redazione il torinese

I giovani vincitori del progetto di storia contemporanea

“La nostra regione, oltre a essere stata la prima in Italia a stabilire, con un’apposita e specifica  legge – quarantuno anni fa, nel 1976 –  l’istituzione di un comitato per la difesa e l’affermazione dei valori della Resistenza e della Costituzione, è stata anche tra le prime realtà a promuovere progetti di studio sulla storia contemporanea, coinvolgendo – a partire dal 1981-  oltre 42 mila studenti e 1.600 insegnanti, organizzando centinaia di viaggi nei luoghi della memoria. Continuiamo a proporre questi viaggi affinché anche le giovani generazioni possano condividere e tenere vivi i valori che sono alla base della nostra democrazia e della nostra Costituzione. Un ringraziamento particolare va agli istituti storici piemontesi per l’importante lavoro svolto e anche ai tanti insegnanti che hanno supportato l’iniziativa testimoniando un reale esempio di buona scuola”.Così ha affermato il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti  aprendo, nell’Aula di Palazzo Lascaris, la cerimonia di premiazione della 36esima edizione del progetto di storia contemporanea, indetto dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale.

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A essere premiati sono stati 125 ragazzi, appartenenti a 20 istituti scolastici e 5 centri di formazione delle diverse province piemontesi e in particolare agli istituti: Gobetti di Omegna, Fauser, Bellini-Nervi e Carlo Alberto di Novara, D’Adda di Varallo, Cavour-Lanino e Lagrangia di Vercelli, Afp di Dronero, Grandis di Cuneo, Vallauri di Fossano, Foscolo, Vercelli e Casa di carità di Asti, Afp colline astigiane di Agliano, Balbo di Casale, Galilei di Alessandria, Darwin-Scafidi di Sangano, Porporato di Pinerolo, Grassi, Cavour e Bodoni-Paravia di Torino, Pininfarina di Moncalieri, Faccio di Castellamonte, Enaip di Domodossola e Addestramento edile di Cuneo. Gli elaborati scelti, non solo testi scritti ma anche multimediali, sono stati selezionati sulla base di una graduatoria redatta dalla commissione di valutazione composta da membri degli Istituti storici della Resistenza piemontesi.Gli argomenti delle tre tracce sviluppate in questa edizione del progetto sono stati il razzismo e la violenza del colonialismo fascista a ottant’anni dalla proclamazione dell’Impero italiano d’Etiopia (scelta dal 45% dei partecipanti), i nuovi assetti europei nel XX secolo (indicata dal 15% degli studenti) e i temi legati a lavoro, ambiente e sicurezza dal dopoguerra a oggi (preferita dal 40% dei partecipanti).La premiazione di oggi fa seguito ai tre viaggi studio nei luoghi della memoria che quest’anno hanno avuto come mete Trieste, sul confine orientale italiano, il lager austriaco di Mauthausen e quello polacco di Auschwitz-Birkenau, il luogo simbolo della Shoah, tragico emblema concentrazionario nazista.

Presso Amiat alcuni oggetti non di valore persi in piazza San Carlo

Sono disponibili presso la sede Amiat di Via Giordano Bruno 25 gli oggetti personali non di valore recuperati in piazza San Carlo a seguito delle operazioni di pulizia dopo i fatti avvenuti durante la proiezione della partita di calcio tra Juventus e Real Madrid. Da oggi e fino a venerdì 9 giugno chi avesse perduto oggetti personali non di valore (es. indumenti, scarpe, zainetti, ..) può recarsi in Via Giordano Bruno 25 in orario 8-18 presso la portineria. Sono esclusi tutti gli oggetti di valore e/o documenti, che invece sono stati consegnati in altri siti (per l’elenco consultare il sito web della Città di Torino http://www.comune.torino.it/).

(foto: il Torinese)

 

Piazza San Carlo: al momento nessun indagato o ipotesi di reato

Al momento ci sono né indagati né ipotesi di reato, spiega il procuratore di Torino, Armando Spataro, a proposito dell’indagine sulla serata di piazza San Carlo. “E’ prima necessario ricostruire la dinamica precisa dei fatti”. Questo pomeriggio la sindaca Chiara Appendino relazionerà al Consiglio comunale e si terrà inoltre  un vertice in Procura per fare il punto sull’inchiesta.

