redazione il torinese

Il profugo in bicicletta sull’autostrada del Frejus: “Grazie, polizia: mi avete salvato la vita”

L’avvocato dell’agente: “i poliziotti hanno di fatto salvato la vita a quel malcapitato che stava percorrendo un’autostrada in bici, mettendo a rischio la loro stessa vita”

Verrà probabilmente aperta un’indagine per l’agente della polizia stradale che ha girato il video dell’extracomunitario in bicicletta sull’autostrada del Frejus Torino-Bardonecchia, facendo “apprezzamenti” sulle politiche della Boldrini sui migranti. I poliziotti suoi colleghi della sezione di polizia giudiziaria  di Susa gli hanno i sequestrato il telefonino con un provvedimento che, secondo le informazioni trapelate, è  penale e non amministrativo. Il legale dell’agente, Piefranco Bertolino, sottolinea attraverso l’Ansa “un aspetto fondamentale, ovvero che i poliziotti hanno di fatto salvato la vita a quel malcapitato che stava percorrendo un’autostrada in bici, mettendo a rischio la loro stessa vita”. Lo stesso giovane profugo ivoriano ha dichiarato: “Grazie, polizia: mi avete salvato la vita”. All’agente la solidarietà di molti suoi colleghi e da parte del leader leghista Salvini.

E’ morto Paolo Osiride Ferrero difensore dei disabili

A 79 anni è morto Paolo Osiride Ferrero, lo “storico”  presidente della Consulta per le persone in difficoltà, la Cdp, composta da oltre cinquanta associazioni. Da giovane  era stato colpito dalla poliomelite. Aveva un grande talento per la musica e studiò canto, pianoforte e composizione al Conservatorio. Fu tenore nel coro della Rai di Torino fino al 1993, anno del suo scioglimento. Dal 1997 fu promotore delle manifestazioni organizzate  per il 3 dicembre, la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. Era Cavaliere della Repubblica.

IL RICORDO DELL’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, ANTONIO SAITTA

“Porgo le mie più sentite condoglianze alla famiglia di Paolo Osiride Ferrero, che ho avuto modo di conoscere personalmente in qualità di presidente della Provincia di Torino e di assessore alla Sanità della Regione Piemonte. Di Ferrero, per molti anni presidente della Consulta per le persone in difficoltà, ricordo con piacere il coraggio e la tenacia nel portare avanti le battaglie quotidiane a favore dei più deboli e per il riconoscimento dei diritti delle persone disabili”.

Seconda fase per Settimo Cielo

Settimo Cielo Retail Park, il parco commerciale inaugurato nel 2011 alle porte di Torino, entra ufficialmente nella seconda fase di sviluppo, che prevede l’ampliamento del complesso con l’aggiunta di 26.000 mq ai 43.000 mq esistenti

La Proprietà immobiliare e la società Promotrice dell’ampliamento sono rispettivamente Settimo Sviluppo spa e Promocentro Italia srl, mentre la progettazione a cura di Building Engineering e la costruzione affidata  a Building spa trasformeranno “Settimo Cielo” in uno dei retail park più grandi d’Italia.  La commercializzazione della nuova area è stata affidata a Cushman & Wakefield, top player, che è anche responsabile della gestione dell’attuale parco commerciale. L’ampliamento darà spazio a nuovi posti di lavoro e nuovi brand saranno accolti all’interno del parco commerciale. Il cantiere aprirà a settembre e l’inaugurazione dell’ampliamento è prevista tra la fine del 2018 e i primi mesi del 2019, quando il parco raggiungerà la dimensione complessiva di 69.000 mq.

Condannato il sedicente autista dell’arcivescovo

Condanna di cinque anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione, inflitta dal tribunale di Torino nei confronti di Giovanni Paciolla, 36 anni, una ex guardia giurata che diceva  di aver lavorato per i servizi segreti vaticani e di essere stato l’autista di un arcivescovo. E’ stato coinvolto in una vicenda di rapine commesse da falsi appartenenti alle forze dell’ordine ed è stato riconosciuto colpevole di una cinquantina di capi d’accusa rispetto ai 67 che gli erano contestati. Per altri tre imputati  pene  tra i 5 mesi e 20 giorni e  due anni e due mesi.

