redazione il torinese

Una commedia all’italiana tinta di noir: l’amore criminale di Ballerini-Pan

pan-balleriniCorreva l’anno 1972. Erano gli anni dell’amore libero, della spregiudicatezza, della libertà. Torino in quel periodo cominciava ad essere poliedrica: da un lato i signorotti borghesi con molte ricchezze e che ostentavano “il giusto”, dall’altro gli operai che da ostentare avevano il posto fisso, dall’ altro ancora gli “anticonvenzionali” che ostentavano i propri diritti e, infine, i criminali, ladruncoli e spacciatori che non avevano niente, ma ostentavano tutto. Troppo. In quello specifico anno, precisamente il primo giorno d’estate, una bella ragazza di poco più di vent’anni, lancia un allarme, dando così inizio ad uno dei casi giudiziari più tragicomici mai esistiti in Italia.

ballerin-portici

Lei si chiama Franca Ballerini, si trova in montagna insieme alla madre e alla figlioletta. Cerca di contattare invano il marito, un commerciante di mobili di ventotto anni di nome Fulvio, rimasto a Torino, nella loro villetta alla Pellerina. La donna, allarmata, contatta il suocero, ma anche lui non aveva nessuna notizia del figlio. Rientrata in città e notando che in casa mancava la valigia e qualche vestito, la donna si convince che il marito l’abbia abbandonata scappando con l’amante.

***

Che stranezza, un comportamento del tutto inaspettato dalla famiglia dello scomparso:” lui, cosi innamorato della moglie, così ligio ai suoi doveri, così stacanovista”. Passano i mesi, Franca, non molto disperata per quell’assenza, si da alla bella vita. Spende soldi, esce spesso, frequenta uomini. In questo frangente entra in scena un altro personaggio, il padre di Fulvio. L’uomo non è molto incline a credere alla versione della giovane nuora; ha sempre avuto il sospetto che lei avesse sposato il figlio solo per avere una sicurezza economica, ma che non lo amasse sul serio. Mosso da questa forte motivazione l’uomo si improvvisa Sherlock Holmes e comincia in maniera autonoma e un po’ grossolana ad investigare. Scoprirà, tra inseguimenti vari ed interrogatori improvvisati, che Franca frequenta un uomo, un certo Paolo Pan, malvivente che traffica in auto rubate e capo di una piccola banda del quartiere, e che questa relazione dura da tempo, ancor prima della scomparsa di Fulvio. Inoltre, proprio in concomitanza conballerini-pan-mole queste sue indagini private, arriva improvvisamente una telefonata anonima di una donna che dice che Fulvio sta bene, ma non vuole essere cercato. I tasselli del puzzle cominciano pian piano ad intersecarsi, ad acquisire una forma, ad avere un senso. Qualche giorno dopo l’improvvisa scomparsa, infatti, l’auto e la moto del figlio erano magicamente sparite ed il fatto che l’amante della nuora commerciasse proprio in quel “settore” conduce l’uomo nel baratro dei sospetti più oscuri. Di lì a poco, Paolo Pan sarà fermato alla frontiera per aver mostrato un documento falso e insieme a lui, in auto, oltre a esserci un borsone pieno di soldi rubati ci sarà pure la bella Franca. Questo episodio condurrà l’ impavido papà a recarsi dai Carabinieri. Siamo nei primi giorni del 1973. Si apre un’indagine, ma gli elementi per procedere sono davvero irrisori fin quando, però, undici mesi dopo, arriva alle forze dell’Ordine una testimonianza inaspettata.