 

(foto: il Torinese)

Bioindustry Park, uno sguardo a Cina e Iran

Esportare un modello di Parco Tecnologico sostenibile e vincente nei paesi emergenti, proponendosi come guida per la crescita dell’imprenditoria locale e, nello stesso tempo, aprendo a nuove opportunità di business per le aziende piemontesi e italiane in mercati dal grande potenziale. Con questi obiettivi il Bioindustry Park di Colleretto Giacosa (Torino) ha intrapreso una serie di missioni internazionali, dalla Cina, alla Tunisia fino in Iran.

Proprio in Cina, in qualità di rappresentante di bioXclusters (l’alleanza strategica fra cluster europei sulla medicina personalizzata, di cui il Parco piemontese fa parte come gestore del Polo bioPmed), Bioindustry Park ha firmato un accordo triennale con il Fenglin Biomedical Center (BioFM), per promuovere la competitività delle PMI (acronimo che sta a significare piccole e medie imprese) biomedicali italiane ed europee, aprendo loro un canale privilegiato per il mercato cinese, per i finanziamenti privati e per l’identificazione di nuovi partner. L’accordo mette anche a disposizione delle imprese le infrastrutture per visite lavorative presso il Fenglin BioMedical Park di Shanghai, in cui sono insediati ospedali, centri di ricerca e imprese come Shanghai Pharm e Quintiles IMS.

Sinergie sono in corso anche in Iran. Proporsi come modello di riferimento, mettendo a disposizione la propria imprenditorialità tecnologica per lo sviluppo di progettualità comuni, è l’oggetto dell’intesa che il Parco di Colleretto Giacosa sta portando avanti con il proprio omologo iraniano, l’Isfahan Science and Technology Town, il più antico Parco Tecnologico del paese asiatico, che incuba al suo interno circa 150 aziende operanti in diversi settori di attività. Il Parco iraniano potrebbe diventare un’importante porta d’accesso per un mercato in grande fermento, che guarda all’Italia come possibile paese partner per uno scambio di pratiche tecnologiche. Se, infatti, il paese asiatico ha sviluppato una buona competenza nella realizzazione di prodotti hi-tech in diversi settori, ha la necessità di importare nuove tecnologie soprattutto in campo bio-medicale. Una comunanza di interessi che potrebbe tramutarsi, nei prossimi mesi, in un vero e proprio accordo di collaborazione, estendibile anche agli altri Paesi dell’Eco Science Foundation (tra cui Pakistan, Azerbaijan, Tajikistan e Turkmenistan), l’organizzazione intergovernativa che opera con l’obiettivo di stringere nuove partnership con imprese europee.

Dall’Asia alle coste del Mar Mediterraneo, in Tunisia, dove Bioindustry Park è coinvolto nel progetto triennale “Appui aux pôles de compétitivité tunisiens”, inserito nell’ambito del protocollo di accordo tra i governi italiano e tunisino per la realizzazione di un «Programma di sostegno al settore privato» del paese nord Africano. L’obiettivo è accompagnare i Poli tecnologici tunisini nel loro percorso di creazione e rinforzo delle competenze, nei settori del tessile e dell’abbigliamento (Monastir/El Fejja), della meccanica e meccatronica (Sousse), dell’agroalimentare (Bizerte) e della chimica (Gabès), grazie al coaching di un’Associazione Temporanea di Imprese che, oltre il Bioindustry Park, comprende l’altro Parco piemontese, l’Environment Park di Torino, Arthur D Little Italia e il tunisino Tema Consulting.

