Ha rischiato grosso la ragazza arrestata la scorsa domenica dalla Guardia di Finanza di Torino a bordo di un treno regionale che quotidianamente collega Cuneo al capoluogo piemontese. La giovane è stata controllata dalle Squadre Cinofile del Gruppo Pronto Impiego Torino, impegnate nelle consuete attività a contrasto del traffico di stupefacenti. D.J., queste le inziali della venticinquenne, è stata accompagnata presso gli uffici di Via Zino Zini dove, nel corso della perquisizione, è stato rinvenuto, all’interno della cavità rettale, un involucro di cellophane contenente circa 200 grammi di eroina. Facile immaginare cosa poteva succedere nel caso in cui, l’involucro artigianale ove era contenuta la sostanza, si fosse danneggiato; nelle ore successive al fermo, inoltre, la giovane ha evacuato una trentina di ovuli contenuti nello stomaco. Gli esami diagnostici a cui la ragazza è stata sottoposta presso l’ospedale Molinette di Torino, hanno appurato la presenza di ulteriori formazioni ovalari. Circa un centinaio, nel complesso, gli ovuli di cocaina ed eroina purissima individuati. Arrestata per traffico di sostanze stupefacenti, la giovane è stata rinchiusa presso il carcere Lorusso-Cutugno di Torino a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale.
Le favole a colori di Massimiliano Frezzato in mostra a Palazzo Lascaris
La mostra vuol essere una sorta di felice epilogo, attraverso i colorati e suggestivi disegni di Massimiliano Frezzato, del lavoro svolto dall’assemblea regionale del Piemonte, nel corso di una legislatura ormai in dirittura d’arrivo, rispetto ai temi dell’infanzia, legati in particolare ai diritti dei bimbi, ai loro sogni, alle loro paure e alle loro speranze. Temi che non avrebbero potuto trovare voci e immagini più appropriate di quelle proposte da Frezzato attraverso una quarantina di opere che “rileggono”, in modo inusuale e con sensibile acume didattico, le “antiche” storie di Cappuccetto Rosso, di Pinocchio o di Peter Pan, ospitate da mercoledì 8 maggio (inaugurazione dalle 17,30 alle 20, presenti Rita Turino – Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza – i curatori Dino Aloi e Sergio Pignatone con lo scrittore Giovanni Del Ponte) fino a venerdì 31 maggio, nella “Galleria Spagnuolo” di Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte, in via Alfieri 15, a Torino. Imprevedibile e irrequieto illustratore, fumettista e pittore di fama internazionale (e di natali torinesi), Frezzato, che in mostra presenta anche alcune tavole tratte dalla sua fiaba “La città delle cose dimenticate”, intende soprattutto far riflettere sulla potenza pedagogica della favola. “Il racconto fiabesco – sottolineano i curatori – ci porta dentro tetre foreste popolate da creature feroci, ma al tempo stesso ci aiuta a sconfiggere le paure e, alla fine, anche la bimba ed il lupo tutt’altro che cattivo possono osservare insieme lo spuntare di un fiore e di una fragola”. Realizzata con il patrocinio del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza e di quattro Ong impegnate nel settore (Casa Oz, Oaf-l, Ugi e Unicef), la mostra avrà anche un incontro Off rivolto alle famiglie, domenica 12 maggio (ore 17), al “Salone del Libro”, quando nell’”Arena Piemonte”, le favole verranno lette da Marco Berry e Nicoletta Molinero. In concomitanza con la mostra a Palazzo Lascaris, presso le sale della “Little Nemo Art Gallery” (via Ozanam, 7) a Torino, saranno inoltre esposte per la prima volta, dal 10 al 25 maggio, le tavole preparatorie per il secondo volume della saga fantascientifica “I custodi del Maser”, ideata e realizzata dallo stesso Massimiliano Frezzato, come seguito al primo pubblicato nel 1996 e tradotto in diversi Paesi, dalla Francia alla Spagna, al Portogallo, alla Germania, così come in Belgio in Danimarca e negli States.
g.m.