***

Un corniciaio torinese avverte i Carabinieri che un delinquentello un po’ sbruffone gli aveva confidato di aver aiutato suo fratello e la fidanzata di quest’ultimo ad uccidere il marito di lei e ad occultare il cadavere. Il nome di quest’uomo, dalla lingua lunga e dalla poca furbizia, è: Tarcisio Pan. Complice qualche bicchiere di vino di troppo e un registratore nascosto, Tarcisio fornirà non solo la versionecarabinieri-pan definitiva (almeno per la fase delle indagini) di quella tragica giornata di inizio estate, ma svelerà anche il luogo dove il cadavere è nascosto. Da qui in poi avrà inizio la fase processuale, contraddistinta da accuse reciproche, smentite, colpi di scena. In prima grado Franca Ballerini e Paolo Pan verranno entrambi condannati all’ ergastolo, in secondo grado tale condanna verrà confermata solo per l’uomo, mentre la donna verrà scagionata del tutto. Ma in Cassazione le carte si rimescoleranno e l’accusa proporrà nuovamente l’ergastolo anche per la Ballerini, che però ne uscirà vincitrice con la piena assoluzione. L’unico colpevole, in ultimo grado resterà solo Paolo, graziato dal Presidente Scalfaro dopo soli 22 anni di carcere. Fin qui si è voluta fornire una spiegazione dettagliata degli eventi per permettere al lettore di avere un quadro esaustivo di ciò che è accaduto, ma la cosa che personalmente mi preme mettere in luce è il modo in cui l’ amore criminale si manifesti nella sua semplicità e banalità, lontano dagli aspetti romanzati che spesso adornano e idealizzano quel legame. Paolo e Franca, due personalità ben distante, ma simili. Entrambi narcisisti, amanti del bello, entrambi privi di moralità e giudizio. Due persone estremamente pianificatrici. La cronaca li ha definiti gli “amanti diabolici”, io preferisco chiamarli “gli amanti vuoti”. Nei dieci anni di processo l’amore non è mai stato un tema rilevante, eppure ci si riferiva a loro con il termine amanti. Beh si, rapporti intimi li avevano; tra l’altro uno dei colpi di scena più eclatanti si è verificato in aula di tribunale quando la bella Franca ha rivelato al mondo, e di conseguenza anche ai disperati e sconvolti ex suoceri, che la figlioletta di due anni di Fulvio, era in realtà la figlia di Paolo. Gesto privo di morale e completamente strumentale perché nasconde il desiderio di mettersi in torino-bn-castellomostra e di creare un’aura idilliaca ad un rapporto che di idilliaco non aveva niente, nonché totalmente incurante del benessere della figlia, la cui paternità (mai confermata durante il processo perché all’epoca non esisteva ancora l’esame de DNA) era improvvisamente caduta nelle mani di un ergastolano. Gli amori criminali, nel 90% dei casi sono così. Vuoti. Quello che si confonde per amore è il bisogno di sentirsi parte di qualcosa, di spingersi oltre un limite, ma quando quel limite viene raggiunto si decade inevitabilmente. Perché viene a mancare il senso. Così cominciano le accuse l’uno nei confronti dell’altro, diventa necessario salvarsi e salvaguardarsi. Bonnie e Clayde rabbrividirebbero di fronte a tanta vacuità. Perché il narcisismo non si sposa bene con l’ amore se non con quello verso se stessi. Bonnie e Clayde condividevano, progettavano, avevano degli obiettivi comuni. Franca e Paolo si facevano compagnia, erano ognuno il capriccio dell’altro. E come ogni capriccio, prima o poi si esaurisce. Ma cosa avviene nella mente di così forte, tanto da far sembrare convincente e giustificata l’idea di compiere un omicidio? La cronaca ci fornisce numerosi esempi, che non sto qui ad elencare, di coppie che uccidono insieme. Perché non scegliere di lanciarsi con il paracadute o di svolgere qualsiasi sport estremo? Perché il limite da raggiungere deve essere Torino vecchia“uccidere”? Ogni coppia basa la propria esistenza su un tacito accordo: ” ci sta bene che sia così”; il così lo scelgono i tratti della personalità e le sfumature, più o meno patologiche, delle due parti in gioco. La coppia criminale trova, nella maggioranza dei casi, il suo incastro perfetto nel ” riempimento” del vuoto interiore, nei sentimenti di rivalsa e nel desiderio di appagare un costante stato di insoddisfazione. In questi casi, la reciprocità non sta nel desiderare il benessere dell’altro, ma nel constatare l’utilità dell’altro. Paolo e Franca non si sono mai amati, ma si erano utili. Uccidere era necessario perché utile. Due genitori affranti dal dolore e morti senza avere giustizia per il proprio figlio, un uomo graziato che verrà beccato in Sud America con un grande quantitativo di droga ed espatriato in Italia per essere nuovamente chiuso in carcere, una bella signora che sceglierà di vivere lontana dai riflettori, più per grande capacità di calcolo che per ritrovata integrità morale e una bambina, ormai donna, senza un padre. Questo è ciò che rimane di un amore criminale. Il vuoto.

