redazione il torinese

Ciao, Piemonte: la biblioteca Dionisotti finisce a Lugano

Di Pier Franco Quaglieni

Carlo Dionisotti  ( 1908 – 1998) è stato uno dei maggiori storici della Letteratura italiana del secolo scorso. C’è chi lo considera il Francesco de Sanctis del ‘900 e certamente i suoi libri sono dei  pilastri della storiografia letteraria,oltre che opera di raffinatissima erudizione filologica . È stato un piemontese di Romagnano Sesia  che è anche vissuto ed ha insegnato a Torino. Fu forse la vittima più illustre dei giochi accademici che non gli riconobbero i titoli per una cattedra in una università italiana. A Torino e a Roma aveva insegnato nelle scuole superiori, come capitò a Sapegno e a Momigliano che poi ebbero la cattedra universitaria. La mediocrità di Pastonchi non permetteva a studiosi come Carlo di emergere.

Dovette emigrare a Londra dove insegno’ per tanti anni al Bedford College.Fu una grande ingiustizia. In parte motivata da ragioni politiche che lo portarono ad essere un isolato in Italia. Gobettiano fin da giovanissimo , seppe vedere i limiti di Gobetti e l’evidente ossimoro della “Rivoluzione liberale “: i rivoluzionari sono quasi sempre illiberali ,mentre i liberali non sono per loro natura rivoluzionari ,ma riformisti. Antifascista per profonda convinzione, discepolo ideale di Benedetto Croce e della sua “Religione della libertà ” , milito’ nella Resistenza e nel partito d’azione di cui però vide e denuncio’ tutti gli errori e i limiti. Il giacobinismo non poteva trovare in lui consenso e tanto meno Carlo  poteva seguire molti  suoi amici  nella loro fuga  interessata verso il partito comunista.

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Dionisotti non poteva seguire Luigi Russo o Natalino Sapegno nel loro tentativo di coniugare insieme Croce e Gramsci. Lascio’ la casa editrice Einaudi  per dissensi con i marxisti Salinari e Muscetta . Dionisotti si allontanò da Croce per aprire nuove strade alla storiografia letteraria ,ancorandola alla geografia, come indica il suo titolo più importante: “Geografia e storia nella letteratura italiana “.  In tempi più recenti ,negli anni della contestazione, fu fermissimo nel condannare l’estremismo di sinistra che sfociò nel terrorismo, denunciando i cedimenti di uomini come Guido Quazza che vollero vedere nei contestatori i continuatori di una Resistenza tradita. Pur vivendo a Londra,fu consapevole di quanto accadeva in Italia e stette dalla stessa parte di Franco Venturi e di Aldo Garosci nell’ evidenziare costantemente  i pericoli antidemocratici  e illiberali insiti  nel ’68. Furono quegli uomini e maestri a far capire a me ,giovane universitario ,da che parte stare. Ogni anno durante le vacanze tornava nella vecchia casa di Romagnano Sesia ,a Torino e a Varigotti nella villa della famiglia della moglie, Marisa Pinna Pintor. La mia amica Jole Pinna Pintor ,donna intelligente e bizzarra, sua cognata, fece  spesso da tramite nel nostro rapporto .Ricordo le grandi cene di pesce alla” Muraglia “di Varigotti in cui il taciturno maestro si animava e parlava di tante storie italiane senza  filtri.

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La sua intransigenza morale  e il livello altissimo della sua cultura gli consentivano di parlare liberamente  di uomini e avvenimenti spesso  meschini che hanno purtroppo  costituito parte della storia intellettuale italiana . Mario Soldati che fu suo compagno di scuola, era uno dei  pochi con cui  Carlo era rimasto in contatto e partecipai ad alcuni incontri a Tellaro  nella villa di Mario  che restano davvero indimenticabili. Si vedeva cosa significasse lo sfavillio dell’intelligenza  supportata dalla cultura e dall’amore vero  per la libertà. Tra i professori, solo Bianca Montale e Raimondo Luraghi  si sono rivelati così lontani dalle convenienze accademiche come lo fu Dionisotti  .Invitato a Torino da Loris M. Marchetti, tenne anche una lectio  magistralis al centro “Pannunzio”  su Benedetto Croce. Lui la definì una “conferenzina” ,ma era molto di più. Il sindaco Zanone, su mia proposta ,gli conferì il Sigillo civico di benemerito della Città. Fu l’unico riconoscimento italiano che il grande studioso ebbe in Italia. Era davvero un isolato che metteva in imbarazzo i nuovi baronetti rossi che avevano conquistato una cattedra per meriti  più politici che scientifici. La  famiglia, alla  morte dì Dionisotti decise di donare la sua biblioteca (diecimila volumi) all’università del Piemonte  orientale  di Vercelli , un’istituzione che non mi ha mai  molto convinto anche per alcuni suoi docenti che  altrove, forse ,non avrebbero mai avuto una cattedra.

