Come non citare la Battuta di fassone con insalatina di stagione croccante, citronette e sali dal mondo o il Carpaccio di ricciola marinato al jalapenos e lime. Oppure il Filetto di fassone con cappello di fungo porcino e fonduta alle 2 fontine o la Chevice peruviana mista di ombrina, calamaro e mazzancolle con patate rosse americane: vere e proprie estasi per il palato
Che dire sul Villa Vela se non che sia stata una piacevolissima rivelazione, per gli occhi e per il palato. Ubicata nell’esclusiva zona residenziale di Torino, l’estrosità e la ricercatezza sono gli elementi chiave di questa antica villa settecentesca, finemente ristrutturata con toni moderni, in C/so Galileo Ferraris 45. A un tiro di schioppo dal Centro Congressi dell’Unione Industriale, dalla sede della Juventus e dalla Gallleria d’Arte Moderna, il locale è divenuto oramai caposaldo degli studi professionali più titolati del quartiere per il breackfast ed il lunch, protraendo la sua proposta sino all’after dinner. “Cucinare è come amare, o ci si abbandona totalmente o si rinuncia” è il motto del Villa Vela, con il quale apre la sua Carta: la lista inizia dalle accattivanti insalate e passa dagli antipasti ai secondi pIatti, sia di carne che di pesce, tanto raffinati quanto essenziali con prezzi adeguatamente medi.
Come non citare la Battuta di fassone con insalatina di stagione croccante, citronette e sali dal mondo o il Carpaccio di ricciola marinato al jalapenos e lime. Oppure il Filetto di fassone con cappello di fungo porcino e fonduta alle 2 fontine o la Chevice peruviana mista di ombrina, calamaro e mazzancolle con patate rosse americane: vere e proprie estasi per il palato grazie all’esplosione di gusto che questi ingredienti accuratamente selezionati offrono. Il tutto ha un valore aggiunto: la Carta dei Vini. Semplice, diretta e chiara offre un’ottima selezione sia di bianchi che di rossi, merito soprattutto di Gregorio, il sommelier di casa che ha saputo impreziosire, curare e consigliare una lista già più che all’altezza. Tra i vini proposti, notevoli quelli da dessert, come il Passito di Pantelleria 2010 di casa Ben Ryé, il cui giudizio di eccellenza ha messo d’accordo tutte le guide. Il resto del personale si mostra impeccabile, proprio come il servizio, riflesso di una location magica, emozionante e all’altezza delle aspettative che non può essere altro che da provare.
Jessica Tronci
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE