Il Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte Domenico RAVETTI apre un dibattito sull’opportunità di far diventare il Museo della Resistenza di Torino un museo per tutto il Piemonte, con un ruolo di regia e di coordinamento dei tanti luoghi della Memoria.
«Nei mesi scorsi a Camagna Monferrato è stato inaugurato il Museo della Resistenza del Basso Monferrato, una realtà importante per il territorio alessandrino, che si aggiunge al centro di documentazione della Benedicta e al Museo della Resistenza della Val Borbera a Rocchetta Ligure. Se prendiamo in mano la cartina del Piemonte vediamo un numero impressionante di “musei” (o affini) dedicati alla lotta resistenziale. Accanto ai più noti come il Colle del Lys e la borgata Paraloup, ecco il Museo della Resistenza di Boves e i “I sentieri della memoria” di Chiusa di Pesio, il Memo4345 di Borgo San Dalmazzo e il Memorial di Cumiana, gli ecomusei della Val Sangone e di Alpette, la Casa della memoria di Vinchio e l’aeroporto di Vesime, la Casa del Partigiano di Ornavasso, le Person dij Partigian di San Maurizio Canavese…e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Questa quantità di “luoghi della memoria” non stupisce, perché non c’è zolla del nostro Piemonte che non sia stata bagnata dal sangue resistente e non abbia visto scrivere durante i venti mesi della lotta di Liberazione pagine di dolore e di coraggio. In un’epoca in cui assistiamo ad un preoccupante analfabetismo sulla Storia contemporanea, quando non ad una falsificazione della medesima, mentre ci stanno lasciando i testimoni diretti della Shoah e della Resistenza, non possiamo permetterci di andare in ordine sparso e si pone la necessità di evitare che questi “luoghi” si riducano ad essere teatri di commemorazioni ufficiali sempre meno partecipate. Giustamente molto si è discusso sul Museo Diffuso della Resistenza di Torino (Resistenza, ma anche-non dimentichiamolo-deportazione, guerra, diritti e libertà), soffermandosi sui temi della “governance” e della sostenibilità economica. Aspetti certamente fondamentali ma ora si pone la necessità di meglio ragionare sulla mission. Avvicinandosi le celebrazioni degli 80 anni della Liberazione (e poi della Repubblica e, infine, della Costituzione) vorrei aprire una riflessione pubblica sull’ opportunità di far diventare quello di Torino un museo per tutto il Piemonte, venendo così a svolgere un ruolo di regia e di coordinamento dei tanti luoghi della Memoria piemontesi che, pur con le corrette e condivise autonomie dei protagonisti locali, potrebbero così essere potenziati dal punto di vista culturale e turistico, trovando anche il modo per meglio conservare e valorizzare archivi e raccolte private che in taluni casi rischiano di andare disperse. Abbinando la sua anima multimediale e immateriale, con tutte le potenzialità offerte delle nuove tecnologie indispensabili per coinvolgere le generazioni più giovani, con un’anima materiale, che è quella che troviamo nei vari musei, case della Resistenza, memoriali e sacrali. Come Comitato Resistenza e Costituzione nella scorsa legislatura abbiamo fatto bene a promuovere una “rete tematica regionale” per potenziare la ricerca storica e le attività culturali e costruire progettualità comuni, ma ritengo che, almeno sul piano dell’analisi, si debba partire da quella proposta per tentare di andare oltre, e provare a pensare al Museo Diffuso di Torino come un Museo del Piemonte, perno di una rete che deve avere come “nodi” gli istituti storici ma anche Provincie e Comuni nella veste di responsabili e custodi della memoria.
Una riflessione che rivolgo apertamente e con spirito costruttivo alla nuova assessora regionale Marina Chiarelli, al Comune di Torino, al presidente Daniele Jalla e a tutti i protagonisti del Comitato Resistenza e Costituzione».
Domenico RAVETTI
Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte
Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte
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