A questo giro, ultimo e finale, nessuna sorpresa. Il copione è stato integralmente rispettato e onorato dai due attori scesi in campo per la conquista dell’ambito Trofeo dei Maestri. Potremmo dire una fotocopia del primo match, disputatosi solo qualche giorno fa all’interno del girone preliminare all’italiana, il Round Robin dedicato a Ilie Năstase. Di nuovo e ancora un doppio 6-4, come nel primo scontro. In totale 24 a 16 per Sinner contro il californiano.
Jannik in questa edizione delle Finals ha sempre vinto ed esce da imbattuto (particolare che gli permette di raggiungere il massimo del prize money, vale a dire quasi 5 milioni di dollari, che si aggiungono ai recentissimi 6 del Six Kings Slam e ai quasi 4 milioni per aver chiuso la stagione da numero uno, aggiudicandosi il trofeo Atp N.1). E lo ha sempre fatto in due set, mai neppure un tie-break! Un dato più unico che raro, che dimostra la sua manifesta e riconosciuta superiorità, almeno in questo momento.
La partita di ieri, si è già detto, è stata la fotocopia della precedente, giocata sui servizi e su pochi scambi-bomba, qualche palla corta, giusto per soddisfare gli amanti del bel gesto tecnico o i nostalgici del tennis di un tempo, come dice Panatta, giurassico. Sempre Adriano, l’eroe nazionale del 1976, vede nella (nuova, a suo dire) camminata dell’altoatesino le stesse movenze di Jhon Wayne, “ma quando entra nel saloon”, mentre scorge in Fritz un atteggiamento “pigro”, talvolta un po’ sufficiente, forse dovuto anche al fatto che l’americano certamente non si muove con la stessa leggerezza, velocità e facilità di un Ruud o di un De Minaur. Come quasi sempre avviene, nel primo set, è il famigerato settimo gioco a decretare l’indirizzo della prima partita: break di Sinner con una palla smorzata micidiale e si arriva poco dopo (Jannik rischia, per la verità, di subire a sua volta il contro break, ma si salva) al primo 6-4 in 41 minuti.
Anche il secondo set procede quasi come il primo, ma questa volta la palla break per Sinner arriva già sul 2 pari e così, game dopo game, matura il secondo 6-4: gioco, partita e incontro, in un’ora e 24 minuti. Un allenamento, per intenderci, e Fritz ancora rimandato a settembre.
Seguono la solita stupenda cerimonia, con Jannik che alza la coppa al cielo e davanti al pubblico estasiato di casa, i fuochi d’artificio e le scontate dichiarazioni del post partita da parte dei due giocatori, in un’edizione certamente storica per due motivi: Sinner vince il suo primo prestigioso trofeo in Italia e riceve a Torino la Coppa di numero 1 al mondo! Ma c’è una dichiarazione, non formale, che pesa più delle altre, non passando inosservata, ed è rilasciata dal presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi. Ebbene, le Atp Finals rimangono in Italia per un altro lustro, fino al 2030! Dunque un grande successo del sistema Italia, non solo sportivo, che, sfruttando certamente e anche l’effetto Sinner (ma senza dimenticare tutti gli altri azzurri cresciuti in questi ultimi anni), riesce a rimanere al centro dell’attenzione e a far pesare, a livello internazionale, il suo attuale ruolo di leader.
“L’Italia ospiterà – così recita, nel suo incipit, il comunicato stampa dell’Atp Tour – le Atp Finals per altri cinque anni. L’Atp e la Fitp hanno oggi annunciato che le Atp Finals si svolgeranno in Italia per ulteriori cinque anni, fino al 2030. La proroga segue il primo ciclo che si concluderà nel 2025 a Torino, dove le Finals sono state eccellenti”. Un esplicito riconoscimento anche alla Città di Torino e alla Regione Piemonte che hanno contribuito alla perfetta riuscita di tale manifestazione. Il punto è che, come si legge più sotto nel comunicato, “Le opzioni relative alla sede ospitante, nel periodo seguente al 2025, sono ancora sotto valutazione, con ulteriori aggiornamenti che saranno resi noti a tempo debito”. E anche se Jhon Elkann, durante un’intervista rilasciata a SuperTennis TV, si dichiara felice della permanenza delle Finals a Torino (non sappiamo se sia una rivelazione o una speranza), è certo che, da molto tempo, Torino e Milano, più unite dall’asse Intesa Sanpaolo che da altri interessi, stanno combattendo, la prima, per conservare il Torneo dei Maestri sotto la Mole, la seconda, per portarlo invece all’ombra della Madonnina, mentre Binaghi, presidente Fitp (che ha snocciolato, nella conferenza stampa conclusiva, vari e strabilianti dati e numeri relativi al successo di questa quarta edizione delle Finals), si trova in mezzo a questo duello, a questa singolar tenzone. Speriamo che alla fine (ma temo che accadrà) non debba agire sulle orme di Re Salomone per non scontentare nessuno (scontentando tutti) e salvare, come si suol dire, capra e cavoli: ovvero, altri due anni a Torino, dopo la scadenza naturale del 2025, e le restatnti tre edizioni a Milano. Del resto, esiste già il precedente di Londra, quando le Atp Finals restarono per altri due anni aggiuntivi, fino al 2020, dopo la scandenza naturale del contratto.
Certo, al capoluogo piemontese verrebbero concesse altre due edizioni, fino al 2027, anche come parziale ristoro dei primi due anni martoriati dal Covid, ma soprattutto per aver saputo rendere grande e far crescere ulteriormente una manifestazione internazionale così importante; verrebbe altresì garantito un torneo annuale Atp 500, il quale, agli occhi del primo cittadino Stefano Lo Russo e al presidente di Regione Piemote Alberto Cirio, non dovrà apparire come una compensazione ma piuttosto come un premio meritato per il successo ottenuto e mai scontato delle Atp Finals.
Il sindaco di Torino, che, insieme a Cirio, si è reso disponibile a offire tutte le garanzie richieste dall’Atp, segnatamente un considerevole aumento del contributo finanziario (nell’ordine di alcuni milioni di euri), ha anche studiato, probabilmente per provare a legare, in qualche modo, le sorti del numero uno al mondo alla nostra città, di conferire a Jannik Siner la cittadinanza onoraria. Una mossa giusta in ogni senso, visto che Sinner ha vinto proprio a Torino il suo primo trofeo importante in Italia e davanti al suo pubblico, ed è stato parimenti celebrato e premiato numero 1 al mondo (nella stagione 2024) dall’Atp Tour: fatti straordinari, storici e incontestabili, che legano indissolubilmente l’altoatesino alla nostra città e viceversa! Ma sono certo, purtroppo e ben al di là della battaglia annunciata che ci sarà e si farà, che alla fine prevarranno altre logiche, altri interessi, per cui sarà ben difficile, persino impossibile, per Torino conservare questo fantastico torneo fino al 2030.
Patrizio Brusasco
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