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Ovviamente Vercelli non è un’anomalia perché tante  città di provincia hanno avuto una sede universitaria per pressione degli enti locali, degli industriali, della politica e dello stesso mondo accademico e gli immeritevoli e i mediocri in cattedra ci sono purtroppo in ogni ateneo italiano e  non italiano . Sarebbe un discorso lungo che ci porterebbe ad analizzare il decadimento dell’istituzione universitaria, divenuta sempre più simile ad un liceo. Ebbene ,l’università di Vercelli non ha accolto, malgrado gli impegni precedentemente assunti, la donazione della famiglia Dionisotti perché avrebbe voluto spezzettare la biblioteca del maestro: una vera assurdità. Non ci risulta che la Regione Piemonte  abbia fatto un passo per difendere il  patrimonio librario  di un grande piemontese che pago’ in vita il non allineamento alle vulgate. Così  la biblioteca è finita a Lugano nella locale Università  accolta con tutti gli onori. Un’ultima offesa  da parte italiana e piemontese,  per l’esule Dionisotti che aveva seguito a Londra un altro illustre piemontese, controcorrente e dimenticato  , Giuseppe Baretti .  Anche la sua biblioteca ha trovato ospitalità all’estero. Come già era accaduto a due altri” irregolari” come Prezzolini e Flaiano. A Lugano trovavano rifugio in passato gli anarchici, oggi trovano  accoglienza  i lasciti di grandi italiani ,non riconosciuti in patria. Che tristezza !

Donna Allegra Agnelli Socio Onorario del Rotary Club Torino Lagrange

Il Rotary Club Torino Lagrange conferisce a Donna Allegra Agnelli l’onorificenza di Socio Onorario. La cerimonia di consegna del riconoscimento avverrà mercoledì 7 giugno 2017, nel corso di una cena di gala presso il Ristorante “Del Cambio” di Torino. Allegra Agnelli, Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Vice Presidente nazionale dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e Presidente del Royal Park i Roveri, si dedica da sempre ad attività filantropiche, prima tra tutte la lotta contro le malattie tumorali. Nel 2004 ha ricevuto la laurea honoris causa in medicina veterinaria, per l’intensa attività svolta a favore della tutela del benessere degli animali. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi l’ha premiata nello stesso anno con la Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica, in occasione della Giornata Mondiale della Sanità, e nel 2005 con il Premio della Pace. “Siamo onorati di conferire a Donna Allegra Agnelli questo importante riconoscimento – afferma Riccardo Ruscalla, Presidente del Rotary Club Torino Lagrange – per la dedizione e l’impegno pragmatico che da sempre caratterizzano il suo operato, messo in campo a favore delle diverse attività filantropiche, della ricerca sanitaria e della pace, e che rispecchiano a pieno i valori del Rotary.” Il Rotary Club Torino Lagrange è un Club dinamico e i suoi soci, con età media di 33 anni, si sono già distinti nelle rispettive professioni. Il Club si pone obiettivi importanti di service ed ha realizzato negli ultimi anni concrete attività a favore del territorio: è sponsor del Premio Nazionale Certamen, sostenuto anche da Oxford e Cambridge University, Unipol Assicurazioni e dal Ministero dell’Istruzione; ha sostenuto l’ampliamento del reparto di Neonatologia dell’Ospedale Sant’Anna di Torino; ha inoltre finanziato borse di studio per studenti meritevoli del Politecnico di Torino, nonché la prima borsa di studio su Torino con la Fondazione Mike Bongiorno. Per ulteriori informazioni: www.rotarytorinolagrange.it

“Forza Kelvin, siamo con te”. L’affetto dei compagni di classe

Un gesto di affetto e solidarietà. I compagni di classe del bimbo di sette anni ferito sabato sera in piazza San Carlo hanno scritto questo messaggio alle finestre della II B della scuola:  “Forza Kelvin, siamo con te”. L’istituto è la primaria Maria Montessori di Borgo San Pietro, frazione di Moncalieri, dove il piccolo studia e abita con la famiglia.