Massimo Iaretti

 

 

Il Lions per il rispetto del mondo femminile

PER I CENTO ANNI DEL LIONS CLUB INTERNATIONAL E I 30 DELL’INGRESSO DELLE DONNE NELL’ASSOCIAZIONE, DUE EVENTI PER SENSIBILIZZARE SUL RISPETTO DEL MONDO FEMMINILE

 

Il prossimo 7 giugno a Torino, allo stadio Primo Nebiolo, la Nazionale Stilisti scenderà in campo contro la Nazionale Italiana dell’Amicizia per un incontro solidale a favore del Centro Soccorso Violenza Sessuale (S.V.S) della Città della Salute e della Scienza di Torino, presidio ospedaliero S. Anna.

L’iniziativa, sostenuta dall’assessora regionale Monica Cerutti e organizzata dal Distretto 108 Ia1 del Lions Club International, rientra nel calendario dei festeggiamenti per il centenario della più grande associazione di servizio del mondo, che ricorre proprio il 7 giugno 2017. E sempre nel 2017 si celebrano anche i 30 anni dell’ingresso delle donne nel sodalizio internazionale.«Sono lieta che prosegua la collaborazione con il Distretto Ia1 del Lions Club International, a maggior ragione quest’anno che si celebrano i trent’anni dell’ingresso delle donne nel Lions Club. L’impegno che la Governatrice del Distretto Ia1 ha dimostrato sulle tematiche delle Pari Opportunità è significativo e importante, soprattutto in quest’occasione durante la quale ci focalizzeremo sulla violenza di genere. Come Regione Piemonte abbiamo dimostrato in questi anni di avere a cuore il tema e di operare concretamente per trovare soluzioni, ma il lavoro da fare non è mai abbastanza sia in termini di politiche, sia in termini di risorse impiegate», spiega l’assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte.

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«Per la nostra associazione precisa il governatore del Distretto Lions 108 Ia1, Gabriella Gastaldi è di fondamentale importanza interagire con le istituzioni per intercettare i bisogni della popolazione e intervenire».La scelta di dedicare un match contro la violenza sulle donne ha l’obiettivo sensibilizzare tutti sul rispetto del mondo femminile e di quello famigliare.Sono moltissimi i volti conosciuti che scenderanno in campo per darsi battaglia e vincere una partita importante. Per la Nazionale Stilisti ci saranno Renzo Rosso, Silvio Rivetti, Antonio Gavazzeni, Andrea Tomat, Alfonso Dolce, Carlo Capasa (presidente della Camera della Moda), Simone Susinna e Andrea Marcaccini.L’allenatore della Nazionale Stilisti è Franco Ricci mentre il presentatore della serata sarà il lifestyle blogger e talent manager Alex Pacifico. Gli avversari sono tutti volontari che operano in vari ospedali. All’incontro dello stadio Primo Nebiolo, previsto per le ore 18, seguirà una cena di gala in occasione del Centenario della Lions Club con il Patrocinio della CNA Impresa Donna dalle ore 20 presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi. Presente tutta la squadra della Nazionale Stilisti. Obiettivo di entrambi gli eventi è raccogliere fondi per sostenere progetti a favore di donne in difficoltà.

 

Lieve miglioramento per il bimbo ferito in piazza San Carlo

In lieve miglioramento le condizioni di Kelvin, il bimbo di sette anni ricoverato all’ospedale Regina Margherita a seguito delle ferite riportate sabato sera in piazza San Carlo, nella calca verificatasi durante la proiezione sul maxi schermo della finale di calcio Juventus – Real Madrid. I medici del reparto di rianimazione proveranno in giornata a risvegliarlo.

Sara Carli, un’altra stella azzurra per il ghiaccio torinese

La giovane promessa dell’Ice Club Torino ha ottenuto il punteggio necessario per entrare nella squadra azzurra

La stagione agonistica 2016/2017 di pattinaggio artistico sul ghiaccio si è conclusa da poche settimane e allenatori, atleti e coreografi stanno già lavorando intensamente per scegliere le musiche, preparare i programmi e inserire nuovi elementi tecnici.Incontriamo una giovane promessa del pattinaggio artistico che, a marzo, si è laureata Campionessa Italiana Cadetti Elite e ha ottenuto il punteggio necessario per entrare nella squadra azzurra: Sara Carli.

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–         Sara, come ti sei avvicinata al mondo del pattinaggio? A quanti anni hai iniziato a praticare questo sport?

I miei genitori mi hanno portata a pattinare su una pista pubblica quando ero molto piccola. Non avevo nemmeno quattro anni. Mi è piaciuto subito moltissimo e da quel giorno li ho, praticamente, obbligati, ad andare a pattinare ogni domenica. Successivamente, mi sono iscritta ad un corso dell’Ice Club Torino, ho iniziato a gareggiare e… eccomi qua!

–         Sei allenata da Cristiana Di Natale dell’Ice Club Torino, una coach di livello internazionale formatasi nella scuola del grande Alexeij Mishin. Com’è il vostro rapporto, come ti trovi a lavorare con lei?

–         Cristiana è la mia maestra e allenatrice da quando avevo sette anni. E’ sempre molto gentile e serena, ma, al tempo stesso, sa essere severa, estremamente precisa e attenta ad ogni dettaglio. Fin dall’inizio mi sono trovata bene a lavorare con lei, sa come prendermi, sa come stimolarmi e come ottenere da me quello che vuole, cioè il massimo! Riesce a capirmi e ha creato un ottimo rapporto con me. Oltre a Cristiana mi allenano anche Edoardo de Bernardis e Fabiana Di Natale che segue soprattutto la parte coreografica dei miei programmi e la mia preparazione atletica.

–         Nella stagione appena terminata hai vinto il titolo di Campionessa Italiana Cadetti Elite. Ci racconti quella gara?

Per la finale del Campionato mi sono allenata con grande impegno, volevo fare bene, finire la stagione con un bel risultato e raggiungere, per la seconda volta, il punteggio che mi avrebbe consenti l’accesso alla Squadra Nazionale.

Sono stata sorteggiata nell’ultimo gruppo e ho visto le prove delle mie compagne di squadra e delle altre ragazze prima che toccasse a me; quando è arrivato il mio turno, mi sono detta “Sara, ora non hai più scuse. Puoi farcela! Dipende da te!” e mi sono concentrata. Ho pattinato il mio flamenco come tante volte avevo fatto in allenamento, pensando soltanto alla musica e all’esecuzione degli elementi.

Quando poi al “kiss and cry” sono arrivati i risultati mi sono commossa perché non avevo mai ottenuto un punteggio così alto. L’emozione è stata veramente forte.

Come completamento di quella fantastica giornata ho potuto condividere il podio della finale del Campionato Italiano con la mia grande amica Desiree Podda, anche lei atleta dell’Ice Club Torino.

–         Le vittorie e i punteggi ti hanno consentito di entrare in Nazionale a 12 anni. Quale emozione si prova a raggiungere questo traguardo?

–         Sai, quando sono arrivata al mio primo raduno a Cavalese ho pensato a Carolina Kostner, a quando nelle interviste dice che gareggiare per l’Italia è un onore per lei. Solo in quel momento ho capito veramente che cosa intenda. Quando provi in prima persona che cosa significa vestire i colori azzurri capisci che rappresenta per un atleta un’emozione unica, difficile da trasmettere agli altri, difficile da spiegare!

–         Recentemente, hai iniziato a praticare la disciplina di coppie di artistico, nella categoria Junior Elite, con Marco Pauletti. Ci parli di questa esperienza? Come ti trovi a pattinare con lui?

–         Ho iniziato a pattinare con Marco Pauletti nel mese di febbraio di quest’anno e fin dall’inizio abbiamo trovato, quasi istintivamente, una buona sintonia nella pattinata e nei salti in parallelo e lanciati e stiamo progredendo rapidamete nell’esecuzione degli altri elementi di coppia. Cristiana Di Natale ci sta preparando per le competizioni della prossima stagione quando ci vedrete esordire come coppia.

–         Insieme avete già preso parte a due seminari ISU e al raduno della Nazionale a Cavalese. Dove può arrivare la vostra coppia?