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“C’era una volta…giocando con le favole. Disegni, bambini, diritti”
Galleria Spagnuolo – Palazzo Lascaris, via Alfieri 15, Torino; tel. 011/5757111 o www.cr.piemonte.it
Dall’8 al 31 maggio
Orari: dal lun. al ven. 9/17. Ingresso gratuito
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“E’ la casa dei torinesi e di tutti gli amanti dei libri”
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Il Salone del Libro di Torino è un luogo di scambio, di confronto, di condivisione, di festa. Coinvolge centinaia di migliaia di persone. È un esempio virtuoso per tutto il paese. E Torino è una città profondamente antifascista. La sua comunità ha spalle larghe e saggezza. Non raccoglie le provocazioni di chi vorrebbe solo visibilità. Nel centenario di Primo Levi, la comunità del Salone del Libro si raccoglierà una volta ancora per discutere di democrazia, di Europa, di convivenza, di immigrazione, di letteratura, del restare umani in un mondo difficile. Il Salone è una grande manifestazione popolare dove gente di tutte le età, i ceti, le idee, le provenienze, le nazionalità si dà appuntamento in un luogo che è diventato uno dei simboli della democrazia e della civile convivenza.
Le polemiche che si sono accese per la presenza di una casa editrice i cui animatori, in nome del fascismo, hanno rilasciato dichiarazioni che si commentano da sole, pongono un tema. Lo abbiamo già detto, lo ripetiamo. Pongono questo tema al mondo dell’editoria, della cultura, della politica. È un tema che al Salone verrà affrontato in tanti incontri programmati da tempo. Il problema ovviamente non è la libertà d’espressione, ma cosa si può muovere intorno a certe idee che non sono solo agli antipodi dell’impostazione culturale del Salone di quest’anno (non è mai stato un problema: il Salone accoglie tutte le opinioni) ma la cui messa in pratica turberebbe l’ordine democratico offendendo la Costituzione. Se il Salone è diventato l’occasione per affrontare questo tema, rilanciandolo oltre che al mondo della cultura a quello della politica, allora la cultura sarà davvero servita a qualcosa.
Il Salone è la casa dei torinesi e di tutti gli amanti dei libri, è il punto di ritrovo per appassionati che arrivano qui da ogni angolo d’Italia. È il frutto del lavoro di tante professionalità, vi collaborano per tutto l’anno numerosissime realtà: dalle scuole, alle librerie, alle biblioteche, ai gruppi di lettura, ai comitati di quartiere, oltre che naturalmente il mondo editoriale. Così, come ogni anno, a partire dal 9 maggio i torinesi abiteranno questo bene comune in nome dei valori che fanno della città e del suo Salone un esempio di sana convivenza e accoglieranno i loro tanti amici che vengono da fuori per celebrare insieme, uniti, la festa del libro e il desiderio di un futuro migliore. E il futuro si costruisce in ogni momento.
Questa esperienza deve unirci, non dividerci. Deve farlo in nome di un bene superiore, e deve invitarci a tirare fuori – nei toni, nelle prese di posizione – la nostra parte migliore. Rispettiamo chi per evidenziare i problemi di cui sopra si è allontanato temporaneamente da quella che com’è ovvio è casa sua, e abbracciamo chi ha deciso, com’è più che mai ora necessario, di abitare con convinzione adesso quella stessa casa per farla durare, e darle spazio e vita.
Adesso facciamo parlare il Salone.
Buon Salone del Libro.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino
(foto: il Torinese)
La Regione richiama in servizio i medici in pensione per fronteggiare la carenza di personale medico. Un provvedimento che già riguarda Molise, Friuli e Veneto. Ora le aziende sanitarie del Piemonte avranno la possibilità di chiamare medici in pensione per fornire servizi negli ospedali, attraverso contratti di lavoro autonomo con medici pensionati fino a un’età massima di 70 anni, dopo aver tentato tutte le strade per impiegare invece dottori ancora in attività. Da dicembre 2017 sono stati assunti 441 infermieri e 41 medici, ma non basta.
Condannato il giovane rapinatore dei treni
Nella mattina di sabato 17 novembre a bordo del treno regionale R10205 in esercizio da Torino Porta Nuova a Cuneo, all’altezza della Stazione di Cavallermaggiore (Cuneo), un ragazzo italiano di 17 anni era stato avvicinato da due ragazzi stranieri che, dopo avergli contestato con fare pretestuoso un debito pregresso, lo rapinavano di alcuni effetti personali e di soldi contanti
In tale frangente, l’immediato intervento della pattuglia Polfer del Nucleo Scorte Compartimentale, in servizio di scorta a bordo dello stesso treno, aveva permesso di arrestare in flagranza di reato per rapina in concorso, il cittadino maggiorenne E.S. classe 1996, peraltro indossante nel contesto la felpa poco prima rapinata, che veniva associato alla Casa Circondariale di Asti; l’altro rapinatore classe 2001, minorenne, era stato deferito a piede libero per lo stesso reato, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Torino. I successivi accertamenti sulla dinamica dei fatti, delegati a personale della Squadra di polizia giudiziaria compartimentale, permettevano di fornire all’AG procedente un quadro probatorio esaustivo, anche in relazione al precedente furto di due telefoni cellulari consumato poche ore prima della rapina, in danno di un passeggero che stava dormendo a bordo di altro treno. Il 17 aprile al termine dell’iter processuale, il Tribunale di Asti ha pronunciato sentenza di condanna a carico del rapinatore maggiorenne, cittadino magrebino residente nel cuneese, tuttora ristretto presso la Casa Circondariale di Asti, per il reato di rapina in concorso, alla pena di anni 2 e mesi 8 di reclusione ed al pagamento di euro 800,00 di multa. Per il secondo rapinatore, il procedimento è tuttora in corso presso la Procura del Tribunale dei minorenni di Torino. Il positivo esito dell’attività sopra descritta è stato possibile anche grazie ai quotidiani servizi di vigilanza, disimpegnati dal personale Compartimento Polfer Piemonte e Valle d’Aosta negli scali ferroviari ed a bordo dei treni, mirati a garantire una pronta risposta in termini di operatività, in occasione di eventi criminosi, particolarmente odiosi se diretti come in questo caso in danno di minori. I servizi di prevenzione della Specialità nella tratta Torino-Savona e Torino-Cuneo sono stati oltremodo intensificati dalle feste pasquali e ponti di primavera, in relazione alla massiccia presenza di viaggiatori sui c.d. treni mare, soprattutto nei week end. Complessivamente da inizio anno, in Piemonte e Valle d’Aosta, sono stati scortati 4234 treni con l’identificazione a bordo treno di 16683 persone .
E’ ancora polemica tra “fascisti” e “antifascisti” al Salone del Libro. Halina Birenbaum, una donna sopravvissuta al famigerato campo di concentramento e il direttore del museo di Auschwitz Piotr Cywinski, hanno scritto al Comune condannando la presenza di Altaforte, la casa editrice legata a Casapound al Salone che apre giovedì. Si legge nella lettera: “Non è possibile chiedere ai sopravvissuti di condividere spazi con chi mette in discussione i fatti storici che hanno condotto all’Olocausto e con chi ripropone un’idea fascista della società. Usciremo dal Salone del libro per entrare nella città”.
Non si è spento ancora l’eco dell’entusiasmo che hanno lasciato gli atleti partecipanti ai World Masters Games 2013, un’onda multicolore che ha eletto per alcuni giorni Torino capitale mondiale dello sport dilettantistico
Questa estate a sei anni di distanza il capoluogo piemontese sarà nuovamente protagonista, perché dal 26 luglio al 4 agosto ospiterà l’edizione 2019 degli European Masters Games, manifestazione pluridisciplinare dedicata agli sportivi con età superiore ai 30 anni.
La kermesse oltre da essere un appuntamento sportivo, sarà un’occasione per pubblicizzare i prodotti enogastronomici di un intero territorio, infatti saranno 15 i comuni coinvolti appartenenti alle provincie regionali di Torino, Novara e Vercelli e che ospiteranno i tornei degli Europen Masters Games 2019.
Il Comitato Regionale Piemonte e Valle d’Aosta della FIBS, come già avvenuto nel 2013, ha ricevuto l’incarico dell’organizzazione dei tornei softball maschile, femminile e misto over 35, che si disputeranno sui diamanti di Torino, Avigliana e La Loggia.
L’evento è promosso dalla Regione Piemonte, dalla Città Metropolitana di Torino, dalla Città di Torino, dalla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino e dall’International Masters Games Association.
