redazione il torinese

Maria Adriana Prolo, la signora del cinema

Maria Adriana Prolo nacque nel 1908 a Romagnano Sesia, comune novarese al confine con la provincia di Vercelli. E lì è morta, poco più che ottantenne, nel 1991. Il paese sulla sponda sinistra del Sesia, in sua memoria, le ha intitolato una via. La Prolo, ultima di tre sorelle di un’agiata famiglia borghese dai forti interessi culturali, ha legato il suo nome alla stagione pionieristica del cinema italiano, come storica e fondatrice del Museo nazionale del cinema di Torino. E’ nella città della Mole che ha vissuto gran parte del suo tempo, impegnandosi fino a raccogliere il frutto del suo lavoro. Nel 1938, sulla rivistaBianco e nero pubblicò un memorabile articolo intitolato “Torino cinematografica prima e durante la guerra” e tre anni dopo, nel ‘41, iniziò a pensare alla costituzione di un museo del cinema, avviando un lavoro di raccolta e di conservazione dei documenti e dei materiali del cinema torinese. Fu lei, nel 1953, a promuovere l’Associazione Culturale Museo del cinema che si proponeva di “raccogliere, conservare ed esporre al pubblico tutto il materiale che si riferisce alla documentazione e alla storia delle attività artistiche, culturali, tecniche e industriali della cinematografia e della fotografiaI locali adatti vennero ricavati in un’ala di Palazzo Chiablese, al numero 2 di piazza San Giovanni, nel cuore del centro storico di Torino. La mostra dei cimeli fu allestita al piano terreno, mentre al piano superiore trovarono ospitalità una sala di proiezione, la cineteca e la biblioteca. Il 27 settembre del 1958, il museo venne inaugurato e Adriana Prolo ne fu nominata direttrice a vita . L’avventura terminò però venticinque anni dopo quando, nel 1983, il museo chiuse i battenti per carenza di risorse e l’impossibilità di adeguare la struttura alle nuove disposizioni di sicurezza. Quasi un decennio dopo la scomparsa della Prolo, nel luglio del 2000, il Museo del Cinema, come una moderna  araba fenice, risorse nella nuova – e attuale- sede all’interno della Mole Antonelliana dove gli allestimenti sono stati visitati da milioni di persone. Oltre a dedicare gran parte della sua vita a raccogliere un enorme patrimonio legato all’arte “che racchiude in sé molte altre arti”, come disse Akira Kurosawa, Maria Adriana Prolo si segnalò anche per la sua attività di storica del cinema. La sua opera, “Storia del cinema muto italiano”, pubblicata nel 1951, ha costituito per lungo tempo il testo di riferimento per chi volesse indagarne le origini. La sua impronta culturale è tutt’ora viva e presente, come se il suo fantasma – nell’esoterico simbolo di Torino – vegliasse sulla sua creatura.

 

Marco Travaglini

N’Koulou al Toro e Anzolin alla Juve

Nicolas Alexis Julio N’Koulou, il difensore camerunense acquistato dall’Olympique Lione, si presenta ai suoi nuovi tifosi granata. Dice all’Ansa: “L’obiettivo è fare una bella stagione col Torino, società dalla storia importante e squadra con giovani di qualità e giocatori più esperti. Sono super motivato, non vedo l’ora di iniziare questa mia nuova esperienza”. Intanto in casa bianconera viene acquisito dal Vicenza Matteo Anzolin, classe 2000, come  difensore centrale. Inizialmente giocherà in Primavera ed è già stato convocato per le prime amichevoli della nuova nazionale under 18. E’ ritenuto uno dei futuri talenti del calcio italiano.

Treno bloccato sotto il sole con 500 persone a bordo

Il treno Thello 35049 Milano-Marsiglia si è fermato nel pomeriggio, a causa di un guasto al locomotore,   per quasi due ore sotto il sole cocente tra Voghera (Pavia) e Tortona (Alessandria). Circa 500 le persone a bordo, alcune hanno denunciato il clima insopportabile all’interno dei vagoni per il troppo caldo, ma non ci sono tati malori. Il convoglio è riuscito ad arrivare a Tortona. La Protezione civile e la Prefettura di Alessandria hanno avviato il protocollo di assistenza e distribuito acqua e generi di conforto ai passeggeri, tra cui molti bambini.

Coda Zabet, come uccidere due volte un novantenne (e la politica)

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

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La vita di tutti, nessuno escluso, esige rispetto. La morte lo esige doppiamente. Un suicidio implica, di norma, un pietoso silenzio. La pietas deve prevalere su ogni altra considerazione. Queste le regole umane e deontologiche che riguardano le persone ,compresa la categoria dei giornalisti. Dileggiare un vivo è sempre inopportuno, se si può brandire una penna come fosse  un coltello. Ma il vivo può difendersi con la querela, ammesso che poi abbia i suoi effetti. I morti non possono far nulla, neppure replicare ai sensi della legge sulla stampa, come si diceva un tempo. ”Cessate di uccidere i morti” scriva il poeta Ungaretti. Mancare di rispetto ad un morto è quindi  molto più grave. I morti meritano tutti rispetto anche quando , contraddicendo Tolstoj, non sono “tutti belli”. D’accordo, le agiografie sono stucchevoli, ma certi articoli che rimestano su cose di trent’anni fa e su novantenni ammalati e suicidi non appaiono accettabili in termini morali. La libertà di stampa è cosa sacrosanta, ma il dovere del silenzio a volte prevale. Quando morì Giorgio Cavallo ex rettore dell’Università implicato nella vicenda P2, nessuno ebbe il cattivo gusto di scriverlo sui giornali. Cavallo era un microbiologo di fama internazionale, Coda Zabet, ex socialista, novantenne e suicida, un signor nessuno, quindi la sua morte poteva tranquillamente passare del tutto inosservata. I giornalisti che hanno scritto di Zabet sono persone professionalmente molto  stimabili, ma a volte, a tutti, può scappare  la parola di troppo. E’ umano che succeda e non si deve farne un dramma. Giulio De Benedetti e Alberto Ronchey -posso testimoniarlo- davano ordine di ignorare i suicidi. Quanto si legge in queste ore  su Francesco Coda Zabet , esponente socialista torinese di secondo o terzo piano(non era certo un ras)  di cui si suppone il suicidio dopo una scomparsa improvvisa, mi ha amareggiato. Le vere cordate che rovinarono il socialismo torinese furono le cordate “regionali” di matrice meridionale di cui ancora oggi c’è traccia in altri partiti. Ma alcuni capi cordata come Franco Froio , quando morirono, non furono ghigliottinati sulla pubblica piazza. E basterebbe leggere il bel  libro di Paola Bellone  su Bruno Caccia, per rendersi conto della figura controversa dell’on. Froio, fiduciario di Mancini in Piemonte.

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Coda Zabet era  un uomo che aveva pagato per i suoi errori ed era tornato un uomo qualunque
che ,almeno nel momento della sua  fine, meritava parole più sobrie, essendo ormai uscito di scena da molti decenni. Se fosse stato un uomo importante dovrebbe rispondere alla storia e, se credente, dovrebbe rispondere  davanti a Dio del suo operato, ma nessun altro, nel momento della morte, può sentenziare. Alla morte si addice la pietà e anche il silenzio. Non casualmente ,ormai da molti anni ,la Chiesa consente i funerali religiosi ai suicidi, pur condannando il suicidio. E’ vero che Coda Zabet  fu detenuto per un certo periodo, ma godette anche  della fiducia di Padre Ruggiero, storico ed eroico cappellano delle Nuove, che andò nelle grane proprio per la fiducia accordata al detenuto. Non ho mai conosciuto Coda Zabet, ho letto di lui solo attraverso i giornali. Non credo che avremmo mai avuto nulla da condividere. Non credo che fosse una persona stimabile, ma sospendo il giudizio nel momento in cui apprendo che è morto. Il quotidiano  “Repubblica”  ha comunque ricordato che venne assolto dalle imputazioni a lui ascritte e questo resta un  altro dato di fatto inoppugnabile. I comportamenti politici sono una cosa, i reati un’altra. Voglio però dire che  non si può neppure infrangere la dignità e la storia di un grande partito come quello socialista, il partito di Turati, di Matteotti, di Pertini, di Saragat, di Nenni e anche di Craxi, con piccole vicende che non possono essere considerate storia di quel partito, ma al massimo cronaca contingente.

