 20,45 la “Serata di chiusura dell’anno accademico 2016/17”, che si terrà  al Teatro della Concordia. Il  27 e 28 maggio la mostra degli elaborati dei corsisti in sede, Via Nazario Sauro 18 e l’apertura nuovo anno accademico, venerdì 6 ottobre 2017, con la presentazione dell’ormai famoso libretto verde col programma dei nuovi corsi. L’assessore alla Cultura, Associazionismo e Volontariato, Antonella d’Afflitto «Ringrazio i docenti per la competenza e passione con cui svolgono i corsi e accompagnano i corsisti nello splendido viaggio della conoscenza. L’Unitre è una realtà di volontariato che contribuisce a rendere migliori tutti noi, ampliando la nostra cultura, in un ambiente di armonia e condivisione. Ringrazio anche il nuovo consiglio direttivo dell’Associazione e il presidente Filippa per la collaborazione e l’impegno dimostrato nel voler rinnovare la loro proposta formativa. Si chiude un anno accademico denso di soddisfazioni, l’augurio è per un nuovo anno ancora più ricco di proposte, nel nuovo programma dei corsi, che sarà presentato al pubblico il prossimo autunno».

La Torino-Lione si avvicina: migliaia di imprese e di lavoratori occupati

Mentre all’esterno i no tav lanciavano uova sulla polizia, nelle sale dell’ Unione industriale di Torino si discuteva della realizzazione della Torino-Lione, che avverrà – è emerso dal convegno – grazie a 81 bandi di gara articolati su 12 cantieri operativi che impiegheranno  migliaia di lavoratori, diretti e indiretti, mentre gli appalti lanciati tra il 2017 e il 2019 hanno un valore di 5.5 miliardi di euro.Il convegno torinese è stato la prima tappa del roadshow europeo promosso da Telt, la società incaricata di costruire e gestire la linea ferroviaria ad alta velocità. La presentazione sotto la Mole è stata organizzata da Telt, Unione Industriale, Ance – Collegio Costruttori di Torino, Confindustria e Ance Piemonte.

Pet Therapy, ora anche per pazienti con SLA

Il primo progetto scientifico di Pet Therapy per pazienti con SLA nasce da un’idea di Mondovicino Outlet Village in collaborazione con la Fondazione Vialli e Mauro Onlus. E’ il primo progetto di Pet Therapy in grado di dare benefici fisici e psicologici ai malati affetti da SLA e malattie neuromuscolari. I risultati emersi al termine della fase sperimentale di “Confido: quattro zampe in corsia”, sviluppata dal Centro Clinico NeMO di Arenzano (Genova), verranno proposti al Congresso mondiale della Sla a Boston. L’iniziativa verrà presentata ai giornalisti

 

Mercoledì 24 Maggio – Ore 11

Museo Nazionale del Cinema – Mole Antonelliana

Via Montebello, 20/A, 10124 Torino

 

Interverranno

 

Giacomo Caramelli Direttore Marketing Mondovicino Outlet Village

Massimo Mauro Vice Presidente Fondazione Vialli e Mauro Onlus

Alberto Fontana Presidente Fondazione Serena – Centro Clinico NeMO

Manuela Vignolo Medico Fisiatria responsabile del progetto.

Centro Clinico NeMO Arenzano – Ospedale Colletta

Clotilde Trinchero PhD, Medico Veterinario, Etologa, Presidente di A.S.SE.A. ONLUS®

 

Rimetti a noi i nostri debiti e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male

Il problema del sovraindebitamento e delle conseguenze sociali da esso prodotte ha radici storiche   risalenti, da individuarsi, già nell’antichità classica – spiega l’Avvocato Marco Porcari del Foro di Torino – e, in   particolare, nella crisi   agraria che colpì   la Grecia nel   VI secolo a.C. . Aristotele, nella sua Costituzione degli Ateniesi, riferisce che in quel periodo Solone adottò delle misure per cancellare i debiti dei piccoli produttori agricoli che, ridotti in schiavitù a causa dell’inadempimento dei debiti, venivano   venduti e successivamente affrancati per essere reinseriti nella vita sociale di Atene come dei liberi cittadini. Il nostro legislatore, con la legge numero 3 del 2012 sul cosiddetto sovraindebitamento, sembra evocare il noto passo della preghiera che, non solo i cattolici, ma anche i laici, sicuramente conoscono: “rimetti a noi i nostri debiti e non ci indurre in tentazione”. Inutile spiegare che la “tentazione” in cui potrebbe incorrere il soggetto sovraindebitato, consiste nello “spogliarsi” dei propri beni per non renderli aggredibili da parte dei creditori, senza tenere conto che quando uno dei creditori è il “fisco”, che vanta debiti scaduti e relative sanzioni per oltre 50 mila euro, l’operazione consistente nello “spogliarisi dei propri beni” configura il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte prevista e disciplinata dall’art.11 del d.lgs. n. 74 del 2000. La norma citata punisce chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte sui redditi o dell’IVA e relativi interessi e/o sanzioni amministrative per un ammontare complessivo superiore a cinquantamila euro, “aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva”. Secondo il consolidato orientamento giurisprudenziale, il reato di pericolo in esame “non presuppone come necessaria la sussistenza di una procedura di riscossione coattiva, essendo, invece, sufficiente l’idoneità, con giudizio ex ante, a rendere in tutto o in parte inefficace l’attività recuperatoria dell’Amministrazione finanziaria”; vale a dire che, ai fini dell’integrazione di questo reato non è necessario che la procedura di riscossione abbia già avuto inizio e, anzi, la configurabilità della fattispecie criminosa prescinde da (incerte e future) iscrizioni a ruolo del debito tributario, eventuali notifiche di atti impositivi e persino dalla definitiva conclusione di un’attività di verifica fiscale.

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Fatta questa doverosa premessa, sottolinea Marco Porcari come la legge definisce il “sovrandebitamento” come “una situazione di perdurante squilibrio   tra le obbligazioni assunte e il patrimonio   prontamente liquidabile per   farvi fronte, nonchè   la definitiva incapacità   del debitore di   adempiere regolarmente le proprie obbligazioni” In altre parole il “sovraindebitamento” è la situazione in cui un soggetto,   non fallibile – a titolo esemplificativo il piccolo imprenditore o l’imprenditore con modesto volume d’affari sotto le soglie ci cui all’art. 1delle della legge fallimentare sia   esso o meno “consumatore” ha in carico troppi debiti rispetto alle sue   possibilità di farvi   fronte con il   proprio patrimonio “prontamente liquidabile”, a cui si   aggiunge l’impossibilità per   lo stesso di   ripagare, con costanza   e regolarità, le eventuali rate all’uopo contratte. “Con la disciplina introdotta dalla legge n. 3 del 27 gennaio 2012 – spiega Marco Porcari – il legislatore   ha affrontato la   tematica delle situazioni   di sovraindebitamento non soggette né assoggettabili a procedure concorsuali   già vigenti (fallimento concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa, ecc.).

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Il debitore, con l’assistenza di un legale, presenta istanza al Presidente del Tribunale di competenza per la nomina di un Professionista abilitato, che cura la proposta di accordo o il piano di rientro del debito. L’accordo può essere chiesto da tutti i soggetti di cui sopra, con la precisazione che sono previsti due tipi di procedura: quella cui ha accesso il consumatore e quella a cui hanno accesso gli altri soggetti, sempre non fallibili che consumatori non sono.

La differenza – che diversamente da quanto possa sembrare ha suscitato non poche perplessità in giurisprudenza – deve essere riferita alla natura dei debiti per i quali si chiede l’accesso alla procedura:

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1) il consumatore è colui che ha contratto debiti per esigenze personali, si pensi al soggetto che non ha mai svolto attività imprenditoriale e che si trova ad essere debitore nei confronti di altri soggetti (Banche, assicurazioni, società finanziarie) per rate non pagate o magari anche nei confronti degli enti di riscossione (per esempio Equitalia Spa per contravvenzioni stradali non pagate per anni);

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2) non è consumatore il soggetto – non fallibile, a titolo esemplificativo il piccolo imprenditore o l’imprenditore con modesto volume d’affari sotto le soglie di cui all’art 1 della legge fallimentare – che si trova ad essere debitore nei confronti di privati, fisco, banche, enti di riscossione per debiti contratti durante lo svolgimento dell’attività d’impresa.