Teresa De Magistris

Il programma di MiTo è online

E’ possibile consultare il programma 2017 dell’XI edizione del Festival Internazionale della Musica MITO SettembreMusica. I programmi cartacei sono inoltre in distribuzione a Torino e a Milano nei consueti punti informativi. Il Festival raddoppia gli appuntamenti in piazza, a Milano e a Torino, con l’Open Singing e l’esecuzione della Nona di Beethoven. Confermati i concerti gratuiti, gli appuntamenti dedicati ai più piccoli e le introduzioni all’ascolto. Tra i direttori Semyon Bychkov, Riccardo Chailly, Mikko Franck, Gianandrea Noseda e Daniele Rustioni. Tra i solisti Gauthier Capuçon, Julian Rachlin, Ian Bostridge, Jean-Yves Thibaudet, Lilya Zilberstein, Gabriela Montero, Truls Mørk e Salvatore Accardo. Tra le orchestre, la Gustav Mahler Jugendorchester, protagonista dei concerti inaugurali, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino e l’Orchestra Filarmonica della Scala.

http://www.mitosettembremusica.it/it/news/festival.html

Bilancio Cidiu servizi

E’ stato approvato il bilancio consuntivo 2016 di CIDIU Servizi spa.CIDIU Servizi spa appartiene al Gruppo CIDIU spa (società partecipata dai comuni dell’area ovest di Torino che si estendono da Venaria alla Val Sangone), alla cui direzione e coordinamento è soggetta.Svolge il servizio di igiene urbana nel territorio dei 17 comuni soci del Gruppo CIDIU, oltre a possedere e gestire l’area impiantistica di Druento, nella quale si produce un compost denominato Zolla Amica, ottenuto da fanghi di depurazione civili, da sfalci e residui di potatura, si selezionano alcuni materiali provenienti dalla raccolta differenziata, e, dal gennaio 2016, è attiva una discarica per rifiuti speciali non pericolosi, la cui gestione ha fornito un significativo contributo ai risultati economici della società.I dipendenti a tempo indeterminato sono 346, a cui si aggiungono mediamente 24 dipendenti a tempo determinato per garantire la continuità e regolarità del servizio in tutti i mesi dell’anno. I mezzi operativi utilizzati per effettuare il servizio sono 184; di questi il 18% sono veicoli elettrici.La società nel 2016 ha realizzato un utile netto di 921.061 euro a fronte di un valore della produzione per 37.929.516 euro.Il bilancio evidenzia altresì una riduzione dell’indebitamento della società ed un aumento dei fondi per rischi e oneri futuri e per le riserve, nonché un aumento della liquidità. Il costo del lavoro, nonostante nel corso dell’anno sia intervenuto un rinnovo contrattuale nazionale con un aumento salariale, si è ridotto rispetto al 2015. L’utile della società è stato destinato per 300.000 euro a dividendo per il socio unico CIDIU spa, mentre 621.000 euro sono stati destinati a riserva legale e straordinaria. Con questa operazione di patrimonializzazione dell’utile sarà possibile, fin dall’anno in corso e per buona parte in autofinanziamento, effettuare notevoli investimenti per il rinnovo del parco mezzi, volti anche alla riduzione dell’impatto ambientale del servizio, e per il potenziamento e il rilancio delle attività dell’area impiantistica di Druento. La società ha ottenuto nel corso del 2016 dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato il Rating di legalità con il punteggio di 2 stellette e un “+”; il rating di legalità è uno strumento che promuove l’introduzione di principi etici in ambito aziendale e la corretta gestione del business.

Massimo Iaretti

 

“Di Freisa in Freisa” tra le colline torinesi

Il 17-18 giugno a Chieri 8^ edizione con un programma “pop” 

 

Conto alla rovescia ormai iniziato per il weekend Di Freisa in Freisa: il 17 e 18 giugno nel centro storico di Chieri, fra le colline di Torino, prenderà il via l’8^ edizione di un evento che, quest’anno, si preannuncia ancora più “pop”, per festeggiare i cinque secoli di un vino che non è mai stato così giovane!