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A Torino, per citare i morti, i socialisti furono Chiaramello, Passoni, Mussa Ivaldi, Malan , Magnani Noya, Salvetti , Cardetti, Secreto, Spagnolo, Dalmastro, Borgogno, tanto per citare qualche nome di esponenti che ho conosciuto; in Piemonte giganteggia la figura di Aldo Viglione, presidente per antonomasia. Liquidare quella storia, identificandola con Coda Zabet e il mercato delle tessere, è sbagliato. Era Grillo che faceva certi discorsi in Tv e continua a farli anche oggi, travolgendo la stessa politica nella sua interezza, comunque collocata. Il qualunquismo diventato populismo che minaccia le stesse istituzioni democratiche. Non sono mai stato iscritto al PSI, ho sempre  mantenuto  una ferma autonomia di giudizio nel corso degli anni dominati da Craxi ,ma da storico mi rifiuto di credere  a certe semplificazioni che appaiono troppo manichee per essere vere .

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Salvatore Vullo mi ha trasmesso una sua lettera al direttore de “La Stampa” che esprime la sua vigorosa indignazione. Vullo che è un socialista che non si vergogna di esserlo, anzi ne è orgoglioso, ha ragione a leggere in certi articoli che riguardano i socialisti  ” superficialità e mistificazione”. Craxi, Giuliano Amato, i garofani rossi non sono cose da buttare aprioristicamente, ma  sono da studiare con distacco critico privi di “codardo oltraggio”, come scrive Vullo.  A volte chi lo pratica, in passato, ha scelto la via del “servo encomio” come tanti che usarono negli Anni ’80 il Partito socialista quando era in auge, salvo poi abbandonarlo all’improvviso, come fanno i topi sulle navi che affondano.

TRASPORTI, PD: VIA AD ABBONAMENTO TRENI UNDER 26 SCONTATI

Partono da ottobre le riduzioni del 10 per cento sugli abbonamenti ferroviari annuali per gli under 26. La sperimentazione è stata introdotta nel bilancio regionale da un emendamento presentato dai consiglieri del Pd, Raffaele Gallo e Antonio Ferrentino, che ha consentito la  necessaria copertura finanziaria.“Il trasporto pubblico – dichiarano i consiglieri Pd –  va sostenuto con azioni concrete e l’incentivo attraverso uno sconto diretto vuole andare in questa direzione. Per ora – continuano – rimane una sperimentazione ma ci auguriamo che produca un incremento dell’utilizzo del treno tale da rendere permanente l’agevolazione”. L’offerta sarà valida ai soli minori di 26 anni, non compiuti alla data dell’acquisto, residenti in Piemonte. Le agevolazioni si applicheranno sugli abbonamenti annuali sui treni Regionali e Regionali Veloci nel solo ambito dei confini tariffari del Piemonte. “La Regione – sottolineano Ferrentino e Gallo – vuole sostenere le esigenze dei giovani che per lavoro o per studio usufruiscono del trasporto pubblico locale; l’impegno – concludono –per il prossimo anno sarà quello di lavorare alla rateizzazione dell’abbonamento annuale e all’ inserimento degli abbonamenti trimestrali tra quelli scontati”. 