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Al consumatore è riservata una corsia preferenziale; infatti allo stesso, per beneficiare dell’istituto, non occorre ottenere il consenso dei creditori affinchè il giudice approvi il piano; diversamente, per il debitore che non ha qualifica di consumatore, è richiesto il consenso del 60 % dei creditori (maggioranza che si calcola per quote di credito e non per teste).

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Le procedure, conseguentemente, sono due:

  1. a) l’accordo di ristrutturazione dei debiti e di soddisfazione dei crediti sulla base di un piano proposto dal debitore;
  2. b) il piano del consumatore, inteso al medesimo risultato senza necessità di accordo con i creditori.

Sia la proposta di accordo di ristrutturazione dei debiti, sia il piano del consumatore non comportano necessariamente la liquidazione dell’intero patrimonio del debitore.

Per l’accesso alla procedura è necessario rivolgersi ad un legale esperto in materia, affinchè valuti preventivamente le presenza dei requisiti per presentare la domanda al giudice competente e fornire allo stesso, affinchè possa procedere ad una valutazione preventiva della sussistenza dei requisiti per l’ammissione, i seguenti dati e documenti: alcune informazioni dettagliate.

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  1. iscrizione alla CCIAA o attestazione conseguimento partita iva (non occorre per il consmatore);
  2. tutti i creditori, con l’indicazione delle somme dovute (in particolare i debiti IVA e IRPEF differenziati dagli altri debiti);
  3. eventuali atti di disposizione di beni immobili o di bani mobili compiuti negli ultimi cinque anni;
  4. dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni;
  5. elenco di tutti i beni di proprietà (immobili, mobili registrati e mobili);
  6. elenco dei creditori muniti di privilegio pegno o ipoteca;
  7. indicazione della composizione del nucleo familiare corredata del certificato dello stato di famiglia;
  8. elenco delle spese correnti necessarie al sostentamento suo e della famiglia;
  9. attività svolta da famigliari conviventi;
  10. eventuali titolari di crediti impignorabili (crediti alimentari);
  11. la proposta di accordo ai creditori e le modalità di pagamento, ed eventuali pagamenti o garanzie prestati da terze persone;
  12. eventuali limitazioni all’accesso al mercato del credito al consumo, all’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico a credito e alla sottoscrizione di strumenti creditizi e finanziari”.

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“In conclusione, si comprende quanto sia apprezzabile – sottolinea Marco Porcari – la disciplina succintamente decritta,   la quale ha la finalità non solo di “rimettere” i debiti a tutti quei soggetti che in precedenza non avevano alcuna possibilità di “ripulirsi” dalla propria posizione debitoria, ma permette allo stesso tempo di evitare che gli stessi soggetti, proprio perché privi di chance, siano indotti nella tentazione di compiere atti che, come si è visto, in presenza di determinati requisiti, possono assumere conseguenze gravissime sotto il profilo non solo civilistico ma anche penale.

C’è doverosamente da chiedersi infine, in considerazione della scarsa applicazione che allo stato la disciplina sta incontrando nella prassi, se la legge sul sovraindebitamento sarà o meno in grado di “liberarci dal male !”.

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Avvocato Marco Porcari

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Nessun ritiro forzato per i Granata

I granata probabilmente mercoledì saranno alla Sisport per prepararsi  all’ultimo appuntamento della stagione, domenica allo stadio Grande Torino contro il Sassuolo. Dunque nessun ritiro forzato ad oltranza, al quale ha rinunciato, dopo averlo promesso, l’allenatore Mihailovich. Oggi riposo per il Toro dopo lo scambio di opinioni molto vivace avvenuto ieri al Marassi, dopo la sconfitta,  tra i calciatori  e il tecnico  che era davvero furioso per le’sito della partita.

