Papa Francesco, Lo Russo e Cirio: “Un pontefice legato alla sua terra”

IL SINDACO DI TORINO STEFANO LO RUSSO

Pace, rispetto, attenzione agli ultimi, giustizia, carità, accoglienza: la voce di Papa Francesco ha saputo parlarci di valori universali, ricordandoci l’importanza di lottare per una società migliore.
Incontrarlo lo scorso anno, insieme al Cardinale Repole, è stato uno dei momenti più emozionanti del mio percorso da sindaco: ho avuto l’opportunità di sottolineare tutto l’affetto che Torino e il Piemonte provavano e provano per lui, che in quella occasione ha confidato di avere molto a cuore la nostra città.
La sua scomparsa ci riempie di tristezza ed è un grande dispiacere sapere che non avremo la possibilità di accoglierlo nuovamente in un territorio che a lui era profondamente legato.
Quel Papa arrivato da lontano, “dalla fine del mondo”, per usare le sue parole quando si è presentato per la prima volta da Santo Padre, ha toccato il cuore di tante persone, ribadendo sempre la grande importanza dell’apertura al prossimo. In un mondo che ha visto momenti terribili durante il suo pontificato, con l’esasperarsi dei conflitti e il periodo buio della pandemia, è stato capace di portare sempre una parola di speranza e di luce. Una luce per cui lo dobbiamo ringraziare, e che ora deve essere di ispirazione a tutte e tutti noi perché possiamo esprimere, nella nostra quotidianità, la stessa dedizione per la ricerca della pace e del bene comune che Papa Bergoglio ci ha mostrato.
L’auspicio è che il suo esempio sia guida per una Chiesa che, ora più che mai, deve saper rimanere unita e, proseguendo l’opera di Francesco, deve continuare a guardare nei prossimi anni nella direzione indicata dal suo papato: verso chi ha più bisogno di essere accolto, sostenuto, protetto.

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE ALBERTO CIRIO

“Il Piemonte si stringe al dolore della Chiesa e del mondo intero per la morte di Papa Francesco, un uomo vicino agli ultimi, ai fragili, che si è sempre battuto per la pace e per un’umanità più giusta.
Nella sua determinazione e nel suo coraggio c’erano sicuramente anche quelle radici piemontesi che lui ha sempre ricordato con orgoglio e affetto e che oggi ci rendono ancora più soli. Lo stesso affetto che ha saputo dimostrare alla nostra terra in occasione della sua visita nel 2022 e ancora nel 2023, quando abbiamo avuto l’onore, insieme alla comunità di Macra nel Cuneese, di donare al Vaticano l’albero di Natale per piazza San Pietro. La sua misericordia e il suo grande amore per gli altri resteranno modello e ispirazione per tutti noi, nella speranza di un mondo più solidale e più giusto per tutti”.
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