 

Ottobre di-vino sotto la Mole

‘Portici divini’ è la la nuova manifestazione dell’autunno nell’ambito della prima edizione di ‘La vendemmia a Torino – Grapes in Town’, un evento promosso dall’assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione, in programma il 14 e 15 ottobre sotto la Mole . Verrà presentato  il meglio della produzione del territorio attraverso enogastronomia, storia, arte e cultura in un ricco calendario di appuntamenti. Diversi i percorsi di degustazione proposti, che porteranno i visitatori alla scoperta di residenze reali, palazzi cittadini, musei, vie del centro, gallerie d’arte e i suoi negozi. Paese ospite è il Perù con 40 produttori vitivinicoli presenti.

Tradizione Peperone 

Sfida social-culinaria tra 10 Food Blogger di diverse regioni italiane che hanno
rivisitato una ricetta del loro territorio con l’inserimento del Peperone di Carmagnola

Votazioni on-line sino al 2 settembre sulla pagina www.facebook.com/fiera.peperone
nell’album fotografico intitolato “La Tradizione… con il Peperone!”

 In Piazza Sant’Agostino a Carmagnola (TO) con Paolo Massobrio, Renata Cantamessa e i 10 food-blogger

Iniziativa organizzata dalla 68^ “FIERA NAZIONALE DEL PEPERONE – Peperò”
in collaborazione con il portale sagreataly.com e la guida-ricettario “Italia in un Piatto” 

La 68^ Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola – Peperò ha previsto una nuova iniziativa social denominata La Tradizione…col Peperone!  Dieci Food Blogger provenienti da tutta Italia si sfidano per reinterpretare una ricetta della loro regione di provenienza con l’inserimento del peperone di Carmagnola.  La tradizione culinaria di appartenenza è così rispettata in tutte le sue fasi e si arricchisce di un sapore nuovo, diventa una variante attuale, creativa e fresca che unisce l’eccellenza del territorio carmagnolese alle eccellenze di altri territori italiani. Foto e spiegazione di ciascuna ricetta sono state pubblicate sui rispettivi blog.

L’iniziativa è stata ideata dalla giornalista Renata Cantamessa e viene realizzata dal Comune di Carmagnola, all’interno della 68^ Fiera Nazionale del Peperone, e in collaborazione con il portale sagreataly.com e la guida-ricettario “Italia in un Piatto”La sfida è on-line sino alle ore 12 del 2 settembre sulla pagina facebook www.facebook.com/fiera.peperone dove è possibile votare le ricette con i mi piace sulle immagini dell’album fotografico intitolato “La Tradizione… con il Peperone!”.  Chi avrà ottenuto più mi piace riceverà uno speciale “Premio Social”ma il vero vincitore sarà deciso da una giuria tecnica di qualità presieduta dal giornalista di economia agricola ed enogastronomia Paolo Massobrio. L’appuntamento live con la premiazione è il 3 settembre sul grande palco di Peperò, dalle ore 20.30 in Piazza Sant’Agostino na Carmagnola, con un grande talk showculinario moderato dalla giornalista, ghostwriter, autrice e conduttrice radiotelevisiva – conosciuta anche per il suo personaggio di Fata Zucchina – Renata Cantamessa, che insieme al giornalista di economia agricola ed enogastronomia Paolo Massobrio coinvolgerà il pubblico alla scoperta di antichi sapori piemontesi e nuove ricette italiane. In dialogo con i due esperti, i partecipanti al concorso parleranno dal vivo delle loro intuizioni culinarie e dell’esperienza che nei mesi scorsi li ha coinvolti in questo contest, alla scoperta delle più diverse tradizioni regionali. Si racconterà così dal vivo come si è evoluto anche il tocco creativo di ciascuna personalità dopo aver accettato la sfida, in un appassionante viaggio alla scoperta delle nuove tendenze del gusto in Italia.  La Tradizione…col Peperone! fa conoscere e incontrare il pubblico di Peperò con alcuni dei food blogger più creativi della nostra penisola. I temi trattati dalle loro rubriche sono i più diversi, dai consigli per pasti veloci e vegetariani, passando per piatti della tradizione familiare alle buone pratiche di conservazione e smart food. Partecipano al contest e alla serata, dal Piemonte, Anastasia Grimaldi del blog Sapere i sapori, gusto e salute con la “Bavarese ai peperoni con salsa alla bagna cauda” e Maria Antonietta Grassi di Il Pomodoro Rosso con sua ricetta di famiglia “Giacomino, i peperoni di Carmagnola e la tartrà di nonna Agnese”Dalla LombardiaBeatrice Piselli de Il Cucchiaio Verde ha scelto di rivisitare il piatto tipico per eccellenza della sua regione, il “Risotto alla Milanese…di Carmagnola”, mentre Laura Ghezzi di Cucinare per passione partecipa con l’eclettica “La corona del Re dei Cuochi e la cotoletta alla milanese con maionese di peperone quadrato di Carmagnola”.


