Il commento dell’ex sindaca di Torino postato sui social sulla vicenda del forum web che è stato chiuso
Alcune mie foto – come quelle di tante altre donne – sono state pubblicate su un sito pornografico e commentate in modo sessista e degradante innumerevoli volte.
Non è la prima volta che trovo mie immagini in forum del genere, luoghi che riducono le donne a oggetti, che alimentano e rafforzano stereotipi. Luoghi che aprono la strada a schifezze immonde come il gruppo Facebook in cui migliaia di uomini pubblicavano e commentavano foto intime delle loro mogli a loro insaputa.
Questa è violenza, ma ciò che più conta è che questa violenza digitale è solo la punta dell’iceberg. Perchè quello che nasce in rete si riversa nella vita reale: nelle relazioni, nelle discriminazioni, nelle porte che si chiudono.
Purtroppo la violenza la conosciamo tutte, in forme diverse: parte dall’essere giudicata per una gonna corta, dal sentirsi fischiare per strada, dal lavorare sodo e ricevere meno dei colleghi uomini e arriva all’essere molestata sugli autobus, al rimanere dipendente economicamente dal proprio marito, al prendersi botte se si alza la testa.
Perchè la violenza ha tante facce, ma la radice è la stessa: una cultura che ancora fatica a riconoscere pari dignità e pari diritti.
È giusto denunciare i singoli casi, e io ho la fortuna di poterlo fare perchè ho un lavoro, un reddito, un’indipendenza che me lo permettono. Ma tante donne non hanno queste possibilità e subiscono in silenzio, senza strumenti né protezione.
Se vogliamo davvero un cambiamento, dobbiamo partire dalle basi educando i nostri figli al rispetto, all’affettività e alla parità.
Oggi, dello sdegno che dura 24 ore non ce ne facciamo più nulla: servono fatti, servono azioni per cambiare la cultura e costruire una società in cui nessuna donna debba più avere paura, subire ingiustizie e sentirsi meno libera.
CHIARA APPENDINO
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