“Evanescenze liquide”

In occasione del bicentenario della Fondazione della Diocesi di Nicosia (Enna), Nadia Presotto presenta la sua  mostra personale “Evanescenze liquide” acquarelli e oli che ritraggono delicati e suggestivi angoli del Piemonte ed in particolare del Monferrato.

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Palazzo Riggio, Nicosia (Enna) dal 10  al 18 giugno 2017.

Orari 10-12,30 —– 16,30-20,30

Piazza San Carlo, l’intervento volontario della Croce Verde Torino

La Croce Verde Torino sente l’obbligo di relazionare autorità e cittadini in merito all’intervento volontario attuato nella notte del 3 giugno 2017, nella piazza San Carlo, gremita da cittadini che assistevano alla trasmissione della finale della Uefa Champions League fra la Juventus ed il Real Madrid.


L’assistenza sanitaria sul posto era stata affidata ad Associazione non aderente all’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), presente con quattro autoambulanze, implementate da P.M.A. (postazione medica avanzata composta da tenda presidiata da medico ed infermiere), con il supporto di venti volontari della Protezione Civile, istituzionalmente non adibiti all’assistenza sanitaria. Alle ore 22,30 circa, per ragioni da accertare, la folla occupante la piazza iniziava a muoversi scompostamente al fine di sottrarsi a potenziale pericolo poi rivelatosi inesistente, travolgendo persone e cose, prima fra tutte la postazione medica avanzata, con un fuggi-fuggi generale che provocava la caduta al suolo di numerosissime persone, molte delle quali vittime di fenomeni di schiacciamento e di ferite da taglio causate dai cocci delle bottiglie di vetro presenti nella piazza. Sul posto era presente volontario soccorritore della Croce Verde di Torino, nell’occasione adibito al coordinamento della Protezione Civile come Funzionario della Polizia Municipale, il quale si poneva immediatamente in contatto con il Direttore della Centrale operativa 118, con il Direttore dei Servizi della Croce Verde Torino e con il Delegato della Croce Rossa Italiana, segnalando la gravità della situazione e l’opportunità di attivare i protocolli previsti per le maxi emergenze 118. Nel frattempo personale volontario della Croce Verde Torino affluiva spontaneamente presso la sede di via Dorè, consentendo l’immediato invio sul posto di cinque autoambulanze nonché la prestazione di adeguato soccorso presso la sede stessa della Croce Verde Torino ad oltre cento feriti lievi, lì giunti con propri mezzi. In seguito, superate le prime difficoltà di liberare le vie di accesso ad entrambi i lati della piazza San Carlo, giungevano sul posto numerosissimi mezzi della Croce Verde Torino, di altre pubbliche assistenze Anpas e della Croce Rossa che, coordinati dal medico della postazione avanzata, effettuavano mirati servizi di ricovero degli infortunati.I dati in nostro possesso confermano il transito presso i vari ospedali di: 6 codici rossi; 35 gialli e circa 1.200 tra codici verdi e bianchi. Con la presente comunicazione s’intende fornire elementi di valutazione a chi di competenza e non già sollecitare riconoscimenti, rientrando l’opera prestata dai volontari nella loro istituzionale attività di soccorso ed assistenza socio-sanitaria.

 

 Torino, 5 giugno 2017

Paolo Romagnoli – Consigliere Croce Verde Torino Delegato alla comunicazione

(Foto di Claudio Benedetto – www.fotoegrafico.net)

Inchiesta per lesioni plurime. Appendino: “Stretta sugli abusivi”. Opposizioni all’attacco