È del 1517, infatti, la bolla doganale che cita per la prima volta una delle denominazioni piemontesi più eclettiche (*pro qualibet carrata fresearorum solidum unum, denarios sex), dando il via alla storia di un vitigno versatile e con geni decisamente nobili, che recenti studi del CNR indicano come diretto discendente del celebre Nebbiolo. Insomma: un vitigno, mille volti. E saranno proprio le innumerevoli sfumature del Freisa ad andare in scena, a metà giugno, nella città che ne è la culla, con un intenso weekend di laboratori, degustazioni e contaminazioni che vedranno il vino duettare con la musica, la letteratura e, naturalmente, con i prodotti d’eccellenza dell’enogastronomia locale.

 

Protagoniste assolute le cinque Doc del Piemonte: Freisa di Chieri, Freisa d’Asti, Monferrato Freisa, Langhe Freisa e Colli Tortonesi Freisa. Sarà possibile degustarle andando letteralmente di Freisa in Freisa per le vie del centro storico di Chieri, passeggiando lungo l’Enoteca itinerante che proporrà una selezione delle migliori etichette (il costo del coupon che dà diritto a 4 assaggi è di euro 8 europiù 2 euro di cauzione per il calice). 

 

L’inaugurazione ufficiale è in programma sabato 17 giugno alle ore 12, con un’anteprima già venerdì pomeriggio, quando alle 18, in occasione dell’incontro a Chieri delle Città del Piemonte di Terra Madre, Carlo Petrini riceverà nel Cortile del Municipio la cittadinanza onoraria della città capitale del Freisa. Sempre venerdì pomeriggio, Piazza Cavour si trasformerà nella Piazza del Gusto che, per l’intero weekend, ospiterà i prodotti d’eccellenza dei Maestri del Gusto di Torino e piatti tipici regionali da tutta Italia, oltre a laboratori di panificazione sui tradizionali grissini Rubatà e sulla Focaccia dolce di Chieri, aperti sia ai bambini che agli adulti.

In Piazza Umberto I sarà invece allestita la “Freisa Lounge”, che accoglierà i numerosi workshop aperti al pubblico. A partire dalle 14, sabato si parlerà di riscatto degli autoctoni e piccole Doc, ma anche di terroir ed effervescenza, legami tra fotografia e vino, abbinamenti e mix, come quello che vedrà la storia del Freisa e del Vermouth “miscelate” in un’edizione speciale della Martini Bar AcademyDomenica spazio al racconto delle più belle storie sul Freisadegustazioni alla cieca e momenti di approfondimento che affronteranno temi di attualità, come le intolleranze alimentari nel mondo del vino. Per partecipare ai workshop è consigliata la prenotazione (online attraverso il link https://freisalounge.eventbrite.com, oppure sul posto presso le casse di vendita dei carnet degustazione). 

.

Non mancheranno, poi, le contaminazioni artistiche.

Domenica, alle ore 11, la Freisa Lounge ospiterà “Foodscape” di Patrizia Piga, artista internazionale vincitrice recentemente a Londra del Fine Art Photography Awards e del One Eyeland Photography Awards in India, che presenterà un’opera inedita realizzata in occasione del 500° anniversario del Freisa.

Alle ore 18 verrà premiato il contest fotografico e svelata l’opera di Bodypainting dedicata al Freisa, realizzata dagli artisti della GV Professional Make Up Academy.

Per l’intero weekend, lungo via Vittorio Emanuele II sarà possibile ammirare la Mostra “I Colori della nostra Terra”, curata dall’Unione Artisti Chierese e dal Circolo degli Artisti di Torino.

 

Contaminazioni artistiche e musicali, come quelle che durante le giornate della manifestazione porteranno la “Musica on the wine’s road” del centro storico di Chieri, grazie agli allievi del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino. Sabato sera, alle ore 21, in scena il “Freisa sound” con il concerto del Quintetto di Ottoni Pentabrass del Teatro Regio di Torino accompagnato da “spiriti” di Freisa e a seguire, alle ore 22, “Freisa on the rocks: I giardini del Vermouth”, in un mix tra erbe, piante aromatiche, vermouth, Freisa, ghiaccio e grande sound. Domenica, invece, sempre la Freisa Lounge ospiterà, alle ore 20, l’incontro “Sconfinando tra vino, racconti e musica”reading musicale dedicato a Carmelo Bertagna con Giorgio Conte e Paolo Massobrio, che si concluderà con il brindisi finale dell’8^ edizione di Freisa in Freisa.

