Dal green alla vita, lo sport come strumento per guardare con occhi nuovi la fragilità e la forza della disabilità.
È appena uscito il nuovo romanzo Nevio Grubessich Il Golf come una scatola di cioccolatini. Non si sa mai quello che ti capita, pubblicato da Impremix Edizioni. Nel titolo si fonde la passione per il Golf con la metafora della vita e le sue sorprese, la sua imprevedibilità, i cambi di programma e i momenti inattesi. Il Golf non è raccontato come disciplina sportiva, ma piuttosto come una lente per osservare quello che l’esistenza riserva. La storia narra di due ragazzi che si incontrano giocando a Golf e si rivedono solo quando hanno 60 anni e davanti ad un bicchiere di vino ricordano i loro momenti insieme, ma si raccontano anche i motivi per cui si sono persi di vista. Uno dei due, inoltre, è diventato cieco e vive le problematiche di questo handicap, il testo, tuttavia, non ha un tono malinconico o vittimistico, è caratterizzato invece da una sfumatura quasi divertente.
Nel libro sono inseriti anche dei racconti di persone disabili, come quello di Giulia Marabotti che affetta da una malattia, l’acondroplasia, decide, per poter praticare il suo amato sport, di fare degli interventi chirurgici ai femori, alle tibie e agli omeri; la storia di Alessandra Donati che sfida la sua neuropatia o quella di Franco Sebastiano Venier, sulla sedia a rotelle dopo un brutto incidente.
“Ho scritto e dedicato questo libro a Tiziana Nasi” dice l’autore “una persona speciale, presidentessa del golf disabili, che ho conosciuto in occasione di una donazione di due poltrone da dentista alla associazione per cui faccio volontariato insieme a mia moglie Nicoletta. Mi ha chiesto di scrivere un libro sulla disabilità e così è nato questo volume di cui sono molto orgoglioso”.
Il Golf, in questo romanzo di Grubessich, diventa simbolo della convivenza con la propria fragilità, parla delle aspettative degli altri, della bellezza di un colpo ben fatto, ma anche dalla lezione che arriva da quelli sbagliati. Non c’è l’enfatizzazione della tecnica sportiva, ma un invito alla introspezione: ciò che conta è come si reagisce quando si perde la pallina, nella metafora più ampia della vita, o quando ci si rialza per tirare di nuovo, spesso non sapendo cosa aspettarsi.
Il mondo della disabilità viene ancora percepito in maniera distorta, certamente avere a che fare con degli importanti limiti fisici non è facile, ma si può vivere comunque con entusiasmo, si possono fare dei progetti ambiziosi e raggiungere traguardi competitivi e sportivi molto importanti. Si crea un equilibrio tra le difficoltà delle barriere e una sana leggerezza che fa da guida ad una esistenza di certo problematica, ma anche felice e piena. “Scrivendo questo libro ho compreso la poca sensibilità che avevo nei confronti delle persone disabili che non pretendono nulla di particolare se non un po’ di sensibilità e umanità. Ho ascoltato le loro storie, le loro emozioni e le loro speranze cercando di riportarle in maniera chiara e piacevole”.
All’interno del libro è narrata anche la storia di un caddie (il portabastoni) storico di Torino: Celso Molinero a cui l’autore ha dedicato anche una targa. “L’ho paragonato ad un consigliere, al navigatore in una gara di guida e a un direttore d’orchestra, ma anche un grande amico” spiega l’autore.
Un libro dunque, quello di Nevio Grubessich, che allarga la prospettiva su una dimensione che, nonostante i progressi degli ultimi anni, non si e’ ancora ben compresa. Il Golf, con la sua natura di gioco lento, fatto di concentrazione, silenzi e piccoli gesti ripetuti, diventa, in questo caso, uno strumento potente per avvicinarsi al tema della disabilità. È uno sport che non chiede necessariamente forza fisica estrema, ma equilibrio interiore, pazienza, capacità di adattarsi, qualità che accomunano il percorso di chi vive una condizione di fragilità. La sfida non è contro l’avversario, ma contro se stessi, contro i propri limiti e le proprie paure, in un terreno che cambia ad ogni buca, proprio come succede nella vita. Giocare significa accettare l’imprevisto e trasformarlo in possibilità, scoprendo che ogni tiro, come ogni esperienza, ha un suo valore.
Maria La Barbera