Un procedimento penale per lesioni plurime e  anche per  possibili “omissioni” è stato aperto ufficialmente dalla procura di Torino, mentre la sindaca Chiara Appendino riferiva in Sala Rossa  sulla drammatica notte in piazza San Carlo: “Siamo rimasti profondamente colpiti – ha detto ai consiglieri –  non solo perché un momento di festa si è trasformato in terrore e sofferenza, ma perché la ragione, che in un primo momento era stata collegata ad atti scellerati di pochi incoscienti perpetrati in un clima di incertezza globale, ora resta ancora ignota”. Poi la sindaca affronta il tema dei venditori abusivi che, a causa dei cocci delle bottiglie da loro vendute in piazza, sono stati la causa principale di tanti feriti. Un problema, dice la prima cittadina  che deve “essere affrontato soltanto con ulteriori azioni di prevenzione e repressione, che devono essere condivise da tutte le forze dell’ordine”. Intanto scoppia la polemica politica. “E’ necessario chiarire tanti aspetti ancora oscuri: il diffuso abusivismo di bevande fin dal mattino, l’assenza di un’ordinanza di divieto del vetro, aspetti di pubblica sicurezza e il ruolo della polizia municipale”. Lo dichiarano i segretari regionale e provinciale del Partito democratico, Davide Gariglio e Fabrizio Morri, al termine di una riunione avvenuta con i parlamentari piemontesi presso la sede del PD in via Masserano a Torino. “Quello accaduto in Piazza San Carlo – continuano – è una pagina drammatica per Torino, resa possibile da una somma di errori gravissimi. Le responsabilità della sindaca Appendino sono evidenti: a partire dalle sue deleghe, sia quella alla polizia municipale e sicurezza sia quella ai grandi eventi. La Sindaca – rimarcano – avrebbe potuto invocare i nuovi poteri che il decreto Minniti prevede sulla sicurezza urbana, sarebbe bastato porre la priorità al Comitato per l’ordine e la sicurezza che la stessa Sindaca presiede insieme al Prefetto di Torino”. Secondo Piero Fassino, predecessore della Appendino: “la gestione della piazza per la finale Champions è stata affrontata con superficialità, richiamandosi solo all’ordinarietà, quando invece erano necessarie misure straordinarie”. “Ciò che è successo dimostra che Sindaco, Questore e Prefetto non sono in grado di fare il proprio mestiere”, sostiene invece il leader leghista Matteo Salvini ai microfoni di Radio Cusano Campus. Per il capogruppo di Forza Italia, Osvaldo Napoli “bisognerà attendere gli sviluppi della vicenda giudiziaria per trarre le giuste conclusioni”. In un post su Facebook la sindaca ha poi scritto:voglio ancora una volta esprimere a nome mio e della Città di Torino tutta la vicinanza ai feriti, in particolare ai più gravi ancora in ospedale. E, ovviamente, un profondo ringraziamento a tutte le forze dell’ordine, al personale sanitario, ai taxisti, agli autisti GTT e a tutti i cittadini che hanno dato supporto per affrontare l’emergenza. La Questura è al lavoro per determinare l’esatta dinamica dell’accaduto”

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(foto: il Torinese)

PIAZZA SAN CARLO, PD: “ANCORA ASPETTI OSCURI, APPENDINO EVIDENTI RESPONSABILITA'”

“E’ necessario chiarire tanti aspetti ancora oscuri: il diffuso abusivismo di bevande fin dal mattino, l’assenza di un’ordinanza di divieto del vetro, aspetti di pubblica sicurezza e il ruolo della polizia municipale”. Lo dichiarano i segretari regionale e provinciale del Partito democratico, Davide Gariglio e Fabrizio Morri, al termine di una riunione avvenuta con i parlamentari piemontesi presso la sede del PD in via Masserano a Torino. “Quello accaduto in Piazza San Carlo – continuano – è una pagina drammatica per Torino, resa possibile da una somma di errori gravissimi. Le responsabilità della sindaca Chiara Appendino sono evidenti: a partire dalle sue deleghe, sia quella alla polizia municipale e sicurezza sia quella ai grandi eventi. La Sindaca – rimarcano – avrebbe potuto invocare i nuovi poteri che il decreto Minniti prevede sulla sicurezza urbana, sarebbe bastato porre la priorità al Comitato per l’ordine e la sicurezza che la stessa Sindaca presiede insieme al Prefetto di Torino. Riempire una piazza di persone – sottolineano – senza vietare la vendita di bottiglie di vetro, indirizzando le persone verso un solo maxischermo, non come nel 2015 che erano due, e senza prevede adeguate vie di fuga hanno rappresentato le condizioni peggiori per creare una situazione drammatica. Fare copia incolla di delibere del 2015, senza una dovuta valutazione delle circostanze attuali, non assolve l’amministrazione attuale anzi la rende ancora più colpevole. Amministrare – rimarcano – vuol dire assumersi le responsabilità, soprattutto nei momenti difficili; invece, in questa situazione, l’amministrazione si è più preoccupata di trovare qualcuno su cui scaricare la colpa. Un Sindaco è il primo cittadino sempre e non solo per le inaugurazioni. A poche ore dalla peggiore pagina degli eventi pubblici a Torino, continueremo a chiedere chiarezza a tutti i livelli istituzionali dove siamo presenti; lo dobbiamo – concludono i segretari e i parlamentari dem – a chi sta lottando in condizioni critiche negli ospedali torinesi e alle tantissime persone testimoni di una serata che nessuno potrà più dimenticare”.

