Convegno promosso da APIDGE, Associazione Professionale degli Insegnanti di Discipline Giuridiche ed Economiche nella sala Santa Maria in Aquiro di Roma
Tra i numerosi e qualificati interventi emerge un interessante spunto di riflessione da parte di Luigi Berlinguer, il quale, evidenziato come la natura dell’attività educativa sia profondamente cambiata a causa della globalizzazione per cui il mondo esterno reagisce spesso con aggressività nei confronti di un presidio separato dalla società e che rivela una minore attrattività del sapere trasmissivo. Inoltre una scuola “spezzettata in discipline” (“eccessivo disciplinarismo”) presenta eccessiva rigidità e saperi disarticolati a tutto scapito dello studente, destinatario impreparato.Anche la funzione educativa della scuola non può più essere ricondotta alla “buona educazione”, intesa come comportamento responsabile nel consorzio umano.Non si tratta dunque soltanto di educazione, ma anche disciplina, di saperi: conoscere di più ed essere più educati. Questa potrebbe essere un’autentica palestra in cui configurare il rapporto tra conoscenza e reale. Si possono così coniugare sapere e fare, indispensabile nella complessità della vita.
Dopo una prima parte della vita scolastica prevalentemente generalistica, che sedimenta nel sapere, la scuola è chiamata ad offrire una preparazione specialistica proprio nelle “superiori”, ove diventa importante accentuare l’approccio al sociale, al lavoro, alle professioni. La cultura non è solo più pensiero astratto: ora è necessario confronto con la professione, il lavoro. Lavoro è cultura. Tutta la progettualità degli istituti secondari superiori, nucleo dell’autonomia, si deve misurare con il lavoro. Diritto ed economia politica rappresentano le discipline che si prestano a momenti di altissima cultura (teorica, astratta), però sono caratterizzate da un forte impatto sociale, momento dell’interpretazione del reale. L’economia, arrivata in ritardo dal mondo anglosassone, non è soltanto “roba da aziende”, ma una scienza del nostro sociale. Il diritto, invece, che ha trovato da noi le sue origini e la dignità di scienza, ha il compito essenziale di “disciplinare il reale”. Due discipline che rappresentano un arricchimento fondamentale per l’apprendimento. Discipline specialistiche che non possono non caratterizzare i percorsi educativi della scuola secondaria superiore “L’esclusione di queste discipline rappresenta povertà della didattica”.
Ezio Sina, Presidente dell’APIDGE e promotore del Convegno, Ricorda da subito Raccomandazioni del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo del 18/12/2006 danno grande importanza alle “Competenze sociali e civili” che includono competenze personali, interpersonali e interculturali e riguardano tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa e il modo in cui l’identità culturale nazionale interagisce con l’identità europea. Lo studio del Diritto e dell’Economia Politica a scuola è ormai indispensabile per comprendere il mondo che ci circonda è che diventa sempre più complesso, intricato; non a caso sono discipline previste nel piano di studi di molti Paesi dell’Unione Europea. In Italia, per ora, il Liceo Economico-sociale è attualmente l’unico indirizzo liceale di studi dove le discipline giuridiche ed economiche sono presenti, in modo significativo e caratterizzante, coinvolte nella seconda prova dell’esame di Stato.
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