–         L’avere partecipato ai due seminari ISU e al raduno della Nazionale con allenatori di altissimo livello ci ha fatto capire che dobbiamo lavorare molto per migliorarci e approfittare di ogni opportunità per imparare il più possibile.

Per quanto riguarda i traguardi, preferisco pormi un obiettivo alla volta. In questo momento, con Marco stiamo lavorando per fare bella figura in ambito nazionale e crediamo possibile anche qualcosa di più.

–         Come si svolge una tua giornata di allenamento?

–         Allenarmi nel periodo scolastico è faticoso. Frequento la seconda media a Venaria Reale, molto lontano dai palazzetti del ghiaccio nei quali si svolgono le sessioni di allenamento. I miei genitori tutti i giorni mi portano da una parte all’altra della città. Normalmente, pranzo e mi cambio in auto per guadagnare tempo ed essere puntuale. Alterno sessioni di ghiaccio con attività a secco: danza, ginnastica e sollevamenti con Marco.

Ritornata a casa affronto, come ogni ragazza della mia età, i compiti e gli impegni scolastici.

–         Dove preparerai la prossima stagione?

–         La società per la quale pattino, l’Ice Club Torino, anche quest’anno, ha organizzato uno stage estivo a Cerreto Laghi per il mese di luglio. Ad agosto, invece, proseguiremo la preparazione a Courmayeur.

–         Ci puoi anticipare i programmi di gara?

–         Certo! Per la coppia di artistico abbiamo scelto musiche dell’antica Roma tratte dal film “Alexander” per il programma corto, mentre per il lungo stiamo ancora valutando diversi generi musicali…

–         Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

–         Cercherò di impegnarmi per fare sempre meglio e per imparare nuovi elementi. Penso che con il duro lavoro e la passione si possano raggiungere buoni risultati. Non mi pongo obiettivi a medio o lungo termine. Vedrò dove mi potrà portare il mio impegno quotidiano. 

–         Chi è Sara Carli fuori dal ghiaccio?

 –         Sara è una ragazzasemplice come tante altre adolescenti, che ama il pattinaggio e gli studi, che frequenta la seconda media con ottimi risultati, ha la passione per il disegno, la musica e si dedica alla realizzazione di origami!

 

Barbara Castellaro

Ecco la nuova Fiat 124 di UP Design

Un abito griffato è senza dubbio esclusivo ma un abito sartoriale è certamente unico. Così è nata la Fiat 124 Mole Costruzione Artigianale 001 di UP Design per collezionista.

Un altro traguardo raggiunto dal brand Mole Automobiles. È la nuova e riuscitissima creazione del designer Umberto Palermo e del suo team di UP Design.

 

Umberto Palermo, presidente di UP Design, così ha annunciato la nascita della nuova Fiat : “La reinterpretazione di una vettura Fiat che ha fatto sognare gli italiani, con l’aggiunta del dna di Mole Automobiles”.

La nuova arrivata del brand torinese è stata presentata a giornalisti e appassionati nella show room di Rivoli, a pochi giorni dall’anteprima mondiale che avrà luogo durante il Salone dell’auto al Parco del Valentino a Torino.

 

Le caratteristiche estetiche che saltano immediatamente agli occhi, realizzate con la collaborazione di DSD Modelli, Pirelli, Fondmetal e Mecaprom sono queste: il taglio longitudinale sul cofano, un nuovo frontale con calandra unica, un posteriore arricchito da un “piumaggio” dalle linee dinamiche.

 

Grazie all’eccellenza artigianale di Foglizzo e Aras, gli interni, rivisti senza essere stravolti, regalano la sensazione della pelle cucita a mano e di inserti in ulivo scolpiti.

“Questa vettura è la dimostrazione del detto ‘l’unione fa la forza’, perché senza i nostri partner tutto questo non sarebbe stato possibile – ha ulteriormente sottolineato il designer adottato dalla città della Mole – Ogni giorno proviamo a concretizzare i miei sogni personali, ma anche quelli dei miei più stretti collaboratori, che mi sostengono in questo percorso di crescita impegnativo e non privo di ostacoli”.