L’intero weekend sarà una grande festa, con negozi aperti e l’occasione per andare alla scoperta della città delle Cento Torri e delle sue colline. Dai monumenti cittadini al Museo del Tessile, fino al Museo di Storia dell’Enologia di Casa Martini e, qualche chilometro più in là, il Museo del Gesso di Moncucco Torinese. 
Sabato alle ore 17 appuntamento con “L’ora dell’Aperitivo”, una passeggiata guidata nel centro storico di Chieri immersa nelle atmosfere di Freisa in Freisa, con degustazioni pensate anche per coloro che sono intolleranti al glutine (per informazioni e prenotazioni: chieri@coopitur.com – 011.9428440).
 
40 ristoranti ed enoteche locali proporranno menu a tema, mentre sette cantine a cavallo tra le colline chieresi e astigiane apriranno le porte ai visitatori (Rubatto, Balbiano, Il Girapoggio, La Borgarella, Terra dei Santi, Cascina Gilli e Rossotto). Sarà inoltre possibile visitare il vigneto sperimentale dell’Università di Torino, presso il centro Bonafous di Strada Pecetto (domenica alle ore 10 – necessaria prenotazione via mail: cantina.sperimentale@unito.it
Durante le giornate della manifestazione si potrà richiedere anche lo speciale annullo filatelico di Poste Italiane dedicato al cinquecentenario del Freisa.
Per arricchire il calendario Di Freisa in Freisa quest’anno il programma prevede anche quattro appuntamenti off. Dopo il primo incontro dedicato alla mixology lo scorso 30 maggio da Affini, domani 6 giugno il Freisa incontrerà l’alta cucina di Villa Somis. Il 12 giugno Casa Martini ospiterà un evento riservato a giornalisti e blogger, mentre il 27 giugno il Freisa incontrerà la cucina sperimentale del giovane chef del Geranio di Chieri, Christian Mandura.
Oggi il Freisa è coltivato quasi esclusivamente in Piemonte, dove interessa una superficie di 854 ettari, quasi il 2% dell’area vitata regionale. I vigneti si estendono dalle colline a sud di Torino, che vanno da Chieri ad Asti, al Casalese alessandrino e in piccole aree della Langa Cuneese, nel Tortonese, nel Pinerolese, Canavese e nei Colli Novaresi. Un vitigno autoctono e poliedrico, le cui uve rosse si prestano a stili di vinificazione profondamente diversi, dando vita a vini frizzanti, secchi, dolci, giovani, ma anche adatti a invecchiare.
Di Freisa in Freisa è organizzato dal Comune di Chieri (To) in collaborazione con il Consorzio del Freisa di Chieri e il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, con il supporto di Totem per la parte tecnico-logistica e la segreteria organizzativa. L’evento ha ricevuto il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Regione Piemonte, Città metropolitana di Torino e MAB – Riserva Collina Po, oltre al supporto del Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale, di Camera di commercio di TorinoPiemonte Land of PerfectionCna e Traces Global R&D. Tra i partner istituzionali anche l’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di TorinoTurismo Torino e Provincia, l’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’AlbaStrada Reale dei Vini Torinesi, Strade di Colori e Sapori e Slow Wine.

Teatro Garabato, il faro dell’arte che illumina Barriera di Milano

garab2Una creazione collettiva che ha avuto origine da Roque Fucci, artista e artigiano di origine argentina, e Andrès Aguirre, attore e regista messicano. Il Teatro Garabato o Piccolo Piccolo nasce dalla collaborazione tra un numero imprecisato di artisti e persone del quartiere che hanno voluto regalare una perla a Barriera di Milano. Una stanza con un piccolo palco, diverse sedie, tutte regalate dalla gente che vive in questa zona della città, un piccolo soppalco dove si siede il regista a dirigere l’opera. Dietro al palco c’è una zona dedicata al laboratorio di ceramica di Roque, una Wunderkammer piena di piatti, vasi e altri oggetti che sembrano vitali nella perfetta imperfezione del fatto a mano. Su una parete sono esposte una serie di fotografie che stanno a rappresentare una specie di rito. Ogni volta che viene messo in scena uno spettacolo, una fotografia, firmata e datata dall’artista di turno, immortala l’evento.