5 giugno, Arma dei Carabinieri in festa alla caserma Cernaia

5 giugno, Carabinieri in festa, a Torino, città che diede i natali all’Arma nel 1814,  per il 203esimo anniversario della fondazione dell’Arma. La cerimonia, data la pioggia battente, si è svolta nella palestra della caserma Cernaia. Presente il gen. Mariano Mossa, comandante della Legione carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta, che ha consegnato alcuni dei 190 encomi e dei 100 elogi di cui i militari sono stati insigniti per la loro attività. Alla Cernaia anche il comandante provinciale dei carabinieri di Torino, colonnello Emanuele De Santis, la sindaca Chiara Appendino,  il prefetto Renato Saccone, il questore Angelo Sanna, il procuratore generale Francesco Saluzzo e il procuratore Armando Spataro.

 

(foto: il Torinese)

I giovani vincitori del progetto di storia contemporanea

“La nostra regione, oltre a essere stata la prima in Italia a stabilire, con un’apposita e specifica  legge – quarantuno anni fa, nel 1976 –  l’istituzione di un comitato per la difesa e l’affermazione dei valori della Resistenza e della Costituzione, è stata anche tra le prime realtà a promuovere progetti di studio sulla storia contemporanea, coinvolgendo – a partire dal 1981-  oltre 42 mila studenti e 1.600 insegnanti, organizzando centinaia di viaggi nei luoghi della memoria. Continuiamo a proporre questi viaggi affinché anche le giovani generazioni possano condividere e tenere vivi i valori che sono alla base della nostra democrazia e della nostra Costituzione. Un ringraziamento particolare va agli istituti storici piemontesi per l’importante lavoro svolto e anche ai tanti insegnanti che hanno supportato l’iniziativa testimoniando un reale esempio di buona scuola”.Così ha affermato il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti  aprendo, nell’Aula di Palazzo Lascaris, la cerimonia di premiazione della 36esima edizione del progetto di storia contemporanea, indetto dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale.

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A essere premiati sono stati 125 ragazzi, appartenenti a 20 istituti scolastici e 5 centri di formazione delle diverse province piemontesi e in particolare agli istituti: Gobetti di Omegna, Fauser, Bellini-Nervi e Carlo Alberto di Novara, D’Adda di Varallo, Cavour-Lanino e Lagrangia di Vercelli, Afp di Dronero, Grandis di Cuneo, Vallauri di Fossano, Foscolo, Vercelli e Casa di carità di Asti, Afp colline astigiane di Agliano, Balbo di Casale, Galilei di Alessandria, Darwin-Scafidi di Sangano, Porporato di Pinerolo, Grassi, Cavour e Bodoni-Paravia di Torino, Pininfarina di Moncalieri, Faccio di Castellamonte, Enaip di Domodossola e Addestramento edile di Cuneo. Gli elaborati scelti, non solo testi scritti ma anche multimediali, sono stati selezionati sulla base di una graduatoria redatta dalla commissione di valutazione composta da membri degli Istituti storici della Resistenza piemontesi.Gli argomenti delle tre tracce sviluppate in questa edizione del progetto sono stati il razzismo e la violenza del colonialismo fascista a ottant’anni dalla proclamazione dell’Impero italiano d’Etiopia (scelta dal 45% dei partecipanti), i nuovi assetti europei nel XX secolo (indicata dal 15% degli studenti) e i temi legati a lavoro, ambiente e sicurezza dal dopoguerra a oggi (preferita dal 40% dei partecipanti).La premiazione di oggi fa seguito ai tre viaggi studio nei luoghi della memoria che quest’anno hanno avuto come mete Trieste, sul confine orientale italiano, il lager austriaco di Mauthausen e quello polacco di Auschwitz-Birkenau, il luogo simbolo della Shoah, tragico emblema concentrazionario nazista.

Presso Amiat alcuni oggetti non di valore persi in piazza San Carlo

Sono disponibili presso la sede Amiat di Via Giordano Bruno 25 gli oggetti personali non di valore recuperati in piazza San Carlo a seguito delle operazioni di pulizia dopo i fatti avvenuti durante la proiezione della partita di calcio tra Juventus e Real Madrid. Da oggi e fino a venerdì 9 giugno chi avesse perduto oggetti personali non di valore (es. indumenti, scarpe, zainetti, ..) può recarsi in Via Giordano Bruno 25 in orario 8-18 presso la portineria. Sono esclusi tutti gli oggetti di valore e/o documenti, che invece sono stati consegnati in altri siti (per l’elenco consultare il sito web della Città di Torino http://www.comune.torino.it/).

(foto: il Torinese)