Corto Maltese oltre Hugo Pratt

Inventato dalla fantasia di Hugo Pratt, il “maestro di Malamocco” , fumettista e scrittore di straordinario talento,  Corto Maltese esordì nel 1967 sul primo numero della rivistaSgt. Kirk e da quel momento ha accompagnato i lettori in mille avventure per oltre due decenni.

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Da “Corte Sconta detta Arcana” a “Mu”, passando per “Favola di Venezia”, “La casa dorata di Samarcanda” e tante altre storie, il nostro Corto , metà avventuriero e metà “gentiluomo di fortuna”, nato a Malta nel luglio del 1887, figlio di una gitana di Gibilterra e di un marinaio inglese della Cornovaglia, temevamo ci lasciasse orfani alla morte del suo autore. Ma, quasi per miracolo, eccolo ritornare da giovane, vent’anni dopo la scomparsa di quello che, a buon diritto, è stato considerato fra i maggiori autori di fumetti di tutti i tempi. Marco Steiner, scrittore, fotografo e marinaio, ma soprattutto amico e collaboratore di Hugo Pratt, dopo aver terminato– nell’ormai  lontano 1996 – “Corte Sconta detta Arcana”,  il romanzo incompiuto di Pratt, ed aver scritto tutte le introduzioni alle nuove edizioni delle varie avventure del Maltese, ha ridato vita al mitico Corto con due romanzi. Il primo, “Il corvo di pietra”, si svolge nell’anno del crollo del campanile di Venezia, il 1902, quando il marinaio della Valletta è ancora un ragazzo. Volendo lo si può leggere come il romanzo di corto m2formazione di Corto Maltese, dove emerge quel suo spirito di “imprevedibile meticcio mediterraneo”, apparentemente cinico, dotato di grande ironia, rispettoso alla legge di lealtà e amicizia. In quelle pagine tre ragazzi amanti dell’ avventura e tre strani individui stretti in un patto esoterico di vendetta, si confrontano tra Venezia, Malta e la Sicilia in una vicenda dove la posta in gioco è un tesoro nascosto dall’enigma di una piccola statua che rappresenta un corvo di pietra. Nel secondo romanzo (pubblicato come il primo da Sellerio), intitolato “Oltremare”, il giovane Corto intraprende un viaggio che parte dalla Sicilia per finire in Cambogia, e su quella rotta tormentata incrocia i porti leggendari di tutti i mari: da Venezia all’isola prigione di Poulo Condor a sud della Cina, le acque del Mekong, le isole greche e i mari del sud. E, tra le tante ma con un sua fascino particolare, Istanbul. Le zone in cui si svolge la storia a Istanbul sono quelle del porto, della collina e del cimitero di Eyüp dove si recava anche un altro grande viaggiatore, Pierre Loti. Istanbul , come Venezia, è una città dove Corto Maltese si trova “ a casa”, sul confine fra Europa e Asia, al punto di contatto fra il grande mar corto m4Mediterraneo e la grande terra che si estende misteriosa e affascinante verso Oriente, il luogo dove nasce il sole. Quando a Marco Steiner è stata posta la domanda delle domande ( “Perché a un altro Corto?”) ha risposto così: “Sapevo chi erano i suoi genitori, quand’era nato e cosa gli era accaduto dopo il 1904, all’epoca della guerra russo-giapponese.Allora ho provato a immaginare un Corto sconosciuto, che doveva imparare a navigare e a vivere prima di quell’anno e ho scelto un periodo preciso, dal 1901 al 1904. Ho immaginato un’esperienza forte per un ragazzino di 14 anni, l’ho fatto partire in una notte piovosa e pericolosa dalla Scozia, dopo aver lasciato a terra quel padre così poco conosciuto. Insomma, ho cercato di fare un pezzo di strada, anzi di mare, insieme a quello che il giornalista Vincenzo Mollica, facendomi corto m3un grandissimo complimento, ha definito il “mio” Corto Maltese”. Ma il più famoso dei marinai di carta non è tornato a vivere solo nelle parole scritte da Steiner.Una nuova storia con protagonista il personaggio creato quasi cinquanta anni fa da Pratt, è stata scritta da Juan Dìaz Canales, sceneggiatore di fumetti spagnolo , e disegnata dal conterraneo Rubén Pellejero. In “Sotto il sole di mezzanotte”, Corto Maltese parte per un viaggio in Alaska e Canada, durante la prima guerra mondiale, seguendo le indicazioni dategli da Jack London (che aveva già incontrato nel libro “La giovinezza”,durante la guerra russo-giapponese nel 1905) e,come sempre, s’imbatterà in personaggi strani e situazioni avventurose. In questa “seconda vita”, il marinaio è tornato per viaggiare ancora. E, come amava dire John Steinbeck, “Non sono le persone che fanno i viaggi,sono i viaggi che fanno le persone”. Bentornato, Corto!

Marco Travaglini

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