***

“L’idea è quella di esporle nel bar qui a fianco, come se fosse il nostro foyer”, dice Nella Caffaratti, una delle artiste che fa parte del collettivo e si occupa di arte visuale.Come spesso accade con le belle garab1idee, il Garabato nasce per caso. Racconta Roque: “Andrès doveva preparare uno spettacolo e aveva bisogno di un posto in cui fare le prove. Io gli ho proposto di venire da me, nella stanza adiacente al mio laboratorio. Lui ha messo due stracci neri, uno per lato. E quando sono entrato in quella stanza e l’ho visto provare non avevo dubbi: quello era proprio un teatro”. Tutte le cose che si trovano qui sono recuperate e ognuno ha una storia. Chi vuole sostenere il teatro può donare un oggetto e ricevere in cambio la mappa di questo luogo che ne racconta la storia, un modo per partecipare a un’opera di creazione artistica collettiva.

***

garab3Al Garabato tutto è sperimentazione di livello e contaminazione di diverse discipline. Un luogo così intimo in cui è concesso inventare e reinventarsi, senza la pressione del rendere, di fare il tutto esaurito. Un luogo come contenitore di attività che di solito non entrano in teatro. Qui si possono trovare performance di artisti torinesi importanti che vogliono mettersi in gioco, reinventandosi ogni volta con regole diverse. Mettere in scena un disegno e operazioni di poesia collettiva sono solo alcune delle attività che sono state proposte in questo spazio. Maria Abbrescia, poetessa torinese, ricorda che le mura non sono un limite: “Usciamo dal teatro per riprendere contatto con il territorio. Abbiamo preso possesso di Piazza Bottesini organizzando un presidio artistico fatto di giochi, disegno, poesia”. Perché il Garabato è più un laboratorio di idee che un teatro e può diventare il faro dell’arte che illumina Barriera. Quanto al nome, sì, è una citazione al famoso Piccolo di Milano, come se fosse un augurio per il futuro.

 

Elisa Speroni

Equitazione: primo posto per il “nostro” Pellegrino

Il torinese vince la gara più importante all’internazionale di Sanremo
Dopo aver ascoltato tanti inni stranieri, ecco finalmente risuonare quello di Mameli, a Sanremo, grazie al torinese Marco Pellegrino (nella foto) che ha vinto la gara più importante della seconda giornata del Concorso internazionale di equitazione. Nella 140, in sella a Vick du Croisy, cavallo italiano di soli 8 anni, ha preceduto la francese Mario Trosset, il tedesco Marcel Wolf, lo spagnolo Manuel Pinto. Trentotto i partecipanti. Pellegrino è alla dodicesima consecutiva partecipazione alla kermesse matuziana. <Venivo – racconta – con Ignaçe Philips, mio istruttore. Poi mi sono messo… in proprio. A Sanremo torno perché qui si sta davvero bene. Campo magnifico, concorso molto bene organizzato, concorrenti tranquilli e contenti>. Marco monta al Castello di Ternavasso (frazione di Poirino in provincia di Torino). Il suo successo, precedendo tanti quotati stranieri professionisti, vale molto di più dell’apparenza perché Pellegrino nella vita di tutti giorni lavora nella sanità integrativa. <Ma prima di andare a lavorare – dice – monto due ore e mezza tutti  giorni. Certo, è un sacrificio. Mi devo alzare alle 6 e partire da corso Vittorio,a Torino, dove vivo, per raggiungere Ternavasso. Ma è la mia passione e per il momento riesco a conciliare cavalli e lavoro>. Juventino, è anche appassionato di sci e viaggi. Quest’anno ha ottenuto un secondo posto ad Arezzo, è risultato il migliore italiano al concorso di Busto Arsizio e ha pure vinto nel Toscana Tour. In passato, per restare a sanremo, aveva ottenuto un secondo posto nel Derby dei Fiori e pure vinto, ma nelle categorie Giovani Cavalli. Cavalli che ora, pur avendo solo 8 anni, gli stanno già dando grandi soddisfazioni. <Ne ho tre di quell’età – dice – e spero proprio di poter continuare a lungo con loro>. E, ovviamente, vincere. Il futuro immediato è però a Sanremo dove domani tenterà un difficilissimo bis nel Gran Premio (24 mila euro in palio). Molto agguerrita a concorrenza. Al concorso sanremese sono in lizza cavalieri provenienti da 19 diversi stati.