Per partecipare alla manifestazione questi sono i dettagli
requisiti
FOCUS INTERNAZIONALE di Filippo Re
Può essere l’inizio di una nuova fase del terrore quella annunciata al mondo dal Califfo del deserto, Abu Bakr al Baghdadi, leader dell’Isis, riapparso in un video dopo cinque anni di silenzio
Esalta i suoi miliziani, minaccia vendetta per i suoi numerosi combattenti uccisi in Siria, lancia appelli a intensificare la guerra santa, gli attacchi contro i “crociati”, attentati e guerriglia, si compiace per le stragi nello Sri Lanka, per le operazioni a sud del Sahara e in Libia dove i suoi miliziani hanno attaccato la base aerea di Seba, nel sud-ovest, uccidendo nove soldati del generale Haftar. Tornato tra i vivi dalle macerie del Califfato levantino, non solo il Califfo è vivo nonostante sia stato dato più volte per morto ma rimane saldamente il capo indiscusso del gruppo jihadista. Nei covi dello Sri Lanka le bandiere nere dell’Isis, le uniformi militari, detonatori e bombe, come quelle delle stragi di Pasqua (253 morti) esplose nelle chiese e negli hotel di Colombo spuntano fuori un po’ ovunque con il sigillo di sangue dell’ex Stato islamico, che sconfitto militarmente nel teatro siro-iracheno, risorge come ideologia di morte nel nome di un islam violento e sanguinario. Si ramifica velocemente in altre aree asiatiche, dal Caucaso al Pakistan, dall’Afghanistan all’estremo oriente. Nessun Paese, islamico o occidentale che sia, può sentirsi sicuro e al riparo dalle minacce dei terroristi in grado di scatenare il panico nel cuore di qualsiasi città. Come è accaduto nella vecchia Ceylon dove una cellula dell’Isis, ben armata e ben addestrata, formata, secondo i servizi segreti, da almeno 130 jihadisti legati al califfo al-Baghdadi ha colpito in modo devastante l’isola dell’Oceano indiano. Sarebbero una trentina i cingalesi che hanno combattuto insieme ai miliziani dell’Isis in Siria e in Iraq. Kamikaze tornati in patria per continuare a colpire, uccidere e creare nuove cellule di terroristi seguendo gli ordini del Califfo. E neanche in Siria l’Isis è scomparso del tutto. Proprio alla vigilia di Pasqua 35 soldati siriani sono stati uccisi in una serie di scontri con i jihadisti di al Baghdadi nella provincia di Homs. Ma dopo i massacri di Pasqua altri kamikaze si sono immolati in Sri Lanka in nome del fanatismo religioso e decine di terroristi in fuga sono ricercati per una delle stragi di cristiani più sanguinose degli ultimi anni. Eccidi spaventosi per terrorizzare il mondo e cristiani scelti come bersaglio per la loro religione e anche perchè considerati colonialisti e oppressori per natura in quanto occidentali. Vittime di un odio arcaico, uccisi come i primi martiri dell’era cristiana. Lo Sri Lanka diventa terra di jihadisti da un giorno all’altro facendo risorgere l’estremismo islamico anche sulle sponde meridionali dell’Asia con una violenza ben superiore alle bombe che distrussero alla fine di gennaio la cattedrale cattolica di Jolo, nel sud-est delle Filippine, durante una funzione religiosa, in un attentato rivendicato dall’Isis (27 morti). La carneficina di Colombo è anche più sanguinosa dell’attacco avvenuto alla vigilia del Venerdì santo del 2015 in una scuola salesiana del Kenya quando un commando armato fece irruzione in un campus uccidendo 150 persone, in gran parte studenti cristiani che stavano dormendo. Poi i massacri a Lahore, in Pakistan, 72 morti il 28 marzo 2016, preceduti