“La presenza di misure legislative e di obiettivi vincolanti più ambiziosi per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica non può che essere accolta favorevolmente, ma il livello proposto è ancora troppo basso per porre fine quanto prima alla nostra dipendenza dalla Russia e combattere la crisi climatica” – dichiarano Eleonora Evi ed Angelo Bonelli, co-portavoce nazionali di Europa Verde
“Il pacchetto REPowerEU – puntualizzano – presenta senza dubbio alcune luci, ad esempio l’obbligo legale di installare l’energia solare su tutti i nuovi edifici pubblici e commerciali di dimensioni superiori a 250 mq entro il 2026 e su tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2029. Positiva anche la proposta di raddoppiare il tasso di diffusione delle pompe di calore, con un obiettivo di 10 milioni di unità nei prossimi 5 anni. Ma ci sono diverse ombre, come la possibilità per gli Stati Membri di derogare al principio del non arrecare danno significativo all’ambiente (Do No Significant Harm Principle – DNSH) per investimenti in petrolio e gas.
“Avremmo voluto una maggiore ambizione da parte della Commissione, anche nell’esercitare pressione sugli Stati membri affinché redistribuiscano gli extraprofitti miliardari delle grandi industrie energetiche a favore di chi è più duramente colpito da questa crisi.
Il Pacchetto REPowerEU manca del coraggio di chiudere definitivamente con il passato, ricordando che investire massicciamente nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica significa di fatto investire nella sovranità energetica degli Stati membri e porre fine a quel modello energetico scellerato che ci ha portato alla crisi attuale. C’è una sola strada per l’Europa per liberarsi dalla dipendenza energetica dalla Russia: sobrietà, efficienza e fonti rinnovabili. Per il clima, per la pace e per la giustizia” – concludono Evi e Bonelli.
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