Forto: Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net

Marino: no al divieto, per gli eletti nei comuni, di svolgere attività professionali negli altri enti locali della provincia

“Come sottolineato già dall’UNCEM e da molti comuni italiani, la previsione, inserita nel decreto legislativo 24 aprile 2017, numero 50, atta a vietare al detentore di cariche elettive comunali, qualsivoglia tipologia di incarico conferito da pubbliche amministrazioni della provincia o nell’area metropolitana di elezione, rappresenterebbe il configurarsi di una situazione insostenibile”. Ad affermarlo il Presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, che prosegue: “Comprendo il senso e i timori di fondo del legislatore nel prevedere tale normativa, che giunge anche dopo alcune interpretazioni, potremmo definire forzate, da parte della Corte dei Conti; ma seguire questa strada porterebbe a limitare oltremodo, soprattutto nei piccoli comuni, l’elettorato passivo, a discapito di quei professionisti, come architetti, ingegneri e geometri, che vedrebbero de facto l’impossibilità di continuare a praticare la propria professione se eletti. Non occorre dimenticare, inoltre, come già esista una normativa puntuale e precisa sull’incompatibilità rispetto alle cariche elettive, per quelle fattispecie che potrebbero creare gravi conflitti di interesse o distorsioni del sistema. Soprattutto con riferimento ai comuni sotto i 10 mila e i 30 mila abitanti – continua il Presidente Marino – si tratta di realtà nelle quali la carica elettiva è esercitata per passione e per senso del bene pubblico e in cui l’indennità, quasi simbolica, non può permettere in alcun modo l’autosostentamento. Per tali motivi – conclude Marino – mi sono impegnato perché potesse essere presentato, al testo in esame alla Camera, un emendamento correttivo della situazione: è importante che il Parlamento sia consapevole della problematica e intervenga quanto prima per apportare i dovuti correttivi”.

Decidere in tempi di crisi

 

Decision maker o confirmatory researcher ?

 

Da più parti arrivano segnali che ci portano a vedere “la luce della ripresa in fondo al tunnel della crisi”. Come ammiragli in coperta, siamo tutti in attesa di sentire le grida del marinaio sulla tolda della nave: “TERRA! TERRA!” Al di là di esempi specifici, possiamo serenamente dire che una maggiore positività negli occhi delle persone è visibile a tutti e questo non ci sembra cosa da poco. Volendo offrire una visione “fisica” della situazione potremmo dire: “Il mercato è una grande autostrada nella quale le aziende viaggiano a velocità adeguata alla loro struttura e potenza, generando di fatto un percorso più o meno fluido, che porterà tutti a destinazione ovviamente con tempi e costi allineati alle vetture guidate. La crisi è un incidente in cima a un tratto di strada in salita, che blocca il flusso generando una coda di auto con persone irritate. Le vetture che sono passate prima dell’incidente hanno proseguito il loro viaggio e sono arrivate o stanno per arrivare a destinazione (anche nei momenti di crisi, infatti, ci sono aziende che crescono e si sviluppano) Chi è rimasto bloccato si lamenta e vede altre auto arrivare, trovandosi così in coda in mezzo a molte altre vetture. Qualcuno sta avvisando che, entro breve, il viaggio potrà riprendere e i guidatori, lieti per la notizia, pensano ai primi nuovi problemi perché, trovandosi in un tratto in salita, dovranno fare molta attenzione a:

 

  • Non andare indietro e bocciare contro le autovetture che seguono.
  • Gestire la ripartenza in salita, senza bruciare i freni o perdere il controllo del mezzo.

