Dopo l’audizione dell’11 gennaio delle ditte appaltatrici, sindacalisti e lavoratori del settore ristorazione scolastica sono stati ricevuti in mattinata in Comune per un’audizione presso le commissioni lavoro, controllo di gestione, e istruzione. Erano presenti rappresentanti della Giunta. Le tre ditte che gestiscono attualmente la ristorazione scolastica a Torino, hanno spiegato i rappresentanti sindacali, stanno operando per ridurre il costo del lavoro a fronte del crescente numero di famiglie che ha scelto di rinunciare al servizio mensa. Ladisa ed Eutourist hanno operato mettendo in ferie una parte dei lavoratori mentre Camst titolare del maggior numero di lotti appaltati, ha annunciato una procedura di licenziamento per 38 lavoratrici e lavoratori. Secondo i sindacati le ditte intendono compensare la riduzione dei pasti erogati (stimata in circa 5.800 pasti da inizio appalto (e accelerata dopo la sentenza del 2016 che sancì il diritto al pasto portato da casa), riducendo gli orari di lavoro. La prospettiva di licenziamenti, hanno affermato, sembra voler esercitare una pressione sull’Amministrazione comunale, che sta predisponendo il nuovo bando di gara per il servizio (pubblicazione prevista prima dell’estate 2018) e preparare proceduralmente il terreno alla riduzione degli orari di lavoro che già oggi sono nella maggior parte dei casi al minimo di legge per il settore: 15 ore settimanali. Un’ipotesi, quella dei tagli che si abbatterebbe dunque su lavoratori già economicamente fragili. Si sono detti contrari a prospettive di questo tipo, sia i Consiglieri comunali che i rappresentanti della Giunta. Da questi ultimi sono giunte rassicurazioni sull’impegno assieme ad Asl e Ufficio scolastico regionale, a lavorare per promuovere il servizio mensa come importante momento formativo oltre che come garanzia di corretta alimentazione e di uguaglianza di trattamento per i bambini.
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