Il tema della formazione di un nuovo, ed ennesimo, “partito ulivista” e’ tornato all’onore della cronaca dopo che alcuni esponenti di primo piano dell’Ulivo del passato hanno avanzato la necessita’ di dar vita ad un soggetto politico diverso dal Pd ma che resti comunque saldamente nel campo del centro sinistra
Da un po’ di tempo su svariati media e’ ripartito il dibattito su una potenziale formazione politica alla sinistra del Pd. Un dibattito un po’ specioso ma che ripropone, per l’ennesima volta, una strisciante divisione nel campo del centro sinistra e della sinistra italiana. Una divisione ben nota nel passato e che adesso e’ ritornata, seppur in piccolo, con la volitiva gestione politica di Renzi. Tant’e’ che il cosiddetto “partito della nazione” e’ entrato di prepotenza nel dibattito politico nazionale. Un progetto che dovrebbe, almeno stando ai rumors e alle intenzioni di chi lo coltiva, prima o poi superare la stessa esperienza originaria del Pd.
Ma, pur senza anticipare i tempi, il tema della formazione di un nuovo, ed ennesimo, “partito ulivista” e’ tornato all’onore della cronaca dopo che alcuni esponenti di primo piano dell’Ulivo del passato hanno avanzato la necessita’ di dar vita ad un soggetto politico diverso dal Pd ma che resti comunque saldamente nel campo del centro sinistra. Ora, e’ abbastanza evidente che la forza politica ed elettorale del Pd ha fortemente depotenziato, se non escluso, la formazione di altri soggetti politici dichiaratamente di centro sinistra, riformista e di governo. Certo, questo sin quando il Pd resta saldamente un partito di centro sinistra e visibilmente alternativo al centro destra e allo schieramento moderato e conservatore.
Se il Pd, insomma, mantiene e conserva i tratti originari della sua esperienza – e cioe’ un partito plurale che non si confonde con politiche liberiste e vagamente centriste – l’unica formazione che puo’ nascere alla sua sinistra, salvo novita’ eclatanti, non puo’ che essere un partito dichiaratamente di sinistra. Politicamente molto delimitato ed elettoralmente circoscritto ai fini della costruzione di uno schieramento di governo e che non sia di sola testimonianza. Altro discorso se, invece, dovesse decollare un partito che si richiama esplicitamente alle ragioni e all’esperienza dell’Ulivo. Un’esperienza che potrebbe decollare ad una sola condizione: e cioe’ se il principale partito italiano, ovvero il Pd, decidesse di allontanarsi definitivamente dalle sue origini e dar vita, al contempo, ad un soggetto politico meno caratterizzato sotto il profilo politico e culturale.
Una sorta, appunto, di “partito pigliatutto” o “pigliatutti”, come qualcuno sarcasticamente l’ha definito. Ma questa ipotesi appartiene, al momento, piu’ ai desideri che ad una reale volonta’ politica del Partito democratico. Insomma, senza voler polemizzare con nessuno e senza voler smentire cio’ che la realta’ politica ci propina ogni giorno, e’ abbastanza evidente che i tempi per una formazione politica identitaria, seppur di sinistra, e vagamente ulivista, nella stagione contemporanea non e’ destinata ad avere un significativo riscontro nel campo riformista e progressista del nostro paese. Salvo clamorose smentite. Ad oggi, pero’, misteriose.
On. Giorgio Merlo
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