 

(foto: il Torinese)

Boeti: “Commissione appalti sanità è pretestuosa”

La richiesta di una commissione d’indagine sugli appalti in sanità è così insensata e pretestuosa che anche il Movimento 5 Stelle pare essersene è reso conto. L’assessore Saitta ha dato la sua disponibilità a fornire alla IV Commissione e al Consiglio regionale tutta la documentazione utile ad un approfondimento e ad un confronto. Questa è la strada da seguire, non certo ricorrere a Commissioni che sono solo alibi per bloccare sterilmente l’attività del Consiglio regionale, caricando gli uffici di un lavoro mostruoso

Sfugge il senso stesso della richiesta, dal momento che in Piemonte non risultano indagini relativamente a procedure d’appalto indette dalle aziende sanitarie e, qualora dovessero essercene, siamo sicuri che la magistratura non mancherebbe di fare il proprio lavoro.

Delle due l’una: o i Grillini sono a conoscenza di qualche irregolarità – e se così fosse, dovrebbero rivolgersi alla magistratura presentando una circostanziata denuncia e non limitarsi a invocare una generica “trasparenza” – oppure minacciano la Commissione d’inchiesta come strumento per denigrare le altre forze politiche.

E poi la vicenda di piazza San Carlo dovrebbe indurre i Grillini a riflettere sul fatto che, talvolta, chi di Commissione d’indagine ferisce…

Nino BOETI

Vice presidente Consiglio regionale del Piemonte

Consigliere regionale PD

Piazza San Carlo, nel parcheggio sotterraneo non c’erano anomalie

Non erano presenti anomalie negli impianti del parcheggio sotterraneo di piazza San Carlo nella drammatica sera del 3 giugno, in occasione della finale di Champions League. I vigili del fuoco, nel quadro degli accertamenti richiesti dalla procura della Repubblica, sarebbero giunti a tale conclusione. Diversi testimoni  avevano parlato di cattivi odori e di  rumori che si pensava potessero essere provocati dall’impianto di aerazione e che potevano essere all’origine dell’ondata di panico che provocò oltre 1.500 feriti. Ma sembra che l’impianto non avesse difetti.

 

(foto: il Torinese)

BEACH VOLLEY: LE TORINESI PANETTA-CICOGNA QUINTE ALLA SUMMER CUP DI CAMPAGNA (SA)

“Bene, ma non benissimo”. Così le torinesi Alice Panetta e Olimpia Cicogna, quinte classificate alla Summer Cup 2017, Torneo Nazionale di Beach Volley svoltosi sabato 23 e domenica 24 luglio nella suggestiva e accogliente cornice di Campagna, in provincia di Salerno
Le avversarie erano di ottimo livello, ma forse da questa coppia ci si poteva aspettare qualcosa di più, in una disciplina dove tecnica, altetismo, tenuta atletica e mentale, affiatamento, ma anche una certa malizia, richiedono una assidua preparazione. 
L’impegno agonistico non ha tuttavia impedito di volgere l’attenzione anche ad un importante tema sociale: Olimpia e Alice si sono infatti prestate in qualità di testimonial di “Mondo Libero dalla Droga”, una iniziativa di pubblica utilità ispirata alle opere del filosofo ed umanitario L. Ron Hubbard dalle quali scaturisce il più esteso programma indipendente di informazione preventiva a livello internazionale.
Durante il torneo alcuni volontari hanno distribuito gratuitamente libretti informativi al pubblico, agli atleti, agli organizzatori e ai commercianti di Campagna sottolineando che lo sport a tutti i livelli può e deve essere veicolo di una condotta di vita libera da tutte le sostanze stupefacenti o dopanti.
Prossima tappa per la coppia Panetta-Cicogna sabato 29 e domenica 30 a Sorrento.