 

In sostanza, non ha ancora visto la strada libera, ha avuto solo qualche informazione da qualcuno più avanti di lui e già deve superare situazioni a rischio… Non sarà una cosa facile se chi guida è un guidatore “provetto”…. Uscendo dalla metafora dovrà, come tutti i manager aziendali, valutare lo scenario con le poche informazioni a disposizione, preparare una strategia e decidere come ripartire, approfittando della strada libera e cercando di recuperare parte del tempo perso nell’attesa.

 

“Niente è più difficile, e quindi più prezioso, dell’essere in grado di decidere

Napoleone Bonaparte

 

Qualcuno potrà dire che chi ha mansioni di responsabilità è abituato ad assumersi i rischi della decisione e noi condivideremmo quest’affermazione, anche se il recente passato (passato?) ci ha messo di fronte a situazioni diverse. E’ capitato più volte di raccogliere lamentele di venditori circa la difficoltà nel concludere contratti per motivi non di inadeguatezza dell’offerta, ma per la mancanza di interlocutori disposti a decidere. In alcuni casi raccontavano di ruoli aziendali con adeguata autonomia, che affermavano “per me è OK ma, prima di firmare, devo parlarne con il mio capo perché le regole d’ingaggio sono cambiate”. Sembrava, cioè, che l’antidoto contro la crisi fosse accentrare le decisioni su pochissime persone. Sinceramente non siamo in grado di affermare quanto ciò rispondesse veramente a una scelta aziendale (quanto esposto è accaduto in aziende di ogni dimensioni) o quanto invece fosse la volontà di non prendere decisioni difficili, rischiando di rispondere personalmente per eventuali errori. Una sola cosa possiamo dire con certezza: questa modalità operativa ha messo in difficoltà fornitori e acquirenti in fase di approvvigionamento, di produzione e di consegna.

 

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

Lucio Annéo Seneca

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Sappiamo bene che decidere è una cosa complicata ecco perché, quando siamo in fase di decision making, è doveroso considerare alcuni aspetti:

 

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  • Decidiamo quando abbiamo informazioni adeguate

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L’esperienza ci spinge automaticamente ad accomunare situazioni di ieri a situazioni di oggi.

L’uomo di Neanderthal che ci accompagna crea costantemente similitudini, ma attenzione: ogni situazione va vista nel contesto attuale e con mente aperta. Non necessariamente due bicchieri colmi di un liquido incolore contengono entrambi acqua potabile. Questo errore cognitivo, che gli psicologi definiscono “bias”, è un automatismo mentale, un pre-giudizio, che facilita la scelta aumentando il rischio di errore.

 

Kahneman D., Tversky A. (1974). Judgment under uncertainty: Heuristics and Biases.

 

 

  • Decidiamo a “mente serena”.

 

La ragione vuol prendere la decisione giusta, l’ira vuole che sembri giusta la decisione che ha già preso in partenza.”

Lucio Anneo Seneca

 

 

Ragione ed emotività vanno gestite individualmente se vogliamo prendere “decisioni giuste”.

 

Vari studi dimostrano che il nostro cervello, spinto da una sorta di “economia che lo spinge a risparmiare tempo”, è portato a ricercare informazioni che confermano la decisione già presa, trascurando quelle che la negano. (confirmation research)

 

“Le decisioni sono spesso irrazionali o sono basate su un’analisi imperfetta delle conseguenze della scelta. Questa è la ragione per cui il mondo è in uno stato così caotico.”                       STEPHEN HAWKING

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  • Decidiamo considerando le nostre reali forze

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L’overconfidence e l’illusion control sono un reale rischio di errore. Sovrastimare le proprie possibilità e la propria capacità di controllo, pensando di conoscere molto bene e meglio di altri la situazione, rappresenta il rischio più frequente per i manager esperti. L’overconfidence rischia talvolta di generare “l’effetto Dunning e Kruger (David Dunning e Justin Kruger sono due psicologi della Cornell University), i cui studi nel 1999 dimostrarono che più le persone sono incompetenti, meno si rendono conto di esserlo.

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“La scelta determina la direzione, la decisione determina il destino.”