Dalla LiguriaCaterina Bagno di La Cucina di Katy e Lillu presenta con una veloce e innovativa “Pasta alla ligure con il peperone di Carmagnola”, mentre dall’Emilia Romagna Lorella Giugni di In cucina con Lorella racconta il segreto del ripieno del “Tortello al mascarpone con coriandoli di peperone di Carmagnola alla saba e pancetta croccante”.
Dal Lazio Alessandra Gabrielli di Menta e Salvia propone il “Pollo con i peperoni di Carmagnola”, il Piemonte incontra la tradizione della Sardegna con la ricetta “La Panadina sarda che sposò un Piemontèis” a cura di Rita Mighela di Pane e Gianduia e ancora, rispettivamente dalle Marche e dalla Campania, incuriosisce la ricetta proposta da Veronica Anconetani di Soffio di Zefiro, “Lasagne bianche ai peperoni di Carmagnola” e Pasquale Alberico de I sapori del mediterraneo con la personalissima “Raviolo di peperone di Carmagnola mbuttunat su crema di mozzarella di Bufala”.

Finisce nel Torinese l’incubo della modella inglese rapita per essere venduta all’asta nel web

Una modella inglese di 20 anni, che aveva partecipato alle selezioni di Miss Universo,  è stata drogata e poi sequestrata nei pressi della Stazione centrale di Milano lo scorso 11 luglio e rilasciata solo  sei giorni più tardi. Il rapimento  avrebbe avuto lo scopo di mettere all’asta la ragazza su siti pornografici del dark web, la rete oscura di internet, per offrire prestazioni sessuali agli acquirenti che avessero offerto più soldi online. La base d’asta sarebbe stata di  circa 300mila dollari da saldare  in bitcoin. La ragazza pare sia stata rilasciata il 17 luglio. Un uomo di nazionalità polacca residente in Gran Bretagna è stato fermato dalla polizia poiché considerato responsabile del sequestro di persona a scopo estorsivo. Si tratta di Herba Lukasz Pawel, di 30 anni, sedicente appartenente al gruppo Black Death ( la Morte Nera), forse  attivo sul deep web.  Il sequestratore organizzava anche altre aste su internet per la vendita di ragazze rapite, servendosi di  annunci in cui indicava razza, nome d’arte e luogo asta.  L’uomo si presentava inoltre come killer professionista e si interessava a materiale chimico e veleni per la costruzione di ordigni. Gli inquirenti lo definiscono come ” soggetto pericoloso che presenta aspetti di mitomania”. La modella era giunta  a Milano il 10 luglio per realizzare nella giornata successiva un servizio fotografico che le era stato commissionato attraverso il suo agente, da un sedicente fotografo. Martedì 11 luglio la giovane,  nei pressi della Stazione centrale, in via Bianconi , indirizzo dello studio fotografico appositamente preso in affitto, è stata aggredita da due persone. Poi sarebbe stata drogata con la ketamina e spogliata,  ammanettata mani e piedi, rinchiusa in un borsone e messa nel bagagliaio di un’auto, dapprima nella  periferia di Milano e successivamente in un casolare di montagna, nel comune di Lemie,  in una baita di frazione Borgial, in provincia di Torino, vicino al confine con la Francia, con un viaggio lungo strade secondarie. “Due ore e mezza  in cui la ragazza è rimasta chiusa nel borsone, legata e con la bocca coperta dallo scotch”, spiegano gli investigatori. Nel cascinale  la modella è restata  ammanettata a un mobile in legno di una camera da letto sino alla mattina del 17 luglio. E’ stato lo stesso Herba, che ha seguito da solo il periodo di prigionia, a liberare  la ragazza e a portarla al Consolato britannico di Milano: la donna ha un figlio, aspetto che andrebbe contro l’ “etica” dell’organizzazione criminale. Nei giorni del  sequestro l’uomo ha scritto su account criptati che erano richiesti  300mila dollari di riscatto all’agente della modella.