Cuneo al centro sinistra, ballottaggi ad Asti ed Alessandria. Sconfitta pentastellata

Tra 15 giorni il secondo turno 
Come nel resto d’Italia, anche in Piemonte il dato politico forse più significativo in questo voto di giugno e’ l’arretramento del M5S, che non riesce ad andare ai ballottaggi. A Cuneo il centrosinistra con il candidato Federico Borgna vince al primo turno con  il 60,5 per cento. L’ex sindaco Beppe Menardi e’ secondo con il 13,7. Rita Rossa, sindaca uscente di Alessandria  va al ballottaggio tra 15 giorni con Gianfranco Cuttica di Revigliasco  del  centrodestra.  Ad Asti, terzo capoluogo di provincia in cui si e’ votato, Maurizio Rasero del centrodestra  e’ stato a un passo dall’elezione al primo turno con il 47,1 per cento, contro la sfidante, la consigliera regionale Pd Angela Motta che ha ottenuto  il 15,9 per cento dei consensi. I candidati grillini sono andati male un po’ ovunque, mentre scende l’affluenza al voto: e’ stata del del 61,8% in Piemonte, alla precedente tornata era del 70,4.

TAV, ENTRO LUGLIO UN CONSIGLIO COMUNALE APERTO

La Conferenza dei capigruppo di palazzo Civico ha raggiunto un accordo tra la Maggioranza e alcuni gruppi di Opposizione, che ha dato il via libera allo svolgimento di un Consiglio comunale aperto sul tema dell’Alta Velocità nel tratto ferroviario Torino – Lione.  La seduta del Consiglio comunale aperto si svolgerà entro la fine di luglio.

La sindaca: “Il rimpasto a Palazzo Civico non c’entra con i fatti di piazza San Carlo”

“Ora la squadra e’ pronta ad assumersi nuove responsabilità”
La sindaca giura che “il rimpasto di giunta non c’entra proprio nulla con piazza San Carlo, da nessun punto di vista”. Sarà, ma l’annuncio di  Chiara Appendino, che attraverso un post su Facebook ha comunicato  gli aggiustamenti della squadra di Giunta a sette giorni dalla drammatica serata di Chanpions ha fatto pensare a molti che l’assessora Giannuzzi, “defenestrata”, sia stata presa come capro espiatorio  poiché, in qualità di (ex) assessore all’ambiente non avrebbe fatto ripulire piazza San Carlo dalle bottiglie di birra rivelatesi successivamente pericolose armi contro la folla. Alberto Unia, consigliere comunale M5S, sarà dunque il nuovo assessore all’Ambiente e ai Rapporti con il consiglio; le deleghe a Decentramento, Manifestazioni Culturali e Sicurezza, che erano sino ad oggi appannaggio della prima cittadina andranno  a Marco Giusta, Francesca Leon e Roberto Finardi. Si legge ancora nel post della sindaca:    “In questi mesi di amministrazione tutti noi siamo cresciuti e abbiamo imparato tanto. Assessori, consiglieri e io stessa. Ora la squadra è pronta ad assumersi nuove responsabilità. Io ho potuto lasciare qualche delega, come previsto sin dall’inizio e predisposto con la riorganizzazione”. Un tempismo davvero eccezionale.

Settimo, neonato morto. Rosina : “Interrogarsi sui segnali di sofferenza ignorati, fraintesi e negati”

La vicenda di cronaca è nota a tutti: pochi giorni fa, a Settimo Torinese, un neonato è stato gettato ed abbandonato per strada morendo poco dopo il ritrovamento, nonostante ogni tentativo di rianimazione.

 

Questo episodio ha destato sgomento ed incredulità in chi non si era accorto di nulla ma ha anche innescato – in un tentativo forse comprensibile di allontanare l’evento da se stessi – un processo denigratorio da parte di quanti ritengono come unica responsabile la donna, indubbiamente carnefice, ma altrettanto indubbiamente vittima di solitudine e di disperazione.

 

“Non è la compassione – spiega Barbara Rosina, Presidente degli Assistenti Sociali del Piemonte – a guidarci nella consapevolezza che la donna, almeno nei nove mesi di gestazione, avrebbe potuto – anzi, dovuto – essere aiutata con quel supporto che probabilmente avrebbe evitato che il gesto si compiesse, facendoci tutti diventare spettatori inermi di fronte alla tragedia umana. Serve interrogarci su quali e quanti segnali di sofferenza possiamo aver ignorato, frainteso e negato”.