Spot, tagli e pronto soccorso trasformati in infermerie
«A quasi un anno dalle promesse elettorali, il piano sanitario piemontese resta un’illusione: nessun progetto, nessuna idea concreta, solo propaganda e conferenze stampa. Mentre i nostri cittadini attendono cure e risposte, l’unica vera operazione compiuta dalla Giunta Cirio è un’operazione chirurgica… sui servizi di emergenza.»
Torna ad attaccare le politiche sanitarie della maggioranza il coordinatore regionale di Indipendenza, Giuseppe Lauria:
«Il dossier dell’Università Bocconi, che pare destinato a ispirare il nuovo piano regionale, parla chiaro: declassamenti a raffica per sette Pronto Soccorso, da Acqui a Saluzzo, da Susa a Venaria. Ospedali ridotti a punti di primo intervento, con accessi contingentati e ricoveri impossibili. Tradotto: chi vive lontano dai grandi centri dovrà sperare nella buona sorte o sobbarcarsi decine di chilometri per essere curato.
Nel frattempo, i referenti politici romani della stessa maggioranza – facendo finta di pensarla diversamente – ci spiegano che l’Italia deve spendere centinaia di milioni in armamenti. I nostri ospedali chiudono, ma i missili no.»
Secondo il Movimento Indipendenza, l’assessore Riboldi dovrebbe iniziare a rispondere alla sua comunità: tre pronto soccorso dell’ASL di Alessandria sono destinati al declassamento, proprio nella sua provincia. Ma evidentemente, per questa maggioranza, i cittadini piemontesi valgono meno di una simulazione strategica.
Indipendenza Piemonte chiede un immediato stop a qualsiasi ipotesi di taglio e una revisione totale del modello, partendo dai territori e dalle vere esigenze delle comunità locali. Non accetteremo che Torino segua alla lettera ricette scritte a Milano e digitate da chi non ha mai atteso sei ore su una barella.
La salute dei piemontesi non si declassa.
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