DOUG FIREBAUGH

Per un manager scegliere è una necessità, decidere è un dovere.

quindi attenzione ai pregiudizi e alle affermazioni assolute perché, solo per citarne alcune, queste resteranno nella storia:

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I treni ad alta velocità sono impossibili: i passeggeri non potrebbero respirare e morirebbero di asfissia.
Dyonisus Lardner, docente all’University College di Londra – 1856

Che bisogno ha una persona di tenersi un computer in casa?
Kenneth Olsen, fondatore di Digital – 1977

640 KB di memoria RAM sono più che sufficienti per chiunque.>
Bill Gates, Microsoft – 1981

Internet presto esploderà in modo spettacolare, come una supernova e nel 1996 collasserà catastroficamente.
Robert Metcalfe, fondatore della 3Com, inventore dello standard Ethernet – 1995

 

Concludendo potremmo dire che, se alcune aziende hanno “rallentato la fase di decision making” per superare la crisi,puntando solo a restare “a galla”, è meglio che oggi ricomincino a prendere decisioni perché, se la crisi presenta difficoltà, la ripartenza potrebbe non essere da meno con chi sarà impreparato. Attrezzarsi per il futuro è indispensabile per chi vuole avere un futuro. Buona crescita a tutti.

 

Antonio DE CAROLIS

Presidente CDVM

Club Dirigenti Vendite e Marketing

Presso Unione Industriali di Torino

www.cdvm.it

 

 

TEDxCrocetta ReActions al Mauto

Il prossimo  evento TEDx si terrà sabato 10 giugno  dalle ore 15 alle 19 presso il Centro Congressi “Carlo Biscaretti di Ruffia” del MAUTO, Museo Nazionale dell’Automobile “Avv. Giovanni Agnelli”, in Corso Unità d’Italia, 40. Sei speaker saliranno sul palco per esplorare il tema “ReActions”, presentando, in meno di 18 minuti, le loro idee per rispondere alla crisi in maniera creativa e innescare il cambiamento in ambito economico, tecnologico, sociale o personale. Perché “la crisi porta progresso”, come diceva Einstein: “senza crisi non ci sono sfide e senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia”. Se condividi questa idea, non perdere quest’occasione unica di scambio con persone che la pensano come te: avrai l’opportunità di creare nuove relazioni per trasformare la crisi in nuove opportunità di progresso. L’evento si terrà in lingua inglese e sarà diviso in due sessioni, Act e ReAct, intervallate da un coffee break negli spazi congressuali del MAUTO. Dato l’alto numero di richieste, l’acquisto del biglietto potrà essere fatto compilando il modulo su Eventbrite, disponibile sui nostri canali social e sulla pagina web.

Per maggiori dettagli, visita il  sito www.tedxcrocetta.com

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Gli speaker sul palco saranno:

Kaarel Oja, Country Manager per l’Italia di European Innovation Academy I grandi problemi possono essere risolti con poche risorse e idee semplici, ma efficaci. Ispirandosi alla sua esperienza all’European Innovation Academy, Kaarel ci racconterà come è riuscito a lanciare sul mercato 100 idee innovative in sole due settimane. Davide Moleti e Marilù Sansone, Co­fondatori di ImpactHub Torino Come puoi dare il tuo contributo e avere impatto sulla comunità che ti circonda? Reagendo alle sfide sociali attraverso idee imprenditoriali. Nel loro talk, Davide e Marilù ci parleranno dei successi nati nell’ incubatore ImpactHub. Andrea Baldereschi con Pietro Carta, CEO e performer di Remidi Hai mai pensato di fare musica solo con le tue mani? Remidi dà a tutti la possibilità di esprimere la propria creatività, mettendo la musica a portata di mano con un guanto tecnologico che funziona come strumento musicale. Benedetta Arese Lucini, Co­fondatrice di Oval Money ed ex General Manager di Uber Italia E se il tuo smartphone ti aiutasse a risparmiare per la prossima vacanza? Grazie ai suoi algoritmi e all’intelligenza collettiva, Oval Money ti aiuta a tracciare le spese suggerendo risparmi e investimenti. Samuel Barbato, Co­fondatore di Jaguar28 e Co­direttore di Startup Grind Torino Che cos’è la felicità nel lavoro? Samuel e Roberto di Startup Grind hanno l’obiettivo di cambiare la relazione fra aziende e professionisti per favorire innovazione e creatività. Perché nessuno merita un lavoro noioso. Valeria Bonalume, Campionessa italiana di pole­dance, ginnasta e ballerina Duro lavoro e creatività non sono gli unici tratti di un artista. Nel suo talk, Valeria ci farà conoscere il suo talento e ci racconterà della sua esperienza personale per diventare ballerina professionista.

