Se i proprietari dei cani non si convinceranno con le buone a raccogliere le deiezioni dei propri cani, saranno le deiezioni stesse a rivelare chi le ha lasciate per strada. L’idea del consigliere di Circoscrizione 4 Raffaele Marascio (Capogruppo Fratelli d’Italia), è di far effettuare sulle deiezioni canine test del Dna per risalire ai proprietari dell’animale. E multarli.
Per far fronte a un disagio che ormai infastidisce da tempo diversi cittadini, costretti spesso a calpestare le feci dei cani non raccolte, arriva dunque una nuova proposta che nei paesi del Nord Europa ha già dato i suoi frutti.
“Il problema delle deiezioni canine non raccolte su strada inizia ormai a infastidire sempre più cittadini, spesso costretti a fare lo slalom per strada per evitare di calpestarle. Conosco inoltre diverse persone in sedia a rotelle che si trovano spesso le ruote o nel peggiore dei casi le mani sporche, ma penso anche all’ipovedente o ai bambini che usano il trolley per andare a scuola. E’ arrivato il momento di dire basta alla maleducazione. Dopo diverse campagne di sensibilizzazione sul tema, la storia non sembra essere cambiata e le strade della nostra città continuano a versare in una situazione di sporcizia indecente a causa di questo problema” – dichiara Raffaele Marascio, promotore della proposta, capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 4 – “In molti paesi del Nord Europa viene adottato lo strumento del Test del DNA che permette di risalire dalla deiezione lasciata su strada al cane e di conseguenza al padrone. Generalmente è previsto che il proprietario o il detentore di un cane debba provvedere a far identificare e registrare l’animale, generalmente dal secondo mese di vita, mediante l’applicazione di un microchip. Lo strumento prevede la creazione di una banca genetica dei cani residenti sul territorio comunale, con la formazione di un database in cui ad ogni microchip è attribuita la genotipizzazione, che consente sia di fronteggiare il problema del decoro urbano e della salute pubblica, sia di rintracciare i cani e i loro padroni, in modo tale da provvedere a sanzioni pecuniarie in caso di trasgressione” – continua – ” Nei Comuni italiani dove questa sperimentazione è stata attivata si è ridotta notevolmente la presenza di deiezioni canine non raccolte su strada. I test potrebbero essere effettuati dalle guardie zoofile per poi portarli alle Asl dopo la stipula di un accordo” – prosegue – “Ho presentato una mozione che verrà discussa in Consiglio con cui si impegna il Presidente a farsi promotore di questa sperimentazione presso la Città di Torino e l’Assessorato competente. Speriamo vivamente che la proposta venga accolta, anche nell’interesse degli stessi proprietari dei cani disciplinati, che più volte si sono lamentati di chi trasgredisce alle regole. Il test del Dna non mente e può inoltre essere anche uno strumento per scoprire se il cane ha delle malattie e curarle”. – conclude.
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