da quelli di Kaduna, in Nigeria, 50 morti nel 2012 ad opera dei terroristi di Boko Haram, e seguiti da quelli di Tanta e Alessandria in Egitto nella Domenica delle Palme del 2017 con 45 morti. Sono i più gravi massacri avvenuti negli anni recenti durante le funzioni religiose e nei giorni in cui i cristiani si riuniscono per celebrare la Settimana Santa. Le stragi di turisti negli alberghi di Colombo ricordano l’assalto armato a Mumbai nel 2008 con una serie sconvolgente di attacchi terroristici islamici (195 morti) avvenuti contemporaneamente nella città indiana e l’attacco terroristico in un ristorante di Dacca, capitale del Bangladesh, nell’estate 2016, quando furono uccise 23 persone tra cui nove italiani. L’Isis aveva armato e appoggiato il gruppo jihadista locale Jamaat-ul-Mujahideen e, anche in quel caso, alcuni dei terroristi appartenevano a famiglie agiate e benestanti come i kamikaze di Colombo. Per le autorità cingalesi gli autori dei massacri appartengono a un gruppo islamista isolano che voleva vendicarsi degli attacchi alle moschee in Nuova Zelanda, il National Tawheed Jamath (Ntj) che avrebbe agito col sostegno dell’Isis. In base ai dati raccolti dai rapporti sulla persecuzione anti-cristiana nel mondo pubblicati dalla Ong Open Doors (Porte Aperte) e dall’Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre) sono molte migliaia i cristiani uccisi per ragioni legate alla loro fede ogni anno. Oltre 4.300 nel 2018, in crescita rispetto ai 3.066 del 2017, di cui il maggior numero è stato registrato in Nigeria. Nel 2018 sono saliti a 245 milioni i cristiani perseguitati nel mondo e, sui 150 Paesi monitorati, 73 hanno mostrato un livello di persecuzione definibile alta, molto alta o estrema, mentre l’anno scorso erano 58. Tra i Paesi che rivelano una persecuzione definibile estrema, lo Sri Lanka è in 46° posizione, l’Afghanistan al secondo posto, la Somalia al terzo, la Libia al quarto, tutti Paesi dove la vita per i cristiani è sempre più difficile, come anche nel Burkina Faso dove si moltiplicano gli attacchi contro le comunità cristiane. Sei persone sono morte nei giorni scorsi in un attacco ad una chiesa mentre era in corso la Messa. Hocine Drouiche, imam di Nimes e vicepresidente della Conferenza degli imam di Francia chiede ai musulmani di ribellarsi alla cristianofobia e commenta con queste parole gli attentati in Sri Lanka: “ i cristiani continuano a subire persecuzioni e pagano il conto di guerre che non hanno mai chiesto. Il massacro terrorista in Sri Lanka è molto significativo. Nel mondo l’odio contro i cristiani continua ad aumentare nonostante essi difendano la pace, sostengano i poveri, si prendano cura dei malati. Ogni anno i cattolici spendono miliardi per salvare vite e costruire scuole per bambini bisognosi. É tempo che il mondo musulmano ponga domande sull’aumento della cristianofobia all’interno del discorso islamista contemporaneo. Il massacro di Colombo non è il primo e sfortunatamente non sarà l’ultimo perché le autorità musulmane non vogliono affrontare il pensiero terrorista estremista in modo coraggioso e fermo. I musulmani devono agire, se vogliono proteggere l’islam da questa minoranza estremista che uccide in nome dell’odio e infanga gli islamici. La maggioranza silenziosa non avrà scuse perché sarà accusata di complicità se non dichiara una guerra santa contro l’estremismo e l’odio che quasi domina il discorso degli imam e dei predicatori musulmani”.