Il traffico torinese torna nel caos: chiusi i cavalcavia di corso Dante e di corso Grosseto.

Altri lavori e limitazioni al traffico sono previsti inoltre nel sottopasso di via Lanza e in corso Duca degli Abruzzi.

Grossi disagi per molti automobilisti torinesi che hanno dovuto affrontare l’inizio di questa settimana immersi totalmente nel traffico, a causa della chiusura della sopraelevata di corso Grosseto e del cavalcavia di corso Dante. In particolare, il cantiere della sopraelevata ha causato e continua a causare intense code per colpa della scarsa segnalazione presente in quel tratto relativa alle strade alternative da percorrere; poco dopo le ore 9 di questa mattina la coda segnalata arrivava fino in via Casteldelfino. La chiusura totale di questo importante tratto stradale è arrivato in seguito ai crolli di calcinacci avvenuti nei mesi precedenti, che avevano messo in dubbio la stabilità della sopraelevata per la quale era già stata decisa la demolizione. Anche se l’inizio dei lavori è previsto per il mese di settembre, si è deciso di chiudere il tratto di strada un paio di mesi prima, in modo da dare la possibilità ai cittadini di adattarsi ai cambiamenti e ai possibili disagi inerenti alla viabilità che questo nuovo cantiere potrebbe portare. Sorte diversa toccherà invece al cavalcavia di corso Dante che – secondo le indicazioni del Comune – dovrebbe rimanere fuori uso solo fino al 27 luglio, a causa del rifacimento del manto stradale. Un’estate non facile per il traffico torinese che vede aggiunti ai problemi di questi due cantieri anche i grossi disagi causati dalla chiusura fino a fine settembre del sottopasso del Lingotto, inagibile a causa dei lavori per la realizzazione del collegamento con l’aria Avio-Oval, il polo fieristico e il parcheggio del grattacielo della Regione.

PIAZZA CARLO FELICE, IL LACERO TRICOLORE SIMBOLO DI FALLIMENTO

AVVISTAMENTI di effevi

Vedo con incredulità esposto in bella vista, ai giardini Sambuy davanti alla stazione di Porta Nuova, quello che una volta era un tricolore italiano. Era, perché il bianco non c’è più, e il resto è tutto sbrindellato: quella che era una bandiera oggi è uno straccio neanche buono per i pavimenti.

 

Lo stendardo crivellato da colpi e schegge, nell’iconografia occidentale, è una presenza fissa nei quadri di battaglie. All’occhio dei contemporanei era un segnale immediato dell’esito finale: o una eroica vittoria di stretta misura contro un nemico preponderante, o una gloriosa sconfitta; si veda il manifesto del film “Giarabub” del 1942, cui prese parte Alberto Sordi, un film di regime per raccontare l’eroica resistenza di due compagnie di guardia di frontiera, nel deserto libico, che tennero testa agli Inglesi pesantemente armati con corazzati e appoggio aereo.

Il lacero tricolore di Giarabub voleva simboleggiare la resistenza italica alla perfida Albione – poco dopo venne la lapide a El Alamein: “Mancó la fortuna, non il valore”. Lo straccio bicromatico che accoglie i turisti a Porta Nuova è il simbolo di una intera guerra persa dall’Italia, quella della dignità e del senso civico.

Per quanto sembri incredibile oggi, per molto tempo l’esposizione della bandiera nazionale è stata malvista da una parte di opinione pubblica. Ci sono volute due leggi, nel 1998 e nel 2006, per obbligare a fare ciò che in tutto il mondo è considerato naturale e positivo. Ma per finire ad esporre un tricolore ridotto a uno straccio, imbarazzante simbolo di fallimento culturale e civile, forse è meglio abrogare le leggi e aspettare i Mondiali per vedere sventolare come si deve la bandiera italiana.