 

L’evento aperto al pubblico ha visto la partecipazione di FabbricaTorino e di Giovanni Allevi, con la presentazione della nuova collezione unique edition dedicata al noto compositore, l’esposizione di opere ispirate alla Fiat 124, realizzate da importanti pittori e scultori contemporanei sotto la direzione artistica del maestro Antonio Perotti.

Inoltre il servizio di street food offerto dalla nuova linea di Ape “Street Up” ha esaltato le prelibatezze dello chef Angelo Gotadoro del ristorante “C’era una volta”.

 

Umberto Palermo ha anticipato la trasformazione della UP Design in una S.p.A entro fine luglio “per fronteggiare il mercato del tailor made e acquisire competenze e professionalità di livello superiore”.

 

È una bella storia quella di Umberto Palermo, di un giovane che spicca fra le eccellenze del design made in Italy. Il designer nato nell’omonimo capoluogo siciliano, sta dando un grande contributo all’industria automobilistica. Sin da bambino conosceva l’intera gamma di Fiat e Alfa. Montava e smontava macchinine, e amava ricostruirle e modificarle.

 

Si forgia come uomo, ancor prima che come professionista, quando viene assunto come operaio all’IGV, azienda della periferia milanese. “Ho capito allora cosa significava lavorare in un capannone con 35 gradi a luglio e 5 a dicembre” sono le sue parole.

Il lavoro in fabbrica gli fu imposto dal padre Ugo, il vero creativo di famiglia, dalle mani d’oro, “affinché non mi scordassi il privilegio di seguire i miei sogni e di non fermarmi alle prime difficoltà” riferisce.

L’incontro cruciale arriva con l’architetto Ermanno Cressoni, il papà di tante Alfa e Fiat . Umberto Palermo sbarca così a Torino all’Idea Institut e fa carriera per cui da semplice designer diventa direttore di reparto nel 2007.

A questo punto si i mette in proprio e crea a Moncalieri, alle porte del capoluogo piemontese, la UP, Umberto Palermo design, in una sede di 2000 metri con 18 dipendenti fra creativi e manager.

Oltre a fornire attività di servizio per le industrie, trova utile e divertente creare suoi prodotti, come le Bike Up, la bici in carbonio del tutto costruita in Italia con pedalata assistita e la macchina da caffè. Dopo aver disegnato per Illy e Hotpoint la UP, macchina salva spazio che si appende al muro, Palermo ne ha progettata una di alta qualità, in acciaio inox la cui peculiarità è di poter scegliere allestimenti diversi in pelle, legno, vetro.

Vito Piepoli

 

Notte Blu

Le poesie di Alessia Savoini
Divino insegnante di realtà alterate
Uno tra altri, tanti
Hai respirato sulla mia pelle
In quelle notti che non volevano finire
Tra le macerie dei tuoi viaggi
Souvenir da tutto il mondo
Appesi
Sospesi
Spettatori di quella scritta sul muro che diceva “notte blu”.
Chi la scrisse forse t’amò come anch’io feci
Colmando l’esigenza di un istante
Al cui termine
Morimmo in un’affascinante bugia.

Legambiente presenta il primo rapporto nazionale sulla green society

Tra le 101 storie del rapporto spiccano le piemontesi ZAC!, Pony Zero Emissioni, La Casa Rotta, la pista ciclabile tra Bricherasio e Bagnolo, la rinascita di Ostana

È l’Italia della green society, quella disponibile a muoversi, produrre, spostarsi, consumare in maniera più equa, sostenibile, giusta, quella fotografata da Legambiente nel primo rapporto nazionale “Alla scoperta della green society”, edito nell’ambito del tradizionale volume annuale Ambiente Italia di Edizioni Ambiente, e presentato oggi a CinemAmbiente, il Festival internazionale di cinema e cultura ambientale in corso a Torino. A presentare il lavoro dell’associazione ambientalista il curatore e membro della segreteria nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, il presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta Fabio Dovana, il direttore di CinemAmbiente Gaetano Capizzi e la giornalista Claudia Apostolo.