Quaglieni: da Appendino a Sgarbi “Vi racconto il mio Salone”

Di Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro “Pannunzio”, di cui oggi viene celebrato il 50° anniversario presso l’Università di Torino, volentieri pubblichiamo questo intervento sul Salone del Libro

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Tra ieri e oggi al Salone ho vissuto due giornate intense ed appassionate. Sicuramente il XXX Salone del libro è stato un grande successo che ha dimostrato come le velleità milanesi fossero poco fondate. L’evento sotto la Mole ha dimostrato che le sinergie torinesi sono in grado di produrre effetti davvero speciali. Il Salone di quest’anno si è rivelato un evento degno del trentennale, quando l’avventura di Angelo Pezzana e di pochi intrepidi poteva sembrare un azzardo. I tantissimi eventi che hanno arricchito le offerte del Salone hanno attratto un pubblico eccezionale. La sfida milanese si è rivelata alla fine anche  positiva perché ha costretto Torino a superare le difficoltà e ad proiettarsi in modo concorde su un obiettivo che è stato sicuramente  raggiunto. Il merito va equamente suddiviso tra quanti hanno dato un contributo importante al suo raggiungimento. Io che fui fortemente critico con la gestione Accornero, ritengo che anche la svolta di quest’anno sia stata molto produttiva.Il mio Salone è stato punteggiato da quattro  avvenimenti importanti. La partecipazione alla presentazione al salone off dell’ ultimo  libro di Alan   Freidman sull’America  che ha registrato anche al Salone  una partecipazione eccezionale. Friedman la delineato la sua America,quella della libertà e della democrazia liberale che oggi appare minacciata ,ma Friedman non ha fatto sconti a nessuno ed ha parlato anche criticamente della storia americana e della inadeguatezza della candidata  democratica Clinton che ha involontariamente favorito Trump. Il suo “Sogno americano” non si è mai pienamente realizzato perché l’America ha sempre avuto dei buchi neri:dal razzismo alla violenza. Il discorso di Friedman  non si può leggere come una crociata contro Trump che lui vede come una grave minaccia ma che è anche la conseguenza di una certa America preesistente a cui il nuovo presidente ha  dato voce. 

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Poi ho avuto modo di conoscere per la prima volta la sindaca Chiara Appendino. Un incontro rapido, cordiale, magari anche un po’ imbarazzato da ambo le parti. L’impressione che ne ho tratto è positiva. Ero andato ad ascoltarla al cinema Centrale quando aveva illustrato il suo programma per la cultura. Visitare gli stand è stato un atto  istituzionale significativo. Non ricordo altri sindaci che lo abbiano fatto, forse solo Valentino Castellani ebbe la stessa umiltà di girare per il salone come un visitatore qualunque. Poi l’incontro con Vittorio Sgarbi alla presentazione del mio libro. Ho visto tanta gente nuova, interessata al libro che Sgarbi con grande maestria ha illustrato, cogliendo i suoi  aspetti più politicamente scorretti ,a partire dal manifesto di oltre 800 intellettuali italiani che armarono la mano degli assassini del commissario Calabresi.  Sofri io non lo descrivo come un eroe, ma come un condannato con sentenza definitiva per l’uccisione di Calabresi. Abbiamo ricordato che ci siamo conosciuti  esattamente 30 anni fa all’inaugurazione del primo  Salone del libro che avvenne al teatro Regio.

