Uncem: “La scuola di montagna non è la scuola di città”

La scuola di montagna è peculiare, diversa, viva. Lo diciamo sempre e lo ribadiamo oggi alla partenza dell’anno scolastico in Piemonte. Senza retorica. Salvare le scuole, salva il paese. Ma affinché paesi e scuole si salvino, occorre intraprendere strade nuove. Che sono diverse da quelle del passato. Non solo edifici ristrutturati – molto belli quelli di Torre Pellice ed Ala di Stura per dirne due, o quello in partenza come asilo nido a Val di Chy – non solo aule spazi più belli. Che sono necessari a portare nuovi modelli di didattica, verso un patto educativo che riguarda i nostri Enti locali, il terzo settore, le imprese, tutti i cittadini. Sulla didattica, vogliamo studiare esempi alpini europei, di altri Paesi, essere noi modello, per capire insieme come si può innovare. Si parla molto di scuola senza voti, senza zaino, senza compiti… tutto bello e moderno probabilmente. Ma nella scuola di montagna, sempre più unita tra diversi paesi, sempre più di valle, serve un metodo specifico che vorremmo studiare con Ministero, Regione, Indire, Dirigenti e Insegnanti. Ci crediamo e vorremmo trovare specificità ordinaria, per i paesi che insieme si muovono e che determinano il futuro delle valli, con studenti, con una sinergie con le famiglie che hanno non solo nuovi efficaci servizi, meno dispersivi degli attuali, ma anche un protagonismo nel patto educativo che Uncem da sempre vuole costruire”.

Lo afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.

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