dal settimanale “La Voce e il Tempo”
La Madonna in nero dello Schiavone è di una bellezza immediata e di una unicità del tutto particolare perché fonde irripetibilmente insieme caratteristiche basso medievali a caratteristiche di altri periodi, vediamo come è possibile e quali sono le caratteristiche nel seguito dell’articolo. In breve, rispondere al come è piuttosto semplice seppur difficile: è possibile grazie alle influenze a cui l’autore si avvicina considerando l’ambiente artistico a cui afferisce; su quali siano i tratti dell’uno o dell’altro periodo invece bisognerà fare attenzione ai dettagli. Conservata ai Musei Reali di Torino la Madonna con Bambino dello Schiavone di cui trattiamo in questa uscita, l’ultima della serie “donne (in nero)” è datata nel periodo 1456-1459. Quella del 1456 è una data significativa per diversi motivi, è nel 1456 infatti che il pittore Giorgio Culinovic detto Schiavone diventa discepolo dello Squarcione ed è allo stesso anno, il 1456 che si fa risalire la data della scomparsa di uno dei grandissimi della Storia dell’Arte, Donatello, artista quest’ultimo del periodo di Leon Battista Alberti, appartenente alla splendida Firenze del XV secolo e di cui si rilevano tratti caratteristici proprio nella Culinovic. Come anticipato nell’edizione precedente di donne (in nero), l’autore Giorgio Culinovic è originario di Zara. Giorgio lo Schiavone è il nome d’arte il nome con cui è conosciuto nell’ambiente e che naturalmente è arrivato fino a noi. A dispetto di come si potrebbe intuitivamente pensare, il soprannome Schiavone non deriva da un accrescitivo della parola “schiavo”, Schiavone piuttosto è in riferimento alla città natale e significa “dalmata”, ossia originario della Dalmazia regione dove il pittore rientrò a partire dal 1463. Sullo Schiavone influì lo stile del maestro padovano, Francesco Squarcione da Padova, che fu maestro anche di Andrea Mantegna. Lo Schiavone è considerato interprete fondamentale della lezione squarcionesca, la sua pittura è inoltre ritenuta mitigata dagli influssi di Piero della Francesca e per altro verso dai ferraresi tra cui Cosmè Tura, insomma lo Schiavone sebbene non sia tra i nomi del grande pubblico è per così dire, un polo magnetico della storia dell’arte. Nel dettaglio la Madonna con Bambino è inserita in un’edicola marmorea e ha una prospettiva appena aggettata come potrebbe suggerire uno stile innovatore eppure ancora in qualche modo legato al Medioevo, non lontano dalle fatiche del Donatello; gli amorini e le ghirlande con cui lo Schiavone decora la tempera sono tipici dello stile antico, cosa che ilCulinovic assorbe dagli incroci nella bottega del padovano. Del tutto originale per il periodo, il piatto di frutta in primissimo piano che costituisce un accenno di natura morta, un’intuizione sul genere con almeno un secolo di anticipo. La Madonna con bambino conservata presso la Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino è vestita di nero e ha una stola aranciata, la veste nera la abbiamo vista in precedenza in queste uscite con la Madonna con Bambino di Ambrosius Benson conservata a Palazzo Madama. Il bambin Gesù tiene tra le mani un uccellino simbolo di purezza, sta seduto sulla tavola ed è cinto con la mano sinistra dalla madre che nel contempo appoggia il dorso dell’altra mano su di un volume. Donne (in nero) a Torino in uscita il martedì sul quotidiano web iltorinese.it arriva oggi alla sua decima e ultima edizione, mentre il presidio di Donne in Nero all’incrocio tra via Garibaldi e via XX Settembre con ogni probabilità continua a essere presente ogni ultimo venerdì di ogni mese dalle ore 18 alle 19 per manifestare contro la guerra e chiedere che la pace non sia dimenticata.
Ellie
https://www.museireali.beniculturali.it/opere/madonna-con-il-bambino-5/
Liceo musicale Cavour in concerto
Salotto Campidoglio Mercoledì 8 maggio ore 18.00 Via Locana n. 29C Torino
Mercoledì 8 maggio 2019, ore 18.00, presso il Salotto Campidoglio, via Locana n. 29C Torino, si terrà un concerto a cura dei pianisti Elisabetta Esposito, Matteo Chiambretto e Andrea Scapola, allievi del Liceo Musicale Cavour, coordinati dalla professoressa Audisio.
Programma di sala:
Robert Schumann dai Fantasiestücke
Op. 12- Aufschwung (Slancio)
Fryderyk Franciszek Chopin
Notturno op.9 n.1
Franz Schubert
Impromptu in A-flat Major Opus 90 No. 4 D 899
Elisabetta Esposito pianoforte
Domenico Scarlatti
Sonate K 412, 277, 121
Matteo Chiambretto pianoforte
Robert Schumann
Papillons, op. 2 (dodici pezzi per pianoforte)
1. Introduzione – Moderato (re maggiore)
2. Walzer (re maggiore)
3. Walzer – Prestissimo (mi bemolle maggiore)
4. Walzer (fa diesis minore)
5. Walzer – Presto (fa diesis minore)
6. Polonaise (si bemolle maggiore)
7. Walzer (re minore)
8. Walzer – Semplice (fa minore)
9. Walzer (do diesis minore)
10. Walzer – Prestissimo (si bemolle maggiore)
11. Walzer – Vivo (do maggiore)
12. Polonaise (re maggiore)
13. Finale (re maggiore)
Andrea Scapola pianoforte