L’Italia si è desta

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Malgrado tutto, non sono un antiitaliano alla Bocca, alla Prezzolini e alla Montanelli e non sono neppure un seguace  delle vacanze  smodate alla Briatore che  anzi mi ripugnano .Io continuo ad amare disperatamente l ‘Italia , come diceva Francesco Carnelutti, grande  avvocato, ma anche grande italiano. E quando l’Italia va male, ci soffro

 

Sta per giungere in aula alla Camera, con qualche decennio di ritardo, la legge che stabilisce come inno ufficiale della Repubblica italiana il Canto degli italiani di Novaro -Mameli ,scelto come inno provvisorio il 12 ottobre 1946 dopo il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica, in seguito al referendum del 2 giugno di quell’anno. I comunisti ,anche supportati dal convertito al PCI Massimo Mila che godeva fama di critico musicale, anche se non riuscì mai a vincere una cattedra universitaria, volevano l’Inno di Garibaldi. Dopo l’ 8 settembre la Marcia Reale era stata paradossalmente  sostituita con la “Leggenda del Piave” che ricorda l’unica gloria militare Italiana culminata nelle vittoria del 4 novembre 1918.Ma forse fu anche un atto di orgoglio nazionale richiamarsi al Piave nel momento del disfacimento dello Stato e di quella che ,forse a torto, venne considerata la fuga di Pescara. Era lo  stesso re che nel 1917 salvo’ l’Italia a Peschiera con la resistenza sul Piave quello che nel 1943 trasferì il governo a Brindisi ,in territorio non occupato, sapendo che con quel gesto impopolare comprometteva il futuro della dinastia sabauda, ma salvava la continuità dello Stato.

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Adesso , dopo mille rinvii e ripensamenti, l’Inno di Mameli forse diventerà inno ufficiale, anche se c’è il solito sciocchino incolto e fazioso che gli oppone  la pur famosa canzone “Sole mio” ,forse per meglio  rappresentare ciò che è diventata l’Italia di oggi senza spina dorsale patriottica :un paese di furbi  disincantati , di mandolinisti, di pizzaioli, di disoccupati, di astenuti schifati e qualunquisti  alle  elezioni, di debosciati, di drogati, di mafiosi, di perseguitati da una giustizia troppo spesso  politicizzata , di evasori e di tartassati fiscali… Un’idea che neppure la Napoli di ” Sole mio” rispecchia perché la canzone esprime la gioia di vivere dei napoletani, espressa nel Sole con la s maiuscola , già amato da Foscolo e Carducci come simbolo di vita.  Certo quella di oggi  e’ un ‘Italia molto lontana da quella di Mameli che mori’  per i suoi ideali risorgimentali. Anche chi canta “Siam pronti alla morte ”  oggi lo fa con  fortissima riserva mentale  e ,in cuor suo ,fa anche le corna .I tempi del popolo di eroi e’ finito, irrimediabilmente finito da tanto tempo con il disastro della guerra perduta. Ci ha tentato Ciampi a  farci sentire orgogliosi di essere italiani, ma è durata poco .

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Il decomporsi dell’Italia che non ha più neppure l’acqua  in misura sufficiente ai suoi bisogni quotidiani  e brucia in incendi spesso dolosi, non consente più alla maggioranza di amarla .E ‘ un’Italia invasa di centinaia migliaia di immigrati economici camuffati da profughi che ci porteranno al collasso. Amare questa Italia non è possibile. Specie se ci si prepara alle vacanze e i pensieri sono rivolti a tutt’altro. Io vorrei invece provare, anche se sono stonato, a cantare o canticchiare sotto voce  l’Inno di Mameli e anche la leggenda del Piave. Malgrado tutto, non sono un antiitaliano alla Bocca, alla Prezzolini e alla Montanelli e non sono neppure un seguace  delle vacanze  smodate alla Briatore che  anzi mi ripugnano .Io continuo ad amare disperatamente l ‘Italia , come diceva Francesco Carnelutti, grande  avvocato, ma anche grande italiano. E quando l’Italia va male, ci soffro. Come sarebbe bello pensare ad un “‘Italia che s’e ‘ desta ” ,come dice il nostro Inno.