Prima vittoria dopo la mobilitazione degli agricoltori a Bruxelles. La firma dell’accordo Mercosur è stata rinviata ma ora serve un cambio di passo sul bilancio post 2028 che oggi penalizza in maniera inaccettabile gli agricoltori. Ad oggi l’accordo ignora completamente le discrepanze negli standard produttivi tra Europa e Mercosur. Nei campi sudamericani si usano ancora ampiamente sostanze bandite da anni in Ue.
Proprio per ribadire questa posizione anche una folta delegazione di Coldiretti Torino, guidata dal presidente Bruno Mecca Cici e dal direttore Carlo Loffreda, ha partecipato alla grande manifestazione di Bruxelles contro le politiche anti agricole della Commissione europea guidata da Ursula Von Der Leyen. La capitale belga sede della Commissione e degli uffici dell’Unione europea è stata letteralmente assediata da un migliaio di trattori e circa ventimila agricoltori provenienti da 25 Paesi europei chiamati a raccolta dai sindacati agricoli nazionali.
Lo spezzone giallo di Coldiretti era, come sempre, la parte maggioritaria tra tutte le organizzazioni agricole presenti con delegazioni da tutta Italia.
Coldiretti ha chiesto con forza le dimissioni della Von der Leyen dietro lo striscione: “Von der Leyen plan starves Europe” (“il piano Von der Leyen fa morire di fame l’Europa”ndr). «L’agricoltura – ha commentato il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – non può accettare il taglio del 25% delle risorse sulla PAC. Von der Leyen propone di scambiare questo taglio epocale con l’affidamento agli Stati Membri di un fondo di risorse generiche la cui destinazione sarebbe a discrezione degli Stati. Non siamo affatto sicuri che una volta ripartiti, questi soldi degli Stati andranno alle politiche agricole. E poi non si può sentire il fatto che il taglio della PAC serve a finanziare il riarmo. Noi produciamo cibo, veicolo di pace. Non scambiamo il cibo con le armi».
Al grido di “Non è questa l’Europa che vogliamo” è stata denunciata la deriva autocratica imposta da Von der Leyen, che vuole togliere risorse alle imprese agricole e al cibo sano, minando così anche la salute dei cittadini consumatori. Un piano che appare come un attacco alle fondamenta della sovranità alimentare dell’intero continente, in un momento in cui tutte le altre potenze investono sempre di più nell’agricoltura, ritenuta da tutti, tranne che dall’Europa, una risorsa strategica.
Per l’Italia si tratta di un taglio netto di 9 miliardi, che salgono a 90 se si considera l’intera Ue. Una decisione irresponsabile di Von der Leyen che provocherà il tracollo della produzione agroalimentare anche nel Torinese favorendo un boom di importazioni da Paesi come quelli del Mercosur, privi degli stessi standard su utilizzo di pesticidi, protezione ambientale e diritti dei lavoratori.
«Le guerre e i conflitti commerciali di questi ultimi anni hanno fatto emergere la centralità del cibo e la necessità di sviluppare filiere agroalimentari quasi autonome mentre la Von der Leyen così impedisce di produrre cibo di qualità per la salute degli europei e di potenziare le esportazioni. Gli altri Paesi agiscono per salvaguardare le proprie produzioni, mentre l’Europa è oggi incapace di proteggere un settore chiave come la produzione primaria di cibo».
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