 

(foto: Fotogramma)

Per i torinesi in vacanza: De Bortoli a “Un libro per l’estate”,

Per i torinesi in vacanza che amano la lettura, anche in vacanza, sabato 5 agosto, alle ore 21, a Finale Ligure, in piazza San Giovanni, c’è un appuntamento da non perdere. Nell’ambito della rassegna “Un libro per l’estate”, organizzata dalla Libreria Cento Fiori, Ferruccio De Bortoli presenta la sua ultima opera, “Poteri forti ( o quasi). Memorie di oltre quarant’anni di giornalismo” edito per i tipi de La Nave di Teseo. Conducono Caterina Malavenda e Carlotta Scozzari. E’ il diario, anche autocritico, dell’ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore.

Un libro molto atteso, oltre quarant’anni di storia del nostro paese e del mondo vissuti da uno speciale punto di osservazione. Scena e retroscena del potere in Italia, dalla finanza alla politica e alle imprese, dai media alla magistratura, con i ritratti dei protagonisti, il ricordo di tanti colleghi, episodi inediti, fatti e misfatti, incontri, segreti, battaglie condotte sempre a testa alta e personalmente: per la prima volta Ferruccio de Bortoli, un punto di riferimento assoluto nel giornalismo internazionale, racconta e si racconta.

Ferruccio Se Bortoli è nato a Milano il 20 maggio 1953. Laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano, è giornalista professionista dal 1975. Ha cominciato a lavorare al “Corriere della Sera” nel 1979 come cronista per poi passare alle pagine economiche. È stato caporedattore dell’“Europeo” e del “Sole 24 Ore”. Nel 1997 viene nominato direttore del “Corriere della Sera”; lo lascia nel 2003. Dal 2003 al 2005 è stato amministratore delegato di RCS Libri e presidente della casa editrice Flammarion. Dal 10 gennaio 2005 al marzo del 2009 è stato direttore responsabile del “Sole 24 Ore” e direttore editoriale del Gruppo Il Sole 24 Ore. Dall’aprile 2009 all’aprile 2015 dirige per la seconda volta il “Corriere della Sera”. Dal 2015 è presidente della casa editrice Longanesi e dell’associazione Vidas. Collabora al “Corriere della Sera” e al “Corriere del Ticino”.

Massimo Iaretti

 

Sparatoria al distributore, tre arresti

Per il  tentato omicidio del 69enne Paolo Sarra, proprietario di alcuni distributori di benzina, gambizzato il 6 maggio durante  un tentativo di rapina,  dopo tre mesi di indagini i carabinieri del Comando provinciale di Torino hanno notificato tre arresti, a Torino e a Borghetto Santo Spirito, nei confronti di altrettante persone.    L’imprenditore, ferito da un colpo di pistola alla gamba sinistra, è sopravvissuto dopo  un delicato intervento chirurgico. Le indagini sono state coordinate dal pm Antonio Rinaudo.