 Ero vicino a  Mario Soldati e a Massimo Mila. Nell’intervallo del concerto Soldati che era laureato in storia dell’arte, mi presentò Sgarbi, definendolo una sicura promessa della critica d’arte italiana. Allora aveva la notorietà derivatagli dall’essere andato da Costanzo ad augurare la morte del suo maestro. Ma Sgarbi era soprattutto uno studioso di razza e gli anni lo hanno dimostrato. La profezia di Soldati si è avverata, anche se Vittorio è anche un uomo di cultura a 360 ° che sa spendersi con generosità per tante cause, in primis la difesa del paesaggio. Durante l’intervallo il musicologo Mila si espresse negativamente sul concerto e finimmo per  scappare prima del tempo per trovarci a cena in un ristorante della vicina  via Verdi. Fu una sera sfavillante di battute e ricca di riflessioni serie. Soldati e Mila,  un mondo che non c’è più e che nessuno è in grado di far rivivere a Torino. I maestri non sono stati rimpiazzati ed i loro successori al massimo sono diventati professori, spesso un po’ grigi, senza gusto per l’ironia e la gioia di vivere, per dirla con Soldati.

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La miglior conclusione del mio salone l’ho avuta, presentando allo Stand di Radio Radicale “Una libertà felice” ,una straordinaria di biografia di Marco Pannella. Insieme al curatore Matteo Angioli ,a Bruno Mellano e a Sergio Rovasio abbiamo ricordato in diretta Pannella ad un anno e un giorno dalla sua morte. Pannella non fu mai un ospite gradito del Salone, almeno da quanto posso ricordare. E’ stato bello ricordarlo da Torino dove Marco aveva fatto il servizio militare come soldato semplice. Non a caso  i suoi 80 vennero festeggiati a Torino per iniziativa del centro Pannunzio e del presidente del Circolo della Stampa Gianni Romeo.E’ stato ricordato cosa Pannella in termini liberali  abbia rappresentato per la storia italiana, un contributo di passione, di idee, di impegno senza risparmio di sé che Marco ci ha lasciato e che riguarda tutti, non certo soltanto i radicali. Pannella, detto in sintesi, simbolo dell’Italia civile che molti amiamo ed a cui guardiamo come modello alto di politica da opporre ai populismi odierni.Poi il Salone è stato tanto, tanto altro, un mix capace di aprirsi a tutte le voci. Girando per gli stand ci si rendeva conto di cosa est abbia offerto ai lettori. Gli editori presenti erano davvero rappresentativi di un’editoria italiana che certo non naviga in buone acque, ma rappresenta davvero tutte le sfumature di idee. Dall’editoria di estrema destra a quella di estrema sinistra, senza eccezioni.  Unico elemento criticabile del Salone è la musica a tutto volume che costringeva a parlare a voce altissima per sovrastare il rumore che circondava alcuni spazi di dibattito.  Sgarbi giustamente si è lamentato. E molti si sono trovati nelle  sue stesse difficoltà. C’è da augurarsi che il prossimo anno gli spazi degli incontri e delle presentazioni consentano a relatori e spettatori di poter parlare ed ascoltare senza il disturbo di una musica assordante che ci allontana dal senso della cultura come pensiero, cultura, confronto pacato di opinioni. La mancanza di appoggi o di leggii  crea problemi a chi deve leggere da un libro per citarlo. L’abitudine delle poltroncine invece dei tavoli sta imperversando non solo al Salone. Chi pensa di sostituire i tavoli tradizionali con le poltroncine non ha esperienza di cosa significhi parlare in pubblico  e non solo cinguettare in un salotto. Ma è cosa che a cui si potrà provvedere con calma.L’importante è che il salone sia salvo e che non siano riusciti a scippare a Torino  l’ultima eccellenza che gli rimane.  Oggi si aprono, nel clima dell’ultimo giorno del Salone,  le manifestazioni per i 50 anni del Centro “Pannunzio” a cui tanta gente in tutta Italia sta guardando con interesse.

Pier Franco Quaglieni