 

In questi anni si sta assistendo ad una crescita progressiva, lenta ma inesorabile, di tutti gli indicatori economici e sociali che attestano una crescita da parte dei cittadini di scelte e comportamenti ecosostenibili. Lo si vede nella diffusione delle energie rinnovabili -in 10 anni si è passati dal 15% al 35,5% dei consumi elettrici coperti dalle rinnovabili-, nella raccolta differenziata e nella diffusione del riuso –con la crescita costante dei comuni rifiuti free, ovvero quei comuni che, oltre a essere sopra la soglia del 65% di raccolta differenziata, producono meno di 75 chilogrammi annui per abitante di rifiuto secco indifferenziato-. E’ così in agricoltura dove cresce la produzione del biologico -dal 2010 al 2015 sono cresciute del 69% le attività di ristorazione che utilizzano prodotti biologici-, e nei consumi alimentari, dove si sta diffondendo non solo una grande attenzione per la qualità del cibo, ma anche una forte sensibilità contro gli sprechi.

 

Il rapporto di Legambiente è un vero e proprio viaggio di scoperta, un’esplorazione che cerca di individuare le coordinate, che parte dalla raccolta di 101 storie di cambiamento in corso, “di un’Italia che già esiste e che sta sfidando per esempio anche lo storico e consolidato terzo settore schiacciato tra una politica che sempre più ne disconosce il valore e la sua incapacità auto-riformatrice. Un’Italia in cerca di rappresentanza politica ma che non vuole scatole partitiche o padrini elettorali, così frammentata e variegata qual è. Un’Italia che alla delega politica preferisce la pratica civica come nuova forma di rivolta sociale. Una rivolta pacifica e silenziosa che in maniera carsica sta lavorando in profondità e che prima o poi riuscirà a emergere come fenomeno sociale” si legge nella prefazione della presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni.

 

Tra le 101 storie di green society raccontate da Legambiente diverse sono piemontesi. C’è lo ZAC!, cooperativa che ha realizzato a Ivrea un percorso di riqualificazione urbana e di trasformazione sociale per restituire alla cittadinanza gli spazi del Movicentro della stazione ferroviaria, vuoti e inutilizzati da oltre un decennio. Ci sono i Pony Zero Emissioni, società di logistica nata nel 2013 con l’obiettivo di rivoluzionare, con una logica ecosostenibile, la copertura dell’ultimo miglio urbano in bicicletta. C’è La Casa Rotta, progetto nato nel 2011 con l’obiettivo di recuperare una cascina abbandonata sulle colline di Cherasco (Cn) e di farla diventare un centro di incontro e aggregazione, un laboratorio attivo di cultura, un crocevia di scambi tra saperi diversi e prove pratiche di sostenibilità ambientale. C’è la storia dell’impegno delle comunità locali che ha reso possibile la trasformazione di una ferrovia dismessa tra Bricherasio (To) e Bagnolo (Cn) in pista ciclabile e ippovia. E c’è la storia di Ostana, piccolo comune montano cuneese che, fino a 25 anni fa, come tanti altri sull’arco alpino, sembrava destinato a un lento e inesorabile spopolamento e che invece grazie alla qualità architettonica, all’identità e al senso ritrovato di comunità, alla sostenibilità ambientale e all’offerta di un turismo pertinente e rispettoso dei luoghi è riuscito a rispondere con successo all’abbandono facendo un balzo in avanti demografico da 5 a più di 40 abitanti.

 

Storie e processi di innovazione sociale molto articolati da mettere sotto la lente di ingrandimento di una nuova riflessione, ed è quello che il libro cerca di fare. Lo fa con un’intervista collettiva a quattro donne protagoniste di questa società che cambia, che si confrontano sull’innovazione sociale in atto, e poi con 12 interventi di personalità del mondo della cultura, della ricerca, dell’ambientalismo, della politica e dell’impresa sociale che propongono chiavi di lettura e approfondimenti sugli aspetti più significativi di questa società che cambia. I contributi rappresentano una traccia per la costruzione di un pensiero collettivo, un nuovo discorso pubblico che mira a dare diritto di parola alla green society.